Radio Amore torna a Palermo

Radio Amore ha ripreso a modulare a Palermo e su diverse zone della Sicilia.

Gli 88.3 da Monte Pellegrino ed il resto della rete ad essa collegata non diffonde così più Radio Cuore Ricorda.

Quest’ultima esce di scena dall’etere locale, mentre Radio Amore torna a servire una zona che già copriva precedentemente.

(Si ringrazia Salvatore Nasca per la segnalazione)

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Rai Radio2 si avvicina all’esordio ‘visual’ su Rai Play

Manca circa un mese al debutto ‘visual’ di Rai Radio2.

Dal 14 settembre, tutti i programmi della seconda rete saranno ‘osservabili’ attraverso la piattaforma Rai Play.

«Oltre ai microfoni, accenderemo le telecamere in tutti i nostri studi, tutto il giorno, ogni giorno», ha dichiarato nelle scorse settimane il direttore di Rai Radio Roberto Sergio.

«Da settembre», aggiunge, «porteremo così in video i 60 conduttori della radio, con tutta la loro energia e il loro buonumore, per un’offerta di flusso all’insegna della leggerezza intelligente. E durante le canzoni, ovviamente, si potranno vedere in onda i relativi video musicali».

Rai Radio2 è la prima radio del pacchetto Rai ad attivare la modalità visiva.

Il direttore Paola Marchesini ha creduto fin da subito in questa opportunità e ha lavorato al palinsesto audio/video per arrivare all’obiettivo entro l’inizio della nuova stagione.

«Oggi siamo la realtà editoriale italiana tecnologicamente più all’avanguardia», sostiene Roberto Sergio dalle pagine web di Radio2. «Sui contenuti siamo sempre stati leader. Unendo le due cose credo che avremo delle belle soddisfazioni».

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Lattemiele e Love FM ottimizzano la loro reciproca copertura in Veneto

Novità nell’FM del Veneto dal 24 agosto.

Lattemiele e Love FM ottimizzano le proprie reciproche coperture tra Padova e Rovigo.

Al momento, Lattemiele a Rovigo e nel basso padovano trasmette sui 98.0, mentre Love FM sui 106.1 MHz. Entrambe dal Monte Cero (Pd).

A breve, dunque, le due realtà si scambieranno le frequenze giungendo al seguente compromesso:

Lattemiele modulerà sui 106.1, limitrofi ai semi-regionali 106.2 dal Rubbio (Vi).

Love FM invece sarà isocanale con i 98.0 da Monte Gallo (Pd) e da Chioggia-Sottomarina (Ve).

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

R101 festeggia le notti d’estate con la musica dagli anni ’90

Qualche giorno fa, su FM-world parlavamo di quante emittenti, ancora oggi, trasmettano musica degli anni ’70/’80.

C’è chi per l’estate 2020, invece, ha scelto gli anni ’90. O meglio le hit dagli anni ’90 ad oggi.

Stiamo parlando di R101 che ogni notte, per sette ore consecutive, sta proponendo il “Summer Party”.

Dalle 20.00 alle 3.00, una “non stop” di canzoni estive che hanno contraddistinto una delle ultime 30 stagioni, dal 1990 ad oggi.

Musica e ricordi relativamente recenti, dunque, sono il mix che l’emittente del gruppo RadioMediaset sta facendo gustare al proprio pubblico per il mese di agosto, in attesa della ripartenza del nuovo palinsesto a settembre.

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Selvaggia Lucarelli: “Da settembre si torna in radio”

Da settembre, Selvaggia Lucarelli torna in radio.

È la stessa giornalista-blogger ad annunciarlo, tramite le storie del proprio profilo instagram.

Il suo esordio “via etere” era avvenuto nel 2004 su Rai Radio2, ma il periodo di maggior continuità è stato a m2o dove, dal 2012, ha condotto prima “La fine del mondo” e successivamente “Stanza Selvaggia”.

Ulteriori dettagli sulla sua nuova destinazione radiofonica, nei prossimi giorni.

(Si ringrazia Michelangelo Borello per la segnalazione)

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Quale sarà il futuro dei podcast nati durante il lockdown?

Fabio Donolato è conduttore di Radio Nerazzura, giornalista freelance e autore di progetti podcast.

Da questa settimana, pubblicheremo periodicamente alcuni suoi editoriali, relativi ai settori di sua pertinenza.

Cominciamo da quello dei podcast.

“Quale sarà il futuro di tutti i podcast nati dal coronavirus?”

Cerchiamo di capire che fine faranno tutti quei progetti avviati durante il lockdown che ora rischiano di sprofondare negli hard disk di migliaia di italiani che, una volta ricominciata la vita di sempre, non hanno tempo e voglia di proseguire nel loro intento.

Durante il periodo del lockdown, il movimento del podcast italiano ha registrato un incremento e una crescita senza pari nella storia del nostro Paese. Sarà perché il tempo a disposizione per ascoltare e realizzare podcast è stato sicuramente maggiore rispetto al solito, sarà anche perché ormai la tecnologia ci permette di confezionare questo tipo di prodotto in maniera più semplice e con un risultato tutto sommato passabile senza grandi sforzi tecnici. Sarà, ma la domanda che mi faccio è la seguente: “qual è il livello qualitativo dei podcast nati e cresciuti durante il lockdown? E soprattutto: quale sarà il loro futuro?”.

Parlo da addetto ai lavori, ma anche da appassionato del genere e del movimento. Sono ben contento che ci si sia avvicinati a questo prodotto che, quando realizzato con metodo e con le conoscenze necessarie, può diventare uno strumento per la divulgazione, un modo per approfondire determinati argomenti, ma anche semplicemente un modo per tramandare racconti che una volta venivano passati di generazione in generazione solo oralmente.

Per fare un’analisi un po’ più approfondita sul tema, partiamo da un caso positivo e che può da scuola per gli appassionati del genere che abbiano voglia e interesse a lanciarsi nel mondo podcast: “Veleno” di Pablo Trincia. Un esempio di come fare giornalismo utilizzando al massimo le potenzialità di uno strumento come il podcast, diventato negli anni di facilissimo consumo grazie agli smartphone ma – soprattutto – grazie alle tariffe telefoniche che permettono di usufruire di svariate decine di giga di traffico internet mensile da spendere per ascoltare musica e podcast in mobilità.

Torniamo a Veleno: l’inchiesta del giornalista Pablo Trincia, pubblicata come podcast sul sito Repubblica.it, è un prodotto ben fatto e appassionante, diviso per episodi, scritto ottimamente e ricco di contenuti esterni, dichiarazioni, documenti ufficiali, parti di testimonianze originali riguardanti una torbida vicenda avvenuta alla fine degli anni ’90 nella bassa padana dove alcuni bambini furono tolti alle famiglie perché coinvolti dai genitori stessi in riti satanici in cimiteri più o meno abbandonati. Non vi voglio spoilerare la storia, ma tanti di voi già la conosceranno e la utilizzo solo per dimostrare che un podcast, se fatto bene, con un lavoro paziente durato anni e – cosa non da poco – supportata da un sostegno editoriale ed economico può diventare davvero uno strumento potentissimo per raccontare storie.

Che cosa è successo durante il lockdown? Che tanti appassionati di radiofonia si sono buttati a capofitto sul mondo dei podcast da “isolamento casalingo” trattando gli argomenti più disparati: gli appassionati di sport, per fare un esempio, annoiati dallo stop di tutte le manifestazioni, sono andati a scavare nel baule dei ricordi e hanno tirato fuori riflessioni personali, analisi postume, ricorsi storici che adesso hanno trovato casa nei server di qualche provider sparso nel globo. Altri, invece, hanno dedicato questo tempo a registrare interviste con esperti (i più quotati, ça va sans dire, gli scienziati, i virologi, gli amici che avevano il sogno di diventare medici ma si sono fermati al test di ammissione) di qualsiasi materia, pur di riempire il vuoto delle nostre vite nella fase dell’isolamento forzato.

Tutto molto bello: sono contento che anche da noi in Italia qualcosa si stia muovendo dal punto di vista dei podcast, ma adesso di tutti questi progetti appassionati, che ne sarà? Dovessero rimanere chiusi in tanti piccoli hard disk sarebbe davvero un peccato. Non facciamo morire questi podcast, perché sono una testimonianza di un periodo che mai ci eravamo trovati a vivere nella nostra esistenza. Una traccia del nostro passaggio su questo pianeta, come le storie che ci raccontavano i nostri nonni, adesso noi possiamo fare lo stesso con i nostri nipoti e mantenere viva la memoria ricordando a tutti che, anche in clausura, la creatività non si è mai spenta. Anzi: è diventata podcast.

Fabio Donolato

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]