Chi ascolta la radio o suona uno strumento percepisce meglio le sfumature del linguaggio

Le persone che suonano strumenti musicali o ascoltano frequentemente programmi radiofonici sviluppano una maggiore sensibilità nel cogliere le sfumature del linguaggio parlato.

Lo afferma Mikko Sams, professore presso la Helsinki University of Technology, in un articolo ripreso in questi giorni dal sito di Radio Monte Carlo.

Secondo Sams, i musicisti, ad esempio, sono più attenti nel riconoscere le sfumature emotive nella voce altrui e apprendono con maggiore facilità le lingue straniere. Questo accade perché il cervello è allenato ad ascoltare con attenzione, a cogliere i dettagli sonori, e ad attribuire loro un significato.

La radio richiede più attenzione della televisione

Ascoltare la radio, rispetto alla televisione, sollecita una maggiore concentrazione. “La radio obbliga l’ascoltatore a prestare più attenzione, e maggiore è l’attenzione richiesta, maggiore sarà anche l’apprendimento”, spiega Sams. L’assenza di immagini impone infatti al cervello uno sforzo supplementare per comprendere e immaginare ciò che viene detto.

Ascoltare modella il modo in cui percepiamo il mondo

Sams ha condotto studi anche sul modo in cui il cervello dei finlandesi è allenato a riconoscere suoni tipici del finlandese, suoni che spesso risultano impercettibili agli stranieri. L’ambiente e la lingua madre influenzano profondamente il nostro modo di ascoltare e interpretare i suoni.

Un esempio curioso è la parola finlandese “hääyöaie”, che unisce hääyö (“notte di nozze”) e aie (“intenzione”). Questa parola è composta da una combinazione di suoni che solo un madrelingua riesce a percepire e ripetere correttamente.

“Queste scoperte sono sorprendenti, perché tendiamo a credere che tutti ascoltiamo il mondo allo stesso modo”, conclude Sams. Tuttavia, la realtà è ben più complessa: ciò che sentiamo dipende anche da ciò a cui siamo abituati a prestare attenzione.

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