“Vincerà sempre chi ha qualche cosa da dire”: il futuro della radio secondo l’ad Paolo Salvaderi

Un bilancio di fine anno positivo per il gruppo RadioMediaset: a tracciarlo è l’amministratore delegato Paolo Salvaderi, contattato da Rockol.it.

“Vincerà sempre chi ha qualche cosa da dire”, dichiara nell’intervista rilasciata a Claudio Cabona, dove – di fatto – si parla del mezzo ‘radio’ che anche questa volta è riuscito a vincere le sfide più complesse.

“Il 2023 è stato un anno importante non solo per noi, ma anche per il comparto – ha sottolineato Salvaderimerita un’analisi ad hoc soprattutto dopo le pesanti difficoltà causate dal covid e più recentemente dalla guerra che ha portato a un rialzo dei costi dell’energia con conseguenze impattanti per tutti. Si chiuderà l’anno con un +6% di investimenti rispetto al 2022, questo significa che il settore ha retto il colpo e non è stato eroso dalle piattaforme digitali”.

L’ad di RadioMediaset evidenzia il fatto che la pandemia abbia stimolato il settore ad accelerare su vari fronti, in primis per quanto concerne l’utilizzo della tecnologia. E dichiara di non temere le piattaforme digitali.

“Non vediamo come un concorrente Spotify” – evidenzia nell’intervista“ma come una piattaforma capace di accogliere i nostri contenuti esclusivi”.

In conclusione, per Salvaderi “la radio del futuro non potrà prescindere da ciò che è oggi, ovvero un piatto caldo cucinato 24 ore su 24 dove la forza di coinvolgimento di chi parla, le tecnologie, la passione, la professionalità saranno centrali”.

L’intervista è disponibile cliccando QUI.

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Mario Biondi: “Vorrei che le radio sostenessero il prodotto nazionale”

“Volete fare i rivoluzionari? Volete fare qualcosa per la musica italiana? Boicottate tutte le radio che programmano musica straniera. Fatelo per una settimana, se non bastasse per due, ma siate coerenti e vedremo insieme se essere uniti per la musica può servire. Coraggio!”.

Le parole postate sui social network da Mario Biondi hanno creato un ‘vespaio’ in poche ore, tanto da generare migliaia di commenti anche da parte di addetti ai lavori.

Una vicenda che ha spinto l’artista catanese, che a sua volta ha raramente cantato nella propria lingua, ad una serie di repliche.

“Sovranista, rincoglionito, incoerente, sfigato, scemo, stupido, assurdo, imbarazzante, poco serio, da abolire, blasfemo, ridicolo. Le persone frustrate devono necessariamente vedere il peggio negli altri per sentirsi migliori, il primo post successivo condiviso sul web.

Su Rockol, poi, il chiarimento in una lunga intervista: “Vorrei solo che le radio sostenessero il prodotto nazionale”.

Biondi sostiene che sia una idiozia “considerare sovranista chi propone una maggiore presenza della musica prodotta in Italia non merita commento; in Francia, dove le “quote” sono operative da molti anni, senza che nessuno gridi allo scandalo, il sistema funziona perché genera redditi di diritti (d’autore e fonografici) per le etichette discografiche francesi, anche quando stampano e distribuiscono canzoni non in lingua francese”. 

Il tutto in attesa di ulteriori commenti.

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