Radio Echo di Mosca prova a rinascere in Germania con un’app

Radio Echo di Mosca era una seguitissima emittente russa che aveva il pregio di offrire al pubblico un punto di vista indipendente sulla realtà del Paese (cosa davvero rara in Russia, come noto) e che ha svolto fino alla fine questo suo ruolo, anche dopo l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Putin. All’inizio di marzo però ha dovuto cessare le sue attività (c’era anche un sito molto ‘frequentato’) a causa di alcuni provvedimenti governativi che le hanno tolto la possibilità di operare.

Ora c’è una possibilità che possa essere ristabilito un minimo di operatività di Radio Echo, anche se non da Mosca stavolta (qualcosa di analogo è accaduto alla ‘Novaya Gazeta’ cartacea), ma dalla Germania. Ne dà notizia il sito di Euronews, facendo riferimento a Maksim Kurnikov, che era uno dei vicedirettori di Radio Echo.

“Ora Maxim ha trovato una nuova casa per la Radio, in Germania – scrive Euronews: un paio di settimane fa ha lanciato un’app che può essere scaricata in Russia, offrendo al pubblico una prospettiva critica sul proprio Paese rispetto ai colleghi interni”.

Maksim ha fatto anche sapere che le Autorità russe hanno provato a impedire il funzionamento dell’app (che consentirebbe di ascoltare dalle 10 alle 12 ore di programmazione live al giorno, oltre che di seguire un canale Youtube) senza (almeno per ora) riuscirci.

Della partita è anche Irina Babloyan, ex conduttrice radiofonica (che tuttavia collabora da Mosca, fra molte difficoltà, ma forse andrà a sua volta in Germania), secondo la quale Echo potrebbe avere presto un proprio effettivo ufficio in Germania per provare a fornire una fonte di notizie alternative per i russi.

Nel frattempo già una società giornalistica tedesca sta fornendo a Echo un suo spazio e “circa 10 persone stanno lavorando all’app a Berlino, altre sono sparse in tutta Europa”.

Purtroppo, infatti, “la maggior parte della squadra di Echo ha lasciato la Russia a seguito di una legge approvata per imporre sino a 15 anni di carcere, anche se “alcuni giornalisti hanno deciso di restare”.

Mauro Roffi
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Continua la guerra dei media: ‘oscurata’ Radio Echo di Mosca

Nel giorno in cui è stata colpita, nell’ambito della guerra in corso con la Russia, la ‘torre delle Tv’ in Ucraina, con conseguente interruzione delle trasmissioni, si fa pesante il clima anche per i residui e rari media indipendenti in Russia.

Ieri sera è infatti arrivata la notizia che i programmi di Radio Echo di Mosca e di Dozhd Tv erano stati ‘oscurati’ per decisione dell’agenzia per il controllo delle comunicazioni, Roskomnadzor, che aveva ordinato di ‘limitare l’accesso’ alle trasmissioni. I due media erano accusati di diffondere “informazioni false in modo deliberato” sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Radio Echo è uno dei pochi organi di informazione russi che danno spazio anche all’opposizione e non solo al Governo. Solo pochi giorni fa la stessa Roskomnadzor aveva stilato un verbale a carico della Radio a causa di un programma settimanale in lingua ucraina sulla cultura di quel Paese, ‘Che succede da quella parte’.

Echo di Mosca è la più popolare e diffusa emittente radiofonica della Russia. L’audience settimanale a Mosca viene indicata in 2,2 milioni di ascoltatori, mentre complessivamente, nelle regioni russe, si arriverebbe a circa 7 milioni.

Attiva già da qualche decennio, l’emittente ha spesso avuto problemi ma i suoi redattori hanno sempre difeso con le unghie e con i denti i loro residui spazi di indipendenza. Un’operazione non facile, considerando che la maggioranza assoluta nella proprietà della Radio (il 66%) è della celeberrima società Gazprom (tramite la controllata Gazprom Media), mentre il collettivo giornalistico dell’emittente ha il 34%.

Ieri sera il noto caporedattore della stazione radiofonica Alexei Venediktov ha comunque dovuto annunciare che l’Ufficio del procuratore generale aveva appunto chiesto di “limitare l’accesso a Ekho Moskvy e a Dozhd”.

In un comunicato che abbiano trovato sull’apprezzato sito di Radio Echo i redattori dell’emittente si dicono “categoricamente in disaccordo con la decisione dell’Ufficio del procuratore generale”. Infatti “le affermazioni contenute nella richiesta non sono supportate da alcun esempio, alcuna prova, sono infondate e offensive per giornalisti e cittadini russi”.

Ora questa decisione sarà contrastata in Tribunale. Secondo i redattori di Radio Echo c’è di mezzo “una componente politica”, che comporta anche “l’introduzione della censura, che è direttamente vietata dalla Costituzione della Federazione Russa”.

Mauro Roffi
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