Gianni Prandi (Radio Bruno): “Perché ho investito in una rete FM nel 2024”

Radio Bruno si espande in Lombardia rilevando la rete di Lifegate: una mossa apparentemente controcorrente in un mondo dove tutti affermano che il futuro è digitale.

Prendendo spunto da questo, con l’idea di fare il punto su Radio Bruno in senso lato, abbiamo chiesto all’editore Gianni Prandi un’intervista, gentilmente concessa quasi in tempo reale.

Life in Bruno

Il primo marzo 2024 Lifegate, emittente che dalla sua nascita è sempre stata associata alla frequenza 105.1 (e contigue) ha abbandonato quasi completamente l’FM, cedendo buona parte della rete storica a Radio Bruno.

Lifegate continua in digitale, mossa probabilmente vincente considerata l’impronta ecologista e il presunto profilo medio-alto di chi la ascolta.

Un’acquisizione chiave

Acquisendo un “Valcava”, Bruno diviene invece un player primario nel panorama radiofonico di Milano e province collegate. Ma lo fa in un momento in cui ancora forte è la tensione sui prezzi dell’energia e in cui – come detto – il refrain ripetuto da tanti in stile disco incantato è “Concentriamo i nostri investimenti su DAB e IP”. Essendo per natura contrarian, non potevamo resistere alla tentazione di contattare subito Gianni Prandi: qui di seguito il resoconto dell’intervista che ha avuto luogo venerdì 8 marzo.

L’intervista

FM-World: Avete acquisito tutta la rete di Lifegate, una mossa quasi in controtendenza, quando molti affermano che il futuro è tutto digitale.

G.P.: In controtendenza sì, diciamo che siamo tutti consapevoli che l’FM come piattaforma tenderà ovviamente nei prossimi anni a calare, ma il fatto che cali non vuol dire che andrà a zero.

Adesso dicono che è intorno all’80%, ipotizziamo pure che cali, ma non credo diventerà a breve un 50, un 40, un 30, un 20%. Noi in Lombardia non avevamo una copertura non ottimale e con questa acquisizione l’abbiamo sicuramente migliorata, ecco perché.

Digitale? 20-25%

FM-World: Quando lei dice 80% vuol dire che l’80% dei vostri ascoltatori sono sull’FM e il 20% è in digitale, capisco giusto?

G.P.: No: non i nostri ascoltatori in particolare, è una cosa che si dice in generale, che l’ascolto della radio nel DAB e nel digitale al massimo fa un 20-25% oggi. Significa che il 75% è ancora FM, quindi parliamo di percentuali molto alte per l’analogico.

FM-World: Quando ci eravamo sentiti l’ultima volta era il momento dell’aumento folle dei prezzi della “corrente”, una grande preoccupazione sua e di tutti gli altri editori. Ma l’energia non sembra destinata a divenire economica, dunque un investimento come il vostro dev’essere motivato dall’intenzione di consolidarsi come editore indipendente su scala pluriregionale, probabilmente anche a seguito di ragionamenti sui ritorni pubblicitari.

G.P.: Guardi, onestamente questo è ovvio, ma questo vale sempre, quando si fa un investimento in un territorio si spera anche di capitalizzare poi un discorso di entrate pubblicitarie, ma la motivazione in questo caso è proprio dovuta al fatto che ritenevamo di non avere una copertura ottimale in Lombardia. In questo modo l’abbiamo sicuramente resa, non dico perfetta come altri, ma sicuramente migliore della precedente. Questo è stato il motivo dell’acquisizione.

 

Speaker “engaging”

FM-World: Tornando a Radio Bruno, non so se lei ha avuto modo di leggere tutti i commenti, sono stati veramente decine e decine di commenti, su Talkmedia.  Mi pare si possano sintetizzare come segue: Radio Bruno, bella musica che in realtà hanno anche altre radio, ma una marcia in più dovuta allo stile di conduzione che ha un qualche cosa di speciale, soprattutto al mattino.  Viene da linee editoriali che date voi agli speaker, da una strategia specifica o sono persone che sono cresciute con voi nel tempo, magari accattivanti perché originari di una certa zona d’italia?

G.P.: Questo credo che sia merito ovviamente di chi c’è al mattino e di chi si occupa dei programmi, che per nostra fortuna fra l’altro sono speaker che sono con noi da tantissimi anni.

Credo che uno speaker debba cercare di essere il più simpatico possibile verso il pubblico con cui si confronta, quindi probabilmente i nostri conduttori in questo momento stanno ottenendo un ottimo riscontro da chi ci ascolta. Non è un’indicazione che arriva solo dai conduttori del mattino, noi cerchiamo di far sì che tutta la nostra radio sia particolarmente simpatica e gradevole verso chi ci ascolta.

E infatti  anche i dati che riguardano il pomeriggio e cioè la share e i quarti d’ora, se lei guarda gli ultimi, sono molto buoni. Quindi ne approfitto per ringraziare tutti i componenti dello staff nessuno escluso per l’impegno e i risultati che hanno ottenuto nel 2023.

Frequenze multiple

FM-World: Con queste nuove acquisizioni avete, credo, qualche ridondanza. Lei, mi pare abbia anche altri brand oltre Bruno, alcuni decisamente importanti in Lombardia. Pensate di fare qualche differenziazione dei marchi sulle frequenze o puntate solo su Bruno?

G.P.: Ma per ora rimarranno entrambe (87.7 e 105.1, N.d.R.) su Bruno. Poi ovviamente faremo delle analisi, faremo delle considerazioni e quindi non escludo che ci possano essere scelte orientate in un modo diverso. Per il momento restiamo così.

Authority dalla parte del cittadino?

FM-World: Qui in Francia, dove  abito, una cessione come quella che è avvenuta, non sarebbe probabilmente autorizzata in quanto occorre rispettare il format dell’emittente che ha avuto l’autorizzazione, su una determinata frequenza, considerata bene pubblico. In questo caso sarebbe diciamo Indy, non so come vogliamo definire la musica di Lifegate. Perché qui oltre a dirimere le questioni di LCN e dei disturbi lo stato si occupa anche di garantire agli interessi degli ascoltatori, operando per offrire il più ampio spettro di scelta, per cui ad esempio in Costa Azzura  abbiamo due radio Jazz, due radio Electro, due di Classica, addirittura una di latinoamericano, oltre alle consuete grandi successi. È un’impostazione molto diversa che mi dà quasi l’idea che il legislatore in Italia lavori solo dalla parte degli imprenditori (e a volte neppure di quelli Italiani, come nel caso adriatico). Cosa ne pensa?

G.P.: Io sono un imprenditore radiofonico, si figuri se posso essere non dalla parte degli imprenditori radiofonici che rischiano in prima persona i propri capitali.

Premesso che (con tutto il dovuto rispetto per i francesi) non credo affatto che in Italia non ci sia una ampia scelta di contenuti nella radiofonia… credo che in ogni caso obbligare l’acquirente a fare il formato precedente sia una cosa assurda, nel senso che il nuovo acquirente dovrebbe essere capace di fare questo prodotto.

Dallo stato stimolo a diversificare

Noi, ad esempio, non saremmo capaci di fare il prodotto che fa Lifegate, che ha la sua specificità, la sua cultura, la sua storia e quindi il suo format. Probabilmente se proprio si dovesse ritenere che l’offerta di contenuti non sia sufficiente lato pubblico,  il legislatore dovrebbe fare in modo che l’utente sia garantito facendo altre cose, quindi stimolando la creazione di prodotti che attualmente non ci sono, in modo tale che così l’utente li possa trovare. Obbligare chi compra una frequenza o una radio a fare lo stesso prodotto di prima  sinceramente mi sembrerebbe un po’ assurdo.

(Marco H. Barsotti per FM-World)

Radio New Country: il sound più autentico degli Stati Uniti arriva via etere in Italia

È nata quattro anni fa sul web ed ora ha fatto il suo debutto anche via etere.

Ci stiamo riferendo a Radio New Country, progetto ideato e lanciato da Max Gabbiani, professionista del settore radiofonico con esperienze – tra le altre – a Radio Capital come responsabile della programmazione musicale e ad MTV come music programming manager.

La sua passione per il genere e la cultura country, specialmente nella sua evoluzione più contemporanea, lo ha portato a lanciare questa realtà tematica che da qualche settimana è stata collegata nel Ponente Ligure in FM sui 106.0 MHz, per la zona che va da Sanremo alle porte di Monte Carlo.

Ed è il primo passo verso il DAB+, dove sarà presto operativa non solo in Liguria, ma anche in altre zone d’Italia.

Ma da cosa nasce questa passione?

“Quello mi piace” – racconta Max Gabbiani a FM-world – “è la positività dei suoni. In questi brani, si parla quasi sempre di amore, lavoro, amici, ragazze, vita quotidiana, dando un risvolto positivo della vita”.

Il new country si distingue dal country tradizionale per essere di fatto un rock, influenzato da sonorità che ne richiamano le origini.

Negli Stati Uniti è un genere che riempie gli stadi e su cui molti grandi artisti, anche solo occasionalmente, si sono cimentati: da Jon Bon Jovi e Beyoncè, fino a Miley Cyrus e molti altri.

Radio New Country si ascolta online all’indirizzo radionewcountry.com ed è disponibile su vari aggregatori, tra cui quello di FM-world.

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]

Nuovi arrivi nell’etere locale del Trentino

Novità, nelle ultime settimane, nell’etere trentino.

Due reti del territorio – Radio Digi-One e Radio Anni 80 – hanno abbandonato parte delle loro frequenze, destinate ad emittenti extra-territoriali, ora presenti (anche) in DAB+.

Andando per ordine, Radio Digi-One continua a trasmettere sui 103.7 dalla Paganella, mentre gli altri ex-canali sono stati così spartiti.

A Riva del Garda, i 96.1 modulano ora Giornale Radio, mentre i 95.3 per Madonna di Campiglio e Val Rendena sono stati collegati a Hits Radio ed i 97.0 per Tione di Trento a Radio Città.

Sui 100.5 per la zona di Comano Terme è ora presente Radio Cusano Campus e per finire, sui 105.3 per la città di Trento si ascolta Funky Radio.

Per quanto riguarda Anni 80, l’emittente di Rovereto resta operativa sui 90.5 e 97.5 per la zona d’origine, oltre ad altri canali sparsi per la regione.

Ha tuttavia ceduto i 100.9 per la zona di Ala e Avio – ora collegati a Radio News – ed i 101.1 per Rovereto a RVS Radio Voce della Speranza.

(Si ringrazia Giovanni Bonadiman per la segnalazione)

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“Abbiamo un ascolto attento e di qualità”: FM-world intervista Simona Sala, direttrice di Rai Radio2

Radio Rai a Sanremo: una presenza importante, forse come non mai. E una location aggiuntiva, strappata al concorrente principale. Ma non solo di Sanremo abbiamo parlato in questa intervista a 360 gradi con la direttrice di Rai Radio2.

Sanremo 2024

L’edizione 2024 del Festival di Sanremo ha visto una presenza dell’ente radiotelevisivo pubblico che definire preminente è quasi riduttivo. Oltre a due postazioni prestigiose, la Rai vantava un palco gigante e la riconquista di un famoso negozio a fianco dell’ingresso dell’Ariston. Giovedì 8 febbraio abbiamo avuto il piacere di conversare con l’attuale direttrice di Rai Radio2, Simona Sala: lasciando ad altri il compito di commentare artisti e programmi, abbiamo cercato di focalizzarci su infrastrutture e strategie. Questo il resoconto della conversazione. Lungo, per gli standard di FM-world. Ma, vi assicuriamo, degno del vostro tempo. 

L’intervista

M.H. Barsotti: Siamo qui a Sanremo, ospiti di Rai, anzi di Casa Siae dove sono presenti postazioni di Radio Rai e siamo col direttore di Radio Rai2…

S.Sala: …Direttrice, se posso!

M.H.B:  D’accordo. Il presidente, la presidente… chi ne parlava? Comunque Lei oggi è direttrice di Rai Radio 2. Ma prima?

S. Sala: Allora, ho cominciato una quarantina di anni fa come impiegata. Poi ho fatto 13 anni di contratti in Rai come programmista, regista, pubblicista. Poi, come giornalista, ho lavorato nei servizi parlamentari. Ho fatto tanti anni di parlamento, politica. Sono passata al Tg1, come quirinalista: ho seguito sia Napolitano che Mattarella per il Tg1. E ancora, sono diventata vice direttrice del Tg1 e successivamente direttrice di Radio 1. Ho fatto anche un anno la direttrice del Tg3, e da giugno sono direttrice di Radio2.

Un’esperienza globale

È una esperienza un po’ complessa. Un’esperienza globale che non è male, devo dire. Perché ti fa vedere tanti aspetti della società. Tanti aspetti di chi ti sente, di chi ti guarda, che cosa il pubblico vuole da te: veramente interessante. 

M.H.B: Partiamo da questo: Il festival è nato in radio. Dalle vostre teche mi sono stampato questa meraviglia, la programmazione di Rai Rete Rossa il primo giorno della prima edizione del Festival nel 1951.

 

Da Rete Rossa a Radio2

M.H.B: Come vede, era sulla Rete Rossa, l’equivalente di Radio2: stesso colore, seconda rete. Un’edizione che durava un tempo umano, circa due ore. Ora, a quei tempi si ascoltava in radio per necessità. Ma oggi per scelta, esistendo una versione video su Play Sound, DTT e SAT. Chi pensate che sia il pubblico che sceglie invece di ascoltare proprio tramite Radio2?

S.Sala: Penso sicuramente un pubblico che ama la musica. Perché, comunque, noi abbiamo un ascolto di qualità. Ma come mai su Radio2 si ascolta meglio? Sicuramente perché c’è meno confusione. Di fronte alla televisione ci sono famiglie che si riuniscono, l’attenzione potrebbe non essere la stessa. Poi sicuramente ascolta in radio tanta gente che lavora, o magari che fa i turni: medici, infermieri.

Lo vedo anche dai messaggi che riceviamo. Perché poi come radio abbiamo un feedback diretto col pubblico, che ti chiama, che ti dice “Ascolto questo, questo è bello questo mi piace, questo non mi piace”. Poi sono fiera del fatto che quest’anno trasmettiamo anche Fiorello con Viva Rai2 e Viva Sanremo. Quindi non solo Festival. Siamo l’unica radio che può trasmettere tutto in diretta. 

Anche se altre radio un po’… come dire… ok: diciamo che lo mettono in sottofondo.

Trasmettiamo Fiorello sia la notte che la mattina alle 6 e mezza, perché vogliamo dare al nostro pubblico la più ampia possibilità di seguirci. Non so, quando vanno a scuola la mattina, in auto.

Radio2 Visual

M.H.B: Radio2 è stata la prima rete Rai a divenire visual radio. Come vedete il pubblico di Radio2 visual ? E’ lo stesso della radio, è diverso? E come sta andando globalmente questo esperimento, passare a visual in modo così importante?

S.Sala: Dovendo scegliere una radio che facesse la visual era chiaro che Radio2 fosse quella, diciamo, più vocata. Noi abbiamo, e questo è un po’ un fiore all’occhiello, anche delle trasmissioni radiofoniche che vanno in TV. Abbiamo degli studi anche televisivi. Per esempio, Radio2 Social Club e la scorsa estate anche Happy Family. Sono due trasmissioni che vengono prodotte in radio: vanno in radio ma hanno anche un appeal televisivo. Lo vediamo anche dagli ascolti. 

È un fenomeno che va studiato perché… Perché è chiaro che i conduttori devono fare uno sforzo in più. Perché sanno che vanno in televisione, quindi hanno anche il visual: sono attenti al modo di vestirsi, al modo di porsi. Però sanno anche che si rivolgono a un pubblico radiofonico. Che può non guardarli. Perché non tutti ci guardano, anche se noi ripetiamo sempre, potete accendere il canale TV 202, e stiamo vedendo come cresce proprio questo canale: ad esempio alle due del pomeriggio. Con delle chicche che Fiorello fa apposta per noi. E abbiamo un riscontro forte. 

È chiaro che i numeri non sono i numeri di nessuna radio. Sono dei numeri televisivi… Cioè, il Social club già ha 300-400 mila ascoltatori. Non è questo il pubblico della visual radio. Però è un’occasione in più. 

E poi la cosa bella è che noi abbiamo anche una trasmissione solo radiofonica in video. Cioè, uno studio semplice, due microfoni che sono I lunatici. Ai quali apriamo delle finestre notturne, quando abbiamo la possibilità, su Rai2. E abbiamo un pubblico di affezionati. 

Content is king

S.Sala: Oggi si pensa prima al contenuto. E poi si pensa a come svilupparlo in diversi media. Cioè, hai un contenuto forte? Ok, come lo sviluppo in radio? Come lo sviluppo in tv? Come lo sviluppo sui social? E in podcast? È una cosa su cui mi piace molto riflettere. Certo, a volte serve un’organizzazione un po’ diversa, meno barriere tra i direttori. 

M.H.B.: Infatti mi viene da pensare che forse l’organizzazione classica a reti e tra le reti Rete 1, Rete 2, Radio, TV, Internet, ecc non abbia più senso oggi... 

S.Sala: Noi abbiamo fatto in televisione la rivoluzione dei generi. Che è una rivoluzione che è rimasta a metà. A volte non si capisce bene se sia meglio tornare indietro o se andare avanti; nel caso in cui andassimo avanti, secondo me l’obiettivo a cui puntare è proprio questo. Il rafforzamento del fatto che se io penso a un prodotto lo penso per metterlo su una rete generalista, lo penso per metterlo su una rete di cultura, su una sperimentale. Sono tre cose diverse. È un lavoro forte da fare.  

La radio e i giovani 

M.H.B: Si dice spesso che i giovani non sanno cos’è la radio: perché hanno Spotify, TikTok eccetera. E che ormai la radio abbia un pubblico di persone anziane. Anzi no, ci sono anch’io…

S.Sala:e anch’io, ho (non abbiamo capito N.d.R) anni!

M.H.B: …esatto di persone diciamo non più teen-agers. Ma poi vediamo tanti giovani a Sanremo. Secondo i vostri dati, la radio questi giovani la ascoltano? Perché voi avete – mi risulta – i vostri dati interni, anche se non pubblici. 

 S.Sala: Guarda, è complicato. Perché come sai la Rai è uscita da TER. Adesso si sta trattando per cercare una convergenza. Però è un sistema che non ti consente in realtà una rilevazione reale. Perché è un sistema che si basa sulla memoria. 

E poi ti chiamano e ti dicono “Tu ieri che cosa stavi ascoltando?”.

Se tu dici “Ruggito del coniglio” e non dici “Radio2” il tuo dato non conta. E’ scartato.

Proprio per una trasmissione forte! Più è forte e più non si conta il voto. È un problema grave. 

Spero che si vada verso un accordo per una rilevazione reale. Che è costosa. Ma secondo me sarebbe importante da fare, come è per la TV. E magari un altro tipo di rilevazione. Su questo non sono io personalmente a trattare. 

M.H.B: Certo, è sul tavolo del vostro AD, se capisco bene. 

Niente haters in radio

S.Sala: Avevi chiesto dei giovani. Allora, ho il feedback interno che abbiamo tramite le telefonate. Certo, non è che ci possiamo basare solo su quello, ma è un dato. E cambia molto in base all’orario. Prendiamo Il ruggito del coniglio. L’Italia che ci telefona è un’Italia straordinaria. Perché è la classica Italia che lavora, che affronta i problemi. 

Della vita, dei matrimoni, dei divorzi, dei figli a scuola: sempre con il sorriso. Cioè, sicuramente è un’Italia lontana dagli haters. E questa cosa si ripropone da anni e anni.

Perché Il ruggito del coniglio è una trasmissione che ha preso i nonni, i papà e i figli.  Poi ci sono delle trasmissioni dove addirittura ci chiamano i bambini. A volte le mamme fanno chiamare i bambini per fare una domanda. 

Poi ci sono altre trasmissioni per persone un pochino più “agée” Diciamo così, io tra l’altro ho (non abbiamo capito, N.d.R) anni. Quindi posso dirlo, più “agée”. 

Spotify concorrente delle radio di flusso 

Poi sì, sicuramente Spotify: per forza di cose, il ragazzo entra in macchina, mette il telefono con la sua playlist. Però in questo senso è più la radio di flusso che viene sostituita. Noi facciamo un’offerta di programmi… 

M.H.B.: Quindi solo le radio di flusso soffrono di questo abbandono?

S.Sala: No, questo non credo. Perché comunque molti che fanno radio di flusso fanno belle radio. Anche i nostri concorrenti, questo devo dirlo.

M.H.B: L’ultima domanda che volevo fare è questa: Parliamo di RaiPlay Sound. Questa settimana su Newslinet è uscito un articolo Che dice “BBC Sound da record nel quarto trimestre 2023” Continuano ad aumentare gli ascolti di BBC Proprio su BBC Sound che un tool è molto simile a Rai PlaySound. Esiste una migrazione dall’ascolto sulle vecchie piattaforme FM e DAB alla app proprietaria?

S.Sala: Certo, oggi non è che stai più con la radiolina. E poi oggi se non hai sentito un programma che ti interessa lo cerchi su RaiPlay Sound. Per dire, io ce l’ho quasi sempre aperta, anche per ascoltare in diretta. Ed è importante farlo capire anche ai giovani: Puoi fare il tuo lavoro, vivere la tua vita. E nello stesso tempo puoi sentire un programma che ti piace. È un’occasione in più.

OVS

M.H. Barsotti: Allora io ho finito il domande che mi ero preparato. C’è qualcosa di interessante che vogliamo dire, qualcosa che magari non ho chiesto?

S.Sala: Diciamo questo: intanto abbiamo questo nuovo studio molto importante, che fa parte del villaggio Sanremo. Il villaggio Sanremo inteso proprio come Green Carpet, quindi studio del Prime Time. Del Prima Festival. Poi c’è il famoso Glass di Fiore.  

E poi c’è il famoso negozio-studio OVS dove c’era un’altra radio. Che era un po’ diciamo bizzarro. Perché l’Ariston è poi subito attaccato, a quel negozio.

E quest’anno ci siamo noi. Siamo molto contenti di esserci. Tu hai l’Ariston e poi hai Rai Radio2 che è la radio ufficiale del Festival. E’ proprio una bella visione no? (M.H.B. per FM-World).

 

Radio Gold ha dato voce al territorio nella Giornata Mondiale della Radio

Giornata importante, quella del 13 febbraio, per Radio Gold. I dettagli nel comunicato.

Martedì 13 febbraio, si è celebrata la Giornata Mondiale della radio. La Giornata è stata proclamata nel 2011 dagli Stati membri dell’UNESCO e adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2012.

Ogni anno, in quest’occasione, UNESCO invita le emittenti di tutto il mondo a promuovere un diverso tema di impatto sociale o culturale. Ad esempio, nel 2023, centinaia di stazioni hanno promosso il tema della pace, nel 2020 quello della diversità.

In questo 2024 ricorrono i 100 anni dall’inizio delle trasmissioni radiofoniche in molte nazioni, compresa l’Italia, quindi la Giornata ha promosso la Radio come soggetto attivo sul territorio e al servizio della comunità in tutte le sue sfaccettature.

Recependo l’invito di UNESCO, e in quanto emittente locale vocata non solo all’intrattenimento ma soprattutto al servizio di informazione, Radio Gold ha trasmesso lungo tutta la Giornata delle interviste sul tema dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO del Nord-Ovest d’Italia.

L’anima di Radio Gold è sempre stata quella di un servizio per la popolazione, le istituzioni e le imprese locali, con le trasmissioni via etere e i contenuti online. Radio Gold è cresciuta a livello regionale e online: si ascolta in FM a Pavia e Oltrepò, Alessandria e Monferrato ma, soprattutto, grazie alle autoradio DAB+ di serie su tutte le nuove automobili, raggiunge oggi anche Milano, Torino e gran parte di Lombardia e Piemonte.

La programmazione speciale ha coinvolto tutti i canali: Radio Gold 1 – Pop Today in Piemonte e Lombardia e Radio Gold 2 – Wonderland.

Inoltre, su Radio Gold 1 in Lombardia, è andato in onda un programma speciale in diretta dal centro di Pavia.

Dalle ore 9 alle 12, dallo studio mobile allestito in un locale storico della città, DeM Pavia – Taste Experience in Corso Strada Nuova 86, Luciano Tirelli e Tatiana Gagliano hanno condotto una serie di interviste ad alcuni esponenti della comunità, valorizzando il lavoro delle istituzioni, degli enti culturali, dei ricercatori scientifici delle associazioni di volontariato.

Sono intervenuti, nell’ordine: Roberta Marcone (Assessore comunale al Turismo, Commercio, Artigianato, Politiche economiche, Benessere e Tutela animale), Giovanni Merlino (Commissario straordinario della Camera di Commercio di Pavia), Roberto Bergamaschi (Direttore scientifico della Fondazione Mondino), Vittorio Bellotti (Direttore scientifico del Policlinico San Matteo), Fabrizio Fracassi (Sindaco di Pavia), Luca Manenti (Direttore di ASCOM Confcommercio Pavia), Giuseppe Esposito (Consigliere Centro Servizi per il Volontariato Lombardia Sud).

Durante la conduzione del programma Piero Rigolone, consulente Radio e Digital Audio, che ha organizzato le attività di Radio Gold per la Giornata Mondiale della Radio, è intervenuto ricordando come la radio sia un mezzo ritenuto affidabile dalla popolazione e che, in un panorama dove l’informazione passa sempre più attraverso algoritmi, intelligenza artificiale e il rischio di fake news, la radio, a maggior ragione quella territoriale, è garanzia di notizie curate e verificate.

Una radio locale autentica contribuisce alla coesione della comunità sotto il profilo culturale e sociale e può aiutarne anche lo sviluppo delle imprese commerciali. Il programma realizzato nel centro di Pavia ha voluto lanciare un segnale, mostrando come si possano promuovere diversi aspetti del territorio verso un’audience estesa ben oltre i confini cittadini.

I contenuti trasmessi da Radio Gold nella Giornata Mondiale della Radio saranno pubblicati su radiogold.it e sui profili social di Radio Gold, arricchiti di immagini. Il podcast Wonderland Talks, ascoltabile anche nel canale Wonderland di radiogold.it, renderà disponibili On Demand tutte le interviste realizzate a Pavia.

Radio Gold ringrazia per la collaborazione tutte le persone intervenute e DeM Pavia – Taste Experience, Ristorante e Cocktail Bar nel cuore della città, che ha ospitato lo studio esterno per il programma speciale in diretta.

Radio Gold è l’editore radio e online di riferimento nel suo territorio di origine ed eroga servizi multipiattaforma di informazione, intrattenimento e comunicazione commerciale nel Nord-Ovest d’Italia attraverso:

*3 Radio in FM, DAB+ e streaming ad Alessandria, Torino e Piemonte, Pavia, Milano e Lombardia
*1 WebTV
*1 sito web di informazione locale con video e audio on demand

Radio Gold 1 – Pop Today: in diretta con il tempo presente. La musica di oggi, l’intrattenimento e le notizie locali. Anche in Visual Radio.

Radio Gold 2 – Wonderland: quanto c’è di prezioso. Rilassati con la musica dei grandi artisti italiani e internazionali dagli anni ’60 ad oggi. Scopri gli eventi e quanto c’è di prezioso nel Nord-Ovest.

Radio Gold News: su radiogold.it le notizie e gli eventi del Nord-Ovest in testo, video e audio on demand.

Per maggiori informazioni: radiogold.it/chi-siamo.

(Comunicato stampa)

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]

Stefano Carboni

Tra novità e conferme: Stefano Carboni, neo-direttore artistico di Number One, si racconta a FM-world

Stefano Carboni è il nuovo Direttore Artistico di Radio Number One, la superstation del nord Italia nota per la gloriosa storia, il robusto segnale e gli importanti conduttori che hanno avuto occasione di lavorarci. A Sanremo siamo stati ospiti di Stefano nel vasto “Truck” posteggiato ai piedi del Casinò.

Stefano CarboniStefano Carboni

Ma cominciamo dall’auto-presentazione di Carboni, presa direttamente al suo profilo:

Prima di tutto per me c’è la musica. È il mio battito costante. La colonna sonora che mi accompagna ovunque. Poi c’è la radio, che è uno dei modi in cui melodie e parole raggiungono le persone, il mondo là fuori. E infine la tecnologia che rende concretamente possibile il rapporto tra noi e la musica, in ogni angolo del globo. Tre grandi passioni che mi seguono da sempre e che sono diventate il mio lavoro. Insomma sono un “ragazzo fortunato perché mi hanno regalato un sogno”. E il sogno è il lavoro che ho fatto e che continuo a fare. Con passione, con determinatezza, con amore.

L’intervista

Marco Hugo Barsotti: Siamo nel track di Radio Number One, che è veramente impressive per dirla all’inglese. Cosa ci dici di questa presenza cosi importante?

SC: La mia esperienza con Radio Number One è cominciata a novembre. Ovviamente questa è una radio che ha un enorme potenziale che aveva cominciato a tirare fuori Angelo De Robertis. Ora ho cominciato a lavorarci io e in effetti mi rendo conto del potenziale enorme della radio, quindi sto cercando in qualche maniera di lavorare sulla stessa strada e questo è un inizio.

MHB: E in effetti forse devo cominciare con un’altra domanda, ma la faccio ora. Presentati per chi non ti conosce: Due parole su come sei arrivato a Number One.

SC: Ok, mi chiamo Stefano Carboni, lavoro in radio da quando ho 16 anni …e ora ne ho 60, i conti li lascio fare a voi. Ho cominciato nelle radio locali, anche perché le radio nazionali ai miei tempi non c’erano. Ho esperienze multiple, ti faccio un elenco, così come facciamo  prima. Ho iniziato in una radio locale Sarda, perché io sono di origine Sarda poi sono arrivato a Milano, esattamente a Radio Milano International che era una radio locale di Milano (!!! N.d.R.). Parallelamente per il fatto che non c’erano radio nazionali ho lavorato per un po’ in Rai, quando la Rai aveva splittato i segnali da onde medie ad FM.

MHB: Stereo Rai, il primo giorno di primavera!

SC: Esatto. Rai aveva creato questo contenitore, StereoRai, canale musicale nel contenitore di RaiStereoDue. Poi, dopo la mia esperienza di Radio Milano International, sono approdato a Radio 105 dove sono stato per 8 anni con un’esperienza oltre oceano a New York per un paio d’anni. Dopodiché sono tornato e sono passato da Radio 105 a Radio Monte Carlo dove sono rimasto fino al 2017. Ho anche partecipato alla creazione del prodotto Virgin Radio e poi per un periodo ho avuto una piccola parentesi dove non sono stato più in scena (problemi personali che ho risolto per fortuna) e adesso sono qui, a Number One.

La Playlist

MHB: Parliamo della musica di Number One; è una sensazione forse, non so se corretta o no, ma la sensazione è che il mix musicale sia un po’ cambiato rispetto al passato. E che la musica abbia un tono un po’ meno locale, mi viene da dire. 

SC: L’intenzione non è di trasformare il DNA della radio, ma magari di farla diventare una rhythm crossover. Vuol dire che c’è una percentuale di catalogo e una certa percentuale di musica di playlist del momento. È sicuramente una radio spostata sui ricorrenti, se vogliamo parlare in termini tecnici, e lavorando da tanti anni nella radio io sono molto avvezzo alla schedulazione, alla classificazione della musica e al criterio di selezione.

Vengo da una radio dove il criterio di selezione è stato sempre vincente per Radio Monte Carlo, ovviamente sono due radio che non hanno niente a che vedere l’una con l’altra, ma i professionisti normalmente riescono a spostarsi su altri format, quindi il criterio è lo stesso. Non è un lavoro ancora terminato, è un lavoro in evoluzione.

La “Giuria delle Radio”

MHB: Torniamo per un secondo a Sanremo, tu fai parte della giuria delle radio, è una buona iniziativa …ma porta valore a chi? Alle radio o al festival …o al pubblico?

SC: Bella domanda; è la prima volta che partecipo come giurato per conto terzi, perché in genere ognuno è a casa propria, fa quello che deve fare e vota. Ad esempio anni fa, nel 2005, ero stato invitato da Bonolis a stare sul palco come esperto di radio, come addetto ai lavori, e quella l’ho trovata un’esperienza quasi traumatica, perché stare sul palco tutto il tempo di un festival è veramente traumatico.

Una cattiveria?

SC: La giuria delle radio…. Forse è una scusa per tenersi buone le radio…  è una cattiveria forse, ma non ne vedo un valore aggiunto.

Forse si desidera coinvolgere le radio che svolgono il lavoro pesante del dopo festival, cioè quelle che poi programmeranno le canzoni; si potrebbe pensare a qualcosa di più inglobante.

DAB

MHB: Dopo “la radio” e la musica tra le tue passioni viene la tecnologia. Ora, sul sito di Number One non c’è scritto che siete in DAB: è una dimenticanza o è una scelta?

SC: No, non è una dimenticanza, credo che sia in parte voluto: c’è da dire che il nostro editore è molto attento sulla parte alta frequenza e anche più competente di me quindi quello sicuramente è una scelta.

MHB: Number One in FM ha sempre avuto una qualità sonora eccellente. Ma in DAB (a parte RTL 102.5 e per alcuni canali la RAI) direi che anche le radio nazionali usano bit rate troppo bassi…

SC: La mia sensazione è che tanti non ci credono fino in fondo: il fatto è che il DAB è ancora molto difficile da fruire muovendosi in macchina perché come ben sai la radio digitale o si sente o non si sente. Una volta, con l’analogico, anche se sentiva male si sentiva, ma con il digitale si va al muto: questo secondo me è un deterrente per un ascoltatore e probabilmente per un editore che è anche ascoltatore della propria radio.

 

Una radio del nord

MHB: La vostra radio è potentissima nella sua zona core, Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte con impianti eccezionali e un segnale molto gradevole. Ma col digitale contano più i contenuti che non l’impianto. Da questo punto di vista state pensando di parlare a tutta l’Italia o anche a tutto il mondo, o siete ancora orientati a guardare alla zona dove avete le radici storiche?

SC: In questo momento penso che questa debba essere una realtà del nord Italia e per il momento si parla del e al nord Italia. E vorremmo farlo bene: avere un buon prodotto che possa comunque soddisfare il nostro ascoltatore medio e comunque soddisfare al meglio tutte le province che copriamo da sempre.

Un’attenzione particolare alla programmazione

MHB: Ultima domanda, quello che ascoltiamo oggi in onda è definitivo, è già un punto fermo o c’è ancora lavoro, magari molte cose che pensi di cambiare, modificare, migliorare?

SC: Beh… Innanzitutto ho appena cominciato, sono tre mesi e non si può ribaltare una radio cosi in fretta. Ma poi, come dicevo, io non sono per i ribaltoni, sono per continuare le cose buone state fatte dalle gestioni precedenti. Essendo stato per molti anni un programmatore musicale, sono molto attento appunto alla programmazione musicale, al clock, alle sequenze delle categorie, tutto quello che fondamentalmente fa, crea una radio e fa diventare un flusso piacevole all’ascoltatore.

Sono molto attento su questo che secondo me è la base su cui mettere sopra dei programmi interessanti.

(M.H.B da Sanremo per FM-World)