“Chi è il proprietario dei codici PI?” – Seconda e ultima parte dell’intervista ad ACI Radio
Piermattia Fioravanti: Chi è il vero proprietario dei codici PI? Su determinate vetture il nostro logo non si visualizza del tutto. Concordo con la soluzione di affidare la problematica a un’Authority, ma a livello europeo. Seconda parte dell’intervista a Piermattia Fioravanti di ACI Radio.
Il 10 settembre, FM-world ha pubblicato la prima parte dell’intervista a Piermattia Fioravanti di ACI Radio, dove abbiamo discusso di Intelligenza artificiale. Ma c’è stata un’altra questione importante di cui abbiamo parlato: quella della prominence in mobilità, la crescente difficoltà di utilizzo della classica funzione “radio” nelle autovetture di nuova concezione.
Un argomento su cui FM-world ha appena pubblicato un’intervista di approfondimento.
Ecco dunque la seconda parte della nostra intervista.
Un’analisi difficile
FM-world (M.H.B.): Da un po’ di tempo si discute delle difficoltà di ascolto in auto, dove l’automobilista non ha più la possibilità di vedere l’insieme delle stazioni disponibili o a cui a volte vengono presentati loghi errati, con stazioni oscurate. C’è chi dice che i costruttori di veicoli stanno prendendo in ostaggio i propri clienti…
Piermattia Fioravanti: Il problema c’è, e in realtà ancora prima di BMW – la causa scatenante della questione sul tavolo – noi ci eravamo accorti che su determinate vetture il nostro logo non si visualizzava del tutto.
Ci siamo confrontati a lungo con DAB Italia per cercare di capire il perché. Lavoro non facile in quanto occorre provare direttamente su tutti i veicoli e non basta prenderne uno per marca: i comportamenti sono differenti anche su veicoli dello stesso costruttore.
Questo fa emergere con chiarezza una realtà: c’è bisogno urgente di uno standard. Come vengono raccolti questi loghi, dove vengono presi, come si possono aggiornare. Quindi il problema c’è, sono perfettamente d’accordo, ed è enorme.
Chi è il proprietario del codice?
E poi un secondo problema forse ancora più importante. Noi ci siamo trovati, quando abbiamo cambiato operatore di rete, a dover negoziare con il vecchio per il rilascio del nostro codice.
Negoziare, perché una cosa non è chiara: quando viene assegnato un PI a una radio, questa radio poi se lo può portare appresso? Il codice è suo, è del consorzio, di chi, qual è la regola?
FM-world (M.H.B.): Quindi attualmente cosa accade?
P.F.: Beh a quanto mi risulta oggi se BMW ricava il PI da specifici portali, dove magari il mio PI prima era di una stazione differente, allora è possibile che ascoltando la mia radio compaia il logo di un’altra. Inaccettabile.
FM-world (M.H.B.): Come si è arrivati a questa situazione?
P.F.: Io non voglio essere complottista, però penso che la cosa sia fatta quasi apposta. Nel senso, questa complessità del mondo automotive sembra fatta in maniera tale da arrivare a un obiettivo finale.
Cioè io sospetto che i costruttori stiano pensando: “Tu vuoi essere presente sul mio sistema in modo corretto? Mi devi pagare“. Magari registrando le tue informazioni su un mio database, a pagamento.
Fragmentazione
Oggi ogni costruttore si allea con una società creata ad-hoc, o con una o più terze parti che fanno questo mestiere. Garantiscono la correttezza dei dati in cambio di una fee.
Per le grandi emittenti potrebbe la cosa potrebbe essere sostenibile, ma per una piccola stazione che ha una copertura di qualche regione può diventare troppo oneroso.
FM-world: C’è poi la tentazione dei costruttori di andare verso dashboard proprietari, anzichè gli standard Android Auto e Apple Car Play…
P.F.: Si, è una tendenza più generale che esiste da quando sono nati i sistemi infotainment.
Modello USA o Authority?
FM-world (M.H.B.): Si possono ipotizzare due approcci, un mondo della radio che idealmente si organizza da solo, in consorzio o associazioni e parla con una voce unica al mondo automotive. Oppure, come mi pare suggeriscano altre testate, di invocare l’intervento del legislatore o di authority. Voi che dite?
P.F.: Decisamente sono per la seconda ipotesi. I consorzi a oggi ci sono, ma solo per la parte della trasmissione, e solo sul DAB. Come sappiamo, su FM ognuno fa da sé.
E poi non è una cosa che deve essere solo gestita a livello italiano, oggi non ha senso fare delle regole che valgono in Italia.
Mi viene in mente la problematica di quale canale, tecnologia prevale: l’analogico, DAB o IP?
Avendo tutte e tre a disposizione, quale lista, quale directory si visualizza? Un’unica directory con l’insieme di tutte le stazioni? Oppure una per il DAB, una per l’analogico, una per l’IP?
O una unica per generi, come ha proposto Giornale Radio?
Categorie
Ma poi, i generi. Prendiamo la nostra ACI Radio. Verrebbe da dire categoria “news”. Ma se ascolti ACI radio siamo anche generalista, non si può parlare di traffico e di auto tutto il giorno. E allora finiremmo nel mare magnum di tutte le grandi che conosciamo. Non è un problema facile e nessuno ha la soluzione pronta, credo.
#Un’ultima Cosa#
E lasciami aggiungere una cosa. Noi ci chiamiamo ACI, A e C sono la prima e la terza dell’alfabeto.
Dovremmo per forza essere tra i primissimi, in un normale ordinamento alfabetico. E invece mi trovo davanti asterischi e cancelletti. Decisamente per fare ordine credo serva un intervento normativo. (M.H.B. per FM-world)