
“Rai – Frammenti per un discorso amoroso” dedica l’ultimo appuntamento alla radio
Si chiude con un omaggio alla radio la serie “Rai – Frammenti per un discorso amoroso”, il progetto firmato Rai Teche che racconta l’evoluzione del mezzo radiotelevisivo.
Il sesto e ultimo episodio, intitolato “Radio Days”, sarà disponibile su RaiPlay da mercoledì 9 aprile.
Girato nello storico Studio C del Palazzo della Radio di Torino, l’episodio è un viaggio nella memoria sonora del Paese, guidato da Giulio Graglia insieme a Mario Brusa, Rosalba Bongiovanni e Danilo Bruni della storica Compagnia di Prosa della Rai. I tre attori fanno rivivere l’epoca d’oro del teatro radiofonico attraverso la lettura di testi firmati da maestri come Achille Campanile, Cesare Pavese e Umberto Eco, utilizzando i microfoni originali degli anni Cinquanta e Sessanta, oggi custoditi al Museo della Radio e della Televisione.
Il teatro alla radio non è stato solo un adattamento dei testi da palcoscenico, ma anche un genere autonomo: radiodrammi, fiabe, racconti e radiocommedie scritti appositamente per essere ascoltati. Una pietra miliare è “Venerdì 13” di Gigi Michelotti, tratto da un racconto di Mario Vugliano e andato in onda il 18 gennaio 1927. Fu il primo esperimento di teatro radiofonico, accolto con entusiasmo dal pubblico, come riportato dal Radiorario dell’epoca.
Nel corso dell’episodio, viene proposto un excursus dai primi anni Trenta, con “Il principino disinfettato” di Gech (pseudonimo di Giuseppe Eugenio Chiorino, figura di spicco del panorama radiofonico e cinematografico torinese), fino agli anni Settanta con capolavori come “Prima che il gallo canti” di Pavese (1972, regia di Edmo Fenoglio) e “Le interviste impossibili – Umberto Eco incontra Pietro Micca” (1975, regia di Andrea Camilleri). Immancabili anche due brani di Achille Campanile tratti da “Acqua minerale” e “Il suicidio degli amanti” (1965, regia di Massimo Scaglione).
Il progetto è a cura di Susanna Gianandrea, responsabile di Rai Teche Mediateca “Dino Villani” di Torino, con la regia di Maria Baratta. Un viaggio sonoro che celebra la radio non solo come mezzo di comunicazione, ma come spazio di immaginazione, narrazione e cultura.
(Comunicato stampa)
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