Emergenza sintonizzazione radio in auto. Le opinioni e le proposte di Domenico Zambarelli (Giornale Radio)

Domenico Zambarelli: Per garantire l’ascolto in auto dovrebbe esserci un regolamento comune a livello ormai non più italiano ma europeo. Per le diatribe o i conflitti nei nomi qual è l’autorità che decide? Proponiamo una categorizzazione delle radio, raggruppamenti per tipologia di contenuti.

Prosegue il nostro giro di tavolo sull’emergenza radio in mobilità, problematica sollevata da un editoriale di Newslinet e sulla quale abbiamo raccolto i primi commenti in un articolo della settimana scorsa. Oggi è la volta di Domenico Zambarelli, editore di Giornale Radio e Giornale Radio News e precedentemente di Radio Donna. A breve concluderemo il ciclo con altri importanti contributi.

Giornale Radio

Abbiamo scelto per questo articolo di parlare solo con Giornale Radio in quanto si tratta di un caso da seguire con particolare attenzione. Innanzitutto è una delle poche iniziative radiofoniche a livello nazionale che hanno visto la luce nel secolo attuale. Inoltre è partita come “esclusivamente digitale” (qui la conferenza stampa di presentazione), per estendersi poi al DAB+ e attivare infine selezionate frequenze FM in zone chiave. Senza dimenticare che – a fronte di tante emittenti musicali – ha avuto il coraggio di proporre un modello talk la cui realizzazione è ovviamente molto impegnativa sotto tutti gli aspetti. Ma veniamo all’intervista.

L’intervista

FM-world:  In merito alla questione “Emergenza Radio in mobilità, quanto grave è a vostro avviso la situazione, oggi e in prospettiva, in base al riscontro diretto che avete dai vostri ascoltatori?

Domenico Zambarelli: Il punto è complesso, come evidenziato dall’articolo di Newslinet e anche dalle vostre indicazioni su FM-world. Il mercato ha cercato di creare delle regole ma di fatto oggi è disomogeneo e pertanto nella disomogeneità vince sempre chi ha una penetrazione e una capacità di gestire la presenza su tutte le piattaforme (FM, DAB e IP), come fanno alcune grandi reti o come può fare anche la Rai.

Il punto è che dovrebbe esserci un regolamento che andrebbe attuato a livello ormai non più italiano ma a livello europeo, su come le case automobilistiche devono gestire il fenomeno dello sviluppo o dell’ascolto in autoradio. Che non si chiamerà più autoradio, si chiamerà terminale radio o semplicemente media player.

In pratica la convergenza tra ascolto tradizionale, diciamo analogico, ascolto legato al digitale DAB+ e IP e ascolto legato all’on-demand, podcast inclusi.

Nomen Omen

FM-world: Avete pianificato azioni a difesa dei vostri brand, quali alias, nomen omen, adozione di RadioDNS o altro?

D.Z.: Guardi, le problematiche che si riscontrano sono tante a iniziare dal problema del DAB che non è aggiornato con i marchi. Speriamo nelle evoluzioni che stanno realizzando alcune società anche italiane, per andare oltre l’attuale problema dell’individuazione del marchio da parte degli apparati preinstallati dalle case automobilistiche.

Nota di Redazione: Certamente la questione è tecnicamente complessa e ci riserivamo a breve di sentire anche qualche tecnico del settore che possa fornirci un quadro esaustivo.

D.Z.: Rimane oggi a mio avviso una situazione di caos completo, in quanto il DAB ha una ricerca molto difficile, sia per la sintonizzazione dei vari multiplex che – appunto – per la presenza di marchi multipli e a volte conflittuali.

A noi di Giornale Radio è successo che su alcuni modelli di un determinato costruttore la nostra emittente si ascoltasse con il nome e il logo di una radio locale totalmente scollegata. E il problema è: chi agisce? Quale l’autorità incaricata di dirimere le questioni?

Categorizzazione

FM-world: È stato fatto notare che il mondo delle radio è infinitamente più frammentato di quello dei grandi costruttori automobilistici, rendendo il dialogo praticamente impossibile. Pensate che siano possibili alleanze – a livello nazionale o magari anche internazionale – per far ascoltare la vostra voce? Siete disponibili a partecipare a tali eventuali iniziative?

D.Z.: Intanto rispondo che noi andremo a lavorare mettendo molta attenzione ai DNS e verificando le potenzialità di monitorare l’ascolto attraverso il DTS AutoStage.

C’è poi ovviamente bisogno di fare squadra con emittenti sia italiane che internazionali per portare alla comunità europea una proposta per regolamentare il sistema di ascolto delle radio.

Noi proponiamo una categorizzazione, ad esempio per interessi: News, Scienza, Entertainment, tipologia di musica, insomma tutte le varie categorie possibili per facilitare la ricerca da parte dei potenziali ascoltatori.

FM-world: Come fa tra l’altro l’aggregatore di FM-world.

D.Z.: Esatto. E aggiungo, magari  anche con la possibilità di creare una numerazione e un comando vocale: in ogni caso, un qualsiasi sistema che permetta di andare a cercare in modo intuitivo i contenuti, indipendentemente che siano in FM, in DAB, in IP o on demand come nel caso dei  podcast.

E questa dovrebbe essere una norma inderogabile da attuare a tempi stretti, richiesta dal mondo delle radio a tutte le case automobili perché il futuro della radiofonia si gioca in mobilità, in mobilità in auto e in mobilità sugli smartphone.

Noi siamo disponibili a collaborare, senza ombra di dubbio.

(Marco H. Barsotti per FM-world)

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