I nuovi sottosegretari all’ex Mise, alla cultura e all’editoria

Con il giuramento delle scorse ore dei sottosegretari e viceministri si è chiusa la fase delle nomine di Governo. La squadra dell’esecutivo di Giorgia Meloni è, insomma, completa e si può passare in pieno alla fase operativa. Mancano per la verità ancora le deleghe (i settori di competenza specifica di ciascun sottosegretario) ma pare non tarderanno, stavolta.

Nel precedente articolo su questo tema scrivevo che la nomina dei sottosegretari ha una certa importanza, perché poi spesso sono loro a occuparsi da vicino di settori specifici, come (nel nostro caso) i media, il campo radiotelevisivo e l’editoria.

E a proposito di editoria, ecco che sarà Alberto Barachini di Forza Italia a occuparsi da sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del settore, in probabile continuità con la precedente gestione di questo campo nel Governo Draghi da parte di Giuseppe Moles, anch’egli forzista. Ma se per Moles l’editoria era più o meno una novità (ma gli editori hanno poi trovato un interlocutore attento e che non ha lesinato le risorse per il settore), a Barachini l’esperienza non manca, visto che è stato per qualche anno a capo della Commissione di Vigilanza, quella che segue da vicino (a volte anche troppo) tutte le vicende della Rai in ambito parlamentare.

C’è poi un altro personaggio che ha una certa importanza anche per chi si occupa di media ed è Alessio Butti (Fratelli d’Italia), nome già noto in questo settore. Butti, infatti, sempre alla Presidenza del Consiglio, sarà sottosegretario all’Innovazione e erediterà, in sostanza, pur senza il rango di ministro, le deleghe per il digitale di Vittorio Colao; l’importanza dell’incarico appare evidente già a prima vista, soprattutto per ciò che riguarda le tlc.

Ma veniamo alle nomine che più ci coinvolgono. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nuova denominazione dell’ex Mise (Ministero dello Sviluppo Economico), di cui eredita le competenze in campo radiotelevisivo, ha ora due nuovi sottosegretari.

Ma prima di loro c’è un viceministro: si tratta di Valentino Valentini (Forza Italia), che a rigor di logica potrebbe avere le deleghe per la comunicazione, vista l’importanza dell’argomento per il partito di Berlusconi. Accanto a lui ci saranno comunque la sottosegretaria dell’ex Mise Fausta Bergamotto (Fratelli d’Italia) e per la Lega Massimo Bitonci, un altro nome abbastanza noto nel mondo politico.

Fuochi d’artificio invece alla Cultura, dove sono stati nominati ben tre sottosegretari (un fatto insolito per il settore). Il ministro Sangiuliano avrà dunque a fianco per primo Vittorio Sgarbi (stavolta ‘in quota Noi Moderati’) ed è pensabile, nonostante il personaggio sia imprevedibile, che sarà lui a occuparsi di arte e patrimonio artistico. L’annuncio che arriverà forse Morgan a fare da ‘consigliere’ dello stesso Sgarbi apre infatti prospettive tutte da esplorare in campo musicale.

Ma sempre per la musica c’è una segnalazione speciale per un altro sottosegretario alla Cultura, che un po’ a sorpresa è Gianmarco Mazzi, parlamentare di Fratelli d’Italia sì ma soprattutto un nome notissimo nel campo della musica (appunto) e dello spettacolo. Il curriculum di Mazzi è fittissimo, fra mondo della musica leggera e dei cantanti, Televisione, lirica (Arena di Verona) e persino Nazionale Cantanti ma diciamo che la cosa più nota che ha fatto è stata la gestione del Festival di Sanremo per sei edizioni dal punto di vista artistico. Vedremo ora cosa farà Mazzi dopo aver assunto questo incarico importante a livello politico.

La terza sottosegretaria alla Cultura è invece ormai una veterana: si tratta di Lucia Borgonzoni della Lega, che per la terza volta assume l’incarico in questo dicastero (l’ultima volta, con Draghi, ha dovuto gestire una non facile convivenza con il ministro Franceschini del PD). Ormai rodata nei campo del cinema, della fiction e dei Festival, Borgonzoni con ogni probabilità continuerà a seguire proprio il settore dell’audiovisivo.

Mauro Roffi
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