Webradio e diritti musicali: un incontro per fornire le risposte corrette

Che tipo di rapporto intercorre tra le webradio ed i gestori dei diritti musicali? Quali sono le leggi vigenti per permettere ad una emittente digitale di essere in regola? Come venirsi incontro per rispettare le esigenze di entrambe le parti?

A queste e a molte altre domande si cercherà di dare una risposta ad un incontro, che Fabrizio Tripaldi di Media Stream e Donato Battista di Radio Frequenza Appennino stanno organizzando.

Per spiegarci dettagli ed intenti, abbiamo contattato Fabrizio Tripaldi.

* Partiamo subito dalle motivazioni che vi hanno spinto a chiedere questo incontro: perchè questa esigenza?
Perchè con l’avvento della liberalizzazione dei diritti musicali, siano essi d’autore o connessi, il rischio è quello che si debbano sottoscrivere un numero imprecisato di licenze. Già oggi, tra autori e connessi, sarebbero 3 ma ben presto potrebbero diventare molte di più. Questo ovviamente comporta non pochi problemi sia di tipo organizzativo che economico. Sia chiaro, per noi non è in discussione che ognuna di queste società abbia il sacrosanto diritto di proteggere e retribuire l’opera dell’ingegno dei suoi aderenti ma, come si può immaginare per le piccole realtà quali le web radio, ogni euro in più richiesto da queste società, rappresenta un serio rischio di chiudere definitivamente progetti che radunano attorno ad un microfono soprattutto giovani, appassionati ed amici.

* Le webradio rappresentano un universo estremamente ampio e variegato. E’ stato difficile “radunarle”? Come hanno reagito a questa proposta di incontro?
Assolutamente si, c’è un fermento incredibile. Nei primi anni 2000 eravamo davvero pochi, io ho iniziato a lavorare per la prima web radio nel 2003, ma oggi ne spuntano come funghi e sicuramente non siamo riusciti ad arrivare a tutti anche perchè non esiste un elenco pubblico. Io e Donato abbiamo fatto ricerche e sfruttato i social il più possibile ma abbiamo anche chiesto agli editori contattati di fare del passa parola. Era ed è molto importante radunare quante più web radio possibili. Le reazioni sono state molto positive ed incoraggianti, anche perchè da questo incontro il comparto delle web radio ci può solo guadagnare. Purtroppo, in questa prima fase c’è stato anche chi non ha capito lo spirito con il quale ci stiamo muovendo, ma ci auguriamo che cambino idea, le porte sono sempre aperte per tutti.

* Che cosa pensate di ottenere, anche sulla base della situazione attuale?
Vogliamo portare all’attenzione dei rappresentanti dei diritti musicali lo stato attuale delle webradio italiane, far loro conoscere la quotidianità di queste realtà cercando così di ottenere delle modifiche normative ed economiche alle licenze, compatibilmente alle leggi vigenti. Sappiamo che tutto questo non può avvenire con un solo incontro, ma sarebbe già importante gettare le basi per una discussione serena e costruttiva.

* Quando e dove si terrà l’evento?
Durante il mese di marzo, quando abbiamo contattato le prime web radio, avevamo scritto loro che l’incontro, se fosse stato confermato, sarebbe avvenuto entro il mese di maggio ma, nelle fasi interlocutorie con i rappresentanti, ci è stato riferito che ci sarebbero stati movimenti tra le società interessate ed infatti non è tardata la prima novità, per quanto riguarda i diritti d’autore, targata Siae/Soundreef, come si è appreso dagli organi di stampa nei giorni scorsi. Per questa ragione, ci è stato chiesto di rimandare l’incontro a dopo l’estate, in modo da poter affrontare la questione consapevoli dello stato dei fatti che avranno preso le cose per quel periodo e noi abbiamo accettato. Il tutto si svolgerà a Bologna.

* Come vedete il futuro della radiofonia digitale oggi? La possibilità di ascoltare gli streaming dallo smartphone all’autoradio sta modificando le abitudini della gente?
Il futuro per le webradio è più roseo che mai dal punto di vista tecnologico. L’aumento della connettività mobile permette di usufruirne, ormai, anche in movimento tramite smartphone o auto connesse e non dimentichiamoci che ora, nelle case, abbiamo gli smart speaker che ci permettono di ascoltare una webradio con un solo comando vocale senza dover più accendere un pc. Dobbiamo, però, iniziare a tutelare questo giovane settore con poche regole, chiare, eque e trasparenti facendo gruppo e facendo ognuno la propria parte.

Confindustria Radio TV chiede più tutela dei diritti in rete

Confindustria Radio Televisioni interviene sulla tutela dei diritti in rete.

Oggi, il presidente Franco Siddi ha partecipato al Convegno “Uso responsabile della rete e tutela dei diritti” che si è svolto presso la Sala della Regina alla Camera dei Deputati.

“Affinchè lo sviluppo e l’innovazione abbiano valore per tutti – ha dichiarato – occorre condividere un percorso che concili la tradizione giuridica europea con i processi di innovazione innescati dalla Rete. Ma quando l’innovazione si poggia sull’attività creativa messa a disposizione del pubblico – film, musica, audiovisivi, informazione professionale – tale attività deve essere remunerata”.

Siddi ha aggiunto che “il link da solo non è sufficiente, l’attività intellettuale deve ricevere un compenso equo, come ad esempio attraverso il sistema delle licenze da tempo abbracciato dagli operatori radiotelevisivi per il diritto di autori artisti, interpreti ed esecutori o attraverso l’informazione professionale”.

L’intervento del presidente di Confindustria Radio Televisioni si è concluso sostenendo: “Il modello di business audiovisivo ha una tradizione di remunerazione e investimento nella creatività e nella professionalità. Tali meccanismi devono essere attivati anche per gli utilizzi online. Non si tratta di mettere una camicia di forza all’innovazione ma creare regole condivise fra tutti gli stakeholder del sistema per evitare che la rete diventi un ‘Far Web’. Si tratta di alimentare con risorse lo sviluppo del sistema dell’informazione e della creatività audiovisiva nazionale ed europea, patrimonio economico, industriale, identitario”.

“Spezzatino” calcio tra Sky e Dazn: un rilancio per le radio e la tv locali?

Ha preso il via, da un paio di settimane, il campionato di calcio 2018/2019.

Molti utenti non si sono resi immediatamente conto che per seguire tutte le partite in tv, quest’anno, era necessario sottoscrivere due abbonamenti.

La “spartizione” dei match tra Sky e la nuova piattaforma Dazn ha colto così impreparata parte dell’utenza, che si è trovata costretta (almeno inizialmente) a ricorrere ai tradizionali media “free” per seguire gli aggiornamenti della propria squadra preferita.

Certo, ascoltare la cronaca di una partita può risultare affascinante e coinvolgente, anche se non può sostituire le immagini.

Se molti sono ricorsi a rimediare un abbonamento all’ultimo minuto, per altri è stata la riscoperta della radio ed in primis di “Tutto il calcio minuto per minuto” che, sfidando internet e pay-tv, resta un solido punto di riferimento.

Del resto, anche la radiofonia privata crede sempre più nel calcio: al di là di emittenti tematiche quali Radio Sportiva ed RMC Sport, è sempre più “normale” ascoltare radiocronache su emittenti quali Radio 105, RTL 102.5 e presto anche Radio Deejay (sebbene in questo caso si parli di Champion’s League).

Le conseguenze dei diritti spartiti tra Sky e Dazn hanno paradossalmente rinforzato anche le tante tv locali che, prive di qualsiasi immagine sul campo, propongono salotti televisivi divisi tra cronaca e opinioni, che creano uno spettacolo “parallelo” a quello della partita stessa.

Senza dimenticare che tutte le testate online, da tempo, raccontano minuto per minuto quanto accade sui campi di calcio.

Lo sport più amato dagli italiani, dunque, sembra essere un contenuto che aiuta tutti, anche se per le radiocronache tematiche (ovvero dedicate ad una singola squadra) non sembrano rendere ovunque allo stesso modo. Un caso, forse paradossale ma concreto, riguarda la Spal, la squadra di Ferrara tornata l’anno scorso in Serie A, dopo 49 anni, e che aveva sempre goduto della copertura di una radio locale per la propria radiocronaca.

Quest’anno, per la prima volta (e pur occupando temporaneamente il primo posto in classifica nella massima serie), nessuna emittente ha deciso di investire sulla radiocronaca, “schiacciata” dalla concorrenza di tutti gli altri media (compresa la stessa Radio Rai con “Tutto il calcio minuto per minuto”).

Un caso isolato o un sentore sugli elevati costi dei diritti in esclusiva?

Calcio: confermati fino al 2021 a Radio Rai i diritti del campionato di Serie B

I diritti radiofonici del campionato di Serie B per il triennio 2018-2021 sono stati confermati alla Rai.

La notizia giunge a margine dell’assegnazione dei diritti esclusivi degli highlight che la Lega B ha confermato alle emittenti di Stato, “con un sensibile aumento dei ricavi rispetto ai tre anni precedenti”, come annunciato da un comunicato dopo il Consiglio direttivo.

Secondo indiscrezioni, riportate dell’ANSA, si tratta di una cifra complessiva che supera il milione e mezzo di euro.

Ora, aggiunge la nota, si procederà con la commercializzazione dei diritti esteri e dei diritti non esclusivi per il mercato italiano.