M.AV.E. parte dal Trentino con il progetto App TV in HbbTV

L’associazione Media AudioVisivi Europei, dopo aver stipulato accordi, sia con i consorzi Go Dab, Media Dab e Space Dab che con importanti TV locali in tutta Italia, ha realizzato un proprio applicativo HbbTV stand-alone per la trasmissione audio/video delle emittenti radio socie.

Per la gestione (inserimento/rimozione e modifiche) diversificata in ogni regione/bacino DAB, è stato realizzato anche un apposito CMS installato su di un proprio spazio hosting.

Il servizio, offerto gratuitamente ai soci di ogni regione, da oggi è attivo per la regione Trentino Alto Adige su Trentino TV (canale 10) la televisione locale più vista in regione.

Entro il primo semestre del 2025, sarà completata la copertura in tutta Italia.

(Comunicato stampa)

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M.AV.E. contraria alla richiesta Rai di nuove frequenze aggiuntive DAB

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato, firmato dall’Associazione M.AV.E.

La associazione Media Audiovisivi Europei (M.AV.E.) interviene nel dibattito, in merito alla richiesta di RAI volta ad ottenere frequenze aggiuntive per la propria rete DAB e per la quale il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha formulato richiesta di parere ad Agcom, presumibilmente per le frequenze DAB+ non assegnate in alcuni bacini di utenza perché non richieste dai consorzi di radio locali in occasione dei bandi di manifestazione di interesse.

Già per troppi anni le radio locali hanno subìto una discriminazione a causa del lunghissimo periodo di sperimentazione conclusosi (non del tutto) solo quest’anno, con le assegnazioni definitive dei diritti d’uso ma ciò nonostante, in alcuni bacini, moltissime radio locali non potranno essere veicolate in DAB per la mancanza di risorse frequenziali. M.AV.E. ritiene che sin quando tutte, o la maggior parte delle radio locali analogiche, non saranno anche in DAB+, non solo non ci potrà essere un vero sviluppo della radiodiffusione in Digital Audio Broadcasting ma si violerebbe anche il diritto d’impresa e la pluralità prevista dalla nostra Costituzione, con gravissimo danno per il già difficile comparto radiofonico locale.

Se è pur vero che il Ministero possa solo attuare quello che pianificò l’Agcom, non bisogna però dimenticare che forse, quella pianificazione, non sempre tenne conto del reale status del numero di radio locali presenti in alcuni bacini. Ad esempio quando si pianificarono le risorse per il bacino d’utenza n°16 Puglia, ove esercitano ben oltre cento emittenti radiofoniche locali, si era consapevoli che almeno il 40% di queste radio non avrebbe potuto trasmettere in DAB, essendo stata prevista l’assegnazione dei diritti d’uso solo per tre reti locali?

Ed allora:
● se per alcuni bacini (come per la predetta Puglia), l’integrazione del PNAF DAB con nuove risorse frequenziali, dipende dal tavolo negoziale internazionale per la pianificazione delle frequenze lungo il bacino adriatico che però, da troppo tempo, è in una fase di stallo e che forse potrebbe attuarsi solo con lo spegnimento in Italia di molti impianti FM;
● se per lo spegnimento in Italia di molti impianti FM non viene ancora previsto il “budget” – che come per il DTT dovrebbe essere “stimolante” – al fine di favorire per davvero la dismissione integrale dell’attività analogica e/o degli impianti FM a fronte comunque della garanzia del mantenimento dei diritti e dei doveri per i concessionari che vogliono convertirsi al digitale;
● considerato che il Ministero, al fine di definire i successivi adempimenti di competenza, comunicherà all’AGCOM l’elenco delle reti non assegnate solo a conclusione dell’iter di assegnazione delle reti DAB;

come si può per davvero auspicare ad un futuro per la radiodiffusione digitale se le eventuali risorse frequenziali adatte per l’implementazione delle reti DAB, o tra quelle non assegnate in alcuni bacini di utenza o tra quelle non assegnata alla rete nazionale DTT n. 12, invece che ai consorzi locali verrebbero assegnate alla RAI per essere “aggiunte” alla loro rete già esistente?

(Comunicato stampa Associazione M.AV.E.)

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MAVE – Consultmedia: nasce joint venture

La convention DAB+ tenutasi al Relais Franciacorta (Bs) ha dato il via ad una nuova joint venture. I dettagli nel comunicato.

L’Associazione MAVE (Media AudioVisivi Europei), che rappresenta oltre 50 emittenti radiotelevisive a livello sindacale e Consultmedia, prima struttura italiana di competenze a più livelli nell’ambito editoriale e delle telecomunicazioni con 250 imprese assistite, hanno siglato un accordo di partnership.

La joint venture garantisce ai soci MAVE l’accesso a qualificati servizi di assistenza giuridica, amministrativa, tecnica, strategica ed economica di Consultmedia.

“Attraverso l’accordo con Consultmedia l’associazione MAVE si è assicurata per i propri iscritti una copertura integrale dei fabbisogni di consulenza tecnico-giuridica di alto livello”, ha commentato a margine della presentazione ufficiale dell’accordo, avvenuta il 21/01/2023 alla convention sulla radio digitale organizzata al Relais Franciacorta (Bs) dal consorzio Mediadab, Vincenzo Dolce presidente di MAVE.

“La partnership con MAVE consentirà a Consultmedia di sostenere, attraverso un sindacato di categoria, le istanze dei propri clienti affinché possano trovare la corretta sensibilizzazione. Attraverso l’integrazione, il polo MAVE-Consultmedia rappresenterà gli interessi di 300 imprese radiotelevisive, assurgendo ad interlocutore di primo piano nelle relazioni istituzionali”, ha spiegato Massimo Lualdi, avvocato partner di Consultmedia, che nell’occasione ha annunciato l’accettazione dell’incarico di vicepresidente di MAVE.

(Comunicato stampa)