Roberto Sergio: “Rai partecipa alla creazione di una nuova piattaforma di rilevazione degli ascolti”

Riceviamo e pubblichiamo la seguente comunicazione, in merito alla rilevazione degli ascolti radiofonici da parte della Rai.

“Ci siamo incontrati con gli altri editori e stiamo lavorando per approdare tutti in un Jic (Joint Industry Committee), a partire dal 2025. E Rai ne farà parte”.

Lo ha dichiarato l’Ad Roberto Sergio in un’intervista uscita oggi sul Sole 24 Ore.

Nessun rientro nell’attuale Ter, quindi, ma partecipazione alla creazione di una nuova piattaforma di rilevazione degli ascolti moderna e adeguata ai tempi, come richiesto peraltro da AgCom e con l’importante coinvolgimento di Upa.

(Comunicato stampa)

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TER – Tavolo Editori Radio: dati in uscita alle 15.30

Tavolo Editori Radio ha reso noto quando saranno pubblicati i nuovi dati.

Questo il comunicato rilasciato.

“TER informa che i dati relativi al secondo semestre e all’anno intero 2023 dell’indagine principale Radio TER 2023 saranno rilasciati a partire dalle ore 15.30”.

La pubblicazione avverrà dunque questo venerdì 12 gennaio sul sito tavoloeditoriradio.it.

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La questione autopromozione durante le indagini di ascolto, opinioni a confronto nel gruppo Facebook “Talkmedia”

Si è discusso molto, sul gruppo Facebook Talkmedia e in generale nel mondo della Radio, sulle autopromozioni delle emittenti durante le indagini sugli ascolti.

Pratica che consiste nell’invitare gli ascoltatori a rispondere a eventuali chiamate di sconosciuti (“potrebbe essere l’indagine di ascolto“) e a dare indicazioni su come rispondere. Una cosa vietata in Francia ma che la maggioranza dei lettori reputa lecita e che viene invece ritenuta pericolosa dai ricercatori di AST.

Sul gruppo Talkmedia le opinioni variano in modo estremo, passando da chi ritiene la pratica assolutamente lecita, chi la ritiene probabilmente ininfluente, chi la considera lesiva dell’immagine dell’emittente stessa e chi afferma che effettivamente ha il potere di modificare i risultati delle indagini di ascolto rendendole di fatto forvianti.

Nulla di male

Cominciamo da luglio, quando in risposta a numerosi articoli apparsi sulla stampa specializzata, un utente ha affermato di non vedere nulla di male se le emittenti inviano a rispondere ai questionari TER indicando la stessa radio come radio ascoltata

L’utente ha fatto notare come da anni, in concomitanza con le rilevazioni di ascolto, molte emittenti realizzino massicce e costose campagne pubblicitarie su vari mezzi (tv, manifesti, ecc.) senza che ciò abbia mai creato scandalo. Per cui, a suo avviso, anche invitare alla risposta durante le trasmissioni dovrebbe essere considerato un normale tentativo promozionale, non un illecito.

Tra i coloro che hanno commentato, molti hanno criticato il “pianto greco” di certe emittenti che invitano spudoratamente al voto.

TER dovrebbe ringraziare

Successivamente, in un post differente, un utente ha sostenuto che le radio hanno tutto il diritto di invitare gli ascoltatori a rispondere al telefono per le indagini d’ascolto, visto che pagano questo servizio circa 700 euro a provincia. Ha aggiunto che TER dovrebbe ringraziare le radio per questo, considerando che aiuta a capire realmente quanto il mezzo radiofonico venga ascoltato e apprezzato.

Nei commenti, un altro utente ha chiesto se chi non paga per il servizio non viene incluso nella ricerca, ottenendo la conferma che ovviamente solo chi paga viene rilevato.

C’è chi ha ammesso che il concetto di invitare gli ascoltatori a rispondere può avere senso, ma è diventata un’abitudine artisticamente indigesta soprattutto tra le radio nazionali e superstation, al punto di definirla “Un po’ na cafonata“.

È stato poi linkata nel gruppo un’intervista a Renato Mannheimer (questa), che sosteneva la probabile irrilevanza della pratica a fini statistici.  La sua opinione sarà però contraddetta da un’osservazione apparsa in una successiva intervista, come vedremo.

Un altro iscritto ha affermato con decisione che le radio hanno pieno diritto di autopromuoversi in un Paese democratico, con un altro utente d’accordo con lui e questo nonostante nei commenti venisse fatto notare che la pratica è sanzionata in Francia in quanto ritenuta turbativa di mercato.

Infine, un utente ha ricordato che già 30 anni fa c’erano dubbi sul meccanismo delle indagini d’ascolto radiofoniche.

Più di 60 anni? Troppo anziano

Un lettore ha poi segnalato una situazione ritenuta inaccettabile: volendo rispondere alla chiamata TER indicando la sua emittente preferita, gli è stato impedito di farlo  in quanto in una fascia di età non compatibile. Un utente ha dato una spiegazione chiara e a nostro parere plausibile, che riportiamo testualmente: “È normalissimo che l’ascoltatore sessantenne sia stato rimbalzato: evidentemente il campione dei sessantenni, per quell’area geografica, in quella wave, era già stato raggiunto. Non è un’elezione a suffragio universale. È un’indagine a campione.”

Sarebbe probabilmente opportuno che – se questo è il caso – la cosa venga spiegata al mancato intervistando, in modo da non lasciarlo deluso (magari pensando anche che gli sia stato dato dell’anziano).


Risposta analitica

Siamo a Ottobre e arriva su Newslinet una spiegazione analitica, a cura di una professionista del settore che opera presso la ASTAT di Bolzano.

Nell’intervista è presente una dimostrazione numerica del fatto che l’autopromozione inficia il risultato delle indagini di ascolto.

Questo ente, che effettua una ricerca puntuale sul territorio della Provincia autonoma di Bolzano, affianca al metodo CATI il CAWI e nell’articolo, oltre ad affermare che CATI è intrinsecamente inaffidabile, fornisce la dimostrazione, affermando implicitamente che in determinati casi questa pratica può far quasi raddoppiare il risultato della rilevazione di una emittente.

FM-World: Dashboard monitoring emittente

Pochi in questo caso i commenti: probabilmente davanti a prove numeriche (e definizioni ostili quali “‘l’errore standard di una misura è definito come la stima della deviazione standard di uno stimatore“) solo un lettore affezionato e particolarmente “opinionato” ha ritenuto di intervenire, affermando che ASTAT ha “tirato fuori una discreta mina su quanto accaduto negli ultimi anni riguardo alle indagini d’ascolto” e concludendo in modo tranchant che  “Per me (il sistema ideale è)  Cati+Cawi e Diari, chi vuole il Meter se lo paghi e continui a non confrontarsi col mercato”, non mancando di concludere che “L’Italia è sempre stata in ritardo e da 20 anni si è chiusa in una sterile autarchia culturale“. (M.H.B. per FM-World)

Ascolti radiofonici: Mucciante (Rai) replica a Silvestri (Ter)

A distanza di 24 ore dalle dichiarazioni del presidente Federico Silvestri (Tavolo Editori Radio), in merito alle novità che riguarderanno l’indagine TER, arriva la replica di Flavio Mucciante, vicedirettore della Direzione Radio della Rai. Questo il comunicato.

Chi ha paura del meter nelle rilevazioni radiofoniche in Italia? Perché non si vuole costituire una nuova Audiradio? Chi trae vantaggio dagli attuali equilibri di mercato? Ha senso riproporre lo sbiadito remake di una governance che in questi anni ha mostrato totale inadeguatezza, costretta ad un cambio di passo solo da una delibera dell’AgCom?

Sono alcuni degli interrogativi, lanciati da Flavio Mucciante, vicedirettore della Direzione Radio della Rai e responsabile del Centro di via Asiago, che bolla come “surreali” alcune delle dichiarazioni, rilasciate ieri dal presidente del Tavolo Editori Radio Federico Silvestri. “Sono anni che denunciamo l’inadeguatezza dell’indagine telefonica” – incalza Mucciante.

E oggi, “nonostante la durissima presa di posizione dell’AgCom – apprendiamo che anche nel 2024 non avremo dati affidabili. Del resto – aggiunge Mucciante – il presidente Silvestri, anche nella sua ultima dichiarazione, rilancia come un sorprendente risultato i 3 milioni di ascoltatori in più, registrati in solo semestre, quando tutti sanno che quel dato è stato drogato da martellanti campagne di autopromozione e da un questionario obsoleto”. E poi – si chiede il vicedirettore di Radio Rai – come fa Silvestri a dire che Ter rappresenta la quasi totalità delle componenti pubbliche della radiofonia italiana? Chi ha interesse a tenere fuori la Rai? “Chi sceglie di investire su una rete del Servizio pubblico lo fa per un preciso posizionamento culturale e sociale. La sola presenza della Rai al tavolo è garanzia di affidabilità”.

“È di tutta evidenza che, in questo scenario, non possiamo prendere in esame una riedizione di Ter – dice Mucciante – ma saremmo pronti ad entrare subito in una nuova società per una nuova indagine, che abbia tutti gli elementi indicati da AgCom”. Una ricerca “integrata con altri strumenti, anche di rilevazione passiva, come il meter. E non solo, come propongono alcuni, con l’ascolto digitale, che rappresenta ancora una percentuale troppo esigua rispetto al totale”. Radio Rai non può stare sul mercato senza ascolti- sostengono alcuni. Ma un’indagine seria -secondo Mucciante – “non può prescindere dalla presenza delle reti del Servizio Pubblico”.

Cosa augurarci, allora, in questo scenario, per il futuro della radio in Italia? Mucciante non ha dubbi: “che la presidenza di Ter con un atto di responsabilità, che finora non c’è stato, prenda atto della bocciatura di AgCom, del fallimento delle scelte di questi ultimi anni, facendo un passo indietro, che consenta l’avvio di una fase nuova : una nuova società con editori, investitori e pubblicitari e una nuova Audiradio, alla quale Rai ha già manifestato la sua convinta adesione”.

(Ufficio Stampa Rai)

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Indagini radiofoniche: TER apre alle indicazioni e prescrizioni di AGCOM

Tavolo Editori Radio ha diramato un comunicato stampa, dove anticipa novità che riguarderanno l’indagine radiofonica.

In relazione alle notizie diffuse da alcuni organi di informazione ed al contenuto della già nota Delibera AGCOM n. 202/23/CONS (Misure e raccomandazioni nei confronti della società Tavolo Editori Radio S.r.l. in materia di rilevazione degli indici di ascolto radiofonici, di seguito, la Delibera) Tavolo Editori Radio S.r.l. intende precisare e comunicare quanto segue.

TER è partecipata dalla quasi totalità delle componenti produttive pubbliche e private, nazionali e locali della radiofonia italiana. Tra gli scopi statutari, il principale è quello di curare la rilevazione degli ascolti radiofonici in Italia. Conseguentemente, TER, realizza l’indagine avvalendosi di primari istituti di ricerca: GfK Italia Spa e Ipsos Srl (quanto all’indagine principale) e Doxa Spa (quanto all’indagine parallela). L’Indagine è inoltre soggetta a controllo da parte di un soggetto terzo, PWC Advisory Spa, tra i principali player a livello mondiale. Le attività di ricerca avvengono nel pieno rispetto, da parte dei soggetti realizzatori, delle regole indicate dall’Autorità che, a tal fine, è stata costantemente informata – nel corso degli anni – dell’assetto partecipativo, del sistema di governance adottato e dei criteri metodologici della ricerca.

L’indagine, dunque, fin dalla nascita di TER, è sempre stata eseguita in osservanza dei criteri di correttezza metodologica, trasparenza, verificabilità, inclusività e soggetta a certificazione da parte di soggetti indipendenti. TER è quindi l’unico soggetto dotato della massima rappresentatività dell’intero settore di riferimento e nel tempo ha costantemente mantenuto una condotta improntata al pieno rispetto dei criteri indicati. AGCOM del resto – dotata ex lege di specifici compiti di vigilanza, controllo e garanzia – non ha mai sollevato censure relativamente all’Indagine in sé o rilevato eventuali situazioni di mancanza di correttezza, trasparenza, verificabilità e certificazione dell’Indagine e dei relativi dati.

Quale ulteriore conferma della piena validità, utilità e pregio dell’attività nella sua formulazione, struttura e metodologia attuali, l’Indagine di TER è stata iscritta al SISTAN – Sistema Statistico Nazionale – con DPCM 15 maggio 2023 pubblicato in Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n.153 del 03-07-2023. Inoltre, le iniziative giudiziarie finalizzate all’inibizione della pubblicazione dei dati dell’Indagine nella loro complessità e/o dei dati di alcuni singoli editori, sono state integralmente rigettate da parte della competente autorità giudiziaria. TER ritiene quindi opportuno sottolineare come – allo stato e sino all’individuazione condivisa di una evoluzione – l’Indagine RadioTER sia l’unico riferimento di misurazione della radiofonia italiana.

“E’ però importante evidenziare come lo spirito che muove l’attività di TER sia improntato al futuro ed alla continua ricerca di quelle evoluzioni che potranno accompagnare la Radio ad offrire la maggior profondità di analisi al mercato ed a tutti gli stakeholder” ha dichiarato il Presidente di TER Federico Silvestri “ed è questo quello che abbiamo anticipato all’Autorità, confermando la nostra volontà e disponibilità ad adeguarci alle indicazioni e prescrizioni di AGCOM relativamente alla necessità della tempestiva adozione del modello e della struttura del JIC e a recepire le indicazioni relative alla
evoluzione metodologica dell’indagine.”

“TER ha già da tempo aperto un canale di comunicazione con le componenti del mercato – UPA e UNA – invitandole formalmente all’apertura di un tavolo di discussione finalizzato alla costituzione di un JIC e all’individuazione congiunta dell’evoluzione della metodologia di rilevazione” ha proseguito Silvestri “UPA e UNA hanno prontamente e positivamente aderito all’invito ed è già stato dato il via a una fitta serie di incontri, in uno spirito costruttivo ed in una comunanza di obiettivi, per la definizione di una road map utile a favorire un ideale passaggio di testimone tra le due currency. Il nostro obiettivo è costituire il JIC nel corso del 2024 per dare vita alla nuova indagine nel 2025”.

“Mentre lavoriamo, tenendo anche presente che tra poco apriremo la campagna di adesione all’indagine RadioTer 2024, la cosa più bella ed importante è lo stato di salute che sta dimostrando la Radiofonia; rispetto al primo semestre 2022, gli ascoltatori sono aumentati di quasi 3 milioni, con un +8,8% nel giorno medio e un +17,7% nel quarto d’ora medio” ha concluso Silvestri “un trend positivo che, associato all’aumento dei fatturati pubblicitari, evidenzia la capacità del mezzo di calamitare gli ascolti e attrarre gli investimenti”.

TER–Tavolo Editori Radio srl è un MOC (Media Owners Committee) costituito nel 2016 tra le componenti editoriali del settore radiofonico locale e nazionale italiano per svolgere attività di rilevazione, con finalità statistica, dell’ascolto del mezzo radio e delle emittenti radiofoniche in tutte le loro caratteristiche tecnologiche e territoriali, su tutte le piattaforme trasmissive e con criteri universalistici di campionamento.

(Comunicato stampa)

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Rai non ha più rappresentanti in cda e nel comitato tecnico di Ter

Rai Radio ribadisce la sua uscita da TER. Lo riporta il seguente comunicato.

In riferimento a quanto riportato da alcuni organi di stampa su una possibile conciliazione tra la Rai e Ter (Tavolo editori radio), l’azienda comunica: “Rai non ha più rappresentanti in cda e nel comitato tecnico di Ter. Non partecipa più alle sedute del cda e alle assemblee. Intende uscire dalla compagine societaria e non iscriverà le sue emittenti radiofoniche per il 2024. Stesso discorso per Player editori radio. Ogni ostacolo posto in essere dalla presidenza Ter verso Rai alimenta sempre più l’impossibilità di un dialogo sul tema della rilevazioni d’ascolto della radiofonia. Nessuna riconciliazione attraverso Ter sarà possibile”.

(Comunicato stampa)

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