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Sanremo solo per radio analogiche: tutte le reazioni alla scelta degli organizzatori del Festival

Larticolo di FM-world dell’8 gennaio in cui annunciavano la decisione di includere le sole radio FM nella lista delle candidabili alla “giuria delle radio” del Festival ha scatenato molte reazioni, tra cui un polemico editoriale di Newslinet e decine di commenti della community di Talkmedia: facciamo il punto.

I fatti

Cominciamo dai fatti: tramite la vagamente burocratica formula dell’ “Avviso esplorativo per la manifestazione d’interesse” i Corecom hanno informato che i criteri per l’individuazione delle radio da includere nell’elenco della “Giuria delle Radio” 2025 prevede tra i “criteri qualitativi” la “trasmissione in FM”, precisando che “sono da escludere le radio solo DAB e solo WEB”.

Qualità ? Solo in FM

Ovvio che dopo anni in cui importanti esponenti della RAI hanno ventilato l’ipotesi dello spegnimento dell’FM a favore del digitale questa cosa suoni per molti paradossale. Se poi consideriamo che questa è una scelta qualitativa l’affronto ai nativi digitali (o agli analogici in ampiezza) è evidente. Solo se sei in FM fai un prodotto di qualità, full stop.

E lasciamo da parte il fatto che le radio AM – poche, ma riconosciute e autorizzate dal ministero – non sono neppure citate, ovviamente da qualcuno che dimentica che il Festival è nato proprio in AM, sulla frequenza degli 1034 Kc/s della Rete Rossa, l’attuale Radio2.

Le reazioni

Lasciamo ai lettori il piacere di leggere l’opinione in merito del direttore di Newslinet, limitandoci a citarne il titolo che fa intendere il tono del pezzo: “Approccio analogico di Sanremo a radio: emblematico di chi non assimila cambiamenti. RAI torna indietro di 10 anni o Festival non capisce“.

Veniamo invece alle reazioni dei lettori di Talkmedia, la community di FM-world.

C’e’ innanzitutto chi vuole capire, come il caso di Dario Albertini, il quale ci informa di essere comunque passato al Podcasting: “Sarebbe interessante comprendere i motivi dell’esclusione per DAB e Web. Dico subito di non essere parte in causa, da 4 anni sono passato con gioia al podcasting dopo 10 di webradio. Però, almeno capire. Magari tra chi legge c’è qualcuno più competente di me o che osa dire quella che forse è più che una mia fantasia”

C’è chi è più tranchant, come Massimo Siddi che liquida la faccenda con un “Che cosa ridicola“.


Una questione di spazio?

Cercano un razionale, il noto e (ci si permetta) storico conduttore Renato Tradico, attualmente in FM a Radio Millennium, insieme al suo editore Ronchi:

Afferma Renato Tradico: “A mio avviso non ritengono le web radio emittenti nell’etere in pratica non irradiano un segnale. Tutto ciò è comunque ridicolo perché escludono il DAB che è un moderno mezzo di Segnale Radio e ci sono Radio Web con segnale DAB. A meno che abbiano voluto stringere la cerchia limitando la selezione a quelle presenti in FM“.

Commenta con tanto di emoji il suo editore, Andrea Ronchi: “Credo che sia una questione di esposizione mediatica, le radio web hanno poche centinaia di persone all’ascolto, certificate ma pochissime, per avere 20/30 mila ascolti (quelli che fa una piccola radio in Fm) ci vorrebbero 100 web radio in sala stampa 😳“.

Non sappiamo se i numeri citati relativamente alle piccole FM siano realistici: il margine di errore della rilevazione TER per radio con “bacino di ascolto” pari a 25.000 era del 52% (cinquantadue percento), quasi come tirare ai dati.

In ogni caso si ipotizza una questione di spazio in sala stampa. Ipotesi plausibile, ma non è quella citata dal documento con cui abbiamo aperto.

Copertura capillare

C’è poi un interessante scambio, che evitiamo di riportare interamente, centrato sull’ipotesi che il ragionamento riguardi la copertura.

Il Festival esigerebbe una copertura totale del territorio ma, come fa notare un lettore, numerose “Aree Bianche disagiate di forte vegetazione selvaggia ma molto belle” non hanno “segnale” ADSL. Ovvia la contro risposta: “In Sardegna, (ad esempio) il segnale più capillare lo ha la rete mobile”.

Ma stiamo divagando, l’ipotesi che siano ammesse solo radio FM non ci pare possa essere dettato dall’esigenza di avere nella giuria rappresentanti di radio che “coprono” perfettamente il territorio.

Chi ha i contenuti non si preoccupa

In quanto alle Onde Medie, l’editore di Centrale Milano, radio del Nord che punta ai contenuti di qualità, non sembra crucciarsi troppo.

Scrive Enzo Bassman: “Oggettivamente c’è un limite fisico di emittenti invitabili. Che in generale la decisione sia discutibile è vero. Però… in fondo, siamo veramente interessati a essere invitati? È così importante? Non è forse meglio starne fuori e perseguire obbiettivi che differenziano le emittenti? Abbiamo riacceso le Onde Medie che la Rai ha spento, abbiamo canali web che proponiamo con contenuti che dovrebbero differenziare. Che ci frega di Sanremo? Noi in AM e Web (parlo di questo perché non sono in Dab) dobbiamo essere diversi“.

Grilli e Fax

Forse la morale di tutta questa vicenda la hanno riassunta al meglio i lettori Berfio e Barbi: “Chi ha scritto il regolamento si è fatto ispirare dal Marchese del Grillo” ha affermato il primo, mentre il secondo “Aggiungerei anche che può candidarsi alla giuria solo chi è un possesso di telefono fisso e linea fax per comunicazioni importanti.

Buon 2025 (M.H.B. per FM-world)

 

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Tra novità e conferme: Stefano Carboni, neo-direttore artistico di Number One, si racconta a FM-world

Stefano Carboni è il nuovo Direttore Artistico di Radio Number One, la superstation del nord Italia nota per la gloriosa storia, il robusto segnale e gli importanti conduttori che hanno avuto occasione di lavorarci. A Sanremo siamo stati ospiti di Stefano nel vasto “Truck” posteggiato ai piedi del Casinò.

Stefano CarboniStefano Carboni

Ma cominciamo dall’auto-presentazione di Carboni, presa direttamente al suo profilo:

Prima di tutto per me c’è la musica. È il mio battito costante. La colonna sonora che mi accompagna ovunque. Poi c’è la radio, che è uno dei modi in cui melodie e parole raggiungono le persone, il mondo là fuori. E infine la tecnologia che rende concretamente possibile il rapporto tra noi e la musica, in ogni angolo del globo. Tre grandi passioni che mi seguono da sempre e che sono diventate il mio lavoro. Insomma sono un “ragazzo fortunato perché mi hanno regalato un sogno”. E il sogno è il lavoro che ho fatto e che continuo a fare. Con passione, con determinatezza, con amore.

L’intervista

Marco Hugo Barsotti: Siamo nel track di Radio Number One, che è veramente impressive per dirla all’inglese. Cosa ci dici di questa presenza cosi importante?

SC: La mia esperienza con Radio Number One è cominciata a novembre. Ovviamente questa è una radio che ha un enorme potenziale che aveva cominciato a tirare fuori Angelo De Robertis. Ora ho cominciato a lavorarci io e in effetti mi rendo conto del potenziale enorme della radio, quindi sto cercando in qualche maniera di lavorare sulla stessa strada e questo è un inizio.

MHB: E in effetti forse devo cominciare con un’altra domanda, ma la faccio ora. Presentati per chi non ti conosce: Due parole su come sei arrivato a Number One.

SC: Ok, mi chiamo Stefano Carboni, lavoro in radio da quando ho 16 anni …e ora ne ho 60, i conti li lascio fare a voi. Ho cominciato nelle radio locali, anche perché le radio nazionali ai miei tempi non c’erano. Ho esperienze multiple, ti faccio un elenco, così come facciamo  prima. Ho iniziato in una radio locale Sarda, perché io sono di origine Sarda poi sono arrivato a Milano, esattamente a Radio Milano International che era una radio locale di Milano (!!! N.d.R.). Parallelamente per il fatto che non c’erano radio nazionali ho lavorato per un po’ in Rai, quando la Rai aveva splittato i segnali da onde medie ad FM.

MHB: Stereo Rai, il primo giorno di primavera!

SC: Esatto. Rai aveva creato questo contenitore, StereoRai, canale musicale nel contenitore di RaiStereoDue. Poi, dopo la mia esperienza di Radio Milano International, sono approdato a Radio 105 dove sono stato per 8 anni con un’esperienza oltre oceano a New York per un paio d’anni. Dopodiché sono tornato e sono passato da Radio 105 a Radio Monte Carlo dove sono rimasto fino al 2017. Ho anche partecipato alla creazione del prodotto Virgin Radio e poi per un periodo ho avuto una piccola parentesi dove non sono stato più in scena (problemi personali che ho risolto per fortuna) e adesso sono qui, a Number One.

La Playlist

MHB: Parliamo della musica di Number One; è una sensazione forse, non so se corretta o no, ma la sensazione è che il mix musicale sia un po’ cambiato rispetto al passato. E che la musica abbia un tono un po’ meno locale, mi viene da dire. 

SC: L’intenzione non è di trasformare il DNA della radio, ma magari di farla diventare una rhythm crossover. Vuol dire che c’è una percentuale di catalogo e una certa percentuale di musica di playlist del momento. È sicuramente una radio spostata sui ricorrenti, se vogliamo parlare in termini tecnici, e lavorando da tanti anni nella radio io sono molto avvezzo alla schedulazione, alla classificazione della musica e al criterio di selezione.

Vengo da una radio dove il criterio di selezione è stato sempre vincente per Radio Monte Carlo, ovviamente sono due radio che non hanno niente a che vedere l’una con l’altra, ma i professionisti normalmente riescono a spostarsi su altri format, quindi il criterio è lo stesso. Non è un lavoro ancora terminato, è un lavoro in evoluzione.

La “Giuria delle Radio”

MHB: Torniamo per un secondo a Sanremo, tu fai parte della giuria delle radio, è una buona iniziativa …ma porta valore a chi? Alle radio o al festival …o al pubblico?

SC: Bella domanda; è la prima volta che partecipo come giurato per conto terzi, perché in genere ognuno è a casa propria, fa quello che deve fare e vota. Ad esempio anni fa, nel 2005, ero stato invitato da Bonolis a stare sul palco come esperto di radio, come addetto ai lavori, e quella l’ho trovata un’esperienza quasi traumatica, perché stare sul palco tutto il tempo di un festival è veramente traumatico.

Una cattiveria?

SC: La giuria delle radio…. Forse è una scusa per tenersi buone le radio…  è una cattiveria forse, ma non ne vedo un valore aggiunto.

Forse si desidera coinvolgere le radio che svolgono il lavoro pesante del dopo festival, cioè quelle che poi programmeranno le canzoni; si potrebbe pensare a qualcosa di più inglobante.

DAB

MHB: Dopo “la radio” e la musica tra le tue passioni viene la tecnologia. Ora, sul sito di Number One non c’è scritto che siete in DAB: è una dimenticanza o è una scelta?

SC: No, non è una dimenticanza, credo che sia in parte voluto: c’è da dire che il nostro editore è molto attento sulla parte alta frequenza e anche più competente di me quindi quello sicuramente è una scelta.

MHB: Number One in FM ha sempre avuto una qualità sonora eccellente. Ma in DAB (a parte RTL 102.5 e per alcuni canali la RAI) direi che anche le radio nazionali usano bit rate troppo bassi…

SC: La mia sensazione è che tanti non ci credono fino in fondo: il fatto è che il DAB è ancora molto difficile da fruire muovendosi in macchina perché come ben sai la radio digitale o si sente o non si sente. Una volta, con l’analogico, anche se sentiva male si sentiva, ma con il digitale si va al muto: questo secondo me è un deterrente per un ascoltatore e probabilmente per un editore che è anche ascoltatore della propria radio.

 

Una radio del nord

MHB: La vostra radio è potentissima nella sua zona core, Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte con impianti eccezionali e un segnale molto gradevole. Ma col digitale contano più i contenuti che non l’impianto. Da questo punto di vista state pensando di parlare a tutta l’Italia o anche a tutto il mondo, o siete ancora orientati a guardare alla zona dove avete le radici storiche?

SC: In questo momento penso che questa debba essere una realtà del nord Italia e per il momento si parla del e al nord Italia. E vorremmo farlo bene: avere un buon prodotto che possa comunque soddisfare il nostro ascoltatore medio e comunque soddisfare al meglio tutte le province che copriamo da sempre.

Un’attenzione particolare alla programmazione

MHB: Ultima domanda, quello che ascoltiamo oggi in onda è definitivo, è già un punto fermo o c’è ancora lavoro, magari molte cose che pensi di cambiare, modificare, migliorare?

SC: Beh… Innanzitutto ho appena cominciato, sono tre mesi e non si può ribaltare una radio cosi in fretta. Ma poi, come dicevo, io non sono per i ribaltoni, sono per continuare le cose buone state fatte dalle gestioni precedenti. Essendo stato per molti anni un programmatore musicale, sono molto attento appunto alla programmazione musicale, al clock, alle sequenze delle categorie, tutto quello che fondamentalmente fa, crea una radio e fa diventare un flusso piacevole all’ascoltatore.

Sono molto attento su questo che secondo me è la base su cui mettere sopra dei programmi interessanti.

(M.H.B da Sanremo per FM-World)

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Lorenzo Suraci (RTL 102.5) a FM-world: “A Sanremo 20 ore di diretta dal nostro truck. Giuria delle radio? Posso anticiparvi che…”

Ha suscitato molta curiosità il cambio di denominazione e format di una delle sei radio digitali del gruppo RTL 102.5: RTL 102.5 Caliente.

FM-World ha chiesto all’Editore Lorenzo Suraci di raccontare di questa nuova iniziativa, ma inevitabilmente siamo finiti a parlare di Sanremo: e alla fine la notizia caliente era soprattutto quest’ultima. Partiamo dunque da qui.

Giuria delle radio

Marco Hugo Barsotti: La novità di Sanremo quest’anno è la “Giuria delle radio“. Come pensate di partecipare?

Lorenzo Suraci: Voglio sorprendervi, anticipando una notizia: noi non faremo parte della giuria. E vi spiego il motivo. Noi abbiamo sentito tutte le canzoni, io e i miei programmatori musicali, trenta canzoni. E posso anticiparvi, sarà un grande Sanremo.

Dieci e lode

Tante canzoni da 10 e lode. Credimi, non è una battuta: grande musica davvero. Per cui non voglio giudicare, non vogliamo giudicare, diciamo che RTL 102.5 resta al di sopra delle parti. Perché se no dovremmo dare 10 a tantissimi artisti…

OVS No more

M.H.B.: Quindi l’appuntamento resta tra qualche giorno alla solita postazione a fianco dell’ingresso dell’Ariston.

L.S.: E invece anche qui devo sorprendervi; l’appuntamento ve lo do da un’altra parte. A voi e a tutti gli ascoltatori che vorranno venire a Sanremo.

Truck

Quest’anno saremo presenti con il nostro truck in uno spazio più accessibile a tutti, vicino al Casinò. E faremo tantissime ore di diretta, almeno 20 ore, dalle 6 del mattino fino a notte fonda. In diretta con tutti i programmi, con conduttori in abbinamento: uno a Sanremo e uno che resta in studio.

Caliente

E veniamo a RTL 102.5 Caliente. A gennaio 2024, RTL 102.5 Romeo & Juliet diviene RTL 102.5 Caliente. Moltissimi, come era prevedibile, i commenti  sui nostri canali social, anche in considerazione della modalità quasi “stealth” dell’avvicendamento, avvenuto senza comunicati stampa.

La nuova programmazione è stata definita da un lettore di Talkmedia “pop/reggeton latinoamericano“, mentre un altro lettore ha commentato “mancava nell’etere nazionale, anche perché le poche presenti di musica latinoamericana sono locali“. Anche qui abbiamo chiesto qualche commento a Lorenzo Suraci,


L’idea

Marco Hugo Barsotti: Come vi è venuta l’idea proprio di questo canale, e non – per dire – uno Jazz?

Lorenzo Suraci: Guarda, è un semplice avvicendamento musicale da un formato all’altro. I miei programmatori musicali e tante altre persone mi hanno convinto che è un format che ha tanti estimatori e che non trovavano una radio adatta ai loro gusti. Molto semplice.

M.H.B:  In Francia esiste una radio latina addirittura in FM, segno della presenza di un grande pubblico interessato, forse poco visibile ma certamente esistente.

L.S.: E infatti risulta anche a noi, risulta che ci siano tanti appassionati del genere, poco serviti. Ma – al di là delle ricerche di mercato – sono state le tante voci in questo senso a convincermi. Professionisti del settore, ma anche semplici ascoltatori e conoscenti. Anche se – e lo sapete – alcuni di questi brani fanno capolino di tanto in tanto sulle tre reti principali. Quindi ringrazio quanti hanno ascoltato con attenzione questa nuova iniziativa e hanno voluto commentarla ma, dal mio punto di vista, si tratta appunto di un semplice avvicendamento musicale. (M.H.B. per FM-World)