Rassegna Stampa Radiorama Gennaio 2018
Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.
Tratta dal numero n.76 di Gennaio 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link: http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/
Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
https://air-radiorama.blogspot.it/2018/01/radiorama-web-n76-di-131-pagine-e.html
La Rassegna stampa di Giampiero Bernardini
La stazione Radio Marconi in concessione per 2 anni al Comune di Pisa
Un piccolo passo avanti verso il recupero della Stazione Radio Marconi a Coltano. Nei giorni scorsi infatti è stato siglato un accordo con l’Agenzia del Demanio grazie al quale il bene è stato dato in concessione al Comune di Pisa per due anni. “A seguito dell’accordo -spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Andrea Serfogli
– l’amministrazione si è mossa con una prima determina che impegna 47mila euro per la pulitura dell’area e la messa in sicurezza della struttura. In questo modo potremmo effettuare le indagini e le verifiche necessarie per la definizione del progetto definitivo e per elaborare un progetto di valorizzazione del bene”.
Una volta definiti questi progetti l’amministrazione conta di ottenere il trasferimento definitivo del bene. “L’obiettivo – prosegue Serfogli – è quello di arrivare alla progettazione e al trasferimento definitivo del bene al Comune entro il 2018. Siamo in una fase interlocutoria e decisive saranno le prossime riunioni con il Demanio”. Per riqualificare la struttura e farne uno spazio museale, con annesso una sorta di incubatore d’impresa, servono circa 2,5 milioni di euro. “Il Comune – prosegue l’assessore – è disposto a mettere sul piatto circa un milione di euro di risorse proprie. I finanziamenti restanti dovranno arrivare dalla Regione nell’ambito dell’accordo per la vendita dell’azioni Sat. Stiamo inoltre lavorando anche con il Ministero dei Beni Culturali per vedere se è possibile intercettare ulteriori risorse”.
Sopralluogo al Centro Radio Marconi di Coltano
La Stazione Radio Marconi fu inaugurata nel 1911 dal premio Nobel per la fisica insieme al re Vittorio Emanuele III e fino ai primi anni ’20 del secolo scorso ha rappresentato il centro radio più importante e all’avanguardia d’Europa. Dopo i bombardamenti tedeschi della II Guerra Mondiale, che distrussero le antenne e i trasmettitori radio, il bene è rimasto inutilizzato e abbandonato a se stesso. Nel corso degli ultimi anni si è più volte parlato di un possibile recupero del bene, proposte che però sono rimaste sempre inascoltate. Nei giorni scorsi il caso è arrivato alle cronache nazionali con la denuncia della figlia di di Guglielmo Marconi, Elettra, che parlando al Tg1 ha chiesto di risollevare la situazione della struttura mettendo anche una targa per ricordare ‘l’impresa’ di cui suo padre andava fiero: nel 1910 partì infatti, per la prima volta, proprio dalle campagne di Pisa, un messaggio radio che dall’Europa raggiunse l’Africa. (PisaToday Tommaso Fabiani, 2 gennaio 2018)
Media vaticani: ecco il nuovo portale vaticannews.va
Cresce l’attesa per il nuovo portale vaticannews.va. Se ne parla da mesi, praticamente da quando il progetto di riforma dei media vaticani ha iniziato a prendere corpo, anche se come è stato più volte ribadito il nuovo sito non è la riforma, bensì un effetto di questa. E ora ci siamo: vaticannews.va sarà on line a breve e sostituirà i siti a carattere informativo utilizzati in precedenza. Il Sir ha avuto modo di conoscere in anteprima il nuovo progetto.
Guarda il video: https://youtu.be/YQJU-5oyq_U Il nuovo sito: http://www.vaticannews.va/it.html
“È in versione beta e, quindi, non definitiva”, ripete più volte monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, illustrandoci il portale. L’attesa, quindi, creata attorno al sito, non deve
distogliere dal discorso complessivo. “Il rischio – ripete il prefetto – è di vedere il dito e non la luna. La riforma, infatti, non è il portale, bensì un diverso approccio comunicativo”.
Una visione nuova, insomma, che emerge anche da vaticannews.va. A un primo sguardo, esaminando il nuovo portale, colpisce la scelta d’impostare il menù – su una fascia di colore rosso – in maniera agile e funzionale, isolando solo quattro termini, quattro parole cardine: Papa, Vaticano, Chiesa, Mondo. Già in questo si coglie l’idea di percorso di Chiesa in uscita, dal Vaticano alle periferie, tenendo sempre al centro della narrazione la figura del Papa.
È attorno all’attività del Pontefice che ruotano anche i contenuti multimediali (testi, audio, video) offerti dal sito, dai comunicati stampa della sala stampa vaticana ai contributi audiovisivi del comparto radio o del centro di produzione audiovisivo (in particolare, l’Angelus). Chiaramente dominante è la presenza delle immagini nel corpo del sito, che occupano un ruolo di primo piano. Spazio rilevante, poi, è riservato ai social, richiamando gli account del Papa su Twitter e Instagram.
Come è stato rilevato anche dallo studio del semiologo Paolo Peverini – “Il racconto di Francesco. La comunicazione del Papa nell’era della connessione globale” (Luiss University Press 2017), volume in collaborazione con la Segreteria per la Comunicazione –, la struttura del portale sembra assolvere alla funzione del cosiddetto “cabasario”, ideato dal padre gesuita Félix Juan Cabasés durante il pontificato di Giovanni Paolo II: uno strumento di lavoro e documentazione contenente tutte le informazioni puntuali sul viaggio apostolico in cui il Papa era impegnato.
“Si tratta solo della punta dell’iceberg”, sottolinea però il prefetto. Il suo invito è di concentrarsi soprattutto su ciò che c’è sotto, a cominciare dal profondo ripensamento del modo di produrre e dalla centralità
antropologica e non tecnologica. “Nei due anni scorsi – spiega – ci siamo impegnati intensamente sulla formazione del personale. E l’abbiamo fatto con lo scopo di valorizzare le professionalità interne e di definire un gruppo di lavoro unificato, multilingue e multicanale per declinare contenuti in diversi formati da destinare a varie piattaforme di trasmissione. Il nostro sistema – precisa Viganò – è perfettamente in linea con l’ambiente digitale contemporaneo: non punta su un singolo media, ma è agnostico e, cioè, indipendente dal mezzo e dalla tecnologia”. Il web, conclude, “è soltanto una delle soluzioni a disposizione”.
Vincenzo Corrado, www.agensir.it 16 dicembre, 2017)
Austria: inizia l’era della radio digitale
L’autorità dei Media rilascia la prima licenza per l’operazione di controllo della radio digitale: 11 programmi radiofonici DAB + saranno avviati nell’area della Grande Vienna nel 2018 Comunicato stampa del 15.12.2017
(Traduzione Roberto Sadun da Facebook “Bandscan FM”)
Per la prima volta, l’autorità dei media KommAustria ha concesso l’autorizzazione in Austria per il regolare funzionamento di una cosiddetta piattaforma multiplex per la radio digitale terrestre nello standard DAB +. L’effetto a partire dal 3 Aprile 2018 licenza è per un periodo di 10 anni per RTG Radio Technical Center GmbH, a primi 11 programmi radio fornitore di servizi tecnici e di una guida elettronica ai programmi e, nella fattispecie, un servizio di avviso di pericolo nella zona di Vienna e in alcune parti dei dintorni Vienna con una portata tecnica di circa 2,25 milioni di persone si diffonderà. Finora, la radio digitale DAB + in Austria dal maggio 2015 può essere ricevuta solo nell’ambito di un’operazione di test a Vienna.
Per il lancio del DAB + Digital Radio dice Mag Michael Ogris, Presidente del KommAustria. “Noi, come un ente pubblico e le emittenti radiofoniche stessi sanno dall’esperienza di molti vicini europei molto bene che non è automatico che i consumatori sull’uso della nuova radio digitale DAB + essere introdotto, perché non è richiesta l’acquisizione di un’apparecchiatura radio adatta. Tuttavia, DAB +, che utilizza intervalli di frequenza molto diversi, è la soluzione per consentire una maggiore varietà di programmi e una maggiore varietà di radio rispetto alle frequenze radio FM completamente caricate. È per questo che naturalmente abbiamo seguito la richiesta del mercato dopo l’introduzione di DAB + e lanciato una gara d’appalto nella primavera del 2017. ”
Parte della gara è stato un DAB + a livello nazionale la copertura al KommAustria dopo aver completato un coordinamento delle frequenze completa con le autorità estere che cercano una licenza rilasciata nel primo trimestre del 2018. La maggior parte dei programmi DAB + distribuiti a Vienna in futuro non può ancora essere ricevuta tramite l’antenna. La gamma di servizi è ampia. Il programma si concentra principalmente su contributi di parola e di informazione, in parte sulla musica, che vanno dalla rock alla musica classica ai successi degli anni ’70, ’80 e ’90 o nel salotto e gli intervalli di Jazz.
Proprio come la radio FM, DAB + è anche facilmente ricevuto via antenna, ma richiede le radio che controllano lo standard di trasmissione. I dispositivi disponibili in commercio solitamente supportano sia DAB+ che FM.
Norway becomes first country to end national radio broadcasts on FM
By Agence France-presse In Oslo, www.theguardian.com (13 dicembre 2017)
Digital switchover means that only the country’s local radio stations continue to use FM frequencies. A worker displays digital radios at an electronics outlet in Oslo.
Norway has completed its transition to digital radio, becoming the first country in the world to shut down national broadcasts of its FM network. The country’s most northern regions and the Svalbard archipelago in the Arctic switched to digital audio broadcasting (DAB) as scheduled on Wednesday, said Digitalradio Norge (DRN), an umbrella group for Norway’s public and commercial radio.
The transition, which began on 11 January, allows for better sound quality and more channels and functions at an eighth of the cost of FM radio, according to authorities.
The move has, however, been met with some criticism linked to technical incidents and claims that there is not enough DAB coverage across the country. Radio users have also complained about the cost of having to buy new receivers or adapters, usually priced at between €100 and €200 (£88 and £176).
Only 49% of motorists are able to listen to DAB in their cars, according to DRN figures. A study cited by local media suggests the number of Norwegians who listen to the radio on a daily basis has dropped by 10% in a year, and the public broadcaster NRK has lost 21% of its audience. IIt’s a big change and we have to give listeners time to adapt to digital radio,” the head of DRN, Ole Jørgen Torvmark, said in a statement. “After each shutdown in a region, we noticed that the audience first dropped but then rose again.”
The transition only involves national radio channels. Most local stations continue to broadcast on FM. Other countries, including Switzerland, Britain and Denmark, are due to follow suit in the coming years.
Ma c’è chi dice no
Norway switches off FM radio, but this station is defying government order
CBC-Radio 13 dicembre 2017
Svein Larsen is still broadcasting on FM radio, despite Norway’s transition to digital. (Foto by: Radio Metro)
In a world first, Norway has switched off its FM radio service — but not everyone is celebrating the move to digital.
The country completed its switch on Wednesday when digital audio broadcasting (DAB) was turned on in some remote regions. Now, listeners will have to use that format to hear national radio broadcasts.
Officials say the move to digital will save money. In 2015, As It Happens spoke with Ole Torvmark, the head of Digital Radio Norway. He was confident people would embrace the switch, and said it would allow for more radio stations.
But broadcaster Svein Larsen isn’t convinced. Despite government orders, he has continued to broadcast on FM in Oslo. Larsen is the CEO of Radio Metro and the chairman of the Norwegian Local Radio Association. Here’s part of his conversation with As It Happens host Carol Off.
I don’t think that the government has actually the right to give that sort of order.
Why have you continued to broadcast despite the government’s orders to stop airing on FM?
Do you have a lot of support from your listeners in Norway?
I have great support, and more and more so when it becomes clear that this is actually what the government wants to do.
Don’t underestimate the fight against the government and different agencies.… Even if Norway is looked upon as quite a flexible and rational society, it’s not easy to take that fight. But we have done it, and we will see what will be the outcome.
But now the public starts to be aware that they actually are closing down not only the national network on FM, but also some of the local stations. But not all of them. Very many are going to continue to broadcast until 2022 — and even after that. But it’s my stations in Oslo that they’re looking to close down.
How are they punishing you for not complying?
They want me to pay for every day I’m continuing to do this.
How much?
100,000 Norwegian Kroner (around $15,000 Cdn) per day. I think I have to discuss that with them because they cannot be completely unreasonable.
We have both. We continue to have FM and we can get digital channels. It’s often a clearer signal [on digital]. We get more variety. It seems to be the way of the future. Why resist it? Why isn’t it something that’s of benefit to listeners?
Yes. But it’s not a benefit to listeners to close down one of the distribution systems. I agree with you. I’m also distributing my radio stations on DAB, locally, here in the bigger Oslo area.
I’ve never said that DAB as a distribution technology is not functioning. It’s functioning. But the main question is, why do you switch off a system in Norway where we have 10 to 15 million radio receivers? And you just say to the public, you’re not going to use this anymore because you need to buy new ones.
What sort of logic is that for media companies to operate that way?
I mean, you operate on behalf of the listener. Here, the big players are saying to the listeners: “No. You need to go out and buy new radio receivers.”
In 2015, we spoke with your head of Digital Radio Norway. He was confident that this was going to happen — that people in Norway would buy their digital receivers, they would switch over, and this wouldn’t be an issue.
That’s true. But I know that guy and that was his job. He’s paid for saying that. Today, you can ask him the same question and he also admits that it’s a big problem that only 50 per cent of the cars have DAB radios, obviously
This is why they are pushing me also. They feel that if I represent the competition, then that is a problem here in the Oslo area — then that is a problem for other people to change to DAB because they don’t feel that they need it. They have my radio stations and they feel happy about that. That’s why they’re so eager to close me down.
This interview has been edited for length and clarity. To hear more of our interview with Svein Larsen, listen to the audio above. As It Happens has reached out to Ole Torvmark at Digital Radio Norway, but haven’t received a response.
Radioricordando il 2017
By Antonello Napolitano www.coradx.it 30 dicembre 2017
Il 2017 si apre con la notizia shock dell’abbandono da parte di Radio Australia, delle onde corte che si concretizzerà il 31 gennaio. La decisione era stata resa nota attraverso un comunicato ufficiale diramato il 6 dicembre 2016. Di Australia si è parlato molto nel 2017 anche per l’apparizione di una serie di emittenti di bassa potenza. La prima è stata Unique Radio, da Gunnedah (New South Wales), che per il 17 febbraio aveva annunciato dei test su 3210 kHz Successivamente è stata la volta di una Stazione senza nome, gestita dall’italiano Stefano Mollo, già proprietario di 77.400 FM, che da Perth (Western Australia) agli inizi di maggio realizza delle brevi emissioni di prova su 5045 kHz, mentre il 28 agosto, dopo due anni di assenza, riappare, sempre su 5045 kHz, Ozy Radio da Razorback, vicino a Camden (new South Wales). Contrariamente a quella gestita da
Mollo, Ozy Radio viene ascoltata anche lontano dall’Australia. Infine, il 20 dicembre, tocca a 4KZ che opera da Innisfail (Queensland) sulla frequenza di 5055 kHz con 1000 watt di potenza…
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BBC confirms local radio medium wave closures
(Radiotoday.co.uk 1 gennaio 2018)
Seven BBC local radio stations are losing their AM frequencies on January 15th, with three more stations losing at least one service. BBC Surrey, Sussex, Humberside, Kent, Lincolnshire, Nottingham and Wiltshire will turn off their medium wave transmitters altogether, whilst partial closures all affect BBC Radio Devon, Essex and Humberside.
Here are the details:
BBC Surrey is closing 1368 kHz AM – but will remain on 104 and 104.6 MHz FM
BBC Sussex is closing 1161 and 1485 kHz AM – but will remain on 104.8, 104.5, 95.3, 95.1 and 95 MHz FM BBC Radio Humberside is closing 1485 kHz AM – but will remain on 95.9 MHz FM
BBC Radio Kent is closing 1602 and 774 kHz AM – but will remain on 104.2, 97.6 and 96.7 MHz FM BBC Radio Lincolnshire is closing 1368 kHz AM – but will remain on 94.9 and 104.7 MHz FM
BBC Radio Nottingham is closing 1584 kHz AM – but will remain on 95.1, 95.5 and 103.8 MHz FM
BBC Radio Wiltshire is closing 1332 and 1368 kHz AM – but will remain on 103.3, 103.5, 103.6 and 104.3 MHz FM
BBC Radio Devon is closing 1458 kHz AM – but will remain on 801 and 990 kHz AM along with 104.3, 94.8, 103.4, 96.0, 95.7 and 98.5 MHz FM
BBC Essex is closing 1530 kHz AM – but will remain on 765 and 729 kHz AM along with 95.3 and 103.5 MHz FM
BBC Radio Lancashire is closing 1557 kHz AM – but will remain on 855 kHz AM along with 95.5, 103.9 and
104.5 FM.
Kieran Clifton, Director, BBC Distribution & Business Development said: “We conducted detailed assessments of the coverage of each BBC local radio station on FM, MW and DAB. Following this process, we trialled the switch-off of a number of medium-wave transmitters and asked for audience feedback. Taken together, the audience feedback and the coverage data have informed which medium wave transmitters are unlikely to represent value for money in the longer term.”
The BBC has trialled the switch-off of a number of medium-wave transmitters over the past few years and made the decision to turn off the above 13 transmitters following audience feedback.
Radio Caroline returns to the airwaves
( www.bbc.com 21 dicembre 2017)
The first of the off-shore pirate radio stations is to return to the airwaves. Radio Caroline was founded in 1964 and broadcast from ships until 1991, when the Ross Revenge was shipwrecked off the Kent coast. The station continued to exist, and is currently an internet and digital service.
After a successful application to Ofcom, Radio Caroline has been given the medium wave frequency of 648kHz – once used by the BBC World Service.The frequency, once used to relay broadcasts
to Eastern Europe, will be taken over from noon on Friday. Radio Caroline boss Peter Moore said it was an “ironic twist” to be given the former BBC frequency.
The station was founded in 1964 to play pop music all day in a time where broadcasting was dominated by the BBC and pop was played for an hour a week. Caroline was one of five stations granted a community radio licence by Ofcom in June. The award comes 50 years after the station was rendered an illegal – or pirate – station under the 1967 Marine Broadcasting Offences Act.
Mr Moore said: “The unlikely return of Caroline to regular radio opens the latest chapter in its extraordinary 53-year history. “Caroline was the first of many pirate stations to broadcast from ships and abandoned war- time forts off the British coast, opening at Easter 1964.” He said the current Radio Caroline was aimed at Suffolk and Essex though added “test transmissions have reached further afield and it can be received along much of the East Coast”.