Dal mixer con i giradischi alla Radio 3.0 basata su IA: qualche ipotesi sul futuro prossimo venturo del media radiofonico

Come sarà la radiofonia nell’era della IA? È possibile che, dopo l’epoca dei mixer con i giradischi e i Revox, seguita da quella delle regie automatizzate con quattro schermi, assisteremo a una nuova mutazione degli studi e a importanti modifiche nell’operatività dei professionisti della radio, accompagnata magari un ritorno dei ricevitori sotto forma di device “Rabbit-R1-Style” ?

ChatGPT

A dicembre 2022 con ChatGPT il mondo ha scoperto la Intelligenza Artificiale (IA) basata sui grandi modelli di linguaggio (LLM). A livello globale il settore della radiofonia ha visto immediatamente innumerevoli tentativi di creare programmi o addirittura stazioni totalmente gestite dalla IA. Non certo progetti di grande impatto per il momento, o almeno cosi ci sembra.

Probabilmente l’integrazione della IA sarà lenta e profonda, andrà di pari passo con l’evoluzione delle capacita’ dei vari modelli di LLM e richiederà reimmaginare la radio, e non solo chiedere alle varie IA di creare una radio come si è sempre fatta.

Claude 3

Ricordando sempre che l’evoluzione delle LLM è incredibilmente rapida, al punto che quanto era vero anche solo pochi mesi fa non lo è più ora: chi ha dubbi legga ad esempio quali sono le potenzialità in campi quali “Graduate level reasoning” o “Reasoning over text” dell’ultimo arrivato, il modello Claude 3 di Anthropic.

Gli studi

Storicamente prima della classica console con i famosi tre giradischi la radio corrispondeva a un grande auditorium con musicisti che si esibivano dal vero: i registratori non erano sostanzialmente ancora stati inventati e ogni stazione ricorreva alla diretta con la propria produzione autonoma, alternando notiziari scritti con performance live come si deduce anche dai vecchi Radio Orari.

Console e schermi

A questa è seguita la lunga epoca delle console con i virtuosi dei giradischi e poi la attuale, quella degli studi dotati di tanti schermi di computer dove musica e interventi provengono da un qualche hard disc, magari anche ospitato “in cloud”. E dove i conduttori sono spesso guidati (a volte ingabbiati) da clock, in accordo alle strategie del management.

Now and Then

Gli schermi probabilmente rimarranno anche negli studi futuri, anche se è ormai piuttosto certo che le interfacce a finestre (adottate dei vari software di automazione) verranno soppiantate da interazioni via testo, scritto o parlato: inutile impezzire per trovare le infinite opzioni dei vari programmi nella struttura dei menu, quando si può semplicemente chiedere alla IA di effettuare quello che desideriamo.

Da questo punto di vista il concetto di LAM, Large Action Model, introdotto da Jesse Lyu alla presentazione del Rabbit R1 ci pare particolarmente convincente.

AI-Powered device

La nostra ipotesi è comunque che nella radio dotata di IA, il baricentro delle stazioni radiofoniche andrà a spostarsi dall’attuale coppia “speaker + software di automazione” verso un modello “Creator + IA + interazione uno a uno”.

Creator, non speaker

Abbiamo scritto “creator” e non speaker. Intendiamo dire che l’umano che parla in radio sarà probabilmente ben diverso dall’attuale figura del conduttore-omlogato-da-clock-e-format.

Per differenziarsi dalla IA il conduttore dovrà essere un creator, persona dotata di grande capacita’ analitica, inventiva e – appunto – creativa: tutte doti necessarie per farsi preferire a una conduzione automatizzata, come ben spiegato in un recente articolo di Newslinet.

WIP

Accennavamo a modifiche nei futuri studi radiofonici. A 22HBG si pensa a un dispositivo/servizio innovativo, chiamato provvisoriamente WIP (Work In Progress).

Una delle sue caratteristiche è il riconoscimento automatico del tipo di contenuto in onda, sia esso musica, pubblicità o programmi di talk radio. Questa capacità permette di inserire annunci pubblicitari in modo non invasivo nei momenti più opportuni, massimizzandone l’impatto senza compromettere l’esperienza dell’ascoltatore.

WIP può inoltre agire direttamente sulla programmazione differenziata geograficamente, prendendo in considerazione dati di localizzazione, informazioni meteo e preferenze individuali degli ascoltatori.  In questo modo, gli utenti possono ricevere aggiornamenti sul traffico in tempo reale, notifiche di eventi locali e notizie pertinenti correttamente intercalate al normale flusso della trasmissione.

Comprendere il “mood” degli ascoltatori

WIP analizza costantemente i dati provenienti da diverse fonti, tra cui i social media, feedback degli ascoltatori tramite Whatsapp SMS e messaggi.

Tramite le consuete funzioni degli LLM (vedere esempio di “system” e “user” prompt qui sopra), WIP è in grado di segnalare punti di vista simili (nello stile “trending news“) e/o fare una sintesi ragionata dei messaggi più interessanti ricevuti riguardo un argomento oggetto della trasmissione. Questa analisi può permettere ai responsabili di modificare dinamicamente la programmazione, in modo da affrontare in onda gli argomenti di maggior interesse. O semplicemente di rendere partecipi gli ascoltatori del “mood” prevalente.

Interazione personalizzata

WIP incorpora numerosi chatbot in grado di dialogare direttamente con i singoli ascoltatori, tramite interfaccia stile “whatsapp” direttamente nella app della radio o di aggregatori quali FM-World.

Grazie a questi bot, gli ascoltatori possono ottenere informazioni aggiuntive o partecipare a sondaggi durante le trasmissioni. Ovvie le ricadute per quello che viene oggi definito “engagement”.


E gli ascoltatori?

Riteniamo che gli ascoltatori siano pronti per il passaggio verso dispositivi di fruizione ispirati proprio al Rabbit R1. Il Progetto “OnAir” di 22HBG prevede per il futuro il lancio di un innovativo “oggetto multimediale” dotato di touchscreen e controllo vocale contenente una IA (in cloud, come l’attuale Peperoni AI, o anche in locale, ipotesi resa possibile dai recenti SLM, Small Language Models).
Un gadget in grado di riprodurre suono ad alta qualità tramite altoparlanti integrati, nascosti alla vista tramite una finitura opaca premium.

Ma le cose non si arrestano qui: nell’ambito del sistema FM-World, questo sistema sarà in comunicazione diretta con il software della stazione in ascolto, ricevendone dati e metadati e fornendone a sua volta all’emittente.

Privacy & Big Data

In accordo non solo con la legislazione europea ma anche con il buonsenso, il device prevede l’encryption di tutti i dati utente in upload, in modo da essere trasmessi alla stazione in modo anonimo, ma analiticamente completo.  La stazione sarà comunque in grado di creare un “big data repository” storico, potendo fare analisi e segmentazioni che diverranno nel tempo sempre piu’ di valore.

Radio 3.0

Infiniti i campi di applicazione di questa vera e propria radio 3.0, dove – in accordo alla nota vision di Mark Andreessen “Software is eating the world” – le stazioni potranno trovare proprio nell’ideazione e realizzazione di software personalizzati il loro fattore di differenziazione.

Da Watt a Python

Dall’era in cui si imponeva chi aveva più Watt in antenna a quella in cui vincerà chi è in grado di avere buone idee e di realizzarle in Python. E con il supporto delle IA non sarà neppure troppo difficile (M.H.B. per FM-World)

 

Radio Orario: 97 anni fa, il primo periodico con i programmi della settimana

Il 18 gennaio 1925 usciva il primo numero del “Radio Orario”.

Si trattava di un periodico settimanale – organo ufficiale della Unione Radiofonica Italiana – con tutti i programmi in onda nei sette giorni successivi.

La pubblicazione includeva anche le principali stazioni estere ricevibili nel nostro Paese.

Il prezzo del “Radio Orario” era di 1,50 lire.

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