La scomparsa di Dario Monferini

È proprio un anno sfortunato quello che stiamo vivendo.

In piena estate era arrivata, del tutto inattesa e improvvisa, da Palermo la notizia della morte di Roberto Scaglione. Nelle scorse ore si è rapidamente diffusa nel mondo del radioascolto ma anche in quello dell’ambiente radiotelevisivo nel suo complesso, un’altra brutta novità, ovvero la scomparsa di Dario Monferini, che tanti conoscevano soprattutto nella sua Milano ma anche in Italia e nel mondo.

Se ti occupavi di radioascolto non potevi del resto non conoscerlo, ne era un protagonista assoluto, un solista però in realtà, perché non aveva rapporti facili con diversi altri e il carattere spigoloso lo rendeva periodicamente protagonista di alcune polemiche. Ma per lui il radioascolto era veramente una scelta di vita ‘totale’, quello era tutto il suo mondo e voleva allora far tutto a modo suo, prendere o lasciare. Condensava tutto in PlayDX, il suo ‘periodico’ di riferimento, nelle sue infinite liste di ricezione delle emittenti (che l’hanno reso celebre per anni anche nel mondo della FM), in quel Radio Tv Handbook (la ‘bibbia’ del settore nel mondo) con cui collaborava dall’Italia e che rivendeva anche nel nostro Paese agli amici e a tutti gli interessati.

Poi c’è stato (e c’è tuttora, oggi on line) ‘Monitor’, la rivista italiana del settore radiotelevisivo di Enrico Callerio, con cui collaborava (per le liste) da una vita e dove è ugualmente sempre rimasto. In teoria ‘Monitor’ era la rivista ‘concorrente’ della mia ‘Millecanali’ ma i rapporti erano assolutamente cordiali e sinceramente amichevoli, non ci si guardava certo in cagnesco. Dario quando usciva ‘Monitor’ mi telefonava regolarmente, offrendosi di portarmene alcune copie (io poi le passavo anche all’ufficio commerciale e lui lo sapeva bene), in cambio di altrettante di ‘Millecanali’. Veniva così a trovarmi in redazione, soprattutto quando eravamo a Cinisello Balsamo (ai tempi della Jce), anche perché lui lavorava lì vicino e faceva un salto volentieri da noi. La sua ‘complicata’ conformazione fisica gli provocava purtroppo diversi problemi nei movimenti ma sapeva come cavarsela, come fare le scale e come trarsi d’impaccio. Aveva sempre qualche argomento di attualità con cui intrattenermi, mi portava liste, manco a dirlo, e mi raccontava con toni epici dei suoi tanti viaggi nel mondo, finalizzati a redigere altre liste d’ascolto naturalmente ma anche ad andare a trovare qualunque emittente volesse accoglierlo in visita. L’entusiasmo era infinito, manco a dirlo, e la lingua parlata nel Paese di turno non era mai un problema, si direbbe.

È stato protagonista in questo campo per tanti anni, come lo era sempre stato per gli adesivi delle emittenti, che collezionava con voracità e maniacalità. Era uno spettacolo vedere lui e altri appassionati di adesivi incontrarsi all’Ibts o in altre occasioni e confrontarsi e anche scontrarsi con decisione su chi avesse fatto le ‘prede migliori’ in termini di adesivi.

Dario viveva appunto in questo suo mondo esclusivo e totalizzante, non senza asprezze e scontri con chi non reputava all’altezza, ma non per disprezzava certo i piaceri della vita. I viaggi erano un autentico spasso per lui anche in senso generale ed era celebre anche il suo grande amore per il cibo e le più opportune ‘soste gastronomiche’ rifocillanti.

Ci siamo frequentati così, periodicamente, per molti anni, anche se ogni volta per pochi minuti, fino a quando, per varie ragioni, ci siamo un po’ persi di vista, come capita spesso. Da qualche tempo, ormai lontano da Milano, sentivo parlare poco di lui (la cosa era davvero insolita) e avevo la vaga sensazione che avesse qualche effettivo problema di salute. Purtroppo era vero e la triste notizia della sua morte in queste ore l’ha confermato.

Con lui e Scaglione ci hanno lasciato due persone che erano anche un po’ emblematiche di una generazione, quella che viveva l’apertura a tante voci del mondo radiotelevisivo con un entusiasmo da bambini, che non aveva pace fino a che non aveva individuato e scoperto anche la più piccola e fioca (in termini di potenza irradiata) emittente radiofonica e che faceva tutto solo per una passione incontenibile, senza nessun altro fine. Ci mancheranno persone così, all’orizzonte è difficile scorgere dei ‘successori’ degni di questo nome.

Mauro Roffi
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