MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

Si rinnova l’appuntamento con Mauro Roffi e le notizie di ‘MilleRegioni’.

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  • Gran ressa nel mondo dei podcast: Amazon, Spotify, Apple, Sony

Il mondo delle Radio non può evidentemente prescindere da quel che sta accadendo in settori assolutamente ‘contigui’ (se non ‘coincidenti’, ormai), con la formidabile avanzata dei podcast a livello mondiale e in generale il mondo dei contenuti audio che si amplia e si rafforza (anche nei social con Clubhouse, per citare un’iniziativa effettivamente ‘emergente’).

I ‘sintomi’ di quel che sta succedendo, con una corsa quasi sfrenata a posizionarsi in questo promettente ambito, sono parecchi. A inizio anno, per esempio, si è appreso che Amazon aveva acquisito, per una cifra non nota ma che alcuni stimano in 300 milioni di dollari, la start-up di podcast Wondery, per rafforzare la propria offerta nel mondo dell’audio (in Italia Amazon sta già puntando sulla piattaforma Audible, come noto).

Fondata nel 2016, Wondery è una delle varie start-up ‘fiorite’ nel settore dell’audio ed è nota per i suoi podcast basati sulla narrativa che applicano lo stesso ‘sound cinematografico’ alle storie raccontate, anche nel campo della saggistica.

Wondery entrerà adesso a far parte di Amazon Music, la divisione del colosso di Jeff Bezos che offre podcast e servizi di streaming musicale ma che, evidentemente, adesso farà anche di più.

Ma – appunto – parliamo solo di uno dei sintomi di una chiara ‘tendenza’. A fare il punto della situazione ha provveduto una bella inchiesta di Paola Jadeluca su ‘Affari&Finanza’ di ‘Repubblica’, pubblicata il 18 gennaio scorso, che sostiene l’intrigante tesi che sia in atto una vera propria ricerca delle mosse giuste per arrivare a creare una ‘Netflix dell’ascolto’, poiché ‘il sentiero è segnato’.

Si prenda Spotify, infatti:

“«Audio-first: l’audio. non solo la musica, è il futuro», ha dichiarato un anno fa Daniel Ek, amministratore delegato di Spotify, l’azienda svedese numero uno del podcast. Una certezza confermata dai numeri: da gennaio dello scorso anno a oggi le azioni di Spotify al Nasdaq sono passate da 146 dollari a oltre 366, più che raddoppiate. Una galoppata sostenuta da acquisizioni mirate: Gimlet, media company e podcast network di Brookly; l’indo-giapponese Anchor, la piattaforma democratica per creare e distribuire podcast; Megaphone, piattaforma specializzata nella pubblicità e promozione nei podcast.

Il potere della voce si è (poi) rivelato un driver per la promozione di prodotti e brand”.

Altri dati, sempre da ‘Affari&Finanza’:

“Si stima che entro il 2025 ci saranno 2,5 miliardi di persone che ascoltano contenuti audio. Nel 2019 erano 800 mila. La pubblicità segue il passo”. E in più “il Covid ha accelerato tutto”.

Spotify ha persino siglato un accordo con Megan e Harry: la coppia ex reale ha appena firmato un’esclusiva pluriennale per Archewell Audio, nuovo canale di Spotify che prende il nome dal loro rampollo Archie (!).

La questione è che il mercato “si è fatto sempre più appetibile”. E fra i protagonisti c’è anche Apple, impegnata nel duello con Spotify per il primato in questo settore.

E nuovi player si stanno affacciando sul mercato: Sybel e Majelan in Francia, Podimo in Danimarca, Acast in Germania. “Sony Music, dal canto suo, ha iniziato le grandi manovre per espandere il brand a sua volta su questo settore emergente e ha annunciato partnership in Usa, Uk e Italia”.

A fine gennaio si è appreso infine che la solita Spotify testa ora anche il mercato degli audiolibri, anche se punta per adesso soprattutto sui mercati di lingua inglese, come Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia.

  • Tv e Radio sul video: una fase molto delicata

Il passaggio alla seconda fase del digitale terrestre per le Televisioni, con la ‘liberazione’ di alcuni canali (a favore delle Tlc) entro un anno e mezzo circa e il relativo ‘cambio di tecnologia’ che coinvolge le emittenti e anche il pubblico (chiamato ad un nuovo ‘cambio di televisori’), si sta rivelando, come forse era un po’ fatale, assai complesso e pieno di insidie. I ritardi nelle operazioni sono all’ordine del giorno e di qui a metà del 2022 è facilmente prevedibile una convulsa serie di scadenze non certo facili da affrontare, non solo per le Tv locali (quelle nazionali hanno la vita assai più facile) ma anche per il Ministero dello Sviluppo Economico e per l’Agcom.

Non è certo questa la sede per seguire in dettaglio la complessa questione (rimandiamo alle associazioni e a siti specializzati come newslinet.com), che coinvolge anche ‘rottamazioni’ di canali e frequenze (clamoroso, per esempio, in queste settimane lo spegnimento del mux 2 nazionale di Canale Italia), i relativi indennizzi, le graduatorie per (i residui) operatori di rete e quelle invece per i canali/fornitori di servizi di media audiovisivi e assieme molte operazioni tecniche di una certa complessità.

La questione che si sta prospettando però come ancor più importante è quella ‘vitale’ per le Televisioni, ovvero le previste nuove regole per le numerazioni LCN. A lungo molti avevano sperato che il problema, in linea di massima, non fosse posto (nonostante la legge prevedesse appunto nuove regole e ‘riattribuzioni’), almeno nei fatti, dopo tanti anni di stabilità e tenendo conto anche delle abitudini acquisite dal pubblico.

Non è andata così e l’Agcom ha così attualmente in corso una consultazione pubblica sul suo nuovo ‘piano LCN’. Anche qui, data la grande complessità della questione, rimandiamo alle fonti di informazione ‘specializzate’, ricordando però che il problema degli Lcn (e anche tutto il resto) riguarda anche non poche Radio che sono diventate (anche) Televisioni (oltre a quelle che operano in DTT solo come Radio ‘trasportate’ nei mux digitali delle Tv), grazie alla tecnica della visual radio/radiovisione.

Per loro sono previste, salvo situazioni particolari, specifiche numerazioni riservate alla programmazione di genere musicale nel IV arco di numerazione. E i soggetti interessati sono tenuti a presentare un’apposita specifica domanda.

  • Clamorosa ‘rimpatriata’ a Radio Studio Vivo di Como

Il 31 gennaio 1978 Marcello Enzo Castiglioni partecipava da protagonista assoluto al ‘primo vagito’ dell’emittente comasca Radio Studio Vivo, che ha dunque da poco compiuto 43 anni. E Castiglioni nell’occasione è ‘tornato sul luogo del delitto’, ovvero nelle stazioni radiofoniche comasche, dando vita, come informa ciaocomo.it (legato all’emittente locale CiaoComo Radio), a una giornata molto ‘particolare’, come vedremo.

Va ricordata, come premessa, la complessa e vivace storia della Fm a Como, a partire dagli anni ‘ruggenti’, quando in città si ascoltavano Radio Como e Radio Lario, mentre successivamente c’è stata la grande sfida tra Como Radio City e la stessa Radio Studio Vivo. La storia è continuata con l’acquisizione di Studio Vivo (poi rinata in tempi più recenti in una forma ricca e ‘articolata’, grazie ad un accordo proprio con CiaoComo Radio, 89.400 MHz) da parte di Como Radio City e la nascita di una sorta di ‘network locale’; infine, c’è stato il varo proprio di CiaoComo Radio, nel 2006.

Torniamo a Castiglioni: “Marcello è tornato in onda, insieme a Tito (Tosato), per ricordare quegli anni e i suoi protagonisti, e grande ed affettuosa è stata l’accoglienza da parte di tantissimi ascoltatori, che attraverso la diretta Fb, le telefonate e i messaggi hanno voluto salutare uno degli speaker più amati e storici della città”.

«Siamo partiti con i ragazzi di Brunate, con ardimento e follia – ha raccontato Marcello Castiglioni nell’occasione – . Io ero il più vecchio, avevo circa 27 anni, eravamo visti un po’ come degli scapestrati, ma ci stava. Ho iniziato e i ragazzi mi sono venuti dietro, mi chiamavano boss, perché io sono buono e caro ma in quello che si faceva era necessario che ci fosse un’impronta, fatta di spontaneità, semplicità, impegno e poco show, la cosa importante era stare con la gente, soprattutto in un periodo difficile come quello».

E Castiglioni non è che segua per forza con favore tutte le ‘evoluzioni’ del ‘suo’ mezzo radiofonico: «Non ho mai amato lo show, credo che sia importante la voce e non quello che indossi o come sei pettinato, la gente si affeziona a quello che sei, non a come appari.

Capisco i bisogni di oggi, così come capisco il video di un concerto o di un artista, ma non capisco i video di uno speaker o di un dj. La Radio é un’altra cosa».

«Aveva ragione Marcello – ha commentato invece Lorenzo Canali, altra nota ‘voce locale’ – . Aveva ragione lui a dire che la Radio è della gente e a farla in un modo che gli ascoltatori la sentissero come una cosa loro. Io la Radio ho iniziato a farla un anno prima di lui, da Tavernerio, in fascia laterale. Marcello invece ha sempre giocato in centro area e, come un vero bomber, è stato tanto egocentrico  da plasmare la Radio a sua immagine, quanto generoso nel darsi a piene mani agli ascoltatori, ma anche ad un gruppo di giovani deejay improvvisati (lo eravamo tutti allora), purchè si allineassero alla sua idea di Radio senza se e senza ma.

E aveva ragione lui. Contro ogni stilema in voga all’epoca, Marcello ha dato a Radio Studio Vivo un volto popolare e un’attitudine inclusiva. Mentre noi (Como Radio City), scimmiottavamo Radio Milano International, che a sua volta scimmiottava le Radio americane.

Nella Radio di Marcello si sentivano anche espressioni in dialetto. Gli altri si affannavano a rincorrere le hit straniere e a Radio Studio Vivo suonavano i dischi dei cantautori italiani. Soprattutto, per noi gli ascoltatori erano qualcosa di astratto e poco rilevante, per loro avevano un nome ed erano co-protagonisti delle trasmissioni. Noi facevamo la Radio che ci piaceva e loro facevano quella che piaceva alla gente. È stato un dualismo lungo tutto il decennio degli anni ’80, nel quale Radio Studio Vivo ha inanellato una serie ‘juventina’ di scudetti; noi abbiamo vissuto di rari momenti di gloria, ma abbiamo resistito, altri sono scomparsi subito (Radio Como, Radio Lario e Radio Sud Europa). Dagli anni ’90 in poi il mondo delle Radio in Italia è cambiato, ma Marcello se n’era già andato».

  • Focus emittenti: Dimensione Suono Roma

Un articolo davvero interessante, a firma di Fabrizio Finamore, è stato pubblicato nelle scorse settimane sul sito del quotidiano romano ‘Il Tempo’, iltempo.it, che ha iniziato così un viaggio tra le grandi emitttenti radiofoniche della Capitale.

La stazione in Fm presa in esame è stata in questo caso Dimensione Suono Roma, un nome notissimo che rimanda ovviamente alla seguitissima nazionale Rds ma che su Roma è effettiva protagonista ‘in proprio’, da molti anni.

«La Radio è nata nel 1992 come costola di Radio Dimensione Suono – ha detto il direttore dell’emittente Alberto Di Stefano – . Inizialmente rispecchiava molto quello che era il network RDS, puntando al territorio di Roma e del Lazio; poi, con il passare del tempo ha acquisito una sua personalità, dei suoi valori, insomma una sua identità».

Le dichiarazioni di Di Stefano a iltempo.it sono poi proseguite così: «Siamo molto legati al territorio, ma anche ai valori legati all’energia, alla positività, al coinvolgimento e alla partecipazione dei romani; il nostro obiettivo è offrire loro un punto di riferimento radiofonico in cui si possano identificare».

Inoltre, «il giovane adulto è il nostro ascoltatore tipo; il nostro claim, “il ritmo della Capitale”, rispecchia un po’ lo stile di vita dei romani, persone che vivono un ritmo intenso e che hanno bisogno di una colonna sonora ad hoc per riuscire ad arrivare indenni a fine giornata.

Noi oggi offriamo tanti contenuti per sottolineare il nostro grande legame con la città, prima c’erano più fasce dedicate alla musica, negli ultimi anni invece si è intensificata la presenza di momenti di intrattenimento con più parlati e uno stile di conduzione che non si limita più solo ad annunciare ma ad intrattenere. Per questo abbiamo ai nostri microfoni personaggi come Geppo, barzellettiere youtuber che si è adattato benissimo alla conduzione radiofonica, o come Chiara Becchimanzi, stand up comédienne, in programmi come “La Sveglia dei Gladiatori” la mattina e “La Ritirata dei Gladiatori” il pomeriggio».

Il drive time è importante e in effetti Dimensione Suono Roma «accompagna il tragitto di tantissimi romani soprattutto la mattina tra le 7 e le 10 e il pomeriggio tra le 16 e le 19. In queste fasce le abitudini dei romani ci consentono non solo un ascolto attento ma anche tanta interazione; spesso molti contenuti sono prodotti dai nostri stessi ascoltatori che mentre sono in auto intervengono con la loro opinione sull’attualità della città, su temi che vanno dalla politica al costume. Ora poi, con diverse persone che lavorano da casa, molti ci ascoltano anche dall’app o dai cosiddetti smart speaker».

Non poteva mancare il tema del calcio, così importante nell’ambito delle Radio romane. Secondo Di Stefano, «il mercato radiofonico romano vede una fetta cospicua di stazioni locali che si concertano su notizie calcistiche relative alla propria squadra del cuore. E peraltro lo fanno con ottimi risultati. Questo non fa altro che confermare la grande passione che vivono i romani per questo sport.

Per quanto ci riguarda, noi evitiamo di gettarci in questo mare, ci limitiamo magari a un commento leggero quando un derby diventa un evento che coinvolge davvero tutta la città».

E il mercato radiofonico di Roma, in effetti, «è il più complesso d’Italia, sia per numero di stazioni presenti sia per tipologie e format diversi; la stessa grande Milano non ha questa eterogeneità».

«A volte iniziare la giornata è dura – aggiunge da parte sua il citato Geppo di Dimensone Suono Roma – : il romano spesso deve affrontarla tra mille problemi, che vanno dal traffico alle buche… Per questo riuscire a fargli compagnia, strappargli anche una semplice risata per noi è già una piccola grande vittoria».

  • LaC Tv (e Radio): grandi passi nella tecnologia in Calabria

Il gruppo di LaC Tv, emittente calabrese di primo livello anche nel campo tecnologico, ha adesso lanciato il servizio interattivo HBBTV (Hybrid Broadcast Broadband Tv), con LaC Play, la prima offerta di questo tipo in Calabria (e non solo) a livello locale.

La piattaforma LaC Play (disponibile al canale 19 di LaC Tv in tutta la Calabria sui televisori compatibili, mediante la comparsa di un apposito ‘bollino rosso’ sul teleschermo) è composta dalle seguenti sezioni: In Primo piano comprende il restart e le varie edizioni del giorno del Tg; Informazione offre la possibilità di rivedere tutti i programmi di informazione dell’emittente; Intrattenimento offre tutti gli show, i quiz e i giochi; La Calabriavisione comprende tutte le altre produzioni.

C’è poi il live dei vari canali del gruppo LaC: LaC Tv, appunto, LaC Tv HD, La C News24 e anche LaC Radio, un’iniziativa non trascurabile in questo interessante quadro.

Gli sviluppi possibili sono naturalmente tanti, a partire dall’imminente lancio dell’app e dei servizi integrativi. Ma LaC intende anche aprirsi, come dichiara direttamente, “all’industria culturale e al suo mondo, offrendo nuovi spazi per case di produzione, videomaker, autori, sceneggiatori, registi e tutti coloro che vogliono rendere fruibili al grande pubblico calabrese i propri contenuti di valore”.

Entusiaste le dichiarazioni del direttore generale ed editoriale della Diemmecom, la nuova società editoriale legata a LaC Tv, Maria Grazia Falduto, per la quale «nonostante la pandemia abbia completamente stravolto e messo a dura prova il nostro modo di vivere e l’intera economia, il nostro Gruppo ha affrontato con prontezza e determinazione questa fase così delicata, confermando tutti gli investimenti intrapresi per difendere l’azienda e l’occupazione».

L’editore Domenico Maduli non è da meno: «In questi anni abbiamo consolidato la nostra presenza nel panorama dell’informazione, investito importanti risorse nel sistema produttivo e valorizzato l’approccio creativo. LaC Play rappresenta un punto di partenza – e non di arrivo – per la storia del nostro network, un servizio che riflette l’ambizione dei vertici aziendali e l’eccellenza del team di lavoro, il modo migliore per dimostrare il nostro quotidiano impegno verso i nostri utenti; un impegno per nulla scontato in una regione, la Calabria, che vive in un continuo stato di emergenza e di crisi socio-economica».

  • Riparte anche Radio Sarzana

“Dopo anni di assenza, e tanta nostalgia, torna il suono di Radio Sarzana”. Lo annuncia il quotidiano toscano ‘La Nazione’ (diffuso anche in questa zona confinante della Liguria) il 30 gennaio scorso. E la giornata è anzi proprio quella ‘chiave’: “Il debutto delle trasmissioni è in diretta oggi alle 11”. Visto poi l’orario, a dare qualche consiglio culinario utile c’è sulla nuova Radio Sarzana “l’esperta Amanda Cargioli”.

“Per il momento Radio Sarzana potrà essere ascoltata solo su internet o su www.radiosarzana.com – chiarisce ‘La Nazione’ – , ma lo staff è pronto a rilanciare un’avventura che in città ha lasciato tanti ricordi”.

Dopo alcune esperienze nel settore radiofonico e televisivo anche all’estero, a coordinare i lavori, tecnici e organizzativi, c’è il sarzanese Erman Pasqualetti, che ha predisposto il palinsesto dell’emittente. Per tutta la giornata è possibile ascoltare musica, grazie anche agli “artisti emergenti che utilizzano la rete per far conoscere i propri brani”.

Oltre alla rubrica sulla cucina, è pronto anche un programma di Erika Nani e Marco Ciriello, che si occupano di intrattenimento con ospiti.

“Il nostro sogno è quello di riproporre una Radio che sia la voce della città, come è stato per anni – ha spiegato Pasqualetti – . Invitiamo i ragazzi e chi ha voglia di raccontare qualcosa a farsi avanti”.

  • Cambio della guardia alla direzione della siciliana Radio Rtm

Importante cambio della guardia, nei giorni scorsi, nella direzione della siciliana Radio Rtm (con sede a Modica, Ragusa), di radiortm.it e di ‘Rtm Giornale’. Giorgio Caruso, infatti, ha appena assunto appunto la carica di direttore in sostituzione di Domenico Pisana, che aveva prima rassegnato le sue dimissioni dalla carica dopo qualcosa come 36 anni.

Al di là di questa ‘epocale’ (a suo modo) notizia, la realtà di Radio Rtm, che trasmette anche in Fm e opera da ben 43 anni, merita decisamente un ampio approfondimento. Lo pubblicheremo la prossima settimana.

  • In Puglia nasce Tv12Network

Al termine di un incontro tenutosi nelle scorse settimane in Puglia, è stato annunciata la nascita di Tv12Network, un’alleanza fra tre Tv locali molto note e seguite in regione (in zone diverse fra loro), ovvero TeleRama (Lecce), TeleBari e TeleFoggia. Le tre emittenti non solo sono tutte espressione importante del rispettivo territorio ma hanno in comune anche la numerazione Lcn, appunto il 12 (ciascuna nella propria zona), da cui deriva il nome di questo network.

Le tre Televisioni locali hanno come ‘mission comune’ anche quella di raccontare i fatti, le storie, le tradizioni e la cultura della propria terra, diversa per ciascuna emittente, nel ‘quadro comune’ della Puglia. Tre identità differenti pugliesi (TeleBari, peraltro, ha anche un’emittente ‘collegata’ a Trani) hanno dunque deciso ora di consorziarsi. È nato così appunto Tv12Network, per rafforzare il radicamento sul territorio con una copertura capillare su tutta la regione che permetterà nelle grandi occasioni e negli eventi importanti di raccontare le proprie storie anche alle altre zone della Puglia. E stare insieme significherà anche rafforzare gli investimenti pubblicitari.

La notizia ha anche dei risvolti radiofonici, considerando che i gruppi di TeleBari e TeleRama sono attivi, appunto, anche nell’ambito delle Radio; TeleRama anzi, in passato, ne è stata anche effettiva protagonista, in regione.

  • Radio Itineraria, per il teatro civile

Dai palcoscenici teatrali agli studi di registrazione radiofonici, per continuare a portare al pubblico, anche in tempi così particolari, i temi del teatro civile e dell’impegno sociale. È l’obiettivo di Radio Itineraria che, partita a dicembre con i primi programmi sperimentali, ha debuttato ufficialmente il primo febbraio scorso.

La Radio nasce grazie all’Associazione Itineraria, che opera nel mondo del teatro dal 1994 e presta una particolare attenzione al mondo della scuola. Dopo 26 anni di tournée e con 2.700 spettacoli al proprio attivo, la compagnia di Itineraria si è trovata nel 2020 a dover annullare tutte le rappresentazioni a causa dell’epidemia di Covid.

Ma i responsabili non si sono arresi e così, durante il lockdown, il consiglio direttivo ha pensato di dare vita ad una Radio che, attraverso il web, potesse continuare a portare al pubblico i temi del teatro civile, adottando una modalità adatta al nuovo mezzo di comunicazione.

In sei mesi, grazie anche alla raccolta fondi di 10mila euro, l’associazione ha fatto costruire gli studi nella sede di Cologno Monzese, vicino Milano. E 12 tra conduttori e tecnici hanno iniziato a frequentare corsi professionali di radiofonia sotto la direzione della giornalista radiotelevisiva Irene Zerbini (Radio24/Class) e di Lello Orso, consulente musicale dei maggiori network italiani.

Fabrizio De Giovanni, l’attore principale della compagnia Itineraria, da un giorno all’altro si è così improvvisato conduttore. “Insieme al mio amico Donatello Leone, abbiamo deciso di reinventarci – ha spiegato – . Se prima non avevamo preso in considerazione l’idea di fare una Radio per Itineraria, da quando si è fermato il teatro quella è diventata l’alternativa”.

Mauro Roffi

MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

Nuovo appuntamento con Mauro Roffi e le notizie di ‘MilleRegioni’.

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  • I dati del SIC 2019

L’Agcom continua a calcolare ogni anno, come prescrive una norma che risale addirittura alla Legge Gasparri, il valore del famoso SIC (il Sistema Integrato delle Comunicazioni), tuttora (e diciamo che sarebbe ora, magari, di cambiare qualcosa in questi calcoli e nei media ‘di riferimento’) ‘elemento basilare’ per la normativa antitrust in questo settore. Sono dunque uscite adesso le cifre relative all’anno 2019.

Il valore complessivo del SIC in quell’anno è stato pari a 18,1 miliardi di euro (1,01% del Pil nazionale), con una riduzione dell’1,4% rispetto al 2018.

Primeggia sempre il settore dei media audiovisivi (radiofonia compresa), con un peso pari al 48% delle risorse economiche del settore considerato. Nel 2019 le risorse complessive dell’area radiotelevisiva sono ammontate a 8,7 miliardi di euro, con una contrazione però del 3,1% rispetto al 2018.

Naturalmente è la Televisione a fare la parte del leone, con una quota del 55% sul totale dei servizi di media audiovisivi in chiaro e il 37% per le pay-tv. Alla radiofonia resta solo l’8% del totale.

Comunque sia, per le Radio i ricavi raggiungono nel 2019 i 692 milioni di euro, con un incremento del 4,1% sull’anno precedente. In specifico, la raccolta pubblicitaria pesa per il 77% del totale, pari a 533 milioni, mentre gli introiti da canone salgono a 106 milioni. In aumento anche i contributi pubblici (convenzioni e provvidenze), pari a 54 milioni di euro.

  • Il Comitato Esecutivo dei Corecom

Come è noto, esiste una struttura nazionale ‘di riferimento’ per i Corecom regionali, il Coordinamento Nazionale dei 21 Presidenti dei Corecom Italiani (19 sono i Comitati regionali e poi ci sono quelli delle due Province autonome di Trento e di Bolzano).

Ora sono stati eletti i componenti del Comitato Esecutivo del Coordinamento di cui sopra, composto da 5 presidenti di Corecom. Fanno dunque parte del Comitato Esecutivo Alessandro De Cillis (presidente del Coordinamento stesso e presidente del Corecom Piemonte), i due vicepresidenti Maria Astone (presidente del Corecom Sicilia) e Gualtiero Mazzi (presidente del Corecom Veneto), e poi anche Maria Cafini (presidente del Corecom Lazio) e Antonio Donato Marra (presidente del Corecom Basilicata).

  • TER 2021: quali sono le Radio new entry

Interessante nota di Claudio Astorri, personaggio molto noto nell’ambiente radiofonico, sul suo sito sulle iscrizioni all’indagine sull’ascolto della Radio TER 2021, di cui nei giorni scorsi sono usciti i dati, ma riferiti al secondo semestre 2020.

Chi si è invece iscritto quest’anno? Sono ben 262 emittenti, di cui 17 nazionali e 245 locali. “Ci sono ritorni di nomi noti alla rilevazione ma anche novità assolute” – nota Astorri. La questione è intrigante ed è opportuno andare allora ad approfondire:

“Le emittenti Radio che si sono iscritte a TER 2019 fanno parte di tutti e 3 i comparti: quello pubblico, quello nazionale e quello locale. Il mondo Broadcast della Radio è rappresentato dunque nelle sue 3 anime. Mancano tuttavia all’appello anche quest’anno, purtroppo, alcune realtà significative che non hanno espresso l’adesione e di cui non potremo conoscere gli ascolti. Radio Radicale e Radio Maria sul fronte nazionale continuano a non iscriversi”.

Ma le cose più ‘sfiziose’ sono sul fronte locale:

“Torna una Radio storica della sua regione; è la ben nota Radio Lombardia che risulta in lista attiva dopo la sua ultima adesione nel 2014 con Radio Monitor (iscritta nelle province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Monza Brianza, Milano, Pavia, Sondrio, Varese, Verbania). Peraltro la Lombardia ha bisogno di segnali di rilancio commerciale sul fronte Radiofonico locale. Chissà che questo sia l’avvio di un percorso di ulteriori presenze e di crescite…

Sempre in Lombardia riappare Radio Milano International, la prima Radio privata nata in Italia e on-air oggi grazie a Rino Borra (Bergamo, Como, Monza Brianza, Milano, Pavia). Tutti siamo grati ai fratelli Borra, con il compianto Angelo nel cuore, per quanto hanno contribuito ad avviare in FM. Oggi il fratello minore con i suoi figli, insieme a uno staff di entusiasti e competenti, si rilancia 46 anni dopo gli inizi. Ora tocca agli ascoltatori.

In Toscana (poi) rientrano Antenna Radio Esse, assente dal 2016 (Siena) e Radio Sei Sei Vintage, assente dal 2018 (Firenze, Pisa). In Lazio c’è il ritorno di Centro Suono 101 e 3 (Latina, Roma)… e di Radio L’Olgiata (Roma). In Campania e dopo la sua ultima rilevazione nel 2015 torna Radio Amore Napoli e dal 2019 riappaiono Radio Bussola 24 e Rcs75 Radio Castelluccio. In Sicilia e dopo il 2013 torna Radio Action.

Le new-entry meritano una sottolineatura ma anche un augurio sincero…”.

E vediamole allora queste novità assolute per la rilevazione d’ascolto ‘ufficiale’ del mondo radiofonico.

In Piemonte c’è Blu Radio Inblu (iscritta nelle province di Novara e Verbania), in Lombardia la ben nota Giornale Radio (iscritta però in molte zone: Alessandria, Bergamo, Bologna, Brescia, Caserta, Cuneo, Como, Cosenza, Firenze, Genova, Lecco, Lodi, Latina, Monza Brianza, Milano, Modena, Napoli, Novara, Padova, Pavia, Reggio Emilia, Roma, Savona, Torino, Treviso, Varese, Venezia, Vicenza, Verona).

In Emilia-Romagna appare per la prima volta Canzoni e Sorrisi (Bologna, Modena), in Toscana Radio Divina (Firenze, Prato). Ancora, in Campania ci sono 1 Station Radio (Avellino, Caserta, Napoli, Salerno; ne ho parlato in un articolo esclusivo su Fm-world del 14 novembre scorso) e A.R.C. Rete 101 (Avellino). Infine in Sicilia, le new entry sono Radio Battikuore (Palermo), la ben nota Radio Flash (Catania), Radio Mia (Palermo) e l’attivissima RTA – Radio Tivu Azzurra (Palermo), di cui pure ho parlato in alcune occasioni in questa rubrica.

Auguri a tutte, naturalmente, mentre ‘TeleRadioFax’, il periodico on line di Aeranti-Corallo, a proposito di Radio locali, nota che nei dati TER del secondo semestre 2020 (60.000 interviste Cati condotte tra il 16 giugno 2020 e il 14 dicembre 2020) le emittenti non nazionali fanno sempre, decisamente, la ‘loro parte’:

“Le Radio locali raggiungono complessivamente 20.352.000 ascolti nel giorno medio (ovviamente ogni ascoltatore può ascoltare più Radio). In 5 regioni la Radio più ascoltata, tra tutte le Radio nazionali e tra tutte le Radio locali, è una Radio locale”.

  • Diritti del calcio: è iniziata la grande partita

C’è già molto movimento sui diritti televisivi (e in effetti anche radiofonici , ma per forza di cose in questo caso ‘non c’è partita’) dei campionati di calcio di serie A per il periodo 2021-2024, alla scadenza dunque di quelli attuali, assegnati a Sky e (in misura minore) a Dazn. Diciamo intanto che si tratta di una ‘partita parallela’ a quella che vede l’imminente ingresso del fondo Cvc nella nuova media company voluta dalla Lega Calcio per valorizzare a dovere i diritti in questione e, in parallelo, avere nuovi finanziamenti per sostenere la traballante situazione delle società, da un annetto prive del pubblico negli stadi, per le note restrizioni anti-Covid. Non si è ancora fatto nulla neppure per il progetto del famoso ‘canale Tv della Lega Calcio’, ma diciamo che il progetto resta pur sempre sullo sfondo.

Ma la partita dei diritti Tv dei prossimi campionati è quella che conta davvero e intanto sono state aperte le prime buste con le offerte, anche se, come previsto, siamo ancora ben lontani dall’assegnazione (sempre convulsa, poi, quando si viene davvero ‘al dunque’ e nelle ultime occasioni decisa anche con molto ritardo rispetto ai programmi iniziali).
Una cosa importante già c’è, però. Ed è la mancata partecipazione alla ‘gara’ di Amazon; la prospettiva aveva non poco spaventato i tradizionali ‘competitor’ (Sky in prima fila), specie dopo l’ingresso in forze nei diritti della Champions appunto di Amazon e le voci su un interesse per il campionato. Invece Amazon non ha ritenuto adatte alle sue ambizioni le modalità di vendita dei diritti decise dalla Lega e almeno per ora si è tolta dalla scena.
Via libera dunque, di nuovo, per adesso a Sky e Dazn, anche se pare che all’attacco stavolta ci sia Dazn, decisa a farsi valere ben più della volta scorsa e già protagonista in altre nazioni su questo stesso terreno.

È solo il primo atto, tuttavia, perchè si sta già proseguendo a trattativa privata, come era un po’ scontato e nei prossimi giorni dovrebbe venire il momento delle offerte definitive e magari di una decisione.

Non solo Sky e Dazn, però, perché un’offerta preliminare sarebbe stata presentata anche da Mediapro (già protagonista e adesso un po’ ‘outsider’) e dalla lanciatissima Discovery (per la controllata Eurosport). Tutte le offerte sarebbero comunque al di sotto del prezzo minimo previsto di 1,15 miliardi di euro (ma la stessa Lega lo dava per scontato in questa fase).

Sono arrivate anche una serie di offerte (anche da Sky e da Infront) per la realizzazione tecnica del canale della Lega di cui sopra ma vengono tenute attualmente ‘di riserva’, nel caso in cui la partita dei diritti finisse in stallo.

  • Radio Effe sul Dab anche ad Arezzo

Dopo un lungo iter autorizzativo l’emittente toscana Radio Effe è ora ascoltabile anche sulla piattaforma digitale Dab nel territorio aretino. La storica Radio di Foiano della Chiana è una delle più longeve a livello nazionale con i suoi oltre 44 anni di attività.
Non si tratta però del primo passo sul Dab da parte di Radio Effe, perché l’emittente era presente in digitale a Firenze, Prato e Pistoia già dal 2017.

Da lunedì primo febbraio la musica, le voci e l’informazione di Radio Effe e quelle della sorellina Radio Etruria si possono dunque ascoltare ad Arezzo anche sul canale 11B in Dab.

«È un risultato importante – dichiara il direttore Paolo Pacielli – frutto di anni di lavoro e di investimenti, ringrazio tutte le emittenti toscane del consorzio con il quale affronteremo questa nuova sfida e l’associazione Aeranti-Corallo. È un momento difficile per il comparto radiofonico, ma crediamo che sia importante continuare ad investire per offrire un prodotto sempre migliore. Il prossimo step sarà l’attivazione della copertura digitale anche in provincia di Siena».

  • Lazio: è l’ora delle domande per i contributi della Regione

Si entra nel vivo nel Lazio per ciò che riguarda i contributi regionali a favore del mondo dell’editoria e dell’emittenza radiotelevisiva con la pubblicazione, a cura della società in house della Regione LazioCrea (che gestirà l’iniziativa), dell’avviso relativo alla concessione dei contributi di cui sopra alle imprese editoriali operanti sul territorio.

Il bando ha una dotazione di 2 milioni di euro, destinati a favore di imprese editoriali operanti nel Lazio nei settori dell’emittenza radiofonica e televisiva , della stampa quotidiana e periodica, delle agenzie di stampa e delle testate online (anche radiotelevisive). Le scadenze per domandare e poi ottenere i contributi sono imminenti e le specifichiamo allora qui di seguito.

Lo scopo generale è offrire un ristoro per i danni economici subiti dalle imprese editrici a causa della crisi provocata dal Covid-19 e favorire nel contempo lo sviluppo equilibrato del mercato della comunicazione, oltre a sostenere l’occupazione nel settore.

Le domande potranno essere inoltrate a partire dal 10 febbraio prossimo e presentate fino al 12 marzo tramite PEC all’indirizzo [email protected]. Possono inoltrarle le aziende laziali che hanno registrato nel periodo aprile-giugno 2020 un calo del fatturato pari o superiore al 30% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Il contributo sarà calcolato in base a due criteri: il fatturato del 2019 e il personale, a tempo determinato o indeterminato, alla data di pubblicazione del bando, più una premialità specifica per chi abbia svolto iniziative o progetti previste dall’articolo 3 della Legge Regionale n. 13 del 2016.

  • ‘MakERadio’: tanti incontri su questo bellissimo mezzo di comunicazione

Si sono riaccesi da qualche settimana i microfoni di ‘MakERadio’, l’iniziativa nata nel pieno del primo lockdown che ha messo in contatto da remoto centinaia di ragazzi di 23 Web Radio dell’Emilia-Romagna e li ha portati a dialogare proprio di Radio, oltre che di linguaggi creativi e comunicativi, musica, podcast e serie Tv, con esperti di rilievo nazionale.

Il progetto, come spiega ravennatoday.it, è nato da un’idea dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili della Regione Emilia-Romagna ed è stato realizzato con il tavolo regionale delle Web Radio.

Dopo i primi dieci incontri dello scorso anno, che hanno visto una partecipazione considerevole di ragazze e ragazzi, l’iniziativa è ripartita con una seconda edizione che, pur mantenendo il format originario, lo ha innovato nella forma e nei contenuti.

I nuovi incontri si svolgono da gennaio e fino a marzo-aprile. La nuova edizione si intitola ‘MakERadio – Trasmettere e ricevere’ e seguono un percorso formativo che viaggia su un doppio binario.

Alcuni incontri sono rivolti ai giovani che vedono nei linguaggi multimediali e radiofonici dei canali importanti per comunicare, per mettersi in relazione con i coetanei, ma anche per acquisire competenze utili per un futuro professionale. Altri incontri sono stati invece pensati per chi già opera all’interno di una Web Radio e si deve confrontare quotidianamente con gli aspetti di natura gestionale e organizzativa.

Si parla dunque, fra l’altro, di gestione e processi amministrativi legati al funzionamento di una Web Radio, di diritto d’autore, di sound-design, produzione e post-produzione, della forza creativa della Radio e di come fare aggregazione attraverso questo strumento. E anche delle potenzialità del radiodramma e dell’interesse che suscita nelle giovani generazioni.

Ogni appuntamento vede la partecipazione di speaker di emittenti nazionali, autrici e autori, registe e registi, producer e personalità di rilievo del mondo della comunicazione radiofonica. Il tutto è coordinato da Radio Sonora (emittente nota a chi segue questa rubrica) e co-organizzato da alcune delle Web Radio presenti in Emilia-Romagna.

Si è partiti lo scorso giovedì 14 gennaio alle 17 con Carlo Pastore, conduttore radiofonico e direttore artistico del Mi.Ami, il più grande festival di musica indipendente in Italia. A co-organizzare l’incontro insieme a Radio Sonora sono stati i ragazzi e le ragazze di Web Radio Giardino (Ferrara).

Lunedì 25 gennaio è stata invece la volta di Paola Zukar, la ‘signora del rap italiano’, che ha portato al successo personaggi come Fabri Fibra, Marracash, Clementino e Madame. Zukar è direttrice di Radio TRX, canale dedicato al rap.

Gli appuntamenti si svolgono attraverso la nota piattaforma Web Zoom e si possono riascoltare in un secondo momento attraverso i podcast prodotti da Radio Sonora e pubblicati sul profilo Spotify di Giovazoom, il portale delle Politiche Giovanili della Regione Emilia-Romagna.

  • Una bella serie di notizie dalla Sardegna

Ecco una lunga serie di notizie dal mondo radiotelevisivo della Sardegna, a cura dei nostri corrispondenti, i fratelli Podda.

Cominciamo parlando di Tommy Rossi, speaker di diverse emittenti radiofoniche della Penisola prima del suo approdo nell’isola. Qui giunto, qualche tempo fa, Rossi ha lavorato in alcune emittenti del nord della Sardegna, sino a quando è approdato a Radio Internazionale Costasmeralda di Olbia e ne è diventato direttore.

Dopo averla lasciata, si è dedicato ad altre attività. Ma è poi rientrato nel suo mondo grazie alla creazione di una sua emittente web, Radio Cento x Cento Sardegna, per un breve periodo. In seguito, sempre sul Web, ha lavorato a Radio Olbia Web dei fratelli Asara. Abbandonata anche questa esperienza, è stato a Radio Super Sound.

Da alcune settimane lo troviamo però impegnato anche in Tv ed esattamente su TTS Terranova Tv Sardegna sul ch. 21, Lcn 16, edita da Pierpaolo Pintus. Tommy, in particolare, dall’archivio Mario Cervo di Olbia ha condotto il programma ‘Incontri all’archivio Mario Cervo’, una serie di chiacchierate con i musicisti dell’isola.

Sempre a proposito di TTS Terranova Tv Sardegna, da segnalare anche il ritorno sul video di Antonio Lai, meglio noto come Tony Perquero (da non confondere con il più famoso Antonio, o Antonello, Lai, giornalista di Tcs) con il programma di interviste ai politici dal titolo ‘On. Sardegna’, in onda il lunedì alle 21. Questo programma è visibile anche su Gallura Channel, Lcn 17.

E continuiamo sempre con la stessa emittente, perché è su TTS Terranova Tv Sardegna che l’ex giornalista di Videolina Giacomo Serreli, nonché ex speaker radiofonico, oggi ‘in pensione’, ha iniziato a condurre proprio il programma ‘Incontri all’archivio Mario Cervo’, ereditato da Tommy Rossi. Serreli da poche settimane ha poi dato alle stampe la sua ultima fatica letteraria, dedicata alla musica, ‘Boghes e Sonos’ (ovvero ‘Voci e suoni’).

(a cura di Pierpaolo e Giuseppe Podda)

  • La scomparsa di Ezio De Gradi, storica voce di Radio Popolare

‘Repubblica Milano’, a firma di Zita Dazzi, dà purtroppo notizia di un ennesimo recente lutto a Popolare, con la scomparsa di Ezio De Gradi, che “con la sua voce roca e profonda era una di quelle storiche e più seguite di Radio Popolare… fin dalla fondazione”. De Gradi, con la sua grande preparazione in campo musicale, “è stato un pezzo importante dell’emittente milanese”.

Fra i tanti ricordi di De Gradi, quello di Claudio Agostoni, che lo definisce “preciso, pignolo, rustico, granitico. Nei gusti musicali e nelle convinzioni politiche, che spesso mischiava”. Commosso anche il ricordo di Gianmarco Bachi, altra voce notissima di RadioPop.

  • Ang InRadio Mantova diffonde il pensiero eco-sostenibile

Nonostante lo stato comatoso in cui versa l’editoria mantovana (dove, per altro, di autenticamente mantovano oggi non esiste quasi più nulla) ogni tanto capita di dover registrare qualche piccola novità. Assodato che, persino in riva al Mincio, il Web ormai pare essere diventato il nuovo “El Dorado” (o, se preferite, il refugium peccatorum) per una moltitudine d’iniziative, vogliamo, questa settimana, segnalare ai nostri lettori una particolare web-radio (ma, tecnicamente, sarebbe forse più corretto parlare di podcasting) che si prefigge d’innescare lodevoli comportamenti positivi e un pensiero eco-sostenibile.

L’emittente si chiama “Ang InRadio” ed è attiva dalla fine del 2019 grazie ad un’iniziativa coordinata da “Segni d’Infanzia” (il festival internazionale di arte e teatro, curato dall’omonima associazione e rivolto a bambini e ragazzi dai 18 mesi ai 18 anni, che dal 2006 si tiene a Mantova nella prima decade di novembre e che annovera, fra i media partner, broadcaster quali Rai Ragazzi e Dea Junior-Sky). L’associazione Segni d’Infanzia ha, infatti, partecipato alla call di ANG (Agenzia Nazionale per i Giovani) finalizzata alla creazione del primo network di Digital Radio “fatte dai giovani e per i giovani”.

Il circuito nazionale ANG, come spiegato più volte in questa rubrica, è sorto grazie a due bandi, usciti negli ultimi due anni, che hanno permesso, sino ad oggi, la nascita di ben 100 presidi digitali operanti da 40 diverse province sparse in 18 regioni. La redazione di Mantova, composta da una quindicina di under 25, si avvale della collaborazione tecnica di Radio Isabella, un’altra web-radio scolastica creata nel 2017 all’interno dell’Istituto Carlo d’Arco e Isabella d’Este cittadino, presso la cui struttura vengono realizzati i vari podcast veicolati sulle pagine Instagram e Facebook della radio (per fruirne basta digitare, nei form di ricerca sui due siti, “anginradio.mantova”).

In particolare il presidio mantovano ha attivato una sinergia con il progetto ARCA (Azione per la Resistenza Climatica, sostenuto dal Comune di Mantova) con lo scopo d’individuare role models (ossia testimonials a cui guardare, per informarsi e cambiare qualcosa) in grado di veicolare cultura e rispetto per l’ambiente che ci circonda. Dalle interviste registrate con questi comunicatori (molti dei quali attivi, appunto, su social e altre piattaforme video come You Tube) vengono estrapolati i file audio poi ascoltabili, una volta pubblicati, dagli indirizzi sopraindicati.

L’obiettivo dei ragazzi della redazione è quello di spiegare ai loro coetanei, con un linguaggio semplice ed immediato, come ridurre l’impatto delle loro azioni sull’ambiente anche battendo strade poco convenzionali come, ad esempio, l’analisi di brani musicali. Come ogni emittente web che si rispetti anche Ang InRadio, naturalmente, dispone di una propria app scaricabile gratuitamente dai digital store Android e Apple.

(a cura di Claudio Gatti)

  • A Viareggio spazio a Radio Carnevale

Parrà incredibile ma è periodo di Carnevale, calendario alla mano. E Viareggio non può del tutto non ricordarselo, nonostante tutte le restrizioni di queste settimane.

Così sabato 30 gennaio alle 15 è partita la programmazione di Radio Carnevale, filodiffusa sul Lungomare di Viareggio, con la famosa Passeggiata Liberty. Si tratta di una programmazione di intrattenimento musicale e non solo, incentrata anche sulla tradizione del Carnevale, con news, curiosità e ospiti. Il tutto condotto da Daniele Maffei, speaker della manifestazione.

Le trasmissioni di Radio Carnevale rientrano nel programma di attività realizzato dalla Fondazione Carnevale con l’amministrazione comunale di Viareggio. Il programma prosegue live nei sabati e nelle domeniche, oltre che nei giorni di giovedì grasso e martedì grasso, dalle 15 alle 18, fino al 20 febbraio. Durante le trasmissioni ci sono infine collegamenti in diretta con Radio Bruno, media partner dello stesso Carnevale di Viareggio.

Mauro Roffi

MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

L’appuntamento settimanale con MilleRegioni torna puntuale come ogni sabato.

Le ultime notizie, da tutta Italia, sono a cura come sempre di Mauro Roffi.

  • È la Spagna il nuovo obiettivo di Vivendi, che conquista il 10% di Prisa

Che Vivendi (Vincent Bollorè) abbia ambizioni e voglia di essere protagonista in Italia è cosa nota. Abbiamo scritto ampiamente nelle scorse settimane in questa rubrica della infinita querelle con Fininvest per il controllo di Mediaset, mentre non va dimenticato che i francesi sono anche i primi azionisti di Tim.

Ma ecco che adesso Vivendi manifesta grosse ambizioni anche in Spagna, dove per la verità era già ben presente, in particolare con la società di produzione televisiva Bambu Producciones e con un importante studio di produzione di videogiochi a Barcellona.

Va precisato altresì che più che la sola Spagna la dimensione delle operazioni di Vivendi in questo caso è quella del mercato complessivo di lingua spagnola, che è importante anche negli Stati Uniti e naturalmente coinvolge strettamente gran parte dell’America Latina. Vivendi è già molto presente su questi mercati attraverso Universal Music Group, Havas e Gameloft.

Ma ecco che ora si punta – a quanto sembra – alla ‘preda grossa’ attraverso un intervento nell’azionariato di Prisa, importante gruppo dei media iberici, noto per il quotidiano ‘El Pais’ (e anche fra gli azionisti di ‘Le Monde’ in Francia) ma molto radicato anche in campo radiofonico con il noto gruppo nazionale Cadena SER. Si tratta della prima emittente radiofonica in ordine di fondazione in Spagna, con un importante seguito di pubblico, ricevibile in FM, AM, DAB e TDT (il digitale terrestre iberico) in tutto il territorio spagnolo.

Nel giro di pochi giorni in gennaio Vivendi ha prima annunciato di aver acquisito il 7,6% del gruppo Prisa da HSBC per 52 milioni di euro e poi di aver già aumentato la sua partecipazione al 9,9% (quota vicinissima all’annunciato obiettivo del 10% minimo di Prisa).

La situazione economica di Prisa, fra l’altro, non è rosea (ma ciò vale per molti gruppi di media in Europa e nel mondo), visto che a fine ottobre erano state comunicate perdite per i primi 9 mesi del 2020 pari a 209 milioni di euro.

Primo azionista di Prisa (29%) e suo presidente è il finanziere franco-armeno Joseph Oughourlian del fondo Amber, che vede di buon occhio l’ingresso di Vivendi, con cui si è anche alleato in Francia nell’attacco in corso contro Bernard Arnault per il controllo (o la spartizione) del gruppo Lagardère, che controlla i periodici ‘Paris Match’, ‘Journal du Dimanche’ e anche e soprattutto la popolare Radio Europe 1.

Ma torniamo all’Italia (e a un’altra parte d’Europa) perché c’è per ultimo da segnalare il nuovo ‘rilancio’ di Mediaset, sempre alle prese, come detto, con il lungo duello con Vivendi in Italia. Stavolta parliamo però della Germania, dove Mediaset attua una continua conquista di posizioni nel grande gruppo televisivo Prosiebensat1, di cui era già da qualche tempo primo azionista (anche se complessivamente rimane sotto il 25%, quota rilevante per l’Antitrust tedesco).

Mediaset ha recentemente ricalibrato la composizione della sua quota nel gruppo tedesco, aumentando il possesso di azioni rispetto alle opzioni e passando, quanto a diritti di voto, dall’8% circa al 12,3 per cento. Lo ha fatto attraverso la controllata Mediaset España, che ha acquisito un ulteriore 3,43% del capitale di Prosieben.

  • Nuove nomine in due Tgr Rai

L’AD Rai Fabrizio Salini ha firmato le nomine, proposte dal direttore della Tgr Alessandro Casarin, di Roberta Serdoz a caporedattore centrale della Tgr Lazio e di Luca Ginetto a caporedattore della Tgr Umbria.

Come noto, la formidabile struttura delle Tgr regionali della Rai realizza tutte i notiziari quotidiani, televisivi e radiofonici, locali dell’emittente pubblica e inoltre un’ampia serie di trasmissioni, soprattutto in Tv (fanno eccezione le Tgr delle Regioni a statuto speciale, dove anche la Radio è protagonista assoluta), con diffusione in genere su Rai3 a livello nazionale (si ricordi anche ‘Buongiorno Regione’), in particolare il sabato mattina.

Roberta Serdoz, che è ora a capo della Tgr Lazio, ha 52 anni ed è un volto molto noto ai telespettatori del Tg3, dove è stata inviata e conduttrice.

Luca Ginetto, 57 anni, sarà invece a capo della redazione della Tgr Rai dell’Umbria. Dopo molti anni di attività nelle Tv locali del Veneto, è stato assunto a tempo determinato alla Tgr di Venezia nel 2006. Ha anche collaborato con Rai Sport per il coordinamento di alcuni eventi e per una serie di telecronache in diretta.

  • Bologna: Punto Radio in concessione alla Speed

‘Il Resto del Carlino’ del 24 gennaio dà notizia di uno sviluppo di rilievo nel mondo della radiofonia e della pubblicità di Bologna.

In sostanza, Punto Radio, emittente notissima e con una lunga storia alle spalle in zona, anche se rientrata nella Fm felsinea non molto tempo fa dopo che le frequenze migliori erano andate a Radio Sportiva, affida adesso la raccolta pubblicitaria alla concessionaria Speed, quella dello stesso ‘Carlino’ (e soprattutto in questo caso di ‘Carlino Bologna’) e del gruppo Monrif (Riffeser-Monti), molto ben radicato con la stampa quotidiana in varie regioni (adesso anche al Sud, come abbiano visto in una precedente nota di questa rubrica).

Punto Radio fa parte del ‘gruppo Ferretti’, molto forte in Emilia-Romagna sul piano televisivo (soprattutto con la versione regionale di 7 Gold) ma anche su quello radiofonico (con Radio Italia Anni 60 in particolare).

Ma vediamo altri particolari dall’articolo del ‘Carlino’:

“Punto Radio è storica. E guarda Bologna, dall’alto. Nella sua sede, in via dell’Arcoveggio 495, la musica non solo si ascolta ma ‘si vive’. Per questa peculiarità, Speed diventa la concessionaria esclusiva per la raccolta pubblicitaria di Punto Radio, conquistando un’altra fetta di mercato della nostra città.

Fondata da Vasco Rossi e un suo gruppo di amici nel 1975, a Montombraro, vicino a Zocca, nel Modenese, Punto Radio ha un’anima rock. Le prime trasmissioni risalgono al 21 settembre di quell’anno…

Come altre sue ‘sorelle’ in giro per l’Italia, anche Punto Radio subì i sigilli dell’Escopost. Vasco, che era il responsabile dal punto di vista legale, venne processato assieme a Walter Giusti, altro ragazzo dello staff, ma vennero assolti…

Iniziò il periodo d’oro di Punto Radio, dove si poteva ascoltare musica che allora era alternativa: Bruce Springsteen, i Sex Pistols, Clash, Lou Reed…

La consacrazione arrivò ad Alassio, il 19 settembre del ’76, quando Punto Radio venne eletta nel concorso di ‘Onda Tv’ la Radio preferita, battendo la concorrente BBC di Red Ronnie e Bonvi.

Due anni dopo, però, venne ceduta al Pci di Bologna che la trasformò in Radio di partito. Vasco scelse la ‘vita spericolata’ del rocker e Punto Radio rimase per un po’ all’ombra di via Barberia. Nella metà degli anni Ottanta, l’editore radiotelevisivo Luigi Ferretti, l’acquistò. E ancora oggi, sulla frequenza Fm 105, Punto Radio è uno dei riferimenti radiofonici della città. Presente anche sul digitale terrestre (canale 196)”.

  • Radio RCS Sicilia chiude ma subito riparte

È una storia che speriamo sia a lieto fine quella di RCS Radio Sicilia, l’emittente di Serradifalco (Caltanissetta) di cui abbiamo parlato su Fm-World nei mesi scorsi.

Ricordiamo che Radio RCS, in attività da decenni, anche dopo aver abbandonato la Fm, a fine anno aveva annunciato che la sua parabola si stava concludendo, “se qualcuno non l’avesse aiutata”. Occorrevano ‘forze fresche’, in sostanza, che dessero un po’ il cambio agli storici gestori e progettassero un rilancio, altrimenti la sorte era segnata.

La vicenda, in effetti, non sembrava essere finita bene, perché un ‘esasperato’ messaggio diffuso sul blog di RCS da Pietro Ferrantelli proprio a fine anno informava di quanto segue:

“L’anno che sta per finire porterà con se anche Radio RSC. A mezzanotte del 31 dicembre 2020 la storica Radio libera spegnerà i suoi microfoni. Dopo averli tenuti accesi per più di 41 anni. Per trasmettere musica e per informare. Giusto quest’ultima attività, però, ha generato un gruppetto composto da uno sparuto numero di persone che hanno eletto la nostra Radio loro nemica. E che con le loro azioni ostili hanno contribuito a decretare la fine di Radio RCS. In ciò spalleggiati da un altro gruppo, molto più nutrito.

Quello degli indifferenti, imperturbabili di fronte all’esistenza o meno dell’emittente.

I due gruppi, insieme, hanno contribuito a spegnere i microfoni di Radio RCS. Che, ad onor del vero, è stato dovuto soprattutto al mercato (pochissime, nell’ultimo periodo, le ditte che hanno pubblicizzato i loro prodotti e loro attività sull’emittente), alla natura ‘no profit’ di Radio RCS (nessuno fra chi l’ha gestita ci ha mai guadagnato un centesimo, adesso, o una lira, prima) e al (mancato) cambio generazionale…”.

Con Ferrantelli erano rimasti a fine 2020 solo altri due ‘sopravvissuti’ nella quarantennale storia di Radio RCS: Totó Benfante e Lillo Lauricella. Ma anche loro avevano deciso di gettare la spugna.

Ma, quasi come nelle favole, sono bastati pochi giorni, dopo la decisione di chiudere… per riaprire. A rilevare Radio RCS è stato Salvatore (Totò) Vancheri, che aveva collaborato con l’emittente in passato e ora ha deciso di fare il grande passo. Nel fatidico giorno dell’Epifania Vancheri ha telefonato a Lauricella e gli ha illustrato la sua idea di rilevare l’attività e di rilanciarla. Cosa che è avvenuta subito, quasi senza soluzione di continuità per RCS, dunque. E si è (ri)partiti con un’iniziativa singolare: mettere a disposizione in forma gratuita per 15 giorni i canali pubblicitari dell’emittente a sostegno delle piccole e grandi realtà commerciali (e non solo) locali.

“In questo momento di difficoltà RCS ha deciso di esserci e di stare al fianco di chi lavora e di chi necessita di un sostegno morale – ha detto Vancheri – ; questa nostra iniziativa vuole essere un piccolo aiuto a tutti, perché la nostra è sempre stata, per antonomasia, la Radio di tutti”.

E Lauricella? Ora, di nuovo entusiasta, è il supervisore tecnico della ‘nuova’ RCS. E non mancheranno neppure i collaboratori, vecchi e nuovi.

  • Radio City4You si mette in luce fra Radio e Tv

Radio City4You, nota anche e soprattutto in Tv, è sempre più alla ribalta. Ne scrive in un recente articolo infovercelli24.it, sottolineando anche i buoni risultati di ascolto conseguiti sull’aggregatore Fm World, legato a questo periodico, in virtù anche del cambio di gestione nell’emittente, avvenuto nel febbraio 2020, e di una “programmazione giovane e dinamica”.

«Un ottimo passo – dice l’editore di Radio City4You Marco Cantarella – . Sono contento della piattaforma streaming che rende fruibile l’ascolto della Radio non solo in Italia ma in tutto il mondo. Siamo molto soddisfatti (però) anche dell’ascolto in Fm su 89.9 MHz per le province di Vercelli, Biella, Novara, Milano, Pavia e Varese, sugli 88.6 per la Valsesia e sul digitale DAB+ per le città di Torino, Cuneo e rispettive province».

Radio City4You, tra l’altro, ha anche una forte programmazione sportiva in streaming: sulla piattaforma dedicata vengono infatti trasmesse le partite della Pro Vercelli e di Edilnol Pallacanestro Biella. Ancora secondo Cantarella, “City4You sta solo aspettando la fine di questa pandemia per programmare una serie continua di live che la vedranno protagonista insieme ai suoi collaboratori in feste, dirette e manifestazioni e per inaugurare i nuovi studi radio- televisivi in realizzazione alle porte di Novara”.

E poi, manco a dirlo, c’è la Tv: “Ringraziamo anche 4You Tv, sempre del nostro gruppo editoriale che diffonde diverse nostre trasmissioni in contemporanea sui canali del digitale terrestre 91 e 194 in Piemonte, 194 in Lombardia, 194 in Emilia-Romagna e 194 nel Lazio”.

  • A Milano va in onda Radio Parini

Il mondo della scuola è sempre alla ribalta, in relazione alla famosa D.A.D. e alle richieste invece di garantire anche ai ragazzi più grandi l’insegnamento in presenza.

Ne sanno qualcosa, fra gli altri, al noto liceo classico ‘Parini’ di Milano, dove ora si è aggiunta alle voci via social degli studenti anche una vera e propria Radio dell’istituto. Ne ha parlato in dettaglio l’edizione milanese di ‘Repubblica’, in un recente articolo di Sara Bernacchia.

In riferimento a Radio Parini, Federica, 17 anni, ha detto: “Dopo un anno passato dietro lo schermo del computer abbiamo sentito il bisogno di creare questo strumento, rispolverando il lavoro fatto con il predecessore, Radiologia”.

Data la situazione almeno all’inizio si è trasmesso a distanza: “Ciascuno ha registrato la sua parte da casa propria. Non è certo lo scopo del progetto, che punta a coinvolgere più studenti possibile, ma siamo soddisfatti”.

La redazione di Radio Parini è composta da una quindicina di studenti, ciascuno con un compito preciso. Numerosi sono i ragazzi di prima, forse più desiderosi degli altri di partecipare alla vita della scuola.

In realtà, come è comprensibile e avviene in casi come questo, più che di una vera e propria Radio, con un palinsesto, parliamo della realizzazione di podcast. Il primo ha ripercorso alcuni fatti del 2020, ricordando naturalmente la doppia chiusura delle scuole, il 22 febbraio e il 26 ottobre, per poi proporre musica e consigli in tema di libri e film.

  • Mantova: Rete180 chiude in attesa di un nuovo progetto

Come abbiamo già scritto in questa rubrica, l’inizio del nuovo anno ha segnato la fine delle trasmissioni di Rete180, ‘la voce di chi sente le voci’, web radio del Centro Psicosociale di Mantova che per 18 anni ha ‘curato’, con successo, decine di pazienti affetti da problematiche di salute mentale utilizzando, come unica terapia, l’attività radiofonica.

Proviamo questa settimana ad approfondire un attimo il tema.

L’esperienza di Rete180, la prima per l’Italia, ha anche generato, col trascorrere degli anni, numerose emulazioni (circa una ventina, che diffondono sia in rete che in etere), tanto che, oggi, si potrebbe quasi parlare di una vera e propria syndication ‘de facto’, con stazioni sparse lungo tutto lo Stivale.

Rete180 è nata, ufficialmente, il 10 ottobre 2003 (giornata mondiale della salute mentale) per volontà di Giovanni Rossi (all’epoca primario di psichiatria presso l’ospedale Carlo Poma di Mantova e, da sempre, considerato come l’editore della radio), con la collaborazione del collega Enrico Baraldi (anch’egli medico presso la medesima struttura) in qualità di direttore artistico.

L’idea di replicare anche in Italia l’esperienza argentina de ‘La Colifata’, emittente creata nel 1991 all’interno di un istituto neuropsichiatrico di Buenos Aires, prese forma, nel giugno del 2003, durante la registrazione di una puntata del ‘Maurizio Costanzo Show’ a cui partecipavano alcuni ospiti del Centro Psicosociale mantovano. L’estrema tranquillità e l’assoluto distacco con cui alcuni di loro raccontavano, davanti alle telecamere del Parioli, le rispettive patologie convinsero Rossi e Baraldi, seduti in platea, a tentare un trattamento sanitario del tutto innovativo ma molto promettente: fare radio.

Scelto il nome per la neonata testata (ricorrendo direttamente al numero della legge Basaglia che ridisegnava completamente i trattamenti neuropsichiatrici) l’emittente nacque come parte integrante dell’Unità Operativa di Psichiatria dell’ospedale mantovano.

Gli studi e la redazione, attrezzati di tutto punto, furono inizialmente reperiti all’interno dei locali del Centro Psicosociale, in viale della Repubblica, dove rimasero fino al 2011. La stazione, non potendo contare su concessione e frequenza Fm, decise di appoggiarsi immediatamente, ancora una volta da pioniera, alla rete internet, veicolando l’intero palinsesto in streaming dal sito www.rete180.it.

Terminata la lunga fase sperimentale, iniziata proprio con un collegamento in simulcast con la Colifata argentina e con ‘Caterpillar’ di Radio 2, Rete180 iniziò, nel 2006, una diffusione H24 grazie all’operato di 12 pazienti-redattori, due tutor e la supervisione editoriale di Rossi e Baraldi. Grazie ad un claim particolarmente indovinato (il già ricordato ‘La voce di chi sente le voci’) ed al clamore mediatico suscitato dall’iniziativa (con decine e decine di articoli sulla stampa nazionale e vari servizi televisivi) Rete180 si distinse subito per l’originalità dei suoi format; uno su tutti è stato costituito dalle famose ‘Pillole’, dove, nell’arco di pochi minuti, un argomento veniva sviscerato da un gruppo di ospiti.

La notorietà conseguita dalla piccola radio mantovana era, però, paradossalmente penalizzata proprio dalla sua diffusione limitata al solo web (al tempo non ancora dominato dai social e, dunque, non ancora così familiare al grande pubblico). Così, per qualche tempo, Rossi e Baraldi cercarono di trovare un possibile sbocco nell’etere (si parlò persino di sfruttare una frequenza in onde medie), abbandonando, poi, definitivamente l’ipotesi a causa degli oneri imposti dalla legge.

A partire dal 2011, in concomitanza con il progressivo disimpegno dell’Azienda Ospedaliera dal progetto, iniziò per Rete180 un travagliato periodo, caratterizzato da ripetuti stop & go accompagnati da diversi trasferimenti di sede, durante il quale Rossi e Baraldi cercarono di difendere strenuamente la loro creatura col nuovo appoggio ricevuto dal mondo del volontariato. Purtroppo, nonostante le numerose battaglie vinte in precedenza, la decisione d’interrompere nuovamente le trasmissioni sembra ora essere definitiva.

Secondo quanto dichiarato pubblicamente dallo stesso Giovanni Rossi, la chiusura, su cui probabilmente pesa anche l’aspetto economico, è dovuta alla consapevolezza che ormai “i social sono pieni di contenuti deliranti che soverchiano l’intento della voce di chi sente le voci di connettere questo pensiero al mondo reale”.

Rete180, nel corso della sua quasi ventennale attività, ha offerto ad una moltitudine di pazienti con problemi di salute mentale l’opportunità di acquisire numerose competenze tecniche, dimostrando ripetutamente all’opinione pubblica che tali persone possono rappresentare, per l’intera comunità, una risorsa e non un problema. Secondo Rossi ora, per proseguire l’esperienza nata con Rete180, è necessario “un nuovo progetto che abbia protagonisti e strumenti diversi. Noi abbiamo dimostrato che si può fare. Altri continueranno”.

(a cura di Claudio Gatti)

  • Furto a Foggia ai danni di Radio Antenna 1

Un articolo di Foggia Today informa di un episodio sgradevole avvenuto nei giorni scorsi nella città pugliese:

“Radio Antenna 1, locale emittente foggiana facente parte del gruppo di Radio Master, finisce nel mirino di ladri. Nella tarda mattinata (del) 22 gennaio, intorno alle 12.50, una Fiat 500 L trekking bianca con tettuccio in vetro scuro utilizzata per servizio tecnico dagli addetti della nota emittente foggiana che trasmette successi napoletani, è stata portata via mentre era parcheggiata in via Michele Papa angolo viale Michelangelo”.

In segno di protesta e vista anche l’impossibilità a svolgere il proprio lavoro, i dipendenti e la proprietà di Radio Antenna 1 hanno sospeso le trasmissioni per 48 ore.

  • Due emittenti alla ribalta in Abruzzo

È stata presentata il 20 gennaio scorso Radio Iperbole, la Radio Web della struttura didattica Polo Scientifico Tecnologico di Sulmona, in Abruzzo. Secondo quanto comunicato dai promotori, si tratta di “un veicolo di informazioni, un luogo di dibattito e di scambio di opinioni, un momento di pausa e di riflessione, uno spazio ludico e ricreativo in cui esprimere la propria creatività, in una città e in un territorio in cui i momenti di aggregazione e di condivisione sono ormai rari e quasi inesistenti e i luoghi di incontro e di discussione assenti”.

Ancora: “Il nome ed i loghi, in continuità con l’esperienza del giornale d’Istituto, ben sintetizzano il messaggio del Polo: armonizzare e fondere cultura umanistica e scientifica, ‘rompere’ i canoni del conformismo perbenista ed urlare al mondo i nostri sì e no, con temerarietà ed autenticità. A breve sarà pubblicato un palinsesto e la programmazione delle attività, gestite direttamente dagli studenti”.

Più ‘intrigante’ la seconda emittente che voglio segnalare dall’Abruzzo (e zone limitrofe). Si tratta di Radio Parco – La Radio che non c’è, che viene definita in zona “la più attiva realtà di comunicazione emersa negli ultimi tempi nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, un’area protetta e molto apprezzata, ma non abbastanza raccontata”.

L’ideatore del singolare progetto radiofonico (che opera via internet su Facebook (@radioparco e su Spreaker e Spotify) è Stefano Dark (nome d’arte di Stefano D’Arcangelo), professionista del mondo della comunicazione ma anche personaggio pieno di passione per il territorio del Parco in questione.

Radio Parco è nata nel 2018 a Pescasseroli ma all’inizio era un puro esperimento, poi perseguito più di recente con maggiore convinzione. L’idea è quella di raccontare il territorio nelle sue molteplici declinazioni e di diventare un punto di riferimento per tutti coloro che vivono nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ma anche per chi visita questa terra soltanto a livello turistico, di norma rimanendone affascinato.

Da gennaio l’attività di Radio Parco si è ampliata con altre due rubriche settimanali, ovvero ‘Opificium’, spazio dedicato alla scoperta delle giovani realtà imprenditoriali locali legate al mondo del food, dell’artigianato e della ristorazione, con Mariapia Gentile, e ‘Abbini i vini, migliori i sapori’, con Piero Forti, il cui titolo dice già tutto.

Radio Parco è in onda tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle ore 18.00 alle 19.00.

Mauro Roffi

MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

L’appuntamento settimanale con MilleRegioni torna puntuale come ogni sabato.

Le ultime notizie, da tutta Italia (e non solo), sono a cura come sempre di Mauro Roffi.

  • Svizzera: dibattito e polemiche sul futuro delle Radio di lingua italiana

Gran dibattito in Svizzera sul futuro dell’emittenza radiofonica pubblica di lingua italiana (e non solo, anche su quello di altre parti della società SSR), ovvero sulla ben nota RSI. Ne dà conto in un lungo recente articolo il sito ticinolibero.ch. Vediamo di che si tratta:

“Il progetto di revisione dell’offerta audio RSI, annunciato già lo scorso febbraio nell’ambito delle nuove misure di trasformazione e di risparmio RSI, prosegue nei tempi e nei modi annunciati. Si tratta di fornire gli elementi utili per la futura decisione”. In gioco ci sono le linee editoriali delle tre reti radiofoniche della RSI.

“Questo processo di trasformazione è necessario e non procrastinabile” – ha spiegato il direttore RSI Maurizio Canetta. A nome del Comitato direttivo, Canetta ha dato mandato a un gruppo di lavoro coordinato da Sergio Savoia e dal consulente esterno Frode Hvaring di ridefinire l’offerta audio di cui sopra. È stato prescelto così il progetto “di importanza strategica” Lyra.

In ballo sembra esserci soprattutto il futuro della Rete Due della RSI, quella a carattere culturale.

Secondo quanto annunciato, “il progetto nasce in risposta ai profondi e continui mutamenti del complesso contesto massmediatico: l’affermazione di nuove modalità non lineari di consumo audio, le esigenze di una maggiore differenziazione dell’offerta e le nuove contingenze finanziarie SSR e RSI, dovute in particolar modo all’evoluzione negativa degli introiti pubblicitari…, richiedono una maggiore efficienza produttiva e una ridefinizione dei compiti e dell’identità delle singole reti che permettano di raggiungere anche in futuro tutto il pubblico e quindi di adempiere al mandato di servizio pubblico”.

I tempi sono necessariamente piuttosto lunghi: “Si tratta… di un documento di lavoro modificabile, ma indispensabile per poter proseguire nell’allestimento di un progetto di revisione audio RSI, che dovrà essere ancora discusso e approvato entro la fine del 2021”.

Per capire la situazione vanno illustrate le linee editoriali delle tre reti RSI.

Rete Uno, per iniziare, “rappresenta il Paese nella sua complessità e ne racconta l’evoluzione; contribuisce alla comprensione dei nostri tempi e dei loro fenomeni; sa collegare storia e tradizione con la modernità. Rete Uno è il Paese. Informazione, cultura, approfondimenti, sport. Temi di società, vita quotidiana, territorio, dibattiti. Cultura divulgativa, di prossimità e cultura popolare. La musica non è la protagonista di Rete Uno, ma un suo elemento importante: ‘pop’ in senso tradizionale e moderno, successi e classici di ogni tempo con una leggera prevalenza di brani in lingua italiana”.

Invece, “Rete Due accompagna un pubblico interessato e curioso nella sua ricerca di significato e profondità. Valorizza la creazione e l’attualità culturale e promuove un’idea moderna e aperta di cultura. Rifugge la convenzionalità e il conformismo; ha un ritmo proprio riconoscibile; è posata e seria; propone un’esperienza di ascolto significativa e fuori dal comune; cura il dettaglio, la parola, le scelte musicali, che sono preponderanti”.

Per ultima, Rete Tre: “Parla a un Paese in movimento, attivo, attento. Diverte, intrattiene e stimola, andando oltre l’ovvio. Dal costume alla tecnologia alle tendenze, dà spazio anche allo sport in forma di racconto. Comicità e satira sono strumenti che aiutano a interpretare la realtà e ad esorcizzarne gli aspetti più sconcertanti e difficili”.

Il Direttore generale SSR Gilles Marchand e il direttore RSI Canetta hanno incontrato il personale delle tre emittenti radiofoniche e il Comitato del Consiglio Regionale della CORSI, presentando lo stato di avanzamento del progetto Lyra. Hanno confermato che al momento attuate non sono state né adottate né attuate decisioni operative e hanno garantito al Comitato della CORSI la presentazione e condivisione del progetto da parte della nuova direzione, prima della sua attuazione.

Quanto al presunto obiettivo di smantellare (nei fatti) Rete Due, è stato assicurato che “il progetto Lyra non coinvolge solo la Rete Due, bensì l’insieme dell’offerta audio della RSI”. Non sembra essere convinto di queste ‘buone intenzioni’ l’altro sito svizzero laregione.ch, che in un articolo di Franco Liri sostiene quanto segue:

“Su queste pagine (e poi, timidamente, anche su altre testate) compaiono praticamente ogni giorno diversi articoli in difesa dell’identità dell’attuale rete culturale. Sono intervenuti storiche, scrittori, politiche, insegnanti, artiste, giornalisti, sindacaliste, architetti, bibliotecarie, economisti, ex dipendenti, ascoltatrici ed estimatori della Rete Due ma anche, verrebbe da dire rileggendo i vari contributi, affezionati utenti di quel Servizio pubblico che riesce ancora, con sempre più fatica, a compiere dignitosamente il proprio mandato, malgrado i già significativi tagli, nell’informazione e nella cultura.

Parallelamente a tutti questi interventi, il giornalista Graziano Terrani ha lanciato, sul sito Campax, una petizione in difesa del canale radio che ha raccolto in pochi giorni 7000 firme”.

E ancora: “Tutti hanno testimoniato in favore della necessità di salvaguardare il canale radio che assicura serietà, approfondimento, desiderio di cartografare la complessità del territorio che viviamo, ma che soprattutto rappresenta la quintessenza del mandato politico e sociale che la SSR è tenuta ad assolvere…

Una levata di scudi rara e potente nella Svizzera di lingua italiana, che esemplifica il disagio che sempre più si nutre nei confronti della politica della RSI, sia essa culturale e di programmazione o aziendale”.

Ma, visto che ne abbiano parlato prima, che cos’è mai la CORSI (Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana)?

Si tratta della società regionale che rappresenta gli utenti di lingua italiana della radiotelevisione di servizio pubblico in Svizzera, cioè gli ascoltatori e gli spettatori della RSI. La sua missione è fare da garante sui contenuti e sulla qualità dell’offerta editoriale e dei programmi, nel rispetto del mandato federale.

Al suo Comitato del Consiglio regionale compete stabilire la politica dei programmi perseguita dalla RSI nonché la distribuzione delle risorse finanziarie fra le varie reti e aree di programma, entro i limiti posti dalle direttive impartite dal Consiglio di Amministrazione della SRG SSR (la Radiotelevisione svizzera di servizio pubblico).

  • Radio Immagina, il PD e le emittenti locali

A proposito di Radio Immagina, la neonata ‘voce del Partito Democratico’ di cui abbiano parlato qualche giorno fa su questo sito, va aggiunto che i suoi promotori alle varie forme di diffusione digitale aggiungono anche un’altra opportunità tutta da verificare.

Si tratta del fatto che “i contenuti di Radio Immagina verranno anche veicolati attraverso un circuito di Radio locali e diffusi in tutta Italia”.

Vedremo se questa iniziativa verrà davvero intrapresa e quali saranno le emittenti interessate all’idea nel nostro Paese.

  • 60 ore per imparare a fare Radio

L’anno è cominciato anche con l’annuncio di una nuova offerta di formazione per gli operatori della Radio. Lo scrive il sito astorri.it, come mi segnala l’amico Giampaolo Mirandola. Vediamo i particolari:

“Si tratta di 60 ore online con professionisti del nostro mezzo, noti e affermati a livello internazionale e nazionale. Il corso si chiama 360 Broadcasting ed è il primo master internazionale per gli operatori Radio in Italia, patrocinato dalla Fondazione Guglielmo Marconi”.

I temi approfonditi dai relatori sono di vasto interesse. Ci sono l’imaging Radiofonico con Dave Foxx, il content radiofonico con Rob Basile, le news radiofoniche con Irene Zerbini, la messa in onda con Chicco Mazzucchelli, i contenuti radiofonici con Gabriella Incalza, la Radio nel suo insieme con Lello Orso, il marketing radiofonico con Marco Montali, l’analisi dei mercati radiofonici proprio con Claudio Astorri.

L’idea di questo master in Radiofonia nasce dal citato Lello Orso, innovatore del mezzo radiofonico “che ha operato su entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico e che ha competenza e passione per la formazione”. La struttura organizzativa è quella di Music Academy, “una grande scuola di musica e arti creative con sede principale a Bologna”.

Per le opportune informazioni è opportuno visitare la pagina web di 360 Broadcasting.

  • Sostegno all’emittenza locale anche in Molise

Dopo la Lombardia e il Friuli-Venezia Giulia, diamo notizia anche del sostegno promesso alle emittenti radiotelevisive locali dalla Regione Molise.

In questo caso il finanziamento si concretizza mediante l’attivazione di campagne di comunicazione su temi che riguardano il Covid-19, un po’ come è avvenuto (pur con qualche contestazione) anche in sede nazionale di recente.

Possono aderire al sostegno regionale le imprese dell’informazione che operano sul territorio molisano e svolgono la propria attività nell’ambito dell’emittenza televisiva o radiofonica, della stampa quotidiana cartacea e delle testate giornalistiche online.

La Regione Molise attuerà, in particolare, campagne istituzionali in materia di salute, sostegno alle imprese, al lavoro e all’economia, con l’obiettivo di garantire la massima informazione a cittadini e imprese, e gli organi di informazione le diffonderanno, il tutto entro il 30 settembre prossimo.

La dotazione finanziaria è stata quantificata in 800.000 euro, inserita nell’ambito delle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) nell’ambito della Misura ‘Interventi a sostegno della ripresa economica delle PMI colpite dagli effetti del Covid’. Le candidature al finanziamento possono essere presentate però solo fino al 24 gennaio.

  • Il libro che ci racconta tutto su ‘Stereonotte’

Abbiamo riparlato recentemente su questo sito del ‘mitico’ spazio Rai ‘Stereonotte’. Vale allora la pena di segnalare anche la recente uscita per Iacobelli Editore di ‘Raistereonotte – Il libro’, a cura di Giampiero Vigorito e dei conduttori della trasmissione di RadioRai dal 1982 al 1995.

Con la prefazione di Carlo Massarini, il volume raccoglie curiosità, retroscena e testimonianze dei collaboratori storici che si sono alternati per 14 anni ai microfoni del programma trasmesso in diretta dagli studi di via Po 14 a Roma. Tra loro figurano Ernesto Assante, Marco Boccitto, Stefano Bonagura, Giuseppe Carboni, Alberto Castelli, Massimo Cotto, Carlo De Blasio, Teresa De Santis, Stefano Mannucci, Enrico Sisti, Fabrizio Stramacci.

“È un viaggio a ritroso nel tempo – racconta Vigorito – per rivivere una volta ancora le storie, gli aneddoti, le voci di una trasmissione che è entrata nell’immaginario collettivo e che ha scavato un solco nel cuore di quelle creature della notte che hanno dedicato alla musica le ore che li accompagnavano nello studio, nel lavoro, negli impegni notturni”.

Da Renzo Arbore a Claudio Baglioni, da Edoardo Bennato a Ligabue, sono oltre 40 i personaggi della cultura e dello spettacolo che hanno voluto partecipare con un proprio contributo.

  • Bso Channel si allea con il gruppo londinese SideUp

Ne avevo parlato, con diversi particolari, in questa rubrica il 23 maggio scorso. Mi riferisco a Bso (Ballando Station One) Channel, o anche alla collegata Ballando Web Radio (adesso articolata su più emittenti), gruppo di Cinisello Balsamo, vicino Milano, che si è fatto molto notare in tempo recenti. Avevo specificato anche di come il gruppo fosse riuscito a trovare una presenza in Fm in Lombardia (e zone vicine, fino in Svizzera) grazie alle frequenze di Rete 104 di Lecco. Sul piano televisivo, invece, Bso Channel, lasciato provvisoriamente da parte il digitale terrestre in proprio, aveva messo in piedi un’alleanza con la toscana Vuemme, emittente a carattere musicale.

Ma nel gruppo di Cinisello le cose si muovo davvero in fretta ed ecco che ci sono appunto diverse altre cose da segnalare. La prima è che Bso Channel è di nuovo presente nel digitale televisivo terrestre in Lombardia, alla numerazione 860, in uno dei mux della Tv locale Videostar.

E ora Bso Channel Tv ha aggiunto in video al suo il logo di SideUp London Radio Tv. È nata infatti un’altra collaborazione tra il gruppo britannico SideUp (che conta appunto su London Radio Tv, che è poi un’emittente anglo-italiana) e la stessa Bso.

SideUp Ltd si autodefinisce “una società dalle mille sfaccettature che, grazie alla competenza dei suoi managers, opera a livello globale in molteplici settori, che vanno dal campo della comunicazione alla gestione manageriale di progetti commerciali, dalla ricerca di nuovi mercati allo sviluppo di nuove strategie di marketing, per fornire ai suoi clienti una sempre più completa assistenza al raggiungimento dei propri obiettivi”.

SideUp, società nata recentemente (2018), opera anche nei campi dell’orologeria, dell’animazione turistica, della ristorazione e nell’intrattenimento “con il proprio canale televisivo, con la Radio Web, con le tradizionali onde in Fm e nella promozione di eventi speciali, avvalendosi di personale qualificato e professionale”.

La collaborazione fra Bso e SideUp ha avuto anche un altro sviluppo in campo televisivo con la nascita nell’ottobre scorso di un nuovo canale in Umbria: alla numerazione 116 del digitale terrestre nel mux di TeleTerni, sul canale identificato Umbria Più Trt1, trasmette infatti appunto Bso Channel – London Radio Tv. Il tutto avviene sulla base di un accordo editoriale firmato tra il direttore della SideUp Antonio Milazzo e Raffaele Vissani di Trn.

Il canale ha una programmazione rigorosamente in diretta dal lunedì al venerdì. Tra i programmi, dalle 7 alle 7.30 c’è ‘Breakfast’ solo per l’Umbria e dalle 7.30, invece, ‘Buongiorno Italia’, di e con (appunto) Antonio Milazzo, che trasmette tra Londra e Assisi, Serena Baldaccini dalla Toscana e Alessandro De Gerardis di Rai Isoradio da Roma. La regia è di Stefano Massoli, mentre la redazione RadioTg è capitanata da Tommaso Ardagna.

  • Gallipoli e la ‘festa delle Radio libere’

Si è svolta a Gallipoli la seconda edizione di ‘Onda su onda’, ovvero il Festival delle Radio libere organizzato dal 14 al 17 gennaio da Caroli Hotels. Come per la prima edizione, mattatore del festival presso l’Hotel Bellavista club Caroli hotels è stato Mr. Johnny Parker, primo volto di MTV Italia. Gianfranco Maraglino Dj Solero ha guidato invece la parte tecnica.

Sono stati ospiti i principali protagonisti che hanno contribuito a far crescere il fenomeno delle Radio libere nel Salento e anche in altre parti d’Italia con dediche, battute, live show, playlist e dj-set, rigorosamente on air. In collegamento da remoto si sono alternate le Radio partners e gli ospiti vip con i loro contributi, ognuno dalla propria location. Ognuno ha illustrato il proprio punto di vista, quello di chi la Radio la fa o l’ha vista crescere, modificarsi ed evolversi. C’è stata anche una diretta Fm grazie alla partnership con Radio Skylab.

Hanno aderito all’evento, secondo quanto dichiarato dagli organizzatori, Radio Atlantide, Radio Mondo Tutti i Frutti, Radio Reporter, Radio Venere, Radio Base, Radio Egam, Radio Apulia, Radio Diffusione Stereo, Radio Lecce Giovane, Radio Punto Sud, Radio Punto Zero Friuli Venezia Giulia, Radio Piombino, RMC 101 Marsala, Radio Night Sud, Radio Norba, Punto Radio Bologna, Radio Reseda, Radio Libera Taurus, Radio Capo, Museo della Radio Tuglie, Associazione Radio Amatori Lecce, Franco Simone (come ospite), Dalila Cavalera di All Together Now, Fulvio Palese con il pianista Andrea Rossetti, Tony Riskio.

  • Il palinsesto del 2021 di Radio Action di Palermo

Lunedì 11 gennaio è decollato il nuovo palinsesto della palermitana Radio Action.
Intanto è stato confermato Beppe Palmigiano, ogni mattina dal lunedì al venerdì, dalle 7 alle 10 con il morning show ‘Pane, Burro e Marmellata’. Confermati anche Maria Cubito dalle 18 alle 21 con il suo ‘Con rispetto parlando’ e Marco Pennacchini con ‘Occhio al penna’ dalle 14 alle 15 e dalle 16 alle 18.

Tra le novità di quest’anno dalle 10 alle 12 c’è il noto attore cabarettista Ivan Fiore con il suo ‘Action Flower’. A seguire Roberta Ajello, la più giovane del gruppo, nel lunch time di Radio Action (ore 12-14) con ‘Sto ‘na favola’.

Ampio spazio viene dedicato ai sostenitori del Palermo con la rubrica ‘Action Sport’, curata dalla redazione di Tifosi Palermo e in onda tutti i lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 16; il martedì, giovedì e sabato alla stessa ora Emanuele Fardella dà poi voce a tutti gli artisti emergenti.

Il mercoledì e il sabato alle 20 il deejay producer Dario Caminita, personaggio noto ai frequentatori del mondo della notte, conduce il programma ‘L’Ora Dario’, un viaggio all’interno della storia della musica.

Per gli appassionati della dance nel weekend ritornano ‘Esclusive dance chart’, con Max Martinelli e Isa B, ‘Main Zone’, con Manuela Doriani e i suoi super ospiti, e dalle 23 in poi ‘Action Club’, il meglio della musica dance suonata dai dj Mirko Vice, Gianchy, Chris, Roy Marfia, Danny B e Daniele Travali.

  • Radio Lady, il teatro e le scuole di Empoli

Radio Lina è un progetto promosso dal Comune di Empoli che mira a coinvolgere i piccoli alunni delle primarie alla scoperta del magico mondo dell’etere e anche del racconto. “Grazie al sostegno dell’amministrazione comunale di Empoli si sta sviluppando con successo il progetto “Territorio come scena”- spiega Renzo Boldrini, direttore di Giallo Mare Minimal Teatro, al sito locale gonews.it – .

Dopo il grande successo de ‘Il centralino delle fiabe’, dove il gioco teatrale, la narrazione di storie si è trasferito sul filo del telefono, inizia adesso la diffusione animata delle Radio. Trasmissioni, dedicate alle scuole, ma non solo, che fanno parte di una più articolata interazione creativa fra gli operatori e le scuole, con l’obiettivo di una perfomance dal vivo che faccia incontrare i personaggi della saga radiofonica e il pubblico delle scuole. Il progetto ‘Territorio come scena’ proseguirà nei prossimi mesi con ulteriori azioni, rivolte a cittadini di tutte le età, che coniugano i linguaggi teatrali con la produzione di performance in streaming e produzione di materiale creativo da usufruire tramite i social e altri strumenti di comunicazione di massa”.

Grazie alla collaborazione con l’emittente radiofonica locale Radio Lady (da non confondere con l’altra stazione toscana Lady Radio) ogni mercoledì alle 9.40, con replica il giovedì alle ore 14.15, per sette settimane, viene trasmessa una speciale rubrica che racconta in diretta le avventure di Giovannetta. Giovannetta cerca aiuto dai ragazzi, perché Giovannino Perditutto, che si è messo in testa di fare uno spettacolo sulle sue avventure, è così sbadato che non perde la sua testa solo perché è attaccata al collo e ha peraltro perso parole, storie, musiche, scenografie dello spettacolo che vuole realizzare.

I ragazzi quindi diventano parte integrante del racconto, perché otre ad ascoltare diventano collaboratori di Giovannetta, producendo scenografie, testi e soluzioni alla storia da mettere in scena.

L’ottavo incontro della serie sarà effettuato in presenza, nel rispetto delle normative anti-Covid, sfruttando gli spazi esterni delle scuole prescelte.

  • Il futuro dell’Europa su Radio Onde Furlane

S’intitola ‘Europa. Quale futuro?’ e si propone di diffondere, tra i cittadini e in particolare tra i più giovani, la cultura democratica e i valori fondamentali dell’Unione Europea per promuovere coscienza, partecipazione e cittadinanza attiva.

L’iniziativa, realizzato dal Centro di documentazione europea ‘G. Comessatti’ dell’Università di Udine e dal Centro di documentazione europea dell’Università di Trieste con la collaborazione della cooperativa Informazione Friulana e con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, si sviluppa in questa seconda metà di gennaio e consiste in una serie di quattro trasmissioni su Radio Onde Furlane di Udine, la ‘Radio libare dai furlans’, e in una tavola rotonda virtuale in programma il prossimo 28 gennaio.

Mauro Roffi

MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

Riprendo con piacere questa rubrica settimanale di FM-world, cercando di dare conto ogni sette giorni di quel che si muove nell’ambito dell’emittenza radiofonica italiana, soprattutto (ma non solo) a livello locale.
Mauro Roffi
  • Le norme che interessano il settore radiotelevisivo nella Legge di Bilancio 2021

Dopo il clamore delle ultime settimane del 2020, che hanno portato, nell’ambito della versione finale dei vari ‘decreti Ristori’, ad una norma, alla fine approvata, che consente alle Radio comunitarie di diventare Radio commerciali, sia a livello locale che nazionale (non è invece passata nell’ultima versione del provvedimento la norma sul possibile ‘affitto di frequenze’ osteggiata in un comunicato da Radio Mediaset), bisogna dare conto anche di altre novità, sempre nell’ambito legislativo.

In particolare, parliamo della Legge di Bilancio, approvata in una seduta ‘al galoppo’ e praticamente senza dibattito dal Senato il 30 dicembre scorso, nello stesso testo pervenuto dalla Camera. Come riporta ‘TeleRadioFax’ di Aeranti-Corallo, per ciò che riguarda il settore radiotelevisivo, è stato stabilizzato il cosiddetto ‘extragettito del canone Rai’ a favore delle Radio e Tv locali:

“In particolare, all’art. 1, comma 616, viene previsto che, a decorrere dal 2021, le entrate versate a titolo di canone di abbonamento alla televisione sul pertinente capitolo dell’entrata del bilancio dello Stato, come risultanti dal rendiconto dell’anno precedente a quello di accredito, siano destinate (c.d. ‘extragettito del canone Rai’) nella misura di 55 milioni di euro (cioè di una quota del 50 per cento del totale di 110 milioni di euro) al Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione di pertinenza del Ministero dello Sviluppo Economico. Nel medesimo fondo confluiscono anche le risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo economico relative ai contributi in favore delle emittenti radiofoniche e televisive in ambito locale”.

In questo modo viene superato il meccanismo, finora vigente, attraverso il quale l’extra-gettito è stato calcolato dal Ministero dell’economia e delle finanze l’anno successivo a quello di competenza e poi attribuito in parte al MiSe e da quest’ultimo versato alle emittenti radiofoniche e televisive locali.

Un’altra norma inserita nella Legge di bilancio istituisce poi il nuovo Fondo per le piccole e medie imprese creative (con riferimento anche all’audiovisivo), con una dotazione di 20 milioni di euro ciascuno per gli anni 2021 e 2022.

Di cosa si occuperà questo Fondo? Sarà un successivo decreto del Ministero dello Sviluppo Economico a definire la ripartizione delle risorse e le modalità e i criteri per la concessione dei finanziamenti.

  • Importante trasloco per il Gruppo 24 Ore, che si allea con il Teatro Arcimboldi

È in pieno corso un importante trasloco per il Gruppo 24 Ore (che comprende anche Radio 24, naturalmente) dalla sede storica e ‘bellissima’ di viale Monte Rosa, disegnata da Renzo Piano (come noto), a Milano, nel più periferico nuovo ‘centro direzionale’ di viale Sarca 223 alla Bicocca, nella zona dell’Università omonima, del Bicocca Village e di molte alte ‘attrattive’, una grande area ex industriale in formidabile sviluppo negli ultimi anni.

Chiaramente si tratta di una scelta (fino a qualche tempo fa impensabile) fatta per ragioni economiche, considerando non solo i problemi del Gruppo 24 Ore, già risalenti ad alcuni fa, ma anche le conseguenze negative per tante aziende editoriali, radiotelevisive e della comunicazione in genere derivanti dalla fase di pandemia tuttora in atto.

L’accordo per questo trasloco era stato firmato già alla fine del 2019, con consensuale scioglimento anticipato del contratto di locazione degli uffici di Milano di viale Monte Rosa e contestuale nuovo contratto di locazione dell’edificio di viale Sarca, peraltro stipulati con la stessa società, Axa (settore immobiliare).

Le operazioni di trasloco dureranno solo pochi altri mesi (se non settimane), dopo che si entrerà nel pieno delle attività dalla nuova sede, mentre nei tre edifici di viale Monte Rosa inizieranno dei lavori, a cura di nuovo di Axa, che si protrarranno per oltre un anno (sempre a cura dello studio RPBW, Renzo Piano Building Workshop), in attesa di nuove destinazioni e di ‘nuovi inquilini’.

Siccome però una delle ‘location’ più note del Gruppo 24 Ore in viale Monte Rosa era quella del ‘teatro’ interno, dove si svolgevano vari eventi, è appena stata siglata una partnership ‘sostitutiva’ con il prestigioso Teatro degli Arcimboldi, sempre nell’area della Bicocca, noto per aver ospitato anni fa le rappresentazioni della Scala (quando l’edificio del centro di Milano non era agibile) e poi per svariate iniziative teatrali e anche televisive.
L’accordo fra Gruppo 24 Ore e Teatro degli Arcimboldi (le cui attività sono ora gestite dalla società Show Bees) è triennale e prevede l’utilizzo degli spazi del Teatro come location principale di eventi e per lo sviluppo di progetti culturali del Gruppo, a cura di 24 Ore Eventi e 24 Ore Cultura.

Si partirà già il 28 gennaio con il noto Telefisco e chissà che non si ospiti in futuro anche qualche ‘iniziativa esterna’ (con pubblico, se si potrà, come in passato) dell’irriverente ‘Zanzara’ di Radio 24.

  • Il Tar del Lazio annulla la delibera Agcom su Vivendi-Mediaset

Come abbiamo riferito nella nostra rubrica prima di Natale, ai tanti sviluppi della querelle italo-francese su Mediaset e sul ruolo di Vivendi, che con il gruppo di Silvio Berlusconi ha in atto fortissimi contrasti sfociati in vari vicende giudiziarie, mancava ancora una decisione del Tar sulla delibera dell’Agcom che qualche anno fa aveva in sostanza ‘sterilizzato’ una bella fetta delle quote di Vivendi nella stessa Mediaset.

La decisione è arivata a ridosso di Natale e, come ci si aspettava, il Tar del Lazio ha annullato la delibera del 10 aprile 2017 dell’Agcom che ha appunto imposto (in sostanza) a Vivendi di scegliere tra la partecipazione rilevante (come primo azionista) in Tim e la presenza quasi al 30% in Mediaset e costretto la stessa Vivendi a ‘congelare’ nel frattempo le proprie quote di Mediaset, per quasi il 20% sul citato 30% complessivo, in una fiduciaria, con conseguenze rilevanti in termini di partecipazione alle assemblee societarie e alle decisioni del gruppo.

Naturalmente non finisce qui e per intanto si dovrebbe andare al Consiglio di Stato, per un eventuale ‘ripensamento’ su questa decisione del Tar, che dà dunque (almeno per ora) ragione ai francesi.

Intanto però la (nuova) Agcom ha aperto un’ulteriore istruttoria su Vivendi alla luce della famosa norma ‘salva Mediaset’ approvata nelle scorse settimane dal Parlamento e si attendono anche qui prossime decisioni.

  • Rai: Marano lascia Rai Pubblicità e la Rai per Milano-Cortina

Merita una segnalazione il recentissimo abbandono della Rai da parte di Antonio Marano, dopo una bella fetta di vita nel servizio pubblico. Infatti Marano, che era attualmente presidente di Rai Pubblicità, dopo aver ricoperto molti altri incarichi di grande importanza e prestigio (si ricorda in particolare la direzione di Rai2 fin dai tempi di Santoro, che riuscì in qualche modo a ‘neutralizzare’ nella rete), ha deciso di lasciare Viale Mazzini con il 2021 per un incarico alternativo nella promettente società che curerà i giochi olimpici del 2026 noti come Milano-Cortina.

Sempre nell’orbita della Lega ma conosciuto anche per la forte simpatia a livello umano e per l’abilità con cui ha retto i vari ruoli ricoperti (ultimi quelli a livello pubblicitario), Marano era riuscito a superare indenne i continui ‘ribaltoni politici’alla Rai e alla fine se n’è andato per sua scelta, dopo essere stato, nei decenni scorsi, anche sottosegretario alle Poste e Comunicazioni (pur solo per un breve periodo) e soprattutto vicedirettore generale dell’azienda di Viale Mazzini.

Come detto, Marano passa subito a un nuovo incarico di prestigio: sarà infatti il nuovo direttore commerciale della Fondazione Milano Cortina 2026. Ottimista come sempre, Marano ha detto in proposito: “Oggi per me inizia una nuova stagione professionale, una sfida bellissima”.

Per Vincenzo Novari, amministratore delegato della Fondazione, invece, “l’esperienza e le competenze di Antonio Marano, a cui va il benvenuto di tutti noi, sono e saranno un valore aggiunto per il comitato organizzatore dei Giochi Olimpici e Paralimpici italiani”.

  • Radio Italia Tv HD cambia mux

Novità sul piano ‘televisivo’ per Radio Italia, che per il suo canale Radio Italia Tv HD (570 Lcn) ha abbandonato da poco alcuni mux locali (in genere legati al gruppo 7 Gold) del digitale terrestre per approdare nel multiplex nazionale TIMB Mux 3, anche se (pare proprio provvisoriamente) non in Alta Definizione. Radio Italia resta ovviamente presente anche sulla Lcn 70, con la ‘consueta’ Radio Italia Tv.

Intanto questa novità ha comportato anche l’eliminazione dal digitale terrestre televisivo (vedremo anche qui se definitiva o provvisoria) di Radio Italia Trend (sugli Lcn 717 e 777), stavolta in ‘sola versione audio’.

Radio Italia Trend, ascoltabile in altre modalità, è peraltro presente anche con un suo canale televisivo satellitare, visibile anche su Sky.

  • Nuovi fondi per Radio e Tv locali in Lombardia e Friuli

Dopo gli ‘annunci’ delle scorse settimane, è stato alla fine approvato all’unanimità dal Consiglio della Regione Lombardia a fine 2020 un importante emendamento al collegato alla finanziaria regionale 2021.

Con esso viene istituito il Fondo regionale per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione radiotelevisiva locale e delle testate giornalistiche on line, per il quale è stato deciso per il 2021 un finanziamento di un milione di euro.

In dettaglio viene previsto, sempre per il 2021, che 500mila euro vengano assegnati alle emittenti radiofoniche e televisive locali inserite nelle graduatorie definitive per l’anno 2019 approvate dal Ministero dello Sviluppo Economico ai fini dell’erogazione dei contributi del Fondo Statale per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, in misura proporzionale al punteggio assegnato ad ognuna di esse nella graduatoria stessa. Altri 250mila euro vengono invece assegnati alle emittenti che non rientrano nelle graduatorie di cui sopra, mentre altri 250mila euro vanno alle testate giornalistiche locali on line.

Per poter fruire del contributo, le emittenti devono avere almeno una sede operativa in Lombardia e produrre e diffondere informazione locale con frequenza quotidiana.

E ci sono novità analoghe anche in Friuli-Venezia Giulia. Il Consiglio Regionale, presieduto da Piero Mauro Zanin, ha infatti approvato a sua volta la manovra finanziaria per il 2021, con i voti a favore della maggioranza di Centro-Destra e quelli contrari dell’opposizione, come è proprio della ‘dialettica politica’.

È stato invece approvato a larga maggioranza un emendamento proposto dal Centro-Destra che stanzia 840mila euro per le emittenti radiotelevisive con sede in regione. “Vogliamo sostenere il pluralismo radiotelevisivo, che si è rivelato un prezioso servizio nel periodo dell’emergenza sanitaria” – ha spiegato il consigliere Diego Bernardis. Il capogruppo forzista Giuseppe Nicoli ha invece motivato il provvedimento con la crisi legata al calo pubblicitario durante l’emergenza Covid.

  • Umbria: Radio Tadino fa il bis nel concorso Corecom

Radio Tadino non demorde e si concede un bis nell’ambito del concorso del Corecom dell’Umbria (noto per queste iniziative a premio e ora presieduto da Elena Veschi) ‘Tv di Comunità’.

Succede infatti che Radio Tadino abbia vinto per il secondo anno consecutivo il suddetto concorso del Corecom, conquistando nuovamente il primo posto nella categoria riservata alle emittenti radiofoniche. Della precedente ‘impresa’ avevo parlato su FM-world in una specifica news del 1° marzo 2020.

Complessivamente, per Erreti (altra sigla con cui è nota l’emittente umbra) si tratta poi della terza vittoria nei vari concorsi indetti dal Comitato regionale per le comunicazioni dell’Umbria. Quest’anno il tema era quello della ‘rivoluzione smart working’ e del suo impatto economico-sociale in Umbria. Grande, naturalmente, la soddisfazione nell’emittente di Gualdo Tadino, fra l’altro la più longeva fra quelle in attività in Umbria (è stata fondata nel 1975).

Il prodotto proposto da Erreti, ‘Riveder le stelle’, è un podcast della durata di tre minuti in cui sono state sintetizzate le imponenti e svariate conseguenze economiche derivanti appunto dallo smart working. A questo Erreti ha unito una citazione di Dante, tornato come noto di piena attualità in questi giorni, con alcuni passaggi della Divina Commedia.

Il podcast è nato da un’idea del direttore Giancarlo Pascolini, sviluppata insieme al direttore responsabile Roberto Casaglia, che ha curato anche l’editing, e al team di Radio Tadino. Radio Tadino è fra l’altro capofila di un network di informazione che comprende Gualdo News, Gualdo Sport e Gualdo Biancorossa.

Tornando al concorso ‘Tv di Comunità’, nella graduatoria radiofonica Erreti ha preceduto Max Radio Classic e Radio Onda Libera. Una citazione anche per la graduatoria televisiva, in cui ha ottenuto il primo posto Trg, seguita da Rtua, Umbria Tv e Tef Channel.

“Nonostante le evidenti difficoltà il Progetto ‘Tv di Comunità’ si è svolto anche quest’anno ed è stato dedicato a una tematica, estremamente attuale” – ha dichiarato Elena Veschi, che ha curato l’iniziativa con gli altri componenti del Corecom, ovvero Giuseppina Bonerba e Mirko Minuti. Un ringraziamento della presidente è andato anche ai componenti della Commissione tecnica di valutazione, con presidente il giornalista Matteo Grandi, e a Monica Cappelli, responsabile della Sezione Affari amministrativi e Conciliazioni del Corecom, che nell’occasione ha svolto anche la funzione di coordinatrice dei lavori (in remoto) della Commissione e al dirigente del Servizio Corecom Stefano Cardinali.

  • Due lutti, in Trentino e in Sicilia

Ci sono ancora, purtroppo, lutti da segnalare nel mondo radiotelevisivo. Nei giorni di Natale in Trentino è intanto scomparso Tarcisio Gilmozzi, fondatore di Radio Fiemme e pioniere delle Radio locali. Gilmozzi, noto come “el paròn”, originario di Tesero e proprietario di uno storico negozio di elettrodomestici, è stato effettivamente un precursore in Italia, visto che aveva fondato l’emittente trentina quasi a metà degli anni ’70 (e Radio Fiemme è tuttora in piena attività).

La data di nascita dichiarata da Radio Fiemme è addirittura quella del 3 luglio 1973. Presto l’emittente è stata definita ‘la voce di casa nostra’ dai valligiani e tale rimane anche oggi, a sottolineare la voglia di amicizia, di familiarità, di contatti umani, che tanti anni si diffonde grazie all’emittente nelle case della Val di Fiemme e della Val di Fassa, documentando anche con puntualità e attenzione ogni vicenda, politica, amministrativa, sociale, sportiva ed umana di queste aree del Trentino.

Lutto nel mondo del giornalismo e dell’emittenza radiotelevisiva anche a Siracusa. Si è spenta Mirella Parisini, volto storico e protagonista delle Radio e Tv locali, con esperienze anche nel mondo del teatro.

Come scrive siracusa2000.com, “siracusana di adozione e innamorata di Ortigia, (Mirella Parisini) è rimasta nel cuore di tutti per la sua lunga attività radiofonica, a Radio Regione, e televisiva, a Video Regione e Video Siracusa, emittenti (di) Michele Cortese, che la volle come direttore responsabile dei servizi giornalistici del suo gruppo”.

Fra le persone più colpite dalla scomparsa di Mirella c’è Salvo Rizza, che di Video Siracusa e Video Regione è stato regista, oltre che conduttore di ‘Take it easy’ su Radio Regione. Proprio lui, sul web, ha anzi ridato vita proprio a Radio Regione.

  • Mantova: Rete 180 chiude dopo 18 anni

Come mi ha segnalato Giampaolo Mirandola, sulla ‘Gazzetta di Mantova’ è stato pubblicata la notizia della chiusura di Rete 180, l’emittente del centro psicosociale di Mantova.

Dopo 18 anni, dunque, “la voce di chi sente le voci” saluta e chiude le trasmissioni. Non è esattamente un addio, ma un arrivederci, magari con modalità nuove.

La storia della Radio mantovana è stata per certi versa straordinaria. A raccontarne le vicende negli anni è stato sul quotidiano virgiliano Giovanni Rossi, ex primario di psichiatria, che ne fu primo promotore. Ne riportiamo alcuni frammenti significativi:

“Quando chiesi a Luciano che cosa gli sarebbe piaciuto fare. Mi rispose: «La radio. Perché la radio la fai, mentre la televisione la subisci».

E quando gli chiesi cosa avrebbe voluto fare alla radio, mi rispose: «Il dj della notte».

Ottima soluzione, pensai, per uno che soffriva d’insonnia e di notte era preda dei deliri di influenzamento, avendo come unica compagnia la televisione accesa. Pensai alle radio libere, ma libere veramente. ‘Perché – come cantava Finardi – libera la mente’. Poi imparammo che parlare al microfono, sentire la propria voce registrata, aveva un effetto educativo. Ciascuno imparava ad organizzare i pensieri ed a modulare la voce per rendersi più comprensibile. Prima di tutto a se stesso…

Abbiamo capito subito che al nostro fianco dovevamo avere dei professionisti, giornalisti, radiofonici, performers, perché il nostro prodotto doveva essere di qualità. Non ci interessava suscitare compassione ma interesse, sorpresa ed ammirazione. Occorreva studiare. E farlo fuori dal ghetto delle attività riabilitative. Abbiamo aperto la scuola di comunicazione radiofonica…

Siamo abituati a confondere la terapia con la medicina, intesa come il farmaco che introdotto nell’organismo combatte la malattia. Così abbiamo inventato le radiopillole, dove la parola detta e la parola udita erano la medicina. Un po’ radio e un po’ medicina, senza mai rispondere alla domanda se Rete 180 fosse un media comunicativo o una tecnica terapeutica di cura. Forse entrambi”.

  • Vera Tv in Abruzzo si dà anche alla Radio

Interessante novità in Abruzzo, che un po’ riguarda anche le vicine Marche.

Come segnala litaliaindigitale.it, c’è stata una novità di fine anno nel mux televisivo locale abruzzese Telemax. Alla numerazione Lcn 86, infatti, al posto di Vera Tv Abruzzo, è ora presente la nuova ed inedita Vera Radio Television.

Vera Tv è un’emittente che opera a cavallo fra Marche e Abruzzo (con notiziari distinti), punta molto su informazione e sport e ultimamente ha vissuto una fase di buon sviluppo. L’idea è evidentemente quella di estendere il raggio delle attività, se non alla vera e propria Radio, almeno alla ‘Radio in Tv’.

Dopo pochissimi giorni, in gennaio, c’è comunque già stato un primo ‘assestamento’, con il cambio della denominazione da Vera Radio Television a Vera Music Television. Il canale propone, in sostanza e almeno per adesso, una rotazione di videoclip musicali.

Mauro Roffi

MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

Questa è l’ultima puntata di questa rubrica del sabato di FM-world per questo 2020, prima della sospensione natalizia, e vi rinvio pertanto al 2021.

La speranza è di aver dato ai lettori tutta una serie di notizie interessanti sull’amato mondo della Radio, a tutti i livelli.

Ringrazio il direttore Nicola Franceschini per l’ospitalità e arrivederci a presto.

Mauro Roffi

  • Una settimana agitatissima, fra Radio e Tv

Settimana di grandi discussioni a livello politico per ciò che riguarda i media, sia nel campo radiofonico che in quello televisivo.

A inizio settimana è scoppiato il ‘caso’ dell’approvazione dell’emendamento al decreto Maxi Ristori, che fa da ‘quadro riepilogativo’ anche dei decreti Ristori precedenti e che riguarda in questo caso le Radio comunitarie. Su proposta di Fratelli d’Italia, la norma consente in sostanza alle Radio comunitarie, sia nazionali che locali, di ottenere il passaggio a Radio commerciali, con effetti rilevanti, soprattutto per ciò che concerne i limiti alla diffusione di pubblicità, ovviamente più alti per ciò che riguarda le Radio commerciali.

‘Repubblica’ ha messo nel mirino Lorenzo Suraci di Rtl, in riferimento a Radiofreccia, che è una Radio comunitaria nazionale (l’unica con Radio Maria) e potrebbe trarre vantaggi da questa nuova opportunità. Ma Suraci ha negato ogni presunto ‘regalo’, aggiungendo: “La legge, nel 1990, istituì le ‘Radio comunitarie’, senza fini di lucro, con facilitazioni, finanziamenti e minore affollamento pubblicitario. Nel tempo sono venuti meno facilitazioni e finanziamenti, restando solo i limiti pubblicitari, a quel punto del tutto illogici”.

Sono seguiti commenti, in generale negativi sull’emendamento, da vari soggetti coinvolti nella questione (da Aeranti-Corallo a Eduardo Montefusco), fino a che martedì notte il Senato ha approvato con la fiducia il decreto. Poi il provvedimento è passato alla Camera e, dati i tempi strettissimi per la conversione, non ci sono state modifiche.

Una cosa da notare è appunto che l’emendamento radiofonico ‘della discordia’ è stato inserito nel decreto Maxi Ristori, che con i media in teoria non c’entra molto, a dimostrazione di come le cose in Parlamento non funzionino sempre al meglio. E la stessa cosa infatti (un emendamento approvato a uno dei decreti Ristori) si è verificata anche nel caso della norma su Mediaset e Vivendi, l’altro grande elemento di discussione della settimana politica. E qui è veramente successo di tutto.

La norma in questione è stata approvata nelle scorse settimane per ovviare alla bocciatura europea in settembre di alcuni vincoli antitrust contenuti nella Legge Gasparri. È stata dunque predisposta una nuova regolamentazione (la cosiddetta ‘salva Mediaset’) che prevede che l’Agcom possa intervenire con sue istruttorie (e eventuali successivi provvedimenti) nell’arco di sei mesi, a tutela del pluralismo, essenzialmente nel caso di soggetti operanti contemporaneamente sui mercati della Tv (o comunicazioni elettroniche) e in altri appartenenti al famoso Sic (Sistema Integrato delle Comunicazioni), ma soprattutto delle tlc. Ed è naturalmente il caso di Vivendi, che è importante azionista di Mediaset e primo azionista di Tim.

Ricordiamo che la guerra (legale ma non solo) fra la Fininvest di Berlusconi (primo azionista di Mediaset) e i francesi di Vivendi (Vincent Bollorè) va avanti da anni e non ha trovati finora sbocchi definitivi.

Sulla base della nuova norma, l’Agcom ha così effettivamente appena aperto un’istruttoria di 120 giorni su Vivendi (e assieme una su Sky). Senonchè anche le nuove regole (che così nuove poi non sembrano) sono state ufficialmente di nuovo contestate in sede europea, con tanto di replica da parte del nostro Governo.

Ma siccome la guerra legale è in pieno corso, intanto la Procura di Milano ha chiuso le indagini avviate nell’ormai lontano 2016 per l’originario mancato acquisto da parte dei francesi di Vivendi di Mediaset Premium, con successivo tentativo di scalata all’intero gruppo. Vincent Bolloré e Arnaud de Puyfontaine sono accusati di ‘manipolazione del mercato e ostacolo all’esercizio delle funzioni di autorità pubblica di vigilanza’. C’è poi anche una causa civile in cui Mediaset chiede 3 miliardi di euro a Vivendi quale risarcimento per il mancato acquisto di Mediaset Premium.

E c’è anche il ruolo del Tar del Lazio, chiamato a decidere sulla precedente delibera dell’Agcom che ha parzialmente ‘sterilizzato’ le quote di Vivendi in Mediaset (‘depositate’ presso la Simon Fiduciaria), con conseguenze notevoli sulla possibilità dei francesi di incidere nelle scelte societarie.

Insomma, la situazione in Mediaset, bloccata da anni, non si sblocca. E la guerra continua.

  • Chiude Radio Disney

Il presidente di Radio Disney ha annunciato l’imminente chiusura di questa parte dell’impero della ‘società di Topolino’, fortemente cresciuta (ancora) negli ultimi anni, per esempio con il fortunato lancio della piattaforma Disney+.

Radio Disney, fondata nel 1996, è forse la parte meno nota, almeno da noi, di questo colosso dei media ma ha rappresentato finora una struttura tutt’altro che secondaria della società. Si parla anzi della fine di un’era per decine di giovani adulti americani.

Radio Disney (con i suoi due network) è stato un vero marchio di fabbrica per la cultura musicale (e non solo) di migliaia di adolescenti e giovani adulti nel mondo e ha lanciato alcuni dei cantanti più amati degli ultimi anni.

L’unica sezione della Radio che sarà salvata, secondo quanto comunicato, sarà quella dell’America Latina.

  • TRS Radio si dedica anche al radiodramma

Bella iniziativa della piemontese TRS Radio (Tele Radio Savigliano, della provincia di Cuneo) che la domenica sera alle 22 ha in onda un nuovo appuntamento nientemeno che con il ‘radiodramma’. Il programma si chiama ‘Confessioni Senza Storia’.

“TRS Radio rispolvera antiche consuetudini per adeguarsi a questi tempi particolari e ripropone il radiodramma – scrive il periodico locale ierioggidomani.it – . Sarà poi così anacronistico?”.

“Abbiamo pensato di fare un esperimento – dicono in realtà a TRS Radio – , grazie al lavoro di un brillante gruppo di giovani doppiatori. Ci piaceva l’idea di immaginarci seduti sul sofà, o su una comoda poltrona, la domenica sera e di lasciarci raccontare storie”.

Questa notizia è anche l’occasione per ripercorrere la lunga parabola di TRS.

La storia parte nel lontano 1977, anno in cui un gruppo di amici, già coinvolti in un’altra esperienza radiofonica locale (Radio Nuova Informazione), decide di impegnarsi in prima persona per far nascere una Radio a Savigliano.

TRS inizia la sua avventura irradiando i 10 Watt del segnale che, usciti dal trasmettitore, attraverso l’antenna collocata sui tetti della sede in via del Teatro, nel centro storico di Savigliano, si diffondono per un raggio di 5 o 6 chilometri.

Il passo successivo è quello di ampliare l’area di ascolto, per cui, ad un anno dall’inizio delle trasmissioni, si decide di costruire e collocare un ripetitore sulla collina di Saluzzo. Con 1000 Watt di potenza a disposizione Tele Radio Savigliano arriva ad avere così una maggiore copertura, arrivando da Revello a Bra.

L’emittente cresce, l’appetito vien mangiando ed allora si cerca un altro sito per installare un nuovo impianto ripetitore, più in alto rispetto al precedente e quindi in una posizione tale da garantire la diffusione di un segnale migliore. La scelta cade su Montoso e l’area di ascolto si allarga di conseguenza alla zona sud della provincia di Torino, al Cuneese fin verso Montezemolo, all’Albese ed alla provincia di Asti.

Nei vari traslochi di sede di quegli anni si perde intanto per strada una frequenza (quella dei 104.100 MHz) ma l’emittente ha la possibilità di essere presente con il proprio segnale su Cuneo, città in cui mai era giunta prima (in isofrequenza sui 103.800 MHz).

Il gruppo che aveva dato vita a Tele Radio Savigliano è poi andato assottigliandosi nel corso degli anni e si arriva alla fine ad una svolta molto negativa: alla fine del 2000 gli impianti vengono venduti a Radio Reporter e Tele Radio Savigliano termina le proprie trasmissioni.

Nell’ottobre del 2001, però, un nuovo via: TRS riparte sui 104.050 MHz, per l’impegno e la voglia di alcuni ‘vecchi’ soci e di altri subentrati nella nuova società. Con il passare del tempo la società si riduce a tre soci: a Pietro Davico e Aldo Solavaggione, già fondatori di Tele Radio Savigliano, si aggiunge ora Simona Solavaggione.

Nel 2007 la concessione della nuova frequenza dei 104.800 permette di trasmettere con un segnale migliore e più pulito che copre la provincia di Cuneo (esclusa Cuneo città) e Torino sud.

Attualmente soci di TRS Radio sono rimasti Pietro Davico (Amministratore Delegato) e l’attuale direttrice Simona Solavaggione. Obiettivo: diffondere una Radio radicata sul territorio che sappia tenere compagnia e raccontare la storia di tutti i giorni, sempre con un pizzico di leggerezza ed ironia.

Il segnale dei 104.800 MHz è trasmesso con 1000 W dal ripetitore di Montoso e TRS opera anche sul DAB.

  • Ancora di scena Radiolina, Canale 40 e Media Live Tv

Ancora la Sardegna alla ribalta, fra Radio e Tv.

Nel mux Videolina 1 è comparsa, alla numerazione 601, una nuova emittente musicale tutta ‘made in Sardegna’. “Il nuovo progetto televisivo dedicato alle sonorità isolane – informa litaliaindigitale.it – è denominato Sa Radiolina (La Radiolina). La linea grafica è quella già utilizzata dalla versione televisiva di Radiolina, in onda in questo bouquet su Videolina 2 sulla Lcn 110, con il logo della nuova stazione a tutto schermo e lo slogan Sardegna Canta, mentre in alto a sinistra è indicato il brano in onda”.

Precedentemente alla numerazione 601 venivano trasmesse televendite 24 ore al giorno con la sigla Videolina Quattro.

Ma torniamo, come preannunciato la settimana scorsa, sulla nuova ‘dimensione regionale’ conquistata da Canale 40 di Carbonia. Dopo un black-out di 48 ore (2-4 dicembre) la Tv, edita da Francesca Arrius, abbinata in precedenza a Media Live Tv (logo ora scomparso dal video), è tornata regolarmente in onda in tutta l’isola. Per capirne di più abbiamo sentito l’editrice di Canale 40 e Marco Saccu, editore di Media Live Tv.

Francesca, siete diventati un’emittente regionale, da locale che eravate (ricordiamo che Canale 40 trasmetteva solo per il Sulcis sul ch 24, Lcn 15; N.d.R.). Perchè questa scelta?

“Abbiamo deciso di diffondere il nostro segnale in tutta l’isola nonostante il forte periodo di crisi, ma era un progetto che avevamo in mente già prima della pandemia. Ci è capitata questa occasione e l’abbiamo colta al volo…”.

Siete diffusi dal mux di Sardegna 1 all’interno del canale Media Live Tv con Lcn 607. Come mai questo accordo?

“Abbiamo acquistato un ramo d’azienda della Media Live Tv, in specifico il loro Lcn 607, per cui ora subentriamo a loro all’interno del mux di Sardegna 1. Dovremmo strutturarci per diventare una vera e propria emittente regionale, pian piano faremo anche questo. Per ora siamo partiti, anche se questo guasto improvviso non ci voleva”.

Sentiamo ora cosa ci ha dichiarato Marco Saccu della Media Live Tv.

Marco, cos’è successo a Media Live Tv? Come mai trasmetti i programmi di Canale 40?

“Ho ceduto loro il mio Lcn 607 perché il mio core business è quello della produzione in HD di eventi; la Tv era una vetrina, che però non ha dato i frutti sperati. Ho cercato di contattare varie amministrazioni comunali ed enti anche lontani dal nostro bacino d’utenza (Alghero; N.d.R.) ma le risposte non sono arrivate, per cui ho deciso di cedere il mio Lcn a Canale 40. Ciò non significa però che le mie produzioni non continuino ad essere mandate in onda, perché tra noi la collaborazione continuerà, anche se la Tv non mostrerà più il mio logo ma solo quello della nuova proprietà” (hanno collaborato Pierpaolo e Giuseppe Podda).

  • A Messina riparte Radio Zenith

Messinamagazine.it riferisce di una buona notizia dalla Sicilia: riapre, sempre a Messina, la storica Radio Zenith, che nei mesi scorsi era stata travolta dalla crisi.

Secondo il periodico on line, “il rilancio di una delle più storiche emittenti locali dismesse anche a causa della crisi, Radio Zenith Messina, avviene attraverso l’encomiabile operato di un gruppo di professionisti conosciuto in città: Teresa Impollonia, agente finanziario; Giuseppe D’Angelo, perito assicurativo; Antonio D’Angelo, ingegnere civile e già conduttore per la storica emittente; Salvo Grasso, odontoiatra con la passione per il cinema, già autore di diversi film…

Si rivela poi dalle parole di Teresa Impollonia, presidente di Radio Zenith, l’importante ruolo di Padre Claudio, responsabile dell’Istituto dei Padri Rogazionisti di Cristo Re, che ha dato la possibilità di ospitare la sede della Radio nel centro di carità più importante di Messina”.

L’Istituto Cristo Re, fra l’altro, vede nella rinascita di questa Radio siciliana la possibilità di farsi conoscere e apprezzare anche a livello di comunicazione.

L’emittente, inoltre, “si avvale di una tecnologia moderna e di elementi scenografici innovativi, la cui moltitudine di colori e di luci ha la finalità di alludere al senso di rinascita, come se fosse un inno alla vita stessa.

I contenuti di Radio Zenith saranno destinati a un pubblico eterogeneo, on uno sguardo particolare al mondo giovanile, grazie alla collaborazione di affermati dj provenienti sia dalla storica emittente sia da altre consolidate realtà locali”.

  • E torna anche Radio Adria

Torna a trasmettere in Veneto la storica Radio Adria, nella ‘nuova versione’ di Radio Adria Tv.

Radio Adria è stata una fra le prime stazioni radiofoniche a sorgere durante i famosi anni della nascita delle ‘radio libere’ e trasmetteva, soprattutto nel Polesine, sulle frequenze dei 97.750 e 101, oltre che, successivamente, su quella, più nota, dei 99 MHz. Le trasmissioni erano terminate definitivamente nel 2002.

Ma ora, usufruendo delle tecnologie più avanzate, Radio Adria torna, legandosi però alla Tv o meglio alla smart tv, senza negarsi altri devices digitali.

L’idea è dello storico editore Renzo Rossi e l’inizio dei programmi è previsto per domenica 20 dicembre. Assieme a Rossi ci sono quali speakers-volti in onda Cristina Paco e Daniele ‘Dielle’ Lucchiari.

  • Una maratona radiofonica per ricordare Antonio Megalizzi

‘Non fermiamo questa voce’ è stata la sigla che ha caratterizzato la maratona radiofonica organizzata qualche giorno fa per ricordare Antonio Megalizzi e Bartosz Orent-Niedzielski, vittime dell’attentato a Strasburgo del 2018, sulle emittenti del circuito RadUni. Le Radio dell’Associazione degli operatori e dei media universitari italiani hanno trasmesso, a reti unificate, interviste realizzate dai redattori di Europhonica, appunto Megalizzi e Orent-Niedzielski.

La maratona è stata organizzata in collaborazione fra la citata Europhonica e la Fondazione Megalizzi. Sono stati diffusi anche i contributi dell’associazione Maison Bartek, delle associazioni delle vittime di Strasburgo e delle Radio universitarie locali francesi. Hanno partecipato anche il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti, Paolo Borrometi e il direttore di Radio3 Rai Marino Sinibaldi. Oltre a Radio 3 ha aderito all’iniziativa anche l’alsaziana Radio Quetsch.

Intanto arriva la notizia che l’apposito fondo, deciso in sede parlamentare qualche tempo fa per sostenere e promuovere l’attività delle Radio universitarie con dotazione di un milione di euro, ha fatto un passo avanti importante nella sua attuazione, mediante un decreto che stabilisce le modalità di gestione e che è in fase di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

  • Radio Activa all’insegna della tecnologia

Radio Activa è una stazione on line interamente dedicata all’innovazione e alla divulgazione della cultura digitale e di impresa. Di recente è stata avviata la terza stagione dell’emittente, con una programmazione più ricca grazie a nuove collaborazioni con partner scientifici, stakeholders ed esperti del settore.

Tra le collaborazioni spiccano quelle con The European House Ambrosetti, Innovup – Italian Innovation & Startup Ecosystem, il consorzio europeo Cryptovalues, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e molti altri. Grazie all’uso della piattaforma di web monitoring di Chorally, la redazione di Radio Activa raccoglie poi le novità della settimana, dando voce ai protagonisti del momento: manager delle imprese, professori, esponenti delle istituzioni e giovani.

“Questa Radio è uno streaming di voci sparse che servono a tenerci presenti al nostro esterno, mentre gli scenari mutano in modo incomprensibile senza una cultura tecnologica consapevole – ha scritto l’editore di Radio Activa Lelio Borgherese – . Nei nostri programmi parleremo quindi di salute, di sport, di comunicazione, di organizzazioni e risorse umane, di psicologia, sostenibilità e di musica, di famiglia e lavoro, arte, economia, formazione ed etica ma sempre lo faremo tenendo a mente problemi, strumenti e soluzioni, conseguenze e implicazioni, tenendo cioè ferma una prospettiva che inquadra e interpreta chi siamo e chi abbiamo intenzione di diventare”.

  • A Bologna la Radio a Natale si rivolge anche ai detenuti della Dozza

Si riparla di trasmissioni radiofoniche (ma anche televisive) rivolte ai detenuti del carcere bolognese della Dozza, dopo l’esperienza di ‘Liberi dentro’, in onda nei mesi scorsi sulla felsinea Radio Città Fujiko, di cui abbiamo riferito a suo tempo in questa rubrica.

A Natale, dunque, i detenuti della Dozza non saranno del tutto soli, perché tra la notte del 24 e la giornata del 25 dicembre sarà di scena una lunga maratona radio-televisiva composta da teatro, musica e parole.

“La sta organizzando – riferisce ‘Repubblica Bologna’ – padre Ignazio De Francesco, monaco della comunità di Montesole, da una decina d’anni volontario all’interno della casa circondariale come mediatore interreligioso”.

L’idea è dunque quella di trasmettere via radio ma sul canale 636 del digitale terrestre (nel mux della reggiana Medianews-TeleTricolore) un lungo programma, condotto da Caterina Bombarda, realizzato dagli operatori che fino a qualche settimana fa alla Dozza tenevano appositi laboratori.

Spiega padre De Francesco: “La sera della vigilia trasmetteremo una mezz’ora di riflessione sulla festa. Poi riprenderemo il 25, a partire dalle 10, con i contributi artistici di Cantieri Meticci, Paolo Billi, Teatro dell’Argine”. Non mancheranno un messaggio del cardinale Zuppi e un momento di confronto con la cultura islamica. Ma tra le particolarità della trasmissione ci sarà anche la rubrica di cucina proposta dallo chef Fausto Rivola.
Lo speciale natalizio potrebbe poi trasformarsi a metà gennaio in un format culturale radiofonico (e televisivo).

  • Radio Rosa Blu: il basket ad Altopascio

Ad Altopascio, in Toscana, è partita Radio Rosa Blu, stazione dedicata interamente al basket, anzi alla squadra del Nuovo Basket Altopascio. Si tratta di realizzare dei podcast dedicati a raccontare le vicende del club lucchese che, ovviamente, ha per colori sociali il rosa e il blu.

“Sono 4 le puntate andate finora in onda – informano dal Nuovo Basket Altopascio – . Le trovate sia sul sito del club, che su Spreaker, la piattaforma che consente di creare e diffondere podcast. Sono ben ordinati, con data di pubblicazione, durata e titolo della puntata. Si parte da ‘Il Presidente’, per continuare con ‘Il Minibasket’, ‘I coach della Serie D’ e ‘Gli anni del boom’”.

Mauro Roffi