Intrattenimento e lavoro in auto, prima puntata: intervista a Eugenio La Teana (Radioplayer/RTL 102.5)

Eugenio La Teana (Radioplayer): Tesla non è tra i partner di Radioplayer, ma lo sono Volkswagen, Audi, BMW e Renault. I costruttori limitano le scelte degli utenti non utilizzando piattaforme standard. Per continuare ad avere una prominence, il settore radiofonico deve confrontarsi con il mondo automotive a livello globale.

Infotainment e lavoro sulle quattro ruote

Come da noi riportato il 13 aprile, General Motors ha deciso di cambiare la propria strategia di “infotainment” in mobilita’, abbandonando le piattaforme standard (Apple CarPlay e Android Auto) a favore di una soluzione proprietaria. La stessa scelta fatta da Tesla fin dalle origini, un possibile problema per il settore broadcasting storico già insediato dalle grandi app.
Cominciamo oggi una serie di articoli dedicati a questo tema, partendo subito da una conversazione con Eugenio La Teana, head of innovation presso RTL 102.5, membro dello Steering Board di WorldDAB e Country Manager di Radioplayer.

L’intervista

Marco Hugo Barsotti: Vediamo sempre più veicoli Tesla in giro per le nostre strade. Radioplayer è presente?

Eugenio La Teana: Attualmente Tesla non è tra i partner di Radioplayer. Dal punto di vista strategico, copriamo innanzitutto i più grossi produttori di auto. Come il gruppo CARIAD che comprende Volkswagen, Audi, Porche. C’è anche un accordo con BMW e uno con Renault. C’è un primo accordo con …ok il nome è confidenziale per ora. Diciamo che molti altri sono in fase di definizione: in generale vogliamo che l’applicazione radio sia presente anche nelle vetture che oggi non espongono esplicitamente questa “app”.Lasciami dire però che ora c’è il grande tema di Android Automotive OS.

Android Auto vs Android Automotive vs GAS

Nota di redazione. Serve forse qui un chiarimento:

  • Android Auto è una piattaforma che gira sul telefono dell’utente e proietta l’interfaccia su un sistema di infotainment compatibile nel veicolo. Supporta app progettate per l’uso in auto.
  • Android Automotive è un sistema operativo completo che gira direttamente nell’hardware del veicolo. Supporta sia app Android che Android Auto. È open source e può essere personalizzato. Alimenta l’esperienza di infotainment nel veicolo.
  • Google Automotive Services (GAS) offre una serie di app e servizi che i produttori di automobili possono scegliere di integrare nei sistemi di infotainment installati sui loro veicoli.

Ma torniamo all’intervista.

ELT: Automotive OS sarà un sistema operativo adottato da tutta una serie di produttori di automobili anche perché cosi’ delegano una seccatura, per cosi dire: la costruzione di tutto il software relativo all’intrattenimento. E su quello Radioplayer e Google hanno disegnato in cooperazione l’interfaccia di utilizzo della radio all’interno del sistema operativo, credo sia una delle parti più interessanti di tutto il progetto.

General Motors

MHB: La mossa di General Motors, come la leggete?

ELT: È una mossa che dal punto di vista dell’ecosistema delle auto connesse è congrua con il punto di vista del produttore: decidere quali esperienza fornire agli utenti. In altre parole – per essere chiari – a loro non piace di avere store con contenuti infiniti, tutti quelli del GooglePlay Store, dove le scelte sono determinate dalle logiche di Google.

Molti, come BMW, monteranno questi sistemi ma con dei partner che realizzeranno delle  soluzioni che limitano la scelta dell’utente a una serie di soggetti decisi dal costruttore.

Customer-Oriented o Customer-indifferent?

MHB: Una scelta contro i loro stessi clienti!

ELT: La mia interpretazione è che loro hanno una loro “audience”, la loro clientela affezionata. Che ritengono essere clienti della loro piattaforma digitale…insomma. A mio avviso vogliono sfruttare al meglio la loro posizione…

2 fast and 2 furious (at 0 Km/h)

MHB: Si, ma se io ho un sistema operativo standard e voglio – giusto per fare un esempio a caso – caricare la app di RTL 102.5 con una piattaforma standard posso farlo. Invece cosi no.

ELT: …a meno che noi… che RTL 102.5 non faccia un accordo con questi soggetti, con questi costruttori.

Uno sforzo inutile

MHB: Ok, ma dal punto di vista della radio, e forse anche vostro come Radioplayer, si tratta di un grande sforzo.  Fare tutti queste contrattazioni, tutti questi accordi per dare in definitiva all’utente quello per decenni è stato un diritto acquisito: ascoltare la radio che desiderano.

ELT: Si. Prima comprando il veicolo avevi il ricevitore radio – facile, ti concentravi sulle coperture e sul palinsesto – , oggi nel contesto del digitale, i broadcaster hanno anche la possibilità di costruire esperienze più evolute che, vanno oltre alla sintonizzazione di una frequenza e l’ascolto di un flusso audio. E perché questa esperienza sia prominente nell’auto questa deve essere condivisa e spinta da tutto il settore.

Radioplayer sta facendo gli accordi, ma ovviamente se ad esempio RTL 102.5 vuole il suo RTL 102.5 Play su determinati brand rischia di dover chiudere accordi con i singoli produttori.

Aggregatori e app Radio su iOS

Automobili? Ormai dei devices

Ora noi dobbiamo considerare che oramai l’auto connessa è un altro device (come uno smartphone o un tablet). Esisteranno a mio avviso in futuro sui principali marchi automobilistici le app verticali dei principali network, e poi esisteranno gli aggregatori.

MHB: Come sul cellulare.

ELT: Infatti. Le app dei network cercheranno di creare la migliore esperienza di fruizione dei propri contenuti (in diretta, on demand, podcast) e servizi, personale e dedicata ad un pubblico di super fedeli di un determinato brand, ad esempio RTL 102.5 tramite RTL 102.5 Play. Radioplayer, il progetto no-profit partecipato dalle radio di tutta Europa e Canada, invece sta costruendo la migliore esperienza di fruizione della radio ibrida – semplice e intelligente – su tutti i dispositivi digitali, dove l’auto connessa è una delle missioni principali.

Una questione di brand?

MHB: …stai dicendo che auspichi due diversi modi di accedere ai principali network?

ELT: In realtà non è un auspicio, ma è lo scenario più probabile. Vedi, all’interno dell’ecosistema dell’auto oggi le radio competono con Spotify, Apple Music, Amazon Music e poi arriveranno altri soggetti con incredibili risorse economiche.

E noi non possiamo che adattarci il più rapidamente al cambiamento, l’organismo vivente “radio” deve organizzarsi per mantenere la propria prominenza, e garantire un accesso rapido e semplice possibile al mezzo radio, la possibilità di raggiungerci con un solo click (anzi “tap”).

Ma oggi non giochiamo ad armi pari. Anche le principali radio nazionali non hanno da sole lo stesso peso (di fronte a un grande costruttore) di uno Spotify. Ma la cosa cambia se pensiamo alla la radio riunita, attraverso RadioPlayer, che rappresenta 6000 radio in Europa e Canada.”

A parte il tema squisitamente tecnologico, che va realizzato nel migliore dei modi, c’e’ l’aspetto dei contenuti: è importante che sia il più esteso, ampio e variegato possibile.

Prominence

MHB: Si ha come l’impressione che la radio fatichi ancora a capire quale sia la sua  strada, il suo giusto posizionamento in questo mare di offerta. E poi c’e’ la questione “prominence”.

ELT: Secondo me la strada è piuttosto chiara. Nel senso che le radio..i più grandi gruppi a livello mondiale, parlo di nomi come la BBC, hanno compreso che costruire dei verticali con i propri  contenuti è importante: anche per fare il cosiddetto “advertising enrichment” e raccogliere dati utente.

Ma che comunque questo non è sufficiente per competere nel mercato globale dell’intrattenimento. Occorre un peso di contenuti e una possibilità di lobby-ing che solo una grande alleanza può fornire. Potrei riassumere cosi: l’unione fa la forza, ma un’unione internazionale, non nazionale.

Collaborazione

MHB: Ritieni che ci sia abbastanza collaborazione a livello internazionale, almeno tra i grandi broadcaster, in modo da poter andare da Tesla o GM e dire “signori, noi radio vogliamo questo” ?

ELT: Beh, esiste attraverso il progetto Radioplayer. Noi, parlo di RTL 102.5, se volessimo andare da Tesla con la nostra applicazione verticale fatta per il mondo automotive, potremmo anche essere accettati.

Ma il tema è se essere all’interno dell’auto in quel modo nel medio e lungo termine è sufficiente. Credo che dobbiamo fornire accessibilità diretta “alla radio” con Radioplayer: poi la competizione tra brand si farà sulla ricchezza dell’offerta dei contenuti, qualcosa che porti gli utenti verso i contenuti del mondo radiofonico senza rischiare di perderli a favore – appunto – delle piattaforme native dell’online. (M.H.B. per FM-world)