Awanagana: “Il politically correct ammazza la radio”. Dalle onde medie alla Radiovisione, chiacchierata a ruota libera con un mito della radiofonia

Marco Barsotti ha intervistato una delle voci più popolari della radiofonia: Awanagana. Ecco che cosa ne è emerso.

Un recente post sul social blu, rilanciato anche su Talkmedia e intitolato “Jocelyn, Roberto Arnaldi e Awanagana tre grandi personaggi di Radio e Tele Monte Carlo” ha suscitato decine e decine di commenti in ciascuna delle condivisioni di cui è stato oggetto. In molti si parlava di Robertino, Roberto Arnaldi, ma in altri della annosa questione dei giovani conduttori in radio.

L’occasione ci è sembrata propizia per ricontattare Awanagana e registrare un’intervista per Radio Nizza. Ma, rischiando probabilmente di annoiarne gli ascoltatori, non siamo riusciti a non parlare soprattutto di Radio, di come veniva realizzata la Radio Monte Carlo delle onde Medie e di come si trovi un vecchio conduttore in una radiovisione computerizzata quale la RTL 102.5 BEST. Qui di seguito la parte di intervista relativa alla radio; chi vuole ascoltare la conversazione per intero può accedere al podcast di Radio Nizza.

Marco Hugo Barsotti: Tanti anni fa da Milano ti ascoltavamo sulle onde corte, l’unico modo di sentire Radio Monte Carlo nel capoluogo lombardo… e mettevate spesso musica francese, oltre che italiana. Apparentemente tanti anni fa c’era molto più trasferimento di cultura tra le due nazioni dette cugine e in entrambi i sensi.

Awanagana: Verissimo. Quando ho cominciato c’era Noel Coutisson come direttore artistico e la programmazione era fatta cosi: un disco italiano, un disco inglese, un disco francese e raramente se c’era l’occasione anche uno tedesco. Per cui c’era una miscellanea.

Poi per alcuni misteri delle case discografiche sono venuti i passaggi a pagamento. Giri strani che non capivo e che non capisco. Stranamente la cosa continua anche attualmente – perché bene o male non credo ci sia più l’esigenza di accontentare delle case discografiche… ma sembrerebbe che non ci sia più quella libertà nella scelta.

Per esempio, tu hai sentito 102.5 BEST? Bene, noi ogni tanto passiamo dei francesi, roba di qualità. Ma piuttosto poca, in percentuale minima. Io ho cercato di capire anche con un programmatore, con Stefano. Gli ho chiesto se ci sono delle convenzioni. Ma niente, non sembra proprio, ha detto di no.

MHB: Immagino che ormai molte scelte fatte sono fatte anche sulla base di studi, di posizionamenti ben ragionati… Una cosa che funziona ma forse rende la radio un po’ più fredda. 

AG: Diciamo che a riscaldare la radio ci pensiamo noi come animatori. Speaker come Jocelyn, Acampora… noi ci mettiamo il cuore, una cosa che la gente percepisce.  In più io ogni tanto dò libero sfogo… anche in radio, lo dico. Dico “Basta io non c’è la faccio più con le proiezioni, le statistiche… Lasciamoci vivere un attimo… senza costringere la nostra vita a seguire sempre determinate regole”.

MHB: Recentemente sul social network blu abbiamo letto un post con alcune fotografie tue e della vecchia Monte Carlo. Molti, moltissimi commenti, ma quello che mi ha colpito è quanti  si sono messi a parlare di Robertino… di Roberto Arnaldi. Il tuo ricordo personale.

AG: Robertino… una cosa mostruosa, un’energia, una carica fantastica. Arrivava il lunedì mattina e spesso e volentieri in regia c’era Renato Gamalero, che era genoano. Mentre Robertino sampdoriano. Se la Sampdoria aveva perso sai cosa accadeva al notiziario? Robertino diceva “Bene apriamo il notiziario di oggi, pagina sportiva… no niente: Ieri non c’è stata la partita della Sampdoria”

 

Registrazione Originale – Robertino su RMC 701

E cosi, saltava del tutto la notizia, la sconfitta non veniva mai annunciata. Cioè, aveva uno spirito, un humor, magari un po’ casereccio… ma è proprio per quello che è entrato nel cuore della gente.

Giovane bruna, calorosa e avvenente, marito in vacanza cerca bagnino disponibile

 

Registrazione Originale 2 – Robertino su RMC 701

E poi i suoi ritmi… c’era un tecnico… che aveva delle difficoltà quando faceva la mattina. Quando arrivava Robertino io dopo mezz’ora  passavo e vedevo (il tecnico) Alberto, disteso sulla console, alias pupitre, li  che boccheggiava e diceva “non c’è la faccio più”. Perché stare dietro a Robertino, col ritmo che aveva, era una cosa quasi impossibili per un essere umano. Non solo, tu sai che ha scritto delle canzoni, ad esempio per Dalida? Ed era anche un interprete, di brani suoi e di altri. Una bella persona, un artista più. Poi quando è passato a TMC col Buggzoom. Tutti, tutti lo ricordano.

MHB:  A proposito, lui era molto diverso da te. Tu parlavi se ricordo bene già come adesso, cioè con questo tono molto…
AG: …pacato
MHB: si, pacato. Molto diverso dal suo. Non avevate ordini di scuderia?

AG: Noel ci lasciava liberi di essere noi stessi. C’era la direttiva dei brani, italiani, francesi, inglesi a rotazione. Ma lui diceva a tutti, come arrivavano:, “Signori, voi siete liberi di dire di parlare, non avete catene. L’unica cosa non parlate di politica. O di pubblicità al di fuori delle pubblicità che ci pagano. E niente religione”. Era tutto.

MHB:  La musica invece chi la sceglieva?  

AG: C’erano dei programmatori come Pierre Dominique Pennacchioli. C’era un po’, diciamo così, di libertà. Però si poteva chiedere, cosa che attualmente io non posso fare, perché c’è il programma e il computer che lancia i dischi.
Io non posso togliere un disco o sostituirlo o sfumarlo per poter dire delle cose. All’epoca invece si poteva chiedere al tecnico… dicevamo “siamo un po’ lunghi, aggiungiamo un disco” e potevamo sceglierlo noi, quel disco, oppure toglierne uno.

MHB: Su Facebook c’è stato questo post ormai famoso, con la tua foto a cui è seguito un grandissimo dibattito, anche molto sgradevole, sulle nuove leve o sulla mancanza di.
Apparentemente oggi non abbiamo mai un altro Arnaldi e forse neanche un altro Herbert Pagani, per così dire… 

AG: Ti racconto una cosa. Ieri, come spesso accade il sabato e la domenica MILA mi da il cambio alle 19.00 e dice. E mi dice: “tra poco, verremo sostituiti dall’intelligenza artificiale… Metteranno un robot con i baffi tuoi al tuo posto”. Al che io rispondo “sì, non solo, ma campioneranno anche la nostra voce, una tristezza…”

MHB: Però un attimo! Come sai a volte faccio delle interviste e per NL ne abbiamo fatta una a Marta Suraci in cui ci spiegava quanto loro hanno a cuore il fatto che la radio debba essere umana.
Il concept  che avevano sviluppato era qualcosa tipo “il computer non ha un’anima. Un conduttore si… il computer ha un algoritmo un computer un cuore”. Certo, era prima di ChatGPT e di Peperoni AI ma il discorso resta valido quindi forse da questo punto di vista sei finito nel posto dove è meno probabile che sarai sostituita da computer… 

AG: Infatti, io direi che la radio deve avere per forza un’anima. E quest’anima sono per gli animatori, gli speaker , oltre ovviamente alla musica.

MHB: Però la mia domanda era relativa ai giovani. Sembra non esistano altre personalità originali, altri Herbert Pagani o Andenna, per dire. Non vorrei che il sistema stesso, i clock, i computer, le scuole di radio stiano contribuendo a creare tanti perfetti cloni. Che impressione hai? 

AG:  Che dipende da chi insegna, in queste scuole. Chi genera questi “mostri”. Non voglio far polemiche a livello sociale e politico, o peggio di religione e politica. Ora, purtroppo adesso un’altra cosa che mi dà l’orticaria: è il politicamente corretto (o scorretto). Si dicono sempre le cose giuste. Ma dipende dagli insegnanti. Se una di queste scuole decidesse, non dico di prendere me, ma qualcuno dei nostri colleghi e di fare scuola ai giovani, forse si creerebbe un fiume di nuove leve originali.
O alternative: Io sono sempre stato per le alternative, contrario all’uniformità. Quindi, più spazio ai giovani? Sì, ma ragazzi che sanno quello che fanno. Che non siano cloni, o automi.

MHB: L ‘ultima domanda che volevo farti è questa, tu oltre a occuparti di musica, di Radio sei impegnato a livello sociale, nell’aiuto al prossimo. Due parole su questo tuo aspetto meno conosciuto.

AG: Certo e vi ringrazio dell’opportunità. Io da anni faccio parte dei Cavalieri Templari, riconosciuti  in una lettera anche dal Cardinal Sodano… (per chi non capisse di cosa parliamo, ecco la descrizioe di Dagospia di qualche anno fa: “-“NON SIAMO MASSONI MA CAVALIERI MONACI, FACCIAMO VOTO DI OBBEDIENZA, UMILTÀ E SILENZIO” – E CON LE DONNE? “NON ABBIAMO MICA IL VOTO DI CASTITA’” N.d.R) …noi abbiamo. In primis, sopravvivenza del genere umano, aiuto chiaramente ai bisognosi e oggi stiamo facendo una campagna a sostegno di Maalula, un’enclave cristiano dove parlano ancora aramaico in Siria. Poi negli ultimi tempi abbiamo fatto un gemellaggio con la protezione civile italiana, c’è questa volontà di essere presenti sul campo in aiuto di tutti”.

(M.H.B. per FM-World)

Guerra civile e Radio in Sudan: facciamo il punto con Tarig Osman

Intervista a cura di Marco Barsotti

Mercoledì 3 maggio 2023 abbiamo avuto il privilegio di intervistare Tarig Osman, partner della Elenos Group, azienda con sede in Italia e attiva nello sviluppo del settore delle trasmissioni radiofoniche anche in Sudan e Sud Sudan.

Il nostro obiettivo era quello di acquisire informazioni sulla situazione attuale del paese da qualcuno che vi risiede e di esplorare il ruolo della radio prima e durante la crisi in corso. Di seguito è riportata la trascrizione della nostra conversazione, che è disponibile anche in versone  inglese (senza editing)  a questo indirizzo.

La radio in Sudan

Come spiegatoci da Giulio Bussolari, Area Sales Manager Africa per il gruppo Elenos, gran parte dell’infrastruttura di trasmissione in Sudan è di origine italiana, principalmente fornita appunto da Elenos.

Questo include le radio private, le religiose e le pubbliche, comprese quelle gestite dalle forze armate. Ci sono circa 30 siti nel paese, ma il sito più importante si trova su una collina nella o vicino alla capitale Khartoum.

L’intervista

Marco Hugo-Barsotti: Potrebbe presentarsi e descrivere la sua esperienza?

Tarig Osman: Il mio nome è Tarig Osman, sono il proprietario di un’azienda che rappresenta aziende italiane in Yemen e Sudan. Forniamo principalmente attrezzature per studi e apparati di  trasmissione, come trasmettitori FM. Solo a Khartoum ci sono circa 47 stazioni radio FM private.

Sudan oggi

MHB: Prima di parlare di radio, potrebbe parlare della situazione in Sudan?

TO: Sfortunatamente, il Sudan è attualmente in uno stato di guerra. Il conflitto è concentrato sulla capitale, Khartoum, dove c’è combattimento tra l’esercito sudanese e un gruppo di milizie chiamato Rapid Support Forces. La situazione è disperata, senza elettricità, acqua o cibo. Io e la mia famiglia abbiamo dovuto lasciare la nostra casa e trasferirci in un’area più sicura. Il conflitto ha distrutto il 70% della città e ci vorranno almeno 10 anni per ricostruirla.

La guerra è iniziata come un malinteso tra due leader, ma crediamo che ci sia una terza parte in gioco, il partito islamico, che vuole riacquistare il potere dopo aver governato il paese per 30 anni. Penso che siano loro la mano nascosta dietro questa guerra. Entrambi i nostri leader attuali sono musulmani, ma il conflitto non riguarda la religione, bensì il potere e il controllo.

MHB: Puoi approfondire sulla relazione tra i due leader?

TO: I due leader non erano religiosi e erano amici, vivevano in case vicine. Crediamo che il partito islamico, che è contrario alla democrazia e al governo civile, sia dietro il conflitto, utilizzando l’esercito per prendere il controllo. Il conflitto non riguarda la religione, ma il potere e il controllo.

Out of Karthoum

MHB: Lei e i suoi i clienti siete in pericolo?

TO: Non sono in pericolo e la mia famiglia è al sicuro perché ci siamo spostati di 170 chilometri dalla capitale. Ma la gente nella capitale sta male. C’è molta distruzione e uccisioni, e molti civili sono morti a causa dei combattimenti tra l’esercito e la milizia. Il centro FM che trasmette tutte le stazioni radio private è occupato dalla milizia, quindi nessuna radio funziona nella capitale.

Le radio oggi

MHB: Nessuna radio? Nemmeno una?

TO: Riguardo ai miei clienti in Sudan, non c’è trasmissione del tutto – nessuna FM, nessuna emissione in onde medie, nessuna in onde corte. Domani (4 maggio) c’è una grande riunione tra i due leader per vedere come sospendere o fermare la guerra, ma nessuno sa cosa succederà.

47 stazioni FM

MHB: Puo’  parlare del settore radio in Sudan prima della guerra? Quali erano le stazioni radio pubbliche e private? Erano politiche o musicali?

TO: Prima della guerra, c’erano circa 47 stazioni radio FM, la maggior parte delle quali erano private. C’erano anche circa sei o cinque stazioni radio pubbliche. Le stazioni radio private coprono tutte le categorie, tra cui musica, politica, economia, famiglia e sport. La maggior parte di queste stazioni venivano trasmesse dalla capitale, e pochissime avevano la ritrasmissione al di fuori di essa.

Non c’erano trasmissioni in onde medie o corte, e solo poche stazioni facevano trasmissioni in altri stati. Attualmente non c’è trasmissione del tutto a causa della milizia che occupa il sito di trasmissione.

Silenzio radio

MHB: È possibile ascoltare almeno qualche radio in Sudan oggi?

TO: Attualmente non c’è alcuna trasmissione radio a causa del conflitto. Il governo sta cercando di ripristinare le trasmissioni, e potrebbero utilizzare trasmettitori a bassa potenza nella città di Khartoum per trasmettere le notizie. Tuttavia, nessuno sta utilizzando le onde medie perché nessuno ha i ricevitori necessari a casa o in macchina. Tutti utilizzano solo FM.

MHB: Le stazioni radio trasmettono da altri siti?

TO: No. Le stazioni radio private non funzionano perché il sito di trasmissione è occupato dalla milizia e non permettono a nessuno di avvicinarsi. 

DAB,  DTT e Streaming

MHB: Ci sono stazioni digitali?

TO: Non abbiamo ancora implementato il DAB+. Il massimo che possiamo fare è utilizzare FM a bassa potenza. Il Sudan ha una regolamentazione speciale che non consente alle stazioni private di superare i due KW, che è la massima potenza consentita nel paese.

Ci sono alcune stazioni radio che utilizzano il protocollo Internet per trasmettere, ma il costo di internet è elevato in Sudan, quindi non credo che molte persone seguano la radio su internet qui.

Dovevamo fare un progetto pilota per il DAB qui in Sudan con Elenos, ma a causa della guerra tutto è stato interrotto e non sappiamo quando riprenderà. L’idea è di trasmettere quindici canali, di cui cinque saranno pubblici e il resto saranno privati.

Pal o Secam?

Questo progetto è iniziato quattro o cinque anni fa, ma ora mi hanno chiesto di inviare loro un nuovo preventivo perché volevano implementarlo quest’anno. Ma a causa della guerra, penso che tutto sarà di nuovo ritardato. Stiamo avendo lo stesso problema con la TV digitale perché per ora stiamo ancora utilizzando un normale trasmettitore TV analogico, e non so se questa guerra fermerà l’intero progetto.

Low power

MHB: È possibile stabilire un sito di trasmissione mobile a bassa potenza, magari da un’auto o da un camion, dal punto di vista legislativo e pratico?

TO: No. Come azienda che fornisce trasmettitori FM, il regolamento non mi consente di avere alcun trasmettitore in azienda. Le stazioni private ottengono la loro licenza dal goberno e mi inoltrano quella licenza:  io faccio l’ordine per loro con il numero di licenza  Il materiale lo invio direttamente a loro, quindi lo ritirano dall’aeroporto. Possono operarlo ma diviene di proprieta’ dello stato.

Non ci è consentito avere trasmettitori nei nostri negozi, nemmeno pezzi di ricambio. Questo è uno dei più grandi problemi che affrontiamo in Sudan.

BBC World Service

MHB: Ieri, la BBC World Service ha annunciato che riprenderà le trasmissioni in onde corte verso il Sudan, mezz’ora al mattino e mezz’ora la sera sulla banda dei 19 metri dell’onde corte. Ha senso, dato che la gente non ha nemmeno la radio in onde medie?

TO: Non ha senso perché le persone in Sudan non hanno neppure la radio in onde medie, e la radio in onde corte è ancora più difficile  da ricevere.

Come sai, la ricezione in onde corte dipende dalle condizioni atmosferiche e non è sempre affidabile. Non è una soluzione al problema della trasmissione radio in Sudan.

Investimenti

MHB: Quante stazioni private hanno attrezzatura Elenos e di quanto investimento è necessario per costruire una stazione? È accessibile alle stazioni comunitarie?

TO: Abbiamo installato circa il 60-70% delle stazioni radio nella capitale e negli stati utilizzando l’attrezzatura Elenos. L’investimento non è troppo elevato, ma i salari sono inferiori in Sudan rispetto all’Italia, quindi è relativamente più costoso.

ERP

MHB: Può chiarire se il limite di 1 kW e 2 kW che ha menzionato in precedenza si riferisce all’ERP o alla potenza del trasmettitore, che viene poi incrementata dal guadagno dell’antenna?

TO: Il concetto di stazioni radio comunitarie non è noto in Sudan. Purtroppo, solo il governo o il settore privato possono stabilire stazioni radio. I settori privati cercano sempre denaro e guadagni dalla pubblicità, ma poiché ci sono più di 40 stazioni radio, il guadagno dalla pubblicità è molto debole. Mi aspetto che entro la fine del 2023 non meno del 25% delle stazioni radio sarà chiusa a causa di restrizioni di bilancio. Non abbiamo una buona esperienza in questo settore e nessuno si preoccupa di quel settore.

ERP (reloaded)

MHB: …La domanda era se l’1 kW e i 2 kW che ha menzionato in precedenza si riferiscono all’ERP o alla potenza del trasmettitore…

TO: Ah, OK. A Khartoum, ad esempio,le  licenze sono emesse per un trasmettitore di potenza di uscita di un kilowatt o due kilowatt, e si può avere al massimo un’antenna a quattro dipoli. La maggior parte dei privati preferisce risparmiare denaro e comprare solo un trasmettitore da 1 kW e un’antenna a 2 dipoli. Inoltre, se decidi di interrompere il tuo servizio, forse perché ti finiscono i soldi o vuoi metterlo in pausa, l’attrezzatura diventa di proprietà del governo!

Siti alternativi

MHB: Le private in Sudan possono avere un proprio sito di trasmissione per la diffusione radiofonica?

TO: No, non è consentito. Il sito di trasmissione è di proprietà e gestito dal governo, e ci sono tasse annuali per il servizio. Ci sono anche frequenti interruzioni di corrente, che possono causare interruzioni nella diffusione.

Libertà

MHB: C’è libertà di stampa in Sudan, in particolare per le religioni minoritarie come i cristiani?

TO: C’è poca libertà di stampa in Sudan, ma c’è libertà di religione. Le religioni minoritarie possono trasmettere da Khartoum se lo desiderano.

MHB: Qual è il tuo messaggio al mondo riguardo al Sudan?

TO: Vogliamo la pace e non vogliamo più governi militari in Africa. Siamo sostenuti dal governo americano, dall’Unione europea, dall’Unione africana e da alcuni altri paesi come gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita. Il conflitto tra i due leader deve finire, poiché ha già causato molte morti e continuerà a danneggiare il popolo del Sudan e dei paesi vicini. (M.H.B. per FM-World)

 

Regenerate response

La Radio Vaticana indaga il presente e il futuro delle onde corte

Come informa Vatican News, organo ufficiale del Vaticano, in un incontro nella sede storica della Radio Vaticana c’è stata nei giorni scorsi una attenta riflessione sulle nuove opportunità offerte dalla tecnologia contemporanea al sistema col quale Marconi inaugurò a fine Ottocento le trasmissioni senza fili. Si tratta delle famose onde corte, uno spetto di frequenza che non è poi solo un argomento per specialisti o appassionati della materia radiofonica ma un tema tuttora attuale, in considerazione appunto del possibile connubio con i sistemi di broadcasting più avanzati.

È stato questo il percorso offerto dal Dicastero per la Comunicazione assieme alla Commissione Informatica e alla Commissione Telecomunicazioni e Transizione Digitale, istituite presso l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, ai partecipanti all’incontro ospitato (probabilmente non a caso) nella Palazzina Marconi della Radio Vaticana, la sede storica della prima emittente pontificia, costruita dall’inventore della Radio e inaugurata da Pio XI il 12 febbraio 1931.

Si è trattato di un seminario tecnico formativo – che ha coinvolto anche circa duecento partecipanti collegati online – la cui idea è stata proposta dal direttore della Direzione Tecnologica del Dicastero per la Comunicazione, Francesco Masci, e dai colleghi ingegneri Mauro Villarini, capo dell’Ufficio Gestione Tecnica dell’Apsa, e Paolo Reale, presidente della Commissione Informatica dell’Ordine, nell’ambito di un’iniziativa orientata a confermare e rafforzare il collegamento tra gli ingegneri del Vaticano e gli ingegneri italiani.

I lavori, avviati da monsignor Lucio Adrian Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione, e dall’ingegnere Massimo Cerri, a capo dell’Ordine degli Ingegneri di Roma, e moderati dall’ingegner Paolo Reale, hanno spaziato dai primi esperimenti marconiani – la messa a punto dei collegamenti transoceanici, la vulnerabilità ma anche resilienza dei collegamenti via radio – all’analisi della situazione attuale e futura dei sistemi trasmissivi a onde corte, con l’alternarsi al microfono di esperti italiani, come gli ingegneri Giuseppe Ettorre, Giovanni Cancellieri e Giovanni Gasbarrone, assieme a professionisti del settore sul versante vaticano.

In particolare, l’ingegnere Paolo Lazzarini, tra i responsabili del settore tecnico del dicastero pontificio, ha avuto l’onere di approfondire il tema dei sistemi radio broadcast in onde lunghe, medie e corte, mentre la conclusione del direttore della Direzione Tecnologica Masci ha fatto il punto sui sistemi di trasmissione in onda corta tra passato, attualità e scenari in prospettiva, che puntano decisamente verso l’integrazione tecnica dei media.

Massimiliano Menichetti, responsabile della testata Radio Vaticana – Vatican News, ha infine svolto un excursus sui 90 anni della radiofonia e della comunicazione pontificia, rinnovata e lanciata in orbita multimediale dalla riforma dei media vaticani avviata da Papa Francesco nel 2015.

Mauro Roffi
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Radio Vaticana aumenta le trasmissioni in Ucraino e Russo

Nuove trasmissioni via etere di Radio Vaticana in lingua ucraina e russa, per portare “la speranza, la parola del Papa e la lettura dei fatti attraverso la luce del Vangelo” nei luoghi dove imperversa la guerra.

Accadrà da lunedì 21 marzo con il prolungamento dei programmi in lingua, già proposti dall’emittente.

“In queste settimane – dichiara a l’Avvenire Massimiliano Menichetti, responsabile di Radio Vaticana Vatican News – grazie a una rete di contatti diretti, che sta supportando anche il lavoro dei nostri inviati, cerchiamo di dare conforto a chi soffre e di garantire un’informazione puntuale. Le frequenze della Radio Vaticana, ma anche le pagine e i post di Vatican News in 51 lingue (compresi inglese e italiano nel linguaggio dei segni) cercano di non lasciare nessuno da solo, anche nella consapevolezza della forza della preghiera”.

Questi gli orari e le frequenze dei programmi tematici di Radio Vaticana, trasmessi in onde corte, per raggiungere anche i luoghi isolati da internet.

  • Fino al 26 marzo (ora solare)

Russo, CET-Central European Time 06:00-06:20, UTC 05:00-05:20, 7260 kHz, 9715 kHz; ​Ucraino, CET-Central European Time 06:20-06:40, UTC 05:20-05:40, 7260 kHz, 9715 kHz.

  • Da domenica 27 marzo (ora legale)

Ucraino, CET-Central European Time 06:40-07:00, UTC 04:40-05:00, 7260 kHz, 9705 kHz; Russo, CET-Central European Time 07:00-07:20, UTC 05:00-05:20, 7260 kHz, 9705 kHz.

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