Come sta cambiando la radio? Le interviste ai professionisti presenti al BarCamp Elenos-22HBG

Lo scorso venerdì 22 novembre, presso la sede di Elenos-22HBG, si è tenuto un BarCamp dedicato all’SFN ed alle possibili risoluzioni per le interferenze da isofrequenza.

A margine dell’incontro, è stata fatta un’analisi di come sta cambiando la radiofonia oggi, anche in vista della digitalizzazione del mezzo.

Ne abbiamo parlato con quattro professionisti del settore, che si sono espressi sulla base delle proprie esperienze e competenze.

Protagonisti del primo incontro sono stati Adriano Ronchi, consulente in ambito radiofonico e che ha sviluppato i progetti della nuova Radio Milano International e di Radio Milano 1602, e Floriano Fornasiero, curatore del seguitissimo gruppo Facebook “Tralicci e impianti A.F./B.F.”.

A seguire, la parola a Carmine Nigro di Radio Paestum, uno dei più giovani editori italiani, che ha voluto proseguire nell’attività avviata dal padre.

Infine, il noto Fabrizio Carnevalini, da sempre uno dei massimi esperti di frequenze e curatore, tra le altre, di FMDX, FM List ed FM Scan.

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Come sta cambiando la radio? Un BarCamp per mettere a confronto i professionisti del settore

Verso quale direzione sta andando la radio?

E in quali modalità la ascolteremo nei prossimi anni?

L’argomento è stato sviluppato a margine di un BarCamp, presso Elenos/22HBG, in cui si è parlato di isofrequenza, risoluzione di interferenze ed esempi di sincronizzazione.

Con lo staff della parallela 22HBG, società che ha sviluppato (tra le altre) la app di FM-world, si sono tenuti incontri con professionisti del settore di ambiti e generazioni diverse.

Da Adriano Ronchi, consulente in ambito radiofonico e che ha sviluppato i progetti della nuova Radio Milano International e di Radio Milano 1602, a Floriano Fornasiero, curatore del seguitissimo gruppo Facebook “Tralicci e impianti A.F./B.F.”; da Carmine Nigro di Radio Paestum, uno dei più giovani editori italiani, a Fabrizio Carnevalini, da sempre uno dei massimi esperti di frequenze e curatore, tra le altre, di FMDX, FM List ed FM Scan.

Con il coordinamento del “padrone di casa” Gianluca Busi e ripresi dal videomaker Julio Vazquez, gli esperti di radio sono stati intervistati da Nicola Franceschini per parlare delle loro esperienze e anticipare quella che è la loro visione futura del “mezzo”.

Durante la giornata, inoltre, Giovanni Pilati – curatore del progetto “FM Live” – ha raccontato una recente iniziativa a Los Angeles, dove è stato protagonista di alcune radio della “West Coast”, documentato da un video on-line all’indirizzo https://www.facebook.com/fmworld/videos/3767335070049035/

Le interviste saranno presto disponibili su FM-world e sui nostri canali social.

“BarCamp SFN”, il segnale perfetto tra isofrequenza e radio digitale: giornata-evento ad Elenos

La radio si sta sempre più digitalizzando, ma buona parte della sua diffusione si basa ancora oggi sull’FM analogica.

E’ possibile creare una rete SFN ottimale? Si possono attenuare i disturbi? L’ing. Antonello Giovannelli, responsabile R&S Elenos, fornirà risposte in una giornata che prenderà il via in mattinata con un laboratorio sull’isofrequenza, a cui seguirà prossimamente un “webinar”.

Il pomeriggio, poi, proseguirà con un talk che metterà a confronto professionisti di Elenos, 22HBG e FM-world con gli ospiti presenti, per parlare del futuro della radio, tra digitale, IP e intelligenza artificiale.

Il “BarCamp SFN” si terrà venerdì 22 novembre dalle 10.30 alle 16.00 presso la sede di Elenos, via Amendola 9, Poggio Renatico (Fe), presso la Reno Valley.

Sono disponibili gli ultimi posti: per partecipare, è necessario iscriversi su www.elenosgroup.com/elenos-barcamp-2019

Digitale Terrestre: meglio le reti in SFN (isofrequenza) oppure in MFN?

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Ricezioni TV sofisticate…

Dopo una lunga serie di prove personalmente effettuate da prima dello switch off del Lazio sino ad oggi, ci tenevo a dare un mio modesto parere sulle reti in SFN, alla luce delle esperienze svolte direttamente sul campo. Mi scuso sin da adesso se risulterò un po’ troppo “tecnico” (in effetti questa nota è dedicata principalmente ai più “smaliziati” ed appassionati del settore). 😉
Da un punto di vista meramente pratico e nell’ottica di risolvere annosi pasticci nati dal dissennato proliferare di segnali in modo assolutamente privo di criteri, tipo Far West, anzi, giungla, dico a caratteri cubitali BENVENUTA SFN!
Le frequenze assegnate infatti sono predefinite e con i dovuti accorgimenti tecnici (ad es. rispetto dell’intervallo di guardia, detto anche IG o GI, che con un rapporto di 1/4 prevede che gli eventuali segnali multipli non distino dal punto ricevente ciuscuno più di – mi pare – 68Km in linea d’aria) difficilmente si creeranno situazioni di interferenze distruttive per sfasamenti o analoghe problematiche.

Da un punto di vista puramente tecnico, invece, in media una rete MFN funzionerà sicuramente MEGLIO di una SFN. Lo dico però facendo riferimento a segnali trasmessi con identici parametri, come potenza di trasmissione, frequenza, IG (che però non è necessario sia aumentato sino ad 1/4 per le reti MFN, perché in MFN va bene un rapporto di 1/32) e FEC.

Per mia esperienza, posso aggiungere che nell’occasione dello switch off Laziale, sembrebbe che proprio i valori IG e FEC dei vari segnali trasmessi abbiano giocato un ruolo primario nel decidere le sorti delle rispettive ricevibilità (per lo meno senza difficoltà) in zone un po’ meno favorite dalla copertura degli stessi.

Comunque da quel che ho potuto personalmente verificare, tra la precedente situazione e la nuova situazione che si avvale della SFN, la ricevibilità dei segnali digitali della RAI non è praticamente cambiata di una virgola. Però c’è da dire che pur passando dal sistema MFN e intervalli di guardia di 1/32 alla SFN con IG di 1/4, i segnali RAI hanno mantenuto il FEC con un valore di 2/3, il ché comporta che su un dato segnale addirittura 1 bit su 3 sia dedicato a funzioni di servizio quali ad es. la capacità di correzione e compensazione in caso di errori di ricezione (e gli altri 2 bit alle effettive trasmissioni). Il ché, sempre secondo un mio parere nato da una lunga serie di prove sul campo, ha fatto sì che il passaggio non comportasse alcuna penalizzazione all’area di ricevibilità dei segnali digitali RAI.

Stessa cosa con Rete A e con TIMB (anche se ora come ora non ricordo con certezza i rispettivi valori di FEC): nessuna particolare differenza rispetto alla precedente situazione (sia in caso di ricezioni buone o cattive, tali sono rimaste), precisando che mi riferisco ad una situazione di massima rispetto alla ricevibilità pre e post switch off dei segnali GIA’ in digitale. Idem per vari segnali DTT locali, si avvalgano essi della SFN o meno.

Con Mediaset, sempre nel Lazio e in zone non particolarmente “felici” quanto a copertura (inclusa, in certi rari casi, Roma città), il passaggio al digitale si è rivleato per qualcuno una fonte di varie, fastidiose difficoltà.
Io personalmente, al contrario di quanto rilevato per i segnali RAI, ho notato allo switch off una sensibile diminuzione dell’area correttamente raggiunta addirittura dal sito di Monte Cavo, ma non per il livello del segnale come campo elettromagnetico o c.e.m. (pressoché uguale se non persino superiore a prima, sempre riferendomi ai segnali DTT), ma per l’incredibile aumento dei livelli di BER (quantità di errori) parallelamente a dei veri e propri crolli del MER (livello rispetto al margine critico d’errore) vicino se non sotto la soglia critica, con i risultati che lascio immaginare visti gli impressionanti crolli del suddetto MER (anche di 5 o 6dB) rispetto a prima, pur mantenendo valori di c.e.m. più o meno inalterati, come già detto (spesso per ovviare all’inconveniente si è reso necessario implementare i sistemi riceventi con antenne ed accessori impensabili sino a quel momento).

Però c’è da dire che la maggior parte dei Mux Mediaset (ad es. Mediaset 1 e 2) utilizzano dei FEC di 5/6, ovvero, solo 1 bit su 6 dedicato ai servizi tra i quali le correzioni già citate.
Inoltre va detto che, potenzialmente, un segnale MFN con IG = 1/32 è già di per sé più “resistente” di uno SFN con IG = 1/4.

In ogni caso, sicuramente quella dell’utilizzo della banda con FEC 5/6 è una scelta imposta per poter mantenere il massimo dei canali (ipercompressi) inclusi nei Mux dedicando solo una piccolissima parte di banda ai servizi (in pratica, la banda dedicata alle correzioni è considerata sprecata)… Solo che i risultati in termini pratici di qualità di ricezione non hanno esistato a farsi notare, contraddicendo clamorosamente quando sbandierato circa la facilità di ricezione dei vari segnali anche in zone non propriamente “felici”.

E vero anche che la SFN può risultare vanificata nel caso si ricevano più segnali dello stesso Mux in zone soggette a forti ed inevitabili echi e riflessioni multiple o in caso di problemi di otticità con i siti trasmittenti.
Ciò può parzialmente motivare certe difficoltà con alcuni segnali Mediaset, caratterizzati da una copertura del territorio piuttosto capillare (e quindi più segnali ricevibili, ma in zone “orograficamente problematiche”, perciò con SFN a rischio di sfasamento).

Però, nella mia zona, la cosa non ha sembrato trovare riscontro con il segnale di D-Free (che peraltro mi pare che nemmeno utilizzi un FEC di 5/6, ma di 3/4): prima da Monte Cavo (RM), sul ch.63, era perfettamente fruibile e con ampio margine sopra la soglia critica.
Ora, sul nuovo ch. 50, è crollato in molti casi sulla soglia di criticità, almeno nelle zone in cui ho effettuato i rilevamenti in modo più ricorrente, dove tra l’altro è possibile ricevere solo il segnale di Monte Cavo (niente interazioni con altri segnali in SFN, quindi), visto che D-Free non gode della capillare copertura dei Mux MDS1, 2 e 4…

Ergo, ne ho dedotto che la SFN può fornire un valido servizio se:
1) I segnali ricevibili (anche se multipli) sono sufficientemente in ottica e possibilmente non soggetti a riflessioni o echi.
2) Utilizzano un FEC il più basso possibile, ovvero 2/3, max 3/4.
3) Nel caso di utilizzo di FEC più elevati, tipo 5/6, occorre garantirsi in antenna un MER superiore di almeno 2 se non 3dB
(che sappiamo bene quanto siano preziosi, proprio perché non semplici da “strappare”, specie in zone più “ai margini”) rispetto a segnali SFN con FEC di 2/3 o 3/4.

PS1: so che il mio lungo discorso potrà non piacere, ma vi assicuro che, prima di affermare tutto ciò, di prove ne ho eseguite… E non potete sapere quante… E chi mi conosce lo sa bene!

PS2: e questo vale per TUTTE le situazioni e le tipolgie di segnali digitali da ricevere, anche in zone con buona copertura… ATTENZIONE a come viene realizzata la distribuzione del segnale alle varie prese d’antenna. Ogni errore o disadattamento d’impedenza (in genere provocato da quelle derivazioni pedestri realizzate con più cavi d’antenna attorcigliati e nastrati assieme) risulta DELETERIO nella ricezione dei segnali DTT!