In vent’anni di FM-world, sono diversi i processi di cambiamento che hanno riguardato la radiofonia italiana.
Tralasciando i contenuti e concentrandoci su questioni strettamente tecniche, le modalità di fruizione del mezzo si sono parcellizzate su diversi device e l’immagine è diventata una componente importante per molte realtà.
La radio resta tuttavia l’unico medium che, oltre al digitale, continua a trasmettere ancora su frequenze analogiche (FM) e, tra le anomalie che contraddistinguono il nostro Paese, c’è quello delle modulazioni su frequenze FM a 50 KHz, quasi del tutto assenti all’estero.
Da quando sono arrivate le sottoportanti RDS (Radio Data System) – e parliamo ormai di trent’anni fa – tutte le emittenti che avevano sfruttato intercanali per cercare spazi in un etere saturo hanno immediatamente tentato di “arrotondare”, per non essere tagliati fuori dalla ricezione in auto (e non solo).
Per essere più chiari, frequenze del tipo 92.350 o 104.650 MHz non riescono ad essere agganciate dalle autoradio e/o dai ricevitori dotati di RDS, in quanto la sottoportante utilizzata per il cambio di frequenza automatico non supporta i segnali “rotti”, ma solo quelli pieni (facendo un esempio concreto: 92.3 o 92.4, ma non 92.35).
Negli anni, grazie ad accordi con gli Ispettorati locali e con le emittenti “vicine di frequenza”, molte realtà sono riuscite ad arrotondare emissioni che, di fatto, erano diventate invisibili per la maggiorparte dei ricevitori, salvo eventuali e complesse sintonizzazioni manuali. Spesso a fronte di bruschi cali di potenza, per mantenere la protezione verso le emittenti a cui ci si avvicinava (un passaggio da 92.35 a 92.4, per esempio, poteva danneggiare il segnale di un’emittente limitrofa, diffusa a 92.5 o 92.6 MHz). Meglio quindi un segnale debole ma agganciabile, che potente ma “fuori frequenza”.
Ancora oggi, tuttavia, esistono impianti eserciti a 50 KHz, o per mancato accordo o per disinteresse ad arrotondare (caso che riguarda soprattutto piccole emittenti locali).
Facendo un’analisi dello spettro FM delle principali città italiane, Milano e Roma risultano oggi prive di frequenze “rotte” (ve ne sono ancora alcune in provincia, anche se si tratta di casi ormai eccezionali ed isolati).
A Torino “resistono” i 104.45 di Radio Radicale (la quale tuttavia dispone anche di un “pieno” 102.8) ed i 105.25 della indipendente Radio Black Out.
Sembra paradossale, poi, che a Firenze le uniche realtà che “soffrono” di questo problema siano due reti Rai: GR Parlamento sugli 88.05 e Radio1 sui 106.05 (il cui impianto principale, tuttavia, modula a 87.8 MHz). In entrambi i casi, si tratta di frequenze che sono state rilevate in tempi relativamente recenti dall’Emittente di Stato da privati.
Altri casi, più o meno sporadici, arrivano da Napoli con i 94.85 di Radio Antenna Due e da Bari con gli 89.95 Tele Radio Buon Consiglio, oltre ad un impianto locale di RDS sui 95.65, ampiamente supportato da diverse altre frequenze “piene”.
La città (e relativa regione) che al momento sembra conservare più “cinquantini” (come vengono citati in gergo da alcuni addetti ai lavori) è Bologna.
Nel capoluogo emiliano sono ben otto le frequenze che ancora oggi operano su canali “a metà”. Due sono collegati a Radio Deejay, anche se si tratta di due impianti marginali, ampiamente compensati da tre potenti frequenze “piene” che non provocano di certo carenze di segnale al network GEDI. Nello specifico il caso riguarda gli 88.95 per la zona est della città ed i 98.85 per l’area di Casalecchio di Reno. Modulano a 50 KHz gli 88.45 della religiosa Radio Evangelo – a cui tuttavia affianca i “pieni” 88.3 – così come si trovano in una situazione analoga pure Radio Città del Capo (94.7 e 96.25) e Radio Nettuno (96.65 e 97.0). Le uniche realtà che non godono di impianti alternativi sono le locali Ciao Radio (93.25) e Radio Budrio (105.85), oltre al segnale di zona di Radio Sabbia (103.95).
Si riuscirà a raggiungere il pareggio per tutti questi canali?
Intanto, da pochi mesi Radio Zeta a Bologna ha arrotondato gli ex-106.25 a 106.2 ed un passaggio quasi analogo (da 106.15 a 106.2) ha riguardato, in queste ore, Radio Circuito 29 a Reggio Emilia.