Radio Orario: 97 anni fa, il primo periodico con i programmi della settimana

Il 18 gennaio 1925 usciva il primo numero del “Radio Orario”.

Si trattava di un periodico settimanale – organo ufficiale della Unione Radiofonica Italiana – con tutti i programmi in onda nei sette giorni successivi.

La pubblicazione includeva anche le principali stazioni estere ricevibili nel nostro Paese.

Il prezzo del “Radio Orario” era di 1,50 lire.

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Auguri alla radio italiana! Nasceva il 6 ottobre 1924

Il 6 Ottobre 1924 alle 21.00 esordiva la radio in Italia.

Le prime voci a trasmettere via etere – attorno al quale vi sono diverse fonti discordanti – furono quelle di Ines Viviani Donarelli (a cui sarebbe attribuito il primo annuncio ufficiale) e di Maria Luisa Boncompagni (prima conduttrice radiofonica).

Il palinsesto inaugurale prevedeva un concerto di musica operistica, un bollettino meteo e le notizie della borsa.

La lunghezza d’onda in metri, secondo quanto riportava l’annuncio, era a pari a 425, il che significa che la frequenza modulava circa a 705 KHz.

L’URI, Unione Radiofonica Italiana, prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia, era stata fondata poche settimane prima, il 27 Agosto 1924.

Si trattava di un accordo tra due importanti gruppi del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari). Presidente della Società era Enrico Marchesi, ex direttore amministrativo della FIAT di Torino.

La prima stazione trasmittente si trovava a Roma, a cui seguirono Milano nel 1925, Napoli nel 1926 e Torino nel 1929.

Nel gennaio 1928, l’URI diventava EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, per poi adottare la definitiva e ancora attuale denominazione RAI col finire della guerra.

Tanti auguri alla radio italiana!

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96 anni di radio in Italia: la prima trasmissione avveniva il 6 Ottobre 1924

Il 6 Ottobre 1924 alle 21.00 esordiva la radio in Italia.

Le prime voci a trasmettere via etere furono quelle delle annunciatrici Maria Luisa Boncompagni e Ines Viviani Donarelli.

Il palinsesto inaugurale prevedeva un concerto di musica operistica, un bollettino meteo e le notizie della borsa.

La lunghezza d’onda in metri, secondo quanto riportava l’annuncio, era a pari a 425, il che significa che la frequenza modulava circa a 705 KHz.

L’URI, Unione Radiofonica Italiana, prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia, era stata fondata poche settimane prima, il 27 Agosto 1924.

Si trattava di un accordo tra due importanti gruppi del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari). Presidente della Società era Enrico Marchesi, ex direttore amministrativo della FIAT di Torino.

La prima stazione trasmittente si trovava a Roma, a cui seguirono Milano nel 1925, Napoli nel 1926 e Torino nel 1929.

Nel gennaio 1928, l’URI diventava EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, per poi adottare la definitiva e ancora attuale denominazione RAI col finire della guerra.

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Auguri alla radio italiana! Il primo annuncio “via etere”, il 6 ottobre 1924

La radio italiana compie 95 anni.

Era il 6 ottobre 1924 quando veniva diffusa via etere la prima trasmissione.

Alle 21.00, l’annuncio d’esordio che presentava un palinsesto composto di musica operistica, da camera e da concerto, di un bollettino meteorologico e notizie di borsa.

La prima voce “in onda” è sempre stata attribuita a Maria Luisa Boncompagni, anche se da ricerche più recenti si ipotizza che fosse Ines Viviani Donarelli.

L’URI, Unione Radiofonica Italiana, prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia, veniva fondata – come riporta il sito RAI “Storia della Radio” – il 27 Agosto 1924.

Si trattava di un accordo tra le maggiori compagnie del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari). Presidente della Società era Enrico Marchesi, ex direttore amministrativo della FIAT di Torino.

L’Unione Radiofonica Italiana sarebbe poi mutata nel 1927 in EIAR, Ente Italiano per le audizioni radiofoniche, fino alla nascita della RAI (Radio Audizioni Italiane) nel 1944.

95 anni fa nasceva l’Unione Radiofonica Italiana

Il 27 agosto 1924 nasceva l’URI – Unione Radiofonica Italiana, frutto della fusione tra Radiofono Società Italiana per le Radiocomunicazioni Circolari (82,9%) e la Società Italiana Radio Audizioni (17,1%).

Il presidente era Enrico Marchesi, proveniente dalla FIAT, mentre vicepresidente era Luigi Solari.

Sono passati dunque 95 anni dalla nascita della società privata che ottenne la concessione statale delle frequenze per la radiodiffusione.

L’URI venne fondata a Torino, ma le prime trasmissioni ebbero inizio a Roma, dalla stazione di San Filippo, il 6 ottobre dello stesso anno, alle 21.00, con il celebre annuncio di Maria Luisa Boncompagni, relativo ad un concerto sinfonico inaugurale.

Il 17 novembre 1927 l’URI venne poi trasformata in EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche), fino all’esordio della RAI Radio Audizioni Italiane il 26 ottobre 1944, in una Italia divisa in due dalla seconda guerra mondiale in corso.

La RAI, come la conosciamo oggi, nacque il 26 ottobre di 74 anni fa

La nascita della RAI, col nome che ancora viene utilizzato oggi, si intreccia alla storia della Seconda Guerra Mondiale.

Nata nel 1924 come URI (Unione Radiofonica Italiana) e diventata nel 1927 EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche), dal 1943 – con il graduale arrivo degli Alleati che partì dal Sud-Italia – si spaccò letteralmente in due, con le stazioni radio di Palermo, Napoli e Bari gestite dal Psychological Warfare Branch (organismo del governo militare anglo-americano incaricato di esercitare il controllo sui mezzi di comunicazione di massa italiani tra il ’43 ed il ’45) e quelle del Nord organo della Repubblica Sociale Italiana.

Il 26 ottobre 1944, tramite decreto legislativo luogotenenziale, l’EIAR fu riaperta nell’Italia liberata con la nuova ragione sociale Radio Audizioni Italiane (RAI), che aveva come socio di maggioranza la SIP, all’epoca acronimo di Società Idroelettrica Piemontese, prima che si trasformasse (negli anni ’60) in Società Italiana per l’Esercizio Telefonico.

Fu solo nel dicembre 1945, però, che il sistema radiofonico italiano – come riportano varie fonti, tra cui Wikipedia – fu riunificato sotto la RAI e nel 1946 i trasmettitori superstiti furono organizzati in due reti: le stazioni dell’Italia centromeridionale vennero costituite nella “rete rossa”; mentre le stazioni dell’Italia settentrionale diventarono la “rete azzurra”.

La rete azzurra aveva sede a Torino con uffici decentrati a Milano e comprendeva le stazioni di Torino I, Milano I, Genova I, Bologna, Venezia, Verona, Padova, Bolzano, nonché quelle di Roma II, Napoli II e Bari II; mentre la rete rossa aveva sede a Roma con uffici a Firenze e comprendeva le stazioni di Roma I, Napoli I, Bari I, Firenze, Palermo, Catania, San Remo, nonché Torino II, Milano II e Genova II.

Nel 1950, venne creato il Terzo Programma radiofonico, il primo tra quelli attivi ad essere trasmesso in modulazione di frequenza. Alla fine del 1951, il palinsesto radiofonico fu ristrutturato intorno a tre programmi nazionali: il Programma Nazionale generalista, il Secondo Programma di intrattenimento leggero e il neonato Terzo Programma culturale. Grosso modo, il Programma Nazionale proseguiva la rete rossa, mentre il Secondo Programma era la continuazione della rete azzurra.

Dopo varie sperimentazioni, il 3 gennaio 1954 la RAI diede il via ai primi programmi televisivi, affiancando il servizio video a quello radiofonico.