Infuria la guerra dei media fra Ucraina, Russia ed Europa

Ormai da circa dodici giorni in Tv, Radio e nei media c’è, com’è ben comprensibile, un solo argomento all’ordine del giorno: la sanguinosa guerra scoppiata fra Ucraina e Russia dopo l’invasione da parte delle truppe di Putin del territorio ucraino. E in effetti la guerra, anche nel campo dei media, è totale.

Ne abbiamo parlato nei giorni scorsi in tema di Ebu e (soprattutto) Radio Echo di Mosca, ridotta di fatto quasi al silenzio, con la sola eccezione delle trasmissioni su Youtube. E mentre il Gr Rai decide coraggiosamente di andare in onda proprio da luoghi non lontani dal conflitto (anche ‘Radio anch’io’ nei giorni scorsi era stata trasmessa dal confine fra Polonia e Ucraina per documentare la situazione dei tanti profughi in fuga), il timore è che prima o poi anche molti inviati ‘sul campo di battaglia’ non riescano più a documentare quel che sta accadendo, cioè a raccontarci la guerra ‘in diretta’, cosa che almeno ci consente di renderci conto di quanto (di orribile) sta succedendo in Ucraina.

Durissime invece, in generale, le misure prese dalle autorità russe in tema di media, con il divieto (di fatto) di fare informazione anche per Radio e Tv straniere, situazione che ha portato alla discussa scelta di molte emittenti occidentali di far lasciare Mosca ai propri giornalisti o di sospenderne le corrispondenze. In Italia anche la Rai e Mediaset hanno fatto questo tipo di scelta e per conoscere qualcosa su quel che succede in Russia o sulle posizioni delle autorità di quel Paese restano la Tass, alcuni social e non molto di più.

C’è poi l’altra faccia della medaglia, ovvero il preannunciato oscuramento nell’Unione Europea del canale televisivo RT (Russia Today) e di Sputnik, media considerati ‘fonte di fake news’ orchestrate in modo più o meno diretto dal Cremlino. Verificando la situazione su Sky Italia, da alcuni giorni RT (in inglese) non è più in effetti ricevibile sulla sua consueta numerazione. Ma c’è di più: sono state ‘cancellate’ tutte le Tv russe in precedenza sintonizzabili su Sky, sempre alla numerazione ‘500’: fra queste, il primo canale della Tv di Stato e la ‘seconda rete’ russa Rtr Planeta. Un provvedimento radicale, dunque.

Ma un telespettatore avveduto può rimediare, risintonizzando gli ‘altri canali sat’ (fra Radio e Tv) presenti sulla piattaforma Sky, alla numerazione 9000 e seguenti. Qui è possibile di nuovo vedere i canali russi (la Russia è da molti anni un mercato decisamente importante per l’operatore satellitare Eutelsat), con l’eccezione però di RT in inglese (che è dunque stato ‘oscurato’ alla fonte), mentre attualmente è ancora possibile vedere ‘RT Documentary’ o la versione di RT in arabo.

Ma per chi voglia vedere davvero le cose ‘in diretta’ o avere tutti i punti di vista c’è di più: a queste numerazioni è presente anche 1+1 International, ovvero la versione internazionale di un ormai noto canale televisivo ucraino. Come si sa, le Tv ucraine (nonostante il bombardamento della ‘torre delle Tv’) qualcosa riescono ancora a trasmettere e lo fanno con un inedito sistema ‘a rotazione’, in cui i vari canali si alternano nella gestione di alcune ore di trasmissioni comuni. Una scelta d’emergenza ma, in una situazione di guerra, pienamente comprensibile.

In parallelo, Tivùsat ha inserito in questi giorni al numero 60 la versione russa di Euronews (accanto a quella italiana posizionata sul 59), nonché UA TV ed Ukraina 24 HD rispettivamente su lcn 74 e 76.

(A cura di Mauro Roffi, ha collaborato Nicola Franceschini)

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“Give Peace a Chance” in radio: aderiscono 150 reti pubbliche e diverse ‘private’

Circa 150 stazioni radio pubbliche europee hanno trasmesso simultaneamente alle 8.45 di venerdì 4 marzo, la canzone di John Lennon ‘Give Peace a Chance’, a sostegno della pace in Ucraina.

Lo ha annunciato l’European Broadcasting Union (EBU) – ripreso da alcune agenzie di stampa – precisando che il brano è stato ascoltato in più di 25 Paesi, inclusa l’Ucraina.

Anche diverse emittenti private europee si sono unite all’iniziativa.

“Gli orrori della guerra contro l’Ucraina sono ogni giorno più evidenti. Sono necessari la nostra solidarietà, la nostra umanità e il nostro sostegno”, ha affermato Patricia Schlesinger, direttrice della stazione radio regionale di Berlino RBB, che ha promosso il progetto.

Yurii Tabachenko, produttore esecutivo della radio ucraina Channel One, ha dichiarato: “È estremamente importante che oggi l’Europa sia unita attorno all’Ucraina”.

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Radio Maria Ucraina: “La nostra torre è stata bombardata”

C’è anche la versione ucraina di Radio Maria tra le emissioni bomabardate a Kiev, nel pomeriggio del 1° marzo, dalla Russia.

L’emittente religiosa è operativa nel Paese dal 1° giugno 2010 e da allora si è gradualmente espansa, tanto da raggiungere ben 9 regioni: Kyiv, Rivne, Vinnytsia, Zhytomyr, Kamianets-Podilskyi, Gorodok, Zaporizhia, Lviv, Khmelnytskyi.

Via internet, è raggiungibile all’indirizzo www.radiomaria.org.ua.

La versione italiana di Radio Maria, tramite i propri profili social, ha reso noto che la torre da cui trasmette a Kiev è stata bombardata, ma senza compromettere l’emissione che è rimasta operativa.

La dichiarazione è del direttore P. Aleksey.

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Guerra Russia-Ucraina: le novità sul fronte dei media e dell’Eurovision Song Contest

Anche il fronte mediatico della guerra in corso dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è sempre più incandescente e costantemente in evoluzione.

Nelle scorse ore la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha comunicato l’intenzione di mettere al bando sia la notissima Tv russa di informazione internazionale e multilingue RT (ex Russia Today; attualmente è ancora in onda in Italia, in particolare sul canale 536 di Sky) e Sputnik, media «di proprietà statale, che non potranno più diffondere le loro bugie per giustificare la guerra di Putin».

Sputnik – come da autopresentazione – “è una delle più grandi agenzie internazionali d’informazione e combina siti web multimediali in 33 lingue (italiano compreso; N.d.R.), trasmissioni analogiche e digitali in oltre 90 città in tutto il mondo”. Dispone di 24 centri redazionali, da Bishkek a Chisinau, da Pechino a Montevideo, in cui lavorano oltre mille persone di decine di nazionalità.

Sputnik fa parte del gruppo mediatico dell’agenzia russa di stampa internazionale Rossiya Segodnya ed è erede diretto della precedente agenzia internazionale russa RIA-Novosti e della Radio La Voce della Russia, ristrutturate nel 2013. E infatti Sputnik dispone anche di un servizio radiofonico che trasmette in decine di lingue in tutto il mondo.

Ma le novità forse più rilevanti in tema di conseguenze sui media del conflitto in corso riguardano l’Eurovision Song Contest che si svolgerà fra alcune settimane a Torino. La Russia, come noto, è stata esclusa dalla manifestazione e la decisione ora sembra proprio aver provocato l’addio (o magari ‘l’arrivederci’) delle Tv e Radio russe all’EBU, l’organismo europeo con sede a Ginevra che riunisce i principali media continentali (e non solo) e organizza appunto l’Eurovision Song Contest.

Ad autoescludersi dall’European Broadcast Union sarebbero state le stesse emittenti russe, ovvero Channel One (Pervyj Kanal), VGTRK (acronimo che sta per All-Russia State Television and Radio Broadcasting Company) e Radio Dom Ostankino (Russian Music Tv e Radio Center). L’annuncio è stato dato mediante una nota congiunta delle stesse emittenti, che lamentano “l’eccessiva politicizzazione dell’EBU”.

In un suo comunicato l’EBU conferma di essere “a conoscenza di notizie secondo cui la Russian Television and Radio Broadcasting Company (RTR), Channel One Russia e Radio House Ostankino si stanno ritirando dall’EBU. Tuttavia, al momento non abbiamo ricevuto alcuna conferma formale dai nostri membri”.

Tuttavia, “alla luce della crisi senza precedenti che si sta verificando in Ucraina, il nostro Comitato Esecutivo riteneva ancora che l’inclusione della partecipazione russa all’evento di quest’anno avrebbe indebolito i valori del Contest”.

Infine, “la nostra Unione si impegna a sostenere i valori dei media di servizio pubblico e, con l’escalation di questo conflitto, la nostra priorità deve essere garantire che tutti i cittadini continuino ad avere accesso a notizie e informazioni affidabili e indipendenti e che i giornalisti siano autorizzati a riferire liberamente e in sicurezza”.

Il sempre informatissimo sito eurofestivalnews.com aggiunge altri particolari:

“I membri ufficiali EBU sono ora scesi a 66 in 55 Paesi diversi. La fine della permanenza in EBU significa che i canali russi non potranno più avere accesso a un elevato numero di diritti televisivi per via Eurovisione. Ma non solo: senza l’appartenenza all’EBU di alcuna sua Tv, la Russia non potrà più partecipare all’Eurovision fino a quando le emittenti non rientreranno oppure fino a quando non sarà decisa l’affiliazione di una Tv diversa. L’EBU ha anche 31 membri associati che provengono da 20 Paesi diversi: da questa lista l’Australia partecipa all’Eurovision dal 2015, il Kazakistan allo Junior Eurovision dal 2018 e il Canada lo ha fatto all’Eurovision Young Dancers tra il 1987 e il 1989”.

Mauro Roffi
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“Le radio unite per la pace”

Le radio unite per la pace, con la programmazione simultanea di una canzone.

L’iniziativa parte da Don Maurizio Di Rienzo, direttore dell’Ufficio per la comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Gaeta, ma anche direttore dell’emittente comunitaria Radio Civita inBlu.

Ospite di “Match”, programma della tv locale ferrarese Telestense, il religioso ha lanciato l’idea di unire tutte le radio per l’Ucraina, vittima dell’invasione russa, per far sentire simbolicamente la propria voce e chiedere il “cessate il fuoco”.

Don Maurizio Di Rienzo ha reagito così all’altrettanto nobile iniziative proposta dal compositore e docente di Conservatorio Teo Ciavarella, che nella serata di mercoledì 23 febbraio ha organizzato a Bologna un “concerto per la pace”, che ha visto sullo stesso palcoscenico la cantante ucraina Aleksandra Syrkasheva e la pianista russa Oxana Tchijevskaia.

Un evento di forte richiamo e che ha messo in evidenza la vicinanza tra i due popoli, divisi solo dal mondo politico.

Il direttore di Radio Civita inBlu ha proposto anche la canzone: “Earth Song” di Michael Jackson, un pezzo che parla di ambiente, ma che sarebbe in linea con la tematica di un mondo migliore.

La puntata, che ha ospitato anche le testimonianze dei radiofonici Mauro Casciari di RDS 100% Grandi Successi e di Davide Lentini di Radio Monte Carlo, è disponibile cliccando QUI.

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