Audiradio vs TER: rivoluzione o lenta marcia verso la Total Audience?

Con la pubblicazione sul sito Audiradio della “Nota metodologica”, iniziamo a capire come funzionerà la nuova ricerca sull’ascolto radiofonico. Speravamo in una vera rivoluzione, ma apparentemente sta iniziando un lungo cammino verso la Total Audience, nel solco del passato. Analizziamo insieme il documento.

Da “survey” a “stream

Cominciamo con un lista di alcune differenze notevoli.

L’asse portante della ricerca continua ad essere il tradizionale sistema delle chiamate telefoniche. In merito, confermate da Audiradio, Gfk e IPSOS che già operavano per TER, ma eliminata Doxa a favore di AltLab di Milano. Le due distinte survey di TER (indagine principale su 120.000 casi realizzata da Gfk e Ipsos + indagine parallela su 20.000 casi realizzata da Doxa) sono infatti rimpiazzate da tre stream, uno (A1) basato su 80.000 casi realizzato da GFK e Ipsos per le emittenti locali, uno (A2) su 40.000 casi realizzato da Ipsos per le emittenti locali e nazionali e un terzo (A3) basato su 80.000 casi realizzato come il primo da GFK e Ipsos per le emittenti nazionali.

Day After Recall e niente CAWI

Nulla cambia fin qui sulla modalità della rilevazione. Si tratta ancora una volta di indagine CATI, qui definita D.A.R. (per Day After Recall), che potremmo tradurre in “Quello che ti ricordi (di aver ascoltato) il giorno prima”. Le interviste vengono “somministrate” almeno al 50% “in hall” (crediamo voglia dire da casa).

Niente CAWI, l’indagine online dunque

In proposito, come nell’articolo di lunedì, è il caso di ricordare le parole del prof. Mannheimer durante la nostra intervista del 2023:
“Il metodo CATI funziona sempre peggio. Sarà sostituito completamente dal CAWI. È una delle conseguenze dell’abbandono dei numeri fissi a favore di quelli portatili, avvenuto ormai decine di anni fa. Col CATI ormai è difficilissimo fare sondaggi. Non solo è alto il tasso di non risposta, ma anche quelli che magari rispondono arrivano fino in fondo solo nel 10% dei casi”.

Universo

L’universo di riferimento da cui sono estratti i casi è unico per tutti gli stream e costituito da individui italiani o stranieri di almeno 14 anni presenti sul suolo italiano e raggiungibili tramite connessione di telefono fissa o mobile. Esclusi dunque i circa 6 milioni di italiani residenti all’estero (che però le radio italiane le ascoltano forse più degli italiani, in quanto è uno dei modi di restare in contatto con la patria) e tutti coloro che non sono raggiungibili via telefonica.

L’espressione “non raggiungibili” non equivale a “che non dispongono di”:

Pensiamo questo resti un punto critico, considerato l’altissimo numero di persone che non rispondono ai numeri sconosciuti o nascosti. In merito alla pagina 10 si chiarisce che gli istituti insistono su ciascun recapito telefonico per almeno cinque tentativi in caso di contatti non raggiunti – e questo era il motivo per cui nell’articolo di lunedì 20 gennaio abbiamo avanzato un’ipotesi assolutamente eterodossa che vi lasciamo scoprire qui.

Il campione

Così come per TER, anche in questo caso la nota metodologica fornisce al capitolo 2 robustissime prove della metodologia impeccabile che garantisce che il campione sia rappresentativo dell’universo. Per approfondire rimandiamo alla lettura del documento originale.

Le indagini sono strutturate in quattro trimestri e per tutti, il numero di casi rilevati è pari a 20.000 per le emittenti nazionali (stream A1 e A2) e 10.000 per le locali (stream A3).

In tutti i casi, la varianza della stima sulle province meno popolose viene corretta con la medesima formula di TER:

x = y*0.75 + z*0.25


L’obiettivo di questa formula è migliorare la rappresentatività statistica delle province più piccole (dove altrimenti il margine di errore sarebbe troppo alto, vedere la tabella più oltre).

DAB facoltativo

Come per TER, anche Audiradio mette nella sezione facoltativa (in funzione della “collaborazione dell’intervistato”, in altre parole se dopo tutte le domande relative ai vari quarti d’ora il caso non ha perso la pazienza). In caso, al caso viene posta una domanda non precisata relativa alla “digital radio (DAB+)”.

Margini di errore

Doveroso parlare dei margini di errore (o meglio, gli intervalli di confidenza delle stime), sempre ignorati – come nei sondaggi politici – da tanti commentatori. Il documento parla sia di “margine di errore” che di “intervallo fiduciario” ma – chiariamo – sono due parole diverse che esprimono lo stesso concetto.

In calce all’articolo riportiamo le tabelle complete che illustrano l’errore della stima nei vari “bacini di ascoltatori”. Qui ci limitiamo a illustrare i casi estremi:

Per lo Stream A, una emittente con un bacino di ascoltatori pari a 25.000 viene rilevata con un errore di stima pari al 37% (in altre parole, potrebbe avere tra i 15.847 e i 34.153 ascoltatori e altro non si può dire). Invece una (ipotetica) con un bacino di 9 milioni di ascoltatori avrebbe un errore di stima pari al 2%.

Per quanto riguarda lo stream B, dove le chiamate (o i tentativi di chiamate) sono inferiori l’errore passa dal 45% per il bacino di 25.000 ascoltatori e scende anche in questo caso al 2% per chi è nella fascia alta.

Un esempio – Radio Sportiva

Negli anni passati abbiamo ripetutamente chiesto a TER di fornirci la definizione esatta di “Bacino di ascoltatori”. Non abbiamo mai ottenuto risposta, pertanto continuiamo a utilizzare quella che ci pare più logica, cioè “quanti ascoltatori sono rilevati dall’indagine stessa”. Se ci sbagliamo e uno degli enti che effettua la ricerca volesse correggerci ne saremo più che lieti.

In ogni caso, rifacendoci ai dati del 2024, Radio Sportiva – per fare un esempio – dovrebbe essere rilevata con un errore pari al 6%. In altre parole gli ascoltatori “veri” dovrebbero essere compresi tra 930.000 e 1,05 milioni e questo resterebbe vero 95 volte se si ripetesse questa stessa indagine 100 svolte.

On Demand / Total Audience

Insomma, cosa c’è di nuovo? Se ne parla finalmente a pagina 44 (su 47). Il documento dice testualmente:

“Questo capitolo illustra la proposta di creazione di un archivio che rispetti l’obiettivo di valutare e calcolare le metriche inerenti alla pianificazione di contenuti digitali on demand (COD) rilevati attraverso l’SDK in modo esclusivo e congiuntamente agli ascolti delle emittenti riferiti all’impianto d’indagine CATI proposto”.

La frase ci ricorda vagamente il linguaggio di alcuni Primi ministri italiani ormai dimenticati: abbiamo pertanto chiesto a perplexity.ai di chiarirla:

Integrazione e SDK

Insomma, un lodevole tentativo di misurare gli ascolti reali in un mondo dove l’utenza non fa differenza tra “lineare” e “on demand”: se ascolto “Deejay chiama Italia”, ne sono un ascoltatore indipendentemente che lo faccia “nel quarto d’ora medio” diurno, nella replica notturna o via podcast.

E – aggiungiamo noi – se lo facciamo tramite un device che utilizza le librerie del mitico “Developer KIT” (che è un insieme di procedure pre-scritte, come quelle che calcolano il numero di Fibonacci, per intenderci) allora i dati saranno anche esatti, indipendentemente da quanto ci ricorderemo “il giorno medio dopo”.

Ci vorrà tempo

Ma, pensiamo di capire, consolidare e armonizzare questi dati con quelli classici sarà probabilmente molto complesso.

La nostra ipotesi è che la Total audience non sarà disponibile contestualmente ai primi dati di Audiradio, ma ben oltre: si tratta, ovviamente, di nostra ipotesi.

Il presidente di Audiradio Martusciello (che abbiamo disturbato – anche lui – di sabato) ci ha promesso che quando sarà il momento giusto potremo parlare/intervistare chi se ne occupa: non mancheremo di farlo. (Marco H. Barsotti per FM-world)

Appendice: tabelle

Stream A (nazionali e locali, 60.000 interviste a semestre)

Stream B (Nazionali, 40.000 interviste semestrali)