Livigno in FM: che cosa si ascolta sul confine con la Svizzera

Livigno è una nota località della provincia di Sondrio, sul confine con la Svizzera, ad un’altitudine di oltre 1.800 metri.

Frequentata durante la stagione invernale per le piste sciistiche, è punto di riferimento anche durante le vacanze estive.

Un nostro lettore ci ha invitato un bandscan FM realizzato proprio in questo mese di agosto, specificando che la conformità del paese non permette di ricevere segnali da postazioni diverse da quelle di zona.

Ringraziandolo per la condivisione, pubblichiamo l’elenco frequenze della località alpina.

88.3 Radio Mater
89.3 Radio Maria
90.0 Radio Number One
90.3 Radio Radicale
90.6 Radio 24
91.0 Radio Lombardia
92.1 Radio Capital
94.3 RDS 100% Grandi Successi
94.6 Radio Monte Carlo
95.0 Rai Radio1
95.3 Radio Mater
96.1 TSN FM
96.8 Rai Radio2
97.5 Radio Italia Solo Musica Italiana
98.3 Virgin Radio
98.9 Rai Radio3
100.7 R101
101.0 Radio Valle Camonica
101.4 Radio Number One
102.5 RTL 102.5
103.0 Radio Deejay
103.3 Radio Kiss Kiss
103.9 Radio Zeta
104.5 RTL 102.5
105.0 R101
105.9 Radio Supersound
106.8 Radiofreccia
107.4 Radio 105
107.7 Discoradio

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]

Tra verità e luoghi comuni: diventa virale il video su “Radio Maria che prende sempre e ovunque”

“Perché Radio Maria prende sempre e ovunque?”: la domanda non è nuova e – spaziando tra verità e luoghi comuni – se la sono posti anche a Geopop, progetto editoriale di Ciaopeople, il Media Group a cui sono legati Fanpage.it, The Jackal e Cookist.

Il direttore editoriale Andrea Moccia, in un video realizzato da Matteo Di Micco che condividiamo, ha voluto spiegare, cercando di semplificare al massimo, il motivo per cui l’emittente religiosa con sede a Erba (Co) è facilmente sintonizzabile in FM in tutta Italia.

Dopo aver introdotto il concetto di modulazione di frequenza, Moccia sottolinea che Radio Maria è l’emittente col maggior numero di ripetitori in Italia (oltre 850), motivandolo dal fatto che la sua espansione è avvenuta tra gli anni ’80 e ’90, “quando ancora non c’era una legge che regolamentasse il sistema delle telecomunicazioni private”.

Il riferimento – anche se non esplicitato – va alla Legge Mammì che risale al 1990, ma il discorso sarebbe analogo anche per tutti gli altri network che hanno trovato il loro sviluppo nello stesso periodo. Radio Maria non ha compiuto nulla di particolarmente diverso. Semplicemente ha deciso di investire anche in vallate poco abitate e zone meno appetibili commercialmente, su cui altre emittenti non hanno focalizzato l’attenzione (o lo hanno fatto solo in un secondo momento).

Moccia parla anche della modulazione di Radio Maria che, in quanto mono, risente meno dei disturbi a cui è soggetta la stereofonia. Anche questo è vero, ma allo stesso modo il discorso vale per altre reti nazionali quali Radio 24, Radio Radicale, Rai Isoradio e Rai GR Parlamento. Essendo realtà prevalentemente parlate (o comunque su cui la musica non rappresenta il contenuto principale) hanno optato per una scelta che limitasse i fruscii nei momenti dedicati al “talk”.

Quindi è vero che in FM Radio Maria prende praticamente dappertutto, ma non si può nemmeno negare che network quali RTL 102.5 o RDS 100% Grandi Successi non godano di una rete altrettanto ben strutturata.

E se il nodo cruciale fosse il contenuto? Radio Maria è difficilmente confondibile con altre emittenti – ad eccezione di qualche competitor religioso – per cui, facendo zapping, la identifichiamo all’istante, senza il bisogno di RDS o RadioText, contribuendo alla percezione – forse più estesa di quanto lo sia veramente – di essere il network con la migliore copertura d’Italia.

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Segnali “invisibili”: le frequenze a 50 KHz, anomalia dell’FM Italiana

In vent’anni di FM-world, sono diversi i processi di cambiamento che hanno riguardato la radiofonia italiana.

Tralasciando i contenuti e concentrandoci su questioni strettamente tecniche, le modalità di fruizione del mezzo si sono parcellizzate su diversi device e l’immagine è diventata una componente importante per molte realtà.

La radio resta tuttavia l’unico medium che, oltre al digitale, continua a trasmettere ancora su frequenze analogiche (FM) e, tra le anomalie che contraddistinguono il nostro Paese, c’è quello delle modulazioni su frequenze FM a 50 KHz, quasi del tutto assenti all’estero.

Da quando sono arrivate le sottoportanti RDS (Radio Data System) – e parliamo ormai di trent’anni fa – tutte le emittenti che avevano sfruttato intercanali per cercare spazi in un etere saturo hanno immediatamente tentato di “arrotondare”, per non essere tagliati fuori dalla ricezione in auto (e non solo).

Per essere più chiari, frequenze del tipo 92.350 o 104.650 MHz non riescono ad essere agganciate dalle autoradio e/o dai ricevitori dotati di RDS, in quanto la sottoportante utilizzata per il cambio di frequenza automatico non supporta i segnali “rotti”, ma solo quelli pieni (facendo un esempio concreto: 92.3 o 92.4, ma non 92.35).

Negli anni, grazie ad accordi con gli Ispettorati locali e con le emittenti “vicine di frequenza”, molte realtà sono riuscite ad arrotondare emissioni che, di fatto, erano diventate invisibili per la maggiorparte dei ricevitori, salvo eventuali e complesse sintonizzazioni manuali. Spesso a fronte di bruschi cali di potenza, per mantenere la protezione verso le emittenti a cui ci si avvicinava (un passaggio da 92.35 a 92.4, per esempio, poteva danneggiare il segnale di un’emittente limitrofa, diffusa a 92.5 o 92.6 MHz). Meglio quindi un segnale debole ma agganciabile, che potente ma “fuori frequenza”.

Ancora oggi, tuttavia, esistono impianti eserciti a 50 KHz, o per mancato accordo o per disinteresse ad arrotondare (caso che riguarda soprattutto piccole emittenti locali).

Facendo un’analisi dello spettro FM delle principali città italiane, Milano e Roma risultano oggi prive di frequenze “rotte” (ve ne sono ancora alcune in provincia, anche se si tratta di casi ormai eccezionali ed isolati).

A Torino “resistono” i 104.45 di Radio Radicale (la quale tuttavia dispone anche di un “pieno” 102.8) ed i 105.25 della indipendente Radio Black Out.

Sembra paradossale, poi, che a Firenze le uniche realtà che “soffrono” di questo problema siano due reti Rai: GR Parlamento sugli 88.05 e Radio1 sui 106.05 (il cui impianto principale, tuttavia, modula a 87.8 MHz). In entrambi i casi, si tratta di frequenze che sono state rilevate in tempi relativamente recenti dall’Emittente di Stato da privati.

Altri casi, più o meno sporadici, arrivano da Napoli con i 94.85 di Radio Antenna Due e da Bari con gli 89.95 Tele Radio Buon Consiglio, oltre ad un impianto locale di RDS sui 95.65, ampiamente supportato da diverse altre frequenze “piene”.

La città (e relativa regione) che al momento sembra conservare più “cinquantini” (come vengono citati in gergo da alcuni addetti ai lavori) è Bologna.

Nel capoluogo emiliano sono ben otto le frequenze che ancora oggi operano su canali “a metà”. Due sono collegati a Radio Deejay, anche se si tratta di due impianti marginali, ampiamente compensati da tre potenti frequenze “piene” che non provocano di certo carenze di segnale al network GEDI. Nello specifico il caso riguarda gli 88.95 per la zona est della città ed i 98.85 per l’area di Casalecchio di Reno. Modulano a 50 KHz gli 88.45 della religiosa Radio Evangelo – a cui tuttavia affianca i “pieni” 88.3 – così come si trovano in una situazione analoga pure Radio Città del Capo (94.7 e 96.25) e Radio Nettuno (96.65 e 97.0). Le uniche realtà che non godono di impianti alternativi sono le locali Ciao Radio (93.25) e Radio Budrio (105.85), oltre al segnale di zona di Radio Sabbia (103.95).

Si riuscirà a raggiungere il pareggio per tutti questi canali?

Intanto, da pochi mesi Radio Zeta a Bologna ha arrotondato gli ex-106.25 a 106.2 ed un passaggio quasi analogo (da 106.15 a 106.2) ha riguardato, in queste ore, Radio Circuito 29 a Reggio Emilia.