Mario De Santis: “La radio temo ‘morirà’ con questa fascia di età molto adulta”
Mario De Santis lascia la radio.
Da anni giornalista e conduttore di Radio Capital, con un passato a Italia Radio e ben 9 anni di collaborazione con “Deejay chiama Italia”, in un lungo post sui social ha ripercorso la sua carriera, spiegando il suo affetto per il mezzo.
“Sono diventato prima di tutto radiofonico per amore della radio e poi giornalista”, racconta via Facebook, dove racconta con trasporto vicende personali e professionali fino agli ultimi vent’anni trascorsi a Capital.
De Santis, tuttavia, non mette fine ad una emittente, ma alla radio in generale. Un mezzo che, senza tanti giri di parole, ritiene sia destinato ad esaurirsi, per lo meno nella modalità in cui lo conosciamo oggi.
“Oggi la radio è in assoluto il mezzo di comunicazione più ascoltato e fruito” – sottolinea – “più vivace e vero, ma è il più ascoltato in una fascia di età molto adulta. Gli schemi sono quelli. Oh naturalmente in bocca al lupo a chi resta e chi la farà Radio Capital, saranno anni ancora di impegno e vivaci. Ma al tempo stesso so che pure non si può fare diversamente: si fa questa radio di sempre e si continua così. Si invecchia insieme al nostro pubblico”.
Il giornalista sostiene che “La radio temo ‘morirà’ con questa fascia di età molto adulta. Magari morirà tra 20 anni, ma è già da adesso come finita in teoria, come una casa venduta. Mi sembra una ‘nuda proprietà’ che si considera esaurita, in cui il suo ultimo inquilino è quello proprio dell’ultimo che la abita”.
E poi una domanda: “La radio sarà sostituita da qualche altro mezzo? Forse, molto probabilmente la radio come spirito potrà sopravvivere sicuramente tra i podcast e il digitale, i social, ma al momento l’abitudine di ascoltare le FM è solo degli adulti e non ha ascoltatori under 30, pochi under 40. I dati parlano chiaro”.
Infine, una toccante conclusione: “Il mio addio a questo mezzo, che è anche il Mezzo che ha fatto il Novecento, è quindi doppio addio per me boomer, a questo mezzo che è il microfono che connette a un mezzo, che è la radio. La radio, che è (stato) l’altoparlante nella piazza. La radio che è (stato) il mio trampolino sul mare nella camera, so fare la radio bene, ma non so nuotare. La radio. Che è La voce della gente e la voce tra la gente. Che però forse non sa che tutto questo è finito. Finito, nel momento in cui la gente ha preso il sopravvento”.
Un finale molto forte, dunque, per un giornalista che innanzitutto è un radiofonico che ha sempre amato il mezzo. Buon proseguimento, ci sentiamo più che mai di dirlo, a Mario De Santis, di cui riportiamo il post integrale.
https://www.facebook.com/mario.desantis.radio.capital/posts/10165633833050347
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