Rai Radio sostiene “I Giorni della Ricerca” con Airc

Anche quest’anno, Rai Radio rinnova il proprio impegno al fianco di Airc.

Lo riporta un comunicato.

Dal 6 al 13 novembre, Rai Radio sarà la voce della ricerca italiana per costruire un futuro sempre più libero dal cancro.

Ecco nel dettaglio l’impegno di Rai Radio in occasione dei Giorni della Ricerca:

* 50 spazi editoriali dedicati; più di 30 programmi in cui verranno raccontate le storie di AIRC e verrà data voce ai ricercatori impegnati nella lotta contro il cancro

* Promo istituzionale on air su tutte le emittenti

* Approfondimenti sui profili social

La Raccolta Fondi AIRC, in questi 28 anni, ha superato i 131 milioni di euro, un risultato ottenuto anche grazie alla capillarità e all’autorevolezza con cui il Servizio Pubblico ha sostenuto la causa, attraverso il suo costante contributo in termini di informazione e divulgazione scientifica.

Dalla prima edizione ad oggi sono stati sostenuti programmi di ricerca pluriennali e progetti speciali destinati alla formazione e alla specializzazione dei giovani talenti della scienza. Grazie alle donazioni, i ricercatori italiani hanno potuto lavorare con continuità, raggiungendo traguardi fondamentali nella battaglia contro il cancro, grazie allo sviluppo di metodi per diagnosi sempre più precoci e per trattamenti sempre più personalizzati. Non è un caso se l’Italia oggi è un’eccellenza internazionale nell’ambito della ricerca oncologica.

“Ogni anno rinnoviamo la nostra adesione ad Airc – commenta Roberto Sergio, direttore di Rai Radiocon la speranza di dare un contributo importante alla raccolta. E ogni anno portiamo ai nostri ascoltatori non solo l’invito a donare, ma anche le storie delle donne e degli uomini impegnati in prima persona nella battaglia contro il cancro. Credo che sostenere la ricerca sia un dovere ma anche un onore per un editore di Servizio Pubblico”.

(Comunicato stampa)

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Alto Adige: sostegno alle radio che trasmettono musica “locale”

L’Alto Adige si appresta ad aiutare le radio locali che sosterranno la musica e gli artisti del territorio.

La Giunta provinciale ha infatti aggiornato i criteri di sostegno finanziario ai media e tra gli altri – riporta una nota – vi sarà un incentivo del 5% per le emittenti private che prevederanno almeno il 3% di musica locale e del 10% per chi supererà il 6% di sonorità della zona.

A renderlo noto è stato il presidente di Giunta Arno Kompatscher.

L’Alto Adige ha anche aggiornato le regole per il web ed i social in merito alla tracciabilità dei commenti, per evitare lo spiacevole fenomeno dell’hate speech.

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Importanti misure di sostegno alle emittenti dalla Regione Puglia

Anche in Puglia c’è una forma di sostegno importante per il mondo dell’editoria e delle emittenti radiotelevisive. Già con la Legge Regionale n. 3 del 9 febbraio 2018 erano state dettate disposizioni per la promozione e il sostegno pubblico al pluralismo e all’innovazione dell’informazione e della comunicazione regionale pugliesi.

La Regione Puglia, per contenere gli effetti della crisi causata dalla pandemia, ha ora deciso di puntare su una misura straordinaria volta alla concessione di una sovvenzione diretta (aiuti a fondo perduto) finalizzata all’immissione di liquidità per le aziende operanti nel settore dell’editoria pugliese.

La misura è finalizzata a garantire la continuità dell’operatività aziendale sostenendo le carenze di liquidità generate dall’emergenza Covid-19 e a salvaguardare i livelli occupazionali. I soggetti beneficiari sono quanti operano negli ambiti: radiotelevisivo; stampa di quotidiani e periodici locali; editoria su web; agenzie di stampa.

Tra i requisiti richiesti: sede operativa nella Regione Puglia; testata giornalistica regolarmente registrata; esercizio dell’attività editoriale da almeno due anni; presenza di un direttore responsabile; area di attività relativa a fatti e attività di interesse regionale; personale iscritto all’Albo dei giornalisti o in formazione secondo le disposizioni sulla stampa.

Per partecipare alla procedura è necessario compilare l’apposita domanda di partecipazione e inoltrarla entro il 31 ottobre. La dotazione finanziaria, davvero ‘interessante’, è pari a 2 milioni di euro.

Commentando l’iniziativa, l’assessore al Bilancio della Regione Puglia Raffaele Piemontese ha dichiarato: «Durante le fasi più acute della pandemia abbiamo riscoperto l’importanza decisiva del sistema informativo che abbiamo deciso di sostenere per i pesanti effetti negativi che ha subito, determinati dalla diminuzione della capacità delle micro, piccole e medie imprese di spendere in pubblicità».

A sua volta, l’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci ha spiegato: «Far ripartire la nostra regione dopo lo stop imposto dalla crisi sanitaria, presto diventata crisi economica e sociale, significa far ripartire tutti quei settori che ne sono stati particolarmente colpiti. Quello dell’editoria è uno di questi e per questa ragione, per far fronte all’impatto della pandemia sul settore, abbiamo pensato ad una misura straordinaria che, sostenendo e promuovendo le emittenti radiotelevisive, i giornali e le testate web, sostiene e promuove l’informazione».

Mauro Roffi
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“Non spegniamo la libertà”: le radio locali chiedono che venga riconosciuto il loro ruolo

Le radio locali chiedono maggior sostegno, mettendo in evidenza il ruolo che ricoprono sui singoli territori.

In una lettera inviata ai Presidenti della Camera e del Senato, al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello Sviluppo Economico, ai capigruppo della Camera e del Senato e a tutti i cittadini che vogliono un’informazione libera e plurale, le emittenti rivendicano l’importanza di tutelare il pluralismo che centinaia di realtà garantiscono in tutta Italia.

Questo il testo integrale delle radio aderenti.

Le radio libere a locali sono, nella storia e nella vita quotidiana degli italiani, una componente fondamentale del pluralismo delle voci nell’informazione, come voluto dai nostri Padri costituenti, ma risentono più degli altri media di un sistema sbilanciato sulla Tv, sui quotidiani cartacei, a loro volta sopraffatti ormai dai cosiddetti social media, con il loro carico di contraddizioni e rischi, rispetto alle quali le radio libere a locali sono presidio di democrazia.

Una visione miope del sistema della comunicazione sta condannando le Radio libere e locali all’estinzione. Gli ultimi Governi hanno prima rinviato e poi abbandonato l’idea di una legge di riforma del sistema dell’editoria; anzi a seguito di spinte demagogiche e populiste si è tentato di “punire” tutte le voci libere dell’informazione, tra queste ovviamente le radio locali. I dati ultimi sono allarmanti: la pandemia ha colpito in profondità il sistema economico e la crisi si è scaricata soprattutto sul sistema radiofonico, più che su altri mezzi.

Nel contempo, la risposta del governo è state parziale a insufficiente: lo stanziamento di 50 milioni di euro per la trasmissione di spot e comunicati di servizio pubblico, un sostegno che per l’85% dello stanziamento è per le emittenti televisive. In questi giorni è stato approvato dal Senato il disegno di legge di conversione del cosiddetto decreto “sostegni”; il provvedimento è ora in attesa di conversione definitiva alla Camera. II decreto è addirittura peggiorativo prevedendo la riduzione del contributo da 50 a 20 milioni, di cui come sempre solo II 15% alle radio locali. Senza un intervento pubblico di sostegno che premi quelle aziende che fanno informazione libera e professionale, con giornalisti, non c’è alcun futuro per le radio locali.

Gli editori radiofonici non chiedono e non vogliono “mancette” ma contributi per lo sviluppo del sistema plurale delle voci. Interventi strutturali finalizzati alla transizione al digitale (in linea con il Next Generation Eu e il Piano nazionale di ripresa a resilienza), attesa da ben 20 anni, che permetterebbe un enorme risparmio energetico e un contributo decisivo di riduzione di ogni impatto ambientale, con una migliore qualità dei servizi e dei programmi.

E ancora un sostegno finalizzato dei prodotti delle agenzie di stampa, alle assunzioni di giornalisti e di personale tecnico qualificato. Occupazione giovanile, nuove risorse di uomini e donne, di artisti e professionisti dell’informazione e dell’intrattenimento, con una modernizzazione degli impianti a delle tecnologie, dentro il solco della transizione ecologica digitale, per recuperare i divari tra generi, generazioni e territori, come ci viene chiesto dall’Europa nelle azioni del Recovery Fund.

Gli editori radiofonici chiedono nell’immediato sostegni economici ma anche una Legge quadro per l’editoria e l’informazione dove la radio libera e locale, con le sue mille voci, possa continuare ad essere il medium della vita quotidiana di ciascun cittadino. Una strumento centrale nel sistema globale della comunicazione, per sottrarsi alle voci uniche e ai gruppi dominanti. Un sistema che riconosca e valorizzi tutti i diritti di autore e discografici in piena trasparenza, che abbia al più presto un efficiente sistema di rilevazione degli ascolti, vitale per reperire le risorse economiche. La Radio – e quella locale a piano titolo – deve essere un servizio fruibile su tutte le piattaforme di distribuzione per offrire i propri prodotti in ogni istante della vita quotidiana. FM, DAB, Internet e i nuovi aggregatori universali dei flussi streaming. Non si può più attendere.

Vi chiediamo di raccogliere il nostro appello, ve lo chiediamo per tutti i nostri ascoltatori, per i professionisti che lavorano nelle nostre aziende, per garantire il futuro di questo straordinario medium accessibile, democratico, costituzionale: la radio libera e locale.

Gruppo Radio Amore (SICILIA), Radio Azzurra (CALABRIA), Radio Potenza Centrale (BASILICATA), Radio Puglia (PUGLIA), Radio Ciccio Riccio (PUGLIA), Radio CRC targato Italia (CAMPANIA), RPZ Radio Punto Zero (CAMPANIA), Radio Club 91 (CAMPANIA), Radio Punta Nuovo (CAMPANIA), Radio Castelluccio (CAMPANIA), Radio Rock (LAZIO), Centro Suono 101e3 (LAZIO), Radio Città Futura (LAZIO), Radio Galileo (UMBRIA), Radio Max (UMBRIA), Radio ZaiNet (TOSCANA), Radio Nostalgia (TOSCANA), Radio 19 (LIGURIA), Radio Centrale (EMILIA ROMAGNA), Radio Number One (LOMBARDIA), Radio Lombardia (LOMBARDIA), Giornale Radio (Lombardia), Radio Nostalgia (PIEMONTE), Radio Mille Note (LOMBARDIA), Radio Bergamo (LOMBARDIA).

Per ulteriori adesioni e contatti: [email protected]

Emergenza Covid: le radio svizzere in DAB+ chiedono maggior sostegno

“Senza un maggior aiuto della Confederazione, si corre il pericolo che le radio che trasmettono secondo lo standard DAB+ debbano chiudere i battenti a causa della crisi del coronavirus”.

A scriverlo è un comunicato della Commissione delle telecomunicazioni del Consiglio Nazionale svizzero (CTT-N), dove si chiede che alle emittenti radiofoniche elvetiche titolari di concessione vengano innalzati dal 30%, come previsto per il 2021, al 50% i sussidi per la promozione della tecnologia DAB+, per via del crollo del mercato pubblicitario dovuto all’emergenza covid.

Al momento, le emittenti “all digital” non avrebbero ancora ricevuto alcun sostegno dallo Stato, a differenza invece delle reti analogiche.

Il rischio – si legge nel comunicato – è che 130 stazioni DAB+ (un numero nettamente superiore all’offerta di emittenti FM presenti in Svizzera) si troverebbero in seria difficoltà di sopravvivenza, in un periodo in cui si sta sempre più avvicinando il passaggio verso una diffusione esclusivamente digitale.

La Svizzera ha infatti stimato la cessazione delle emissioni FM, entro i propri confini, tra il 2023 ed il 2024.

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CNRTv: “Più sostegno alle emittenti locali, per scongiurare che l’intero settore collassi”

“Le emittenti locali hanno bisogno di un forte sostegno, per scongiurare che l’intero settore collassi”.

A dichiararlo è il Coordinamento Nazionale Radio Tv, attraverso il seguente comunicato:

Il Coordinamento Nazionale Radio Tv in data 11/3 e 14/3/2020 ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Giuseppe Conte ed ai Ministri interessati, alcune note nelle quali si rappresentavano le difficoltà del settore radiotelevisivo alla luce dell’emergenza sanitaria chiedendo, nel contempo, di adottare misure urgenti e concrete a sostegno degli operatori locali.

CNRTv prende atto che, in momento di emergenza qual è quello attuale, siano state date, giustamente, priorità ad altri aspetti connessi all’emergenza sanitaria.

Adesso, però, in assenza ulteriore di provvedimenti di sostegno straordinari, le misure da adottare diventano urgenti e il sostegno del Governo vitale al fine di scongiurare che l’intero settore collassi.

Nella giornata di venerdì 27 marzo, CNRTv ha inviato una ulteriore nota ribadendo difficoltà e necessità, ma anche formulando una proposta concreta e semplice per scongiurare la chiusura della stragrande maggioranza di emittenti locali che sarebbero costrette a sospendere sine die la preziosa attività di pubblico servizio che stanno svolgendo, in questo frangente, intensamente e fra mille difficoltà sul territorio.

CNRTv è decisamente critica verso l’appostamento di fondi di sostegno in emergenza, sul Fondo dell’Informazione e del Pluralismo e distribuiti con le modalità con il Regolamento di cui al DPCM 146/17. Questo tipo di sostegno avvantaggerebbe maggiormente quelle emittenti nelle posizioni alte delle graduatorie che già percepiscono congrue somme. Inoltre il sostegno giungerebbe tardivamente ed inutilmente.