Continua la guerra dei media: ‘oscurata’ Radio Echo di Mosca

Nel giorno in cui è stata colpita, nell’ambito della guerra in corso con la Russia, la ‘torre delle Tv’ in Ucraina, con conseguente interruzione delle trasmissioni, si fa pesante il clima anche per i residui e rari media indipendenti in Russia.

Ieri sera è infatti arrivata la notizia che i programmi di Radio Echo di Mosca e di Dozhd Tv erano stati ‘oscurati’ per decisione dell’agenzia per il controllo delle comunicazioni, Roskomnadzor, che aveva ordinato di ‘limitare l’accesso’ alle trasmissioni. I due media erano accusati di diffondere “informazioni false in modo deliberato” sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Radio Echo è uno dei pochi organi di informazione russi che danno spazio anche all’opposizione e non solo al Governo. Solo pochi giorni fa la stessa Roskomnadzor aveva stilato un verbale a carico della Radio a causa di un programma settimanale in lingua ucraina sulla cultura di quel Paese, ‘Che succede da quella parte’.

Echo di Mosca è la più popolare e diffusa emittente radiofonica della Russia. L’audience settimanale a Mosca viene indicata in 2,2 milioni di ascoltatori, mentre complessivamente, nelle regioni russe, si arriverebbe a circa 7 milioni.

Attiva già da qualche decennio, l’emittente ha spesso avuto problemi ma i suoi redattori hanno sempre difeso con le unghie e con i denti i loro residui spazi di indipendenza. Un’operazione non facile, considerando che la maggioranza assoluta nella proprietà della Radio (il 66%) è della celeberrima società Gazprom (tramite la controllata Gazprom Media), mentre il collettivo giornalistico dell’emittente ha il 34%.

Ieri sera il noto caporedattore della stazione radiofonica Alexei Venediktov ha comunque dovuto annunciare che l’Ufficio del procuratore generale aveva appunto chiesto di “limitare l’accesso a Ekho Moskvy e a Dozhd”.

In un comunicato che abbiano trovato sull’apprezzato sito di Radio Echo i redattori dell’emittente si dicono “categoricamente in disaccordo con la decisione dell’Ufficio del procuratore generale”. Infatti “le affermazioni contenute nella richiesta non sono supportate da alcun esempio, alcuna prova, sono infondate e offensive per giornalisti e cittadini russi”.

Ora questa decisione sarà contrastata in Tribunale. Secondo i redattori di Radio Echo c’è di mezzo “una componente politica”, che comporta anche “l’introduzione della censura, che è direttamente vietata dalla Costituzione della Federazione Russa”.

Mauro Roffi
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