Tv locali in Lombardia: torna in onda Babayaga

C’è una bella sorpresa per tutti i telespettatori della Lombardia che amano le Tv a carattere musicale, non necessariamente legate alla vera e propria ‘radiovisione’ ma comunque con un riferimento o un’ispirazione (per così dire) radiofonica. Si tratta del ritorno in onda di Babayaga Tv, una Tv nata appunto di recente (a fine 2019) sulla base della precedente esperienza radiofonica di Trs Milano e poi sviluppatasi molto bene negli anni immediatamente successivi, puntando anche sulla tecnologia e sulla qualità delle immagini diffuse.

Forte era stato così il rimpianto quando alla fine Babayaga Tv non era riuscita a trovare posto in modo soddisfacente nell’ambito dello switch-off delle Tv locali lombarde nei mesi scorsi (seguito con grande attenzione da FM-world), uscendo dunque (per fortuna provvisoriamente) di scena.

Ma adesso, come da conto alla rovescia su Facebook da parte della stessa Babayaga, si riprende per l’appunto da capo, a quanto pare, e l’emittente è ricomparsa in onda da pochissimo sul digitale terrestre della Lombardia, alla numerazione 178 Lcn. Come conferma anche il sempre attento sito litaliaindigitale.it, la ripresa dei programmi Tv in Dtt è avvenuta sul nuovo mux locale 4 della Lombardia, magari in attesa di ulteriori sviluppi.

Il mux locale 4 opera in Lombardia dal luglio scorso (è stato attivato in ritardo rispetto agli altri tre) e trasmette sulla frequenza 31 UHF a cura della società Studio 1 Network (che si occupa anche del mux 3). La copertura è naturalmente solo di parte della regione, ma sono comprese zone molto significative, anche della stessa città di Milano.

Ma cosa era (e si spera appunto possa tornare ad essere) Babayaga Tv? Lo scrivevamo noi stessi di FM-world proprio a fine 2019, ricordando che si trattava di “un nuovo progetto multipiattaforma che mette insieme musica e intrattenimento, con un taglio rigorosamente ‘happy’, una Tv che è anche una Radio e che trasmetterà pure tramite app”.

In sostanza, “un unico canale musicale, con 7 conduttori che si alterneranno in diretta dalle 6 del mattino alle 23, proponendo contenuti ‘happy’ e solari sia negli interventi parlati che nei videoclip proposti”.

Vedremo adesso se il progetto potrà essere ripreso e con quali ambizioni.

Mauro Roffi
[email protected]

* Archivio News –> www.fm-world.it/news

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Nuovo Governo Meloni: ecco chi conta in tema di media

Con la nascita del nuovo Governo di Giorgia Meloni si sono finalmente dissolti diversi dubbi su alcune caselle (o dicasteri) che riguardano da vicino il campo dei media, della cultura e dello spettacolo.

Naturalmente le nuove nomine sono solo il primo fondamentale passo per ciò che riguarda questo settore, visto che occorrerà di seguito osservare da vicino anche chi andrà ad occupare le cariche di sottosegretario (o viceministro), con particolare riguardo all’Editoria, e poi capire bene la situazione nel fondamentale campo delle deleghe, ossia le attribuzioni di potere interne ai Ministeri. E ci sarà poi da seguire attentamente anche quanto accadrà in Parlamento in tema di Commissioni competenti in materia (a partire dalla Vigilanza Rai, ma non solo, naturalmente).

Ma vediamo allora a chi sono andate le due caselle fondamentali nel settore dei media. C’è in primo luogo il Ministero dello Sviluppo Economico (cui fanno capo da anni anche le Comunicazioni), che però d’ora in poi si chiamerà Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con un cambio di nome che non è solo formale, e allora bisognerà vedere se ci saranno modifiche anche in fatto di competenze (riguardo appunto alle Comunicazioni e allo specifico sottosegretario o viceministro).

In ogni caso il Ministero è andato a Adolfo Urso, politico noto ma non esattamente in questo campo, anche probabilmente ad evitare di attribuire la casella a Forza Italia, per via del possibile conflitto di interessi con Mediaset. E, salvo le eventuali variazioni di cui dicevamo, sarà sempre questo Ministero a seguire la politica generale in tema appunto di media, Radio e Tv.

Sorpresa finale invece alla Cultura, dove è sbucato con una forza travolgente nelle ultime ore il nome vincente di Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2 dalle notissime e anche ostentate simpatie per il Centro-Destra, quale successore del ministro Franceschini, annullando altre ipotesi (come quella di Giordano Bruno Guerri). Il Ministero ha grande importanza, si sa, in tema di Beni Culturali, editoria libraria, ma anche e soprattutto di cinema e produzione audiovisiva, settori in cui sono stati di recente messi in campo finanziamenti di non poco conto.

La nomina di Sangiuliano (che molti vedevano di prossimo approdo al Tg1, dove era già stato in anni precedenti quale vice) libera altresì una casella importante alla Rai e porterà naturalmente alla necessità di nominare un successore al Tg2, nomina che però potrebbe essere solo la prima di tutta una serie, considerando che appunto la direzione del Tg1 è più o meno sempre stata ‘di area governativa’. Ci sarà dunque una nuova sarabanda di nomine in Rai, a nuovo piano industriale (con altre nomine da poco varate) appena avviato, dopo tanta attesa?

Lo vedremo, ma bisogna anche considerare che la stessa designazione ad AD della Rai di Fuortes (giudicato peraltro da alcuni osservatori un po’ ‘opaco’ nel suo attuale ruolo) era molto legata alla presenza di Draghi a Palazzo Chigi. Di conseguenza, l’arrivo di Giorgia Meloni scompagina sicuramente la carte, anche perché l’attuale Cda – come si ricorderà – era nato con una strana (e, vista oggi, quasi ‘incredibile’) esclusione dai Consiglieri di personaggi riconducibili a Fratelli d’Italia. Qui il ruolo dell’ex Consigliere Giampaolo Rossi, esperto della Rai, viene giudicato determinante nei prossimi mesi.

Bisogna anche ricordare che i problemi attuali della Rai sono parecchi, a partire da una situazione economica certo non brillante, accentuata dai nuovi limiti più stringenti in tema di pubblicità che sono stati stabiliti della nuova ‘legge di sistema’ in tema di media varata giusto un anno fa (nell’incomprensibile indifferenza generale) dal Governo Draghi, anche quale recepimento di una Direttiva Europa. E neppure gli ascolti della Rai nelle ultime settimane sembrano così brillanti, ragion per cui il ritorno in onda di Fiorello diventa ‘quasi determinante’ per il futuro dell’azienda.

Ma soprattutto c’è sullo sfondo il fondamentale tema del canone. La Lega accarezza l’idea di abolirlo proprio ma, a parte un’idea così estrema, occorrerà stabilire presto che cosa succederà nel 2023, quando l’inserimento del canone stesso nella bolletta elettrica (già cara o carissima di suo) dovrebbe venire a cadere, anche qui ‘su ispirazione europea’. Qui appare importante anche il ruolo del nuovo Ministro dell’Economia (‘proprietario’ della Rai stessa) Giorgetti, che già si è occupato anche di media nel Governo Draghi quale titolare dello Sviluppo Economico.

Infine, a dicembre dovrebbero smettere di trasmettere gli ultimi canali televisivi in Mpeg-2, ‘lasciando a piedi’ chi si era ‘rifugiato’ sui canali 500 per continuare a vedere la tv senza adottare un televisore HD o dotarsi di specifico decoder. Di T2, invece, pur previsto a gennaio, non si parla più, come peraltro si prevedeva, a scanso di nuovi switch-off, con la necessità magari di adottare nuovi ‘bonus tv’.

Ma anche la Radio è ‘in partita’. Decisioni in tema di Dab non dovrebbero tardare e per questa tecnologia e per il settore radiofonico in generale si tratta di un argomento di decisiva importanza.

Mauro Roffi
[email protected]

* Archivio News –> www.fm-world.it/news

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Le prospettive della Radio e del mondo dell’audio secondo Confindustria Radio Tv

Lo scorso martedì 4 ottobre, nell’ambito del Prix Italia 2022 (come abbiamo puntualmente riferito su FM-world), si è svolto a Bari l’importante convegno ‘Sustainable Sound – From Radio to Public Service Audio’, nel corso del quale un bel panel di esperti si è confrontato sulle prospettive della Radio (e appunto del mondo dell’audio complessivamente inteso) al tempo di piattaforme digitali, algoritmi, comandi digitali e podcast. Il tutto in occasione della presentazione del volume, coordinato dall’Ufficio Studi della Rai, “Ecosistema Audio-suono. Dalla Radio all’Audio di servizio pubblico”, nell’ambito del quale l’Ufficio Studi di Confindustria Radio Tv ha curato l’analisi del Sistema Audio-Suono visto dall’Italia. Su questo libro, di indubbio interesse, torneremo presto.

Secondo quanto evidenziato nel corso dell’evento pugliese, comunque, la Radio rimane la fonte sonora più ascoltata (con oltre il 50% del tempo di ascolto), ma i nuovi formati disponibili hanno influenzato le modalità di ascolto. Lo smartphone è così il dispositivo più utilizzato in Italia per ascoltare i podcast (79%) e gli audiolibri (81%), e, secondo i dati dell’Osservatorio Smart & Connected Car del Polimi, circa il 40% del parco auto circolante è composto da automobili connesse. In uno scenario totalmente variegato e in trasformazione, è pertanto necessaria, secondo la citata associazione CRTV, una riflessione sulle sfide del futuro.

Durante il suo intervento a Bari, il presidente di Confindustria Radio Tv Franco Siddi ha evidenziato come: “Il sistema audio nei prossimi dieci anni sarà sempre più ibridato tra audio lineare, in diretta dal vivo, e digitale con contenuti specifici o on demand. Per fronteggiare questa rivoluzione è necessaria una strategia soft di accompagnamento intelligente che non lasci indietro i pubblici tradizionali, composti perlopiù da anziani, pur guadagnandone di nuovi, anche se, con un audio sempre più frammentato tra i giovani. Lo studio indica che il modo migliore per affrontare la sfida che si sta giocando sul campo dell’ascolto è essere sostenibili, sia dal punto di vista ecologico che economico”.

Siddi ha poi illustrato le citate sfide più importanti che ci aspettano: “Tra questi il DAB è sicuramente un passaggio ineludibile che deve vedere impegnate l’Italia e l’Europa, perché l’infrastruttura DAB è necessaria per ammodernare il nostro Paese ed assicurare una qualità di trasmissione audio ovunque. Finché questo processo non riguarderà tutti gli attori del sistema, non sarà possibile dire di fare Servizio Pubblico”.

Ma c’è un altro ‘fronte’ importante da considerare. È l’evoluzione delle misurazioni, che nello scenario della Radio ibrida, “devono evolversi man mano che il campo si allarga”.

L’ultima sfida individuata durante l’intervento è quella dell’interdipendenza del lavoro e della connessione continua, che portano alla necessità di mettere a punto nuove figure professionali trasversali che lavorino tra loro.

Infine una notizia di un certo rilievo: “Confindustria Radio Tv può annunciare che il suo Ufficio Studi ha impostato una piattaforma di monitoraggio del sistema audio allargato (inclusi i servizi di streaming e i contenuti on-demand come podcast e audiolibri). Tale database permetterà di elaborare dati ed analisi ad uso interno per gli associati CRTV e, periodicamente, dati pubblici sull’evoluzione del mercato”.

Mauro Roffi
[email protected]

* Archivio News –> www.fm-world.it/news

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

90 milioni per l’editoria, compresi i fondi per Radio e Tv

È un periodo molto agitato per l’emittenza radiotelevisiva, che, per cominciare con il ‘caso’ più clamoroso, ha visto l’emanazione nelle scorse settimane di una importante (e per certi versi inattesa) sentenza del Consiglio di Stato che ha parzialmente annullato gli effetti del regolamento sui contributi alle Tv locali commerciali per gli anni 2016 e 2017.

I criteri previsti dal regolamento a favore delle emittenti di maggiori dimensioni (le prime 100 collocate in graduatoria) sono stati cancellati, sia pure dopo diversi anni, e quindi la distribuzione dei fondi per quelle annualità è stata ‘rideterminata’ in questi giorni dal Ministero dello Sviluppo Economico, con la conseguente necessità di erogare somme ad alcune emittenti televisive e di (almeno in prospettiva) ottenere somme in restituzione da altre. A complicare il tutto il fatto che negli anni successivi il regolamento in questione è stato inserito in una legge, sottraendolo dunque alla competenza della magistratura amministrativa.

Passando a temi che riguardano più da vicino le emittenti radiofoniche, c’è da segnalare il recente decreto legge “aiuti ter”, che prevede un ulteriore credito di imposta per le imprese con potenza disponibile pari o superiore 4,5 kW (le emittenti sono in specifico coinvolte). Naturalmente il problema è quello del fortissimo ‘caro energia’, che colpisce in particolare le Radio italiane. Il nuovo credito di imposta è pari al 30 per cento delle spese sostenute per l’acquisto di energia elettrica che sarà effettivamente utilizzata nei mesi di ottobre e novembre 2022. Il provvedimento è giudicato, in generale, un primo passo positivo, anche se non risolutivo, di un problema purtroppo di dimensioni molto ampie.

Ma stavolta segnaliamo soprattutto il recentissimo DPCM dell’uscente Governo Draghi, che ripartisce le risorse del Fondo Straordinario per l’Editoria, pari (per ora) a 90 milioni di euro per l’anno 2022 (per il 2023 sono già previsti altri 140 milioni).

La ripartizione dei 90 milioni prevede l’assegnazione di 15 milioni per un ‘bonus edicole’ (sembra meritoria l’assegnazione di fondi a un comparto commerciale da anni in forte difficoltà), 28 ai giornali in relazione al numero di copie vendute nel 2021, 12 per l’assunzione di giovani giornalisti e professionisti con competenze digitali e per la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti giornalistici co.co.co (e anche qui non si può non si può non vedere di buon occhio l’intento di stabilizzare il più possibile il comparto giornalistico, da molti anni alle prese con un forte ‘precariato’).

35 milioni sono assegnati invece quale contributo per gli investimenti in tecnologie innovative effettuati dalle Tv nazionali e locali, dalle emittenti radiofoniche e dalle imprese editoriali di quotidiani e periodici, comprese le agenzie di stampa.

“Ho lavorato molto durante tutto il mio mandato per garantire pieno supporto ad un comparto strategico, essenziale per il pluralismo dell’informazione e per la nostra democrazia e il Fondo potrà contribuire in maniera decisiva all’obiettivo ultimo che è quello di avere un comparto sano, solido, più moderno e pronto a raccogliere ed affrontare le sfide del futuro” – ha detto Giuseppe Moles.

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha invece messo l’accento sui provvedimenti a favore dei giornalisti, definendoli “un passo avanti per contrastare il precariato nell’editoria e per destinare l’assegnazione di risorse pubbliche a chi genera lavoro di qualità, più stabile e retribuito meglio in un settore fondamentale per la vita democratica del Paese come l’informazione”.

Mauro Roffi
[email protected]

* Archivio News –> www.fm-world.it/news

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Radio Kiss Kiss: “I Mattinieri” anche in tv

Riparte lunedì 29 agosto l’abituale palinsesto di Radio Kiss Kiss.

Tra tante conferme, c’è una novità che riguarda il canale tv.

Da quest’anno, anche “I Mattinieri” – condotto da Max Poli e La Leti – sarà in onda sul canale 158 del digitale terrestre.

Il programma, in palinsesto dalle 5.00 alle 7.00 del mattino, incrementa ulteriormente l’offerta visual di Radio Kiss Kiss Tv.

L’emittente è visibile anche sul 727 di Sky e sul 64 di tivusat.

Intanto, per quanto concerne il palinsesto, ricordiamo che dopo “I Mattinieri” tornerà il “Pippo Pelo Show” con Pippo Pelo e Adriana dalle 7.00 alle 9.00.

A seguire, “Good morning Kiss Kiss” con Max Giannini e Max Vitale (9.00-12.00), mentre l’ora meridiana conferma la presenza di Alfio con “Mi piace”.

Dalle 14.00 alle 16.00 è la volta di “Dedikiss” con Marco e Raf, mentre dalle 16.00 alle 18.00 tornano Paolo e Ciro ne “I Corrieri di Kiss Kiss”.

Rita Manzo conferma il suo “Portami a casa Kiss Kiss” dalle 18.00 alle 21.00, mentre fino a mezzanotte lo spazio è appannaggio di Stefano Piccirillo in “Io, tu e Kiss Kiss”.

* Archivio News –> www.fm-world.it/news

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Tv locali: iniziate le operazioni di fusione fra il gruppo Sciscione e Netweek

Poco prima di Ferragosto è stata resa nota una novità di indubbio rilievo nel campo della Tv, in specifico delle Tv locali. Si tratta dell’annuncio della prossima fusione fra alcune attività editoriali e televisive del noto gruppo Sciscione, da anni in grande espansione fra emittenti nazionali e locali, e il gruppo (quotato) Netweek, cui fanno capo tutta una serie di testate locali a stampa e on line e che da alcuni mesi a questa parte (con la seconda fase della Tv digitale in Italia) ha iniziato un’estensione delle operazioni proprio al campo delle Tv locali (d’informazione); in particolare l’attività in questo campo è cominciata, già da qualche mese, a partire dalla Lombardia (Primanews).

Dopo una prima versione del progetto di fusione resa nota nella scorsa primavera, ora è il momento di andare avanti più concretamente con una ‘revisione’ che sembra incentrare l’operazione (almeno per ora) appunto sul campo delle Tv locali, mentre nel comunicato stampa relativo non si cita più la rete nazionale (di televendite) più illustre del gruppo Sciscione, la ex HSE, che è appena stata ribattezzata (dopo il periodo in cui ha trasmesso come GM24, marchio che comunque resta in onda sulla Lcn 63) 37, semplicemente sulla base del numero Lcn utilizzato. Nel comunicato stesso si parla poi di ‘fusione fra Netweek e alcune Tv locali di Media Group (la società degli Sciscione per l’emittenza locale)’, lasciando aperto qualche interrogativo su chi resterà fuori dal progetto (magari le Tv locali ‘storiche’ del gruppo Sciscione, quelle del Lazio?). In ogni caso la maggioranza assoluta del gruppo costituendo sarà appunto degli Sciscione.

Riportiamo comunque i termini del progetto, dal comunicato di cui sopra:

“Netweek S.p.A, quotata al mercato MTA, rende noto che i consigli di amministrazione di Netweek S.p.A. e Media Group S.r.l., atteso il superamento solo in parte di talune condizioni sospensive di cui alla precedente delibera del 27 aprile u.s., si sono riuniti… per approvare il progetto di integrazione editoriale tra le attività del Gruppo Netweek e alcune emittenti televisive locali del Gruppo Sciscione. In tale prospettiva i rispettivi organi deliberativi hanno approvato… il progetto di fusione per incorporazione in Netweek S.p.A. della società Media Group S.r.l. titolare di 13 licenze televisive in tecnologia DTV”.

Ci si dilunga poi su alcuni aspetti finanziari e borsistici dell’operazione, precisando che “in forza delle risultanze valutative emerse con la fairness opinion redatta da Deloitte & Touche, all’esito dell’operazione di fusione gli attuali azionisti di Netweek (fra questi la famiglia Farina, storicamente attiva nel settore editoriale e tipografico; N.d.R.) vedranno diluita la propria quota di partecipazione al 32,8%, di cui circa il 22% farà capo all’attuale socio di riferimento D.Holding; al contempo, i soci di Media Group S.r.l. acquisiranno complessivamente una partecipazione pari al 67,2% del capitale della Società”.

La fusione in questione, comunque, “si inserisce nell’ambito di un più ampio progetto di integrazione editoriale tra le attività industriali della Famiglia Sciscione – da un lato – ed il circuito dei media locali del gruppo Netweek – dall’altro – all’esito del quale Netweek S.p.A. si proporrà al mercato italiano quale operatore leader nella comunicazione locale attraverso un’offerta multicanale che potrà contare sulla forza di un network di oltre 50 periodici di informazione, 45 portali online e 17 LCN in tecnologia digitale terrestre in onda presso 11 regioni italiane”.

Insomma, ci saranno altri sviluppi successivi.

Non mancano le dichiarazioni ‘di rito’.

“Netweek, grazie a questa operazione amplierà le proprie competenze in ambito televisivo favorendo una penetrazione nel mercato pubblicitario locale ancora più capillare attraversando con i propri media 11 regioni Italiane. Una leadership unica nella comunicazione locale che poggerà sulla comprovata capacità editoriale dei suoi oltre 120 strumenti di informazione, cui si affiancherà una rete commerciale proprietaria in grado di offrire un servizio di comunicazione a 360° alla PMI italiana” – ha commentato Alessio Laurenzano Presidente e Amministratore Delegato di Netweek.

“Siamo entusiasti di dar vita ad un progetto che consentirà alla nuova Netweek di estendere la propria leadership nella local communication attraverso una value proposition che integrerà media televisivi, cartacei e digitali” – hanno invece dichiarato Marco e Giovanni Sciscione, rispettivamente C.E.O. e Presidente del Gruppo Sciscione.

La fusione sarà realizzata tecnicamente mediante incorporazione della società Media Group S.r.l. (società incorporanda) in Netweek S.p.A. (società incorporante) e conseguente aumento di capitale di Netweek S.p.A. a servizio del rapporto di cambio riservato ai soci di Media Group S.r.l.

L’operazione, infine, “è in ogni caso subordinata all’avveramento di talune condizioni sospensive indicate nel progetto di fusione, … che qualora soddisfatte porteranno al completamento del progetto nel secondo semestre 2022”.

Mauro Roffi
[email protected]

* Archivio News –> www.fm-world.it/news

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]