“Spazio 2050”: Giornale Radio celebra la Giornata Nazionale dello Spazio

Importante iniziativa su Giornale Radio. I dettagli nel comunicato.

Giornale Radio, la radio libera di informare, si unisce alle celebrazioni della Giornata Nazionale dello Spazio dedicando uno speciale della trasmissione “Spazio 2050”, condotta da Francesco Massardo, in onda sabato 16 dicembre dalle 14 alle 16.

Un viaggio avvincente tra scienza, tecnologia e il mistero dello spazio, che Giornale Radio percorrerà insieme agli ascoltatori e ai grandi protagonisti: durante la puntata di “Spazio 2050” interverranno diversi ospiti illustri, tra cui Franco Malerba, il primo astronauta italiano della storia, che ha fatto parte dell’equipaggio portato in orbita dallo Space Shuttle Atlantis il 31 luglio 1992 nel corso della missione STS-46.

Giornale Radio dedicherà ampio spazio alla Giornata Nazionale dello Spazio anche all’interno di altri programmi presenti nel suo ricco palinsesto.

Domenico Zambarelli, editore di Giornale Radio, sottolinea l’importanza dell’iniziativa: “Giornale Radio è sempre in prima fila nel promuovere tematiche fondamentali come lo spazio. Questa giornata è un’occasione unica per sensibilizzare il pubblico sugli incredibili progressi scientifici e tecnologici che contribuiscono al miglioramento della nostra vita quotidiana. È importante raccontare, soprattutto alle nuove generazioni, il fascino dello spazio in tutte le sue sfaccettature: dalle attività spaziali alla promozione dell’eccellenza italiana nel settore, passando per la forte presenza del nostro Paese nella nuova corsa alla luna con le missioni Artemis. Un impegno che Giornale Radio porta avanti da tempo, con credibilità e lungimiranza”.

Vi invitiamo a seguire numerosi “Spazio 2050”, in onda sabato 16 dicembre dalle 14 alle 16, solo su Giornale Radio, la radio libera di informare, per celebrare insieme la Giornata Nazionale dello Spazio. Perché lo spazio è la nostra casa, lo spazio è la nuova frontiera.

Giornale Radio nasce come progetto multipiattaforma ed è disponibile in FM, DAB+, live streaming, su App, aggregatori, su canali social, attraverso gli smart speaker, su SAMSUNG TV PLUS, canale 4310 e nel bouquet di SKY al canale 756, SAT HOT BIRD 13° EST, canale 1625. I podcast sono fruibili on demand sul sito, App e aggregatori.

(Comunicato stampa)

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Giornale Radio: nuove frequenze FM

Con il lancio della nuova campagna promozionale, Giornale Radio ha reso note alcune frequenze su cui è stata collegata (o è in fase di collegamento) in questi giorni.

L’emittente dedita all’informazione – la cui diffusione resta prevalentemente digitale – può disporre dei seguenti nuovi canali FM: 99.2 per Lucca-Garfagnana, 97.6 per Canicattì-Agrigento, 95.8 per Benevento.

A queste, si aggiungono altre frequenze già presenti da tempo, tra cui i 92.8 per Milano e Lombardia centrale ed i 95.3 per Roma.

Giornale Radio è presente su tutte le principali piattaforme digitali, dal DAB+ all’IP al satellite.

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Al via la nuova campagna promozionale di Giornale Radio su tv e stampa

Giornale Radio lancia la prima propria campagna su importanti reti televisive e sulla stampa nazionale. I dettagli nel comunicato.

È partita la nuova campagna promozionale su tv e stampa di Giornale Radio, la radio libera di informare.

La programmazione televisiva prevede una settimana di promotion su La7, con 28 spot da 15’’, on air da domenica 5 novembre, a rotazione all’interno dei più seguiti programmi di informazione.

La campagna tv include anche due settimane di on air (6-20 novembre) su Up TV Telesia, la tv degli aeroporti, principali metropolitane e bus sul territorio nazionale.

È inoltre prevista una settimana di on air (7-13 novembre) sul canale CNBC (70 spot da 15’’), il primo canale italiano dedicato al business e alla finanza.

Alla campagna televisiva, si affianca quella sulla stampa che prevede la pubblicazione di una pagina su Il Sole 24 Ore e una pagina su Italia Oggi.

“Giornale Radio si promuove con il posizionamento sempre più autorevole nel panorama dell’informazione italiana – le parole dell’editore Domenico Zambarelli –. Con grande entusiasmo annunciamo questa nuova campagna, il primo passo per far conoscere la nostra emittente sulle principali reti televisive italiane, un impegno costante per raggiungere obiettivi e livelli di penetrazione sempre più elevati”.

“Ogni giorno alziamo il volume dell’informazione libera e diamo voce agli italiani, con oltre 30 interviste a ministri, sottosegretari, parlamentari, professori all’interno dei vari programmi. Giornale Radio assume così un ruolo sempre più preminente, con un’attenzione particolare a un’informazione libera e pluralista”, conclude l’editore Domenico Zambarelli.

(Comunicato stampa)

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Ancora novità nella programmazione di Giornale Radio: dal 7 ottobre “Spin Doctor” di Luigi Crespi

La stagione radiofonica è iniziata già da alcune settimane, ma Giornale Radio aggiunge ulteriori nuovi tasselli al proprio palinsesto. La novità di oggi riguarda la programmazione del weekend, giustamente non considerata secondaria rispetto a quella della settimana lavorativa. Qui di seguito il comunicato stampa ricevuto:

Spin Doctor su Giornale Radio

spin doctorOgni sabato, a partire dal 7 ottobre, Luigi Crespi sarà in onda dalle 11 alle 13 con il suo nuovo programma “Spin Doctor” su Giornale Radio, la radio libera di informare. Il ritorno in radio di Luigi Crespi nella passata stagione è stato un successo, motivo per cui Giornale Radio ha voluto puntare ancora su di lui con questo nuovo appuntamento settimanale incentrato sui sondaggi, forniti in esclusiva da Proger Index Research, che per sette anni è stato l’istituto di ricerca di Piazza Pulita.

Crespi tornerà così a presentare e commentare i suoi sondaggi dopo tanti anni, pur rimanendo uno dei più importanti spin doctor, consulente di comunicazione e di brand in Italia, nonché produttore di documentari di successo. Ogni settimana conosceremo le intenzioni di voto, la classifica dei ministri e molto altro ancora. Un importante percorso di avvicinamento alle elezioni europee, ma non solo: “Spin Doctor” sarà una trasmissione dove si parlerà di attualità, cultura, arte, spettacolo, sport e la mappa del weekend con collegamenti dal territorio e dalle varie città italiane. Per sapere oggi cosa succederà domani. Solo su Giornale Radio, la radio libera di informare.

“Siamo lieti di iniziare questa nuova stagione con Luigi Crespi, con l’introduzione dei sondaggi che verranno realizzati da Proger Index Research, che vedrà Giornale Radio impegnata nell’aprire una nuova area di informazione per i nostri ascoltatori – le parole dell’editore Domenico Zambarelli –. Un passo importante per un mezzo di informazione come il nostro per dare visibilità a dati e sentimenti del pubblico verso la politica e le istituzioni. Un viaggio, che ci porterà fino alle elezioni europee, realizzato con l’apporto di una prestigiosa firma delle ricerche come quella che apporrà Luigi Crespi con la sua credibilità e la sua sapiente analisi, e che porterà a Giornale Radio un elemento in più per dare una libera e trasparente informazione”.

“Con l’arrivo di Luigi Crespi alla conduzione di un nuovo programma del sabato mattina si estende l’offerta del palinsesto di Giornale Radio – ha dichiarato il direttore editoriale Daniele Biacchessi –. Crespi, che già collaborava con noi nella passata stagione il venerdì sera, fornirà ogni settimana un sondaggio esclusivo sul peso politico dei partiti impegnati nella campagna elettorale, sul grado di preferenza di leader di maggioranza e opposizione e ministri, più in generale sugli interessi e sul comportamento degli italiani rispetto a temi politici, economici, sociali e culturali. Un termometro che misurerà in modo scientifico le tendenze politiche del nostro Paese”.

(Comunicato stampa)

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Giornale Radio: From Italy an innovating 24h all news radio in the tradition of great italian journalism

Giornale Radio represents one of the main innovations in Italian national radio broadcasting in recent years. For the new season the schedule, which is now live all day, has been further enriched: we have therefore decided to host an in-depth conversation with editorial director, Daniele Biacchessi.

Daniele Biacchessi has extensive radio experience, having worked for Radio Lombardia, then Radio Regione, Radio Popolare, Radio Rai regional Lombardy and national (Blue note and Folkconcerto), Trm2, Italia Radio, Rete A, Antennatre, Telenova, Radio 24, Giornale Radio. He has written for numerous publications including l’Unità, Europeo and Mucchio Selvaggio.

Giornale Radio

Giornale Radio is a national radio station, dedicated to news and in-depth analysis of national and international events.
Since its birth, it had immediate succes and it’s currently recording more than 300.000 daily listeners reported by TER (local equivalent of UK’s RAJAR), already in its second year of existence.
It presently broadcasts live for 14 hours/day (6-20), and the newsroom is composed of 14 valiant journalists.
Giornale Radio is distributed over IP, DAB+ and FM in key markets such as Milano and Rome.

The interview

Marco Hugo Barsotti: Giornale Radio is now live all day: the team of presenters and journalists is complete, or are you thinking of growing further?
Daniele Biacchessi: Yes, Giornale Radio has grown in terms of image, listening, production, and today it offers the national radio scene a high quality journalistic offer. I think there is still room for growth also because the potential audience for a news radio has not yet been reached. Giornale Radio is currently rooted in five strong segments: Lombardy, Piedmont, Lazio, Emilia-Romagna, Campania. There we have established ourselves where the production system is most developed. The audience of a channel like ours wants to be informed while events are happening, and on Giornale Radio facts are separated from opinions, especially from my commentaries and those of Ferruccio Bovio which represent the editorial line of the radio.

All opinions are equally dignified, just as the selection of guests is made essentially on the basis of news, not trends or the mainstream. It is a radio that does not spare anyone. I’ll give some examples. If the government announces a budget law, let’s say, lacking adequate financial cover, which risks becoming a mere election campaign announcement, we highlight this to our listeners, we do not hide the problem. We do the math. And this applies to any government in office.


No to single thought

MHB: Let’s talk about the Ukraine case. Not everyone agrees with unconditional support for Zelensky…
DB: That’s correct. But when much of the information, at the beginning of the conflict between Russia and Ukraine, seemed to report the war through a single thought, we chose to narrate the conflict through the plurality of sources, testimonies, opinions, with a fixed correspondent from Moscow.
What we have done depends essentially on the quality of our presenters, names such as Luca Telese, Giuliano Guida Bardi, Vicky Mangone, Manuela Donghi, Pasquale Tridico, Lapo de Carlo, Paolo Sergio, Francesco Borgonovo, Francesco Massardo, Sergio Luciano, Roberto Frangipane, Marco Trombetta. To whom, and I announce it to you first today, Luigi Crespi will also be added from October.

Journalism of the last century…

MHB: In a recent interview, Hannah Gelbart from BBC had explained the long and complex process implemented by the British public service to validate and filter the information coming directly from social channels. Do you also use these channels or do you rely on classic services like ANSA?
DB: Let’s take a step back. Modern newsrooms are much more structured than in the past and journalists tend to move away from the street and people. For much of the twentieth century, the communication and transmission possibilities for a reporter are precarious: they go from correspondence by letter to telegraph, to conversation and dictation of pieces by telephone. So the times get longer, but the content of the articles is not always written “at the desk”, but is conceived and devised on the spot where the events take place. So in the twentieth century the journalist, who is an intermediate body between institutions and readers, accesses first-hand sources, the main interlocutors and relations with the authorities become more direct and transparent.

…and that of today

Today the situation has certainly been reversed. Journalists have to deal with influencers, spin doctors, communicators of all kinds and the manipulation of news makes it increasingly difficult to distinguish true from false. However, compared to the twentieth century, journalists now have increasingly sophisticated technological tools at their disposal: smartphones incorporate very powerful, high quality audio and video recording units, capable of transmitting written, read and filmed reports in real time. Broadband data transmission reaches the reader while the facts are happening: the use of social media, Facebook and Twitter foremost, gives the primary user the feeling of having the information at hand, within reach of their phone, anywhere in the world with a connection.
Thus, investigative tools, which in the twentieth century are essentially paper-based, thanks to connective technological innovations, become infinitely more powerful and refined. In the third millennium the need for quality journalism and in-depth analysis grows, which can counter the daily bombardment of data, news, points of view, comments, interpretations, press releases, simplifications, slogans, tables, biases, distortions and sweetened versions.

Citing sources, always

MHB: The problem remains of separating the true from the background noise, so to speak…
DB: Today to achieve authority and reliability the journalist must demonstrate having been honest, having heard and recorded all possible points of view, not relying on their own prejudice, on a theorem. It must provide sources and must cite where they come from. This is the point. Here there is no need to certify the news, but to do well the job we are paid for. Citing sources, as well as being a proper deontological attitude, is also functional to the stipulation of a real contract based on the truthfulness of the information. In essence, a service does not work just because of the sloppy style, incorrect quotes or poor construction, but also because adequate research has not been done. There are primary or first level sources, those that guarantee credibility to information, because they have institutional authority, because they are recognized as having specific expertise. There are secondary or second level sources, whose reliability is entrusted to the same journalistic quotation, in the sense that it is the journalist, giving them a voice, who legitimizes them in the eyes of his audience. The source must be official, even if it is a simple citizen, a mayor, a municipal administrator, an assessor, a witness. There must be a name, a surname, an address.
MHB: So the possibility for those listening to do a cross check, their own personal verification, if they believe.
DB: Exactly: There must be no initials of the witness’s name, voices extracted from intercoms, from phone calls with smartphones in which the speaker says nothing. You have to work for documents. The news must be checked through the comparison of multiple available sources. First and foremost institutional ones, direct ones, the testimonies. The verification of news also involves the critical use of other secondary sources: agencies, public and private radio, TV, the internet.

Breaking News

The “big” news should be broadcast on radio and TV in the form of breaking news, and then distilled in depth so as to make the news interesting and lasting. The use of breaking news must be calibrated….
MHB: …it reminds me of a competing group that calls all of its newscasts “breaking news”…
DB: …I was saying, the use of breaking news must be calibrated on the true importance of the news and it must be short, postponing further updates and insights. In the case of a very important news story we must have the promptness, strength, commitment, availability and organization to overturn the schedule with continuous live coverage and a change of voices and conduction.
The form must always be narrated. First the news as complete as possible, then the live interview, not the other way around. The listener must be assured that at any time of the day they will be informed by someone who has prepared with the utmost care. On radio, TV, in print and on the web, the poor preparation of those who write or speak multiplies.

To obtain the maximum amount of information, the presenter will be equipped with tools for immediate visual consultation (agencies, national and international portals). The schedules with the guest selections will have to adapt to the hierarchy of the news and the layout technique.

If the main news story is the war it opens with that, not something else, and a scan will be given to the succession of topics. The style must be popular and correct in form, preferably terms in Italian, if in English explained quickly. Political ones should focus on the unfolding of events, understanding issues, more than the sum of statements or backstories. A good radio and TV piece will contain voices, direct testimonies, something that gives rhythm and substance to the story. The monologue does not work, unless it is an editorial, because it is separate from the news. We almost always do it, I cannot confirm for others.

Breaking news… or rather, Flash News
MHB: Are you equipped for unforeseen events outside of normal hours?
DB: We have already reported major events in History by disrupting the usual schedule, inserting specials, live coverage. Our format is talk-news, not talk-radio or all news. This means that Giornale Radio always transmits a flow of news, comments, opinions, multiple voices. A format that does not need boxed-in schedules, a rigid schedule. When Silvio Berlusconi died, the presenters themselves, with great sense of responsibility and maturity, kept the live broadcast going by redesigning the schedule, shaping the flow with current events, with the facts. A schedule made up of closed boxes and small gardens drives the audience away, it is an old and outdated model, globally as well as in Italy.

Behind the scenes

MHB: Beyond the presenters we hear on air there is a newsroom that works behind the scenes. Can you explain how it is organized and if you currently offer opportunities for young journalists or even just interns?
MHB: Beyond the presenters we hear on air there is a newsroom that works behind the scenes. Can you explain how it is organized and if you currently offer opportunities for young journalists or even just interns?
DB: It is a newsroom made up of presenters, assistants, collaborators, which focuses on young people and also hosts interns. The strength of Giornale Radio lies precisely in this teamwork that the publisher Domenico Zambarelli, myself as editorial director, and Manuela Donghi in the role of deputy director with responsibility for the economic sector, we are putting in place in a short time.

GR News

MHB: The GR News channel has taken the place that Giornale Radio had at the beginning. But it seems very underpromoted, isn’t it a missed opportunity?
DB: Our newscasts are produced by Area agency with which we have built a fruitful relationship for both. Those newscasts are the result of a long operational discussion involving the Area editorial staff and ours. What you hear every day, especially in the long newscasts, is added value. The jingle, the short titles, the choice of voices, the signatures announced at the beginning by the presenter, the signatures at the end of each report. It is a decisive change of pace, not a missed opportunity. Giornale Radio focuses on programs and Area on newscasts. Together they make up a single certified, verified, quality information product. Good information.

Looking beyond Italy

MHB: To conclude, can we ask you a tough question?
DB: Go ahead.
MHB: In the past season you offered a complete overview of the day’s events for those who decided to listen – perhaps during dinner – after getting home. In the season just started at the same times we can hear endless interviews with Italians abroad (sometimes of very debatable importance) and… Borgonovo.
The impression is of a shift from a news radio to a talk radio…
DB: As I told you, we are not a talk radio, not even an all news radio, but a unique format: a talk news radio, where each presenter carries on their piece of the story.What you call “endless interviews with Italians abroad” are actually public service information, which public service often forgets. The stories make the difference. Listeners identify with those stories, because the father and mother have a child who has gone far away looking for a job and dignity, perhaps excellence.
The presence of Francesco Borgonovo shows that Giornale Radio, while having a very clear editorial line, remains a unique, independent and pluralistic information medium. (M.H.B. for FM-World)

Daniele Biacchessi (Giornale Radio): “Né Talk radio né All News, noi format unico”

Giornale Radio rappresenta una delle principali novità nel campo dell’emittenza radiofonica nazionale degli ultimi anni. Per la nuova stagione il palinsesto, che ormai è live per tutta la giornata, è stato ulteriormente arricchito: abbiamo pertanto deciso di integrare l’intervista all’editore Zambarelli, apparsa qualche settimana fa, con una conversazione approfondita al direttore editoriale, Daniele Biacchessi.

Quest’ultimo riesce a mettere in prospettiva storica alcuni fenomeni di grande importanza per il mondo della comunicazione di oggi.

Daniele Biacchessi ha una lunga esperienza radiofonica, avendo lavorato per Radio Lombardia, poi Radio Regione, Radio Popolare, Radio Rai regionale Lombardia e nazionale (Blue note e Folkconcerto), Trm2, Italia Radio, Rete A, Antennatre, Telenova, Radio 24, Giornale Radio. Ha scritto per numerose testate tra cui l’Unità, Europeo e Mucchio Selvaggio.

L’intervista

Marco Hugo Barsotti: Giornale Radio è ormai live per tutta la giornata: la squadra dei conduttori e giornalisti è al completo, o pensate di crescere ulteriormente?
 
Daniele Biacchessi: Sì, Giornale Radio è cresciuta sul piano dell’immagine, dell’ascolto, della produzione, e oggi offre al panorama radiofonico nazionale un’offerta giornalistica di alta qualità. Penso ci sia ancora uno spazio di crescita anche perché il potenziale pubblico di una radio d’informazione non è ancora stato raggiunto. Giornale Radio è radicata al momento in cinque segmenti forti: Lombardia, Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna, Campania. Lì ci siamo affermati dove il sistema produttivo è maggiormente sviluppato. Il pubblico di un canale come il nostro vuole essere informato mentre i fatti accadono, e a Giornale Radio i fatti sono separati dalle opinioni, soprattutto dai miei corsivi e quelli di Ferruccio Bovio che rappresentano la linea editoriale della radio.
Tutte le opinioni hanno pari dignità, così come la selezione degli ospiti viene effettuata essenzialmente sulla base delle notizie, non delle tendenze, del mainstream. È una radio che non fa sconti a nessuno. Faccio alcuni esempi. Se il Governo annuncia una legge di bilancio, diciamo così, priva di adeguate coperture economiche, che rischia di diventare un mero annuncio da campagna elettorale noi lo evidenziamo ai nostri ascoltatori, non nascondiamo il problema. Facciamo i conti in tasca. E questo vale per qualsiasi Governo in carica.  


No al pensiero unico

MHB: Usciamo dall’Italia e prendiamo il caso Ucraina. Non tutti sono d’accordo sul supporto incondizionato a Zelensky…
DB: Quando gran parte dell’informazione, all’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, pareva raccontare la guerra attraverso un pensiero unico, abbiamo scelto di narrare il conflitto attraverso la pluralità delle fonti, delle testimonianze, delle opinioni, con un corrispondente fisso da Mosca. Ciò che noi siamo diventati è dipeso essenzialmente dalla qualità dei nostri conduttori, nomi quali Luca Telese, Giuliano Guida Bardi, Vicky Mangone, Manuela Donghi, Pasquale Tridico, Lapo de Carlo, Paolo Sergio, Francesco Borgonovo, Francesco Massardo, Sergio Luciano, Roberto Frangipane, Marco Trombetta. A cui, e lo annuncio a lei per primo oggi, si aggiungerà da ottobre anche Luigi Crespi. 

Il giornalismo del secolo scorso…

MHB:  In una recente intervista, Hannah Gelbart di BBC aveva spiegato il lungo e complesso processo messo in atto dal servizio pubblico inglese per validare e filtrare le informazioni che arrivano direttamente dai canali social. Voi usate anche questi canali o vi basate su servizi classici quali ANSA? 
 
DB: Facciamo un passo indietro. Le redazioni moderne sono molto più strutturate di un tempo e i giornalisti tendono ad allontanarsi dalla strada e dalla gente. In gran parte del Novecento, per un cronista le possibilità di comunicazione e trasmissione sono precarie: si passa dalla corrispondenza per lettera al telegrafo, fino alla conversazione e alla dettatura dei pezzi per via telefonica. Dunque i tempi si allungano, ma i contenuti degli articoli non sempre vengono scritti “a tavolino”, bensì sono pensati e ideati sul luogo in cui avvengono i fatti. Quindi nel Novecento il giornalista, che è un corpo intermedio tra istituzioni e lettori, accede alle fonti di prim’ordine, agli interlocutori principali e le relazioni con le autorità diventano più dirette e trasparenti.

…e quello di oggi

Oggi la situazione si è certamente ribaltata. I giornalisti sono alle prese con influencer, spin doctors, comunicatori di ogni genere e la manipolazione delle notizie rende sempre più difficile distinguere il vero dal falso. Rispetto al Novecento però i giornalisti hanno a disposizione strumenti tecnologici sempre più sofisticati: gli smartphone incorporano unità di registrazione audio e video potentissimi, di alta qualità, in grado di trasmettere testimonianze e servizi scritti, letti e ripresi in tempo reale. La trasmissione di dati a banda larga raggiunge il lettore mentre i fatti stanno avvenendo: l’utilizzo dei social, Facebook e Twitter in primis, offre all’utente primario la sensazione di avere l’informazione in tasca, a portata di telefonino, in qualsiasi luogo del mondo che abbia una connessione.
Così anche gli strumenti di investigazione, che nel Novecento sono essenzialmente cartacei, grazie alle innovazioni tecnologiche connettive, diventano infinitamente più potenti e raffinati. Nel terzo millennio cresce il bisogno di un giornalismo di qualità e di approfondimento che possa contrapporre il bombardamento quotidiano di dati, news, punti di vista, commenti, interpretazioni, comunicati, semplificazioni, slogan, tabelle, faziosità, distorsioni e versioni edulcorate.

Citare le fonti, sempre

MHB: Resta il problema di separare il vero del rumore di fondo, per così dire…
DB: Oggi per raggiungere l’autorevolezza e l’attendibilità il giornalista deve dimostrare di essere stato onesto, di aver sentito e registrato tutti i punti di vista possibili, di non essersi basato su un proprio pregiudizio, su un teorema. Deve fornire fonti e deve citare da dove arrivano. Questo è il punto. Qui non c’è bisogno di certificare le notizie, ma di fare bene il mestiere per cui siamo pagati. La citazione delle fonti, oltre che corretto atteggiamento deontologico, è anche funzionale alla stipula di un vero e proprio contratto basato sulla veridicità delle informazioni. Nella sostanza, un servizio non funziona solo per lo stile sciatto, le citazioni sbagliate o la costruzione scadente, ma anche perché non sono state fatte ricerche adeguate. Ci sono fonti primarie o di primo livello, quelle che garantiscono credibilità all’informazione, perché possiedono un’autorevolezza istituzionale, perché viene loro riconosciuta una competenza specifica. Esistono fonti secondarie o di secondo livello, quelle la cui attendibilità è affidata alla stessa citazione giornalistica, nel senso che è il giornalista, dando loro voce, a legittimarle agli occhi del suo pubblico. La fonte deve essere ufficiale, anche se si tratta di un semplice cittadino, di un sindaco, di un amministratore comunale, un assessore, un testimone. Ci deve essere un nome, un cognome, un indirizzo.
MHB: Quindi la possibilità per chi ascolta di fare un cross check, una sua verifica personale, se crede.
DB: Esatto: Non ci devono essere iniziali del nome del testimone, voci estrapolate da citofoni, da telefonate con smartphone in cui l’interlocutore non dice nulla. Si deve lavorare per documentiLe notizie vanno verificate attraverso la comparazione di più fonti disponibili. In primis quelle istituzionali, dirette, le testimonianze. La verifica delle notizie passa anche dall’utilizzo critico di altre fonti secondarie: agenzie, radio pubbliche e private, tv, internet.

Breaking News

La notizia “grossa” va messa in onda in radio e in tv nella forma della breaking news, e successivamente con l’approfondimento distillato in modo da rendere la notizia interessante e duratura. L’uso della breaking news deve essere calibrato….
MHB: …mi viene in mente un gruppo concorrente che chiama “breaking news” tutti i suoi notiziari…
DB: …dicevo, l’uso della breaking news deve essere calibrato sulla vera importanza della notizia e deve essere breve, rimandando ad altri aggiornamenti il proseguimento dell’approfondimento. Nel caso di una notizia di primaria importanza dobbiamo avere la prontezza, la forza, l’impegno, la disponibilità e l’organizzazione di stravolgere il palinsesto con una diretta continua e un cambio di voci e conduzione.
La forma deve essere sempre narrata. Prima la notizia il più possibile completa, poi l’intervista in diretta, non viceversa. L’ascoltatore deve avere la certezza che in qualsiasi momento della giornata sarà informato da qualcuno che a sua volta si è preparato con la massima attenzione. In radio, in tv, sulla carta stampata e sul web, la scarsa preparazione di chi scrive o parla si moltiplica.

Per ottenere il maggior numero di informazioni, il conduttore sarà dotato di strumenti di immediata consultazione visiva (agenzie, portali nazionali e internazionali). Le scalette con le scelte degli ospiti dovranno adattarsi alla gerarchia delle notizie e alla tecnica dell’impaginazione.

Se la notizia principale è la guerra si apre con quello, non con altro, e si darà una scansione al susseguirsi dei temi. Lo stile deve essere popolare e corretto nella forma, i termini possibilmente in italiano, se in inglese spiegati in modo rapido. Quelle politiche devono prediligere lo svolgimento dei fatti, la comprensione dei temi, più che la sommatoria di dichiarazioni o il retroscena. Un buon pezzo radiofonico e televisivo, dovrà contenere voci, testimonianze dirette, qualcosa che dia ritmo e sostanza al racconto. Il monologo non serve, a meno che sia un editoriale, perché separato dalle notizie. Noi lo facciamo quasi sempre, su altri non posso confermare. 

Breaking news… anzi, Notizie Flash
MHB:  Siete attrezzati per eventi imprevisti fuori dagli orari canonici ?
 
DB: Abbiamo già raccontato  i grandi fatti della Storia sconvolgendo il palinsesto abituale, inserendo speciali, dirette. Il nostro format è talk-news, non talk-radio o all news. Ciò vuol dire che Giornale Radio trasmette sempre un flusso di notizie, commenti, opinioni, voci plurime. Un format che non ha bisogno di schemi inscatolati, un palinsesto rigido. Quando è morto Silvio Berlusconi gli stessi conduttori, con grande senso di responsabilità e maturità, hanno mandato avanti la diretta ridisegnando la scaletta, modellando il flusso con l’attualità, con i fatti. Un palinsesto composto da scatole chiuse e orticelli allontana il pubblico, è un modello vecchio e obsoleto, nel mondo, come in Italia. 

Dietro le quinte

MHB:  Oltre i conduttori che sentiamo in onda esiste una redazione che lavora dietro le quinte. Può spiegare come è organizzata e  se attualmente offrite possibilità di inserimento a giovani giornalisti o anche solo a chi volesse fare uno stage ?
 
DB: È una redazione composta dai conduttori, dagli assistenti, da collaboratori, che punta sui giovani e che ospita anche stagisti. La forza di Giornale Radio sta proprio in questo lavoro di squadra che l’editore Domenico Zambarelli, io in qualità di direttore editoriale, e Manuela Donghi nel ruolo di vice direttore con responsabilità del settore economico, stiamo mettendo in campo in poco tempo. 

GR News

MHB: Il canale GR News ha preso un po’ il posto che era di Giornale Radio agli albori. Però sembra ben poco promosso, non è un’occasione mancata ?
 
DB: I nostri notiziari vengono realizzati dall’agenzia Area con cui abbiamo costruito un rapporto proficuo per entrambi. Quei notiziari sono il frutto di una lunga discussione operativa che ha coinvolto la redazione di Area e la nostra. Quello che sentite ogni giorno, specie nei notiziari lunghi, è un valore aggiunto. La sigla, i titoli brevi, la scelta delle voci, le firme all’inizio annunciate dal conduttore, le firme alla fine di ogni servizio. È un cambio di passo decisivo, non un’occasione mancata. Giornale Radio si concentra sui programmi e Area sui notiziari. Insieme compongono un unico prodotto, una linea di informazione assolutamente certificata, verificata, di qualità. La buona informazione. 

Guardare oltre l’Italia

MHB:  Per concludere, ci permette una domanda cattiva?
DB: Dica pure.
MHB: Nella passata stagione offrivate un panorama completo dei fatti della giornata a chi decideva di ascoltare – magari durante la cena – dopo essere rincasato. Nella stagione appena partita nei medesimi orari possiamo sentire interminabili interviste a italiani all’estero (a volte di importanza molto opinabile) e… Borgonovo.
L’impressione è di uno scivolamento da una radio di informazione a una talk radio…
DB: Come le ho detto, non siamo una talk radio, neppure una radio all news, bensì un format unico: una radio talk news, dove ogni conduttore porta avanti il suo pezzo di racconto. Quelle che lei chiama “interminabili interviste agli italiani all’estero” sono in realtà informazioni di pubblica utilità, che il servizio pubblico spesso dimentica. Sono le storie a far la differenza.  Gli ascoltatori si immedesimano in quelle storie, perché padre e madre hanno un figlio andato lontano alla ricerca di un lavoro e di una dignità, magari di una eccellenza.
La presenza di Francesco Borgonovo dimostra che Giornale Radio, pur avendo una ben chiara linea editoriale, resta un mezzo di informazione unico, indipendente e pluralista. (M.H.B. per FM-World)