Nomine Rai: arriva la direzione per le Radio digitali specializzate e podcast

È arrivato il via libera del Consiglio di amministrazione Rai al pacchetto di nomine a direzioni di testate e generi proposto dall’amministratore delegato Roberto Sergio (che resta alla direzione di Rai Radio, con Flavio Mucciante come vicedirettore).

Per quanto concerne il settore radiofonico, c’è una novità: arriva la direzione denominata Radio digitali specializzate e podcast, affidata a Marco Lanzarone.

Francesco Pionati è invece il nuovo direttore di Radio1 e del Giornale Radio.

Simona Sala passa alla direzione di Radio2.

Per quanto riguarda Radio3, è confermato Andrea Montanari.

Intanto Andrea Vianello approda alla Tv di San Marino.

Per quanto concerne le nomine relative alle testate televisive, Gian Marco Chiocci arriva al Tg1, Antonio Preziosi al Tg2, Mario Orfeo si conferma al Tg3, così come Paolo Petrecca a RaiNews24, Giuseppe Carboni è a Rai Parlamento, Alessandro Casarin confermato alle testate regionali e Iacopo Volpi allo Sport.

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Rai: nominati i ‘direttori di genere’

Sono state decise alla Rai le nomine previste per ciò che riguarda i 10 direttori di genere, ovvero le nuove figure che avranno un’importanza fondamentale nell’elaborazione dei contenuti dei palinsesti delle varie reti, i cui direttori si limiteranno invece (a quanto pare, dalla prossima stagione Tv) ad ‘assemblare’ (per così dire) programmi ‘costruiti’ da altri.

Antonio Di Bella avrà la responsabilità delle trasmissioni di Day Time, Francesco Di Pace quella delle serie Tv e del Cinema; Fabrizio Zappi (attualmente vice direttore di Rai Fiction) va poi alla direzione Documentari, al posto di Duilio Giammaria.

Stefano Coletta, direttore di Rai1, avrà anche la responsabilità del Prime Time in generale, Maria Pia Ammirati si conferma ‘regina della Fiction’, Elena Capparelli (che dirige Rai Play) si occuperà dei Contenuti Digitali, Silvia Calandrelli sarà direttore dei programmi di Cultura, Luca Milano, già direttore di Rai Ragazzi, avrà anche la gestione di Rai Kids in generale. Si noterà come – situazione un po’ singolare – alcuni direttori avranno ‘campo libero’ (grazie al doppio incarico) sulle loro materie di competenza, mentre altri dovranno in qualche modo ‘dividere le responsabilità’ con altri.

Le nomine non sono state decise all’unanimità dal Cda Rai, ma quasi, anche se alcune designazioni restano non del tutto spiegabili; il tutto è probabilmente un mix di ‘opportunità politiche’, scelte originali dell’AD Fuortes, volontà dei diretti interessati e naturalmente ‘effettiva competenza’ dei designati.

Ricordiamo che il 18 novembre c’erano già state altre nomine nel settore (a completare le 10 nuove cariche previste): la direzione Approfondimento è andata a Mario Orfeo e la Direzione di tutto lo Sport ad Alessandra De Stefano.

Infine, per non far torto a nessuno, ricordiamo anche che nelle scorse settimane Massimo Lavatore è stato nominato nuovo direttore di Rai2, sia pure ad interim.

Resta tuttavia qualche perplessità: è per esempio opportuno che un giornalista come Di Bella, molto noto per la sua ‘statura a livello internazionale’ (con il ruolo importante giocato con Lucia Annunziata nel pomeriggio domenicale di Rai3), sia chiamato ad occuparsi del day-time delle varie reti?

Ma soprattutto non pare avere plausibile spiegazione (almeno in apparenza) la sostituzione di Duilio Giammaria, che, abbandonata la cura e la conduzione di ‘Petrolio’, si era dedicato in questi mesi con la competenza e la passione che gli sono propri alla costruzione di un’offerta inedita di documentari, un genere in cui la Rai da tempo brillava per disinteresse. Il motivo per cui Giammaria debba abbandonare l’impresa appena abbozzata, fra tante difficoltà, fa parte dei ‘misteri Rai’, un genere (questo sì) sempre in voga.

Ricordiamo infine che il Cda Rai ha anche approvato il piano di trasmissione e produzione della Testata Giornalistica Regionale per il 2022, con la chiusura dell’edizione notturna dei telegiornali regionali su Rai3. La decisione è controversa e l’Usigrai ha anche proclamato uno sciopero di protesta.

Mauro Roffi
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Simona Sala al Tg3, ai Gr Rai va Andrea Vianello

Alla fine l’AD Rai Carlo Fuortes ce l’ha fatta riuscendo a farsi approvare dal Cda dell’azienda, riunito in maniera inusuale a Napoli, le nomine decise per la guida di Tg e strutture che tanto hanno mandato in fibrillazione in queste ore il mondo politico. Accade ogni volta che ci sono nomine importanti per l’azienda di Viale Mazzini, specialmente quando riguardano l’informazione e i Tg, appunto. Non ha fatto dunque affatto eccezione alla regola questa tornata di nomine e se i partiti come sempre hanno voluto prima dare una sorta di ‘via libera’ (se non indicare dei nomi), questa volta sarebbe intervenuto nella questione anche direttamente ‘Palazzo Chigi’, come scrivono i giornali, un modo per dire che Draghi non è stato affatto estraneo all’esito finale della vicenda.

Sembra cambiare poco, dunque, nella Rai che pure Fuortes doveva condurre, nelle speranze iniziali, a un minimo di distacco dalla politica e dai partiti, una situazione che invece permane, secondo le migliori (o peggiori) tradizioni. È di poche ore fa la dichiarazione roboante di totale contrarietà a queste nomine di Giuseppe Conte, che parlando a nome dei Cinquestelle, irritati soprattutto per la mancata conferma di Giuseppe Carboni (considerato a loro ‘gradito’) alla guida del Tg1 e per non avere altri ‘direttori’ nella famosa ‘quota’ che spetterebbe di fatto a ciascun partito, si è proclamato tanto scandalizzato da stabilire che ora gli esponenti Cinquestelle non parteciperanno più ai programmi della Tv pubblica. La cosa appare in realtà poco probabile, come attuazione, ma dà un’idea di come ogni tornata di nomine Rai lasci per forza di cose qualcuno molto contrariato.

Ma che succede dunque nelle cariche-chiave di Viale Mazzini? Come nelle previsioni, c’è il ritorno di fiamma di Monica Maggioni, che diventa appunto, direttore (o direttrice) del Tg1, mentre un’altra donna in ascesa, Monica Sala, lascia i Gr dopo poco tempo e passa alla guida del Tg3. Qui Mario Orfeo, anche lui nominato di recente, ha accettato di lasciare ugualmente, perché gli è stato riservata la carica di direttore dell’approfondimento Rai.

Di che si tratta? Di una delle strutture che avranno un ruolo davvero importante nella ‘nuova Rai’ articolata per generi (e non più solo per reti), un’innovazione che aveva già deciso il precedente AD Salini nel suo piano ma che Fuortes ha non solo confermato ma previsto in tempi precisi e abbastanza rapidi.

In questo quadro (che naturalmente non comprende i Tg e i Gr) le stesse nomine nelle reti passano un po’ in second’ordine e si aprono invece diverse nuove importanti ‘caselle’ da riempire. Bisogna peraltro ricordare che alcune nomine in queste strutture erano già state effettuate in precedenza ma la loro operatività finora era abbastanza relativa, visto che le cose erano andate avanti basandosi sulle reti.

La girandola naturalmente non finisce qui, perché alla guida dei Gr Rai e di Radio1 va adesso Andrea Vianello che lascia Rai News e torna alla Radio, mezzo che gli ha dato la prima notorietà, prima delle gravi vicende personali che gli hanno per un certo periodo bloccato la carriera.

E Rai News e rainews.it? La casella si è liberata e la nomina alla direzione di Paolo Petrecca, che pare aver un po’ allarmato almeno una parte della redazione, viene considerata in ‘quota Centro-Destra’ (altre nomine sono invece in ‘quota Centro-Sinistra’, naturalmente, Cinquestelle a parte), in particolare viene considerata un minimo di risarcimento per Giorgia Meloni, che, come noto, nel Cda Rai non ha visto nei mesi scorsi la nomina di ‘personalità di riferimento’ (e si tratta del più importante partito di opposizione), con forti conseguenze (all’epoca) nei rapporti di Fdi con la Lega e Forza Italia.

La Lega ‘incassa’ invece la conferma della direzione di Gennaro Sangiuliano al Tg2 e quella di Alessandro Casarin alla importante Tgr. Antonio Preziosi resta a Rai Parlamento. A Rai Sport invece, come previsto, Auro Bulbarelli lascia la direzione ad Alessandra De Stefano, messasi in luce con alcune indovinate trasmissioni in occasione delle recenti Olimpiadi.

Le nomine in Cda Rai sono passate non certo all’unanimità ma con il costante voto contrario del Consigliere Alessandro Di Majo (per via dell’atteggiamento ostile dei Cinquestelle, come si diceva, anche se il quasi omonimo Luigi Di Maio non sarebbe esattamente sulle posizioni rigide di Conte) e con alcuni ‘distinguo’ non secondari su Petrecca e Sala del Consigliere Riccardo Laganà, che rappresenta in Cda i dipendenti Rai.

Per ora si chiude qui, in attesa delle prossime battaglie.

Mauro Roffi
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Rai: le prime nomine dell’AD Carlo Fuortes

Prime decisioni e nomine di un certo peso per il nuovo Cda Rai, per l’AD Carlo Fuortes, fortemente voluto dal Presidente del Consiglio Draghi e con fama di ‘decisionista in proprio’, e per la nuova presidente Marinella Soldi.

Sembra evidente la svolta rispetto alla precedente gestione dell’AD Salini, che non è riuscito a portare a termine il piano industriale cui aveva legato la propria permanenza a Viale Mazzini; sul mantenimento o meno di questo piano e sulla sua attuazione regna ora, in effetti, una grande incertezza, mentre neppure decisioni in apparenza già prese sono state poi attuale (come il varo della rete di informazione in inglese e una razionalizzazione dei canali televisivi ‘specializzati’).

Non bastasse, la situazione dell’azienda è delicata sul piano economico, mentre su quello politico pesa tuttora l’esclusione dal Cda di qualsiasi Consigliere legato a Fratelli d’Italia, attualmente quasi unico partito di opposizione al Governo Draghi.

Mentre è evidente che presto si dovrebbe entrare nel vivo delle sempre spinose nomine di reti e testate, intanto si è iniziato con una prima tornata di ‘designazioni’; importante la scelta (affatto scontata alla vigilia, a quanto pare) di Ludovico Di Meo quale nuovo Direttore Generale di San Marino RTV, società partecipata al 50 per cento dalla Rai, di cui abbiamo già riferito. Subito così si è aperto, dunque, il problema di Rai2, di cui Di Meo era prima direttore.

Ma ancor più significativa (e coerente con il personaggio) è la decisione di Fuortes di eliminare di fatto la figura del Direttore Generale (che era finora Alberto Matassino), una ‘tradizione Rai’ ripristinata da Salini, assumendo in proprio la carica ad interim.

Inoltre, Giuseppe Pasciucco è stato nominato Direttore Staff dello stesso AD, Marco Brancadoro è diventato Cfo e Giorgio Russo Direttore Pianificazione Strategica e controllo di gestione. Quale Direttore Canone e Beni artistici è stato designato Roberto Ferrara.

Siccome poi la comunicazione di questa ‘nuova Rai’ è ovviamente fondamentale, anche qui si è proceduto: a Pierluigi Colantoni è stata affidata la Direzione Comunicazione, nel cui ambito è inserito l’ufficio stampa Rai, di cui è diventato responsabile Stefano Marroni.

Non sono mancate le polemiche, ma stavolta sono state imperniate sul fatto che ad essere nominati sono stati tutti uomini, rimandando ad altra occasione un ‘riequilibrio di genere’ da molti auspicato.

Mauro Roffi
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