49 anni fa nasceva Radio Milano International

Quarantanove anni fa – il 10 marzo 1975 – esordiva Radio Milano International, emittente diventata un simbolo dell’etere privato, nata da un’idea dei fratelli Angelo e Rino Borra, Piero e Nino Cozzi.

Dopo alcune vicissitudini legali che portarono anche al fermo e al sequestro delle apparecchiature – come riporta la radio sul proprio sito – RMI riuscì ad avere la meglio e a riprendere le trasmissioni, rompendo definitivamente il monopolio di Stato.

La conseguenza di questo successo legale, ottenuto attraverso la costanza e l’impegno dei suoi fondatori, diede vita ad un nuovo mercato delle radio libere, segnando il punto di partenza dal quale sarebbero nate le successive emittenti radiofoniche e televisive private in Italia.

Tanti i ‘nomi’ emersi dai “101 MHz” e che ne hanno fatto la storia: Gerry Bruno, Claudio Cecchetto, Gigio D’Ambrosio, Lilli Guacci, Moreno Guizzo, Jonathan Jan, Massimo Oldani, Leonardo “Leopardo” Re Cecconi, Gerry Scotti, Fausto Terenzi, Dr. Vibes, Patrizia Zani e molti altri.

Diventata poi One-O-One Network, nel 2005 è terminata definitivamente l’esperienza di questa radio, dalla cui concessione e rete di frequenze è nata R101, oggi di proprietà di RadioMediaset.

Nel 2017, tuttavia, Radio Milano International ha ripreso a trasmettere.

La si può ascoltare su radiomilano.international, dove è presente nella versione RMI Classic (con la programmazione ed i jingle che ne hanno fatto la storia) e su cui è disponibile anche RMI New Vibes, che attualmente diffonde Power 927.

Queste, due rare registrazioni realizzate da Marco Barsotti il 14 ed il 20 marzo 1975, pochi giorni dopo l’esordio dell’emittente.


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Il WSJournal (e qualche esperto di DataScience) ci aiutano a spiegare il vero algoritmo di Spotify

Si parla di tecnologia e di come funziona l’algoritmo di Spotify, in questo editoriale scritto per FM-world da Marco Barsotti.

Dopo tanti post in cui esperti o presunti tali ci spiegavano l’algoritmo di Spotify (battezzato da alcuni BaRT, Bandits for Recommendations as Treatments, il 15 aprile è stato pubblicato un articolo sullo stesso argomento da parte del Wall Street Journal. Unendo quanto spiegato da questa autorevole fonte ad alcuni interessanti notebook (in Python) di parte di studiosi di DataScience pensiamo di poter raccontare qualcosa di interessante.

Scettici?

Prima di buttarci nei dettagli una spiegazione. Siamo sempre stati scettici degli articoli online che “spiegavano” BaRT in quanto – a differenza di Facebook e di Netflix – il blog dell’engineering di Spotify (che è questo) non ha mai citato nulla di nome BaRT. Abbiamo visto articolo sulle proprietà dell’ algoritmo di Poisson per la stima dei quartili in test A/B o anche una descrizione tutta da leggere (non mancate, qui) sull’aura musicale di ciascuno di noi. Ma di BaRT niente. Ma passiamo all’articolo del Journal.

Echonest

Le basi dell'”algoritmo” vengono dall’acquisizione da parte di Spotify di The Echonest avvenuta nel 2014: si tratta di un’azienda nata come spinoff del MIT Media Lab (quello di Negroponte e del suo One Laptop per Child).

Echonest non analizzava solo i brani in quanto tali: in un post del 2013, subito prima l’acquisizione, veniva spiegato chiaramente: Indicizziamo e analizziamo oltre 10 milioni di nuovi blog post, discussioni sui social media e recensioni musicali quotidiane.
Applichiamo poi tecniche di Machine Learning e Natural Language Processing per contestualizzare queste discussioni e identificare trend musicali”.

Oltre i metadati

Troverete il resto della spiegazione qui.  Ed è quel database, per cosi’ volerlo chiamare, che ha posto le fondamenta per il sistema di raccomandazioni attuale.

Collaborative filtering

Il primo passo oggi è un processo detto “collaborative filtering“. Tra i suoi obiettivi, spiega al WSJ Ziad Sultan “vice presidente della personalizzazione” di Spotify, quello di identificare affinità tra brani e podcast (tra brani e podcast!) osservandone i posizionamenti relativi nelle playlist di milioni di utenti.

Spazio n-dimensionale

Questi oggetti (brani e podcast) sono inseriti nello spazio n-dimensionale che possiamo vedere in versione semplificata (3D) qui sopra: la distanza cartesiana tra i punti rappresenta le affinità.

Interessante notare come questo sia esattamente lo stesso criterio usato dai vari LLM come ChatGPT per clusterizzare i concetti (o meglio, token e parole):

Natale

A Natale siamo tutti più buoni, tranne pero’ questi spazi n-dimensionali che divengono nocivi. Basta pensare al tormentone “All I Want for Christmas Is You” di Carey che a partire da inizio dicembre si trova prossimo a praticamente tutti gli altri brani, tra cui lo scorrelatissimo “Silent Night“. E apparentemente in Italia anche a Quevedo (e agli Wham).

Terremoti

Un effetto poco gradevole già a dicembre, figuriamoci da gennaio in poi. E – detto per inciso – a chi scrive è capitato “su un noto social” di vendere per due settimane una quantità irragionevole di influencer turche musulmane intente (crediamo) a spiegare qualche concetto trascendente.
La spiegazione stava nella “deduzione” del di lui “algoritmo” di un nostro interesse per una religione avendo avuto la colpa di visualizzare un po’ troppi video relativi al terremoto in Turchia.

Content Based Filtering

Andiamo avanti. Il passo successivo è il Content Based Filtering. L’idea è di associare un numero decimale (“float32”) a ciascuno dei seguenti parametri per ogni brano: loudness, tempo, danceability, energy, speechiness, acousticness, instrumentalness, liveness, valence, e durationCon un po’ di passaggi si ottiene un vettore associato a ogni playlist:

 

con il risultato all’immagine seguente (la playlist di base è quella a sinistra, mentre le due a destra sono generate da due differenti algoritmi, il primo dei quali è appunto quello di Spotify). Senza dubbio i tanti lettori di FM-World esperti di clock e playlist potranno darcene un giudizio ragionato.

Non ditelo a nessuno, ma…

…Ma è possibile utilizzare questo sistema anche per creare playlist per le nostre emittenti: è tutto disponibile qui.

SIA vs Avicii

A titolo di curiosità, ecco di seguito i parametri che abbiamo trovato confrontando i parametri di due splendidi ma diversi brani: la versione di SIA di “I Go To Sleep” (a sinistra) con “Seek Bromance” di Avicii/Tin Berg (i parametri sono in stile JSON, dunque nome-parametro : valore). Ad esempio Avicii ha una “danceability” di 0,49 mentre SIA solo di 0,43.

Recensioni

Questi dati, ricavati da un’analisi dei brani stessi, sono poi integrati con attributi e parole chiave utilizzate nelle varie recensioni fatte da critici (siti ufficiali) e normali ascoltatori (blogs e reddit): e qui ritroviamo, appunto, il database di The Echonest.

Politically-Correct-ness

C’era da attenderselo di questi tempi: l’articolo del Journal non poteva esimersi da terminare con una “messa in guardia” contro l’attacco alla “diversità” possibile tramite questi sistemi di IA.

Ecco la spiegazione: “Se un ascoltatore ha nella sua playlist una predominanza di brani cantati da uomini allora le playlist (per terzi) create sulla base di quella rischiano anch’esse di aver un bias “anti-femminile” (!) creando un possibile feedback loop che amplificherà l’aberrazione.

la sede di Capitol Records a Los Angeles

Soul Music

E quindi non possiamo che concludere con una nota positiva: agli esordi di Radio Milano International in tanti ci eravamo appassionati della Motown e della Soul Music: il nostro personale bias era (e in parte è, avendo ancora sull’iPhone alcune compilation dell’epoca) decisamente pro-black (scusate l’inglese), dunque nessuno potrà mai darci dei razzisti.

Orgogliosi possiamo oggi affermarlo: stavamo lodevolmente cercando di costruire un mondo con una maggiore “inclusion. (Marco Barsotti per FM-World)

48 anni fa nasceva Radio Milano International

Quarantotto anni fa – il 10 marzo 1975 – nasceva Radio Milano International, emittente rimasta un simbolo dell’etere privato, nata da un’idea dei fratelli Angelo e Rino Borra, Piero e Nino Cozzi.

Dopo alcune vicissitudini legali che portarono anche al fermo e al sequestro delle apparecchiature – come riporta sul proprio sito – RMI riuscì ad avere la meglio e a riprendere legalmente le trasmissioni, rompendo definitivamente il monopolio di Stato.

La conseguenza di questo successo legale, ottenuto attraverso la costanza e l’impegno del suo fondatore Angelo Borra, diede vita ad un nuovo mercato delle radio libere, segnando il punto di partenza dal quale sarebbero nate le successive emittenti radiofoniche e televisive private in Italia.

Tanti i ‘nomi’ emersi dai “101 MHz” e che ne hanno fatto la storia: Gerry Bruno, Claudio Cecchetto, Gigio D’Ambrosio, Lilli Guacci, Moreno Guizzo, Jonathan Jan, Massimo Oldani, Leonardo “Leopardo” Re Cecconi, Gerry Scotti, Fausto Terenzi, Dr. Vibes, Patrizia Zani e molti altri.

Diventata poi One-O-One Network, nel 2005 è terminata definitivamente l’esperienza di questa radio, dalla cui concessione e rete di frequenze è nata R101, oggi di proprietà di RadioMediaset.

Nel 2017, tuttavia, Radio Milano International ha ripreso a trasmettere. Inizialmente il progetto ha preso il via solo sul web, per poi abbracciare anche l’analogico ed il digitale via etere.

Attualmente, RMI (di cui riportiamo il logo più recente nella copertina) è in onda in FM ogni notte – dalle 21.00 alle 6.00 del mattino – sulla rete lombarda di Radio News (frequenza principale: 98.2 MHz).

Inoltre, in Calabria e Sicilia si ascolta in DAB+.

Per tutti è disponibile su radiomilano.international e via app.

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]

Tanti auguri Radio Milano International

Il 10 marzo 1975 nasceva Radio Milano International, da un’idea dei fratelli Angelo e Rino Borra, Piero e Nino Cozzi.

Di fatto, pur non essendo la prima accensione in assoluto in FM, con il suo esordio prendeva il via la radiofonia privata in Italia, in un’epoca ancora pioneristica.

La stessa Radio Milano International – come riporta anche il proprio sito – fu fermata per alcuni giorni giorni in seguito a vicissitudini legali su cui riuscì ad avere la meglio, riprendendo legalmente le trasmissioni e rompendo definitivamente il monopolio di Stato.

Tantissimi i nomi che hanno trasmesso su “Magic 101”, intraprendendo carriere importanti non solo in ambito radiofonico: da Gerry Bruno a Claudio Cecchetto, da Gigio D’Ambrosio a Lilli Guacci, da Moreno Guizzo a Jonathan Jan, da Massimo Oldani all’indimenticabile Leonardo “Leopardo” Re Cecconi, da Gerry Scotti a Fausto Terenzi, da Dr. Vibes a Patrizia Zani.

A fine anni ’80, Radio Milano International evolve in One-O-One Network e prende il via la scalata nazionale.

Nel 2005, la rete passa a Mondadori che dà il via a R101, ma Radio Milano International torna a pulsare – grazie al web – nel 2017, per poi continuare a crescere, tanto da offrire oggi un prodotto differenziato su tre reti.

E proprio di recente, l’emittente ha rinnovato la propria immagine, con un logo più contemporaneo, senza tradire le proprie origini.

Tanti auguri Radio Milano International, tanti auguri alla radiofonia privata italiana!

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Al via su Radio Milano International “The Update” di 4books

Prende il via un nuovo appuntamento con l’informazione su Radio Milano International.

I dettagli nel seguente comunicato.

Business, tecnologie, mondo startup, economia, cripto e molto altro: sono questi gli argomenti di “The Update”, il format di 4books dedicato all’informazione.

La rassegna internazionale sarà in onda dal 28 febbraio ogni lunedì alle 7.00 e alle 17.00 su Radio Milano International e anticiperà le più importanti notizie.

Attraverso l’app 4books è possibile abbonarsi a servizi di lettura e ascolto di più di 1000 analisi che in 15 minuti spiegano i concetti chiave dei migliori libri al mondo, oltre che ad una selezione delle migliori notizie.

Sono più di 15 le differenti categorie trattate. Tra queste: business, psicologia, leadership, storia, investimenti, biografie, startup e nutrizione.

Oltre ai libri, è anche possibile imparare, grazie a podcast esclusivi.

Da lunedì 28 febbraio le migliori news sono su Radio Milano International.

* Archivio News –> www.fm-world.it/news

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Per Radio Milano International è tempo di rebranding

Per Radio Milano International è tempo di rebranding.

Lo rende noto l’emittente tramite il seguente comunicato.

Dal 2017, grazie a un continuo lavoro di rinnovamento, Radio Milano International porta avanti la sua nuova era. La radio si rivolge al pubblico della rete e a quello dell’FM, con la presenza serale su Milano resa possibile da ADN Italia.

“Tutti gli sforzi – spiega Pierfrancesco Borra amministratore della società a cui fa capo RMIsono indirizzati ad arricchire i canali streaming, veicolare contenuti sulle piattaforme on demand e consolidare partnership con player di rilievo in grado di apprezzare il valore aggiunto della radio. Per questi motivi – annuncia Borra è arrivato anche il momento di aggiornare il logo, conferendogli una nuova identità visiva. Consapevoli del valore storico del nostro marchio, prima di procedere, abbiamo raccolto la testimonianza del suo ideatore, il grafico e designer Manfredi Vinassa De Regny”.

“Nel 1975 – racconta De Regnyero appena tornato a Milano da un’esperienza nell’agenzia pubblicitaria J.W. Thompson di New York. Incuriosito dai primissimi vagiti di quella radio pirata che trasmetteva musica senza fine a pochi isolati da casa mia, mi recai presso gli studi. Dopo averne scoperto il nome proposi subito di aggiungere il claim ‘Non Stop Music’. Con una successiva rapida associazione di idee accostai la frase all’immagine del segnale stradale di STOP americano, non ancora in uso in Italia. Gli otto lati e il colore rosso attiravano la massima attenzione, il lettering bianco spiccava imperativo. Il messaggio era forte e chiaro: attenzione su RMI la musica non si ferma mai. In questo modo nacque un marchio che diventò subito brand e fu da incitamento per molte altre nascenti radio”.

“Partendo da questi elementi fortemente identificativi – spiega Pierfrancesco Borra abbiamo ragionato sul messaggio da lanciare con il nuovo logo, realizzato dal graphic designer italiano Nicolò Accoto. L’ottagono aperto significa che RMI non dimentica la sua storia e che si apre con fiducia al futuro. Il tratto rosso è il riferimento al passato mentre il nero e il bianco rappresentano il nostro amore per il groove elegante e sensuale della black music. La sintesi della nostra nuova identità visiva è: stesso spirito, nuova visione, sguardo più vicino al nostro nuovo domani. RMI si evolve, adatta il suono e concretizza la sua identità visiva con radici salde nella sua storia”.

La programmazione di RMI vede oggi protagonisti Davide Bucci “Master Freez”, Fabio Negri, Chris Anderson, Irene Lamedica, Stefano Lucarelli “Steve Dub”, Lucia Schillaci, Bruno Bolla, Paolo Bardelli e Dario Piana. Altre novità saranno presto annunciate.

(Comunicato stampa)

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