Radio RCS Sicilia: “Dateci una mano a non chiudere!”

È una storia tutta siciliana, anzi di una delle parti meno note, forse, dell’isola, ma è anche indicativa di una situazione di difficoltà di non poche emittenti radiofoniche locali, nate magari nei lontani anni ’70, legata non solo a problemi economici ma anche e soprattutto alle difficoltà collegate al normale e inevitabile ‘ricambio generazionale’ ai microfoni e nella gestione.

Perché in queste stazioni storiche nate in Fm, almeno in quelle sopravvissute per tutti questi anni, non è facile trovare qualcuno che voglia continuare l’attività degli scorsi decenni, mentre magari è molto più facile aprire una pagina nuova dal punto di vista radiofonico direttamente sul Web.

Bando alle ciance ed eccovi, raccontata dai diretti protagonisti, la storia di Radio RCS Sicilia di Serradifalco (Caltanissetta) e delle sue disavventure di questi giorni, che potrebbero anche portare alla sua chiusura.

Vediamo quindi, con qualche sintesi, cosa è comparso in queste ore in un post pubblicato sulla pagina Facebook dell’emittente siciliana:

“Parleremo di Radio RCS; della radio che abbiamo sempre definito ‘dei serradifalchesi’. RCS, per chi non lo sapesse ancora, è infatti l’acronimo di Radio Cooperativa Serradifalco. ‘Cooperativa’, perché, quando nel lontano 1979 fu realizzata, un bel gruppo di (all’epoca) giovani… incuriositi della novità delle ‘radio libere’ del periodo e, soprattutto, spinti da passione per la musica e non solo, decisero di mettere su una stazione radio…

Dopo qualche anno, anche altri giovani, spinti da curiosità e passione che forse non credevano nemmeno di possedere, si sono avvicinati alla radio. Anche perché, in quel periodo, in parecchi fra i fondatori, per vari motivi (soprattutto per il lavoro trovato lontano da Serradifalco) hanno lasciato la radio. A tutti venne chiesto se volessero prendere in eredità la radio; fra coloro che risposero di sì ci fu Lillo Lauricella, l’unico, fra loro, che da allora non l’avrebbe mai abbandonata.

Chi ci legge sta forse realizzando che stiamo raccontando, in breve, la storia di Radio RCS. No, non è così. Vogliamo invece dirvi che, come accadde negli anni ‘80 del secolo scorso, è nuovamente arrivato il momento di un cambio generazionale…

Nel corso di questi 41 anni siamo riusciti ad imporci nel mondo radiofonico e ci siamo regalati un bel po’ di soddisfazioni grazie anche all’impegno e alla passione di tanti collaboratori o semplici speakers che, nel corso degli anni, si sono alternati con programmi, rubriche e organizzazione di eventi vari. Chi è passato dalla radio può solo avere bei ricordi.

Purtroppo, però, negli ultimi tempi i giovani non si sono più avvicinati a questa realtà. Non hanno più la curiosità che avevamo noi negli anni ’80; quindi non si è potuto creare un ‘vivaio’ che avrebbe potuto sostituirci in occasione del nuovo cambio generazionale. Il momento di dare nuova linfa a Radio RCS, però è improrogabile! È arrivato il momento che qualcuno di buona volontà e desiderio di tenere ancora in vita questa MERAVIGLIOSA realtà, che è la radio, si faccia avanti. La radio in generale, e quindi anche RCS, può rappresentare una forma di lavoro e guadagno, se gestita in maniera adeguata.

Chi fosse interessato ad ‘ereditare’ Radio RCS  può mettersi in contatto con Lillo Lauricella o con Totò Benfante, scrivendo in privato. Se ciò non dovesse accadere, a malincuore, il 31 dicembre staccheremo la spina che alimenta Radio RCS. Spegneremo i suoi microfoni e sarà la fine di questa lunga avventura che va avanti dal 1979.

Nei 41 anni di vita di Radio RCS, più volte abbiamo (poi) chiesto, con umiltà, aiuti economici sempre per la vita della radio. Ve lo chiediamo anche in questa occasione. Stavolta, però, per coprire le spese che dovranno essere sostenute per pagare il subentro di nuovi elementi o per la cessazione dell’attività. Confidiamo nel buon cuore dei serradifalchesi…. Grazie!”.

Mauro Roffi