Razionalizzare l’FM prima della sua ‘fine’: la proposta di un tecnico AF

Maurizio Giovanelli è un tecnico di alta frequenza di comprovata esperienza che oggi lavora per il gruppo RadioMediaset.

A FM-world ha indirizzato una mail dove sostiene l’importanza che ricopre tuttora la modulazione di frequenza, che andrebbe però razionalizzata.

Il perchè, ce lo spiega in questa riflessione.

“L’elefante nel salotto”

Sono passati 45 anni da quando alcuni hanno iniziato a fare radio FM, (magari come me con un trasmettitore autocostruito da 100 milliwatt). Da gioco di ragazzi a impresa il passo è stato breve, con una progressiva diversificazione (Radio Locali, Ultraregionali e Radio Nazionali) ognuna con interessi contrapposti sia a livello commerciale che a livello tecnico (basti solo pensare al fatto che le Radio Ultraregionali possono pescare sia nel bacino della pubblicità locale che di quella nazionale e fare facile concorrenza alle altre).

Ma credo che, a maggior ragione ora, il Covid ci imponga urgentemente di riflettere su un aspetto: la FM è un mezzo trasmissivo e ora più che mai è come un elefante in un salotto che troppi sembrano non vedere!

La disponibilità di altri sistemi emergenti (streaming via internet, Web Radio, DAB, Canali televisivi delle radio) e i costi non più trascurabili delle strutture FM in periodi di contrazione del mercato pubblicitario rischiano di fare morire prematuramente la FM.

Alcuni si chiedono quanti anni di vita avrà ancora la FM prima del suo “pensionamento”. Io credo invece che sia essenziale che la FM arrivi IN SALUTE a quel momento e che non muoia prematuramente per la evidente insostenibilità dei suoi costi (affitti, apparati, manutenzione e corrente elettrica) paragonata a quella infinitamente minore degli altri mezzi.

Per arrivare in salute al suo naturale pensionamento la FM deve affrancarsi dal proprio peccato originale: ogni impianto FM è nato negli anni 70/80 come “impianto locale”, al di fuori della logica dei network nazionali (che non esistevano ancora) e rispondendo alla funzionalità della raccolta della pubblicità locale (al gommista o al salumiere di Ferrara non serve la pubblicità su Parma).

Questa cozza con l’interesse di tutti gli editori nazionali (che non gestiscono gli splittaggi pubblicitari). Continuare a fare copertura (spesso non soddisfacente) con un elevato numero di impianti ognuno dei quali con aree di servizio limitate dalle interferenze di terzi non è né molto intelligente né, praticamente già ora, sostenibile.

Ci sono esempi di come Rai con 4 impianti copra una intera regione, nelle aree densamente popolate, mentre i Network faticano ad avere la stessa qualità con 20 impianti. Per arrivare ad una assenza di interferenze come quella di RAI bisogna razionalizzare gli impianti ma, ogni volta che si affronta questo tema, prevale lo scetticismo e quasi tutti lo ritengono un obiettivo irraggiungibile.

Io dico che invece non ci abbiamo investito abbastanza energie e che non possiamo limitarci a fare bene il nostro lavoro per l’oggi; dobbiamo pensare al domani. Se non lo faremo a breve saremo noi stessi la causa di un pensionamento precoce della FM come mezzo trasmissivo.

Non se lo possono permettere né gli editori nè i tecnici.

Maurizio Giovannelli
Alta Frequenza RadioMediaset – Emilia Romagna, Toscana e Marche

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