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BBC Sounds: rinviato il blocco degli streaming dell’app per l’estero

La BBC ha annunciato il rinvio della chiusura dell’app BBC Sounds per il pubblico residente al di fuori del Regno Unito.

La decisione giunge dopo che l’emittente aveva inizialmente stabilito che, fuori dai confini britannici, sarebbe stato possibile accedere solo a Radio4 e al World Service tramite una nuova sezione audio disponibile su BBC.com.

In una nota ufficiale, la BBC ha fatto sapere di essere al lavoro su un piano volto a garantire la disponibilità di altre stazioni radiofoniche ai propri ascoltatori internazionali. L’emittente ha inoltre chiarito che l’app non verrà disattivata fino a quando tali piani non saranno definiti e confermati.

Il cambiamento aveva sollevato interrogativi, in particolare in Irlanda, dove gli utenti rischierebbero di non poter più accedere online a BBC Radio Ulster e Radio Foyle.

La BBC ha spiegato che BBC Studios ha recentemente lanciato un nuovo servizio audio internazionale, accessibile sia tramite BBC.com sia attraverso l’app BBC. Questo sviluppo fa parte di una strategia più ampia che prevede la chiusura definitiva di BBC Sounds per gli utenti internazionali entro la fine dell’anno.

Parallelamente, l’ente radiotelevisivo ha assicurato di essere impegnato nell’individuare modalità per mantenere l’accesso ad altre stazioni, comprese quelle musicali come Radio1, Radio2, Radio3, 6Music, 1Xtra e l’Asian Network, nonché le emittenti locali e regionali del Regno Unito.

L’azienda ha inoltre specificato che darà priorità ai Paesi dove la domanda per i servizi audio della BBC risulta più elevata.

Sulla questione è intervenuto anche l’ex ministro del governo irlandese Charlie Flanagan, che in un post su X ha definito il rinvio “una buona notizia”.

Flanagan ha sottolineato come decine di migliaia di persone in tutta l’isola d’Irlanda utilizzino quotidianamente BBC Sounds e ha aggiunto che il mantenimento dello status quo sarebbe positivo per le relazioni tra Regno Unito e Irlanda.

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]

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Il meglio di Talkmedia, fine novembre 2023: vinili in onda, radio vs streaming e… Gigio D’Ambrosio

Come ogni 15 giorni, riassumiamo in questo articolo alcuni dei post di maggior interesse (in base al numero di commenti) apparsi nella seconda metà di novembre sul gruppo Facebook Talkmedia.

Gli argomenti e il riassunto sono stati selezionati ed elaborati da PeperoniAI Claude di Anthropic, con fact checking (e qualche considerazione)  a cura di M.H.B, detto in queste occasioni “badante della IA

Vinile

Iniziamo con un’interessante domanda posta da Giuseppe Fiorellini il 23 novembre:

Un lettore ha suggerito “Vinyl Sound Radio”, un emittente web che trasmette solo vinili: https://www.vinylsoundradio.com.

Un altro lettore ha menzionato la disponibilità di alcune radio vintage che trasmettono su onde medie, consigliando per ascolto apparecchi radiofonici quali  i modelli Sangean ATS909X2 e Tecsun 380.

Immediata la risposta: molti ricevitori moderni utilizzano la tecnologia DAB+ e non supportano più le vecchie frequenze AM, rendendo l’ascolto di queste emittenti vintage pressoché’ impossibile.

C’è poi stata una menzione a Radio 2Day di Monaco di Baviera (https://radio2day.de) e nuovamente  a Vinyl Sound Radio (https://www.vinylsoundradio.com), che a detta di alcuni è stata tra le prime emittenti a puntare sui vinili.

Infine è stata citata EuroparadioJazz, dove tutti i brani in onda sono stati meticolosamente trasformati in files .wav da parte dello stesso editore che aveva fondato la radio Jazz di Milano, Europaradio FM 88.3. Lavoro di anni, effettuato proprio a partire da vinili o dalle registrazioni analogiche di sessioni live che avevano luogo negli studi della radio stessa in via Tortona a Milano.

La radio per promuovere musica

Un utente fedelissimo di Talkmedia ha posto la seguente domanda: “ha ancora senso rivolgersi alla radio per promuovere musica?”, citando Marco Stanzani che a sua volta partiva da una dichiarazione di Linus.

La discussione che ne è nata si è incentrata principalmente sul ruolo della radio nella promozione musicale e su come questo sia cambiato negli ultimi 20 anni con l’avvento di internet e dello streaming.

È stato fatto notare come oggi sia molto più difficile per gli artisti emergenti e indipendenti avere spazio sulle radio nazionali, a differenza di 20 anni fa quando anche progetti partiti dal basso potevano ambire a divenire una hit radiofonica di successo.

Un utente porta l’esempio dei Lùnapop, che con la loro hit “50 Special” conquistarono nel 1999 le classifiche grazie al traino radiofonico. Oggi una strategia simile sarebbe impensabile, secondo alcuni proprio per una precisa scelta delle radio di puntare più sull’intrattenimento che sulla promozione musicale.

C’è chi evidenzia poi il circolo vizioso creatosi per cui molti artisti emergenti, non vedendo possibilità di accesso alle radio, finiscono per promuoversi solo sulle piattaforme streaming, impoverendo ulteriormente il ruolo della radio.

Qualcuno precisa però che il discorso andrebbe distinto tra radio nazionali, locali e web radio, che hanno logiche e dinamiche diverse.

Uno station manager ha portato una sua testimonianza: “(in radio) Non ci sono esperimenti di nessuna natura perché i pezzi per noi sono dei tamponi tra un contenuto e un altro che è quello che la nostra family aspetta. Oggi non siamo noi che possiamo fare da educatori in ambito musicale, almeno le radio generaliste”

In definitiva, sembra esservi consenso sul fatto che per la promozione ai massimi livelli la radio conti oggi molto meno che in passato, con buona pace degli addetti alla promozione discografica

Il meglio di Talkmedia, fine novembre 2023 gigio d'ambrosio

Gigio

La seconda parte di Novembre ha visto un’importante intervista di Newslinet a Gigio D’ambrosio, ripresa da Talkmedia, dove si è sviluppato un importante dibattito. Gigio, che ricordiamo a trasmettere da RMI ancora quando aveva sede nell’appartamento della famiglia Cozzi, afferma che la radiofonia italiana è immutata da lustri e che dunque occorre puntare su nuovi contenuti o lo streaming sarà nemico imbattibile.

La discussione si è aperta sul ruolo dello streaming che per molti ha definitivamente cambiato le modalità di fruizione della musica rispetto al passato, quando le radio e i dj erano il principale mezzo di scoperta e promozione.

C’è chi sostiene che ormai i network radiofonici principali sono troppo legati all’intrattenimento, con poco spazio all’approfondimento musicale e con playlist molto omologate. Si è portato l’esempio di molti speaker che non hanno di fatto nulla da dire al di là di leggere i messaggi degli ascoltatori e un utente ha affermato che “Finché si affidano i programmi a conduttori che oltre al nome proprio e della radio, all’ora esatta e al commento di sms e whatsup non hanno altro da dire, sarà complicato innovare la radio”

Poiché il commento sembrava fosse diretto al conduttore stesso, questo ha deciso di intervenire in prima persona nella discussione, affermando: “(sono stato a RTL 102.5) 13 anni per la precisione. Nei quali ho cercato di fare al meglio il mio lavoro. Rispettando i tempi del format ma con l’assoluta libertà di esprimermi. Probabilmente generalizzi un po’ troppo. Non spetta a me giudicarmi, ma tra gli ormai ex colleghi di RTL ci sono grandi differenze di conduzione, contenuti ed esperienza. Un orecchio attento se ne accorgerebbe facilmente. Come in qualsiasi altra radio. Dopodiché nelle radio di flusso è ovvio che si dia molto più spazio alla musica. Sono scelte. Peraltro rispettabilissime. Che oggi personalmente trovo rischiose. Ma ti segnalo che alla radio non è importante per quanti minuti parli, ma CIÒ CHE DICI ! e la mia riflessione sugli interventi “vuoti” si riferiva esattamente a questo.”

C’è anche chi ha fatto notare come molte radio locali e regionali mantengono comunque una buona varietà di contenuti e consentono maggiore autonomia ai propri speaker. Con il digitale inoltre si amplia la possibilità di scelta.

In generale, molti hanno apprezzato il contributo critico di D’Ambrosio, che pur conoscendo il mondo radio da insider non si limita a difendere lo status quo ma punta invece il dito contro ciò che a suo dire sta impoverendo e rendendo meno rilevante il settore.

Conclusioni

Anche in questo “meglio di” si conferma il “mood” che ha permeato tutte le edizioni precedenti: I lettori di Talkmedia hanno una grande nostalgia della radio del passato e considerano quella di oggi troppo omologata e non appassionante. Ma continuano in ogni caso ad ascoltarla, come peraltro facciamo noi: magari cambiando stazione ogni pochi minuti (M.H.B. per FM-World)

byoblu

Radio Byoblu abbandona il DAB+ e ripete la tv in streaming

“Dalla fine del mese, Radio Byoblu non trasmetterà più via etere e cesserà la programmazione autonoma di musica e contenuti realizzati ad hoc, restando solo come streaming audio per consentire di ascoltare la diretta televisiva senza necessariamente dover consumare la banda per guardare il video”.

A renderlo noto è il fondatore Claudio Messora.

L’emittente è presente in DAB+ in varie zone d’Italia.

La motivazione della chiusura delle emissioni via etere è di natura economica.

Secondo quando dichiarato dallo stesso Messora, mancano circa 100.000 euro per pareggiare le spese.

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]

OnePodcast immagine allegata

OnePodcast festeggia un anno con oltre 14 milioni di streaming mensili

Festeggia il primo anno di attività OnePodcast. I dettagli nel comunicato.

OnePodcast, la media factory creata da GEDI per raggruppare l’intera produzione audio del Gruppo, festeggia il suo primo anno dal lancio avvenuto a gennaio 2022. Un’operazione importante, nata con l’obiettivo di offrire il più grande catalogo di contenuti di informazione e intrattenimento di qualità sul mercato italiano.

Storie, approfondimenti, passioni e divertimento sempre a portata di mano, disponibili su siti e app dei brand GEDI e su tutte le principali piattaforme di streaming audio. Una fabbrica di contenuti che nel 2022 ha generato oltre 14 milioni di streaming al mese, con 4.349 episodi prodotti in oltre 100 serie originali.

Un risultato attestato inoltre dalla costante permanenza ai vertici delle classifiche di Spotify, Amazon Music e Apple Music di oltre 50 serie. Tra queste, spiccano il celebre “Elisa True Crime” uno dei podcast più ascoltati dell’anno in Italia, “Fantasma – Il Caso Unabomber” l’inchiesta di Marco Maisano che ha portato alla riapertura delle indagini sul cold case dei primi 2000, “Meredith” la ricostruzione del delitto di Perugia con Antonio Iovane, “L’Allena-mente” un viaggio nel mondo della mente e del benessere, “Amiche Mie” di Barbara D’Urso, “Circo Massimo” condotto dal Direttore de la Stampa Massimo Giannini, “La Giornata” di Laura Pertici, “Che Film Guardo Stasera” con Betty Senatore, e altri ancora.

Tra le novità del 2023 sono in arrivo esclusivi format su temi d’attualità come lo scandalo nel mondo della Ginnastica Ritmica o il mistero Emanuela Orlandi, tornato recentemente in prima pagina. I nuovi titoli OnePodcast potranno contare su personaggi importanti come la giornalista Concita De Gregorio, il dj e speaker Diego Passoni, l’influencer e tiktoker Alessia Lanza, il formatore Roberto Re, il rapper Tormento, l’attore Antonio Gerardi e molti altri. Grande attesa anche per “LINUS UNCUT”, il primo podcast del direttore di Radio Deejay. Un’offerta di contenuti che supererà le 50 nuove produzioni originali, cui andranno ad aggiungersi nuove stagioni e nuovi episodi dei podcast di maggiore successo.

A commentare questo primo anno anche Linus, Direttore Editoriale e Artistico delle Radio GEDI e di OnePodcast: “È stato un anno intrigante e stimolante. Finora abbiamo esplorato un territorio nuovo, sarà interessante vederne gli sviluppi futuri. Le storie sono il nostro apripista, con le inchieste abbiamo dimostrato la credibilità e il valore di approfondimento di questo strumento comunicativo, per l’intrattenimento ragioniamo su prodotti che abbiano una vita più lunga della fruizione immediata”.

(Comunicato stampa)

radios

Radio: i dati d’ascolto in Australia terranno conto anche dello streaming

L’ascolto della radio evolve e dal 2022 le indagini in Australia terranno conto anche della fruizione del mezzo in streaming.

È la novità di cui dà notizia “Commercial Radio Australia” e che anticipa le novità che sta per mettere in campo GfK con Radio360.

“Più di 2,7 milioni di persone ascolta la radio ogni settimana attraverso i loro smartphone”, dichiara il CEO di Commercial Radio Australia Grant Blackley.

Il sistema vedrà dunque una integrazione dei tradizionali diari (che da cartacei stanno diventando elettronici) con i dati streaming, oltre ad un meter (sotto forma di orologio elettronico) che 2.000 persone indosseranno e che rileverà l’eventuale ascolto di trasmissioni radio.

“L’Australia è uno dei mercati radiofonici più forti al mondo e il primo ad abbracciare questo entusiasmante approccio, sia dal punto di vista metodologico che di data science”, sottolinea l’amministratore delegato di GfK Australia e Nuova Zelanda Morten Boyer.

Ulteriori dettagli sono disponibili su commercialradio.com.au.

(Si ringrazia Michele Travagli per la collaborazione)

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cuore

I 35 anni di Radio Cuore, oggi disponibile in 4 versioni

Radio Cuore è l’emittente di musica italiana del gruppo Media Hit, a cui fa capo l’editore Loriano Bessi.

Presente in FM in sette regioni, la realtà toscana nasceva 35 anni fa, nel 1986, in provincia di Pisa (dove tuttora ha sede), espandendosi gradualmente in varie zone d’Italia.

In questo lasso di tempo è stata al centro di diversi cambiamenti, sia in ambito di copertura sia di palinsesto, ma ha sempre mantenuto la propria vicinanza alla musica di casa nostra.

Una ‘fedeltà’ che, con l’avvento del digitale, ha rinforzato tanto da proporre oggi quattro contenuti diversi in streaming.

Collegandosi a radiocuore.it o scaricando l’app dell’emittente, l’offerta per l’ascoltatore si differenzia in Radio Cuore Italia, Radio Cuore Toscana, Radio Cuore Ricorda e Radio Cuore Cantautori.

Il tutto, all’insegna dei successi italiani che da sempre la caratterizzano.

Nel player di Radio Cuore sono disponibili anche le altre reti del gruppo: in primis Radio Sportiva, ma pure Gamma Radio, Radio Reporter, Radio Fantastica, Radio Blu Toscana e la ‘all-digital’ NCD No Conventional Dance.

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