Le prospettive della Radio e del mondo dell’audio secondo Confindustria Radio Tv

Lo scorso martedì 4 ottobre, nell’ambito del Prix Italia 2022 (come abbiamo puntualmente riferito su FM-world), si è svolto a Bari l’importante convegno ‘Sustainable Sound – From Radio to Public Service Audio’, nel corso del quale un bel panel di esperti si è confrontato sulle prospettive della Radio (e appunto del mondo dell’audio complessivamente inteso) al tempo di piattaforme digitali, algoritmi, comandi digitali e podcast. Il tutto in occasione della presentazione del volume, coordinato dall’Ufficio Studi della Rai, “Ecosistema Audio-suono. Dalla Radio all’Audio di servizio pubblico”, nell’ambito del quale l’Ufficio Studi di Confindustria Radio Tv ha curato l’analisi del Sistema Audio-Suono visto dall’Italia. Su questo libro, di indubbio interesse, torneremo presto.

Secondo quanto evidenziato nel corso dell’evento pugliese, comunque, la Radio rimane la fonte sonora più ascoltata (con oltre il 50% del tempo di ascolto), ma i nuovi formati disponibili hanno influenzato le modalità di ascolto. Lo smartphone è così il dispositivo più utilizzato in Italia per ascoltare i podcast (79%) e gli audiolibri (81%), e, secondo i dati dell’Osservatorio Smart & Connected Car del Polimi, circa il 40% del parco auto circolante è composto da automobili connesse. In uno scenario totalmente variegato e in trasformazione, è pertanto necessaria, secondo la citata associazione CRTV, una riflessione sulle sfide del futuro.

Durante il suo intervento a Bari, il presidente di Confindustria Radio Tv Franco Siddi ha evidenziato come: “Il sistema audio nei prossimi dieci anni sarà sempre più ibridato tra audio lineare, in diretta dal vivo, e digitale con contenuti specifici o on demand. Per fronteggiare questa rivoluzione è necessaria una strategia soft di accompagnamento intelligente che non lasci indietro i pubblici tradizionali, composti perlopiù da anziani, pur guadagnandone di nuovi, anche se, con un audio sempre più frammentato tra i giovani. Lo studio indica che il modo migliore per affrontare la sfida che si sta giocando sul campo dell’ascolto è essere sostenibili, sia dal punto di vista ecologico che economico”.

Siddi ha poi illustrato le citate sfide più importanti che ci aspettano: “Tra questi il DAB è sicuramente un passaggio ineludibile che deve vedere impegnate l’Italia e l’Europa, perché l’infrastruttura DAB è necessaria per ammodernare il nostro Paese ed assicurare una qualità di trasmissione audio ovunque. Finché questo processo non riguarderà tutti gli attori del sistema, non sarà possibile dire di fare Servizio Pubblico”.

Ma c’è un altro ‘fronte’ importante da considerare. È l’evoluzione delle misurazioni, che nello scenario della Radio ibrida, “devono evolversi man mano che il campo si allarga”.

L’ultima sfida individuata durante l’intervento è quella dell’interdipendenza del lavoro e della connessione continua, che portano alla necessità di mettere a punto nuove figure professionali trasversali che lavorino tra loro.

Infine una notizia di un certo rilievo: “Confindustria Radio Tv può annunciare che il suo Ufficio Studi ha impostato una piattaforma di monitoraggio del sistema audio allargato (inclusi i servizi di streaming e i contenuti on-demand come podcast e audiolibri). Tale database permetterà di elaborare dati ed analisi ad uso interno per gli associati CRTV e, periodicamente, dati pubblici sull’evoluzione del mercato”.

Mauro Roffi
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Love FM: nuova versione per la “visual radio”

Ha preso il via la nuova versione “visual” di Love FM.

In simulcast con la diffusione radiofonica, vengono trasmessi i video dei brani in onda, con titoli, slide show e jingle animati.

Inoltre, sulla tv di Love FM – durante gli splittaggi areali – vengono trasmesse esibizioni live degli artisti più famosi.

Love FM “visual” è disponibile sulla app propria e sui principali aggregatori (tra cui quello di FM-world). Presto anche su lovefm.it.

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98 anni di radio in Italia: il primo annuncio, il 6 ottobre 1924

Il 6 Ottobre 1924 alle 21.00 esordiva la radio in Italia, che oggi compie quindi 98 anni.

La prima voce a trasmettere via etere – secondo le ricostruzioni più recenti – sembra essere stata quella di Ines Viviani Donarelli, anche se per molto tempo l’annuncio inaugurale venne attribuito a Maria Luisa Boncompagni, che ebbe successivamente una lunga carriera, tanto da essere ricordata come “zia Radio” e “l’usignolo della radio”.

A chiarire il dilemma della trasmissione inaugurale fu Barbara Scaramucci, già direttrice delle Teche RAI, che nel 1997 scoprì che dai documenti originali degli archivi RAI di Firenze risultava che la voce del primo annuncio dell’URI fosse – appunto – quella di Ines Viviani Donarelli.

Il palinsesto inaugurale prevedeva un concerto di musica operistica, un bollettino meteo e le notizie della borsa e venne così annunciato:

“Uri, Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d’onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari, il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto opera 7 primo e secondo tempo”.

Quel “che vi sta parlando” pare fosse stato tagliato da vecchie registrazioni – non se ne conosce il motivo – portando così l’attribuzione dell’annuncio a Maria Luisa Boncompagni.

Vera o presunta che sia questa ricostruzione, l’audio dell’annuncio è contenuto nel sito radiodrammi.it.

Passando a questioni puramente tecniche, la lunghezza d’onda era pari a 425 metri, il che significava che la frequenza trasmetteva circa a 705 KHz.

L’URI, Unione Radiofonica Italiana, prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia, era stata fondata poche settimane prima, il 27 Agosto 1924.

Si trattava di un accordo tra due importanti gruppi del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari). Presidente della Società era Enrico Marchesi, ex direttore amministrativo della FIAT di Torino.

La prima stazione trasmittente si trovava a Roma, a cui seguirono Milano nel 1925, Napoli nel 1926 e Torino nel 1929.

Nel gennaio 1928, l’URI diventava EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, per poi adottare la definitiva e ancora attuale denominazione RAI col finire della guerra.

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Drive time: che cosa si ascolta quando si va e si torna dal lavoro?

Il “drive time” è quel momento della giornata in cui la maggior parte della gente va e torna dal lavoro.

Durante il “drive time”, l’ascolto della radio raggiunge ovviamente i maggiori picchi dell’intera giornata.

Che tipo di contenuti scegliete durante questo tragitto? Programmi parlati o musicali? Intrattenimento o informazione?

Ne parliamo nel podcast di questa settimana.

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Marco Mengoni conquista le radio con “Tutti i miei ricordi”

Marco Mengoni con “Tutti i miei ricordi” è il brano più trasmesso in radio, secondo l’aggiornamento della EarOne Airplay Midweek di martedì 4 ottobre.

Il nuovo successo dell’artista viterbese conquista così le playlist, a poche settimane della sua uscita.

Al secondo posto si posizionano i Coldplay con “Humankind”, mentre terza è Lizzo con “2 Be Loved (Am I Ready)”.

Completano la ‘top five’ che raccoglie i dati che vanno da venerdì 30 settembre a lunedì 3 ottobre Annalisa con “Bellissima” (quarta) ed il duo Elisa – Jovanotti con “Palla al centro” (quinti).

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90 milioni per l’editoria, compresi i fondi per Radio e Tv

È un periodo molto agitato per l’emittenza radiotelevisiva, che, per cominciare con il ‘caso’ più clamoroso, ha visto l’emanazione nelle scorse settimane di una importante (e per certi versi inattesa) sentenza del Consiglio di Stato che ha parzialmente annullato gli effetti del regolamento sui contributi alle Tv locali commerciali per gli anni 2016 e 2017.

I criteri previsti dal regolamento a favore delle emittenti di maggiori dimensioni (le prime 100 collocate in graduatoria) sono stati cancellati, sia pure dopo diversi anni, e quindi la distribuzione dei fondi per quelle annualità è stata ‘rideterminata’ in questi giorni dal Ministero dello Sviluppo Economico, con la conseguente necessità di erogare somme ad alcune emittenti televisive e di (almeno in prospettiva) ottenere somme in restituzione da altre. A complicare il tutto il fatto che negli anni successivi il regolamento in questione è stato inserito in una legge, sottraendolo dunque alla competenza della magistratura amministrativa.

Passando a temi che riguardano più da vicino le emittenti radiofoniche, c’è da segnalare il recente decreto legge “aiuti ter”, che prevede un ulteriore credito di imposta per le imprese con potenza disponibile pari o superiore 4,5 kW (le emittenti sono in specifico coinvolte). Naturalmente il problema è quello del fortissimo ‘caro energia’, che colpisce in particolare le Radio italiane. Il nuovo credito di imposta è pari al 30 per cento delle spese sostenute per l’acquisto di energia elettrica che sarà effettivamente utilizzata nei mesi di ottobre e novembre 2022. Il provvedimento è giudicato, in generale, un primo passo positivo, anche se non risolutivo, di un problema purtroppo di dimensioni molto ampie.

Ma stavolta segnaliamo soprattutto il recentissimo DPCM dell’uscente Governo Draghi, che ripartisce le risorse del Fondo Straordinario per l’Editoria, pari (per ora) a 90 milioni di euro per l’anno 2022 (per il 2023 sono già previsti altri 140 milioni).

La ripartizione dei 90 milioni prevede l’assegnazione di 15 milioni per un ‘bonus edicole’ (sembra meritoria l’assegnazione di fondi a un comparto commerciale da anni in forte difficoltà), 28 ai giornali in relazione al numero di copie vendute nel 2021, 12 per l’assunzione di giovani giornalisti e professionisti con competenze digitali e per la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti giornalistici co.co.co (e anche qui non si può non si può non vedere di buon occhio l’intento di stabilizzare il più possibile il comparto giornalistico, da molti anni alle prese con un forte ‘precariato’).

35 milioni sono assegnati invece quale contributo per gli investimenti in tecnologie innovative effettuati dalle Tv nazionali e locali, dalle emittenti radiofoniche e dalle imprese editoriali di quotidiani e periodici, comprese le agenzie di stampa.

“Ho lavorato molto durante tutto il mio mandato per garantire pieno supporto ad un comparto strategico, essenziale per il pluralismo dell’informazione e per la nostra democrazia e il Fondo potrà contribuire in maniera decisiva all’obiettivo ultimo che è quello di avere un comparto sano, solido, più moderno e pronto a raccogliere ed affrontare le sfide del futuro” – ha detto Giuseppe Moles.

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha invece messo l’accento sui provvedimenti a favore dei giornalisti, definendoli “un passo avanti per contrastare il precariato nell’editoria e per destinare l’assegnazione di risorse pubbliche a chi genera lavoro di qualità, più stabile e retribuito meglio in un settore fondamentale per la vita democratica del Paese come l’informazione”.

Mauro Roffi
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