Milleregioni, le voci del territorio

Si chiude con questa ‘densa’ puntata per questa stagione 2020-2021 questo lungo ciclo di ‘Milleregioni’. Ogni sabato ho cercato soprattutto di far conoscere tante emittenti, in FM o in digitale, di ogni parte d’Italia, raccontandone storia, programmi, esperienze, protagonisti.

Ringrazio quanti mi hanno seguito e soprattutto Nicola Franceschini e i responsabili di FM-world per la magnifica ospitalità.

Buona estate a tutti e a presto.

Mauro Roffi

I ‘vincitori radiofonici’ del Prix Italia 2021

Si è chiusa circa una settimana fa l’edizione 2021 del Prix Italia, svoltasi, eccezionalmente in giugno, a Milano. Ci torniamo sopra per dare conto dei vincitori nelle varie categorie della radiofonia. Nella categoria Radio Music ha vinto “Musica per sirene”, ovvero ‘il presente in musica’, dell’emittente della Repubblica Ceca Czcr. “La combinazione di elementi sonori di diversa natura – scrivono i giurati – si trasfigura generando un terzo suono denso di suggestioni e capace di trasportare l’ascoltatore in una dimensione sospesa tra la realtà del presente e la trama musicale”. È andata, invece, all’emittente australiana Abc la menzione speciale per la musica enigmatica di “Solo con J.S. Bach”. Per il Radio Drama si è imposto il racconto doloroso, ma non senza speranza di “Sarai un uomo, papà” di ARTE Radio – ARTE France. Per i giurati, “in una superba dimostrazione del potere della radio – e senza eccessi emotivi – l’artista ci mostra con delicatezza la realtà del dolore per la perdita di un bambino. Un capolavoro toccante”. Menzione speciale, inoltre, per il balletto di due amanti in “Notti rumorose” della Orf austriaca.
Un passato che irrompe ancora nel presente è quello di “Il viaggio senza fine di un cranio umano. La Chiesa e la dominazione coloniale tedesca in Namibia” della Ard tedesca, che ha prevalso nella categoria Radio Documentari e Reportage. “Raccontando la storia di un dettaglio, un teschio – si legge nelle motivazioni – (il programma) presenta temi umani fondamentali come la colpa, l’espiazione, il dolore e il perdono, affrontando al contempo grandi questioni storiche e politiche riguardanti il colonialismo”. Alla RtvSlo della Slovenia, infine, è andata la Menzione speciale per la rilettura poetica del tema dell’ambiente in “La voce dello sciacallo”.

L’Agcom indica la nuova strada per le ricerche sull’audience

C’è stata nei giorni scorsi un’importante delibera dell’Agcom sul tema delle ricerche sull’audience riferite ai vari mezzi (i classici media) ma anche – ed è proprio questo il punto – alle grandi novità introdotte nel settore dalle nuove modalità di fruizione dei contenuti da parte del pubblico, con la necessità di ‘riunire al meglio’ le misurazioni sul consumo e la ‘combinazione’ fra i vari mezzi di cui sopra. Il tema – anche per via di recenti sviluppi negativi in materia – è attualissimo e la delibera interviene in modo molto forte, arrivando – come sottolinea l’Adnkronos – a dare precise indicazioni al settore delle misurazioni e rilevazioni delle audiences editoriali, sia televisive che digitali. L’indirizzo dettagliato e puntuale dell’Agcom vorrebbe porre fine ad un periodo caratterizzato da specifiche querelles sulla metodologia Audiweb e sul relativo utilizzo e transito dati verso Facebook, mentre nelle ultime settimane c’è stato, appunto, il fallimento della fusione ‘a freddo’ fra Audiweb e Audipress, con il conseguente annuncio da parte della Fieg di voler intraprendere in proprio la misurazione delle audiences digitali. Agcom punta il dito sull’eccessiva frammentazione delle ricerche e sulla non confrontabilità dell’operato di soggetti facenti capo e riferimento a stakeholder divisi per tipologia editoriale. L’Autorità concede ora 12 mesi di tempo ai soggetti aspiranti all’operatività di misuratore indipendente (JIC – Joint Industry Committee) per potersi allineare alle direttive emanate. Queste ultime riguardano la necessità di misurare le performances di audience di tutti i soggetti operanti, in modo da consegnare agli investitori pubblicitari una misura la più completa possibile del quadro di attrazione e di comportamento dell’audience. Questo significa, per esempio, che per quanto riguarda le audiences televisive non dovranno più essere misurati soltanto gli spettatori dei broadcasters ma anche gli spettatori conseguiti dalle principali piattaforme di contenuti video come YouTube o Netflix e altre. Di qui il confronto diretto tra la capacità di attrarre l’attenzione degli spettatori sia sugli schermi domestici che su computer e smartphone. Un’altra indicazione fondamentale riguarda la disponibilità dei diritti di proprietà intellettuale degli asset strategici impiegati dai misuratori per realizzare la ricerca: i JIC devono poter effettuare il controllo su tutta la filiera di produzione del dato, con un ruolo di guida e indirizzo. Fortissimo il richiamo dell’Agcom a superare la frammentarietà del settore, auspicando una graduale convergenza tecnica e operativa e dunque di fatto suggerendo l’alleanza di tutti i soggetti editoriali per superare il periodo storico delle varie ‘Audi’, al fine di vedere un solo soggetto indipendente, trasparente e ispezionabile che misuri le audiences di carta, web e televisione (ma anche la radio dovrà poi pur essere coinvolta, evidentemente). L’Agcom, con la sua delibera, auspica un JIC capace di misurare (abilitando il confronto) le audiences di tutti i soggetti editoriali attivi, su qualunque mezzo operino, poiché il mercato pubblicitario è ormai unico e il digitale è diventato l’elemento comune e unificante dell’informazione e dell’intrattenimento.

La Regione Emilia-Romagna investe ancora sulle Web Radio

Sono 47, da Piacenza a Rimini, i progetti per ragazze e ragazzi che la Regione Emilia-Romagna finanzia nel 2021 con una cifra complessiva vicina al milione di euro (973.381 euro), grazie al bando di attuazione della legge regionale sulle politiche giovanili. Nel corso del programma triennale 2019-2021, ai bandi sono stati destinati dalla Regione in totale 4.014.906 euro, assegnati a Unioni comunali, Comuni capoluogo di provincia non inclusi in Unioni e Associazioni di Comuni capoluogo. I progetti del 2021 coinvolgono 214.496 giovani, 1.426 associazioni e 123 diversi partner: 14 affrontano come tematica principale l’aggregazione giovanile, 10 il proworking, cioè i percorsi per realizzare le proprie aspirazioni e progettare il futuro, 12 il protagonismo giovanile e la cittadinanza attiva, 8 la comunicazione, 2 l’informazione e 1 la creatività. “Le ragazze e i ragazzi – ha dichiarato la vicepresidente della Regione con delega alle Politiche giovanili Elly Schlein – hanno pagato un prezzo altissimo per quanto riguarda la socialità in questo anno segnato da chiusure e divieti; sostenere questi progetti dove sono loro i protagonisti è una prima importante e necessaria risposta che mette al centro i loro bisogni e i loro desideri. In questo bando, che chiude un percorso triennale che ci ha visto destinare oltre 4 milioni di euro a progetti per i giovani, c’è il sostegno a un’importante esperienza di comunicazione e condivisione come le Web Radio”. I 6 progetti di multimedialità e nuovi linguaggi comunicativi, in specifico, e soprattutto le Web Radio giovanili, puntano a offrire ai giovani uno strumento innovativo di aggregazione e condivisione che permetta, con la realizzazione di format, inchieste, trasmissioni e approfondimenti, di acquisire competenze utili anche per il mercato del lavoro.

La Radio dell’Università Federico II ancora alla ribalta

È partito giovedì 10 giugno ‘Nel corpo di Napoli’, nuovo format radiofonico di F2 RadioLab, il ‘laboratorio radiofonico’ (appunto) dell’Università Federico II del capoluogo campano. La trasmissione, dedicata alla cultura napoletana, è incentrata sulla canzone classica napoletana, dalle origini ai nostri giorni. Va in onda il giovedì dalle 13 alle 14 e gli studenti della web radio dell’ateneo federiciano esplorano la musica, i generi, i contenuti poetici, aneddotici e storici della Canzone Napoletana. L’intento del programma è portare all’attenzione del pubblico studentesco proprio la Canzone Classica Napoletana, le sue evoluzioni e contaminazioni, attraverso una modalità di racconto che ne esalti la bellezza senza età, la godibilità al di là dei generi musicali, l’importanza musicale a livello internazionale, l’importanza fondamentale nella costruzione dell’identità culturale e sentimentale del cittadino napoletano. F2 Radio Lab – lo ricordiamo – è la web radio ufficiale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Uno strumento di formazione, comunicazione e orientamento dell’Ateneo nato nel 2004 che trasmette informazioni e contenuti di carattere istituzionale, scientifico e di costume. È un laboratorio ‘professionalizzante’ al quale partecipano gli studenti provenienti da ogni corso di laurea, che diventano speaker, registi radiofonici, programmatori musicali e redattori. Negli anni il palinsesto di F2 Radio Lab si è arricchito proprio grazie alle idee, al talento, alla visione degli studenti, attraverso la creazione di vari programmi. Numerosi sono stati i riconoscimenti ottenuti dagli studenti di F2 Radio Lab in questi anni. Ultimo il primo premio ricevuto dall’associazione radiofonica RADUNI, che riunisce le Radio universitarie italiane, quale miglior programma 2021 per “La straordinaria e contorta vita di uno studente”, la prima sit-com radiofonica che racconta le vicende dei diretti protagonisti (docenti a parte) del mondo universitario. Sempre per i premi 2021 di RADUNI anche ‘CasaFrequenza’, il programma settimanale di RadioFrequenza – la radio dell’Università di Teramo – è salito sul podio, aggiudicandosi il secondo posto, sempre nel contest ‘Miglior programma radiofonico 2021’. ‘CasaFrequenza’ è un format vivace condotto dagli studenti Lorenzo Olivieri e Alessandro Pediconi, con notizie, sketch e personaggi comici, in onda dal 2018 ogni giovedì dalle 17.30 alle 18.30. Il format ‘Le Ragazze stanno bene’ di Radio Sapienza (che fa capo naturalmente all’omonima università romana) ha invece vinto il Premio del Pubblico 2021 di RADUNI. Nato nel 2019 e con due stagioni all’attivo nel palinsesto di Radio Sapienza, ‘Le Ragazze stanno bene – Femminismo in pillole buone da ascoltare’ è un format scritto e condotto da Nicoletta Labarile e ha il preciso obiettivo di parlare di donne, ribaltandone la postura: ‘tutto ciò che non si poteva dire, ora si dice’. E ha anche come scopo quello di ‘dimostrare di non essere una trasmissione per sole ragazze’.

Radio Uau si fa notare a Pavia e anche a ‘Radio Fenomeni’

‘Radio Femomeni’ è un bel programma (ma sta diventando anche un vero e proprio ‘contenitore’ sui temi della Radio) di Franco Lazzari in onda su Radio4You e sulla Tv del gruppo (ben diffusa in alcune regioni del Nord e Centro Italia) il martedì e giovedì sera; si occupa appunto di radiofonia e delle sue ‘voci’. Collabora da qualche tempo anche un altro personaggio notissimo in Fm, Massimo ‘Max’ Pagani. Così ne raccolta la nascita lo stesso Lazzari, nome ben noto a sua volta nel campo della Radio: “Il nuovo progetto ‘Radio Fenomeni’, partito il 4 aprile 2016 proprio su di una Radio Web, ma ora ritornato in FM, in DAB, e in Televisione, … vuole essere un programma raccontato e non presentato o speakerato, vuole essere un ritrovo di amici che parlano delle loro esperienze radiofoniche indimenticabili ed uniche, amici che raccontandosi fanno anche la Storia delle Radio che li ha visti protagonisti, a prescindere dal loro successo personale. ‘Radio Fenomeni’ è la Storia delle Voci della Radio in Fm, voci più o meno conosciute che hanno avuto la fortuna di farsi ascoltare facendo innamorare un’intera generazione…”. E questo con riferimento particolare al ‘periodo d’oro’ delle Radio libere e dei suoi protagonisti, quello che va dal 1975 al 1990. Ma a ‘Radio Fenomeni’ adesso non si parla più solo del passato ma anche di quel che accade attualmente nel mondo radiofonico. Mi è capitato così di vedere in Tv la puntata di giovedì 17 giugno, in cui si parlava di Radio Uau (scritta proprio così), nuova emittente web di Pavia, in onda dal 1° maggio scorso, che va a colmare un certo vuoto (almeno in Fm) nella città lombarda, dove ultimamente è andata esaurendosi anche l’esperienza di Radio Ticino della Curia locale. Ospiti in studio a ‘Radio Fenomeni’ c’erano Pierluigi e Alessandro Sacchi, padre e figlio e protagonisti della nuova Radio Uau. Un articolo di Daniela Scherrer su ‘La Provincia Pavese’ mi ha poi consentito di avere un quadro più ampio della situazione nella città lombarda: “Dal 1° maggio è… già funzionante Radio Uau, web radio pavese (scaricabile anche via app) di cui è editore la Seire srl di Mario Turco Liveri, nata dalla passione e dall’esperienza di Pierluigi Sacchi e del figlio Alessandro. Papà Pierluigi, che di anni ne ha 62, è nato e cresciuto con la passione per la radio e la sua voce si è impressa nel tempo in quasi tutte le emittenti della nostra zona, a partire da Pavia Radiocity, che lo ha visto muovere i primi passi nel 1975, fino a Radio Time di Casorate, aperta da lui in maniera totalmente automatizzata quando ancora era quasi fantascienza. Un amore che ha contagiato anche il figlio trentunenne Alessandro, laureato in comunicazione e marketing a Milano, e con esperienze acquisite prima a Radio Ticino, con il programma satirico ‘Fireball’, e poi a Radio Hinterland Binasco fino a due anni fa…”. Peraltro “Pavia, con lo stop di Radio Ticino, è rimasta senza più radio in città ed è in quel momento che Pierluigi e Alessandro, insieme a Marco Turco Liveri, hanno deciso di tentare la grande avventura. «In realtà avevamo inizialmente cercato di trovare un accordo con la Curia di Pavia per subentrare nella gestione con una programmazione ben studiata e tener viva almeno una delle frequenze di Radio Ticino – spiegano padre e figlio – , avevamo anche fatto un’offerta, ma alla fine la trattativa si è interrotta». È Alessandro, station manager, ad anticipare come sarà impostata Radio Uau, a partire dal nome singolare. «Siamo gli ultimi arrivati a Pavia ma alla fine siamo anche i primi proprio perché gli unici – sorride – : abbiamo scelto questo nome simpatico, perché vogliamo essere una radio che urla al mondo… Saremo una radio per tutti che darà spazio ad ogni genere musicale, dal rock al pop fino agli Anni Settanta e alla canzone italiana, e alla mattina avremo pure un programma autogestito dagli ascoltatori»”. Fra i componenti della folta squadra di speaker, c’è anche Ottiper, un dj che a Pavia (e non solo) ha fatto cantare e ballare più di una generazione.

Una settimana di Pride su Radio Mia Palermo

Giugno è il mese del Pride e anche quest’anno, nonostante la pandemia, le celebrazioni non si fermano. Così, Radio Mia 98.6 di Palermo ha deciso di dedicare un’intera settimana al ‘Radio Mia Pride’, kermesse radiofonica in svolgimento dal 21 al 27 giugno. “Si tratta – scrive Palermo Today – di una vera e propria maratona, in diretta dalle 7 alle 24, nel corso della quale viene dato spazio ai rappresentanti di istituzioni, associazioni sociali e civili, artisti e icone pop”. Il filo conduttore delle varie giornate è quello dei diritti con un occhio sempre rivolto alla realtà locale palermitana, alla quale sono via via ricondotte le varie tematiche affrontate. Oggi, 26 giugno, inoltre, il Radio Mia Pride esce dalla Radio per dirigersi verso il cuore di Palermo e omaggiare un locale che da 25 anni rappresenta il punto di riferimento della comunità lgbt palermitana: l’Exit Club, in piazza San Francesco di Paola.

Radio Stop si fa largo nella FM toscana

Ancora un’interessante intervista di Roberto Polisano a un editore radiofonico locale su ‘Di Più Tv’. Stavolta è di scena l’emittente toscana (di Cecina, in provincia di Livorno) Radio Stop, in progressiva crescita negli ultimi anni, e a parlare è stato l’editore Roberto Giannoni. Il punto di forza di Radio Stop – specifica l’articolo di Polisano – “è la programmazione musicale molto curata, con i grandi successi di sempre e tante novità pop del momento”. Inoltre “Radio Stop si ascolta in Fm e nel formato digitale Dab in gran parte della regione Toscana e in tutto il mondo attraverso le app per cellulari Apple e Android e per l’assistente vocale Alexa di Amazon”. Ma vediamo le dichiarazioni di Giannoni: “Radio Stop è nata a Livorno nell’ormai lontano 1982. Dopo diversi cambi di proprietà e di sede, è arrivata a me, da sempre un grande appassionato di musica pop. Desideravo proporre questo repertorio al pubblico; così, grazie al sostegno della mia famiglia, ho rilevato nel tempo tante emittenti locali per trasformarle in un’unica grande radio regionale. Tecnicamente e artisticamente siamo cresciuti tantissimo, anno dopo anno”. Nel campo dell’informazione, ci sono i giornali radio di Radio Stop, con notizie da tutto il territorio, in onda ogni ora, dalle 7 alle 20. C’è poi la collaborazione con la Regione Toscana, per la diffusione dei suoi bollettini ufficiali sui temi delle attività produttive e degli affari istituzionali. A tutto ciò vanno aggiunti i radiogiornali nazionali, in onda ogni ora, e frequenti aggiornamenti sul traffico in sede locale. In campo musicale, Radio Stop propone esclusivamente musica pop, contemporanea e da classifica. “Facciamo un’unica eccezione: una volta ogni ora facciamo un ‘salto indietro nel tempo’ e proponiamo un brano pop del passato – spiega Giannoni – . Ma puntiamo molto sulle novità: da noi da sempre si ascoltano tutte le nuove uscite. Inoltre realizziamo tantissime interviste agli artisti più affermati”. Negli ultimi tempi c’è stata poi la forzata sospensione dei Radio Stop Festival, che si svolgevano nelle piazze della regione. Ma è ferma intenzione dell’editore adesso riprendere questo tipo di importanti eventi.

‘Sapori di blues’ secondo Radio Roccella

L’Associazione Culturale Radio Tele Roccella presenta un nuovo progetto denominato ‘Sapori di blues’, che si svolgerà nel periodo 30 giugno – 3 luglio 2021. Gli obiettivi sono potenziare l’offerta culturale e turistica attraverso azioni volte alla conoscenza dell’ambiente, del patrimonio naturalistico, culturale, delle identità e delle tradizioni locali di questa parte della Calabria. L’iniziativa si svolgerà grazie alla collaborazione sinergica tra la Radio e le associazioni culturali e con i soggetti privati che operano nel settore della valorizzazione del patrimonio culturale. Il Progetto è co-finanziato dalla Regione Calabria attraverso i PAC 2014/2020. La direzione artistica sarà a cura del Maestro Claudio Cojaniz e la direzione tecnico-organizzativa sarà di Mariagrazia Vigliarolo. Le tematiche previste spazieranno dalla sostenibilità ambientale allo sviluppo sostenibile passando per i prodotti a km0 e le politiche per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e delle sue tradizioni. Grazie al lavoro del direttore artistico, ci saranno poi i concerti serali, che esalteranno la creatività della canzone d’autore calabrese.

Radio Sherwood: un’emittente che ‘resiste nel tempo’

Segnaliamo in chiusura un bell’articolo uscito sul ‘Venerdì di Repubblica’ del 18 giugno scorso a firma di Raffaele Oriani e intitolato in modo efficace ‘In diretta dagli anni Settanta’. Sotto esame era un’emittente molto nota (per un certo periodo anche in sede giudiziaria), ovvero Radio Sherwood di Padova, che prosegue tuttora via Web la sua attività, mantenendo anche una certa coerenza rispetto al suo passato. “Radio Sherwood nasce a Padova nel 1976 e quest’anno (pare in autunno) compie quarantacinque anni” – specifica ‘Il Venerdì’. A parlare a nome dell’emittente è soprattutto Carmen Sabello, decana di Radio Sherwood: “La nostra è una lunga storia, ma neanch’io so raccontartela dall’inizio. Noi (comunque) non abbiamo mai smesso di occuparci di diritti sociali e di lotta al sessismo, al razzismo, al fascismo”. Sherwood è stata in particolare – si sa – la Radio dell’Autonomia padovana e dopo il sequestro Moro fu anche travolta da un’ondata di arresti che colpì anche il fondatore Emilio Vesce (poi diventato anni dopo anche presidente del Corerat del Veneto). Oggi invece sembra essere soprattutto la Radio dei giovani che amano l’heavy metal, il punk e il rap, generi musicali molto presenti nella programmazione. E poi c’è un capitolo a parte, quello del frequentatissimo Sherwood Festival, un importante evento per la città di Padova e per la regione. “Salendo le scale della vecchia sede – scrive ancora ‘Il Venerdì’ – ci si infila in un diverso Nordest, testardamente refrattario al culto degli schei. Negli studi di Radio Sherwood nemmeno i trentenni hanno mai smesso di trasmettere in diretta dagli anni Settanta”. Inoltre, “per il quarantacinquesimo compleanno quelli di Sherwood si sono regalati un Centro Studi che hanno chiamato Open Memory”. Infatti, nella sede di Padova, “mezzo secolo di memoria… è deflagrato in tutte le direzioni, sparpagliandosi sui tavoli e arrampicandosi sulle pareti. E (c’è) una nuvola di giornali, volantini, manifesti, reperti audio e videocassette che parlano di lotta al nucleare, controinchieste su ‘omicidi di stato’, viaggi in Palestina, presidi antirazzisti”. A Sherwood non si sentono però ‘reduci’ ma hanno ancora voglia di combattere . E poi da trent’anni ogni luglio (ci) si dà appuntamento appunto al Sherwood Festival, “un mese di musica e parole fondamentale per stare insieme e fare il punto sul nostro percorso”, come spiega Gianluca ‘Pino’ Pizzotti, trentacinquenne conduttore della Radio veneta. Dopo la forzata sospensione dello scorso anno, dal 23 giugno si è così tornati a fare musica e si andrà avanti per alcune settimane. Secondo Alex Favaretto, direttore artistico del festival di Sherwood, “mai come quest’anno musica e socialità devono essere alla portata di tutti e fino al 24 luglio offriremo concerti e spettacoli con la formula ‘un euro può bastare’”. Il Festival è infatti fondamentale anche per l’autofinanziamento dell’emittente. E anche per trovare nuove leve in grado di condurre trasmissioni, avvicinandosi a loro volta ai microfoni di Sherwood.

Mauro Roffi
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Milleregioni, le voci del territorio

La stagione Tv secondo Studio Frasi: Rai3 in buona salute

Ha destato un certo interesse il bilancio della stagione televisiva appena terminata che è stato redatto nei giorni scorsi da Studio Frasi (specialista nell’elaborazione dei dati Auditel) ed è relativo al periodo compreso tra inizio ottobre 2020 e fine maggio 2021. Ne riassumiamo qui i dati più rilevanti, perché anche per i lettori di un sito a carattere prettamente radiofonico come questo è sicuramente opportuno conoscere bene il contesto mediatico in cui si colloca il mezzo da loro più amato. A livello generale, si può dire che l’ascolto della Tv in Italia nell’ultima stagione è stato ancora alto, anche se naturalmente non sono stati toccati i livelli record dello scorso anno, quando il lockdown generalizzato chiuse per forza tanta gente in casa. Così il totale dei telespettatori nel Giorno Medio è ancora di ben 11,3 milioni, anche se in calo rispetto agli 11,6 milioni della stagione 2019-2020 (- 2.2%). Che poi il mondo della Tv sta cambiando a favore dell’offerta televisiva ‘non lineare’ delle piattaforme e degli OTT non sembra proprio essere in discussione (si pensi al formidabile successo di ‘Lol’ su Amazon). La tendenza è molto chiara e tutti da capire saranno, adesso, gli effetti della nuova situazione dei diritti del calcio di serie A, con il probabile forte incremento del consumo della Tv in streaming grazie a Dazn. Intanto si registra una decisa crescita del consumo di Televisione mediante le smart tv connesse ad internet. Ma veniamo ai gruppi Tv e ai canali televisivi ‘generalisti’, pur sempre molto importanti. Nonostante tutto, non ci sono stati poi, nel corso dell’ultima stagione, grandi ‘rivoluzioni’ nelle graduatorie. La Rai, nel suo complesso, vince anche questa volta, con il 36% dell’ascolto nel Giorno Medio, seguita da Mediaset al 32,5%; poi ci sono Discovery con il 7,2%, Sky al 6% circa e La7, con La7d, poco sotto il 4%. Nella graduatoria del Giorno Medio, Rai1 è ancora la rete più seguita, con 1,9 milioni e il 17% circa, seguita da Canale 5 con 1,8 milioni e il 15,9%. Non molto rilevanti i movimenti rispetto alla scorsa stagione, anche se Canale 5 va un po’ meglio (+ 0.54%). Decisamente buona invece la ‘prestazione’ di Rai3, terza al 7,6% ma quel che più conta è il risultato della stessa rete nella prima serata, dove arriva al 6,53%, con un progresso dell’1,18. Buone dunque la scelte del direttore Di Mare, con Fazio, ‘Report’ e ‘l’eterno’ “Chi l’ha visto?’ sugli scudi e con persino qualche ‘audacia’ (il ritorno di Luca Barbareschi su una rete tradizionalmente ‘di sinistra’). Chi sembra invece ‘navigare a vista’ (per qualcuno persino ‘alla cieca’) sembra essere Rai2, che consegue comunque il 4,8% circa nel Giorno Medio e un risultato simile in prima serata. La programmazione di questa stagione è apparsa costantemente ‘sperimentale’ e anche se qualcosa è andato per il verso giusto (‘Una pezza di Lundini’), diverse altre non hanno proprio convinto (‘Anni 20’ è solo un esempio). Nel Giorno Medio Italia 1 ha poi conseguito il 4,6% e Rete 4 il 3,75%, poco sopra La7 (3,5% circa). La coppia Tv8 di Sky (1,8%) e Nove di Discovery (1,7%) continua infine a duellare, senza che ci sia poi un chiaro vincitore. In prima serata la Rai è al 36,7 circa, Mediaset al 32,8, Sky al 6.6, Discovery al 6.1 e La7, sempre con in più La7d, arriva al 5.2%. Nella graduatoria della prima serata, invece, pur prevalendo chiaramente col 19% circa, Rai 1 risulta in leggerissima flessione, mentre Canale 5 resta stabile al 14,7%. Sempre in prima serata, Iris è al decimo posto con l’1.71%, seguita da Rai4 e da 20, ancora di Mediaset, e poi da Real Time, Rai Movie, La5, Rai Premium, Paramount Network e Cine 34. Infine i programmi. In questa stagione molto ‘particolare’ hanno prevalso i messaggi sulla pandemia dell’ex presidente del Consiglio Conte, seguiti dal discorso di Capodanno di Mattarella, tutti ‘eventi’ diffusi da varie reti. Non potevano mancare poi, a seguire, la finale del Festival di Saremo e ‘Il Commissario Montalbano’ di Rai1.

Antonio Rocco per un altro anno a Radio e Tv Capodistria

Le nomine e i programmi di produzione futuri sono stati al centro della riunione del Comitato per i programmi italiani di Radio e Tv Capodistria, svoltasi l’11 giugno scorso sotto la guida del presidente, Alberto Scheriani. Alla seduta ha preso parte, in remoto, il nuovo direttore generale della Radiotelevisione di Slovenia, Andrej Grah Whatmough, che ha ricordato con piacere il recente incontro con i dipendenti della stessa RTV nel corso del suo soggiorno a Capodistria. Whatmough ha confermato che entro breve saranno pubblicati i bandi di concorso per tre nuove assunzioni nelle redazioni capodistriane, come concordato anche con il governo sloveno. “Proseguendo – come riporta il sito lavoce.hr – , i consiglieri hanno dato il loro assenso all’unanimità alla riconferma di Antonio Rocco a vicedirettore generale della RTV di Slovenia, con delega per i programmi italiani. Questi ha ringraziato per l’opportunità che gli viene offerta di concludere la sua carriera ricoprendo quest’alto incarico, che scadrà l’anno prossimo, quando avrà maturato le condizioni per il pensionamento. Nel frattempo Rocco ha assicurato massimo impegno per affermare e consolidare i programmi dell’emittenza locale, lavorando per risolvere i problemi che li assillano e preparando nel migliore dei modi il ricambio generazionale ai vertici del Centro regionale RTV di Capodistria”. Le scadenze infatti incombono: “Tra pochi mesi sarà collocato a riposo Dragomir Mikelič, suo responsabile da lunghi anni, mentre nel 2023 scadranno i mandati dei redattori responsabili di Radio e Tv Capodistria. Un momento importante, è stato rilevato, da usare per rilanciare il consolidamento finanziario delle emittenti, rinforzare i loro organici e mantenere l’importante ruolo nella fascia costiera e oltre, dove sono ambasciatori del multiculturalismo, della lingua e cultura italiana, come rilevato dal consigliere Salvator Žitko”. Gli importanti concetti appena ricordati sono stati poi ripresi dai redattori responsabili di Tv Capodistria, Robert Apollonio, e Radio Capodistria, Aljoša Curavić. Presentando le linee guida per i programmi futuri, i due hanno rimarcato quanto il compito sia complesso senza una chiara visione dei mezzi finanziari e del personale a disposizione. Nel limite delle risorse disponibili, saranno proposte nuove produzioni, come ad esempio un documentario su Antonio Borme a trent’anni dalla scomparsa. Ribaditi gli impegni transfrontalieri e quelli relativi alla collaborazione con la Rai e la Comunità radiotelevisiva italofona.

Il nuovo Corecom del Veneto: Mazzoni Nicoletti presidente

Il presidente del Consiglio Regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ha provveduto nei giorni scorsi, avvalendosi del potere sostitutivo come previsto dalle norme, ad effettuare tutta una serie di nomine. Fra queste, quelle del nuovo Corecom della regione. I componenti sono: Marco Mazzoni Nicoletti, nato a Treviso il 02/06/1980 (presidente); Enrico Beda, nato a Padova il 29/05/1985; Fabrizio Comencini, nato a Garda (VR) il 06/11/1953; Edoardo Figoli, nato a Vicenza l’11/12/1988; Stefano Rasulo, nato a Verona il 03/02/1970.

La scomparsa di Cinzia Montani, ‘voce’ delle Radio pesaresi

Un male implacabile ha ucciso nei giorni scorsi Cinzia Montani, ‘voce’ molto conosciuta delle Radio locali di Pesaro. Cinzia aveva solo 59 anni e il tumore, comparso già anni fa, si era adesso ripresentato, non lasciandole, alla fine, alcuna speranza. Cinzia Montani è stata una voce radiofonica notissima in varie emittenti della città, per la precisione prima a Stereo Pesaro 103, poi a Radio Città e infine negli ultimi anni a Radio Incontro. Una grande capacità di dialogo con gli ascoltatori e una buona preparazione generale a livello giornalistico le hanno consentito di tenere costantemente, nell’ambito delle varie stazioni, la rubrica della rassegna stampa mattutina. Grande tristezza e incredulità per la scomparsa di Cinzia sono stati espressi dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci e dal vicesindaco Daniele Vimini: “Dalle prime esperienze agli ultimi periodi, aveva avuto sempre un occhio critico verso le trasformazioni della città e verso quello che accadeva, ma era sempre pronta a valorizzarne gli aspetti positivi, sapendo che lo strumento della Radio poteva essere fondamentale per la crescita della vitalità culturale e aggregativa e per l’apertura della città stessa”.

Focus emittenti: Contatto Radio

Contatto Radio di Carrara è un’emittente locale d’informazione indipendente che opera nella provincie di Massa-Carrara, La Spezia e Lucca. Si tratta di una Radio a carattere comunitario, edita dall’associazione Radio Attiva – Arci Nuova Associazione. Radio Attiva è un’associazione no-profit che si occupa di informazione e comunicazione, con produzioni giornalistiche in audio, video e testo, gestione di uffici stampa, progettazione e realizzazione di siti web e portali d’informazione, consulenze nel settore della comunicazione pubblica e privata. L’emittente è concessionaria della frequenza degli 89.800 MHz in Fm per il bacino compreso fra Sarzana e Viareggio. Già nel 1998 Contatto Radio è entrata a far parte di Popolare Network, importante rete italiana di informazione indipendente. La Radio toscana trasmette ogni giorno 13 edizioni del giornale radio (dalle 6.30 del mattino fino alle 00.30 della notte), una rassegna stampa nazionale e vari spazi di approfondimento nazionale ed internazionale. “Nel complesso produciamo e co-produciamo circa 5 ore di informazione tutti i giorni e 8 ore di programmi musicali – assicurano a Contatto Radio – . La scelta musicale della nostra Radio è orientata alla qualità: jazz, rock, world music, musica d’autore italiana, blues, classica, lirica…”. Fin dalla sua nascita, Contatto Radio è finanziata mediante il contributo degli ascoltatori. “Sostenerla economicamente significa permettere ad un progetto di musica, cultura e informazione di continuare ad esistere ed essere disponibile gratuitamente per chiunque, tutti i giorni, 24 ore su 24 – sono le parole di invito dell’emittente al finanziamento da parte del pubblico (come fa del resto anche Radio Popolare) – . Significa contribuire alla diffusione della democrazia e della solidarietà tra individui e popoli, soprattutto adesso che si fanno più alte le voci che predicano intolleranza e razzismo. Significa (anche) tutelare e garantire l’indipendenza irrinunciabile, anche nelle scelte musicali, che sta alla base stessa della sua esistenza”. Detto delle caratteristiche di Contatto Radio, torniamo a parlare, per via del suo indubbio interesse, di un progetto radiofonico anche a carattere internazionale che la vede protagonista e di cui Fm-world si è già occupato in un precedente articolo. Si tratta di ‘Il Redattore errante’, che è in corso sul territorio di Massa-Carrara, con il coinvolgimento anche delle vicine Lucca e La Spezia. ‘Il Redattore errante’ è stato ideato appunto dal Circolo Radioattiva, editore di Contatto Radio, ed è sostenuto dal Programma PartecipAzione 2021 realizzato da INTERSOS e dall’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Il progetto radiofonico si occupa di formazione per la promozione della protezione e della partecipazione attiva dei rifugiati alla vita economica, sociale e culturale in Italia e per attivarlo Contatto Radio ha lanciato la selezione di 6 persone, preferibilmente con status di rifugiato. Il Circolo Radioattiva è stato selezionato tra 7 associazioni a livello nazionale le cui proposte sono finanziate dal citato Programma PartecipAzione 2021. Il progetto prevede un’emissione radiofonica sul tema dei diritti dei rifugiati in Italia e dell’integrazione sociale attraverso un laboratorio rivolto a cittadini stranieri, ma anche e soprattutto la possibilità per alcuni rifugiati/e di partecipare ad una percorso di formazione che include scrittura e gestione di progetti, fundraising, comunicazione e public speaking e protezione dei rifugiati. Il progetto ha l’obiettivo di dotare i partecipanti di strumenti di alto livello per saper stabilire cosa è un’associazione, come si gestisce, come si finanzia, come si presentano progetti e come li si rende operativi e anche come li si comunica. Tutto questo per rendere le persone che partecipano e le associazioni degli strumenti idonei al raggiungimento dei propri obiettivi sul territorio italiano. Dopo le selezioni degli interessati (che dovevano essere titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari, oppure essere casi speciali, godere di protezione sussidiaria o asilo politico ed essere residenti nei territori di Massa-Carrara, Lucca e La Spezia), è in corso la loro formazione, che terminerà il 30 settembre. Tutta l’attività di formazione è gratuita ed eventuali spese collegate alla stessa sono rimborsate ai partecipanti. PartecipAzione – Azioni per la protezione e la partecipazione dei rifugiati è un programma di capacity building ed empowerment realizzato da INTERSOS e UNHCR e mira a rafforzare le competenze di associazioni di rifugiati e di organizzazioni radicate sul territorio che promuovono la partecipazione attiva dei rifugiati stessi.

Sicilia: un’emittente diocesana molto apprezzata

Dal sito siciliano primastampa.eu riportiamo una interessante presentazione (con intervista) dedicata alla locale Radio Diocesana Concordia di Agrigento: “Vogliamo presentare una delle tante emittenti radiofoniche della provincia di Agrigento, una Radio che è stata regalata dal consiglio pastorale diocesano nel 1977 in occasione del 50esimo anniversario di sacerdozio dell’allora vescovo di Agrigento Mons. Giuseppe Petralia. Così, quarantaquattro anni fa, esattamente il 13 novembre 1977, con le note dell’Aida di Giuseppe Verdi si diede inizio alle trasmissioni ‘dalle magiche frequenze di Radio Diocesana Concordia’, questo è il motto scelto che è durato per anni. Radio Concordia… propone musica, informazioni locali e nazionali, rubriche religiose, rubriche culturali e molto altro”. C’è poi, come si diceva, una bella intervista all’attuale direttore di Radio Concordia, Don Giuseppe Livatino, in carica dal 2019, di cui riportiamo parte delle dichiarazioni: “Il fine di Radio Concordia è innanzitutto quello di diffondere la buona notizia nella realtà di oggi, facendosi compagna di viaggio di ogni categoria di persone, di qualsiasi età e di qualsiasi ambiente. I programmi rispondono agli interessi delle categorie più svariate, dallo studente alla casalinga, al professionista. Le nostre rubriche spaziano in ogni campo di interesse: dall’informazione alla spiritualità, dalla cultura all’antropologia, dalla musica classica a quella leggera, compresi molti collegamenti in streaming attraverso la pagina della Radio sui social network, riguardanti fatti storici, l’attuale realtà socio-economica, ecc.”. “Gli ascolti sono alti e, come ho detto prima, coinvolgono le più svariate categorie di persone. Specie negli ultimi mesi, abbiamo registrato un aumento esponenziali dei contatti quotidiani. Molto seguite anche le rubriche in streaming, che hanno fatto registrare diverse migliaia di ascoltatori attraverso i social network. Il segnale oltrepassa quelli che sono i confini della nostra provincia, essendo facilmente raggiungibile anche in alcune zone delle province vicine”.

Assegnati i premi del Corecom della Sardegna

Si è tenuta a Cagliari presso la sala Transatlantico del Consiglio Regionale la premiazione del II° Premio Corecom Sardegna (intitolato all’ex presidente del Corerat Gianni Massa), il cui tema di quest’anno era il cyberbullismo. A patrocinare l’iniziativa sono stati il Presidente del Consiglio Regionale on. Michele Pais, le Università di Cagliari e Sassari, l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna, l’Associazione della stampa sarda, la garante dell’infanzia e dell’adolescenza, il Miur, la direzione scolastica regionale. Il premio era diviso in tre sezioni: Giornalismo, Scuola ed Università. Nella categoria Giornalismo hanno prevalso Valentina Orgiu, Eleonora Bullegas e Maurizio Melis di TCS per la radiotelevisione, mentre per carta stampata e web la palma è andata rispettivamente a Luciano Piras de ‘La Nuova Sardegna’ e a Erika Pirina del Corriere sardo. Per il giornalismo per immagini ha vinto Elisabetta Messina de ‘L’Unione Sarda’. Nella categoria scuola, hanno vinto la 5a C servizi socio sanitari dell’istituto tecnico S. Ruju di Sassari e la 2a A scienze umane dell’istituto magistrale Baudi di Vesme di Iglesias. Veniamo alla sezione Università. Per quella di Cagliari hanno vinto le tesi di Marco Marras, “#educhiamociaprevenire: la media education nella prevenzione del bullismo e del cyberbullismo”, e di Sara Concas, “Deepfake detection usin quality measures”. Per l’Università di Sassari palma a Giulia Mura, con “Cyberbullismo: analisi adolescenziale del pericolo e delle conseguenze delle nuove tecnologie”, e a Debora Moretti con “Stereotipi e genere: barriere sociali e possibili soluzioni di supporto per persone transgender e gender non conforming”. La giuria, composta dal presidente del Corecom Susi Ronchi, dal pro rettore dell’Università di Cagliari Ignazio Putzu, dal docente dall’ateneo sassarese Luigi Nonne, dal presidente dell’Odg Francesco Birocchi, dalla garante per l’infanzia e adolescenza prof. Grazia Maria de Matteis, ha visionato complessivamente 67 lavori.

(a cura di Pierpaolo e Giuseppe Podda)

Mauro Roffi
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Milleregioni, le voci del territorio

Il Prix riparte da Milano

Ci siamo. La nuova edizione milanese anticipata del Prix Italia (già annunciata da questa rubrica nelle scorse settimane) sta per iniziare. La tradizionale manifestazione a carattere internazionale organizzata dalla Rai si terrà dal 14 al 18 giugno appunto a Milano: siamo alla 73° edizione del Prix, che – lo ricordiamo – è un concorso internazionale organizzato dalla Rai per programmi di qualità radio, tv e web. In questa edizione anticipata a giugno (rispetto al solito settembre) ci saranno cinque giorni di anteprime, incontri, dibattiti, in presenza e on line, per ripartire dalla Cultura, al centro di questa nuova edizione, all’insegna del tema “Rebuilding Culture and Entertainment Media’s Role for a New Start”. Una ripartenza che si concretizza già nella Cerimonia di apertura, in programma lunedì 14 giugno alle ore 11 al Teatro alla Scala, luogo simbolo di una delle città che più ha sofferto a causa della pandemia, e alla quale interverrà un gran numero di Autorità, compresi naturalmente il Presidente del Prix Italia Graham Ellis e il Segretario Generale Annalisa Bruchi. Di ottimo auspicio i numeri: 241 programmi in concorso nelle sezioni radio, tv e web, presentati da 56 organismi di 33 Paesi e valutati da 66 giurati, in rappresentanza di 43 broadcaster da 29 Paesi. I Premi Speciali, invece, vengono attribuiti da 10 giurati di 9 Paesi, oltre a 47 giurati studenti universitari. Tra i partecipanti dell’edizione 2021, significativo anche il rientro della principale emittente pubblica della Russia, Russia Television and Radio (Rtr). C’è poi anche Mediaset, membro dal 1996 e assente dal 2015, ora in concorso con 3 programmi televisivi e un giurato. Dopo due anni di pausa, torna a partecipare anche Radio 24 – Il Sole 24 Ore, membro del Prix Italia dal 2010 e vincitore del Concorso Radio, categoria Radio Drama, nel 2011, mentre per il Concorso Tv gareggia per la prima volta la principale emittente pubblica dell’Argentina (RTA). Al di là del concorso, il Prix Italia, si conferma occasione d’incontro tra Paesi, stili e linguaggi e si offre come occasione di confronto per superare la battuta d’arresto che ha colpito la cultura, ponendo l’attenzione sulle strategie per una rinascita di spettacoli teatrali, eventi dal vivo, cinema e festival nel mondo post-pandemico. Ad arricchire la manifestazione i panel su una ricca varietà di temi su cui si confronteranno i massimi esperti del settore: dalle coproduzioni di maggior successo all’analisi dei cambiamenti e delle prospettive per il futuro provocati dal moltiplicarsi dei servizi offerti in streaming. Attesa anche per le anteprime e le proiezioni con autori e registi. Rai Fiction propone l’anteprima di “Sorelle per sempre”, mentre Rai Cinema (ri)presenta ‘Miss Marx’, il noto film di Susanna Nicchiarelli. Come da tradizione, il Prix mette al centro i giovani e dedica un ruolo di primo piano agli studenti delle università del territorio, grazie al protocollo d’intesa firmato da Rai e Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Dei 241 prodotti che le emittenti di tutto il mondo hanno presentato al Prix si è arrivati, in prima battuta, a una short list dei preselezionati. Per ciascuna delle 9 categorie Radio, Tv e Web, sono stati selezionati i 7 prodotti migliori, tra i quali le giurie sceglieranno i vincitori dai 3 finalisti. I broadcaster più ‘apprezzati’, in questo ambito, sono stati la BBC (Regno Unito) con 7 programmi selezionati, poi ARTE (Francia) e ARD (Germania) con 6 programmi ciascuno. Ottimi risultati hanno ottenuto anche DR (Danimarca) con 4 programmi selezionati, CZCR (Rep. Ceca), NPO (Paesi Bassi) e SRG SSR (Svizzera) con 3 programmi ciascuno. Vediamo le opere (e i broadcaster) selezionati nelle ‘categorie radiofoniche’. In “Radio Music” ci sono: Australia – ABC: ‘Solo con J. S. Bach’; Canada – CBC/SRC: ‘Questo non è un podcast su Drake’; Danimarca – DR: ‘Suoni pericolosi’; Germania – ARD: ‘Al momento, vivo da solo…’, Opera radiofonica in nove quadri, su testi di Henri Michaux; Irlanda – RTÉ: ‘La ballata del salvataggio della Stolwijk’; Regno Unito – BBC: ‘Tra le orecchie: la sinfonia sull’innalzamento dei mari’; Rep. Ceca – CZCR: ‘Musica per sirene’. In “Radio Drama”, ecco i selezionati: Austria – ORF: ‘Notti rumorose’; Francia – Arte Radio/Arte France: ‘Sarai un uomo papà’; Francia – Arte Radio/Arte France: ‘Godcast’; Regno Unito – BBC: ‘La vita è una radio al buio’; Rep. Ceca – CZCR: ‘Nel guscio’; Romania – ROR: ‘Scorpion’; Svizzera – SRG SSR: ‘Roll over Beethoven’ (una sitcom sulla vecchia Vienna in nove atti). In “Radio documentary and reportage”, spazio a: Austria – ORF: ‘Benvenuti a Weikendorf’; Francia – Arte Radio/Arte France: ‘L’eco del Bataclan’; Francia – Radio France: ‘Una storia particolare: Fabienne Kabou’; Germania – ARD: ‘Il viaggio senza fine di un cranio umano. La Chiesa e la dominazione coloniale tedesca in Namibia’; Regno Unito – BBC: ‘La ragazzina sottratta – Omnibus, 2a edizione’; Slovenia – RTVSLO: ‘La voce dello sciacallo’; Svezia – Sveriges Radio: ‘L’Estonia – La notte in cui non sono morta’.

I contributi 2020 per le emittenti comunitarie

Il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato nei giorni scorsi le graduatorie definitive con i relativi elenchi dei percettori e dei relativi importi delle domande ammesse al contributo per l’anno 2020 per le emittenti televisive locali a carattere comunitario (anche se poi l’8 giugno c’è stata una ‘revisione in autotutela’) e per le emittenti radiofoniche locali a carattere comunitario. Si inizia così un percorso un po’ più celere rispetto al passato per questi adempimenti, pienamente giustificato dalla pesante situazione in cui versano molte emittenti locali dopo il periodo di pandemia. In questi giorni dovrebbe toccare anche alle emittenti commerciali, sempre per il 2020. Le emittenti televisive locali a carattere comunitario ammesse ai contributi 2020 sono 301, le emittenti radiofoniche locali a carattere comunitario ammesse sono invece 320, di cui 75 accedono sia alla quota fissa, sia alla quota variabile del riparto. L’importo della quota fissa è di Euro 3.114,62 per ognuna delle citate Radio locali comunitarie, mentre l’importo della quota variabile va da Euro 85.940,91 a Euro 189,93. Lo stanziamento complessivo ammonta ad Euro 1.993.353,70. Non si tratta però di tutto quello che spetta, come riporta ‘TeleRadioFax’, visto che le cifre “non comprendono, al momento, tutte le risorse previste per l’anno 2020 (non prevedono, infatti, l’extragettito del canone Rai)”. Il tutto sarà quindi oggetto di una successiva ulteriore ripartizione.

Centro Suono: un mondo di Radio

Fra le ‘belle storie radiofoniche’ italiane (che non mancano di certo) c’è sicuramente quella della romana Radio Centro Suono e della famiglia Balducci, che la gestisce con passione e grande apertura a ogni genere del mondo della Radiofonia. Se ne è occupato, come puntualmente segnalatomi da Giampaolo Mirandola, il periodico ‘Di Più Tv’ di Cairo, che ha il merito di pubblicare costantemente una rubrica di Roberto Polisano dedicata alle emittenti radiotelevisive locali italiane, sia che vengano diffuse in Fm che in Tv che on line, a 360° insomma, una scelta meritevole, anche se purtroppo piuttosto isolata. Polisano ha parlato di Radio Centro Suono (e del suo gruppo), con sede in via Prenestina 740 a Roma, con l’editore Romina Balducci. E Romina ha voluto precisare quanto segue: “Io sono nata in questa Radio. Sono la figlia della fondatrice, Anna Maria Albanesi, pioniera della radiofonia italiana negli anni Settanta, un esempio per tante donne. Ancora oggi lavora portando il suo coraggio e la sua vitalità. Sono cresciuta a pane e Radio, prima ascoltando e poi lavorando nella Radio di famiglia. Che è diventata negli anni Ottanta la prima emittente in Italia a trasmettere la black music, diventando famosa in tutto il Paese”. Radio Centro Suono ha dunque una bella storia alle spalle, lunga qualcosa come quaranta anni. Dopo l’epoca della black music, oggi sui ‘mitici’ 101.300 di Roma (e non solo), più Rieti sui 101.400, va in onda “ottima musica, di ogni genere, scelta per suscitare emozioni. Tra tanta musica in palinsesto, le uniche interruzioni sono dedicate all’informazione, con notiziari nazionali, meteo, oroscopo e aggiornamenti puntuali sul traffico”. Ma – si diceva – non è certo tutto qui: infatti, “oltre a Centro Suono, proponiamo altre due emittenti tematiche, Centro Suono Sport e Radio Studio Due. La prima emittente è dedicata al calcio, in particolare alla squadra della Roma, una Radio di intrattenimento e informazione che nel suo staff ha giornalisti, speaker, ex calciatori della squadra giallorossa ed è aperta ai contributi preziosi dei nostri ascoltatori. La seconda è dedicata (invece) alla musica tradizionale romana”. Centro Suono Sport, in onda sui 101.500 in Fm, è la ‘variante’ più nota e di successo del gruppo romano, creato, oltre che da Anna Maria Albanesi, dal padre di Romina, Luigi Balducci, a sua volta ‘nome mitico’ nel mondo della radiofonia capitolina. L’amore di questa famiglia per il mondo della Radio (in assoluto) è tale che c’è apertura, come si diceva, ad ogni tipo di emittente specializzata, soprattutto a livello musicale, e c’è disponibilità ad ogni ‘evoluzione’ a livello tecnologico. Centro Suono è infatti presente sugli smart speaker e ha naturalmente una sua app, mediante la quale si può accedere ad altre Radio tematiche, sempre realizzate dal gruppo. “Le Radio locali come le nostre hanno dimostrato di essere il mezzo più affidabile e vicino alle persone – racconta ancora Romina Balducci – . Durante i mesi più difficili abbiamo ampliato i palinsesti, anche rinunciando a denaro proveniente dalla pubblicità, pur di mantenere un servizio informativo puntale e corretto”. Ma veniamo a Luigi Balducci, di cui abbiamo trovato una interessante biografia, che racconta come abbia iniziato la sua avventura nel mondo della radiofonia romana nei decenni scorsi, buttandosi a capofitto nella sperimentazione tecnica ed artistica delle prime Radio libere a Roma. La sua Radio Centro Suono operò prima sulla frequenza degli 88.300 e poi sui citati 101.300, presto con la sua caratterizzazione ‘black’. Da musica di élite, per tutti gli anni ’80 e ’90, si passò poi alla musica tecno, progressive, house, sperimentando anche il panorama degli eventi, con ‘Centro Suono Rave’. Poi però, dopo aver ‘messo a segno’ vari progetti, come il Giubileo anni 2000, installando un milione di watt in quel di Tor Vergata, Luigi Balducci si è dedicato interamente a un altro progetto radiofonico, sui ‘vicini’ 101.500. È naturalmente Centro Suono Due (‘nu-energy for you’), da subito riconoscibile per la musica pop e dance che metteva in onda. Nel 2005 c’è stata però la seconda definitiva svolta, con la trasformazione in Centro Suono Sport, Radio talk sportiva ancor oggi molto amata dal pubblico romano. Non contento, Balducci, sempre alla ricerca di nuovi progetti, successivamente ha creato RDR, dapprima la Radio Dei Ragazzi interamente dedicata ai giovani tra i 16 ed i 25 anni. Ma in anni più recenti l’ha trasformata in Radio Dance Roma, un’emittente web dedicata alla musica dance, techno, trance, progressive: vi si ebiscono dj locali ed internazionali e vengono promossi eventi a Roma, in Italia, in Europa. E per chiudere torniamo a Radio Centro Suono ‘propriamente detta’. Negli anni l’emittente presente sui 101.3 si è dedicata, come pubblica il suo sito, “ai fenomeni alternativi che attraversavano il panorama musicale: dance, house, acid jazz, chill out, lounge e world music, (è) la Radio che fa ballare più di 30.000 persone al Gay Village con i dj e la musica di Centro Suono Night. Eventi che hanno visto la partecipazione di migliaia di persone con i flash mob e le street parade a piazza del Popolo. Per 10 anni – a partire dall’estate 1996 – Radio Centro Suono lancia ‘Black Planet’, evento ideato e realizzato da Romina Balducci, prima itinerante nelle piú importanti manifestazioni dell’estate romana. Black Planet, in poco tempo, diventa (poi) l’appuntamento romano più ambíto dagli artisti stranieri e dal pubblico amante dell’Hip Hop. L’evento ha reso il Black Planet il locale ‘cool’ punto di riferimento della movida di Testaccio”. Nonostante tutto, però, si cambia ancora e Centro Suono “il 14 febbraio 2010 si trasforma in ‘I love new’: novità, solo novità, nient’altro che novità ‘pop’ della musica italiana e internazionale”. Fino ad oggi, quando lo slogan è invece “I love music’, ovvero “tutta la musica più bella, senza preclusioni di generi o stili, ma caratterizzata da una unica discriminante: l’emozionalità”.

Asti: cordoglio per la morte di Franco Musso

Ancora un lutto ad Asti e provincia, dopo quello di Radio Canelli (vedi la scorsa puntata di questa rubrica). Nei giorni scorsi è morto all’ospedale Cardinal Massaia quello che era definito ‘il re delle radio libere astigiane’, ovvero Franco Musso. Impiegato delle Poste, era stato il fondatore, sia pure molti anni fa (1976), della ‘terza Radio libera d’Italia’ (anche se si sa che su questa ‘priorità’ si discute sempre molto ancor oggi), Radio Asti; assieme a lui c’era un altro ‘pilastro’ di quell’iniziativa, Ugo Dezzani. Musso aveva 85 anni e lascia due figlie, Vera e Silvia. Pioniere della radiodiffusione già come radioamatore, diede vita alla Radio piemontese per raggiungere con musica e informazione quante più persone possibile. Radio Asti andò avanti a lungo e cessò le trasmissioni solo nel 2001, diventando però associazione culturale con una omonima testata giornalistica on line, tuttora esistente.

A Seregno si mette in luce BMradio

“Cambio di look e nuova app per BMradio, la web radio con sede a Seregno – informa il sito brianzolo mbnews.it – . Nei giorni scorsi è stata infatti presentata la nuova grafica che si propone di dare nuovo slancio a un progetto che nei 14 anni dalla sua creazione ha coinvolto oltre 100 speaker volontari che si sono alternati davanti ai microfoni sotto la guida di Diego Rovelli (Senior Content Designer per Tangity, NTT DATA) e Giorgio Bernasconi (Account Director di Spotify Italia)”. In particolare è proprio Bernasconi ad essere alla guida dell’emittente, pienamente soddisfatto dei risultati raggiunti: “L’anno della pandemia ha fatto registrare picchi di ascolto mai visti prima; le opportunità di ascolto si sono moltiplicate e i risultati di accesso ai contenuti prodotti ne sono la dimostrazione: i minuti di ascolto di BMradio nell’ultimo anno sono cresciuti dell’85%!”. Il boom di ascolti ha portato i fondatori della Radio, nata nel 2007 come progetto dell’Associazione culturale Parole & Music, a ‘osare di più’: è stato così deciso di mettere in piedi un rinnovamento complessivo che coinvolgerà non solo il sito web ma anche i contenuti di BMradio.it, con la nuova app e il nuovo logo come segnali di rinnovamento.

Mauro Roffi
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Milleregioni, le voci del territorio

Veltroni ricorda il passato di Radio Rai

Si chiama “RRR, Radio Rai ricorda” il nuovo podcast originale di Radio Rai, ideato e condotto nientemeno che da Walter Veltroni, che in una delle sue periodiche ‘evoluzioni’ si dedica adesso (anche) alla ‘memoria audiovisiva’ di questo Paese, come ha già fatto in Tv, e in specifico si occupa stavolta degli straordinari archivi di Radio Rai, un mondo di emozioni e ricordi storici tutto da scoprire, per chi lo voglia fare. E, anche per tradizioni e quasi ‘obblighi familiari’, è possibile che Veltroni lo possa fare bene. ‘Radio Rai ricorda’ racconterà i principali eventi politici, sociali, sportivi e culturali che, attraverso le trasmissioni radiofoniche e le voci, evocano e rievocano i passaggi fondamentali della storia del nostro Paese, anche in vista del centenario della Radio, che cadrà nel 2024. “Dietro RRR – assicura la Rai – c’è un lungo e proficuo lavoro di ricerca negli archivi audiovisivi che ha portato alla luce voci, sonori, momenti salienti che si pensavano persi, di grande valore storico e forte impatto emotivo. Il progetto, nato in collaborazione con il direttore di Radio Rai Roberto Sergio, è composto di 6 puntate da un’ora ciascuna”. La prima puntata è andata in onda su Rai Radio1 il 2 giugno, Festa della Repubblica, dalle ore 15 alle 16, ed è stata presentata da Simona Sala, direttrice di Rai Radio1 e dei Giornali Radio. Il racconto è partito proprio dall’annuncio del risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946. Nel corso della prima puntata, disponibile anche sulla pagina dei podcast originali di Rai Radio1 su Raiplay Radio, tra le voci in onda è stato possibile ascoltare quelle di Lev Tolstoj, del Maresciallo Armando Diaz, di Luigi Pirandello, Aldo Fabrizi e di Maria Luisa Boncompagni, la prima storica annunciatrice Rai. ‘RRR, Radio Rai ricorda’ è un progetto di e con Walter Veltroni, con la regia di Alex Messina e la partecipazione di Andrea Borgnino e Elisabetta Malantrucco.

Michetti: dalla Radio alla candidatura al Campidoglio?

Il sito di informazione linkiesta.it ha pubblicato un approfondimento assai interessante dedicato ancora una volta al ruolo peculiare e del tutto specifico delle Radio romane, molte delle quali – si sa – sono note ai più per l’incessante dibattito sui tempi sportivi, anzi calcistici, anzi delle vicende particolari di Roma e Lazio. La tematica non è appunto certo nuova ma, al di là della grande popolarità di queste emittenti, c’è anche un risvolto che è maggiormente di tipo sociale e anche politico, che è venuto alla ribalta soprattutto con l’idea di candidare a sindaco di Roma per il centrodestra un ‘personaggio radiofonico’ come Enrico Michetti (in contrapposizione alla possibile candidatura nientemeno che di Maurizio Gasparri). Al di là dell’esito finale della vicenda, appare davvero specifica questa situazione, che dà modo di riflettere su quale sia l’influenza su un (vasto) pubblico di molte Radio romane e di come sia possibile nella Capitale pensare di passare senza molte difficoltà dal microfono all’impegno pieno a livello politico e persino istituzionale. Fatta questa premessa, vediamo cosa scrive su linkiesta Marco Fattorini: “Solo nella Capitale decine di emittenti riescono a orientare l’opinione pubblica, a spostare voti e a mobilitare le tifoserie calcistiche. Ogni giorno 2 milioni e mezzo di persone ascoltano conduttori seri e demagoghi imbonitori che parlano dei mali della città eterna e rispondono alle telefonate. Per battere Virginia Raggi qualcuno nel centrodestra ha pensato di candidare uno degli speaker più popolari: Enrico Michetti… Avvocato, professore di diritto degli enti locali all’Università di Cassino, direttore della ‘Gazzetta Amministrativa’. Il curriculum di Michetti è un elenco di incarichi e docenze. «Un ottimo professionista», racconta chi ci ha lavorato. «Conosce la macchina amministrativa dei Comuni». Ed è già qualcosa, di questi tempi. Ma soprattutto Michetti è un opinionista radiofonico. Almeno nell’etere della Capitale è un personaggio. Tutte le mattine discetta della qualunque ai microfoni di Radio Radio, una delle emittenti romane più seguite. Covid e Campidoglio, governo e leggi. Commenta l’attualità, spiega in modo semplice, risponde alle telefonate. Alla notizia della sua possibile candidatura, gli ascoltatori hanno fatto festa… Quello delle Radio romane è un mondo tanto influente in città quanto sconosciuto fuori dal Grande Raccordo Anulare. Tutto si mischia. Politica e sport, cronaca e intrattenimento. Molte emittenti trasmettono solo notizie sulle squadre di calcio di Roma e Lazio, 24 ore al giorno. Altre si concentrano sull’informazione. Prima dei social network e più forti dei giornali, le stazioni radiofoniche romane rappresentano una realtà da cui non si può prescindere. Fidelizzazione quasi religiosa e capacità di mobilitazione. Lo sanno gli sportivi, oltre che i politici… Insomma, a Roma le Radio sono una presenza ingombrante, nel bene e nel male. Un mondo variopinto. Tra programmi di approfondimento e sfogatoi, c’è posto per tutti: conduttori seri e demagoghi. Le linee telefoniche sono sempre aperte. Nel corso delle dirette arrivano centinaia di telefonate. Gli ascoltatori inoltrano segnalazioni, commentano i fatti del giorno, si sentono protagonisti. Ogni giorno quasi due milioni e mezzo di romani ascoltano le emittenti capitoline. Quasi sempre in auto. Roma è la seconda città al mondo per ore perse nel traffico. Il tempo per sintonizzarsi non manca. In questo contesto più unico che raro, si è sviluppato un senso di appartenenza sempre più forte per le emittenti che diventano il sottofondo della città. Sui taxi come al bar”. Fattorini fa poi una serie di esempi di personaggi radiofonici romani (non solo Michetti) che sono diventati molto popolari. Fra questi c’è persino un politico di lungo corso come Paolo Cento, ex sottosegretario all’Economia e storico esponente dei Verdi, che attualmente conduce un programma di attualità su Radio Roma Capitale. Cento spiega: «Prima c’erano le sezioni di partito, le associazioni, i comitati di quartiere. Oggi la Radio è l’unico intermediario rimasto tra i cittadini e le istituzioni. Qui le persone manifestano le proprie ragioni, si confrontano e si sfogano». Viene poi citato Luca Casciani, conduttore di ‘Giorno per giorno… cor veleno’, in onda su RTR 99. L’area di riferimento è spesso (ma non sempre) il centrodestra e – si sa – dall’estrema destra arriva anche Mario Corsi, più conosciuto come ‘Marione’, ‘star’ delle Radio sportive romane con la sua ‘Te la dò io Tokyo’. Su Radio Globo tiene invece banco il conduttore del popolare ‘Morning Show’ Roberto Marchetti, che a sua volta ha opinioni molto nette su diversi argomenti. Cento cerca, alla fine dell’articolo, di spiegare il ruolo tutto sommato marginale della sinistra in questa ‘partita radiofonica’ della Capitale: «La sinistra ha troppa supponenza nei confronti delle Radio locali. Ai nostri leader farei fare un po’ di Radio in diretta con le persone. Ascoltando, riuscirebbero a capire gli umori della città».

Un doloroso lutto a Radio Canelli

Si è improvvisamente spento nei giorni scorsi, nella sua casa di Regione Dota, a Canelli, in provincia di Asti, Luciano Bazzano, appena sessant’anni, dipendente comunale, ma soprattutto conosciuto in tutta la Valle Belbo quale dj di Radio Canelli e animatore di centinaia di sagre e serate in tutta l’area. Per anni aveva condotto rubriche di attualità, intrattenimento e musica dai microfoni dell’emittente, per cui la notizia della sua scomparsa ha molto colpito in questa parte del Piemonte. Fisico imponente, sempre sorridente ed affabile, “non si tirava mai indietro quando era il caso di aiutare qualcuno – ha ricordato Franco “Denny” Campopiano, altra voce storica di Radio Canelli – . Luciano era più che un amico. Con lui abbiamo condiviso momenti belli della nostra passione musicale, con le orchestre e nell’organizzazione di appuntamenti canori. Ho perso un fratello. Mi mancherà”. Cogliamo l’occasione per ricordare per sommi capi la gloriosa storia di Radio Canelli. L’emittente è nata nientemeno che il 23 novembre 1975, quando, da un palazzo del centro di Canelli partirono le prime trasmissioni. “Trasmettevamo quattro ore al giorno in settimana e tutta la giornata nei festivi: musica, ma anche attualità, sport e cultura, per un pubblico di ogni età e provenienza sociale” – ricorda proprio Franco «Denny» Campopiano, definito ‘anima inossidabile dell’emittente canellese’. Alla prima trasmissione c’erano i soci fondatori (oltre a Denny, Franco Murittu, Carlo Quaglia, Angelo Cagnolo, Franco Fabiano, Adriano Traversa e Giancarlo Peisino), ‘assistiti’ dal noto musicista romagnolo Vittorio Borghesi. Fra le rubriche in onda, c’è proprio quella di Campopiano, «Liscio, amore e simpatia» (con un numero di puntate da record). Dall’esperienza di Radio Canelli, nacquero poi altre realtà locali come Radio Valle Belbo (che assorbì la capostipite nel 1992) e Radio Vega. Nel 2009, invece, dalla fusione di Radio Canelli e Radio Monferrato è nata l’attuale Radio Canelli Monferrato.

Furto di apparecchiature di Radio Maria a Montevergine

Ancora, purtroppo, furti in Campania in siti che ospitano apparecchiature di trasmissione di emittenti radiotelevisive. L’ultima notizia in merito, riferita ai giorni scorsi, è arrivata dalla provincia di Avellino, come scrive ottopagine.it: “Ladri in alta quota rubano apparecchiature elettroniche. È successo a Montevergine, sul Monte Partenio. Stavolta è stato preso di mira il casotto dove sono sistemati i ripetitori radio di Radio Maria. Nel corso dell’incursione è stata letteralmente divelta la lamiera, probabilmente con l’ausilio della fiamma ossidrica. I malviventi, una volta entrati nel casotto, hanno prelevato il materiale, si tratta per lo più di ripetitori radiofonici, di ingente valore. Un furto che allarma e addolora anche la comunità benedettina del Santuario dedicato alla Madonna dal volto nero”. A Radio Maria è andata male, mentre altri, stavolta, sono stati più ‘fortunati’: “Anche su altri casotti dedicati alla conservazione di… ripetitori di altre Radio ed emittenti, sono stati trovati segnali di scasso. Per fortuna i ladri in questo caso non sono riusciti a forzare gli accessi”.

Basilicata: tutti entusiasti per Radio Ruoti

Ci sono emittenti di nascita recente (normalmente non in onda in Fm) che però riescono a farsi notare per ‘personalità’ e spirito di iniziativa. Meglio ancora, poi, se possono fare riferimento a esperienze precedenti a livello radiofonico nello stesso paese in cui hanno sede oggi. È il caso della lucana Radio Ruoti (con sede nell’omonima località), che è riuscita a finire anche nei ‘lanci’ dell’Ansa della Basilicata. Una approfondita disamina di cosa sia Radio Ruoti è stata fornita invece dal periodico on line lucanomagazine.it: “Prima era Radio Ruoti Centrale, poi è stata Radio Dena ed oggi è Radio Ruoti, una Radio Web tanto per stare al passo con i tempi. Una storia radiofonica incredibile così come si evince dai tantissimi vinili che occupano il ‘salotto’ di Radio Ruoti, dove abbiamo incontrato alcuni dei componenti del nutrito organico”. Radio Ruoti ha festeggiato il 22 aprile scorso il suo primo compleanno e conta oggi circa 200 tesserati. Lo hanno annunciato il presidente e il direttore artistico dell’emittente, Domenico Nardiello e Maria De Carlo. Quanto ai ‘tanti collaboratori’ sono una quarantina e danno vita ad altrettanti programmi: c’è musica di ogni genere ma ci sono anche programmi culturali e di approfondimento su tutti i temi d’attualità. Per ciò che riguarda i precedenti, Nardiello, definito ‘anima della Radio’, già nel maggio 1981 era stato fra i promotori della citata Radio Dena, che rimase attiva per ben 10 anni. Interpellato da lucanomagazine, Nardiello ha spiegato qualcosa di più su come sia nata, lo scorso anno, l’attuale Radio Ruoti: “In realtà, già da qualche tempo, i ragazzi mi proponevano di rimettere in piedi la Radio, ma le difficoltà erano tante, per un paio di domeniche avevamo messo su ‘Radio Balcone’, una chat di quartiere dove ci scambiavamo musiche e dediche! Poi arriva Rosario che mi dice: «dobbiamo fare la radio!». All’inizio avevamo pensato di farla in un modo semplicissimo, con un microfono e una telecamera su Facebook, ma lì i diritti d’autore non permettono di pubblicare la canzone per intero e poi non si poteva interagire, cosa per noi importantissima, e quindi abbiamo preso una licenza SIAE”. Confrontando l’attuale emittente con la Radio Dena del passato, emergono alcune differenze, legate al cambiamento dei tempi e all’evoluzione tecnologica, ma restano “l’esperienza, il nostro modo di comunicare, di vivere la Radio, di socializzare. La Radio ci ha portato fuori da Ruoti”. Va ricordato poi come “tramite Radio Dena sono cresciuti culturalmente e musicalmente tutti i ragazzi di Ruoti e quasi tutti sono ‘passati’ per la Radio. Proprio attraverso di essa siamo poi riusciti ad aiutare tanti ragazzi con delle difficoltà, cosa che faremo anche con Radio Ruoti”. Ancora Nardiello: “Noi siamo partiti con l’idea di fare una Radio di qualità, con programmi culturali di un certo livello. Ci stiamo impegnando nel produrre qualità radiofonica e Fernando (il direttore artistico di Radio Ruoti; N.d.R.) ed io stiamo mettendo a disposizione dei ragazzi la nostra esperienza radiofonica. Già con Radio Dena avevamo raggiunto un buon livello, d’altronde il nostro riferimento era Radio Deejay di Claudio Cecchetto. A proposito del cambiamento della Radio, sicuramente oggi si cerca di bilanciare la musica con il parlato e il nostro obiettivo è di raggiungere quell’equilibrio”.

I vent’anni di ‘Clubbing’ di Radio Duemila di Lucca

La Nazione – edizione di Lucca ha dedicato una sua nota a un programma dell’emittente locale Radio Duemila che ha raggiunto una soglia prestigiosa: quella dei vent’anni di vita. Si tratta di ‘Clubbing’, in onda nel corso del week-end. Vediamo qualcosa di più: “Venti anni e non sentirli. Venti anni scanditi di musica dal beat incalzante, dal ritmo irrefrenabile, dalla energia incontenibile. Sono i 20 anni di ‘Clubbing’, la trasmissione serale del week-end di Radio Duemila dedicata alla musica dance elettronica che corrispondono ai 20 anni di presenza di Luca Maffei dj nella storica emittente radiofonica toscana. Tutto ha avuto inizio sabato 26 maggio 2001 quando dai mitici studi di Borgo Giannotti a Lucca partirono le prime note delle sequenze mixate da Luca Maffei insieme ai colleghi Antonio Pocai e Luca Bacchetti”. E non è certo finita qui: “Ci sono altre trasmissioni di successo, da ‘Suite 90’ all’estivo ‘Summer Dance Party’, fino alla recente ‘Dance Chart’, in onda il sabato pomeriggio, ideate e realizzate dallo stesso Maffei, che insieme ai componenti della crew ‘House Freakers’ ha realizzato il nuovo single dance ‘Live free’, che ha tutte le carte in regola per diventare uno dei successi di questa estate”. L’appuntamento con ‘Clubbing’ è comunque fissato sempre su Radio Duemila (92.2 e 99.2 MHz) nelle serate del week-end; nel frattempo è andato in onda uno speciale della durata di sei ore per festeggiare i venti anni della trasmissione.

Logozzo confermato presidente di Radio Roccella

L’associazione culturale Radio Tele Roccella, nota in provincia di Reggio Calabria per le sue trasmissioni radiofoniche ma anche per le varie iniziative culturali e di spettacolo, ha reso noto che il 30 maggio scorso si è tenuta l’Assemblea dei Soci per il rinnovo delle cariche. E per la terza volta consecutiva Massimo Logozzo è stato nominato, quasi all’unanimità, alla carica di Presidente, mantenendo inoltre la carica di responsabile marketing. Logozzo ha così commentato l’esito dell’Assemblea: “Ringrazio tutti i Soci per la fiducia datami, questo è il terzo mandato che mi associa a questa bellissima realtà. Un anno in cui si è potuto fare poco, almeno riguardo ad eventi esterni, ma anche un anno particolare per noi, in quanto la nostra associazione compie ben 45 anni. Quarantacinque candeline che spegneremo con due manifestazioni molto importanti questa estate. La prima è ‘Sapori di Blues’, che durerà ben quattro giorni, dal 30 giugno al 3 luglio, un progetto redatto da Radio Roccella ma co-finanziato dalla Regione Calabria con il patrocinio del Comune di Roccella Jonica. La seconda, ormai consolidata, è il Radio Roccella Rock Contest Festival, 4ª edizione, che si terrà il 10 agosto; più che un concerto quest’anno sarà un’esperienza visiva e multimediale straordinaria, di grande impatto emotivo, unica in Calabria. E poi come al solito, essendo la Radio ufficiale, seguiremo il 41° Roccella Jazz Festival”. Sono stati inoltre confermati nel Consiglio Direttivo di Radio Roccella: il vicepresidente Maurizio Cursaro come responsabile dirette esterne; il segretario Pino Gemelli, già responsabile musicale; il Consigliere Mimmo Grollino, già responsabile della programmazione; il Consigliere Ilario Fantò, già responsabile strutture. All’esterno del Direttivo ci sono infine Pietro Commisso, Domenico Lombardo e Domenico Frascà.

Mauro Roffi
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Milleregioni, le voci del territorio

Eurovision Song Contest in Italia nel 2022: quale sarà la città prescelta?

È stata una serata davvero particolare quella di sabato scorso, 22 maggio, con la finale dell’Eurovision Song Contest dall’Olanda, che ha visto trionfare i Måneskin con ‘Zitti e buoni’ e l’Italia tornare a vincere questa straordinaria manifestazione musicale dopo molti anni (per la precisione l’ultima volta era stata nel 1990 con Toto Cutugno). Diversa dal solito anche la scelta di Rai1, nelle persone del direttore Stefano Coletta e del suo vice Claudio Fasulo, i quali, conseguendo anche una buona audience, hanno scelto di far presentare la kermesse dallo studio di Roma da Cristiano Malgioglio e Gabriele Corsi, mentre su Radio2 c’erano Ema Stokholma e Gino Castaldo e su San Marino Rtv (San Marino era in gara) Lia Fiorio e Gigi Restivo. Corsi era il presentatore ‘istituzionale’, per così dire, Malgioglio aveva naturalmente licenza di ‘divagare’ e ‘osare’ e l’ha fatto in abbondanza, dando un tono insolito all’intera serata (alla fine i due si sono pure scambiati gli abiti per dare corso alla scommessa fatta in caso di vittoria dell’Italia). Da notare anche che Corsi per tutta la trasmissione ha pronunciato il nome del gruppo rock italiano ‘Moneskin’, con una scelta (spiegata anche al pubblico) forse corretta ma decisamente ‘isolata’. E ora davvero tocca all’Italia organizzare l’edizione 2022 di questa manifestazione dell’EBU, una cosa sicuramente terribilmente impegnativa, ma anche assai prestigiosa, tanto che da molti anni correvano voci di un ‘disimpegno’ della Rai, che non voleva far vincere i nostri musicisti per non doversi accollare questa autentica sfida dell’organizzazione. La Rai ci ha tenuto a smentire questa diceria anche quest’anno in conferenza stampa ma diciamo che a questo punto la questione è evidentemente superata. Nel 2022 ci toccherà darci da fare, con gli occhi di tutto il nostro continente addosso, e diverse città stanno provando a candidarsi per ospitare l’evento. Ne ha scritto subito, fin da domenica scorsa, l’informatissimo e specializzatissimo sito eurofestivalnews.com (che, va detto, non ha nulla a che fare con gli organizzatori della kermesse europea): “Lo avevano già fatto in nottata Bologna, Milano e Pesaro, ma è bastata una mattinata di grande entusiasmo e tante congratulazioni per i Måneskin per aggiungere altre tre grandissime città italiane alla lista di quelle che si dichiarano interessate ad ospitare l’Eurovision Song Contest nel 2022. Il trionfo dei Måneskin a Rotterdam ha infatti permesso all’Italia di guadagnare l’opportunità di organizzare l’evento il prossimo anno e l’interesse non è di certo mancato: anzi, è arrivato da personalità importanti e primi cittadini di tutta Italia”. Le tre ‘grandissime città’ sono Torino, Roma e Napoli, mentre l’intera Toscana, tramite la Regione, si è detta a sua volta disponibile. Ma tutto evolve in fretta e poche ore dopo Alex Pigliavento, che è un po’ il coordinatore di eurofestivalnews.com, avvertiva: “Solo 4 città hanno i requisiti fondamentali per ospitare l’Eurovision Song Contest. Milano la scelta più funzionale”. “Ricordiamo – spiega il sito – che l’evento negli anni passati è stato ospitato già in Italia e per la precisione a Napoli (nel 1965, dopo la vittoria di Gigliola Cinquetti) e a Roma (nel 1991, dopo la vittoria di Toto Cutugno), quest’ultima ricordata come un’edizione non proprio brillante su più fronti (organizzativo in primis), dunque è anche arrivato il momento di un riscatto e di valutare diverse alternative”. In sostanza, sulla base delle richieste dell’EBU (European Broadcasting Union), che tra l’altro, contribuisce economicamente ai costi dell’organizzazione, a parte Milano (che sembra la scelta più razionale, se non probabile), solo Roma, Torino e Bologna sembrano, al momento, avere reali chances. Entro qualche mese in Rai si deciderà.

Le parole (italiane) del Giorno su Radio Italia

Si chiama ‘Le parole del Giorno’ la nuova rubrica radiofonica realizzata dall’omonimo quotidiano milanese in collaborazione con Radio Italia. Il breve programma va in onda ogni sabato e domenica alle 10.30. L’idea nasce da una semplice riflessione: quando scriviamo o parliamo usiamo troppi anglicismi, troppe parole inglesi e ci stiamo dimenticando la nostra lingua. ‘Le parole del Giorno’, in due minuti, aiuterà gli ascoltatori a riscoprire tutti quei termini italiani che possono tranquillamente essere usati al posto delle parole anglosassoni tanto di moda. La voce in onda è quella di Giancarlo Ricci, vicedirettore de ‘Il Giorno’: “Da un po’ di tempo, insieme agli amici di Radio Italia, stavamo ragionando su qualcosa da fare assieme. Durante una chiacchierata con Mario Volanti ci siamo resi conto di aver usato più parole inglesi che italiane. E allora abbiamo deciso di intraprendere questa ‘crociata’ per difendere la nostra lingua, così bella e ricca ma troppo spesso così maltrattata. Prenderemo spunto dalle notizie quotidiane per aiutare gli ascoltatori ad esprimersi meglio. Lo faremo in modo semplice e divertente. Una cosa del genere potevamo farla solo su Radio Italia, una Radio che già nel nome dimostra l’amore che prova per il nostro Paese. E per la nostra lingua”.

1 milione di euro per i media calabresi dalla Regione

Anche la Regione Calabria ha deciso di sostenere i media locali e allo scopo ha deliberato lo stanziamento di 1 milione di euro. Tra i destinatari del provvedimento, ci sono naturalmente anche le Tv e le Radio locali calabresi, a condizione che abbiano sede legale nella regione e in essa operino; inoltre devono produrre e diffondere informazione e format giornalistici di carattere locale con frequenza quotidiana. L’importo della sovvenzione è determinato sotto la forma di un contributo “una tantum”; per le Radio locali si va (a seconda del numero di dipendenti) da un minimo di 5.000 a un massimo di 15.000 euro; per le Tv, da un minimo di 10.000 euro a un massimo di 50.000. Gli aiuti saranno concessi in base all’ordine cronologico di ricevimento delle domande. Queste ultime dovranno essere compilate secondo il modulo che sarà disponibile sul sito calabriaeuropa.regione.calabria.it. La gestione dell’operazione, ‘Informa Calabria’, sarà a cura di Fincalabra Spa, che comunicherà anche le date di apertura e di chiusura delle domande di finanziamento; esse saranno disponibili, peraltro, anche sul citato sito Calabria Europa. “Ci auguriamo – ha dichiarato l’Assessore al Lavoro, Sviluppo economico e Turismo Fausto Orsomarso – che questo sostegno, con un’intensità legata al numero dei dipendenti delle aziende, oltre a essere un impulso per lo sviluppo economico della regione, rappresenti anche un contributo importante per garantire gli stipendi di giornalisti e operatori, in un momento difficile come quello attuale. Sostenere questo settore è un atto doveroso”. Oltre a Radio e Tv, possono partecipare all’operazione società editrici, cooperative e associazioni editoriali, con sede in Calabria, che editino testate giornalistiche cartacee e on line.

E stavolta è intesa fra AFI e Audiocoop sui diritti

È stata raggiunta nei giorni scorsi una storica intesa tra AFI, l’Associazione Fonografici Italiani, e AudioCoop, che per la prima volta, dopo diversi anni, trovano un accordo per la gestione dei diritti spettanti ai produttori musicali indipendenti. L’accordo oltre a stabilire un precedente importante, perché sancisce una collaborazione tra due diverse realtà del panorama musicale, assume una portata ancora più significativa perché ha l’obiettivo di sostenere, promuovere e accrescere il settore della discografia italiana indipendente. “AFI e Audiocoop sono realtà che hanno lavorato in parallelo per tanti anni, ma senza mai incontrarsi, oggi la situazione del settore e l’attuale contesto storico richiedono un atto di responsabilità ed una vera e propria comunione d’intenti, che vada oltre l’ideologia e permetta di adottare una visione globale e un approccio economico sempre più competitivo, che punti alla tutela dei mandatari e della musica” – ha commentato il noto dj e producer Sergio Cerruti, che è presidente di AFI. Da parte sua Giordano Sangiorgi, Presidente di AudioCoop – Coordinamento Etichette Discografiche Indipendenti, ha spiegato: “AudioCoop e AFI raggiungono un’intesa volta a dare maggiore potere contrattuale a totale vantaggio di tutti gli aventi diritto rappresentati. Infatti, nasce una collaborazione con lo scopo di far crescere ed aumentare le quote di risorse raccolte da parte dei più piccoli produttori indipendenti ed autoprodotti, secondo i nuovi modelli della discografia, tra i settori più fragili e più deboli ma tra i più innovativi”. A corredo dell’accordo si sancisce anche l’ingresso di AFI in qualità di main sponsor nel MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti che quest’anno torna a Faenza all’inizio di ottobre. Ancora Sangiorgi: “Questo accordo sul MEI ci permette, con il sostegno di AFI, di dare più attenzione alla nuova musica indipendente ed emergente italiana con una ancora maggiore attenzione del servizio pubblico della RAI e del MIC attraverso i suoi strumenti, per una manifestazione che è la più importante vetrina della nuova musica italiana e ogni anno, fin dalle prime edizioni, sforna nuovi talenti che raggiungono poi le vette delle classifiche e le principali kermesse musicali, rinnovando la musica italiana”.

Nuova sede per la Radio dell’Università di Macerata

Trova casa in una nuova sede la Radio di UniMc, l’Università di Macerata. “Locali ampi, luminosi e già pronti all’uso sono quelli che la Provincia ha messo a disposizione dell’Università – scrive il sito picchio news.it – . La collaborazione tra i due enti si rafforza ulteriormente e porterà al potenziamento della Web Radio dell’Ateneo”. Le tre nuove stanze, individuate al piano terra del Palazzo degli Studi, permetteranno di ospitare, oltre a un piccolo studio di registrazione, la redazione dell’emittente. Nonostante il lockdown imposto dalla pandemia, la Radio marchigiana (in sigla Rum) non ha mai spento i suoi microfoni, mantenendo uniti e coinvolti i giovani speaker, che hanno continuato a realizzare programmi di informazione, dibattito e intrattenimento, con dirette dedicate anche alle elezioni studentesche. “È stato un anno impegnativo, che, però, non ha fermato in alcun modo il lavoro dell’Ateneo – ha confermato il rettore Francesco Adornato – . La nostra ostinata fiducia nel futuro non ha avuto la minima flessione. Grazie anche alla disponibilità della Provincia, ci stiamo ricollocando in centro storico, andando oltre ciò che il terremoto aveva lesionato. L’attività della Radio ha contribuito a tenere unita la comunità accademica. I nuovi locali, nella speranza di un ritorno in presenza anche se regolato, offriranno ai nostri studenti uno spazio per mettersi alla prova e sperimentare insieme nuovi linguaggi e contenuti”.

Campania: i magnifici 45 anni di Radio Castelluccio

Il 14 maggio scorso Radio Castelluccio, o meglio oggi RCS75, storica emittente radiofonica di Battipaglia, in Campania, ha compiuto qualcosa come 45 anni di vita. “Un anniversario importante per un progetto carico di sogni e passione, fondato da un collettivo di battipagliesi doc, tra cui il compianto Mario Rossomando – scrive il sito locale battipaglianews.it – . Da anni ormai la Radio è sotto la gestione del figlio Lucio, che punta adesso a traghettare l’emittente verso il suo 50° compleanno”. La stessa Radio Castelluccio, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, ha a sua volta così commentato l’anniversario: “Il 14 maggio del 1976 iniziarono le trasmissioni di Radio Castelluccio, la prima Radio di tutta la provincia di Salerno. Da allora, la Radio non si è più fermata. Abbiamo scritto centinaia di pagine di storia, siamo stati un punto di riferimento costante con fiumi di musica, informazione, sport, valorizzazione e promozione del territorio dell’intero Sud Italia. Auguri, Mario, auguri a chi in tutti questi anni ha partecipato, auguri a quelli che ci hanno sempre creduto, auguri alla famiglia Rossomando e al nostro editore Lucio, che grazie alla sua lungimiranza è riuscito, dopo la scomparsa del papà nel 1997, a far camminare un’idea futuristica e a far diventare Radio Castelluccio un vero gruppo leader in provincia di Salerno e in Campania. Auguri a tutti i fedelissimi ascoltatori che negli anni hanno arricchito quell’idea del ‘76, auguri a tutti coloro che oggi contribuiscono e collaborano alla realizzazione di straordinari contenuti”. Non si tratta di parole d’occasione, perché basta seguire l’attività di RCS per accorgersi che l’emittente è ancor oggi vitalissima, che chi ci lavora lo fa con passione e dedizione, che la ricerca delle più opportune novità per migliorare costantemente le trasmissioni e le attività di Radio Castelluccio sono temi sempre all’ordine del giorno. Per esempio, la ‘Radiovisione’ naturalmente c’è (con presenza sul digitale terrestre campano) e viene realizzata con cura e attenzione. C’è poi una novità importante all’orizzonte, di cui ha riferito il sito di SeiTv, un’altra emittente locale di Battipaglia, dando anche altre informazioni di tutto rilievo su Radio Castelluccio: “Il gruppo RCS75 ha tre concessioni, 3 frequenze in FM, 2 concessioni DAB, una concessione con canale digitale terrestre 697 Regione Campania. È una partecipata di Radio Club 91, Radio Flegrea, Radio Giffoni Now. Trasmette da circa 20 anni in streaming, con le app su Apple store e Google play, fa parte della più grande piattaforma europea RadioPlayerItalia, è in Smart Tv su Amazon fireTv, è Radio ufficiale di Confindustria Salerno, fa parte del consorzio RadioDigitaleCampania, accreditata con UNISA e, ultimo traguardo in ordine di tempo, è accreditata ERASMUS+ Europa. Per festeggiare questi 45 anni la Radio il 2 giugno inaugurerà il più grande DigitalHub dedicato alla comunicazione radiotelevisiva, alla formazione, all’innovazione tecnologica”.

Lo speaker radiofonico: un lavoro ‘gratificante’?

Sul sito ravennaedintorni.it è apparso di recente un interessante approfondimento sul lavoro dello speaker radiofonico, prendendo spunto dall’attività del faentino Daniele Tigli, uno dei conduttori di Radio Studio Delta, notissima e seguita emittente romagnola. Simpaticamente autoironico è l’incipit della riflessione di Tigli sul proprio lavoro: «Se ci pensi bene, sei in una stanza insonorizzata e parli da solo. È normale preoccuparsi per la salute mentale di uno speaker in Radio». Tigli fa lo speaker da oltre trent’anni e peraltro ammette che non poteva andare diversamente: «Da bambino costruivo studi tv e radio con i Lego. Forse sono nato già tarato». Lavora a Studio Delta dal 2005 ed è uno dei sei conduttori che coprono le trasmissioni da Cesena dalle 6 alle 23. Sua è la voce in onda in questo periodo dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19: «Prima facevo la fascia 20-23 con le richieste degli ascoltatori. Un po’ mi manca». Altre riflessioni sulla sua attività al microfono: «Ogni volta la playlist è una sorpresa da scoprire. Noi teniamo tre-quattro canzoni pronte solo per le serate in cui c’è una partita di calcio importante o la finale di un qualche talent in Tv e quindi possono arrivare meno richieste». Peraltro le sorprese non mancano mai: «Capita di tutto, ad esempio c’è quello che ti gira il link Youtube del pezzo inciso dal cugino». Notte e pomeriggio per Tigli, allora, ma lui preferisce la prima mattina: «È la fascia più ascoltata con tutta la gente che sta andando al lavoro, dai il buongiorno alle persone da una Radio in cui non c’è praticamente nessuno. E poi alle 9 hai finito il turno, fai un po’ di redazione e ti ritrovi una giornata ancora intera per te». “Ma chi è l’ascoltatore nel 2021? – si chiede ravennaedintorni – . Calano i giovani, resiste l’autoradio”. E Tigli subito precisa: «È da parecchio che fanno il funerale alla Radio ma siamo ancora vivi. Anzi, il consumo di contenuti attraverso l’ascolto sta trovando nuovi spazi, come dimostrato dai podcast o dal nuovo social Clubhouse. Però le opportunità sono talmente tante che anche per questo le Radio stanno perdendo i giovani. Siamo ascoltati soprattutto nella fascia d’età 15-65, meno in casa, tanto in auto e restiamo ancora una scelta per molti negozi». Ma come si impara a fare lo speaker ‘come si deve’?: «Io ho imparato sul campo, come tutti i miei colleghi. La condizione necessaria direi che è la passione per il mezzo e magari la conoscenza dell’inglese aiuta per le pronunce. Nel mio caso il teatro mi ha aiutato a essere meno timido. Poi un po’ di parlantina è ovvio che serve. Ma ancora di più serve capire quando stare zitti». Tigli ha iniziato nella ‘gloriosa’ Radio Base di Faenza. Si è trovato davanti al microfono a 13 anni (oggi ne ha 45). Dopo Base c’è stato il passaggio a Rcb di Castelbolognese e infine è arrivata Studio Delta. Ma quanto e come parlare e quando è opportuno lasciare spazio alla musica? «Ogni Radio ha un suo software che aiuta il conduttore, da noi c’è una barra colorata sullo schermo. Ma se parliamo di musica pop, uno speaker con esperienza capisce il momento giusto anche con un pezzo al primo ascolto, il cliché è abbastanza ripetitivo». La barra di cui parla Tigli è un indizio di come sia cambiato il lavoro dello speaker: «Quando ho iniziato dovevo gestire due vinili, quello in onda e quello con la canzone successiva, cercando di sincronizzare bene outro e intro. Poi avevo delle cassettine con i jingle e gli spot che mandavo in onda e riavvolgevo per il passaggio successivo. E in mezzo a tutto questo magari rispondevo pure alle telefonate degli ascoltatori…». E ancora la questione della ‘qualità della voce’: «Alla voce ora si dà un’importanza diversa. Una volta c’erano voci davvero belle, con un timbro che le ha rese storiche. Cito Fernando Proce, per dirne uno. Era impensabile arrivare ai livelli più alti di questo lavoro se non avevi fatto corsi di dizione e il tuo accento lasciava capire da dove venivi. Ora ci sono accenti come il milanese o il romano che invece sono quasi cercati». A Studio Delta ogni conduttore prepara gli argomenti di cui parlerà: «Siamo una Radio di flusso, da noi il parlato è molto ridotto. Non ci sono autori che preparano testi, ogni speaker lo fa per sé. A me piace prendere spunto dalle canzoni che passiamo per dare aneddoti, curiosità». Infine la paura delle gaffes: «Capitano a tutti. Con una certezza: se ti capita ci sarà sempre qualcuno che l’ha sentita e scriverà alla Radio per farlo notare. Non passa mai inosservata».

Il mirto, il rally e Radio Mirtò

La bella esperienza di Radio Mirtò, in Sardegna, si rinnova all’interno dell’evento costituito dalla tappa del Mondiale Rally WRC di Olbia, dal 3 al 6 giugno prossimi. Mirtò, il Festival internazionale del Mirto, una ‘gloria’ della Sardegna, ha deciso così di giocare una nuova importante carta nell’ambito degli eventi dell’estate 2021 nell’isola. Radio Mirtò è un format di successo che tornerà dunque nei giorni del rally sulle frequenze dell’emittente radiofonica regionale Radio Super Sound e su Radio Onda Stereo di Alghero. In chiave multimediale questa esperienza radiofonica sarà accompagnata anche da iniziative televisive e social. Il tutto grazie alla collaborazione con Gallura Live, che trasmette in DTT sul canale 815, con Telesardegna di Nuoro (canale 14 Lcn), alle pagine social di Facebook, Instagram e Twitch e al canale Youtube dedicato. Inoltre ci saranno degli speciali trasmessi dal nuovo canale ACI Sport Tv, presente su Sky al canale 228. “Un connubio con la musica, quello celebrato da Radio Mirtò, siglato attraverso il marchio Ritmò, che ha caratterizzato gli eventi musicali andati in scena durante il Festival (del Mirto) – scrive fra gli altri sardegnareporter.it – . Ma che nel tempo ha saputo abbracciare tanti appuntamenti: cultura, archeologia e la valorizzazione dell’artigianato artistico. Sempre partendo dall’elemento chiave, il mirto”. Radio Mirtò, in sostanza, diventerà durante i giorni del rally un contenitore ideale (protagonista sarà anche il noto speaker Tommy Rossi) che metterà insieme sport, enogastronomia, presentazioni di libri e tanta musica. Fondamentale sarà la collaborazione con l’Automobile Club di Sassari.

Mauro Roffi
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Milleregioni, le voci del territorio

Media in subbuglio nel mondo. Ed è ‘fusione fra giganti’

Settimana di enorme movimento fra i grandi gruppi mediatici mondiali, in subbuglio per cercare di sostenere la sfida che Netflix e anche la lanciatissima Disney fanno un po’ a tutti e di capire quale possa essere il futuro per colossi che finora sembravano ‘intoccabili’ e invece ora si interrogano sulla strada da intraprendere per avere ancora un futuro. La strada, per la verità, sembra essere sempre la stessa: fondersi, crescere ancora, creare nuovi ‘colossi’ che possano dominare la situazione, o almeno provare a reggere le inedite situazioni in atto sul mercato. Una tendenza che in parte è inevitabile, ma che fa anche un po’ paura, perché fra poco potrebbe essere dura parlare ancora di ‘mercato’, in questo come in altri settori. E il campo dei media, si sa, non è neppure paragonabile ad altri, per le evidenti immediate ‘ricadute’ di ogni novità in campo di libertà di espressione e democrazia. L’America – è fatale – è al centro di ogni operazione e qui succede che il colosso delle tlc At&t ci ripensi un’altra volta e separi ancora le sue sorti da WarnerMedia, gruppo che aveva rilevato solo tre anni fa. In sostanza WarnerMedia (sigla cui fanno capo tante cose, da WB a Cnn, da Hbo ai notissimi cartoni animati di Cartoon Network e Boomerang e che in Italia gestisce anche reti come Boing e Cartoonito assieme a Mediaset) viene scorporata da At&t e si fonderà addirittura con Discovery (altro colosso che fa capo a John Malone e alla famiglia Newhouse di Condè Nast), creando una nuova società di dimensione ‘galattiche’ (41 miliardi di dollari di fatturato, la seconda al mondo dopo Disney, che ne vale 65). La nuova società sarà in mano per il 71% all’ex WarnerMedia e per il 29 all’ex Discovery, ma ne sarà a capo l’attuale Ceo di Discovery David Zaslav. A dimostrazione della fase impetuosa di movimento in atto, si apprende poi che Amazon vorrebbe acquisire, per rafforzare Prime Video, un marchio storico (per quanto da tempo non più così ‘brillante’) come Mgm. Che farà Comcast, che solo qualche anno fa aveva acquisito Sky con grandi ambizioni? Che spazio troverà un altro colosso come Cbs/Viacom? Intanto alla ‘periferia dell’impero’, in Europa, non si sta con le mani in mano. Vivendi ha appena fatto pace con Mediaset ma entrambe hanno perso la sfida della possibile acquisizione del gruppo francese di M6, che la tedesca Bertelsmann ha così ceduto al gruppo Bouygues di Tf1, creando anche in Francia un ‘colosso’ forse persino troppo grosso (ai fini antitrust) nel mondo della Tv.

A Sky tre partite del campionato di serie A

Sembra essere finita, stranamente un po’ in sordina, la ‘guerra del pallone’ che ha portato i diritti Tv della nostra serie A a Dazn. Sky aveva intrapreso una dura vertenza legale dagli sviluppi imprevedibili ma sembra ora aver rinunciato alla incerta tenzone in Tribunale dopo che se non altro è riuscita ad aggiudicarsi la serie B e i diritti (non esclusivi, va ricordato) delle tre partite ancora in ballo e sui quali la Lega finora aveva fatto non poche difficoltà. La decisione è arrivata in alcune convulse ore di venerdì 14 maggio, davvero all’ultimo momento, per 87.5 milioni di euro a stagione (e per tre stagioni di durata). La Lega di serie A, alla fine, porta a casa 927,5 milioni all’anno, di cui 840 da Dazn. E poiché sta per concludersi l’ultimo campionato in cui Sky era invece super-protagonista, eravamo davvero agli sgoccioli del tempo massimo a disposizione. Ora si passa agli Europei di calcio, dove ancora Sky potrà far valere le sue carte, mentre le travagliate Olimpiadi giapponesi, come noto, saranno appannaggio di Discovery.

L’intrigante realtà delle ‘Radio di confine’

Un meritevole programma (uno fra i tanti, verrebbe da dire, è non è una frase retorica, stavolta) messo in onda da Radio Techetè della Rai in questo periodo è ‘Radio di Confine’, un documentario di Andrea Borgnino (che è a capo di Radio Techetè) che, in tre parti, racconta come le emittenti radiofoniche con le loro voci e i loro suoni, possano essere un potente strumento di coesione là dove le frontiere invece, segnano comunque una linea di demarcazione. Le prime tre puntate del documentario di Borgnino fotografano il confine orientale del nostro Paese, attraverso le storie di tre diverse realtà radiofoniche. La prima è riferita all’autunno del 1945, quando sulla frequenza dei 1380 KHz, irradiata di nascosto da Venezia, iniziò le sue trasmissioni Radio Venezia Giulia, una delle esperienze più incredibili  della ‘piccola guerra fredda’ adriatica che per decenni oppose l’Italia alla Jugoslavia comunista. È una storia sconosciuta quella di questa emittente clandestina, che, nata per informare gli italiani in Istria, veniva finanziata con i fondi del governo italiano e contrastata sia dagli alleati angloamericani che dalla Jugoslavia. La seconda storia riguarda la Rai di Trieste, una della sedi ‘di frontiera’, dove voci diverse raccontano un territorio unico e complesso, legato a doppio filo con il confine orientale. Nel documentario si ascoltano le voci di chi produce in italiano, sloveno e friulano e ogni giorno usa la Radio per lanciare un ponte tra culture diverse che condividono lo stesso territorio. L’ultima puntata di questa serie, infine, è dedicata a Radio Capodistria, emittente che trasmette dalla Slovenia in italiano e che da sempre ha rappresentato una delle voci radiofoniche più importanti sul confine orientale, ascoltata in tutto il bacino del mare Adriatico. Una voce molto nota, in effetti, ma dalla vita un po’ tormentata e comunque non sempre facile, al pari dell’omonima Televisione.

Sicilia: via libera alle graduatorie per i finanziamenti

Entra nel vivo l’operazione di sostegno al mondo dell’informazione in Sicilia voluto dalla Regione. L’IRFIS, Istituto regionale per il finanziamento alle medie e piccole imprese della Sicilia, ha infatti pubblicato le graduatorie relative all’avviso pubblico del 15 febbraio scorso che ha destinato, tra l’altro, 2,5 milioni di euro (sui 10 complessivi a disposizione) alle emittenti televisive e radiofoniche locali dell’isola. Le graduatorie, oltre che alle emittenti, sono relative ai quotidiani cartacei, alle iniziative editoriali periodiche, alle iniziative editoriali on line, alle agenzie di stampa. 65 sono le emittenti siciliane collocate in posizione ‘utile’ nella graduatoria IRFIS, 7 fra le domande di finanziamento pervenute sono invece state classificate come ‘irricevibili o non ammissibili’.

Palermo: Radio Tivu Azzurra anche in HbbTV a livello nazionale

L’intraprendente stazione palermitana Rta – Radio Tivu Azzurra, oltre a trasmettere, in Tv, sul suo consueto canale regionale, alla numerazione 878 del digitale terrestre, è approdata anche sui canali nazionali del servizio HbbTV, che permette, sui televisori di più recente produzione, di sintonizzare diverse emittenti su uno stesso canale televisivo e a una sola numerazione Lcn. L’emittente radiotelevisiva di Palermo, per la precisione, è presente sul canale nazionale 123 Lcn (quello di Italia Channel, del gruppo modenese Mediatext). Come noto, se appunto si ha una smart tv collegata a internet, pigiando il tasto rosso del telecomando, si accede sul 123 (come su altre numerazioni che si sono dotate di analoga tecnologia) ad una schermata, al cui interno, in questo caso si possono selezionare la visione e l’ascolto di Rta, con tutti gli speaker capitanati da Sasà Taibi, oltre che di altre emittenti (non necessariamente tutte ‘a carattere radiotelevisivo’, ovviamente). “La notizia è trapelata velocemente attraverso i forum del settore radiotelevisivo – ha dichiarato proprio l’editore di Rta Taibi – . Siamo comunque lieti che questo messaggio sia già arrivato agli ascoltatori-spettatori. Siamo contenti che Rta possa essere uno strumento di diffusione degli eventi e delle iniziative della nostra città e di tutta l’isola sul territorio nazionale, promuovendo le bellezze e la cultura e incentivando le attività produttive della nostra terra”. Il gruppo televisivo che gestisce i canali Mediatext.it (166) e Italia Channel (123), da parte sua, ha spiegato di credere molto nella HbbTV, ovvero Hybrid Broadcast Broadband Tv, perché, a suo parere, questa “è la Tv del futuro”. Inoltre questa tecnologia, nella sua versione 2.0.1, “costituisce uno standard aperto e condiviso a livello europeo che sta progressivamente sostituendo il vecchio MHP (Multimedia Home Platform, la piattaforma su cui sono attualmente sviluppati i servizi di interattività televisiva) e si sta diffondendo velocemente in Italia”. E sul canale 123 in HbbTV naturalmente non c’è solo RTA, come si diceva, ma, fra l’altro, c’è anche un’altra emittente siciliana radio-tv dal nome accattivante, Vintage Radio Tv, presente a sua volta anche sul digitale terrestre in Sicilia al canale 882. Vintage si presenta ora ai suoi utenti con un palinsesto nuovo e trasmette quotidianamente videoclip anni ‘70, ‘80 e ‘90 sia di musica italiana che di musica internazionale. E poi, come da nome, spazio al vintage a 360° (strumenti musicali, automobili e molto altro) e ad apposite dirette sul tema. Inoltre, periodicamente vengono trasmessi eventi riguardanti la musica vintage e le numerose associazioni e gruppi specializzati.

La scomparsa di Antonio Grasso, già editore di Radio Città di Pesaro

È morto nei giorni scorsi l’ingegner Antonio Grasso, per circa trent’anni editore e proprietario di Radio Città a Pesaro, l’emittente che aveva l’esclusiva della Scavolini Basket e che per decenni è stata un punto di riferimento per gli appassionati di questo sport, con le voci di Luciano Murgia prima e di Michele Zavagnini poi. Molto seguiti erano anche i notiziari di Radio Città, diretti da Elio Giuliani. “Grasso aveva rilevato Radio Città da Luciano Pagnoni, spostando poi la sede da via Sarah Levi Nathan al Centro Direzionale Benelli – ricorda l’edizione locale de ‘Il Resto del Carlino’ – , dove è rimasta fino alla chiusura. Oltre alla Radio, che ha lanciato tanti conduttori nel mondo dell’etere, Antonio aveva anche un’altra grande passione, la vela. La sua barca – ‘La Mania’ – aveva partecipato a tante edizioni della regata Pesaro-Rovigno sulla rotta dei trabaccoli. L’ingegnere, che aveva fondato l’impresa di costruzioni Sirio, aveva 81 anni. Lascia la moglie Angela e i tre figli Gabriele, Roberta e Davide”.

Altro lutto anche a Taranto

Un lutto radiofonico anche a Taranto. Ne riferisce tarantobuonasera.it: “La vittima… è Gianni Madaro settant’anni, oppure ‘Gianni Gianni’: è infatti così che lo ricordano coloro i quali hanno vissuto appieno i fantastici anni ‘70. Ma procediamo con ordine: Gianni come molti di noi si appassiona e si avvicina sin da giovanissimo alla musica come musicista, cominciando a suonare con Fulvio Carotti, suo grande amico e chitarrista eccellente, appassionandosi in modo particolare al basso. Dopo qualche anno fa il salto, diventando una colonna portante della band denominata ‘Les Double Faces’. Nel 1975 nasce un fenomeno che avrebbe mutato tante cose, interessi artistici di Gianni compresi, e cioè quello delle Radio Libere… La cosa non sfugge all’attenzione di Gianni Madaro, Loris Pepe, Franco Lauria e Mario Lauria i quali… immediatamente mettono in piedi la prima emittente tarantina e cioè Radio Taranto 102.500 MHz nella sua prima sede di via Leonida. L’iniziativa suscita subito tanto entusiasmo… Programmi come ‘Radio Taranto Notte’ e ‘Dischi e Dediche’, condotti entrambi da Gianni Madaro accompagnato dal suo incredibile ‘eco’, diventano istantaneamente dei veri e propri best seller radiofonici”. Bei tempi, ma poi Madaro cambiò genere e cominciò ad occuparsi invece del mondo dell’ottica e dell’optometria. Oltre al lutto per la sua dipartita, triste è anche la circostanza che, pochi giorni dopo Gianni Madaro, è venuta a mancare anche la moglie Elisa.

Babboleo: una speaker che scrive romanzi

Fa piacere la notizia che Paola Servente, nota voce della ligure Radio Babboleo, sia di nuovo in libreria con il suo secondo libro, ‘Il problema è che ti penso’. Ne ha parlato lavocedigenova.it. Si tratta di “un nuovo romanzo rosa che unisce le due passioni dell’autrice: la musica e la scrittura. La storia di Martina e Saverio, due caratteri opposti ma che finiscono per incontrarsi. Dopo ‘Il problema è che mi piaci’, la conduttrice, autrice radiofonica e voce del mattino di Radio Babboleo, Paola Servente, torna in libreria con ‘Il problema è che ti penso’ (Newton Compton Editori). Un nuovo romanzo ‘rosa’ ambientato nel Tigullio, a Rapallo, città in cui vive”. Servente ha una predilezione per le storie romantiche e spiega: “Quando mi metto a scrivere romanzi, la mia ispirazione è sempre per trame ‘rosa’, mentre nei racconti, che non ho ancora pubblicato, parlo di storie di rinascita e che hanno un taglio diverso”. A fare da sottofondo alle trame dei romanzi è la musica che Servente ama molto, e non solo per via della sua professione. Era perciò quasi fatale che la cosa si notasse in tutti i capitoli del suo libro: “Li ho chiamati tutti con un verso della canzone di Claudio Baglioni ‘Mille giorni di me e di te’, che fra l’altro mentre scrivevo il libro avevo anche intervistato in Radio, e questo ha reso ancora più determinante la mia scelta”.

Radio Sirio nel firmamento dell’emittenza locale siciliana

L’emittente siciliana Radio Sirio (con sede a Canicattì) nasce nel 1983. Negli anni ‘80 era semplice mettere in piedi un’emittente radiofonica, bastavano poche attrezzature (un giradischi, un mangianastri, un microfono e magari anche un telefono) e tanta voglia di farsi sentire. L’idea di Radio Sirio partì da un gruppo di giovani che erano soliti riunirsi e partecipare alle attività parrocchiali del convento di S. Spirito, allora retto dai padri francescani. “È una storia – la nostra – molto simile a quella che avete visto nel film ‘Radio Freccia’ – dicono a Radio Sirio – , con l’unica differenza che noi ‘fortunatamente’ siamo ancora qui e facciamo girare dischi da circa 38 anni. Diverse generazioni sono passate dai nostri studi e non ci meravigliamo più quando oggi, davanti al microfono, magari ritroviamo i figli dei nostri ex collaboratori. Tutti hanno dato qualcosa e nessuno è andato via senza ricevere nulla in cambio. ‘Più che una Radio una seconda famiglia….’ – e questo lo dicono in molti”. Nonostante sia sicuramente difficile sopravvivere nel contesto della radiofonia locale, Radio Sirio è riuscita a rimanere competitiva ed è in continua evoluzione. Tanto che a Canicattì non sono in vena di false modestie: “Nel firmamento della radiofonia locale italiana, la nostra è di sicuro una tra le stelle più splendenti”. “Il nome di Radio Sirio è nato una sera d’estate stellata – scrive siciliareporter.com – . Vincenzo Greco, direttore della Radio, mentre chiacchierava con alcuni suoi amici, alzò gli occhi al cielo e, vedendo una stella diversa dalle altre e da lui identificata come la stella Sirio, guardò i suoi amici dicendo: Sirio… Radio Sirio! Da lì in poi partì la Radio più importante di Canicattì, che tuttora allieta le nostre giornate con bella musica italiana e non sui 98 Fm”.

Radio Dreamland: il regno dell’ecospiritualità

Il sito torino.gaiaitalia.com ha raccontato per filo e per segno la realtà di Radio Dreamland, interessante emittente on line torinese che in aprile ha festeggiato il suo primo anno di vita. La ricorrenza è stata festeggiata, per la precisione, lunedì 12 aprile alle 21 in diretta Facebook alla pagina della Radio. Per l’occasione sono intervenuti tutti gli speaker. “L’idea della Web Radio – spiega gaiaitalia – è stata di Giancarlo Barbadoro, giornalista, musicista e poeta scomparso nel 2019. La sede è il magico ecovillaggio di Dreamland nel Parco della Mandria. La Web Radio, che si definisce ‘la voce dell’ecospiritualità’, è gestita da Rosalba Nattero, direttore artistico e anima della Radio, che ha raccolto l’eredità di Barbadoro e ha voluto dare seguito ai suoi progetti. Dice Nattero: ‘Siamo un gruppo di sognatori. Abbiamo un sogno: sogniamo un pianeta dove gli animali non vengano maltrattati, una Terra dove tutte le culture siano rispettate, dove i Popoli indigeni non vengano defraudati delle loro terre sacre. Un pianeta dove la natura sia tutelata e dove le altre specie vengano difese nei loro diritti e nelle loro culture. Un mondo che rispetti Madre Terra e ne colga l’insegnamento’. La Web Radio intende dare voce a chi non l’ha, a cominciare dagli animali, ma estendendo (l’idea) a tutte le culture invisibili che non vengono ascoltate, come i Popoli nativi del pianeta”. Propositi quanto mai impegnativi, come si vede, senza contare la sede nel prestigioso ecovillaggio. In questo primo anno di vita sono molti i personaggi illustri ospitati da Radio Dreamland. Si tratta di esponenti del mondo dello spettacolo, dell’attivismo, della cultura, della scienza e non staremo a citarne qualcuno, per non far torto a nessuno. Ancora Nattero: “La nostra Radio vuole dare spazio a quegli argomenti a cui l’attuale conservatorismo delle idee non dedica attenzione, come ad esempio il fenomeno UFO, l’indagine sulle antiche civiltà scomparse, le medicine tradizionali, l’intelligenza degli animali. Parliamo di meditazione e di spiritualità. Argomenti spesso banalizzati, conoscenze che sono appannaggio di culture invisibili che scorrono parallele alla storia, conservate in sacche che rischiano di estinguersi perché soppiantate dalla cultura maggioritaria”. Rosalba Nattero non è nuova a esperienze mediatiche: giornalista, musicista e scrittrice, ha condotto per 15 anni la trasmissione ‘Nel Segno del Graal’ sulla storica emittente piemontese Radio Flash e tuttora conduce la trasmissione ‘SOS Gaia, il pianeta vivo’ sulla Tv locale torinese Rete 7.

Mauro Roffi
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