Milleregioni, le voci del territorio

Eurovision Song Contest in Italia nel 2022: quale sarà la città prescelta?

È stata una serata davvero particolare quella di sabato scorso, 22 maggio, con la finale dell’Eurovision Song Contest dall’Olanda, che ha visto trionfare i Måneskin con ‘Zitti e buoni’ e l’Italia tornare a vincere questa straordinaria manifestazione musicale dopo molti anni (per la precisione l’ultima volta era stata nel 1990 con Toto Cutugno). Diversa dal solito anche la scelta di Rai1, nelle persone del direttore Stefano Coletta e del suo vice Claudio Fasulo, i quali, conseguendo anche una buona audience, hanno scelto di far presentare la kermesse dallo studio di Roma da Cristiano Malgioglio e Gabriele Corsi, mentre su Radio2 c’erano Ema Stokholma e Gino Castaldo e su San Marino Rtv (San Marino era in gara) Lia Fiorio e Gigi Restivo. Corsi era il presentatore ‘istituzionale’, per così dire, Malgioglio aveva naturalmente licenza di ‘divagare’ e ‘osare’ e l’ha fatto in abbondanza, dando un tono insolito all’intera serata (alla fine i due si sono pure scambiati gli abiti per dare corso alla scommessa fatta in caso di vittoria dell’Italia). Da notare anche che Corsi per tutta la trasmissione ha pronunciato il nome del gruppo rock italiano ‘Moneskin’, con una scelta (spiegata anche al pubblico) forse corretta ma decisamente ‘isolata’. E ora davvero tocca all’Italia organizzare l’edizione 2022 di questa manifestazione dell’EBU, una cosa sicuramente terribilmente impegnativa, ma anche assai prestigiosa, tanto che da molti anni correvano voci di un ‘disimpegno’ della Rai, che non voleva far vincere i nostri musicisti per non doversi accollare questa autentica sfida dell’organizzazione. La Rai ci ha tenuto a smentire questa diceria anche quest’anno in conferenza stampa ma diciamo che a questo punto la questione è evidentemente superata. Nel 2022 ci toccherà darci da fare, con gli occhi di tutto il nostro continente addosso, e diverse città stanno provando a candidarsi per ospitare l’evento. Ne ha scritto subito, fin da domenica scorsa, l’informatissimo e specializzatissimo sito eurofestivalnews.com (che, va detto, non ha nulla a che fare con gli organizzatori della kermesse europea): “Lo avevano già fatto in nottata Bologna, Milano e Pesaro, ma è bastata una mattinata di grande entusiasmo e tante congratulazioni per i Måneskin per aggiungere altre tre grandissime città italiane alla lista di quelle che si dichiarano interessate ad ospitare l’Eurovision Song Contest nel 2022. Il trionfo dei Måneskin a Rotterdam ha infatti permesso all’Italia di guadagnare l’opportunità di organizzare l’evento il prossimo anno e l’interesse non è di certo mancato: anzi, è arrivato da personalità importanti e primi cittadini di tutta Italia”. Le tre ‘grandissime città’ sono Torino, Roma e Napoli, mentre l’intera Toscana, tramite la Regione, si è detta a sua volta disponibile. Ma tutto evolve in fretta e poche ore dopo Alex Pigliavento, che è un po’ il coordinatore di eurofestivalnews.com, avvertiva: “Solo 4 città hanno i requisiti fondamentali per ospitare l’Eurovision Song Contest. Milano la scelta più funzionale”. “Ricordiamo – spiega il sito – che l’evento negli anni passati è stato ospitato già in Italia e per la precisione a Napoli (nel 1965, dopo la vittoria di Gigliola Cinquetti) e a Roma (nel 1991, dopo la vittoria di Toto Cutugno), quest’ultima ricordata come un’edizione non proprio brillante su più fronti (organizzativo in primis), dunque è anche arrivato il momento di un riscatto e di valutare diverse alternative”. In sostanza, sulla base delle richieste dell’EBU (European Broadcasting Union), che tra l’altro, contribuisce economicamente ai costi dell’organizzazione, a parte Milano (che sembra la scelta più razionale, se non probabile), solo Roma, Torino e Bologna sembrano, al momento, avere reali chances. Entro qualche mese in Rai si deciderà.

Le parole (italiane) del Giorno su Radio Italia

Si chiama ‘Le parole del Giorno’ la nuova rubrica radiofonica realizzata dall’omonimo quotidiano milanese in collaborazione con Radio Italia. Il breve programma va in onda ogni sabato e domenica alle 10.30. L’idea nasce da una semplice riflessione: quando scriviamo o parliamo usiamo troppi anglicismi, troppe parole inglesi e ci stiamo dimenticando la nostra lingua. ‘Le parole del Giorno’, in due minuti, aiuterà gli ascoltatori a riscoprire tutti quei termini italiani che possono tranquillamente essere usati al posto delle parole anglosassoni tanto di moda. La voce in onda è quella di Giancarlo Ricci, vicedirettore de ‘Il Giorno’: “Da un po’ di tempo, insieme agli amici di Radio Italia, stavamo ragionando su qualcosa da fare assieme. Durante una chiacchierata con Mario Volanti ci siamo resi conto di aver usato più parole inglesi che italiane. E allora abbiamo deciso di intraprendere questa ‘crociata’ per difendere la nostra lingua, così bella e ricca ma troppo spesso così maltrattata. Prenderemo spunto dalle notizie quotidiane per aiutare gli ascoltatori ad esprimersi meglio. Lo faremo in modo semplice e divertente. Una cosa del genere potevamo farla solo su Radio Italia, una Radio che già nel nome dimostra l’amore che prova per il nostro Paese. E per la nostra lingua”.

1 milione di euro per i media calabresi dalla Regione

Anche la Regione Calabria ha deciso di sostenere i media locali e allo scopo ha deliberato lo stanziamento di 1 milione di euro. Tra i destinatari del provvedimento, ci sono naturalmente anche le Tv e le Radio locali calabresi, a condizione che abbiano sede legale nella regione e in essa operino; inoltre devono produrre e diffondere informazione e format giornalistici di carattere locale con frequenza quotidiana. L’importo della sovvenzione è determinato sotto la forma di un contributo “una tantum”; per le Radio locali si va (a seconda del numero di dipendenti) da un minimo di 5.000 a un massimo di 15.000 euro; per le Tv, da un minimo di 10.000 euro a un massimo di 50.000. Gli aiuti saranno concessi in base all’ordine cronologico di ricevimento delle domande. Queste ultime dovranno essere compilate secondo il modulo che sarà disponibile sul sito calabriaeuropa.regione.calabria.it. La gestione dell’operazione, ‘Informa Calabria’, sarà a cura di Fincalabra Spa, che comunicherà anche le date di apertura e di chiusura delle domande di finanziamento; esse saranno disponibili, peraltro, anche sul citato sito Calabria Europa. “Ci auguriamo – ha dichiarato l’Assessore al Lavoro, Sviluppo economico e Turismo Fausto Orsomarso – che questo sostegno, con un’intensità legata al numero dei dipendenti delle aziende, oltre a essere un impulso per lo sviluppo economico della regione, rappresenti anche un contributo importante per garantire gli stipendi di giornalisti e operatori, in un momento difficile come quello attuale. Sostenere questo settore è un atto doveroso”. Oltre a Radio e Tv, possono partecipare all’operazione società editrici, cooperative e associazioni editoriali, con sede in Calabria, che editino testate giornalistiche cartacee e on line.

E stavolta è intesa fra AFI e Audiocoop sui diritti

È stata raggiunta nei giorni scorsi una storica intesa tra AFI, l’Associazione Fonografici Italiani, e AudioCoop, che per la prima volta, dopo diversi anni, trovano un accordo per la gestione dei diritti spettanti ai produttori musicali indipendenti. L’accordo oltre a stabilire un precedente importante, perché sancisce una collaborazione tra due diverse realtà del panorama musicale, assume una portata ancora più significativa perché ha l’obiettivo di sostenere, promuovere e accrescere il settore della discografia italiana indipendente. “AFI e Audiocoop sono realtà che hanno lavorato in parallelo per tanti anni, ma senza mai incontrarsi, oggi la situazione del settore e l’attuale contesto storico richiedono un atto di responsabilità ed una vera e propria comunione d’intenti, che vada oltre l’ideologia e permetta di adottare una visione globale e un approccio economico sempre più competitivo, che punti alla tutela dei mandatari e della musica” – ha commentato il noto dj e producer Sergio Cerruti, che è presidente di AFI. Da parte sua Giordano Sangiorgi, Presidente di AudioCoop – Coordinamento Etichette Discografiche Indipendenti, ha spiegato: “AudioCoop e AFI raggiungono un’intesa volta a dare maggiore potere contrattuale a totale vantaggio di tutti gli aventi diritto rappresentati. Infatti, nasce una collaborazione con lo scopo di far crescere ed aumentare le quote di risorse raccolte da parte dei più piccoli produttori indipendenti ed autoprodotti, secondo i nuovi modelli della discografia, tra i settori più fragili e più deboli ma tra i più innovativi”. A corredo dell’accordo si sancisce anche l’ingresso di AFI in qualità di main sponsor nel MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti che quest’anno torna a Faenza all’inizio di ottobre. Ancora Sangiorgi: “Questo accordo sul MEI ci permette, con il sostegno di AFI, di dare più attenzione alla nuova musica indipendente ed emergente italiana con una ancora maggiore attenzione del servizio pubblico della RAI e del MIC attraverso i suoi strumenti, per una manifestazione che è la più importante vetrina della nuova musica italiana e ogni anno, fin dalle prime edizioni, sforna nuovi talenti che raggiungono poi le vette delle classifiche e le principali kermesse musicali, rinnovando la musica italiana”.

Nuova sede per la Radio dell’Università di Macerata

Trova casa in una nuova sede la Radio di UniMc, l’Università di Macerata. “Locali ampi, luminosi e già pronti all’uso sono quelli che la Provincia ha messo a disposizione dell’Università – scrive il sito picchio news.it – . La collaborazione tra i due enti si rafforza ulteriormente e porterà al potenziamento della Web Radio dell’Ateneo”. Le tre nuove stanze, individuate al piano terra del Palazzo degli Studi, permetteranno di ospitare, oltre a un piccolo studio di registrazione, la redazione dell’emittente. Nonostante il lockdown imposto dalla pandemia, la Radio marchigiana (in sigla Rum) non ha mai spento i suoi microfoni, mantenendo uniti e coinvolti i giovani speaker, che hanno continuato a realizzare programmi di informazione, dibattito e intrattenimento, con dirette dedicate anche alle elezioni studentesche. “È stato un anno impegnativo, che, però, non ha fermato in alcun modo il lavoro dell’Ateneo – ha confermato il rettore Francesco Adornato – . La nostra ostinata fiducia nel futuro non ha avuto la minima flessione. Grazie anche alla disponibilità della Provincia, ci stiamo ricollocando in centro storico, andando oltre ciò che il terremoto aveva lesionato. L’attività della Radio ha contribuito a tenere unita la comunità accademica. I nuovi locali, nella speranza di un ritorno in presenza anche se regolato, offriranno ai nostri studenti uno spazio per mettersi alla prova e sperimentare insieme nuovi linguaggi e contenuti”.

Campania: i magnifici 45 anni di Radio Castelluccio

Il 14 maggio scorso Radio Castelluccio, o meglio oggi RCS75, storica emittente radiofonica di Battipaglia, in Campania, ha compiuto qualcosa come 45 anni di vita. “Un anniversario importante per un progetto carico di sogni e passione, fondato da un collettivo di battipagliesi doc, tra cui il compianto Mario Rossomando – scrive il sito locale battipaglianews.it – . Da anni ormai la Radio è sotto la gestione del figlio Lucio, che punta adesso a traghettare l’emittente verso il suo 50° compleanno”. La stessa Radio Castelluccio, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, ha a sua volta così commentato l’anniversario: “Il 14 maggio del 1976 iniziarono le trasmissioni di Radio Castelluccio, la prima Radio di tutta la provincia di Salerno. Da allora, la Radio non si è più fermata. Abbiamo scritto centinaia di pagine di storia, siamo stati un punto di riferimento costante con fiumi di musica, informazione, sport, valorizzazione e promozione del territorio dell’intero Sud Italia. Auguri, Mario, auguri a chi in tutti questi anni ha partecipato, auguri a quelli che ci hanno sempre creduto, auguri alla famiglia Rossomando e al nostro editore Lucio, che grazie alla sua lungimiranza è riuscito, dopo la scomparsa del papà nel 1997, a far camminare un’idea futuristica e a far diventare Radio Castelluccio un vero gruppo leader in provincia di Salerno e in Campania. Auguri a tutti i fedelissimi ascoltatori che negli anni hanno arricchito quell’idea del ‘76, auguri a tutti coloro che oggi contribuiscono e collaborano alla realizzazione di straordinari contenuti”. Non si tratta di parole d’occasione, perché basta seguire l’attività di RCS per accorgersi che l’emittente è ancor oggi vitalissima, che chi ci lavora lo fa con passione e dedizione, che la ricerca delle più opportune novità per migliorare costantemente le trasmissioni e le attività di Radio Castelluccio sono temi sempre all’ordine del giorno. Per esempio, la ‘Radiovisione’ naturalmente c’è (con presenza sul digitale terrestre campano) e viene realizzata con cura e attenzione. C’è poi una novità importante all’orizzonte, di cui ha riferito il sito di SeiTv, un’altra emittente locale di Battipaglia, dando anche altre informazioni di tutto rilievo su Radio Castelluccio: “Il gruppo RCS75 ha tre concessioni, 3 frequenze in FM, 2 concessioni DAB, una concessione con canale digitale terrestre 697 Regione Campania. È una partecipata di Radio Club 91, Radio Flegrea, Radio Giffoni Now. Trasmette da circa 20 anni in streaming, con le app su Apple store e Google play, fa parte della più grande piattaforma europea RadioPlayerItalia, è in Smart Tv su Amazon fireTv, è Radio ufficiale di Confindustria Salerno, fa parte del consorzio RadioDigitaleCampania, accreditata con UNISA e, ultimo traguardo in ordine di tempo, è accreditata ERASMUS+ Europa. Per festeggiare questi 45 anni la Radio il 2 giugno inaugurerà il più grande DigitalHub dedicato alla comunicazione radiotelevisiva, alla formazione, all’innovazione tecnologica”.

Lo speaker radiofonico: un lavoro ‘gratificante’?

Sul sito ravennaedintorni.it è apparso di recente un interessante approfondimento sul lavoro dello speaker radiofonico, prendendo spunto dall’attività del faentino Daniele Tigli, uno dei conduttori di Radio Studio Delta, notissima e seguita emittente romagnola. Simpaticamente autoironico è l’incipit della riflessione di Tigli sul proprio lavoro: «Se ci pensi bene, sei in una stanza insonorizzata e parli da solo. È normale preoccuparsi per la salute mentale di uno speaker in Radio». Tigli fa lo speaker da oltre trent’anni e peraltro ammette che non poteva andare diversamente: «Da bambino costruivo studi tv e radio con i Lego. Forse sono nato già tarato». Lavora a Studio Delta dal 2005 ed è uno dei sei conduttori che coprono le trasmissioni da Cesena dalle 6 alle 23. Sua è la voce in onda in questo periodo dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19: «Prima facevo la fascia 20-23 con le richieste degli ascoltatori. Un po’ mi manca». Altre riflessioni sulla sua attività al microfono: «Ogni volta la playlist è una sorpresa da scoprire. Noi teniamo tre-quattro canzoni pronte solo per le serate in cui c’è una partita di calcio importante o la finale di un qualche talent in Tv e quindi possono arrivare meno richieste». Peraltro le sorprese non mancano mai: «Capita di tutto, ad esempio c’è quello che ti gira il link Youtube del pezzo inciso dal cugino». Notte e pomeriggio per Tigli, allora, ma lui preferisce la prima mattina: «È la fascia più ascoltata con tutta la gente che sta andando al lavoro, dai il buongiorno alle persone da una Radio in cui non c’è praticamente nessuno. E poi alle 9 hai finito il turno, fai un po’ di redazione e ti ritrovi una giornata ancora intera per te». “Ma chi è l’ascoltatore nel 2021? – si chiede ravennaedintorni – . Calano i giovani, resiste l’autoradio”. E Tigli subito precisa: «È da parecchio che fanno il funerale alla Radio ma siamo ancora vivi. Anzi, il consumo di contenuti attraverso l’ascolto sta trovando nuovi spazi, come dimostrato dai podcast o dal nuovo social Clubhouse. Però le opportunità sono talmente tante che anche per questo le Radio stanno perdendo i giovani. Siamo ascoltati soprattutto nella fascia d’età 15-65, meno in casa, tanto in auto e restiamo ancora una scelta per molti negozi». Ma come si impara a fare lo speaker ‘come si deve’?: «Io ho imparato sul campo, come tutti i miei colleghi. La condizione necessaria direi che è la passione per il mezzo e magari la conoscenza dell’inglese aiuta per le pronunce. Nel mio caso il teatro mi ha aiutato a essere meno timido. Poi un po’ di parlantina è ovvio che serve. Ma ancora di più serve capire quando stare zitti». Tigli ha iniziato nella ‘gloriosa’ Radio Base di Faenza. Si è trovato davanti al microfono a 13 anni (oggi ne ha 45). Dopo Base c’è stato il passaggio a Rcb di Castelbolognese e infine è arrivata Studio Delta. Ma quanto e come parlare e quando è opportuno lasciare spazio alla musica? «Ogni Radio ha un suo software che aiuta il conduttore, da noi c’è una barra colorata sullo schermo. Ma se parliamo di musica pop, uno speaker con esperienza capisce il momento giusto anche con un pezzo al primo ascolto, il cliché è abbastanza ripetitivo». La barra di cui parla Tigli è un indizio di come sia cambiato il lavoro dello speaker: «Quando ho iniziato dovevo gestire due vinili, quello in onda e quello con la canzone successiva, cercando di sincronizzare bene outro e intro. Poi avevo delle cassettine con i jingle e gli spot che mandavo in onda e riavvolgevo per il passaggio successivo. E in mezzo a tutto questo magari rispondevo pure alle telefonate degli ascoltatori…». E ancora la questione della ‘qualità della voce’: «Alla voce ora si dà un’importanza diversa. Una volta c’erano voci davvero belle, con un timbro che le ha rese storiche. Cito Fernando Proce, per dirne uno. Era impensabile arrivare ai livelli più alti di questo lavoro se non avevi fatto corsi di dizione e il tuo accento lasciava capire da dove venivi. Ora ci sono accenti come il milanese o il romano che invece sono quasi cercati». A Studio Delta ogni conduttore prepara gli argomenti di cui parlerà: «Siamo una Radio di flusso, da noi il parlato è molto ridotto. Non ci sono autori che preparano testi, ogni speaker lo fa per sé. A me piace prendere spunto dalle canzoni che passiamo per dare aneddoti, curiosità». Infine la paura delle gaffes: «Capitano a tutti. Con una certezza: se ti capita ci sarà sempre qualcuno che l’ha sentita e scriverà alla Radio per farlo notare. Non passa mai inosservata».

Il mirto, il rally e Radio Mirtò

La bella esperienza di Radio Mirtò, in Sardegna, si rinnova all’interno dell’evento costituito dalla tappa del Mondiale Rally WRC di Olbia, dal 3 al 6 giugno prossimi. Mirtò, il Festival internazionale del Mirto, una ‘gloria’ della Sardegna, ha deciso così di giocare una nuova importante carta nell’ambito degli eventi dell’estate 2021 nell’isola. Radio Mirtò è un format di successo che tornerà dunque nei giorni del rally sulle frequenze dell’emittente radiofonica regionale Radio Super Sound e su Radio Onda Stereo di Alghero. In chiave multimediale questa esperienza radiofonica sarà accompagnata anche da iniziative televisive e social. Il tutto grazie alla collaborazione con Gallura Live, che trasmette in DTT sul canale 815, con Telesardegna di Nuoro (canale 14 Lcn), alle pagine social di Facebook, Instagram e Twitch e al canale Youtube dedicato. Inoltre ci saranno degli speciali trasmessi dal nuovo canale ACI Sport Tv, presente su Sky al canale 228. “Un connubio con la musica, quello celebrato da Radio Mirtò, siglato attraverso il marchio Ritmò, che ha caratterizzato gli eventi musicali andati in scena durante il Festival (del Mirto) – scrive fra gli altri sardegnareporter.it – . Ma che nel tempo ha saputo abbracciare tanti appuntamenti: cultura, archeologia e la valorizzazione dell’artigianato artistico. Sempre partendo dall’elemento chiave, il mirto”. Radio Mirtò, in sostanza, diventerà durante i giorni del rally un contenitore ideale (protagonista sarà anche il noto speaker Tommy Rossi) che metterà insieme sport, enogastronomia, presentazioni di libri e tanta musica. Fondamentale sarà la collaborazione con l’Automobile Club di Sassari.

Mauro Roffi
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