MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

Si rinnova l’appuntamento con Mauro Roffi e le notizie di ‘MilleRegioni’.

Per contatti e segnalazioni: [email protected]

  • La Tv vince in tempi di lockdown, le Tv locali crescono

Questa settimana, dopo aver parlato nei giorni scorsi della grande forza del mezzo radiofonico, anche grazie alla parziale ‘conquista’ di quello televisivo (come certificato dal Censis), ci occupiamo proprio di Tv, un mezzo che a sua volta è stato prezioso e molto seguito in tempi di pandemia.

La Televisione, sulla base di una ricerca dell’Ufficio Studi di Confindustria Radio Tv in collaborazione con Auditel, ha fatto registrare nel 2020 una decisa inversione di tendenza in termini di ascolti, dopo la lenta contrazione degli ultimi 10 anni, a seguito proprio dello scoppio dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

L’ascolto medio (AMR) su base annuale è cresciuto nell’intera giornata dell’11,4% nel 2020 (rispetto al 2019), attestandosi a 11,1 milioni di spettatori circa (25,1 milioni nel prime-time, con un aumento del 9,3%). L’incremento è stato sostenuto principalmente dall’aumento del tempo di visione (ATV) che, con + 29 minuti, è arrivato a 273 minuti al giorno.

Sempre l’ascolto medio ha mostrato un’importante crescita nelle 24 ore in corrispondenza dei primi giorni di emergenza nazionale, un anno fa. L’incremento maggiore si è riscontrato nella 13a settimana (24-30 marzo 2020), con 15,3 milioni di spettatori (+ 49,1% rispetto al 2019). Dopo l’estate i valori hanno iniziato a risalire secondo l’andamento stagionale e con la ripresa della programmazione autunnale si sono stabilizzati negli ultimi due mesi dell’anno (novembre e dicembre).

Nell’anno dell’emergenza pandemica, le Tv generaliste hanno chiuso con uno share del 55,1% (- 1,4 p.p. rispetto al 2019), le specializzate, tra cui Tv8 e Nove, hanno consolidato un 35,9%, sono cresciuti gli altri canali superando la soglia del 9% (tra cui l’emittenza locale, i canali non pubblicati da Auditel e «altro», tra cui presumibilmente i servizi VoD).
Tutti gli editori sono cresciuti in maniera importante in termini di ascolti medi (AMR) nel primo lockdown (fino a raddoppiare rispetto all’anno precedente per alcuni), più contenuto l’aumento nel secondo. Questo risultato è presente anche nel genere ‘Informazione’ con differenti pesi tra il servizio pubblico e gli operatori privati (Rai + 39%, Mediaset + 66,3%, La7 + 42,6%). Tra i canali all-news ha segnato i migliori risultati SkyTg24 (+ 200%).

L’ascolto medio sul totale individui nel primo lockdown è cresciuto del 37% (+ 3,8 milioni) arrivando a 14,4 milioni di spettatori nell’intera giornata (24h). Questo incremento è stato generato per il 37% circa dalla fascia di età compresa tra 45/64 anni (+ 41,2% rispetto al periodo omologo 2019), seguito dalle classi di età più anziane con il 24,1% (e un incremento del 23,3%) e da quella dei giovani adulti (25/44 anni) con il 23,9%.
Nel secondo lockdown il dato è cresciuto del 10,9% (+ 1,2 milioni) arrivando a 11,8 milioni.
In questo quadro, come sottolinea Aeranti-Corallo, nell’anno 2020 sono aumentati in specifico gli ascolti delle Tv locali. Il dato emerge dal confronto delle 145 Tv locali rilevate da Auditel sia per tutto il 2019, sia per tutto il 2020.

In particolare, considerando i contatti netti del giorno medio mensile per le 145 emittenti locali, in 10 mesi (su 12) il 2020 ha totalizzato più ascolti rispetto al corrispondente mese del 2019.

Il positivo dato sugli ascolti delle Tv locali registrato nel 2020 conferma l’impegno dell’emittenza locale nel proprio ruolo di informazione e servizio per il territorio.

  • La rivoluzione nel calcio in Tv con i diritti a Dazn

Tanto si è parlato in questo periodo della clamorosa novità nel calcio in Tv con l’assegnazione dei diritti televisivi per le 10 partite del campionato di serie A (a partire della prossima stagione e per tre stagioni) a Dazn per la bella cifra di 840 milioni a stagione. Una parte di questi soldi li dovrebbe mettere Tim, che sarà in qualche modo l’alleato principale della nuova piattaforma sportiva ‘emergente’, che per ora non ha però canali televisivi propri diffusi in forma ‘tradizionale’.

Dazn dovrà quindi riuscire a diffondere in streaming le immagini degli incontri, appoggiandosi anche a Timvision e operando su qualsiasi device (comprese le smart tv, ovviamente), anche se è stata fatta balenare l’opportunità di acquisire almeno un canale Dtt a breve scadenza. Sarà invece spento il canale di Dazn su Sky, ormai inutile, alla fine dell’attuale stagione.

E proprio Sky è, almeno per ora, il grande sconfitto di questa ‘svolta’ nel calcio in Tv, dalle enormi implicazioni per tutto il mondo televisivo, tanto più che la Lega di serie A ha anche rifiutato l’offerta di Sky per tre partite ogni settimana ‘in condivisione con Dazn’. Se ne riparlerà però con un nuovo bando a breve. Intanto è stato concluso un accordo per portare su Sky Q anche Disney+.

Nel frattempo sembra saltata, data l’entità imprevista dell’offerta di Dazn, l’operazione che prevedeva l’ingresso di alcuni fondi (che avrebbero portato denaro fresco) in una società per la gestione dei diritti Tv costituita sempre con la Lega, così come l’operazione ‘canale Tv della stessa Lega Calcio’.

Ma chi c’è dietro Dazn (a parte Tim)? Il gruppo che controlla la piattaforma è Access Industries con il 77%, mentre secondo socio è il colosso giapponese della pubblicità Dentsu.

Il proprietario di Dazn è l’ucraino Len Blavatnik, che però è ormai ‘di fatto americano’, essendosi trasferito negli Stati Uniti molti anni fa (per la precisione, dal 2020 è però cittadino britannico). In questi anni Blavatnik ha costituito un impero in diversi settori, partendo da gas e alluminio e man mano estendendo il raggio delle operazioni in 30 Paesi nei settori della chimica, dell’immobiliare e delle biotecnologie, infine dei media. Viene descritto come uno che ‘non sbaglia un colpo’.

L’ha dimostrato in particolare con un’acquisizione del 2016 che ci interessa più di altre, in quanto è diventato in quell’anno proprietario della Warner Music, che è una delle major discografiche più importanti al mondo (e anche assai redditizia, da qualche anno a questa parte).

Dazn Group è a sua volta in forte sviluppo in vari Paesi, dopo aver superato senza grossi danni il momento difficile della pandemia lo scorso anno.

All’inizio di marzo è stato annunciato l’ingresso di Kevin Mayer nel Cda di Dazn Group, in qualità di Presidente, al posto di John Skipper. Mayer ha ricoperto in precedenza diversi incarichi di prestigio nel gruppo Disney. Skipper, che continuerà a collaborare con Dazn, nell’occasione ha fatto il punto della situazione:

“Ci siamo assicurati per Dazn i diritti di alcuni tra i principali eventi sportivi del mondo, abbiamo aumentato notevolmente il bacino dei nostri utenti, oltre ai profitti, e abbiamo lanciato la nostra piattaforma in oltre 200 territori in tutto il mondo. È il momento ideale per portare l’azienda alla sua prossima fase di crescita”.

“Mentre il mondo dello sport e dei media continua a trasformarsi, il Gruppo Dazn rimane chiave all’interno del portfolio di Access – ha affermato invece, sempre nell’occasione, proprio Len Blavatnik, che di Access Industries è presidente ed è appunto l’investitore di maggioranza del Gruppo Dazn – . Il passaggio da John a Kevin, oltre alla recente riorganizzazione del team esecutivo con i co-CEO James Rushton e Shay Segev, accelererà ulteriormente la crescita dell’azienda”.

  • Nasce in Liguria il ‘nuovo canale 17’ Etv – Nstv

Restiamo ancora per un attimo nell’ambito televisivo per segnalare la notizia in controtendenza (rispetto a quanto di negativo segnalato in precedenza) che arriva dalla Liguria. La novità è che sul canale 17 Lcn della Liguria è partita quella che la stampa locale ha definito “una nuova emittente Tv nell’etere di Genova”, frutto della “fusione editoriale tra la storica Entella Tv di Marco Pinat e la neonata ma già rampante New Signal del giovanissimo Andrea Mazza, forte però già di una lunga esperienza come tecnico Rai e Mediaset”.

Cosa è successo? Il repentino sviluppo della nuova Tv è avvenuto dopo un incontro tra i due editori, Marco Pinat e Andrea Mazza, favorito dal giornalista Franco Ricciardi.

“Entella Tv in accordo con New Signal di Andrea Mazza – ha spiegato Pinat – ha stretto una collaborazione tecnico/editoriale per la diffusione sull’intero territorio della regione Liguria sul canale (LCN) 17. Quindi, nei territori che non ricevevano il segnale, le tv in automatico hanno rifatto la sintonia e sul numero 17 ora si vede il segnale con i 2 loghi e un palinsesto con produzioni di entrambe; chi non lo vedesse ancora deve lanciare la sintonia automatica”.

New Signal è nata sul web nel 2020 (per poi approdare anche in DTT) e voleva essere già in partenza una Tv interattiva e di alta qualità. Ora con l’accordo di Mazza con Pinat sul 17 ci sarà la nuova Etv – Nstv, mentre il palinsesto storico di Entella Tv si potrà continuare a vedere sul canale 271.

Fra i programmi di punta del canale 17 ci saranno quelli di personaggi noti come Dario Vassallo e Giovanni Giaccone e ‘Belin che Calcio’, un successo Tv creato da Marco Benvenuto e dal già citato Franco Ricciardi.

  • Verso una nuova convenzione per le minoranze linguistiche in Val d’Aosta

Il Consiglio Regionale della Valle d’Aosta ha approvato all’unanimità una mozione sulla tutela delle minoranze linguistiche negli spazi radiotelevisivi del servizio pubblico (Rai).
Il testo del provvedimento impegna la Giunta Regionale ad avviare le “opportune interlocuzioni istituzionali con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in particolare con il Dipartimento per l’informazione e l’editoria, finalizzate alla proposta di predisporre una nuova convenzione ad hoc per la Regione Valle d’Aosta”.

Scopo dell’iniziativa è prevedere “un monte ore adeguato alla tutela delle minoranze linguistiche nel suo più ampio significato, incentivando l’utilizzo di nuove tecnologie, nonché l’autoproduzione di trasmissioni radiofoniche e televisive di qualità”.

È prevista anche la costituzione di uno specifico gruppo di lavoro, composto da Consiglio Regionale, Giunta e Corecom, che dovrà riferire sull’esito delle interlocuzioni istituzionali di cui sopra.

  • Liguria: parte con Radio 88 l’avventura di Giusy Di Martino

Da poco più di un mese ha iniziato le sue trasmissioni in Fm una nuova emittente radiofonica ligure, Radio 88 di Sanremo, come ben sanno i lettori di questo periodico.
Ma su Radio 88 abbiamo trovato ulteriori interessanti notizie sul periodico locale rivieratime.news. Innanzitutto la Radio è stata voluta principalmente da Giusy Di Martino, nota speaker con un passato da doppiatrice ed esperienze maturate anche fuori dai confini regionali.

“Per me è un sogno che si realizza, un progetto che si è concretizzato dopo tanti mesi, in realtà il progetto di un intero gruppo di persone che sono sempre state unite verso il raggiungimento dell’obiettivo – ha detto Giusy al periodico on line ligure – . Il momento di far partire il progetto Radio 88 è praticamente coinciso con l’inizio della pandemia e in molti mi hanno detto ‘sei pazza ad imbarcarti in una cosa così di questi tempi’. Ma chi mi conosce sa che sono una che non molla facilmente”.

Il racconto di Giusy Di Martino prosegue: “Il mio amore per questo mezzo è iniziato con Radio National 102, guidata dal compianto Alberto Serini che era come un papà per i tanti giovani che erano affascinati dalla Radio alla fine degli anni ’70 e che sognavano di fare gli speaker o i deejay. Ricordo di aver iniziato proprio con Donatella Durando, che ancor oggi è qui con me e ‘copre’ tre ore al giorno in diretta, sino all’ora di cena.

Per una ventina d’anni mi sono poi trasferita a Milano, per intraprendere un nuovo percorso professionale che mi incuriosiva, la doppiatrice, un lavoro che ho amato e amo ancora. Ho doppiato molti personaggi ma quello che tutti ricordano è la serie cartoon ‘Sailor Moon’, nella quale doppiavo il personaggio di Sailor Mars”.

“Sono tante le persone che devo ringraziare, a partire da mia madre e mia figlia e dal mio compagno Walter, che ha creduto veramente molto in questa Radio e mi affianca in questa avventura. E tra tutti gli altri merita una menzione speciale Fabio De Matteis, che mi ha permesso di realizzare questo sogno lasciandomi un’eredità”.

“Perché il nome Radio 88? Intanto è la frequenza che abbiamo su Sanremo che è 88.8, ma nel tempo sono arrivati dei segnali premonitori ai quali io credo, il numero otto è diventato ricorrente anche nelle ‘banalità quotidiane’. E allora ho detto: vada per Radio 88 e naturalmente abbiamo iniziato l’8 di febbraio”.

“Iniziamo alle sette con la sveglia – conclude Giusy – , poi tocca a me dalle 9 a mezzogiorno, tre ore con rubriche, interviste telefoniche, ospiti in studio. Siamo agli inizi, il nostro è un ‘work-in-progress’ e altre novità sono in arrivo.

Gli ascoltatori stanno reagendo molto bene, credo percepiscano che qui in Radio c’è un gruppo che si conosce bene e si stima, oltre essere piuttosto conosciuto per precedenti esperienze in materia. Riusciamo ad entrare nelle case con educazione, cercando di fare due chiacchiere e di tenere compagnia alle persone, senza essere invadenti”.

  • Radioabbonamenti ‘militanti’ fra Onda d’Urto e Onda Rossa

La bresciana Radio Onda d’Urto – che a sua volta conta molto sul sostegno degli ascoltatori – appoggia il nuovo tentativo della romana Onda Rossa di finanziarsi mediante una campagna abbonamenti fra chi la segue fedelmente, magari da tanti anni (vista la storicità di questa antenna capitolina della sinistra ‘antagonista’).

“Radio Onda Rossa, nostra Radio sorella, ha aperto la sua campagna abbonamenti per il 2021 – scrivono i responsabili di Onda d’Urto – . La gestione ordinaria costa almeno 30.000 euro l’anno e sopravvive da 44 anni grazie alle iniziative di autofinanziamento e il contributo militante di compagni e compagne”.

“Negli ultimi tre anni le campagne di Radioabbonamento sono divenute lo strumento principale con cui, senza pubblicità e senza padroni, ci siamo fatte e fatti carico collettivamente della nostra Radio – confermano a Radio Onda Rossa – , una voce collettiva, una redazione aperta senza compensi per chi trasmette. L’obiettivo è trovare 1000 sostenitrici/sostenitori per (almeno) 30 euro l’anno a testa”.

Si entra poi, come è giusto, nel dettaglio della questione:

“30.000€ possono sembrare una cifra enorme. In realtà sono davvero lo stretto indispensabile per mandare avanti una Radio…

Radio Onda Rossa costa almeno 30.000 euro l’anno, eppure riesce da 44 anni a rimanere aperta grazie alla generosità di ‘chi se la sente’ e alle iniziative di autofinanziamento; negli ultimi tre anni le campagne di Radioabbonamento sono divenute lo strumento principale con cui, senza pubblicità e senza padroni, ci siamo fatte e fatti carico collettivamente della nostra Radio, una voce collettiva, una redazione aperta senza compensi per chi trasmette.

In questo momento, anche per Radio Ondarossa la situazione è particolarmente difficile: a causa dell’epidemia di Covid19 sono pochissime le iniziative di autofinanziamento che è possibile organizzare; il sostegno diretto di ascoltatrici e ascoltatori è quindi fondamentale…

Radio Ondarossa vuole continuare a trasmettere in Fm nella zona di Roma e a essere raggiungibile ovunque grazie allo streaming e ai podcast, una voce critica e schierata di cui abbiamo bisogno: radioabboniamoci!”.

  • Radio Veneto Uno sempre più in difficoltà

Si fa sempre più difficile la situazione di Radio Veneto Uno, la nota emittente di Treviso, grande promotrice, fra l’altro, di iniziative culturali e musicali su scala locale. Il tutto è però sempre stato subordinato al sostegno finanziario pubblico specifico di cui l’emittente ha goduto per molti anni, mentre oggi questa opportunità sembra proprio venir meno.
Su Treviso Today è apparso l’ennesimo appello del ‘patron’ Roberto Ghizzo, che è sempre combattivo ma anche sempre più deluso.

Alla storica emittente trevigiana – scrive il quotidiano on line – è stato “negato… il finanziamento che le permetteva di promuovere informazione e cultura in tutta la Marca. I quattro dipendenti sono destinati a finire in cassa integrazione. Ci sono risorse per proseguire un paio di mesi, poi la Radio chiuderà i battenti”.

«La mia è una battaglia per il rispetto della Costituzione, una battaglia politica e non è solo una questione di soldi: ci tengo ai ragazzi che lavorano con me – dice Ghizzo – . In questo progetto ho messo tutto quello che avevo».

Ci sono vie d’uscita? Sempre secondo Treviso Today “si pensa ad un ricorso al Tar e intanto qualche imprenditore sembra stia facendosi avanti per ridare anima ad una Radio che rappresenta l’anima di Treviso e fucina di tanti giornalisti e personalità che qui sono maturate e cresciute”.

Anche il sindaco di Treviso Mario Conte non ha fatto mancare il suo appoggio.

  • I Jalisse sulle Radio e Tv del circuito REA

È in onda ogni giovedì a partire dallo scorso 18 marzo sulle Radio e Tv del circuito dell’associazione REA, per cinque puntate, “SAnREMO a casa Jalisse”, con i non certo dimenticati Jalisse, ovvero Alessandra Drusian e Fabio Ricci.

A fare compagnia al pubblico ci sono alcune delle canzoni più belle lanciate dal Festival di Sanremo dal 1951 ai nostri giorni, cantate in versione live da artisti noti ed emergenti; in più vengono raccontati vari momenti e diverse curiosità della grande canzone italiana.

Le Tv REA che distribuiscono il programma, con orari a discrezione delle emittenti, secondo le dichiarazioni dei responsabili dell’iniziativa, sono le seguenti: Amica Tv – TVA (Sicilia); Studio 5 (Puglia); Tele Foggia; Tele Ofanto (Puglia); Video M Italia (Puglia); AGTV (Sicilia); TVB Studio 85 (Emilia-Romagna); Lab Tv (Molise/Campania); Antenna Tre (Campania); Tele Sud (Basilicata/Puglia); Rtm Tv (Puglia); Antenna 3 (Toscana); Lombardia Tv (Lombardia/Piemonte); Linea Uno (Toscana); Video Tolentino (Marche); Telemare – Rat Sloga (Friuli-Venezia Giulia); Telestudio 98 (Sicilia); Telemia (Calabria); Open Tv (Campania); Tele Molise; Napoli Tivù (Campania/Molise); Telecampione canale 75 (copertura nazionale).

Il format è distribuito anche alle varie Radio del circuito REA e si affianca all’altro programma ‘Localitour d’Autore by Jalisse’ (anche questo condotto dal duo), mentre sui social saranno disponibili le chiacchierate con ‘Casa e Bottega Jalisse’, con la promozione dell’album ‘Voglio emozionarmi ancora’. Partner ufficiale del tutto è la Cooperativa Esibirsi.

  • Vercelli: la scomparsa di Franco Torchio

Lutto in Piemonte nel campo radiofonico. Lo scrive nelle sue pagine di Vercelli il quotidiano ‘La Stampa’: se n’è andata “una voce storica di Radio City: è morto all’ospedale di Novara dove era ricoverato da qualche giorno per un’emorragia celebrale, Franco Torchio. Aveva settant’anni.

Appassionato di musica, era stato una delle primissime voci dell’emittente vercellese, fondata nel 1975 da Mimmo Catricalà. «La sua passione era la musica – ricorda Claudio Cagnoni, amico e collega ai tempi di Radio City – . Conduceva trasmissioni dedicate alle classifiche e ai più grandi successi del momento. Era stato anche dj allo Scotch Club di Porta Casale. Se ne va un pezzo di noi»”.

Mauro Roffi

MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

L’appuntamento settimanale con MilleRegioni torna puntuale come ogni sabato.

Le ultime notizie, da tutta Italia, sono a cura come sempre di Mauro Roffi.

  • L’Agcom indaga anche sull’informazione locale

Torniamo sulla pubblicazione da parte dell’Agcom degli esiti della prima fase della consultazione pubblica attivata di recente sul sistema italiano dell’informazione, tema che abbiamo già affrontato la settimana scorsa.

Questa volta approfondiamo i problemi dell’informazione locale, argomento esaminato in una delle otto aree tematiche individuate nel documento di avvio della consultazione Agcom.

Lo stato di crisi anche dell’informazione locale sembra evidente ed è particolarmente significativa, in senso negativo, se si considera che qualcosa come l’86% dei cittadini italiani domanda e si informa abitualmente sui fatti locali attraverso canali televisivi, emittenti radiofoniche, quotidiani o servizi online, seppure con una accentuata disomogeneità tra le diverse aree del Paese.

Premesso che i giornali locali sono la voce diretta dei cittadini, espressione della comunità territoriale e luogo privilegiato di coesione sociale e di incontro e confronto tra amministratori e amministrati, la FIEG sottolinea che molte testate provinciali e regionali sono a rischio di chiusura e tutte sono investite da un pesante e crescente squilibrio tra costi e ricavi, in grado di comprometterne la sostenibilità economica. Questo aggrava una criticità già evidenziata nel 2018 dalla stessa Autorità, quando si era rilevata una riduzione nel numero di voci informative indipendenti esistenti in molti contesti locali.

I media di un determinato territorio richiedono una capacità di relazione che va oltre il semplice trattare i fatti e le notizie. Ciò è possibile, a parere di alcuni dei partecipanti alla consultazione, solo con strutture editoriali che abbiano un minimo di organico e organizzazione, ragion per cui si evidenzia un’evidente difficoltà nella sostenibilità delle testate di dimensioni iperlocali.

Sotto il profilo della stampa, ciò è tanto più grave, secondo FIEG, se si considera che la diffusione dei quotidiani locali rappresenta il 45% della diffusione totale della stampa in Italia e costituisce una preziosa risorsa di qualità e di pluralismo dell’informazione. In tale contesto, talune scelte normative, quali la consegna della corrispondenza a giorni alterni, sommata alla crisi economica dei contesti locali che ha messo in ginocchio raccolta pubblicitaria e distribuzione, hanno ingigantito i problemi, aggravando la crisi, profonda e strutturale, che percorre i mezzi tradizionali, che rischiano di non essere più presenti in importanti aree del Paese.

Tutti gli editori (FIEG, USPI, ANSO, Aeranti-Corallo) concordano pertanto sulla necessità di un sostegno pubblico all’informazione locale. In tal senso, si sottolinea la necessità che la stessa regolamentazione di settore valorizzi la presenza dei lavoratori giornalisti quale parametro essenziale per l’accesso ad agevolazioni e contributi pubblici.

Anche le associazioni dei giornalisti (FNSI) auspicano interventi mirati di sostegno all’informazione locale, considerando la stampa di territorio come il più efficace strumento di contrasto all’informazione non professionale. Ciò dovrebbe essere necessariamente coadiuvato da una rinnovata coscienza imprenditoriale di produzione informativa locale.

  • Switch-off Tv: proroghe ormai probabili

Si addensano i problemi sulle scadenze ormai vicine relative al ‘secondo switch-off’ della Tv digitale di cui abbiamo già parlato qualche settimana fa e che coinvolge per forza di cose, a vario titolo, anche una buona fetta degli editori radiofonici.

Da una parte c’è una mole di cose ancora da fare assolutamente improba (lasciamo stare tutti i possibili ricorsi): gare per gli operatori di rete solo iniziate e con alcune situazioni specifiche ancor più problematiche (Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, mentre le aree ‘di secondo livello’ sembrano interessare a pochi), selezioni per le emittenti (i famosi FSMA) da collocare utilmente in graduatoria (o meno, ovviamente) nelle 18 aree tecniche previste tutte da fare e la necessità infine di provvedere al più presto anche all’assegnazione delle numerazioni Lcn alle Tv locali secondo le nuove regole in via di definizione.

La principale difficoltà è che il calendario originariamente previsto indicava per le due Aree in cui è compreso il Nord Italia un periodo di passaggio alla ‘nuova Tv digitale’ compreso tra il 1° settembre 2021 e il 31 dicembre; a seguire doveva avvenire lo switch-off di Centro e Sud Italia, ma con la data-limite definitiva del 30 giugno 2022 per fare tutto e permettere poi ai telefonici di partire con il 5G sulle frequenze liberate dalle Tv (chi trasmetteva sulle frequenze che passano alle tlc, naturalmente, non può poi essere penalizzato più degli altri).

Non bastasse, era prevista per le Tv locali del Nord (le prime coinvolte nello switch-off, come detto) una fase di passaggio da settembre in poi e fino al 30 giugno 2022 in Dvbt/Mpeg4, prima di passare al definitivo Dvbt-2/Hevc.

Nessuno crede più a queste tempistiche, anche per i continui rinvii da parte del MISE, e quel che si va profilando sempre più chiaramente è un rinvio che potrebbe essere di alcuni mesi per le Tv del Nord ma più probabilmente potrebbe portare a un solo switch-off nazionale il 30 giugno dell’anno prossimo (evitando così la fase intermedia in Mpeg4), oppure addirittura a un ulteriore rinvio generale per tutti alla fine del 2022. Ma quest’ultima idea si scontra con le relative scadenze fissate per tutti in sede europea.

Intanto qualcuno si affida alla tecnologia HBB TV (è il caso anche della nazionale Bike Tv, partita in DTT solo l’anno scorso) e inoltre in questi giorni si stanno vedendo gli effetti degli ‘spegnimenti volontari’ di chi nell’ambito locale ha preferito rinunciare spontaneamente a continuare l’attività di operatore di rete (su qualunque frequenza) e magari pure quella di editore televisivo. Nei giorni scorsi abbiamo segnalato su Fm-world il caso della ternana Tele Galileo, prima ancora quello della ligure Teleturchino, ma in Lombardia non è più presente in DTT (anche se continua l’attività on line) anche la storica Tele Sette Laghi e a Torino è stato spento il mux di Quinta Rete (le storiche Telestudio e Quinta Rete si sono ‘sistemate’ su un altro mux).

E per chiudere in tutto ciò è coinvolto anche il Dab radiofonico, che – si sa – aspetta da una vita che le frequenze televisive vengano ‘sistemate’ per trovare finalmente la possibilità di operare pienamente. Forse dovrà aspettare ancora un po’ di più.

  • Il Corecom Sardegna e la ‘nuova Tv digitale’

Si è tenuto a Cagliari, presso il Consiglio Regionale, venerdì 19 marzo, il seminario voluto dal Corecom Sardegna intitolato “Il rilascio della banda a 700 MHz e la nuova Tv digitale”, un passaggio, come abbiamo appena visto, tutt’altro che privo di problemi. Ricordiamo che l’isola, secondo le disposizioni originarie (ora rimesse in discussione), era interessata allo switch-off nel periodo che va dal 1° gennaio al 31 marzo 2022, nell’ambito dell’Area 1, assieme a Liguria, Toscana, Umbria, Lazio e Campania.

All’incontro, coordinato da Stella Locci dello stesso Corecom, hanno preso parte il presidente del Consiglio Regionale Michele Pais, il presidente della Regione Christian Solinas, Giacomo Lasorella, presidente dell’Agcom, il coordinatore nazionale dei Corecom Giacomo De Cillis. Non è mancato l’intervento della presidente del Corecom isolano Luisa Anna Angela (Susi) Ronchi. A seguire è intervenuto anche Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio Tv, con il contributo “Il ruolo delle imprese radio-televisive nel nuovo scenario”.

Inoltre, Eva Spina, Direttrice generale per le tecnologie delle comunicazioni e la sicurezza informatica del MISE, e il Direttore del Servizio Agenti Fisici dell’ARPAS Massimo Cappai hanno trattato il tema “Le istituzioni nel processo di rilascio della banda a 700 MHz”. Sul tema “Servizi digitali del futuro” hanno tenuto il loro intervento l’Assessore regionale agli Affari Generali Valeria Satta e il Direttore della Direzione Innovazione e Sicurezza dell’assessorato Riccardo Porcu.

Altro tema ad essere svolto in questo intenso ‘summit’ è stato “La trasformazione del sistema delle imprese a livello territoriale”, sviscerato dal Presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana e dal Vicepresidente dell’Associazione nazionale emittenti locali-presidente di Videolina Carlo Ignazio Fantola.

Maurizio Murroni, docente di Sistemi di telecomunicazioni dell’Università di Cagliari, ha illustrato “le prospettive tecnologiche per l’informazione territoriale”. Infine Bianca Papini, Confindustria Radio Televisioni, ha spiegato “che cosa devono fare gli utenti per il passaggio alla Nuova Tv digitale”. Hanno inoltre partecipato per il Corecom Sardegna anche Alessandro Balzani, Graziano Cesaraccio e Sergio Nuvoli.

(hanno collaborato Pierpaolo e Giuseppe Podda)

  • Sono ‘Inascoltabili’ ma su NSL hanno un bel pubblico…

Continua il viaggio di ‘Roma Today’ nelle Radio romane. Questa volta con un servizio di Francesca Demirgian il quotidiano on line capitolino si è occupato della trasmissione in onda dalle 11 alle 13 su NSL Radio Tv (presente sia in Fm che in Dtt), ovvero ‘Gli inascoltabili’, una trasmissione “divertente, a tratti irriverente e tutt’altro che superficiale che quotidianamente affronta le tematiche calde, passando dalla politica all’attualità, dall’intrattenimento alla musica”.

‘Gli Inascoltabili’, programma che non è nato su NSL (ha ormai cinque anni all’attivo) ma qui, per così dire, ha trovato una buona ‘sistemazione’ dal gennaio 2020, è prodotto da Nicola Caprera che alla conduzione “fa squadra con un ricco e variegato team di speaker” e anche nel dietro le quinte fa affidamento su un team preparato e curioso, sempre attento alle ultime notizie. Molti gli ospiti, diverse le rubriche presenti all’interno della trasmissione e poi ci sono storie, approfondimenti e uno speciale su Roma.

Il nome scelto per il programma (da parte di Caprera) non è naturalmente casuale ed è sostanzialmente ironico (o anche autoironico). Il primo a rispondere alle domande di ‘Roma Today’ per scoprire qualcosa di più sull’appuntamento di NSL è stato Gabriele Ziantoni, che ha evidenziato come ‘Gli Inascoltabili’ si sia affermato nel panorama radiofonico romano (e non solo) per la sua capacità di mischiare bene professionalità, ironia, grinta e passione per la Radio, intrattenendo e al tempo stesso informando.

Fissa la partecipazione di Antonio Del Greco, che Ziantoni definisce “il commissario Scialoja quello vero”: lui ogni giovedì racconta alcune esperienze vissute in prima persona, da via Poma al Canaro della Magliana. Due volte la settimana interviene anche un noto attore di cinema, teatro e Tv ‘prestato alla radio’ in tempi di pandemia: è Blas Roca Rey, che offre il suo contributo “raccontando storie o regalando perle culturali che difficilmente capita di sentire in Radio”.

Tutti i giorni, con l’inviato Jacopo Nassi, ‘Gli Inascoltabili’ va poi a vedere cosa succede sul territorio capitolino, in base alle segnalazioni dei cittadini. Tutti i martedì mattina, invece, la presidente del VII Municipio Monica Lozzi veste a sua volta i panni di conduttrice, parlando direttamente con i romani.

Con Ziantoni e Caprera alla conduzione de ‘Gli Inascoltabili’ c’è anche Elisa Di Iorio, che naturalmente dice la sua anche a ‘Roma Today’: “Il punto di forza de ‘Gli Inascoltabili’ è che questa trasmissione si occupa di tutto a 360 gradi, mettendoci sempre in mezzo il sorriso, anche quando gli argomenti sono spinosi o quando abbiamo politici o personalità illustri in diretta. Cerchiamo di far seguire alla domanda più seria quella più scanzonata, per non risultare pesanti all’ascolto”.

Un valore aggiunto per la trasmissione, sempre secondo Elisa, sono poi gli studi da cui va in onda: “Credo che quelli di NSL siano gli studi più belli di Roma. Ci auguriamo tutti insieme di far crescere la Radio e di diventare una realtà sempre più importante nel panorama laziale e italiano”.

“La forza di questa trasmissione – sottolinea da parte sua Blas Roca Rey – è nel gruppo di persone che la fanno. Tutti coloro che ci lavorano sono molto affiatati, c’è molta stima e c’è un’estrema disponibilità, nel complesso si porta a casa un grande risultato”.

L’importante lavoro di redazione è svolto da Francesca Barbato e Romina Caprera, che si occupano di collegamenti e scalette. E nonostante il suo intenso lavoro dietro le quinte, talvolta succede che Francesca vada anche in diretta, passando anch’essa nel ruolo di conduttrice.

  • Cinisello, Lorenzo Balsamo e Tele Radio International

Succede sempre più spesso che città e cittadine italiane vadano alla ricerca del proprio passato (magari per ‘celebrarlo’ un po’) anche in riferimento al mondo radiofonico e alle ‘glorie’ degli anni d’oro (in genere quelli iniziali) della ‘propria’ emittenza in Fm.

È il caso, fra le altre, di Cinisello Balsamo, che in realtà è un grosso centro vicino a Milano (e a Sesto San Giovanni) e che qualcosa da dire in campo radiofonico (e anche televisivo) sicuramente l’ha avuto, in passato e un po’ anche nel presente.

È stato lo stesso Comune di Cinisello a ricordare in particolare le vicende di Tele Radio International, ‘la prima vera Radio di Cinisello Balsamo’, come riporta Milano Today.

L’emittente nacque 50 anni fa nel sottoscala di via Fucini 8. Era la storia di un sogno diventato realtà grazie alla passione di Lorenzo Balsamo (si noti la predestinazione nel nome), classe 1948, siciliano di nascita e cinisellese di adozione, che portò nel paese le prime trasmissioni sulle frequenze dei 98.6 e degli 88.8 MHz.

Tele Radio International adottò – ricorda Milano Today – “una programmazione musicale a 360° che soddisfaceva la voglia di ballare dei giovani, quella di sognare dei meno giovani e quella di tutti di giocare. In pochissimo tempo diventò una compagna fissa per gli amanti delle dediche e dell’intrattenimento, tanto che i giovani speaker divennero presto i nuovi beniamini locali…

Alle porte di TRI bussarono fan, giovani promesse alla conduzione e potenziali speaker, fino a divenire punto di ritrovo per ascoltatori affezionati, amanti della musica o semplici curiosi. Poi anche il commercio locale si accorse di Tele Radio International e i giovani speaker idearono i primi quiz e giochi a premi. Ci vollero più di tre telefoni e due centralinisti a rinforzo per far fronte alle centinaia di telefonate in arrivo…

E presto le attività locali si unirono e divennero dei veri e propri sponsor, proponendo e finanziando moltissime iniziative”.

Oggi Lorenzo Balsamo ha qualche capello bianco e chilo in più, ma sono rimasti il timbro di voce e la parlantina. La passione per Cinisello l’ha portato, oltre che a rievocare i fasti di Tele Radio International, a raccogliere l’invito dell’Amministrazione contenuto nella lettera “Insieme come allora”, inviata ai cittadini che nel 2020 hanno compiuto i 50 anni di matrimonio.

  • Radio Dara, ‘la voce di Brindisi’

Una finestra sulla pallacanestro nazionale con un’attenzione anche alle tematiche legate alla Federazione e alla Lega e un ‘focus’ sulla realtà di questa disciplina a Brindisi. É l’obiettivo che si pone ‘Punto Basket’, nuovo programma in onda sulle frequenze della pugliese Radio Dara condotto da Marino Petrelli, con la collaborazione della redazione giornalistica della Radio brindisina. L’emittente trasmette sui 90.800 in Fm e in streaming sul sito www.radiodara.it.

Ma proviamo a scoprire qualcosa di più su Radio Dara.

Si chiama, per esteso, “Radio Diffusione Audio Ricerca Aperta” ma qualcuno la identifica più semplicemente come ‘la Radio di don Rocco’.

E in effetti don Rocco Ivone è il papà dell’emittente più antica di Brindisi, che, impavida anche se ormai ‘isolata’, resiste nonostante tutto e trasmette ininterrottamente dal 1980, raccontando le storie della città e i successi sportivi delle squadre di calcio e basket del capoluogo pugliese.

Nel marzo 1991 la città di Brindisi offrì a circa 15mila profughi albanesi una generosa prova di solidarietà. E Radio Dara si rese disponibile con i suoi mezzi per alleviare i disagi dei profughi stessi nella ricerca dei propri congiunti, che si erano persi nell’enorme confusione della stazione marittima brindisina.

Dara si autodefinisce “la voce della città che fa compagnia ai ragazzini che vanno pazzi per le hit del momento, alle casalinghe in cerca di qualche consiglio utile e a chi non può stare senza informazione (i radiogiornali e le rassegne stampa si susseguono tra una trasmissione e l’altra)”.

Una voce nata nei locali del palazzo del seminario, dove ancora ci sono le tracce della presenza della Radio, con il ripetitore che spunta sul terrazzo. Una vicinanza non solo geografica, dal momento che la Radio è espressione dell’ambiente cattolico brindisino.

Dal seminario la Radio è poi approdata al rione S. Angelo. Dapprima in un appartamento di un condominio privato in una stradina che si affaccia sul viale principale, poi nei locali della parrocchia dello “Spirito Santo”, una volta che sono stati ultimati i lavori della chiesa.

“Ora si trova in via Tor Pisana 98, sempre a Brindisi. In questi locali sono cresciuti giovanotti con la passione per la musica, per lo sport ed il giornalismo. È stata una vera e propria scuola di vita che a qualcuno ha portato bene, aprendo la strada al mondo del lavoro”.

Da qualche anno l’emittente è entrata a far parte del circuito nazionale inBlu.

Mauro Roffi

MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

Si rinnova l’appuntamento con Mauro Roffi e le notizie di ‘MilleRegioni’.

Per contatti e segnalazioni: [email protected]

  • L’Agcom prosegue lo studio sui cambiamenti in atto nel mondo dell’informazione

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha pubblicato nei giorni scorsi gli esiti della prima fase della nuova consultazione pubblica attivata di recente sul sistema italiano dell’informazione.

La consultazione, avviata dall’Autorità a partire dalla pubblicazione del precedente Rapporto ‘La professione alla prova dell’emergenza COVID-19’ (riferita naturalmente al lavoro dei giornalisti), affronta, ad ampio raggio le principali tematiche relative al nuovo quadro economico e sociale. È l’ultima iniziativa lungo un percorso di analisi e indagini avviato da Agcom nel decennio scorso, il cui fattor comune è l’analisi degli effetti della rivoluzione digitale sui comparti regolati dell’informazione e della comunicazione.

L’attuale contesto recessivo del comparto industriale della comunicazione, e del settore editoriale in particolare, determina, secondo l’Agcom, immediate e profonde conseguenze sull’organizzazione del lavoro giornalistico e sulla qualità e lo status della professione. Si tratta di: graduale e costante invecchiamento e crescente precarizzazione della forza lavoro, in primis giovani e donne; significativo aumento delle fasce reddituali più basse; aggravamento della discriminazione di genere; crescente fragilità economica e di status, con maggiore esposizione al ricatto del silenzio e maggiore fragilità rispetto al fenomeno delle minacce.

Sono tutti fattori che riflettono una situazione di strutturale crisi della professione, che naturalmente ha effetti sia sull’ordinamento professionale (accesso, formazione, contratti) sia sugli aspetti previdenziali e pensionistici (la crisi dell’INPGI ne è un aspetto).
La consultazione pubblica avviata ha quindi abbracciato tutte queste situazioni, giovandosi dei contributi, in forma scritta, provenienti da 19 soggetti che hanno partecipato attivamente alla prima fase, conclusasi il 25 gennaio scorso. I soggetti coinvolti sono rappresentativi, a vario titolo, sia del mondo dell’informazione professionale – editori, associazioni giornalistiche, sindacato, ordine professionale – che della società civile e del mondo accademico.

Il quadro complessivo che emerge, pur nella differenza di ruoli, accenti e interessi, presenta alcune costanti. Innanzitutto, la presa d’atto della crisi strutturale di identità e sostenibilità del comparto classico dell’informazione, per effetto dei rivolgimenti indotti dalla rivoluzione digitale e dall’irrompere sul mercato di nuovi player globali. Conseguentemente, tutti i soggetti intervenuti, ritengono necessari interventi di struttura, sia sul piano legislativo, sia sotto il profilo delle misure di riorganizzazione e ridefinizione dei rispettivi ruoli di impresa, di associazione rappresentativa, di categoria professionale.

Su alcuni temi di riforma urgente (ordinamento della professione giornalistica, formazione, accesso) sussiste poi una sostanziale identità di vedute anche tra soggetti portatori di differenti interessi. In materia contrattuale viene invece in luce il conflitto dialettico tra portatori degli interessi dei giornalisti e associazioni rappresentative degli editori.

Su ulteriori temi si registra altresì una sostanziale identità di vedute, come ad esempio sulla preoccupazione dinanzi all’estendersi del fenomeno della disinformazione online, e sull’avanzare di nuove forme e modalità, sempre più pervasive della vita professionale e privata, di minacce ai professionisti dell’informazione.

Un discorso a parte meriteranno le molte proposte di policy pervenute da più parti, con specifico riferimento alle misure di sostegno pubblico necessarie a sostenere la crisi del settore e a guidarne (auspicabilmente) la lunga e difficile transizione nel nuovo scenario digitale. Su questo aspetto specifico, e più in generale su tutte le altre proposte di policy, l’Autorità attuerà ora audizioni con gli altri livelli istituzionali coinvolti e valuterà, alla chiusura della seconda fase della consultazione pubblica, l’opportunità di produrre un contributo ad hoc.

Torneremo sul tema del documento Agcom la prossima settimana, poiché, fra le otto aree tematiche individuate nel documento relativo alla consultazione Agcom, ce n’è una che ci riguarda più da vicino. Si tratta del sesto ‘capitolo’, quello relativo all’informazione locale.

  • Un Centro di ricerca sulla radiofonia a San Marino

Roberto Paci Dalò, artista e docente multimediale dell’Università del Titano, ha lanciato da poco il Centro di ricerche per la radiofonia di San Marino, inaugurato per la precisione il 30 gennaio scorso. “Sette anni dopo la nascita della Scuola di radiofonia (2014) e quattro anni dopo la nascita dell’emittente Usmaradio (2017) – avverte corrierediromagna.it – , nasce ora a San Marino un Centro di ricerca interamente dedicato alla Radio in tutti i suoi aspetti. Si tratta dell’unico Centro di questo tipo in Italia e uno dei pochissimi al mondo”.

Fortemente voluto dal rettore di Unirsm, Corrado Petrocelli, il Centro si avvale di un comitato scientifico internazionale, affiancato da un Advisory board in cui figurano, tra gli altri, nientemeno che Laurie Anderson (vedova di Lou Reed), il critico Achille Bonito Oliva, il regista teatrale Romeo Castellucci, l’attore Willem Dafoe e l’architetto Daniel Libeskind.
Il Centro intende anche sviluppare una pratica radiofonica innovativa, con pedagogie basate su una relazione tra teoria e pratica, con particolare riferimento a podcasting, live radio, radio art, sound art, soundscape, tecnologie della trasmissione, radio come luogo di performance, rapporto tra immagine e suono, media design, studi di musica elettronica nelle radio, arte contemporanea, giornalismo radiofonico, community radio.

Le attività si svolgono soprattutto nell’Antico Monastero Santa Chiara a San Marino e presso il caffè e libreria Bar Lento di Rimini. Sullo sfondo, l’ambizione (per ora un sogno) è quella di poter usare in futuro una frequenza Fm per le attività didattiche e per scopi di ricerca, non commerciali ed educativi.

Intanto esiste già la citata Usmaradio, ascoltabile sul sito www.usmaradio.org.

  • RadioCom.tv, voce degli italiani all’estero

È nata la prima Web Radio/Tv per gli italiani all’estero, diretta dal giornalista Filippo Giuffrida. Si tratta di RadioCom.tv, un progetto sostenuto dal ministero degli Esteri, che da Bruxelles, Palermo e Roma – e presto Londra e Zurigo – intende portare alla ribalta la voce dei milioni di italiani che hanno lasciato il Paese e si trovano adesso in tutto il mondo.

Giuffrida è ligure e ha mosso i primi passi a Radio Riviera Tre, è passato per Tele Gallinara ed è stato uno dei fondatori di RadioOne di Alassio.

RadioCom.tv ha ottenuto il patrocinio anche del Ministero del Lavoro, dell’Associazione dei Comuni Italiani e della Città metropolitana di Palermo, dove hanno sede la testata giornalistica e lo studio di produzione italiano.

  • Tv Libera di Pistoia vince il concorso del Corecom Toscana

È una ‘notizia televisiva’ ma mi piace darla nell’ambito di questa rubrica che presta una particolare attenzione al mondo dell’emittenza locale, comunque inteso.

Con la trasmissione ‘Resistenti. La comunità fa la forza’ Tv Libera di Pistoia ha vinto l’edizione relativa al 2020 del concorso ‘Fatto in Toscana’, voluto dal Corecom regionale, che dal 2018 premia la migliore trasmissione televisiva locale autoprodotta. Purtroppo, almeno per ora, non è stata prevista un’iniziativa analoga per il mondo delle Radio toscane.

La commissione di valutazione era composta, tra gli altri, da tre giovani del Parlamento Regionale degli Studenti (Giulio da Milano, Pietro Grassi e Filippo Nardini) e ha scelto la trasmissione ideata e condotta da Simone Gai su TVL “per la sua efficacia comunicativa elevata, l’originalità del soggetto e l’ottima qualità tecnica e registica”.

‘Resistenti’ esplora una Toscana nascosta e poco conosciuta attraverso le voci di piccole comunità che mediante progetti culturali, sociali ed economici condivisi con le istituzioni locali hanno contribuito a valorizzare le tante ricchezze che il territorio toscano offre. In 12 puntate tematiche, ‘Resistenti’ è riuscita a raccontare storie virtuose, che possono rappresentare un esempio per tante altre realtà locali spesso alle prese con problemi di spopolamento e impoverimento del tessuto sociale.

“Il giudizio della commissione è stato unanime – ha fatto sapere Enzo Brogi, presidente del Corecom della Toscana, e della commissione di valutazione di cui sopra – . Abbiamo voluto premiare anche il coraggio di affrontare temi e contesti apparentemente marginali e fuori dalla Toscana che solitamente viene raccontata dai media, tra l’altro con una qualità produttiva davvero notevole”.

  • La ‘vocazione radiofonica’ di Latina

L’amico Giampaolo Mirandola mi ha segnalato un articolo del sito fattoalatina.it che ha il merito di rievocare con cura la ‘storia radiofonica’ della città del basso Lazio e i suoi personaggi, che in alcuni casi sono riusciti pure a ‘fare carriera’, eccome.

Come spiega quindi Emilio Andreoli in ‘Quando Latina parlava alla Radio’, la rivoluzione anche qui arrivò con le Radio private locali nel 1975/’76, anzi “Latina non fece eccezioni (e) fu protagonista di un fermento radiofonico incredibile”.

Infatti, “il 24 dicembre del 1975, mentre in città tutti pensano al cenone natalizio, quattro ragazzi stanno pensando a ben altro, sta nascendo una loro creatura che diverrà storia e farà da spartiacque tra il prima e il dopo. Nasce così la prima Radio della città, Radio Latina Uno. I quattro ragazzi sono: Gianfranco Iaccarino, Giorgio Capurso, Remo Miranda ed Enzo Molinari, tutti appassionati di musica. L’idea è partita da Gianfranco, che ha coinvolto i suoi amici e ha messo a disposizione il suo scantinato per lo studio radiofonico. Con un trasmettitore americano parte così la prima trasmissione”.

Il 25 marzo 1976 è però già la volta di Musica Radio, che nasce “alternativa come i suoi fondatori, Mario Di Lembo, Stefano Bossa e Nando Ciriello”, appassionati di hard rock. La connotazione è quella di emittente di sinistra, con tanto di ‘giornalisti d’assalto’.

Alcuni mesi dopo tocca a Radio Pontina di Sergio Raffa: lo studio sta nel suo negozio di elettrodomestici in via del Lido e lì muove i suoi primi passi Gianmaurizio Foderaro, oggi notissimo dirigente della radiofonia Rai.

Ma non è finita, perché arrivano anche Radio Immagine di Claudio Mangani, dopo qualche anno passata di mano all’imprenditore Giuseppe Bolognesi, e la Radio di quartiere R6, che in seguito giocherà un ruolo importante, quando i due fondatori, Giorgio Mazzola ed Enzo Salvagni, si legheranno al network nazionale Radio Luna.

Altre sigle ancora, di varia evoluzione, sono Teleradio di Renato Di Bella, “passata a Bruno Bruni e Loredana Ferretti di Radio Latina Uno, ora network nazionale Lattemiele”, e le stazioni della provincia di Latina: Onda Blu a Sabaudia, Studio 93 ad Aprilia, Radio Antenne Erreci a Cisterna.

Indimenticabili erano naturalmente le trasmissioni in cui si potevano fare le dediche. Ecco come ricorda quel glorioso periodo Carlo Montefusco, voce storica di Musica Radio:
“Musica Radio era considerata una Radio impegnata, politicamente schierata a sinistra, ma poi il programma di dediche era quello che andava per la maggiore. Ricordo che in quel periodo avevamo la fila di persone fuori lo studio, soprattutto ragazze che ci portavano di tutto, dolci, bibite, panini, ognuno di noi aveva almeno tre fidanzate. Con noi collaborò anche Martufello agli inizi della sua carriera, raccontava le barzellette e faceva le traduzioni dal sezzese all’italiano… Anche Tiziano Ferro che era poco più di un ragazzino venne inizialmente da noi, poi si spostò a Radio Luna”.

Riccardo Francavilla invece racconta di Radio Latina Uno:

“Iniziammo quasi tutti da lì, eravamo tutti ragazzi più o meno della stessa età. C’ero io, con Dino Lucchetti, Luigi Molella, Roberto D’Erme, che era l’anima tecnologica, Roberto Biolcati, Daniele Vellani, grande dj indimenticato. C’era un programma che fece storia: ‘Occhio al disco’. Daniele metteva un disco per una frazione di secondo e il pubblico telefonava per indovinare il titolo… Poi con le aperture delle altre Radio ci sparpagliammo, io collaborai con Musica Radio e poi andai a Radio Immagine per qualche anno”.

Non poteva mancare il ricordo del già citato Gianmaurizio Foderaro:

“In effetti quello è stato un periodo molto effervescente che ricordo con molto piacere, anche perché per me è stato l’inizio di un percorso che mi ha portato alla realizzazione professionale. Da Radio Pontina a Radio Luna, da Dimensione Suono fino alla posizione che occupo ora nella Rai. Io credo che in quel periodo tutti abbiamo avuto un’opportunità almeno formativa. Ripenso spesso al mio passato e quando torno a Latina e ascolto Radio Luna il cuore mi batte forte”.

E Radio Luna è stato il trampolino di lancio anche per altri: “È stata una Radio che ha portato fortuna ad alcuni di noi, il primo che mi viene in mente è Tiziano Ferro, poi Alessandro Allocca che ora vive in Inghilterra e fa il corrispondente per ‘Repubblica’, Emanuela Gasbarroni, affermata documentarista, Egidio Fia in RDS, oggi direttore di Lazio Tv. Loro facevano parte della redazione. Invece tra gli speaker, Renzo Di Falco oggi lavora in RDS, Elena Carbonari su Isoradio, Gabriele Brocani in Rai e Susanna Scalzi, dopo Radio Subasio, oggi è a Radio Zeta – gruppo Rtl”.

  • Paola Pilia e Alessandro Pili ‘animano’ Sa Radiolina

Venerdì 5 marzo alle 18 sul nuovo canale televisivo Sa Radiolina Sardegna Canta, Lcn 601, interamente dedicato alla programmazione della musica sarda, è partito il primo programma ‘dal vivo’, dopo un paio di mesi di sola musica di sottofondo, eccezion fatta per alcuni video.

La trasmissione, della durata di un’ora, è denominata ‘Attobius’ (‘Incontri’) e prevede un ciclo di ben 40 puntate, fino al 3 dicembre prossimo; è condotta dalla giornalista Paola Pilia, ex direttrice di Radio Press sino alla sua scomparsa e voce di Radiolina ed oggi in forza anche al quotidiano di Sergio Zuncheddu ‘L’Unione Sarda’.

A farle da compagno di viaggio è il cabarettista Alessandro Pili, meglio noto agli spettatori sardi come il sindaco di Scraffingiu (Prurito), un paese immaginario della Sardegna: è il personaggio che interpreta negli spettacoli della compagnia teatrale cagliaritana dei La Pola e in questi panni intervista anche una volta a settimana i sindaci dei comuni dell’isola, per conto del già citato quotidiano ‘L’Unione Sarda’.

Il programma è rivolto in modo particolare a quella fascia di radioteleascoltatori lontana dalla lingua sarda o che si dimostra indifferente nei confronti della stessa, con particolare attenzione al target di età che va dai 15 ai 30 anni. ‘Atobius’ si propone di avvicinare questa fascia di persone alla lingua sarda, raccontando con leggerezza e ironia i sardi e la Sardegna.
Pili è alla sua prima esperienza in carriera con una rubrica interamente in lingua sarda: “Ho sempre utilizzato il sardo, ma mai così come in ‘Atobius’”- ha detto. Un suo ringraziamento va anche alla compagna di viaggio: “Il programma è una grande esperienza dall’alto profilo sia artistico che professionale, anche grazie alla co-conduzione con la brillante Paola Pilia”.
(hanno collaborato Pierpaolo e Giuseppe Podda)

  • Lutto in Molise: muore Raffaele Orlando di TRT Radio Termoli

Si è spento nei giorni scorsi il decano dell’Ordine dei Giornalisti del Molise, Raffaele Orlando. Giornalista dal 1972, era stato anche docente e consigliere comunale e provinciale. Ma Raffaele Orlando era stato anche promotore della cultura molisana all’estero, in particolare nell’Est europeo.

Ma soprattutto Orlando aveva fondato TRT Radio Termoli, che negli anni Ottanta costituì una novità capace di coinvolgere tutta la città e specialmente i giovani con musica, programmi e ospiti. L’emittente opera tuttora (98.700 MHz), gestita dai figli di Raffaele, Massimiliano e Marcello Orlando. Per capirne l’importanza anche oggi, leggete cosa ha fatto TRT in occasione del Capodanno 2021:

“Giovedi 31 dicembre TRT Radio Termoli, la Radio della città che il 6 gennaio 2020 ha compiuto i suoi primi 40 anni di attività, ha in programma una sorpresa per i suoi ascoltatori: il Capodanno House più esclusivo d’Italia. (Ovvero) ‘Tendence Radioshow’, dodici ore di musica ininterrotta a partire dalle 20.00 del 31 dicembre 2020 fino alle 8.00 del mattino del 1° gennaio 2021”. Dodici acclamati dj italiani si sono alternati nell’occasione alla consolle, ciascuno con una performance di un’ora.

E ancora: “‘Tendance Radioshow’ è uno dei programmi di TRT Radio Termoli più seguiti sin dal 2008, anno in cui l’art director Tony Cortese, l’ingegnere del suono Lello Ambrosini e l’editore di mixati Dario Martino lo hanno lanciato su ben 100 Radio italiane. Su TRT va in onda settimanalmente il venerdì, sabato e domenica per 2 ore al giorno a partire dalle 23.00”.

Mauro Roffi

MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

L’appuntamento settimanale con MilleRegioni torna puntuale come ogni sabato.

Le ultime notizie, da tutta Italia, sono a cura come sempre di Mauro Roffi.

  • Lo Studio CRTV sulle Radio nel 2018: una mole di dati

Torniamo, come preannunciato la settimana scorsa, sulla 26esima edizione dello Studio Economico del Settore Radiotelevisivo Privato, a cura di Confindustria Radio Televisioni, riferito ai dati 2018 (purtroppo) relativi alle Tv e alle Radio nazionali e locali in Italia.

Lo Studio si basa sull’analisi dei bilanci pubblicati presso le Camere di Commercio territoriali e pertanto si limita alle società di capitali. Sono pertanto escluse tutte le emittenti a carattere comunitario.

Ci limitiamo ad alcuni dei tanti dati pubblicati e a quelli relativi al settore radiofonico.
Nel campo delle Radio nazionali, dunque, nel 2018 il mercato radiofonico italiano si componeva complessivamente di 14 operatori (di cui 13 privati e 1 pubblico), ai quali corrispondevano 21 emittenti radiofoniche (marchi FM). 5 facevano capo alla RAI, 14 erano Radio di natura commerciale di proprietà di 11 società di capitali (Srl e Spa), 2 erano Radio a carattere comunitario (Radio Maria e Radiofreccia).

Il comparto delle Radio locali risultava essere invece una realtà fortemente parcellizzata, composta da piccole e “micro” imprese, nate spesso da iniziative amatoriali e/o culturali di tipo ultra-locale. L’individuazione delle emittenti radiofoniche effettivamente operanti a livello locale è stato pertanto ritenuto piuttosto complicato.

L’analisi CRTV si basa comunque su un database di 521 società radiofoniche locali commerciali strutturate in società di capitali: solo per 404 di queste, a ottobre 2020, risultava pubblicato il bilancio 2018 (dati Cerved), in calo di 7 soggetti (- 1,7%) rispetto al 2017.

Nel 2018 il numero complessivo delle emittenti radiofoniche (marchi radio, in FM), a parte le comunitarie, è stato stimato intorno a 525 unità, in forte calo rispetto alle stime relative agli anni precedenti.

Dall’analisi risulta che il maggior numero di soggetti radiofonici commerciali locali risiedeva in Sicilia (45), seguita da Lazio (44), Lombardia (42), Puglia (37), Emilia-Romagna (32), Toscana (29), Veneto (28), Campania (26), Piemonte (23), 9 regioni che da sole costituivano oltre il 70% (per numero di società radiofoniche) del totale nazionale.

Nel 2018 il valore complessivo dei ricavi generati dalle principali società radiofoniche operanti sul territorio, sia a livello nazionale che locale, ammontava a 643 milioni di euro, in aumento di 34 milioni di euro (+ 5,5%) rispetto al 2017. Se consideriamo il solo settore privato (senza includere l’operatore di servizio pubblico Rai) il valore si attesta a circa 510 milioni di euro.

Nel 2018, l’analisi dei bilanci confermava il trend positivo del mercato radiofonico iniziato nel 2015.

Analizzando i ricavi totali del settore, declinati nelle sue diverse componenti, risulta che: nel 2018 il comparto radiofonico privato nazionale ha raggiunto i 327 milioni di euro circa, con una crescita rispetto all’anno precedente del + 5,8%; quello locale ha superato la soglia dei 180 milioni di euro, con un incremento di circa 15 milioni (+ 8,9% rispetto al 2017); i ricavi totali dell’operatore di servizio pubblico sono rimasti invece pressoché invariati (+ 0,5%).

Il 2018, pertanto, ha rappresentato il quarto anno consecutivo di crescita complessiva del comparto radiofonico locale, dopo una piccola battuta d’arresto registrata nel 2016, crescita sostenuta principalmente dalla raccolta pubblicitaria con circa 143,5 milioni di euro (+ 6,6% rispetto al 2017). Per quanto riguarda gli altri ricavi, inclusi i contributi statali erogati all’emittenza locale, anch’essi risultavano in aumento e hanno raggiunto 39 milioni di euro circa (+ 18,4% rispetto al 2017).

Dalla distribuzione dei ricavi totali si confermava la citata alta parcellizzazione del settore radiofonico locale, caratterizzato per lo più da “micro-imprese”. Erano 247 le società con ricavi inferiori a 250 mila euro, pari a poco meno del 61% del totale analizzato: si tratta di società che complessivamente fatturavano appena il 12% dell’intero settore radiofonico locale.

Nel 2018 la suddivisione per classi di ricavi mostrava invece come le 37 società appartenenti agli scaglioni più alti (superiori al milione di euro) abbiano prodotto circa 99 milioni di euro di ricavi (54% del totale).

La polverizzazione del settore radiofonico locale è molto più accentuata rispetto a quello televisivo.

Nel 2018 Lombardia e Lazio, con circa il 32% del totale, si sono confermate le regioni con volumi di ricavi generati dalle emittenti radiofoniche locali nettamente superiori alle altre. Si tratta anche delle regioni (se si esclude la Sicilia) con il maggior numero di emittenti radiofoniche (almeno come sede legale).

Le prime cinque regioni in graduatoria – Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto e Puglia – rappresentavano comunque da sole oltre il 60% del totale ricavi registrato dall’intero comparto locale (111 milioni di euro).

  • Il Gruppo Sole 24 Ore: più forza a Radio 24

Il Consiglio di Amministrazione della società di cui fa parte il quotidiano ‘Il Sole 24 Ore’, legata a Confindustria, ha approvato di recente il Piano 2021-2024, che conferma l’indirizzo strategico e gli obiettivi di medio-lungo periodo del precedente Piano 2020-2023 post Covid, approvato in data 30 giugno 2020.

Viene confermato, fra l’altro, l’investimento sui prodotti cartacei, in primis il rilancio del quotidiano nel nuovo formato più piccolo (una piccola grande rivoluzione per ‘Il Sole 24 Ore’, in programma dal 16 marzo), oltre che su iniziative digitali innovative.

Per quel che ci riguarda più da vicino, il Piano 2021-2024 prevede iniziative volte al rafforzamento del presidio del mercato radiofonico e all’ampliamento dell’audience dell’emittente Radio 24.

AD del Gruppo 24 Ore è Giuseppe Cerbone, presidente Edoardo Garrone.

  • A Milano la domenica torna in onda Radio University

Sono ormai frequenti le dirette domenicali della nuova Radio University 2021, storica emittente della destra milanese che ha così ripreso vita dopo tanti anni in una nuova forma, via Web, aderente ai tempi.

Facendo un po’ di storia, riferita ad anni politicamente ‘burrascosi’, Radio University nacque nel dicembre 1975 in via Mancini a Milano, ‘ben nascosta’, a causa delle minacce che i militanti della destra ricevevano in quegli anni dall’estrema sinistra. A promuoverla un gruppo di giovani del Fronte della Gioventù e del Fuan milanesi, con l’aiuto di Franco Servello e della moglie. L’emittente – ricordano gli attuali ‘rifondatori’ – “è una voce fuori dal coro che trasmette, quasi in clandestinità, le canzoni del primo cantautore di musica alternativa di destra Fabrizio Marzi e dei gruppi Gli Amici del Vento, La Compagnia dell’Anello e gli Zeta Pi Emme”.

Pur operando in condizioni assai ‘complicate’, Radio University aveva molti speaker all’opera (anche personaggi diventati poi noti per altre ragioni, come vedremo), aveva creato ‘emittenti parallele’ in altre città lombarde e metteva in onda una programmazione non incentrata solo sulla politica.

La stazione poi iniziò però, a partire dal 1983, una lenta agonia che si concluse sul finire degli anni ‘80, con la cessione dell’ultima frequenza ad Alberto Hazan.

Fra i protagonisti di quegli anni ‘ruggenti’ di University c’era Ignazio la Russa, che infatti oggi è protagonista delle citate dirette domenicali dell’emittente, trasmesse anche dal sito del ‘Secolo d’Italia’, con Walter Jeder, sul filo della rievocazione e anche dell’attualità, con anche illustri ospiti in trasmissione.

Ma la vera sorpresa è proprio Walter Jeder, perché si tratta nientemeno che del ‘nome d’arte’ di Walter Pancini, giornalista che è stato per una vita apprezzato direttore generale di Auditel. Pancini, a sua volta, era ‘parte’ della prima Radio University e ha ancora molto da dire sui fatti di allora e sull’oggi.

Fra le sue esperienze ‘extra-televisive’, dato che si tratta di un personaggio davvero ‘poliedrico’, c’è poi anche quella di romanziere, con il volume «Il diavolo e la coda», 450 pagine per Aga Editrice che raccontano una grande saga familiare attraverso un intero secolo.

  • Tele Radio Stereo: passione giallorossa ad oltranza

Il sito romatoday.it continua a raccontare le caratteristiche e i personaggi delle più interessanti emittenti radiofoniche della Capitale. Di recente è toccato a Tele Radio Stereo, un nome notissimo fra le Radio romane, che viene descritta come ‘la Radio dei tifosi giallorossi’. Ecco perché:

“È la Radio dei giallorossi, quella che accompagna i tifosi dell’As Roma dal mattino alla sera, con commenti, approfondimenti, intrattenimento, risate, commenti in diretta degli ascoltatori. Parliamo di Tele Radio Stereo, Fm 92.7, ormai una realtà consolidata nella Capitale, un punto di riferimento per tutti coloro che vogliano essere sempre più che aggiornati sulla propria squadra del cuore”.

In particolare RomaToday si occupa della trasmissione in onda su Tele Radio Stereo dalle 17 alle 20 dal lunedì al venerdì, un appuntamento che tiene compagnia ai romani al rientro dal lavoro, parlando della Roma a 360 gradi. Ecco cosa dichiara Andrea Di Carlo, uno dei conduttori:

“Siamo in tre, un trio abbastanza bilanciato, Piero Torri è una storica firma del giornalismo romano, Federico Nisi è un maestro di scuola che per passione è diventato speaker a tempo pieno da ormai vent’anni, un grande comunicatore con una dialettica poco diffusa in un contenitore radiofonico locale. E poi ci sono io, questa è per me la seconda esperienza radiofonica importante ma ho un passato in quotidiani e come inviato sportivo e dirigo un sito monotematico sulla Roma. Il nostro viaggio insieme è iniziato 5-6 mesi fa”.

Ancora Di Carlo: “Noi dividiamo la trasmissione in tre blocchi. Nel primo, dalle 17 alle 18, c’è una sorta di analisi della giornata con le nostre opinioni, con le notizie più importanti in chiave sportiva nazionale e, ovviamente, in chiave Roma. Alle 18 abbiamo il collegamento con Mario Sconcerti, firma prestigiosa e opinionista di fama nazionale, con cui spaziamo anche su tematiche che non riguardano prettamente lo sport, abbiamo parlato delle zone gialle, arancioni, dei vaccini, per poi tornare su macrotematiche del calcio italiano. Infine alle 19 abbiamo il collegamento con Filippo Biafora, una delle penne più rampanti ed efficaci del panorama romano, facciamo con lui il punto di giornata specificatamente sul tema Roma: indiscrezioni, notizie dell’allenamento, mercato, tutto quello che gravita intorno alla Roma”.

“La responsabilità di tenere un microfono è sicuramente grande – continua il conduttore romano – . Da parte nostra cerchiamo di offrire una panoramica oggettiva, senza condizionamenti e nel rispetto di tutti, se dobbiamo fare una critica alla società la facciamo senza problemi, se dobbiamo fare un plauso altrettanto. Il tifoso alla fine diventa un utente, ci approcciamo alla trasmissione sperando che il nostro pensiero venga cavalcato, che il romanista si senta rappresentato da quello che diciamo in diretta”.

Ma il discorso più interessante è forse quello sulla famosa e ‘inevitabile’ caratterizzazione sportiva delle Radio romane:

“È un discorso senza dubbio molto legato al territorio. Ad esempio a Milano non c’è questa cultura della Radio sportiva locale, perché la città è più piccola e i milanesi passano meno tempo in macchina. Dipende molto dal tessuto cittadino.

Io (peraltro) dico che la Radio a Roma non morirà mai, perché rispetto alla Tv, ad altre attività, ti può accompagnare nel corso della giornata, senza impegnarti troppo. Non devi guardarla, è quel chiacchiericcio che sempre accompagnerà la vita del romano e la considero una sorta di patrimonio artistico ed editoriale di questa città. Se fatta bene, in maniera trasparente, (la Radio) rimane uno strumento affascinante. Inoltre le app, i podcast oggi hanno eliminato il limite di dover essere per forza in auto, o a casa, e girare la manopola: la Radio si può sentire ovunque”.

  • Radio Fiera: Catania cerca il riscatto

Prima di passare la parola al collega Carmelo Aurite, che ci darà conto della interessante realtà catanese di Radio Fiera, devo ricordare doverosamente il cordoglio suscitato nei giorni scorsi a Catania dalla notizia della scomparsa di Leo Pidalà, conosciutissimo regista di Telecolor per tanti anni e in realtà uomo-chiave dell’emittente nelle sue varie ‘evoluzioni’, prima come grande rivale di Antenna Sicilia e poi integrata all’interno di quel gruppo. Di queste stagioni Pidalà era stato protagonista assoluto ed era stato di fatto un riferimento per tutti a Telecolor (Mauro Roffi).

Mentre l’industria discografia in Italia riparte, nel dopo pandemia, dal Sanremo 2021 di Amadeus e Fiorello, a Catania si fa sempre più forte l’onda mediatica di Radio Fiera, brillante iniziativa nata dalla collaborazione tra l’associazione Radio Lab ed Erminio Caruso, proprietario di un bistrot cittadino.

Con il format Radio Fiera, dal suo debutto risalente allo scorso inverno, la città etnea rivive live dal suo centro storico il clima delle Radio private degli anni ’70, recentemente rievocato anche dallo speaker catanese Ubaldo Ferrini nel libro best seller del settore dal titolo ‘La Radio Libera, la Radio Prigioniera’.

Radio Fiera è una Radio che si fa anche vedere, in quanto ha una sede in vetrina, situata in via Andrea Viglia, arteria che collega piazza Sciuti e via Gemellaro a Catania, a pochi passi dal mercato cittadino di piazza Carlo Alberto, noto ai catanesi per l’appunto come «La Fiera».

Il format è trasmesso in un sistema multipiattaforma integrato, con la filodiffusione nel bistrot del centro, con la trasmissione in modulazione di frequenza sugli 87.800 di Radio Amore Dance (del gruppo catanese Radio Amore) e con l’emissione via social a partire dall’omonima pagina Facebook.

La programmazione propone appuntamenti in diretta tutti i giorni, dal lunedì al giovedì, dalle 13:30 alle 14:30, e il sabato dalle 17:00 alle 21:00. Alla conduzione due giovani speaker catanesi, Carlo Giordano e Giovanni Rizzuti, alle prese con l’affascinante mondo dell’etere, tra tecnologie che rimandano a mixer e microfoni vintage e (invece) sistemi computerizzati, per amplificare al massimo l’iniziativa in un mondo sempre più globalizzato.

La novità sembra essere stata già stata apprezzata in città, a partire dagli stessi ambulanti delle bancarelle della fiera, che con le loro «vanniate» fanno eco ai conduttori, contaminando indisturbati le frequenze delle Radio. Ma piace anche ai tantissimi giovani che, compatibilmente con gli orari delle restrizioni da Covid-19, affollano le panchine della ristrutturata piazza Sciuti con la voglia di riappropriarsi della città, ascoltando buona musica mentre sorseggiano un drink.

Per chi passa dalla sede della Radio c’è anche la possibilità di scatti e selfie live, poi postati sui social, per far ripartire la città con la forza della «raggiante Catania» di Carmen Consoli e Mario Venuti, in quella che è stata più volte tratteggiata dall’indimenticato Checco Virlinzi come ‘la Seattle del Sud Italia’ e che ha visto nel 1995 protagonisti persino i Rem allo stadio Cibali.

Insomma, benvenuta a Catania Radio Fiera, emblema di una generazione con tanta voglia di riscatto dal Covid, di cui la città può essere davvero «fiera».
Carmelo Aurite

  • Accordo nel basket a Messina per Radio Zenith

Nuova Pallacanestro Messina ha raggiunto un accordo con Radio Zenith, emittente messinese di cui abbiamo annunciato qualche mese fa in questa rubrica la piena ripresa delle attività. La storica emittente peloritana sarà pertanto per questa stagione la Radio ufficiale del club, che parteciperà al torneo di serie C Silver.

A illustrare i termini della partnership è stato Antonio D’Angelo, uno dei quattro fondatori del nuovo progetto radiofonico messinese, insieme a Teresa Impollonia, Salvo Grasso e Giuseppe D’Angelo.

“Sono molto felice per questo accordo con Radio Zenith Messina, una Radio con oltre 40 anni di storia che come noi ha tanta voglia di fare e portare avanti il nome della città – ha commentato il dirigente della squadra di basket Carmelo Caruso – . È una sinergia che – sono sicuro – porterà buoni frutti e speriamo regali tante emozioni”.

  • In Molise riparte via social la ‘mitica’ Radio Europa 1

Succede sempre più di frequente. Nomi noti della radiofonia del passato, in alcuni casi anche ‘mitici’, tornano in onda, sia pure non in Fm ma via social e magari non certo con un palinsesto completo ma con la realizzazione di alcune trasmissioni e podcast.

Ecco infatti che in Molise, dopo molti anni dalla chiusura, attraverso i social media è tornata a ‘farsi viva’ di recente Radio Europa 1, storica Radio di Trivento nata alla fine degli anni ’70.

A riportarla in auge sono stati 3 giovani conduttori, ai quali adesso si è aggiunta anche Rachele Del Borrello, finalista a Miss Italia 2015. I tre stanno comunque raccogliendo – pare – grandi consensi, con migliaia di contatti a puntata. I giovani in questione sono Gianmarco Meo, Enrico Pavone, Francesco Marzini.

“Chiunque abbia vissuto la Trivento anni ‘80 – racconta Tullio Farina, che è stato tra i fondatori e conduttore della vecchia emittente – non potrà mai dimenticare la ‘vecchia’ Radio Europa 1 ed il vuoto che rimase in tutti noi dopo la sua chiusura”.

Grande il riscontro dell’iniziativa anche sulla stampa locale.

“Si sa… Il tempo rimargina ogni ferita e tutti ci avevamo messo una pietra sopra, così come il cuore in pace – scrive ad esempio altomolise.net – . Rimanevano solo fantastici ricordi e attimi passati insieme a tutta la nostra comunità. Chi avrebbe mai immaginato che nel 2020 tre giovani ragazzi potessero riportare alla luce questi ricordi lontani ed impolverati ormai da anni?…

Hanno reso omaggio alla nostra storica Radio riportandola in vita sotto forma di podcast ed interpretandola in chiave moderna. Ogni lunedì sera alle ore 21.30 sono in diretta video live su Facebook e sui social, ogni volta con ospiti diversi di fama regionale e nazionale”.

Ma com’è nata l’idea di riportare in vita Radio Europa 1?

“Pensiamo sia stato un po’ il destino ed un susseguirsi incredibile di eventi concatenanti – rispondono in coro i tre ragazzi – . Gianmarco da tempo andava in onda con le sue consuete dirette ‘Angolo della musica’ e Francesco voleva dargli una mano per farle evolvere graficamente. Nello stesso periodo Enrico aveva in mente di creare un programma da mandare in onda su Twich. Chiacchierando al bar, è nata questa idea di fondere le nostre competenze, e dato che molti da sempre ci raccontavano aneddoti sulla storica Radio Europa 1, abbiamo deciso di creare un qualcosa che non valorizzasse solo noi, ma anche la nostra terra e la nostra gente.

Da poco si è unita a noi anche Rachele per darci una mano, lei vive a Milano lontano da casa ma porta sempre il Molise nel cuore”.

  • Nuova sede per Five Radio di Montichiari

Alla fine ha trovato una nuova sede Five Radio, nota Radio Web di Montichiari, nel Bresciano.

La nuova attesa postazione – scrive primabrescia.it – “si trova all’interno dell’Oasi dello Spirito, l’ex oratorio del Sacro Cuore di via Martiri della Libertà a Montichiari, in una stanza molto carina e con una splendida ‘vista duomo’ che gli speaker hanno ritinteggiato e allestito nel migliore dei modi per poter riprendere… le trasmissioni radiofoniche”.

Ci sono nuove trasmissioni e vecchie conferme per l’emittente monteclarense. Sempre secondo primabrescia.it, infatti, “il direttivo di Five Radio ha attraversato immutato questi ultimi mesi ed è composto da Adele Draisci, Maurizio, Marika Buonocore e Paolo Turini, ma ci sono anche molte novità. A fare il loro ingresso nella squadra, infatti, saranno alcuni speaker che porteranno programmi innovativi e con una marcia in più”.

Le nuove trasmissioni sono partite di recente in diretta sulla pagina Facebook di Five Radio, in specifico con la prima puntata di ‘Artisti in soffitta’, appuntamento alla scoperta dei cantanti che hanno fatto la storia della musica italiana, condotto da Adele Draisci.

Five Radio trasmette ormai da tempo sulla Bassa bresciana con un certo riscontro sul web.

  • Sardegna: Anicetto Scanu perde la sua battaglia contro la SLA

È morto il 2 marzo scorso nella sua abitazione di viale Trieste a San Gavino Monreale Anicetto Scanu, 68 anni, storico speaker di Radio Sardinia, che dal 2008 combatteva contro la sclerosi laterale amiotrofica.

In questi anni Scanu, che per anni era stato anche fotografo per ‘L’Unione Sarda’, aveva sempre continuato a portare avanti le sue passioni e ogni mattina continuava a sorridere e a mandare un saluto, nonostante tutto, su Facebook.

  • Muore a Torre Annunziata la fondatrice di Radio Linea Centro

È morta per Covid a Torre Annunziata Maria Lanzara, che era stata la prima donna a Torre a dar vita ad una stazione radiofonica, Radio Linea Centro, con sede in via Antonio Bucca.

“Erano gli anni ‘70 quando la signora Maria insieme a suo marito Tullio Loreti aprì una stazione radiofonica – scrive torresette.news – . Musica napoletana e italiana. Un successo dietro l’altro. I cantanti dell’epoca riconoscevano nella Radio di Torre Annunziata un trampolino di lancio. Per oltre 30 anni la Radio è stata un punto di riferimento per cantanti ma anche per molti giovani e ragazze della città che hanno condotto le trasmissioni.

Ma la vera punta di diamante era la personalità della signora Maria Lanzara. Sempre sorridente, allegra. Aveva un sorriso contagioso. I suoi occhi dolci trasmettevano affetto a chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerla…

Ha condotto la sua Radio al successo locale. Ha cresciuto quattro figli, Imma, Lucia, Alfeo, Antonella, all’insegna del rispetto. Ha trasmesso loro i giusti valori della vita”.

Mauro Roffi

MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

Si rinnova l’appuntamento con Mauro Roffi e le notizie di ‘MilleRegioni’.

Per contatti e segnalazioni: [email protected]

  • La musica, le discografiche, le nuove società finanziarie e i diritti d’autore

Non sarà sfuggito ai lettori più attenti l’importante articolo di Ernesto Assante su ‘Affari&Finanza’ di ‘Repubblica’ del 25 gennaio scorso, che è illuminante su quanto sta accadendo in tema di ‘diritti d’autore’ a livello internazionale nel campo musicale.

“Qualche settimana fa la notizia che Bob Dylan aveva venduto i diritti editoriali delle sue canzoni alla Universal Music Publishing aveva fatto velocissimamente il giro del mondo – inizia Assante – . Il copyright di più di 600 canzoni, scritte dal 1962 in avanti, da ‘Blowin’ in the wind’ alla recentissima ‘Murder Most Foul’, è stato venduto da Dylan per una cifra non ufficialmente comunicata ma che gli esperti del settore valutano attorno ai 400 milioni di dollari. Cifra che sembra enorme, ma forse non lo è, se si pensa che solo una settimana prima Stevie Nicks, stella dei Fleetwood Mac e grande solista, ha venduto alla Primary Wave l’80% del proprio catalogo (neanche lontanamente paragonabile a quello di Dylan), per una cifra attorno ai 100 milioni di dollari”.

In sostanza succede che alcune grandi aziende musicali, del calibro di Universal, Sony e Warner, e alcuni altri player relativamente nuovi, come Hipgnosis Song Fund, Primary Wave e Round Hill investano proprio su questo, sui ‘cataloghi musicali dei grandi autori’, nell’intento di ricavarne profitti nel futuro.

«I grandi autori vendono perché c’è movimento e offerta – spiega Gaetano Blandini, direttore generale di Siae – , chi fa finanza in un momento in cui i tassi sono bassissimi, vicini allo zero, è molto interessato a investire in diritti musicali, che garantiscono sull’investimento una percentuale di remunerazione molto più alta e meno rischiosa di molti strumenti finanziari che girano oggi».

“Tutto è iniziato a cambiare nell’estate del 2018 – continua Assante – , quando Merck Mercuriadis, fondatore di Hipgnosis Songs Fund, società di investimento in proprietà intellettuale della musica, ha deciso di quotare la sua società in Borsa a Londra. L’Ipo gli ha permesso di raccogliere oltre 260 milioni di dollari e da allora il valore della società è cresciuta del 16% nonostante la pandemia. Tra le società che si muovono con maggior vivacità nel mercato dei diritti c’è la BMG, che nelle scorse settimane ha acquisito il catalogo, oltre 300 canzoni, di Mick Fleetwood, compresi i grandi successi dei Fleetwood Mac, mentre il suo compagno di band Lindsay Buckingham ha venduto il 100% delle sue composizioni alla Hipgnosis, che ha… comprato anche il 100% dei diritti di 145 canzoni di Shakira, quello della Kobalt Capital… e quello del produttore Jimmy Iovine. L’accordo più clamoroso della società di Mercuriadis è stato comunque, all’inizio di gennaio, quello dell’acquisizione del 50% dei diritti del repertorio di Neil Young, che comprende anche i suoi brani con Crosby, Stills e Nash e con i Buffalo Springfield”.

Quali sono le ripercussioni per società che si occupano di diritti come la Siae? “Fino a quando le cose rimarranno come sono adesso non ci sono grandi pericoli per chi fa il nostro mestiere – dice sempre Blandini – ma non è detto che queste nuove società finanziarie si limitino alla gestione dei patrimoni, c’è già chi inizia a pensare che il loro odierno lavoro potrebbe essere prodomico a fenomeni di intermediazione anche nella riscossione dei diritti dagli utilizzatori…”.

Se poi le concentrazioni dovessero continuare con questo ritmo, tutto in futuro potrebbe diventare possibile: “I diritti potrebbero essere spacchettati, quelli radiofonici, quelli televisivi e quelli online potrebbero essere gestiti diversamente… Quindi anche noi, come le altre grandi società di autori ed editori, dobbiamo iniziare a cambiare modo di pensare, perché la sfida si giocherà sempre di più su grandi aggregazioni, su licenze paneuropee, o sui grandi mercati asiatici che prima, con i prodotti fisici, non consideravano nemmeno il problema dei diritti d’autore che invece sono oggi importanti”.

Il tutto – chiude Assante – va inquadrato “nel nuovo mercato aperto dallo streaming, che sta rivoluzionando ancora l’industria della musica”.

  • Spotify ‘arruola’ Obama e Springsteen

Ha fatto molto rumore la notizia di una serie (otto, per la precisione) di podcast su Spotify che vedono protagonisti nientemeno che Barack Obama e Bruce Springsteen, ‘in una strana ma affascinate coppia’. Si tratta di ‘Renegades: Born in the USA’, podcast tratti da una lunga conversazione registrata nello studio del musicista a Colt Neck, nel New Jersey, nei mesi fra luglio e dicembre 2020. I primi episodi sono già disponibili.

I due illustri personaggi raccontano aneddoti sui loro percorsi di vita, che si sono anche per un attimo intrecciati quando il Boss e il Presidente suonarono insieme alla Casa Bianca, al pianoforte, brani del repertorio Motown e tratti da musical.

È fin troppo ovvio osservare come questo tipo di produzioni dimostrino, se ce n’era bisogno, quanto ormai il mondo dei podcast sia importante e le piattaforme che li ospitano possano ormai competere, fatte le dovute proporzioni, con quelle video.

A produrre il programma dell’ex presidente e del cantante è poi la Higher Ground, una casa di produzione fondata da Barack Obama e dalla moglie nel 2018; la società due anni fa aveva già firmato un contratto miliardario con Netflx per una serie di due documentari. In più Michelle Obama la scorsa estate sempre su Spotify aveva affrontato alcuni problemi femminili in ‘The Michelle Obama Podcast’.

E nel settore è in arrivo anche Bill Clinton con il podcast ‘Why I am telling you this?’.

  • Il nuovo Studio sul settore Radio-Tv di CRTV

Ancora un importante studio pubblicato da Confindustria Radio Tv, dopo l’aggiornamento sui canali televisivi di cui abbiano già dato notizia.

Questa volta si tratta del classico Studio Economico del Settore Radiotelevisivo Privato, giunto alla 26esima edizione, e che, secondo la più recente formula adottata, esamina sia il mondo della Televisione in Italia che quello della Radio ed è particolarmente ‘prezioso’ per il comparto locale dei due mezzi. Purtroppo i dati sono riferiti all’ormai non prossimo 2018 per tutti i comparti, nazionale e locale, Radio e Tv, anche se vi sono alcuni aggiornamenti fino all’autunno 2019.

Lo Studio si basa sull’analisi dei bilanci pubblicati presso le Camere di Commercio territoriali e pertanto si limita alle società che sono tenute a pubblicarli, ossia le società di capitali. Vengono perciò esaminati i dati di 40 operatori nazionali e 691 locali, 287 televisivi e 404 radiofonici.

A livello locale, secondo le attuali stime CRTV, sono tuttavia 530 ‘i marchi radiofonici riconducibili alle società monitorate del settore’ e 1150 i marchi televisivi.

La prossima settimana esamineremo in dettaglio i risultati di questo Studio, che resta uno dei ‘punti di riferimento’ per conoscere un po’ di più il settore radiotelevisivo nel suo complesso in Italia.

  • Riccardo Chiavaroli nuovo presidente del Corecom Abruzzo

È al completo e si insediato a inizio settimana il nuovo Corecom dell’Abruzzo. Il presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri aveva infatti firmato giorni fa i decreti di nomina, come componenti, della giornalista aquilana Roberta Galeotti e dell’avvocato Gaetano Di Tommaso.

Il terzo componente e nuovo presidente del Corecom (la cui nomina era di competenza del presidente della giunta regionale Marco Marsilio) è stato invece selezionato ad esito del bando pubblicato dalla Regione Abruzzo in ottobre ed è stato individuato nella persona di Riccardo Chiavaroli, ex consigliere regionale di Forza Italia, ora passato alla Lega, nonché esperto in comunicazione e consulenza istituzionale e giornalista pubblicista.

Già lo scorso 22 ottobre era scaduto il mandato del presidente ‘provvisorio’ Giuseppe La Rana e degli altri due componenti del precedente Corecom Ottaviano Gentile e Michela Ridolfi.

  • Sicilia: domande per i contributi entro il 15 marzo

Dopo i vari annunci dei mesi scorsi, ora in Sicilia si fa sul serio in tema di contributi regionali per le emittenti e il mondo dell’informazione locale in generale.

È infatti stato pubblicato dall’Irfis, l’Istituto Regionale per il Finanziamento alle medie e piccole imprese della Sicilia, il previsto avviso pubblico per l’erogazione di contributi a fondo perduto a favore delle imprese siciliane operanti nel settore dell’editoria, sia cartacea che digitale, delle emittenti radiotelevisive e delle agenzie di stampa, colpite dalla crisi provocata dal Covid-19.

In particolare, per l’emittenza radiotelevisiva locale sono previsti 2,5 milioni di euro sui 10 milioni complessivi a disposizione. Le richieste possono essere inoltrate dalle emittenti fino al prossimo 15 marzo.

  • Dopo la ‘vicenda Meloni’, si dimette il direttore editoriale di Controradio

Ancora conseguenze per Controradio, la nota emittente d’informazione fiorentina, dalla vicenda degli insulti in onda, anche a carattere sessista, a Giorgia Meloni da parte dello storico Giovanni Gozzini nel corso della trasmissione’Bene bene Male male’.

Raffaele Palumbo, direttore editoriale di Controradio, ha infatti rassegnato le dimissioni dalla carica, sospendendo la sua collaborazione con l’emittente. La decisione è stata presa – informa lo stesso Palumbo – “per riflettere su quanto accaduto, per metabolizzare gli insulti, le minacce e le offese ricevute, talvolta inferiori per lesività a certe analisi di persone che non sanno di cosa parlano. Ma soprattutto, sopra ogni altra cosa, per difendere l’onorabilità e la credibilità di una Radio che ha 45 anni di storia e una storia che parla e che racconta una vicenda completamente e sempre diversa da quanto accaduto in quei 27 minuti di trasmissione”.

Il Cda di Controradio ha preso atto con rammarico della decisione e ha ringraziato Palumbo per il lavoro svolto, “auspicando la possibilità di una prossima, nuova e proficua collaborazione” e sottolineando “l’onestà intellettuale e umana che ha sempre contraddistinto il suo modo di operare”.

  • Brescia: il mondo della Radio secondo Pierangelo Ferrara

Pierangelo Ferrara, personaggio noto nel mondo radiofonico e antesignano della radiofonia a Brescia, ha detto la sua sull’evoluzione del mezzo che tanto è stato importante per lui sul quotidiano ‘Bresciaoggi’ nelle scorse settimane. E il suo giudizio su cosa sia la Radio oggi non è particolarmente positivo: «Nel mondo della Radio è cambiato tutto: purtroppo non sempre in meglio».

Ricordiamo che Ferrara debuttò in Fm negli anni ’70 ai microfoni di Radio Telegarda, passando poi per Radio Punto Nord e Radio Brescia, fino ad arrivare a ricoprire il ruolo di presidente a Radio Number One, che ha lasciato a fine 2020, pur rimanendo nel Cda di alcune società collegate. Ora – spiega – “voglio finalmente godermi un po’ del mio tempo libero”.

Sul filo dei ricordi si torna al 1975, quando a Brescia la prima a partire fu Radio Brescia, fondata da Sergio Bonzi e Rodolfo Zucca con i tecnici Piero Preda e Roberto Squillario. La star era Morris, ‘il primo vero divo della Radio bresciana’.

“Io sono arrivato (nella città lombarda) dopo, con un bagaglio d’esperienza già formato – racconta Ferrara – . Prima ero stato a Radio Telegarda, nata poco dopo Radio Brescia, sempre nel ‘75. Mio padre aveva un albergo a Toscolano Maderno con annesso locale, il Max Club, che da night con orchestra si trasformò in discoteca all’inizio dei ‘70: io ero il dj, tra i frequentatori c’erano anche i fondatori di Telegarda, che mi invitarono a trasmettere da loro. Col cantante Gino Corcelli ci inventammo una trasmissione, «Attenti a quei due», un Alto Gradimento alla gardesana. E ci pagavano pure”.

Radio Punto Nord fu un’altra esperienza importante, perché era un’altra emittente storica bresciana e tra i fondatori c’era anche Gino Corioni. “Cercavano giornalisti per la redazione, mi sono candidato ma mi hanno subito preso per il canale musicale, dove c’era già Rolando Giambelli che come segnale orario aveva messo una canzone dei Beatles…”.

Nel ‘78 ci fu l’incontro con Franco Zanetti e l’approdo a Radio Brescia, “fino a quando nel 1986 decisi di acquistare la Radio dall’ingegner Bonetti, investendo su me stesso e sul mio futuro. L’ho tenuta per 12 indimenticabili anni di grande successo insieme alla mia prima moglie, purtroppo mancata nel ‘96. Era la Radio che a Brescia fatturava in assoluto di più”.
Poi “l’approdo a Number One, dove sono stato presidente dal 2013 al 2020. Cos’è cambiato da allora? Praticamente tutto. Un tempo il dj era centrale con il suo bagaglio culturale, la sua personalità. Oggi la musica è decisa da un programmatore che interpreta un format in base ad età, generi, target…

Con poche eccezioni, tutto si è un po’ appiattito sullo standard americano alla rincorsa di un’audience che per l’80% ascolta distratta in macchina. Non c’è più spazio per una Radio capace di entrare veramente nella vita delle persone”.

  • Radio Casteddu, una bella novità nell’emittenza sarda

Eccoci al consueto periodico ‘giro d’orizzonte’ sul mondo dell’emittenza locale in Sardegna.
Detto dei nuovi problemi economici che si sono registrati nella Tv locale Sardegna 1, che fa capo agli editori Sandro Crisponi e Mario Tasca, ricordiamo (ne abbiamo già parlato su questo periodico) che dal 1° febbraio a Carbonia (Su) è partita una nuova emittente radiofonica, ovvero Megaradio.

In realtà questa stazione raccoglie l’esperienza precedente di Radio Carbonia International di Emanuele Ledda e Gemma Rumore. Megaradio può essere ascoltata in Fm sui 107.100 e sui 97.800, oltre che in DAB+ e in altre modalità, come appositi siti e app. Da segnalare che la nuova Radio dispone anche di una frequenza nientemeno che a Pontevico in provincia di Brescia, i 92.700 MHz. L’emittente ha sede in via Roux 150 a Carbonia.

Ma – restando a Carbonia – c’è da segnalare che l’altra emittente locale Radio Star, 102.700 MHz, ha ora dato vita alla sua Tv, denominata naturalmente Radio Star Tv. Anche la Tv, come la stazione radiofonica, è ubicata in piazza Rinascita 18 nella città sarda. Editori delle due stazioni sono Olga Alexandrova e Giacomo Desole. La nuova Tv è imperniata su videoclip e interviste legate al mondo musicale.

Ma ora concentriamoci sulla bella novità di Radio Casteddu (cui già abbiamo accennato qualche settimana fa su Fm-world). La nuova emittente nasce dagli stessi editori del quotidiano Casteddu Online, diretto da Jacopo Norfo, ex volto del tg di Tcs ed ex voce di Radiolina, e trasmette anche in DAB. La sua caratteristica più rilevante è quella di essere una Radio ‘all news’, con una programmazione affidata a Marco Biggio ma aperta anche al contributo degli ascoltatori.

L’inaugurazione è avvenuta non molte settimane fa, il 18 dicembre 2020 nel giorno del nono compleanno di Casteddu Online, con “una festa dell’informazione con decine di ospiti importanti e con gli interventi degli ascoltatori per festeggiare il giorno zero di Radio Casteddu, la prima Radio all news in Sardegna”.

La trasmissione inaugurale è stata “una maratona in stile Mentana, che verrà poi ripetuta per i fatti più eclatanti in Sardegna”, e ha scoperto il velo “al grande progetto ideato dalla società editrice Pagina 10, in collaborazione con la redazione”.

“A  qualunque ora del giorno e della notte, troverete le nostre notizie in diretta – promettono a Radio Casteddu – , con un giornale radio (Casteddu News) in diretta ogni ora dalle 5 alle 24 e una lunga striscia di informazione ogni ora dall’alba alla notte”. A chiudere c’è poi ‘Cagliari All News 24’, il giornale della mezzanotte dell’emittente. E poi, soprattutto, ci sono molti programmi in diretta ‘con la gente sarda protagonista’.

È così basato sui messaggi vocali degli ascoltatori ‘Casteddu People’, in onda alle 13, mentre Paolo Rapeanu conduce ogni giorno alle 18 ‘Radio Casteddu la fai tu’. La domenica tocca a ‘A bocce ferme, linea ai tifosi del Cagliari senza filtri’.

Ancora, ‘Casteddu Sera’, il programma di punta di Radio Casteddu, con ospiti importanti per fare il punto della giornata, i notiziari sul calcio di Gigi Garau, il programma ‘Club Giovani’ realizzato da Francesco Piras, la striscia ‘Casteddu Buone Notizie’ di Marco Biggio.

(hanno collaborato Pierpaolo e Giuseppe Podda)

  • Sulmona: la scomparsa di Giorgio Farina

È scomparso a fine febbraio a 78 anni in Abruzzo Giorgio Farina, commerciante ma soprattutto grande e appassionato tecnico di Radio e Televisioni, gestore di canali Rai e anche di altre Radio e Tv.

Da ‘pioniere’ Farina creò la prima Radio privata a Sulmona, subito dopo la sentenza della Corte costituzionale, nell’estate del 1976, chiamandola proprio così, Radio Giorgio Farina, o anche solo RGF. “Molti i giovani dell’epoca che si avvicinarono all’esperienza radiofonica, come Cesare Antomarchi, Livio Pallotta, Carlo D’Este, Luigi D’Alessandro, Oreste Di Paolo ed altri ancora – scrive reteabruzzo.com – . Alcuni di loro sono rimasti per sempre nel campo radiotelevisivo, forti proprio di quell’esperienza”.

Dopo quella, ci furono varie altre esperienze che videro protagonista Farina, a cominciare dalla gestione dei canali di Videoesse e ancor prima di quelli di Tv1 Sulmona. Ancora reteabruzzo.com: “Con Farina scompare un personaggio con passione e competenza che ha avviato esperienze importanti per Sulmona e il suo comprensorio tra gli Anni Settanta e Novanta, quando la città ebbe cinque Radio libere e tre Televisioni”.

  • Sanremo in Salaborsa per Radioimmaginaria

Chi frequentava Sanremo nei fatidici e caotici giorni del Festival, prima dell’edizione ‘anomala’ di quest’anno, non poteva non vederli. I ragazzi di Radio Immaginaria erano sempre lì, tutti presi dal loro intenso lavoro di documentazione di quanto accadeva nella città dei fiori e della canzone, come e più della tante altre emittenti presenti. Quest’anno le cose, si sa, sono andate un po’ diversamente, per le tante restrizioni all’Ariston e in tutta la città.

Ecco allora che stavolta si è un po’ cambiato ed è stata allestita a Bologna in Salaborsa un’installazione di 216 metri quadrati che ospita un bosco con 30 alberi, cespugli ed erba: al centro del bosco sono stati posizionati banchi dotati di microfono e sedie per riprodurre una classe reale, con cattedra e lavagna Lim.

In questo scenario hanno operato quest’anno alcune decine di speaker di Radioimmaginaria, network europeo degli adolescenti dagli 11 ai 17 anni, che si sono alternati per raccontare da qui il Festival di Sanremo, con interviste, collegamenti e dirette.

In accordo con il Comune di Bologna, è stato realizzato questo allestimento speciale per ricordare la città della musica e mettere in evidenza quanto gli adolescenti abbiano bisogno di vedere il futuro come una prospettiva aperta. Da qui l’idea di dare vita ad un bosco, i cui alberi potevano anche essere acquistati attraverso un’asta di beneficenza su Ebay.

Il ricavato andrà a sostenere la nota e benemerita organizzazione di volontariato Cucine Popolari.

  • Radiovillasound: una scelta ‘controcorrente’

La piemontese Radiovillasound, in un momento in cui molti fanno ricorso alle dirette su Facebook, ha deciso di andare controcorrente. In merito Mario Fresia, patron dell’emittente, ha spiegato a Cuneo24:

“Negli ultimi mesi molte persone mi chiedono perché abbiamo diminuito le dirette Facebook. Vedo molto affanno da parte di tutte le Radio ad abbinare sempre di più l’emittente con la diretta streaming o televisiva. Rischierò di essere impopolare ma ho potuto verificare io stesso quanto tutto ciò sia dannoso, almeno per una piccola realtà come la nostra.

È sicuramente vero che la diretta Facebook/streaming del singolo evento porta una visibilità maggiore al programma in onda, togliendo però quasi totalmente interesse verso la Radio stessa. E proprio per questo motivo, se non in casi eccezionali, tipo il botta e risposta con il sindaco Sarcinelli, ho deciso di abolire quasi totalmente le dirette Facebook. Notando che così facendo gli ascolti verso il mezzo radiofonico sono nuovamente aumentati di molto”.

Radio Villasound, che dichiara di trasmettere anche in Fm sugli 87.500 MHz, è un’emittente un po’ ‘mitica’ della provincia di Cuneo e ha sede a Villafalletto. È nata ben più di quarant’anni fa, l’8 gennaio 1978, dalla volontà e da un’idea degli allora ragazzini Mario Fresia e Nicoletta Quaglia. L’emittente villafallettese arrivò a coprire nel 1988 il 60% della provincia di Cuneo, ma fu la legge Mammì, nel 1990, a sancirne la chiusura, la prima (ne seguì qualche altra, negli anni, ma sempre ‘provvisoria’).

La prima chiusura fu lunga, in realtà, ma dopo 23 anni, il ricordo di Radio Villasound, ancora vivo nei fondatori e negli ascoltatori, fece sì che, grazie alle nuove tecnologie, quel progetto nato 35 anni prima tornasse in vita. Nel 2013, infatti, Radio Villasound ha ripreso le sue trasmissioni sfruttando le potenzialità del Web. Il grande vantaggio rispetto ad un tempo è quello di poter raggiungere potenzialmente ogni punto del globo e di potersi quindi rivolgere anche ai villafallettesi che sono emigrati e a tutti quelli che, per qualsiasi motivo, hanno Villafalletto nel cuore.

Oggi, oltre al formidabile contributo di chi presta la propria opera a titolo di volontariato, Radio Villasound vive grazie all’importante partnership con il Comune di Villafalletto e ad un’associazione culturale ‘dedicata’.

  • Radio Dolomiti: una quarantacinquenne ‘generosa’

La trentina Radio Dolomiti compie 45 anni e per l’occasione festeggia il suo anniversario insieme al quotidiano ‘Alto Adige’ mettendo in palio premi per un valore di 13.500 euro. Il tutto mediante un concorso rivolto a tutti gli ascoltatori della Radio e ai lettori del giornale.

Per partecipare al concorso basta scaricare la App del quotidiano tramite Play Store o App Store. Una volta scaricata la app sullo smartphone, si può accedere alla sezione “iniziative” posta in basso a destra e registrarsi al concorso inserendo il numero “1975”, l’anno della fondazione di Radio Dolomiti.

Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, sono messi in palio 3 buoni acquisto da 100 Euro.

Mauro Roffi

MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

L’appuntamento settimanale con MilleRegioni torna puntuale come ogni sabato.

Le ultime notizie, da tutta Italia, sono a cura come sempre di Mauro Roffi.

  • ‘Radio libere’: che nostalgia…

In tema di libri sulla Radio, tema d’attualità in questi giorni, non possiamo non citare anche ‘Qui Radio Libera’ di Enzo Mauri, uscito nei mesi scorsi per i tipi di Armando Editore, dopo il precedente ‘Quelli della radio’, sempre a cura di Mauri (il cui nome è poi uno pseudonimo, si tratta in realtà del conduttore e giornalista Rosario Muscarello).

Ne abbiamo già riferito su Fm-world nel novembre scorso. Torniamo a parlarne in breve oggi, ricordando che ‘Qui Radio Libera’ si basa in larga parte su interviste a personaggi noti e meno noti del mondo radiofonico, che erano già presenti quando i primi segnali iniziarono ad animare la modulazione di frequenza (FM) italiana.

“Lo confesso, ho amato la radio e la amo ancora – scrive lo stesso Mauri – , ma come una bella donna viziata, in tanti anni non si può dire che mi abbia completamente ricambiato, anzi. La mancanza di autostima in più di un’occasione mi ha impedito di compiere il grande salto verso vette più elevate, più un pizzico di sfortuna…

Per tornare al mio nuovo libro, fin dall’inizio ho deciso di scrivere un testo poco autoreferenziale, affidandomi semmai a chi più di me aveva una solida e ampia esperienza radiofonica. L’imperativo categorico è stato quello del divertimento…

Alla fine è nata una versione ampliata del precedente libro che avevo scritto, con il materiale che secondo me serviva a renderlo quasi completo… Ci ho messo un po’ della mia esperienza personale, per poi arrivare al cuore dell’opera: 34 interviste, non solo a coloro che lavorano davanti al microfono ma anche alle maestranze, spesso non citate, ma di importanza equivalente.

‘Qui Radio Libera’ è un viaggio lungo lo Stivale attraverso le testimonianze di chi la radio l’ha fatta e la continua ad amare…

Ho parlato anche con i primi antennisti che agli albori della radiofonia, all’epoca definita ‘pirata’, andavano a recuperare i trasmettitori militari della seconda guerra mondiale per adattarli alle trasmissioni in Fm: sono aneddoti unici, non facilmente reperibili altrove”.

  • Appuntamenti on line con i vincitori dell’ultimo Prix Italia

È iniziata l’11 febbraio scorso la prima edizione delle ‘Master Class Prix Italia’. Si tratta di un ciclo di appuntamenti on line con gli ideatori delle migliori produzioni internazionali dei broadcaster radiofonici, televisivi e del Web organizzato dal celebre Prix Italia della Rai, in collaborazione con Rai Academy. In sostanza, parliamo di seminari dedicati ai prodotti vincitori dell’ultima edizione del Prix, rivolti a esperti dei media e della produzione audiovisiva e web, ma anche a tutti gli interessati a questi settori. Gli autori dei programmi vincitori del Prix riferiscono, in particolare, del processo creativo che ha portato alla realizzazione di questi prodotti d’eccellenza.

Secondo Annalisa Bruchi, Segretario Generale del Prix Italia, “c’è grande soddisfazione, le Master Class hanno già riscosso un notevole interesse. Abbiamo richieste di partecipazione da tutto il mondo”.

Gli incontri si tengono nei mesi di febbraio e marzo 2021. Il primo appuntamento dell’11 febbraio, dedicato ai temi della cross-medialità, è stato ‘Storytelling digitale e strategie di programmazione cross-piattaforma’ e si è parlato del progetto cross-mediale ‘Secrets, Death and Instagram’, DR (Danimarca), vincitore al Prix Italia 2020 nella categoria Web Factual.

Fra le altre cose, il 4 marzo 2021 si parlerà invece di ‘Giornalismo investigativo e reportage sotto copertura’ (Hardcash/ITV/PBS – Regno Unito). Il 18 marzo invece toccherà alla sezione Radio Documentari e Podcast con ‘Labanof. Corpi senza nome’ di Radio 3 della Rai.

  • Come cambia il Dab+ in Toscana

‘TeleRadiofax’, il periodico on line di Aeranti-Corallo, del 12 febbraio scorso chiarisce meglio la notizia dell’approdo sul Dab anche ad Arezzo di Radio Effe e di Radio Etruria, di cui abbiamo riferito in una precedente edizione di questa rubrica.

Succede infatti che Toscana Dab e Radio Digitale Toscana, società consortili facenti parte del sistema associativo Aeranti-Corallo, che svolgono l’attività di operatori di rete per la radiofonia digitale terrestre Dab+ nella regione Toscana, hanno adesso esteso la propria copertura anche, appunto, alla provincia di Arezzo.

Di conseguenza tali reti diffondono ora il proprio segnale nelle quattro provincie toscane di Firenze, Pistoia, Prato e Arezzo.

Toscana Dab (operante sul blocco 11B) veicola i contenuti di 15 imprese radiofoniche locali associate Aeranti-Corallo: Lady Radio; Radio Bruno; Radio Bruno Toscana; Radio Divina; Radio Effe; Radio Etruria; Radio Lady; Radio Lattemiele; Radio Mitology 70-80; Radio Sei Sei Vintage; Radio Sieve; Radio Stella News; Radio Studio Delta; Radio Voce della Speranza; Rdf 102e7.

Radio Digitale Toscana (operante sul blocco 11C), invece, veicola i contenuti di altre 15 imprese radiofoniche locali aderenti all’associazione: Antenna Radio Esse; Controradio; Mia Radio; Novaradio; Radio 80 Dab; Radio Birikina Dab; Radio Diffusione Pistoia; Radio Firenze; Radio Fly; Radio Incontri inBlu; Radio Rosa; Radio Siena; Radio Sportiva; Radio Toscana; Radio Zainet.

Per le altre zone della Toscana (esclusa Siena, che potrebbe arrivare prima delle altre) si dovrà attendere l’emananda pianificazione Agcom per il Dab, prevista a partire dal luglio 2022.

  • Nasce la streaming radio di Le Fonti Tv

Il noto gruppo economico-finanziario Le Fonti, ben conosciuto nell’ambito televisivo, intuendo le forti potenzialità di nuovi prodotti come live streaming radio e podcast, ha ridefinito il proprio palinsesto, rendendolo anche ‘a portata di voce’. Tutta la programmazione è così ora disponibile in streaming sul sito dell’emittente Tv, nella nuova sezione ‘Live Radio’ (https://www.lefonti.tv/le-fonti-live-radio/). Con un semplice clic si può così ascoltare il flusso delle dirette (dalle 9.00 alle 17.30), le edizioni aggiornate dei Tg Flash e le trasmissioni di approfondimento, che spaziano dai mercati alla politica, al mondo legale.

Sulla live streaming radio di Le Fonti, gli ascoltatori ritrovano le voci già note degli anchor della Tv (Manuela Donghi, Aleksandra Georgieva, Giacomo Iacomino, Federica Chiezzi, Gabriele Ventura, Simona Vantaggiato, Alessia Liparoti) e quelle dei top analyst che aiutano il pubblico a restare sempre aggiornato su economia, finanza e scenari generali, ma con un linguaggio semplice e diretto.

Il microfono passa poi a imprenditori, manager, avvocati, che hanno l’opportunità di raccontare il proprio business, i progetti aziendali, le strategie adottate per contrastare la crisi pandemica, oppure possono illustrare le ultime novità legislative che riguardano le imprese e il mondo del lavoro.

“Uno degli slogan della nostra emittente è ‘Noi ci siamo’, che non vuole essere una frase retorica – ha detto Manuela Donghi, anchor e head of channel di Le Fonti Tv – . L’obiettivo di tutto il mio team è essere presente costantemente per rivolgersi a un pubblico eterogeneo e curioso, ponendo l’accento sull’integrazione multicanale, che porta ad avere una migliore percezione del brand”.

  • Da Nembro con Senti Chi Parla arrivano i videopodcast

Sul sito famigliacristiana.it, legato al notissimo (e tuttora molto diffuso) settimanale dei Paolini, ‘Famiglia cristiana’ appunto, abbiamo trovato una interessante notizia che riguarda Nembro, località della provincia di Bergamo che è stata lo scorso anno fra le più colpite in assoluto nel corso della prima ondata della pandemia di Coronavirus. Ecco quanto scrive il settimanale cattolico in questione:

“Don Matteo Cella, responsabile dell’oratorio San Filippo Neri a Nembro, il comune in provincia di Bergamo simbolo con Alzano della pandemia, … e i suoi ragazzi ne hanno pensata un’altra. Li avevamo incontrati subito dopo la fine del lockdown primaverile, per raccontare dei ragazzi che, non potendo ritrovarsi come al solito in oratorio, andavano in giro per il paese a fare piccole commissioni per gli abitanti… Poi li abbiamo rivisti alla Mostra del Cinema di Venezia, quando hanno ritirato il  premio Carlo Lizzani 2020 consegnato al miglior esercente della stagione, per la tenacia con cui avevano riaperto la sala come simbolo della voglia di ripartire”.

E quel che hanno pensato stavolta Don Matteo e i ragazzi riguarda proprio il mondo radiofonico:

“Ora dall’esperienza dei laboratori culturali avviati dall’oratorio in questi mesi, nei quali alcuni giovani hanno sperimentato il valore di raccontare a un pubblico vasto il proprio punto di vista sulla realtà, nasce Senti Chi Parla, una Web Radio che produrrà nove rubriche della durata di 15-20 minuti ciascuna, che saranno pubblicate singolarmente il lunedì, mercoledì, venerdì. Il format si ispira alle trasmissioni radiofoniche più moderne che uniscono all’uso della voce anche la forza delle immagini. Ogni rubrica sarà quindi un podcast e una clip video: un videopodcast. A condurre le trasmissioni saranno sempre due o tre persone che si occupano anche della redazione”.

L’obiettivo è quello di offrire un mezzo per intrattenere in modo piacevole il pubblico, condividere buone idee e notizie positive, offrire un punto di vista su temi di attualità e fatti rilevanti, poter interessare altri giovani. Per la pubblicazione in formato audio la piattaforma di riferimento è Spreaker. Ma Senti Chi Parla è reperibile anche sui principali canali di condivisione podcast (iTunes, Spotify, Google Podcast, Deezer, Podcast Addict, Podchaser), mentre i video sono sul canale di YouTube dell’Oratorio di Nembro, in un’apposita playlist.

  • Nuovo rilancio per Radio Like in Val Seriana

Restiamo in zona, nella provincia di Bergamo e in Val Seriana, e parliamo di Radio Like, emittente molto significativa di questa parte della Lombardia (ha raccolto l’eredità della storica Radio Antenna2), che è adesso sulla rampa di lancio con un nuovo progetto, al via dal 15 febbraio scorso. Il sito di informazione collegato all’emittente orobica, myvalley.it, riferisce quanto segue:

“Chi… si sintonizzerà su Radio Like troverà tante novità e una ricca programmazione dalle 7 alle 24 e dal lunedì alla domenica. Una Radio destinata a piacere sempre di più. Nei mesi scorsi, alle voci già note dell’emittente, con quartiere generale presso gli studi in via San Lucio a Clusone, se ne sono aggiunte tante altre”.

«Stiamo lavorando da tempo a questo nuovo progetto – ha spiegato Elena Lazzarini di Radio Like – , con il fine di ampliare il nostro palinsesto con nuovi programmi, voci e generi. Pensiamo che questo ci consenta di essere ancora più vicini alle persone. Le voci che animano il progetto sono una quarantina e grazie ai nuovi innesti l’età media si è abbassata. Sono stati confermati tanti programmi.

Ricordo qualche nome: Tony Tranquillo con ‘Sempre di corsa’ (dalle 8 alle 11 dal lunedì al venerdì), Federico Martinelli con ‘Rock the house’ (dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 16), Amadio con ‘Profumo d’Italia’ (dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 7.30), Felix Damiani con ‘Buona domenica’ (domenica dalle 8 alle 10), Veronica con ‘V per Veronica’ (mercoledì dalle 21 alle 22.30), Dj Frank con i mixati di ‘I like to move move’ (sabato dalle 19.15 alle 21 e la domenica dalle 18 alle 19), Andre con ‘Gimbalaia’ (giovedì dalle 21.15 alle 22.45), Simone Gioiella e ‘People of the night’ (mercoledì dalle 22.30 alle 24), Alessandro con ‘MultisAle’ (lunedì dalle 18 alle 19), ‘D’Emblè E’ (venerdì dalle 17.30 alle 18.40) e ‘Dabadabadance’ (martedì dalle 21.30 alle 23.30). Mi soffermo su quest’ultimo programma per complimentarmi con uno dei ragazzi della crew: il nostro Maic in questi giorni è coinvolto come speaker ai mondiali di Cortina!».

«Non solo un logo aggiornato, ma un vero e proprio progetto con voci, programmi e idee nuove, il tutto accomunato da tanta energia!» – ha raccontato invece Giuseppe Epifani (Pazzini – PZN), che ha collaborato attivamente al lancio della ‘nuova Radio Like’ – . Il gruppo è davvero numeroso. Mi ricordo lo stupore di quando abbiamo incontrato la proprietà e abbiamo detto: ‘guardate che siamo in tanti, ma siamo riusciti a organizzarci e ad assegnare gli spazi, irrobustendo il palinsesto’. L’offerta dei generi è eterogenea. Con noi c’è anche un ragazzo che sta già ‘spopolando’: Younggold con ‘One Shot’ (il venerdì dalle 21 alle 22)».

Invariati gli appuntamenti con l’informazione: la rassegna stampa in diretta con il direttore Vladimir Lazzarini dalle 7.30 alle 8 e i notiziari (ore 9, 10, 15 e 19).
Il progetto della prima Radio Like è nato nel 2018, dalla storica (40 anni circa) e già citata Radio Antenna 2. Ma Antenna 2 è anche il nome della collegata emittente televisiva del gruppo di Clusone, a sua volta attivissima e molto ben organizzata.

  • Roma: il pungente show del mattino di Radio Globo

Non solo ‘Il Tempo’, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana riferendo di un ampio articolo su Dimensione Suono Roma. Anche ‘Roma Today’ ha iniziato un viaggio fra le Radio romane e fra l’altro si è occupato, in un articolo a cura di Francesca Demirgian, di un programma molto noto di Radio Globo, seguitissima emittente capitolina. Si tratta del celeberrimo ‘The Morning Show’, con Roberto Marchetti.

Vediamo cosa scrive ‘Roma Today’:

“Tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, una diretta senza sosta e senza peli sulla lingua, tiene compagnia per ben 4 ore ai romani. È il ‘The Morning Show’, la trasmissione di Radio Globo, in onda dalle 6 alle 10, condotta da Roberto Marchetti, in compagnia di Carmen di Pietro, Federico De La Vallée, con gli aggiornamenti sulle ultime notizie e la viabilità di Giovanni Lucifora e, ovviamente, con gli interventi degli ascoltatori, protagonisti assoluti del programma”.

‘The Morning Show’ tratta temi di attualità, dalla politica alla cronaca, dalla salute al lifestyle, ma lo fa con un tono provocatorio, ironico, critico ed è proprio questo – a quanto pare – il punto di forza della trasmissione. Intenso, come si diceva, l’apporto del pubblico stesso che interviene, litiga, si confronta in questo ‘grande bar’ in cui si trattano le tematiche più disparate.

Roberto Marchetti ha comunque concesso a Roma Today anche un’intervista, di cui riportiamo alcuni stralci.

“Io sono alla conduzione del ‘The Morning Show’ dal settembre 2012 – ha detto Marchetti – . Nel tempo il programma ha cambiato Dna completamente, è mutato in base alle esigenze del popolo ma anche di una linea editoriale, passando da musica, imitazioni di personaggi e dunque un intrattenimento molto leggero ad un ‘Morning Show’ che, dal 2015, punta più ad un ‘senza censura’. Con il famoso ‘apriamo le linee’ che attraverso un numero di telefono e di Whatsapp offre agli ascoltatori una massima interazione”.

Ancora Marchetti: “Affrontiamo i classici discorsi che faresti con gli amici, prendendo un caffè, salendo su un autobus, almeno in un periodo normale, senza Covid. Il ‘The Morning Show’ ha davvero cambiato pelle negli anni, ma questa è stata la chiave del successo incredibile che la trasmissione ha oggi.

Quello che abbiamo capito, nel tempo, è che per quanto si possa cercare chissà quale tema da affrontare, ti accorgi di cosa si parla di più. Basta guardare Facebook la sera per rendersi conto che tutti stanno parlando di qualcuno o di qualcosa e il giorno dopo, ovviamente, parte il dibattito”.

Quanto ai conduttori, “la formazione è cambiata e si è consolidata nel tempo, però sicuramente l’amicizia e la complicità in onda fanno la differenza… La squadra è un valore aggiunto. È bella la complicità di spalleggiarci, di buttare dentro altra carne al fuoco perché la gente vuole dei punti di riferimento diversi, un po’ come fa oggi la gente con la medicina, c’è chi segue più un virologo, chi un altro”.

E c’è poi sempre da parlare della ‘particolare natura’ del pubblico radiofonico romano:

“Il potere del grande popolo romano è quello di riuscire a smorzare anche le situazioni più tragiche, siamo dei geni in questo, il romano riesce sempre a risollevare le sorti e a strapparti una risata. Abbiamo capito una cosa, in questo periodo più che mai: ognuno vuole dire qualcosa. Le persone che stanno nel traffico, che si stanno alzando, vogliono dire la loro, il ‘The Morning Show’ dà questa possibilità”.

Ma c’è anche il risvolto della medaglia: “I romani sono dei grandi rissaioli. Solitamente quelli che ti odiano ti ascoltano anche di più, sempre per il solito meccanismo che vogliono sentire quello che dirai. Sì, in questi anni sì ci sono stati scontri, io solitamente cerco di portare tutto, anche una polemica, all’intrattenimento, ma a volte hanno saputo ferire, devo ammetterlo”.

  • Radio Rtm: il congedo di Pisana, il primo saluto di Caruso

Abbiamo riferito la settimana scorsa, in questa stessa rubrica, dello ‘storico’ cambio della guardia alla direzione di Radio Rtm, valida e (a sua volta) storica emittente della provincia di Ragusa, in Sicilia, con sede a Modica. Ricordiamo che, appunto, la direzione di Rtm, radiortm.it e di ‘Rtm Giornale’ è stata assunta a inizio febbraio da Giorgio Caruso, in sostituzione di Domenico Pisana, che in precedenza aveva rassegnato le sue dimissioni dopo qualcosa come 36 anni al vertice. La scelta di lasciare l’incarico di direttore da parte di Pisana è arrivata dopo qualche mese di riflessione, a seguito del suo pensionamento da insegnante (altra professione da lui svolta).

Domenico Pisana giornalisticamente è nato proprio a Rtm sotto la direzione di Gianni Contino. La sua evoluzione era stata repentina, assicurano a Modica, “sia in campo giornalistico che in quello poetico e di scrittore, fino a portarlo a costituire il ‘Caffè Letterario Quasimodo’. Sotto la sua direzione sono diventati giornalisti molteplici colleghi, da Saro Cannizzaro allo stesso Giorgio Caruso”.

Caruso, invece, era prima addetto stampa presso la Federazione Italiana Scherma. Ha collaborato con ‘Il Giornale di Sicilia’ e con Video Mediterraneo, oltre a ricoprire il ruolo di addetto stampa del Modica Calcio quando ne era presidente Antonio Aurnia.

Caruso, fra l’altro, è solo il quinto direttore del gruppo di Radio Rtm in oltre 43 anni di attività. A precedere lui e Pisana ci sono stati Giuseppe Russo, il già citato Gianni Contino e Angelo Di Natale.

Ma vediamo adesso i due ‘editoriali’, quello di ‘primo saluto’ di Caruso e quello di congedo di Pisana, perché sono molto utili a capire la natura di questa ‘stabilissima’ emittente radiofonica siciliana e a intuire quale sia la sua importanza a Modica e nella provincia di Ragusa: Per primo la parola a Caruso:

“Si torna sempre dove si è stati bene. A ventuno anni di distanza ritorno, per una nuova prima volta, a respirare l’atmosfera unica di una bella famiglia da cui, in realtà, non sono mai andato via. Non si può rispondere ‘no’ ad una proposta che arriva dal luogo dove hai iniziato ad innamorarti di Nostra Signora del Giornalismo, dove hai iniziato a capire l’importanza del comunicare e che, soprattutto, arriva da chi, per primo, ha avuto fiducia in te…

Rrm, la ‘piccola radio per le grandi emozioni’, è stata per me e per tanti colleghi giornalisti una importante palestra professionale. Dai suoi microfoni sono cresciute diverse ‘voci’, poi diventate ‘volti’ o ‘penne’ illustri nel territorio e non solo. Ciascuno di loro è tessera di quel mosaico che da 44 anni racconta quotidianamente il battito di questa terra”.

Importante è stata la lungimiranza con cui è stato assecondato “il processo di trasformazione di ‘Rtm Giornale’ nella realtà radiortm.it, tra le primissime espressioni di informazione on line in provincia all’alba degli anni 2000. Oggi Rrm, infatti, non è più solo ‘una radio’ e non è solo web. È a tutti gli effetti un laboratorio mediatico 2.0, che coniuga la tradizione delle frequenze radiofoniche, le potenzialità del web ed il linguaggio dei social, miscelando l’esperienza quarantennale all’entusiasmo giovanile, all’insegna della passione per il giornalismo”.

Ed eccoci al ‘congedo’ di Domenico Pisana:

“Sono molto lieto di lasciare a Giorgio Caruso la direzione dell’emittente radiofonica e del quotidiano on line Rtm. Avrei potuto continuare nell’incarico, ma ho preferito passare il testimone nell’ottica di un rilancio dell’emittente con forze nuove capaci di tenere il passo della costante evoluzione del mondo mass mediatico.

Ho incoraggiato e sostenuto la sua nomina pensata dall’amministrazione, atteso che conosco le sue qualità da lunga data, essendo stato mio alunno al Liceo Scientifico ‘Galilei’ di Modica e per aver collaborato, sotto la mia Direzione, nella redazione…

Ringrazio i soci, gli amministratori e i componenti della redazione di ieri e di oggi che mi hanno voluto alla direzione di Rtm e che mi hanno mostrato fiducia e stima per ben 36 anni ininterrotti, consentendomi di offrire un servizio giornalistico nelle sue varie articolazioni: politiche, sociali, economiche, imprenditoriali, culturali, sportive e religiose, articolazioni in buona parte confluite nel mio libro pubblicato nel 2010 ‘Modica in un trentennio. Percorsi di storia di una città in cammino 1980-2010’.

Credo, al di là della personale visione politica, di aver portato avanti una informazione intellettualmente onesta con tutti i sindaci che si sono succeduti nella città di Modica dal 1985 ad oggi…

Colgo infine l’occasione di questo mio saluto per dire che il mondo della comunicazione deve sforzarsi di essere veritiero, cercando – come direbbe il filosofo Spinoza – né di piangere né di ridere ma di ‘intelligere’, cioè leggere dentro la realtà e i fatti della società e della storia per tentare di capirli…”.

Ma, per chiudere davvero, qual è la storia di Radio Rtm? Era la primavera del 1977 quando si fecero i primi passi per l’avvio di una nuova emittente radiofonica a Modica. Alcuni imprenditori locali, tra i quali Pietro Santaera, Carmelo Carpentieri, Giuseppe Azzarelli, Nino Scivoletto, Maria Gennaro, Mimì Sortino, decisero di costituire la R.T.M.. L’accordo ci fu e già all’inizio dell’estate era stata costituita una società a responsabilità limitata. I programmi partirono in settembre.

Le tre lettere della sigla furono ‘identificate’ con la denominazione completa Radio Trasmissioni Modica, anche se nelle intenzioni dei soci quelle iniziali dovevano prefigurare Radio Tele Modica o ancora Radio Trasmissioni Mediterranee. Nei fatti, col passare degli anni, all’interno della società ci furono delle ‘defezioni’ ed allora si proseguì solo nel campo della radiofonia.

Radio Trasmissioni Modica ottenne immediati consensi e i suoi conduttori conquistarono notorietà in tutta la provincia di Ragusa.

Da allora in poi si è andati avanti, con le evoluzioni dettate dai tempi, con cambi di sedi e di collaboratori e quant’altro, sino ad arrivare ad oggi, con un’attività che, come sempre, prosegue e si sviluppa.

  • Sardegna: Radio Sant’Elena e i suoi canti a chitarra

Per gli amanti del folklore sardo c’è Radio Sant’Elena, in Fm sui 103.800 MHz dalla omonima basilica di Quartu Sant’Elena (importante località vicino Cagliari) e in Dab sul ch. 12 D.

Un programma della stazione cattolica in questione, in particolare, è ‘Tradizionis e cantadas’ e all’interno dei suoi studi vengono ospitati anche i tipici canti a chitarra.

Questa tipologia di programmi però viene anche riproposta sul video dall’emittente televisiva Eja Tv, presente nel mux di Sardegna 2, ch. 39, Lcn 172.

(a cura di Pierpaolo e Giuseppe Podda)

Mauro Roffi