Interferenze FM: la Svizzera chiede all’Italia la protezione delle frequenze dismesse

Dopo sloveni e croati anche gli svizzeri paiono partire all'”attacco” dell’Italia. In questo caso segnalando interferenze (“debordi innaturali”) alle frequenze FM, quelle abbandonate (spente) dall’SSR al 31 dicembre 2024. Marco Barsotti ne parla per FM-world con l’avvocato Massimo Lualdi.

Debordo innaturale

L’editoriale di Newslinet del 21 febbraio, che parla principalmente dell’annosa questione adriatica, si chiude con una notizia che non esiteremmo a definire bomba: gli svizzeri stanno iniziando a  inviare “una nutrita serie di segnalazioni di debordo innaturale” (relative alla banda FM) all’Italia.

Queste le frasi testuali dell’articolo:

Possiamo anticipare che la stessa Svizzera Italiana, all’indomani dello spegnimento delle frequenze FM della SSR (la radio pubblica elvetica) ha – come avevamo supposto a dicembre 2024 – inviato una nutrita serie di segnalazioni di debordo innaturale.

In questo caso, ad essere oggetto di doglianze non sono interferenze concrete, ma potenziali a risorse attribuite alla Svizzera in sede UIT. Perché – come più volte abbiamo avvertito – lo spegnimento delle frequenze assegnate non determina una rinuncia al diritto di esercirle”.

Rumore bianco

Sollevare oggi la questione ci è parso talmente paradossale che abbiamo contattato il direttore di Newslinet, Massimo Lualdi (che, come noto, è anche un avvocato specializzato in diritto della radiodiffusione, autore di diverse pubblicazioni giuridiche, di cui una, del 2004, dedicata proprio all’annosa questione delle interferenze internazionali in FM tra Italia e Svizzera), per qualche chiarimento. L’intervista ha avuto luogo il 26 febbraio 2025.

L’intervista

FM-world: Nell’articolo parlate di “nutrita” serie di segnalazioni. Potete condividere qualche dettaglio in più?

Massimo Lualdi – A Newslinet risulta che l’UFCOM, l’Ufficio Federale delle Comunicazioni (l’equivalente della nostra Agcom, con competenze anche tipiche del Ministero delle Imprese e del Made in Italy) abbia reiterato una serie (nutrita, nell’ordine di decine di casi) di segnalazioni di debordo oltre i limiti consentiti dall’UIT (l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni) di segnali FM italiani.

Una reazione da noi ampiamente attesa (l’avevamo ipotizzata già nell’autunno 2024) per una serie di circostanze: da una parte il fatto che l’assenza di segnali svizzeri dominanti avrebbe reso maggiormente evidenti quelli italiani in territorio elvetico; dall’altra per il fatto che la presenza radiofonica italiana chiara (nel senso di chiaramente sintonizzabile) sarebbe stata considerata non solo un’ingerenza nella sovranità territoriale di uno Stato estero, ma anche una forma di concorrenza sleale (nella misura in cui ciò consegue ad un asserito – ed ovviamente tutto da dimostrare – abuso, attuato attraverso un debordo non naturale e quindi volontario del segnale).

FM-world: La domanda  che viene spontanea è: stanno reiterando oggi segnalazioni già fatte quando c’erano vere interferenze o si sono accorti del problema solo oggi che ovviamente di interferenze non si può parlare?

M.L.:  Probabilmente entrambe le cose. Certamente l’assenza di segnali locali, come detto, rende intellegibili debordi prima non verificati…

Debordi svizzeri

FM-world: In un’intervista all’editore di Studio+, Claudio Tozzo aveva affermato: “Interferenze ai croati? In gran parte inesistenti, lo Stato italiano deve tutelare le imprese nazionali“. Pensate la stessa cosa si possa applicare ai rapporti con la Svizzera?

M.L.: Sicuramente ci sono stati casi strumentalizzati, così come ritorsioni (oggi si definiscono sul piano di una politica internazionale edulcorata, “contromisure”) elvetiche. È questo il caso dell’attivazione, a Castel San Pietro, sopra Chiasso, in Svizzera, di frequenze fortemente debordanti in Italia, a danno di importanti emissioni private del nostro Paese. Situazione mai risolta sia sul piano amministrativo che giudiziario in vent’anni e giunta a conclusione solo a fine dicembre 2024 con lo spegnimento delle trasmissioni FM della SSR, la Radio pubblica svizzera.

Accorgimenti tecnici

FM-world: Sempre Claudio Tozzo aveva concesso che “La colpa possiamo averla in parte anche noi italiani, se non introduciamo opportuni abbassamenti”. È il caso anche per la Svizzera? Perché – se non ricordiamo male – molti anni fa gli impianti del Penice erano stati dismessi a favore di Valcava (con puntamento verso sud) giusto per evitare interferenze.

M.L.: La Svizzera mantiene le assegnazioni frequenziale effettuate dall’UIT. In astratto potrebbe riattivarle in qualsiasi momento e quindi ne rivendica il pieno potenziale sfruttamento (nel rispetto della propria sovranità radioelettrica).

Sul piano giuridico esiste però una sfumatura rilevante rispetto alla situazione precedente: oggi non si può più parlare di interferenze a qualcosa che non esiste (l’impianto interferito), ma solo di debordo oltre limite. Ed è su questo che, inevitabilmente, si svilupperà il confronto. Che prevediamo acceso.

Nota

L’immagine relativa allo spegnimento della frequenza 88.4 FM da Pizzo Matro è tratta da questo video: https://www.youtube.com/watch?v=xh5ThtxxZ-U&t=48s