
Il caso dell’addio di Radio Deejay da Riccione spacca il mondo politico
Il mondo politico si spacca in merito all’addio da Riccione di Radio Deejay.
In queste ore, si sono occupate del caso diverse testate.
Al di là delle considerazioni ‘nazionali’, sono le pagine ‘locali’ quelle che fanno discutere maggiormente.
Questa sera – si legge su Il Resto del Carlino – ci sarà una riunione di maggioranza a Riccione, dove si affronterà il delicato caso, fortemente criticato – come comprensibile – dalle forze di opposizione.
Se infatti l’attuale giunta della Perla Verde è legata al centro-sinistra, proprio il centro-sinistra regionale vorrebbe ricucire lo strappo, con l’assessore al turismo Roberta Frisoni che ha dichiarato alla stampa: “Deejay fa parte da sempre della nostra offerta, dai parchi tematici all’intera Riviera. Il mio auspicio è che si possa mantenere quel filo rosso che da decenni lega Radio Deejay alla promozione del nostro territorio e delle sue attività. È una cosa delicata che per questo merita tutto l’impegno del sistema turistico e in questi giorni lavoreremo per questo”.
Il timore è che l’emittente diretta da Linus possa investire in altre regioni, quali per esempio il Veneto, dove l’anno scorso fu presente per alcune settimane a Jesolo.
Non tutta Riccione, però, è contraria al cambiamento.
Gianni Andreatta, patron del Grand Hotel, è per una città ‘radiofonicamente’ pluralista: “Ci sono state delle stagioni in cui a Riccione erano presenti più radio – ricorda dalle pagine della stampa locale –. Si arrivò a sette un’estate con l’ex sindaco Masini. Radio 105, la portai io sull’onda del Club 99. Cecchetto aprì Radio Deejay, e vendutala, portò Radio Capital, il tutto a costi pressoché zero. Le radio, come gli artisti, venivano qua perché Riccione attirava il mondo e non viceversa. Credo che il monopolio non vada bene”.
E in mezzo a tutto questo, l’Aquafan (che è a Riccione, ma in un contesto esterno alla città) vorrebbe ancora ‘salvare’ il rapporto pluriennale con Radio Deejay.
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