Trasmettere da casa: una soluzione che potrebbe cambiare la radiofonia del futuro?
L’emergenza coronavirus e l’invito a rimanere a casa propria sta condizionando le modalità di trasmissione di diverse emittenti.
In queste ore, sono numerosi i conduttori ed i giornalisti che si stanno organizzando – col dovuto supporto tecnico – per poter svolgere la propria regolarità attività, senza spostarsi dalle quattro mura.
Al di là della gravità del momento, il risultato per l’ascoltatore è pressochè analogo. La radio, di fatto, non necessita più di uno studio fisico per far arrivare la propria voce ed il contenuto finale – alla qualità di sempre – per chi la segue.
Che cosa potrebbe comportare in futuro per il mezzo, anche in situazioni di ritrovata “normalità”? Gli studi serviranno per una questione più “estetica” che funzionale?
L’emergenza attuale sta facendo ripensare il concetto tradizionale di radio e di una sua sede stabile? O per comunicare “l’ambiente” da cui si parla è necessario esserci fisicamente?