Claudio Cecchetto a FM-world: “Per affermare una radio web ci vogliono otto anni. Col DAB, forse cinque”
Claudio Cecchetto – Radio Web, da serie Z a serie A.
Per affermare una nuova radio oggi ci vogliono 8, 10 anni: il problema è scalfire le abitudini.
Ai tempi (della prima DeeJay) ce l’ho fatta e penso di farcela di nuovo, ma sicuramente con qualcosa di diverso.
In questo momento le radio non divertono più… neppure chi le fa
Domenica d’Agosto
Lo spunto per questa conversazione è stato un ormai famoso post su Talkmedia: su alcune vetture BMW un aggiornamento software del costruttore rende impossibile ascoltare Radio Cecchetto. O meglio, la fa ascoltare visualizzando il logo di tutt’altra emittente. Pensavamo di raccogliere una dichiarazione dell’editore (Cecchetto) in merito, ma alla fine abbiamo ritenuto più interessante fare il punto su Radio Cecchetto e sull’annosa questione di “come emergere nel mare magnum delle radio digitali“, una problematica che anche un nome importante deve affrontare.
Ecco dunque, senza filtri e senza tagli, la nostra conversazione che ha avuto luogo domenica 11 agosto. L’audio originale è disponibile qui.
L’Intervista
FM-world – Raccontaci innanzitutto l’idea di tornare a fare radio dopo tanti anni, cosa è successo in questo primo anno e se la consideri, oggi, una fase di messa a punto del progetto o se è già a regime.
Claudio Cecchetto – Guarda io ho sempre creduto nel web, ho fatto anche iniziative in questo ambito ed essendo privilegiato nel campo della radio – perché le cose mi sono andate particolarmente bene – ho pensato: si parla tanto di web, del suo futuro e tutto il resto, ma con la radio siamo ancora in FM e quindi ho detto “voglio questa avventura” perché purtroppo la rete è considerata come la serie Z della radio, fino a poco tempo fa sembrava che fosse proprio l’ultima spiaggia, invece secondo me è la prima spiaggia, il web sarà la serie A.
Pensare a lungo termine
E quindi ho cominciato a entrarci un po’ più seriamente, un po’ più professionalmente e ho fatto questa radio, ho trovato dei collaboratori che hanno condiviso con me questo progetto… perché insomma come in tutte le cose c’è bisogno di persone valide… e penso di averle trovate.
E quindi eccomi nell’avventura del web, io penso che come sono riuscito ad avere un ruolo gratificante nella radiofonia tradizionale spero di ottenere altrettanto nella radiofonia digitale, anche se secondo me… ci vorranno 10 anni, però spero con il mio ingresso di diminuire questo tempo.
Novantanovemilasettecento
FM-world – Perfetto, la tua risposta si sposa bene a quello che volevo chiederti. Tanti milanesi ricordano il lancio di Radio Deejay: praticamente ti eri messo tra i due colossi, Studio 105 e RMI – perché (99+101)/2 = 100, Radio Music “100” -, anzi quasi 100, novantanovemilasettecento.
Insomma, quando uno passava con la manopola da 105 a RMI, poteva capitare in una bella canzone e dunque ci si fermava, si scopriva la tua radio. Con il web purtroppo non si riesce perché non c’è una manopola da girare, devi proprio andarci diretto e questo fa sì che tanti progetti facciano fatica ad emergere e diventare redditizi…
C.C. – Secondo me i progetti redditizi sono quelli vincenti, ci vuole un’idea ottimale e la gente viene a cercarti, solo che devi avere davvero quella giusta.
Non rifare quello che fanno gli altri (incluso me stesso)
Quando sono partito sapevo esattamente quello che non avrei fatto: tutto ciò che hanno già fatto gli altri, tra cui includo anche me stesso.
Perché esiste già. Questo è uno strumento nuovo e io vorrei che fosse nuovo anche il prodotto, quindi bisogna fare un buon contenuto, questo è l’unico sistema per arrivare alla notorietà.
Pero, attenzione, ripensiamo a Radio Deejay: per diventare numero uno, ci ho messo 8 anni, non è che ci ho messo due giorni.
Il problema è scalfire l’abitudine, le persone sono abituate ad andare sempre nello stesso posto, quindi tu devi disabituarle, quello è il lavoro più difficile, convincere gli ascoltatori che sono abituati ad ascoltare una certa radio, a fare una certa cosa, a farne un’altra, ecco questo è l’aspetto più difficile.
Però ai tempi ce l’ho fatta e penso di farcela di nuovo, sicuramente con qualcosa di diverso da ciò che c’è già, perché quello che c’è già, c’è già da anni, si è capito che funziona e quindi è inutile andare a disturbare un prodotto con un prodotto simile, perché la gente deve cambiare, perché deve venire da te, trovare qualcosa di diverso da quello che gli è sempre stato offerto.
Paddle e beneficienza
FM-world – A questo punto, visto che non tutti conoscono la tua emittente, potrebbe essere utile dedicare due minuti nel descrivere cosa stai facendo con Radio Cecchetto.
C.C. – Beh. Non tutti conoscono la radio sicuramente, però come brand penso che sappiano di che cosa si tratta. Vero, sono sempre un work in progress, quello senz’altro e cerco di inventarmi. Credo di essere partito già con qualcosa di diverso, pensa solo a Radio Rent. Noi diamo la possibilità… ecco, diciamo, così come ci sono i campi di paddle, i campi di calcetto o si tennis, ci sono anche le radio in affitto, ore radiofoniche che io metto a disposizione per quelli che magari hanno lavorato nelle radio, hanno crisi di astinenza, hanno voglia di ritrasmettere. O le idee nuove. Ecco io ho fatto un programma che si chiama Radio Rent che è proprio per loro, per poter rivivere l’esperienza radiofonica.
FM-World – Sì, ma ti fai pagare lo spazio…
C.C.: Attenzione, lo spazio lo noleggio ma il costo del noleggio va in beneficenza perché chiedo a tutti di donare quello che pagano per Radio Rent a un’associazione benefica di loro conoscenza, di loro fiducia.
Oltre il rock
FM-world – Non fai una supervisione sul tipo di musica?
C.C. – Guarda, guardate, le cose a me non piace raccontarle, a me piace farle, sono sempre stato così.
La radio va ascoltata. Anche all’inizio in tanti non avevano capito Radio Deejay, tanto è vero che sorridevano perché dicevano “ma che musica mette questo qua?”. Ma la musica io andavo a prenderla, a cercarla, e quindi secondo me la cosa più logica è fare e non dire che cosa fare.
Prendi il rock: è scomparso, perché quello bello ormai è già stato fatto, esiste ed è difficile che venga aggiunto nel repertorio rock qualcos’altro, è diventato quasi come la musica classica.
Mancando il rock, questo può essere sostituito dal “rock del 2000” che è ad esempio l’elettronica e io sto andando in quella direzione, però a poco a poco, perché come tutte le cose ci si arriva col tempo.
Assago 2.o?
FM-world – Quindi tu dici, giudicatemi sulla lunga distanza, su 8/10 anni…
C.C. – Sì, poi nel mio caso la gente dice “Ah fa Radio Cecchetto, perfetto, adesso farà Radio Capital Cecchetto”. Ma ricordiamoci, prima di tutto ci vogliono le risorse. E obiettivamente se non hai tutte le risorse deve arrivare a dei compromessi, nel senso che se ti dà qualcuno le risorse vuol metterci anche il suo parere, quindi alla fine è che non fai un prodotto tuo, fai un prodotto mediato dal finanziatore.
Dunque nel mio caso ok, con calma: ma penso di metterci un po’ meno di 10 anni. E poi non è che voglio diventare numero uno, voglio… mi piacerebbe che Radio Cecchetto diventasse qualcosa di nuovo, qualcosa che mancava.
DAB chiama WEB
FM-world – Tu sei stato anche in FM, Radio Cecchetto l’abbiamo sentita a Sanremo sui 106 MHz, e poi in DAB, però hai parlato solo di web….
C.C. – Attenzione, io continuo ad andare in DAB, io in DAB sono a Torino, Milano, Brescia, Genova, Roma e adesso a Napoli. Io comunque credo nel DAB, il DAB è quello che aiuterà la notorietà del web. Vedi, ti ho detto otto, dieci anni, ma credo che col DAB ce ne metteremo cinque.
In poche parole, divertimento e opportunità
FM-world – C’è qualcosa che vuoi dire a chi ci legge e ci ascolta, che ho dimenticato di chiederti?
C.C. – Dico solo che generalmente io mantengo le promesse. Noi ce la mettiamo tutta, il problema è che in questo momento le radio non divertono più… neppure chi le fa. Le radio sono nate perché c’erano dei ragazzi che andavano in un attimo al microfono, si divertivano e divertivano.
Ecco, bisogna ritornare a quell’epoca lì, a quel tipo di approccio alla radio, la radio è uno strumento per divertirsi.
E poi un appello, una cosa che dico a quelli che vogliono approcciarsi alla radio: attenzione, non è un lavoro, è un’opportunità.
(Marco H. Barsotti per FM-world)