Nasce partnership tra MediaDAB e 22HBG: vediamo come si inquadra in un mondo dove l’ascolto della radio in mobilità è fortemente minacciato

MediaDab e 22HBG hanno recentemente firmato una partnership con l’obiettivo di immaginare, sperimentare e portare sul mercato soluzioni rivoluzionarie nel settore dell’intrattenimento e dell’informazione in mobilità.  Proviamo con questo articolo a capire cosa riguarda e la sua importanza in un mondo dove la radio non è più al centro del car entertainment.

 Si tratta qui di innovare nell’ambito dell’intersezione tra tre tecnologie: il DAB, che ha le sue radici nel mondo broadcast; le app, che vengono invece da quello dell’online; e la vera grande rivoluzione del 2023, i Large Language Models alla base dell’Intelligenza Artificiale (IA) che abbiamo tutti recentemente scoperto grazie a ChatGPT e Peperoni AI. 

I protagonisti

Ma chi sono I protagonisti di questo accordo? Presto detto: MediaDAB è uno dei recentissimi consorzi nati per aiutare l’emittenza locale e le superstation a migrare verso il DAB, la Radio Digitale da cui per troppi erano state escluse. Non si tratta solo di radio prettamente locali: anche preminenti superstation sono attualmente veicolate multiplex di mediaDAB. 

22HBG è invece un entità più difficile da afferrare: nata da una costola di Elenos, storico produttore italiano di apparati e soluzioni dedicati al broadcast, si è evoluta su svariati assi apparentemente scorrelati (o almeno questa la prima impressione che si può avere analizzandone il sito). Si va da un giornale online che racconta in tempo reale quanto accade nel mondo broadcast, al gruppo social dedicato (parliamo di FM-world), a una soluzione completa per lo sviluppo e la fruizione dei recentissimi modelli di IA (PeperoniAI), a un aggregatore di emittenti radio e TV  decisamente unico. Senza dimenticare le soluzioni per la gestione dei contenuti dedicate ai broadcaster.

Convergenza 

Il filo conduttore però esiste è quello della convergenza di media e contenuti resa possibile dalla digitalizzazione e dagli standard aperti.  Come ben sanno le redazioni dei quotidiani che ormai da tempo lavorano su piattaforme tecnologiche uniche in grado di erogare e adattare i contenuti su web, blog, podcast, canali tv interattivi, HBBTV. E carta stampata. 

E qui ci ricongiungiamo col senso dell’accordo con cui abbiamo aperto.  

 

Come chiarisce questo semplice grafico…Ok, forse meglio prenderla da un angolo più user-oriented. 

Dashboard

Partiamo dai meravigliosi cruscotti delle autovetture di ultima generazione: lo spazio dedicato all’ intrattenimento è diventato come sappiamo terreno strategico di lotta tra i grandi gruppi editoriali nazionali oltre che tra questi e le piattaforme globali. 

 La cosiddetta Uberizzazione, che nel settore dei media è anche detta Netflixizzazione è dietro l’angolo anche per il comparto radiofonico, rimasto finora un caso unico dove il perdurare dell’analogico (FM e AM) ha permesso di godere delle rendite di posizioni anche oltre i tempi supplementari 

Purtroppo, Il bel segnale pulito emesso dagli storici trasmettitori dei principali network non potrà continuare ad apportare vantaggi che per pochi anni, non fosse altro che per questioni di consumi energetici. 

Uno vale uno

 Ma nel DAB e nell’online uno vale uno e il logo che fa bella mostra di sé sullo sfavillante cruscotto non rappresenta certo elemento di differenziazione. 

Da qui la necessità di fidelizzare tramite nuovi tipi di interazione quelli resi possibili da soluzioni custom basate sulla sinergia tra DAB e IP. E non parliamo solo del “Dab over IP” di cui si discute dal 2019, quella tecnologia che prevede in sostanza di incapsulare in pacchetti IP i dataframe DAB senza perderne i metadati. 

Pensiamo piuttosto ad applicazioni più vicine all’utente: proviamo a fare due esempi per chiarire. È evidente a tutti che uno dei vantaggi competitivi di Google e Facebook rispetto alla classica emittenza broadcast sta nella granularizzazione (e anche nella “targettizzazione” di cui discutono tutti. Ma a noi preme parlare della prima). In altre parole, anche una piccola attività economica, quale un negozio di quartiere, può grazie ai colossi del web attivare campagne a costi accettabili (parliamo di poche decine di euro a settimana) 

Basta limitare l’erogazione a una singola città, o perfino a una zona: cose ovviamente precluse non solo all’FM ma anche al DAB, che di fatto utilizza in Italia le stesse topologie basate su trasmettitori di grande potenza che coprono vaste aree. 

DAB e aggregatori

Immaginiamo ora una stretta integrazione tra un flusso DAB e un aggregatore di grande popolarità quale FM-world: nulla vieta di realizzare la medesima granularizzazione, erogando flussi IP contenenti spot differenziati per area geografica, attivabili eventualmente solo quando richiesto. Con i costi relativi. 

Un secondo esempio potrebbe riguardare l’interazione con gli ascoltatori: siamo abituati a emittenti che ci chiedono di rispondere sul tema del giorno (“diteci cosa pensate di…”), ma poi quello che accade è che in onda vengono letti solo pochi messaggi scelti dai conduttori. Nessuna valenza scientifica o di sondaggio in tutto questo 

Ma la radio, con la sua diffusione orizzontale e il suo vasto pubblico permette di realizzare opinion polls significativi con risultati in tempo reale (visto che a rispondere sono spesso ben più di 1000 ascoltatori). 

La raccolta e l’analisi delle risposte e’ tecnicamente realizzabile come sviluppo verticale sulla base dell’esistente funzionalità “Interactive MUX” offerta da 22HBG. 

Big Data

L’integrazione di cui parliamo porta poi un enorme vantaggio, che sarà in prospettiva sempre più strategico. Si chiama big data, la grande quantità di informazioni relative ai singoli utenti che già oggi possiamo collezionare da chi ascolta via app. Sono darti grezzi, che necessitano di strumenti di analisi e sintesi potenti: e qui il ruolo dei sistemi basati sulla AI, in grado di analizzare e sintetizzare autonomamente enormi quantità di dati diventerà con il tempo indispensabile

Chi possiede i dati?

Ma chi possiede i dati? Questo è un punto strategico cui conviene prestare la massima attenzione. Se non si presidia il dashboard, proprio con sistemi quali quelli di FM-world o anche al limite app proprietarie, il rischio è che queste informazioni vengano regalate tutte alle case automobilistiche. Ma se in qualche modo è lecito che queste ultime collezionino informazioni su stile di guida dei clienti e performance dei veicoli, molto più difficile appare accettare che conoscano anche i nostri gusti in termini di intrattenimento. Soprattutto quando questi impattano il core business delle radio.

Differenziazione 

Abbiamo voluto citare due esempi che richiedono sviluppi custom e non funzionalità pronte da erogare. 

Ma il punto è proprio questo. In un mondo dove non è più la potenza del segnale a fare la differenza non può essere che lo sviluppo di soluzioni verticali, sulla base dei solidi protocolli standard di DAB e IP, a differenziare le singole emittenti. E non abbiamo parlato dell’ulteriore integrazione con i vari LLM (large language models, ChatGPT e concorrenti) qualcosa su cui ci riserviamo di ritornare a breve.  

Per ora invitiamo tutti i lettori a lavorare di fantasia e creatività: anche le idee più ardite sono probabilmente realizzabili ormai in tempi molto rapidi. (M.H.B.)

World Radio Day: le interviste di FM-world all’evento organizzato da Radiospeaker

Il 13 febbraio si è celebrato il World Radio Day, proclamata dall’UNESCO e che quest’anno ha affrontato il tema “Radio e pace”.

Dell’argomento si è discusso all’evento organizzato da Radiospeaker, tenutosi al Talent Garden Isola di Milano, con diversi protagonisti della radiofonia contemporanea.

Presenti quest’anno all’evento anche Gianluca Busi di 22HBG e Nicola Franceschini di FM-world, che si sono confrontati con il conduttore (nonchè CEO di Radiospeaker) Giorgio D’Ecclesia sui cambiamenti della radiofonia ad oggi e su come l’intelligenza artificiale potrà contribuire sul futuro del mezzo.

Da oggi, nei giorni a seguire, pubblicheremo alcune interviste del “dietro le quinte” realizzate da FM-world, partendo da uno scambio di vedute di Nicola Franceschini con Giorgio D’Ecclesia e Gianluca Busi, mentre l’evento era in corso.

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]

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Gianluca Busi alla convention DAB in Franciacorta: “L’AI è una grande opportunità per le Radio”

Ha suscitato molto interesse attorno la convention DAB, tenutasi sabato 21 gennaio in Franciacorta (Bs) dai consorzi locali MediaDab, SpaceDab e GoDab.

media dab convention

La giornata è stata aperta dal presidente di MediaDab Vincenzo Dolce, a cui sono seguiti gli interventi di molti professionisti del settore.

Tra gli altri, Gianluca Busi, Innovation Manager del gruppo Elenos e CEO di 22HBG (società editrice di FM-world) che ha parlato di come si possa utilizzare l‘Intelligenza Artificiale in ambito radiofonico e delle novità in campo automotive, in riferimento alla piattaforma DTS Autostage, di cui l’aggregatore FM-world è partner.

Gianluca Busi ha innanzitutto evidenziato e ripetutamente ribadito il bisogno di un cambiamento totale di tutti (consorzi, radio, fornitori di contenuti e partner tecnologici). Un nuovo approccio per rivolgersi ad un nuovo target. Il bisogno di cambiare, convinzione emersa sulla base delle esperienze di lavoro maturate da 22HBG prevalentemente all’estero, nonostante i numerosi anni di leadership anche in Italia.

Dopo 40 anni di storia di Elenos Group, 10 anni fa 22HBG ha iniziato un percorso sperimentale sulle piattaforme digitali (quindi anche al DAB) destinando 10 risorse umane che per 8 anni hanno “studiato” al fine di una migliore transizione dal “ferro” alle “nuvole” (il cloud). Transizione che in molte altre nazioni è iniziata prima che in Italia. Transizione che porta e porterà anche e sempre più, nuovi valori ed informazioni, diversi dall’FM.

La vera sfida – ha sottolineato Busi – sarà come dare valore e come capitalizzare economicamente il DAB che non dovrà essere per le radio locali un ulteriore costo. Busi vede nel DAB+ una luce verde, positiva, che con gli altri asset digitali delle stazioni radio (website, apps, smart speaker), domani cambieranno per adeguarsi, grazie anche all’intelligenza artificiale, al modo di fruire informazioni e contenuti per le nuove generazioni. E fa un esempio: 20 anni fa nessuno sapeva cos’era Google!

Per meglio illustrare cosa sono gli asset digitali, Busi si è soffermato su 3 sperimentazioni italiane, native digitali, a cui per anni ha lavorato 22HBG: 70-80.it, Aci e Urban, per la costruzione e la valorizzazione dei loro brand che dopo l’IP, ora sono anche in DAB+, i cui editori sono hanno chiesto a 22HBG nuove opportunità di monetizzazione. Un giusto cambiamento, anche del modo di pensare, che non può più continuare ad essere quello degli editori fermi alle prospettive di anni fa. Perché il DAB+ è un modello alternativo alla radio FM. Un modello però che, per essere capitalizzato economicamente, deve essere targettizzato e profilato diversamente nel contenuto.

Quando 22HBG ha portato canali oltre l’oceano per nuovi investitori, si è aperta una nuova opportunità di vendita e di posizionamento dei rispettivi brand al fine di “fatturare”. Obiettivo indispensabile per fare impresa e poter crescere. 22HBG, ha ribadito Busi, ha proprio questo compito: fornire tutti gli strumenti per valorizzare la conoscenza e quindi i “dati – le informazioni” che solo le radio “locali” hanno del proprio territorio.

In 10 anni, 22HBG ha maturato una nuova architettura di protezione e distribuzione che permette oggi di essere presenti su dispositivi di vario genere, connessi, che vanno dalla cucina all’automobile. Come ha scritto qualche giorno fa RadioWorld, oggi FM-world distribuisce 83.500 flussi streaming certificati in tutto il mondo. Un nuovo mondo fatto oggi da piattaforme, sconosciute sino a non molti anni fa.

Un altro e nuovo scenario tecnologico dove sarà possibile fare altro fatturato insieme al DAB+, congiuntamente. Ma, sarà opportuno che i contenuti siano mirati e targettizzati per gli investitori pubblicitari. Busi ha evidenziato l’importanza di fare una attenta analisi dei propri dati, anche per meglio confezionare il contenuto. A tal proposito ha citato il lavoro fatto per 70-80.it, analizzando con meticolosità i dati, per meglio esaudire il pubblico di riferimento. Un nuovo pubblico fatto anche dai 60 milioni di italiani in giro per il mondo. Pubblico che interessa molto ai fondi di investimento con cui lavora 22HBG. Fondi d’investimento che hanno bisogno del prodotto italiano, oggi carente. Il plus delle radio “locali” è proprio essere “locali”, potendo raccontare fatti che Google, ad esempio, non ha. Per cui le radio locali dovrebbero “usare” sempre più il territorio. Questo porterebbe valore a tutti perché sono dati che gli utenti vogliono.

22HBG aggrega migliaia di emittenti. Con Xperi è operativo sulle autoradio negli Stati Uniti, con numeri importanti “ma soprattutto con un pubblico profilato”, evidenzia Busi. Questa sarà la vera opportunità per le radio “locali”: vendere pubblicità ma ancor di più “progetti” ad hoc. Il DAB+ ci dà questo valore.

Gianluca Busi ha anche annunciato una partnership con MediaDab per le radio del consorzio che permetterà loro di avere, gratuitamente, valore aggiunto sulla piattaforma. Tra gli obiettivi di 22HBG, creare nuovo pubblico anche per le 5 milioni di cucine in Italia e per i campi base nel mondo, per le quali FM-world fornisce i flussi. Un pubblico nuovo che oggi usa anche TikTok e nuove piattaforme, di cui i nostri figli e nipoti sono voraci e che ascoltano la radio diversamente da quanto si dice, ma che noi non conosciamo e che potrebbero essere invece l’evoluzione degli attuali smartphone.

Per ACI, 22HBG ha creato un asset digitale, partendo dal contenuto per sviluppare un canale dedicato ad un nuovo pubblico. I numeri hanno superato (di molto) le più rosee aspettative. A conferma che anche le radio “locali”, riorganizzando i propri contenuti, possono crescere, aprendosi ad un nuovo pubblico, anche con l’aiuto della intelligenza artificiale che, grazie all’analisi dei dati, aiuterà le radio locali a migliorare i propri canali.

Poi Busi si è soffermato sugli Smart Home, che oggi sono anche nei piani di cottura delle cucine e che grazie a FM-World permettono l’ascolto anche del mezzo radio. Un pubblico diverso, per il quale le radio dovranno adeguare il proprio contenuto.

Altro passaggio di Busi sulle Smart TV. Grande opportunità che ha illustrato con il lavoro fatto per Giornale Radio il cui canale, nativo, è presente sulle TV Samsung

E poi il Gaming che per 22HBG sarà la chiave di svolta nel prossimo decennio a cui finora le radio locali hanno solo “regalato” i propri contenuti.

Busi, con passione e convinzione, ha ribadito: “dobbiamo adeguare, per stravolgere, insieme, il mercato perché il valore delle radio “locali” sono i Vostri contenuti che aziende come 22HBG valorizzano. Idee che oggi vi porto e che vi invito ad adeguare ed a rielaborare per il vostro mercato. Dopo aver investito, come 22HBG, per 8 lunghi anni, oggi potremo capitalizzare tutti. Fate un nuovo asset digitale. Fatto di dati, di contenuti, per un investimento a lungo termine grazie anche all’OpenAI”.

La giornata di sabato 21 gennaio ha poi sancito la nascita di diverse collaborazioni, tra cui quella dell’Associazione MAVE (Media AudioVisivi Europei), presieduta da Vicenzo Dolce, che rappresenta oltre 50 emittenti radiotelevisive a livello sindacale e Consultmedia di Massimo Lualdi, di cui avevamo già parlato nei giorni giorni (clicca QUI per info).



 

Come cambierà la radio col digitale ed il 5G? Gianluca Busi lo anticipa al TEDx Ferrara

Si chiama “Digital killed the radio star” il talk che Gianluca Busi, CEO di 22HBG, proporrà sabato 14 settembre al pubblico di Ferrara.

Busi, insieme ad altri nove speaker, farà parte del primo TEDx della città estense.

Tema del meeting ferrarese sarà “L’inizio dalla fine”, poichè per ogni fine c’è un nuovo inizio.

E la radio potrebbe far parte di questo contesto, in quanto, a distanza di 95 anni dalla sua nascita in Italia, oggi il medium si trova davanti ad un cambiamento epocale.

Come influiranno le piattaforme digitali sul mezzo? Come sarà la radio che ascolteranno i nostri figli? Come cambierà la fruizione dei servizi audio in macchina con la digitalizzazione dell’autoradio?

“La radio è l’unico mezzo di comunicazione unidirezionale: non ti ascolta, non ti fa trovare quello che cerchi, non sempre ha copertura ma rimane comunque il canale di comunicazione più presente e attivo”, dichiara Gianluca Busi.

“Ci tiene compagnia e lo fa soprattutto nei momenti della giornata in cui non abbiamo il telefono in mano; quindi quando non siamo distratti e non abbiamo gli occhi occupati. Abbiamo le orecchie libere sintonizzate appunto sulla radio”.

Il futuro, tuttavia, è ciò che affascina il fondatore di 22HBG: “L’unico vincolo della radio è il 5G: una volta che funzionerà anche nella provincia, la radio cambierà forma e aspetto adattandosi al cambiamento”.

Quindi in sostanza che cambiamenti porterà il 5G nella radio e nella vita di tutti i giorni?

“Velocità di risposta e accesso alle informazioni. Pensate a quando guardate una partita sul tablet e avete un tempo di risposta qualche secondo di ritardo rispetto la tv. Oppure pensate a come sarebbe una nazione, o una città come Milano, che accede alle informazioni qualche secondo prima rispetto al mondo. Accesso a informazioni relative a investimenti, andamenti e news qualche secondo prima rispetto agli altri. Il 5G aumenterà il gap tra società e non si parlerà tanto di nazioni povere o ricche, ma di nazioni lente e nazioni veloci”, conclude Gianluca Busi.

Non rimane che attendere sabato 14 settembre, quando salirà sul palco, nell’evento organizzato da Marco Antonio Rizzo e condotto dall’attrice Miriam Previati, che sarà il filo conduttore tra tutti gli speaker.

I dettagli del TEDx Ferrara sono on-line all’indirizzo www.tedxferrara.com