CRTV: “Il DAB rappresenta un segmento strategico del futuro del settore radiofonico”

Si è tenuta, al cinema Barberini di Roma, l’Assemblea generale di Confindustria Radio Televisioni, a dieci anni dalla sua nascita.

Diversi i professionisti presenti, che hanno rilasciato dichiarazioni sul presente e sul futuro del settore.

Tra gli altri, si è parlato di radio con Francesco Dini del direttivo CRTV per quanto concerne la radiofonia nazionale.

“Il DAB rappresenta un segmento strategico del futuro di questo settore e dovrà continuare a convivere con la tecnologia FM”, ha dichiarato Dini, “ma è il digitale che ha permesso alla radio di moltiplicare e differenziare l’offerta e di dedicare le proprie risorse all’innovazione del prodotto, di adattarsi ad ogni device. È importante, perciò, supportare la transizione verso il digitale attraverso l’adozione dei ricevitori DAB”.

A nome del settore, ha poi rinnovato poi la richiesta al Governo “di equiparare le proprie aziende a quelle energivore, ricordando che la radio svolge un servizio pubblico essenziale e di interesse generale”.

A seguire, riportiamo i comunicati integrali.

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Si è aperta oggi, al cinema Barberini di Roma, l’Assemblea generale di Confindustria radio televisioni, che celebra i dieci anni dell’associazione di categoria delle imprese televisive e radiofoniche italiane. Dopo la relazione del presidente di CRTV, Franco Siddi, sono stati trasmessi i messaggi di saluto di Marinella Soldi, presidente della Rai, Piersilvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, Urbano Cairo, presidente di Cairo Communications, Alessandro Araimo, general manager e amministratore delegato di Warner Bros-Discovery Sud Europa, Maurizio Giunco, presidente dell’associazione Tv locali e FRT in CRTV e di Francesco Dini, Radio Nazionali, CRTV.

“Alla Rai si chiedono un linguaggio, una scelta dei temi, una qualità e una credibilità che i player commerciali possono ignorare. Noi non solo non dobbiamo ignorare queste richieste e queste aspettative ma dobbiamo farne un prodotto distintivo, contenuti unici e vincenti” afferma Marinella Soldi. “ Il futuro del servizio pubblico per il presidente dell’azienda di viale Mazzini “non può che essere una Rai media company digitale, capace di essere centrale nella vita degli utenti, anche dei giovani. La sfida è ardua, cambiare è complesso. Servono certezze, coraggio e una visione chiara del ruolo del servizio pubblico, come pilastro della democrazia”.

L’amministratore delegato di Mediaset Piersilvio Berlusconi ricorda che l’Italia è il Paese in cui vengono dedicate meno risorse pro capite per singolo abitante al settore radiotelevisivo “e questo è un errore. È un errore perché proprio oggi il ruolo degli editori veri, che sono garanzia di serietà, è un ruolo fondamentale e oserei dire unico. Mediaset oltre ad essere impegnata costantemente nel fare l’editore, in Italia e in Spagna, sta lavorando a un ambizioso progetto per la creazione di un broadcaster europeo, che vuol dire una piattaforma tecnologica e di distribuzione di contenuti e della pubblicità internazionale, a cui crediamo moltissimo. È un orgoglio per noi che per una volta sia un’azienda italiana a spingere verso lo sviluppo internazionale e non a essere acquistata da aziende straniere”.

Urbano Cairo centra il suo ragionamento sui sostegni al comparto: “Siamo gli unici che non hanno avuto misure di sostegno, come è accaduto per altri settori contigui al nostro con i tax credit, misure che sarebbero certamente molto giuste anche per i programmi che facciamo. C’è attenzione a questi temi da parte del governo, la nostra associazione sta lavorando con impegno, questo è un mondo in grande trasformazione  che va preservato per mantenere e sviluppare i valori comuni”.

Alessandro Araimo pone l’accento su due temi che stanno a cuore agli operatori: “mai come in questo momento, con limiti tra i mercati molto labili, è importante garantire a tutti equità, lo stesso sistema di regole che offra certezza di contesto. Il secondo ambito nel quale è fondamentale che le istituzioni ci seguano, e anche rapidamente, è la strutturazione di sistemi incentivanti, che motivino tutti gli operatori a continuare a investire in questo settore. Un settore che non deve essere sopportato ma, al contrario, supportato per poter garantire, anche nei prossimi anni, una crescita che noi siamo in grado di mettere in campo”.

Maurizio Giunco sottolinea che il settore radiotelevisivo locale rappresenta “un importante presidio di pluralismo, grazie al quale i nostri territori così variegati e così diversi fra loro, trovano voce, esprimono la loro identità, amplificano le loro istanze” che ha aggiunto “Il comparto è capace di mobilitarsi: la tv, in caso di emergenze, con dirette in esterna fino a 10 ore quotidiane, la radio locale con la informazione, allerte, comunicati di servizio di pubblica utilità. Non riesco ad immaginare elezioni amministrative, comunali e regionali senza il settore radiotelevisivo locale. Un patrimonio, un valore, che non può em non deve essere disperso”.

Infine, Francesco Dini sostiene che “Il DAB rappresenta un segmento strategico del futuro di questo settore e dovrà continuare a convivere con la tecnologia FM, ma è il digitale che ha permesso alla radio di moltiplicare e differenziare l’offerta e di dedicare le proprie risorse all’innovazione del prodotto, di adattarsi ad ogni device. È importante, perciò, supportare la transizione verso il digitale attraverso l’adozione dei ricevitori DAB”. A nome del settore Dini rinnova poi la richiesta al governo “di equiparare le proprie aziende a quelle energivore, ricordando che la radio svolge un servizio pubblico essenziale e di interesse generale”.

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La nostra non è stata solo una assemblea meramente celebrativa, per festeggiare degnamente i primi dieci anni di Confindustria Radio Televisioni, ma piuttosto un’assemblea esecutiva, attiva, che vuole guardare al futuro con intensità, coraggio, e lungimiranza e che attende risposte dai decisori politici”.  Lo dice, concludendo l’assemblea di CRTV, che si è svolta oggi al cinema Barberini di Roma, Franco Siddi. Il presidente di Confindustria Radio Televisioni ha chiuso la giornata con alcune considerazioni finali rivolte ai relatori istituzionali.

E’ un momento di grandi trasformazioni per la tecnologia con conseguenze anche per “il costume” degli italiani. E tv e radio non fanno eccezione costituendo un centro di interesse e di partecipazione dei cittadini”. Il Presidente di Agcom, Giacomo Lasorella, ha sottolineato come sono molte le tematiche di grande rilevanza nel nuovo ecosistema digitale, oltre all’allocazione delle risorse,  pluralità dell’informazione, tutela dei minori, trasparenza del mercato.

La sfida è quella di creare un piano di gioco omogeneo con gli Ott (Over the top)”, ha dichiarato attraverso la collaborazione  con l’Europa sui nuovi regolamenti  (DSA, DMA, EMFA), oltre che sul  fronte della pirateria . L’Autorità insieme alla Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza ha attivato una piattaforma avanzata che consente di intervenire per il blocco dei contenuti diffusi illecitamente, partendo da quelli sportivi.

Siddi ha registrato con favore le iniziative dall’Autorità per i nuovi equilibri del sistema, sottolineando in particolare le attività per la pianificazione del DAB, e per l’aggiornamento delle regole per la par condicio, e, per la prominence, l’urgenza di intervento anche a livello europeo.

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha ricordato che è in corso un aggiornamento del Tusma, ha manifestato la volontà di procedere a una riforma del codice di autoregolamentazione media e minori e, tra gli impegni per il futuro del settore, di sostenere la digitalizzazione della radio (Dab+) garantendo al contempo le trasmissioni in Fm. Il Ministro si è inoltre espresso sulla necessità di portare quanto prima a compimento il passaggio definitivo al nuovo digitale terrestre dvb-t2 e di garantire come la pari accessibilità dei contenuti sulle Smart tv.

Al governo il presidente di Confindustria Radio Tv ribadisce che il comparto radiotelevisivo “chiede un supporto per investimenti, formazione di nuove competenze, tax credit sulle produzioni e accessibilità vera e concreta al mondo nuovo che la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale ci consegnano. Per non patire più la concorrenza, spesso sleale, che arriva dagli operatori globalizzati che ormai incidono sulle sorti delle nostre democrazie”.

Il ministro Urso – ha continuato Siddi – ci ha ricordato che uno dei suoi primi atti è stato quello di promuovere un Tavolo sulle comunicazioni elettroniche radiofoniche e televisive. È vero, ed è ora il momento di riprendere quel confronto, in vista degli sviluppi del nostro comparto”.

Il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, ha definito il settore radiotelevisivo come strategico, e in quanto tale che deve investire, perchè la competizione indotta dalle nuove tecnologie è fortissima.

Il presidente di CRTV, rilanciando quanto affermato dal Presidente Carlo Bonomi ha concluso insistendo sul valore  di una “coesione di fondo delle imprese che vogliono fare sistema nel PaeseÈ importante quanto sta facendo Confindustria, in una visione di democrazia e crescita delle imprese, come detto da Bonomi, anche recuperando concretamente ogni potenzialità innovativa del PNRR attraverso una seria e incisiva politica di riforme strutturali. Condividiamo questo appello e chiediamo che venga raccolto da politica e istituzioni. Noi ci siamo e ci saremo. E faremo di tutto per portare avanti con coerenza fino in fondo tutte queste nostre attività”.

Il nostro settore – ha detto Siddi – ha un suo DNA che va difeso tutelato a tutti i livelli dalle nostre istituzioni, in Italia e in Europa. Partendo da questo possiamo affrontare con coraggio e lungimiranza tutti i cambiamenti che il mondo nuovo ci propone ogni giorno”.

(Comunicato stampa)

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Delta Radio: Matteo Sandri è il nuovo ‘station manager’

Novità a Delta Radio, storica emittente del Polesine, presente non solo nel rodigino, ma anche in parte del padovano e del ferrarese.

Matteo Sandri è il nuovo ‘station manager’.

“Sono felice di contribuire artisticamente” – scrive sui social“mettendo in campo le mie conoscenze nel settore, con una realtà storica e ben radicata sul territorio, che grazie al sistema DAB vuole guardare ad un futuro pluriregionale tra Veneto ed Emilia Romagna”.

Presente da lungo tempo in FM nel basso Veneto, l’ingresso della radio in DAB+ è recente.

La diffusione avviene sul canale 8D del Consorzio Nord Est Dab Plus, insieme a diverse altre realtà del territorio, come già evidenziato da FM-world nell’articolo disponibile cliccando QUI.

Samuele Bertuccio, ad di Veneto Editori – di cui l’emittente fa parte – ha recentemente dichiarato l’intenzione di potenziare le sinergie tra radio, giornale (La Voce di Rovigo), portali internet (polesine24.it, rovigoindiretta.it e chioggiaindiretta.it) e social network.

Da Paolo De Grandis a Gimmi Bragaglia, fino agli immancabili contenitori sportivi del weekend, sono tanti i programmi consolidati e di successo dell’emittente polesana.

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Sono ancora sostenibili le emittenti territoriali? Il caso Radio Delta International, con Giovanni Ciminelli

Sono ancora sostenibili le emittenti territoriali? Le stazioni legate a una città o a un territorio ben delimitato hanno ancora un ruolo nella società odierna, dove la musica si può richiedere a Spotify e le notizie ci arrivano in tempo reale via social?

Ma soprattutto, è ancora economicamente conveniente essere editori di una emittente locale?

Vorremmo con questa rubrica trovare qualche risposta a questi interrogativi e lo faremo tramite una serie di interviste a selezionati editori proprio di questo tipo di stazioni. Come sempre, chi è interessato a raccontare la sua storia può candidarsi scrivendo a [email protected].

La registrazione completa dell’intervista è disponibile a questo indirizzo.

 

 

L’intervista

MHB: Siamo con Giovanni Ciminelli, l’editore di Radio Delta International, radio che ha sede a Legnano: una radio storica, per cui come prima domanda chiedo di raccontare in breve la storia della tua radio. 

GC:  Radio Delta è nata nel 1976 da due soci, ma era come hobby all’inizio. Poi sono arrivato io nel 1984, prima ero dipendente della società, poi ho rilevato le quote e ho preso le redini della radio.  

Avendo tante frequenze ci sono tanti costi, come sai benissimo Marco, perché avevamo più ripetitori, noi anche Milano, Varese, Como. Abbiamo deciso quindi di cedere la frequenza principale a un’altra radio qui in Lombardia (105.1  a Lifegate N.d.R) e noi abbiamo tenuto la frequenza locale su Legnano.  

La radio oggi non vive di gloria perché è si una radio molto locale, però è presente sul territorio perché facciamo tanti eventi, siamo a contatto con la gente, con i clienti, organizziamo parecchie feste nelle piazze, le notti bianche tra Legnano, Parabiago, Nerviano e altri paesi qui intorno. 

Abbiamo anche vari contatti con l’amministrazione comunale, che spesso ci dà l’incarico di realizzare questi eventi.  

Non solo radio 

Essendo presenti oltre alla radio con un giornale online e con l’agenzia di pubblicità andiamo a completare la comunicazione ai nostri clienti.  

Quindi la nostra pianificazione è a 360 gradi, andiamo a toccare il giornale, la radio, la parte visual, la cartellonistica e i social: e il cliente ha riscontro.

Perché Il cliente spende se ha riscontro: la radio non deve essere una spesa per il cliente, deve essere un investimento. 

Da Wisky a Rudy 

MHB: Quando ci siamo conosciuti, ormai era 20 anni fa, la tua radio andava quasi sempre tutta in automatico, una specie di Gammaradio. Pensavo perfino che facesse funzionare tutto il tuo cagnolino Whisky, perché lo avevo visto davanti al computer principale quando eravamo da te per Radio Fitness. Invece dopo, un bel giorno hai deciso che no, si tornava a fare programmi ed essere una vera radio. Cos’è che è successo? 

GC: Era ritornato Rudy, dopo essere stato a Radio Italia Network e altre emittenti. Torna e ci dice “dai proviamo a fare qualcosina”. 

Abbiamo ricominciato a fare trasmissioni per provare e da lì, sette anni fa siamo ripartiti e non ci siamo più fermati, anzi abbiamo ampliato le trasmissioni in diretta. 

 Facciamo tanti collegamenti esterni perché noi viviamo il territorio dai clienti con la gente. Abbiamo chiesto l’aiuto anche di Massimo Biggi perché non riuscivamo più a coprire le ore di trasmissione in diretta.  

Fare squadra

Essere in piazza, essere presenti, dare un servizio al cliente che dia un riscontro e fare squadra.  

Questa è la medicina di una radio locale. Perché le radio locale tipo la nostra hanno tanta vita davanti, hanno forse problemi le radio pluriregionali perché hanno costi altissimi e sappiamo bene cosa costa la corrente e cosa costano gli affitti. 

MHB: Una cosa interessante che dicevi prima, l’offerta globale: quindi quando con la tua agenzia promuovi un’attività, un centro commerciale, una qualunque attività non proponi solo la radio, ma gli proponi tutto, capisco giusto? 

GC: Noi gli proponiamo un ventaglio a 360 gradi e poi cerchiamo di studiare il messaggio che sia diretto al target giusto. 

Poi  avendo l’agenzia pianifichiamo anche altre radio: collaboriamo con Radio Sportiva, con Radio Studio +, con Rete 8 FM di Varese, Radio Birikina: diamo al cliente, in base al target che serve, il canale giusto. 

Oggi noi siamo diventati dei consulenti, non più agenti e più rappresentanti. Consulenti. Cerchiamo di dare consigli alla gente su come spendere i soldi, come investire i soldini che portino riscontro. Questa è la nostra forza, che molte agenzie non hanno. 

DAB

MHB: Solo recentemente siete arrivati sul DAB. Ti sembra che porti qualcosa? Perché è esperienza di questi giorni che solo in DAB, anche con grandi nomi in onda, non sempre si raggiungono gli obiettivi sperati. 

GC: Il DAB è prematuro, il DAB va fatto conoscere. Sai quanti hanno una macchina con dentro il DAB e non sanno di avere il DAB?  

Va fatta tanta comunicazione, Io sono uscito parecchie volte con la pubblicità di Radio Delta International con il DAB, pubblicizzando il DAB. Come qualunque cosa che fai nella vita: devi promuoverla e farla conoscere. Se lo fai , piano piano, arrivano i riscontri. A noi  qualcuno manda dei messaggi su WhatsApp dicendo che ascolta in DAB. Fra 6-8 anni il cavallo di battaglia sarà il DAB, perché è un suono digitale pulito, non ha disturbi, dove arriva il segnale si sente benissimo. 

Rottamazione FM? 

MHB: Parliamo di spegnimento dell’FM. Inutile che ti ricordi le polemiche a distanza tra l’allora direttore di Radio RAI e l’editore di RTL 102.5…. 

GC: Allora… È prematuro spegnere e poi è un problema per chi ha fatto degli investimenti in postazioni.…milioni di Euro per acquistare le frequenze. 

Quindi si, ci sarà gradualmente lo spegnimento tra qualche anno, oppure ci sarà la rottamazione come ha fatto anche la televisione per rientrare, perché c’è gente che …. 

MHB: …No, la rottamazione non possono farla, perché nel campo del digitale terrestre le frequenze sono passate alle telco, che hanno pagato i soldi allo Stato per averle; quindi, quei soldi erano disponibili per darli a chi spegneva: ma dei pochi MHz dell’FM non importa niente a nessuno, sono troppo pochi per 5G, 6G o altre tecnologie digitali. 

GC: Beh forse allora arriverà qualcuno dall’estero che  entrerà qui in Italia con 100 W. Ma secondo me chi ha investito tanto sarà difficile che la abbandoni.

La abbandoneranno le radio che non riescono a sopportare le spese di affitto, anche perché mano che si va avanti c’è anche un cambiamento di pianificazione pubblicitaria.

I clienti stessi, se prima investivano 100 sulla radio adesso ne investono 20. Perché ci sono i social, ci sono altri canali di comunicazione. (M.H.B. per FM-World)

‘Radio TV Serie A con RDS’ su DAZN da luglio 2024

La notizia è stata ufficializzata nei giorni scorsi: dal 1° luglio 2024, la versione video di ‘Radio TV Serie A con RDS’ abbandona il digitale terrestre e passa in esclusiva su DAZN.

Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ha spiegato la scelta per la centralità che il canale avrà nella piattaforma digitale.

“Per noi questo è molto importante, ossia che il progetto della trasformazione della Serie A in una vera media company prosegua”, ha dichiarato a Il Sole 24 Ore.

Invariata la diffusione audio in DAB+ (nel mux DAB Italia), così come in streaming su app e web – ricordiamo che l’emittente si può seguire anche sulla app di FM-world.

Ricordiamo che Radio TV Serie A con RDS è presente oggi sul canale 899 del digitale terrestre in versione audio con schermata fissa.

Per poterla seguire in video, è necessario utilizzare la tecnologia HbbTV, ancora poco conosciuta dall’utenza media e che potrebbe aver reso difficoltosa la fruizione del canale.

Su DAZN, il canale tv sarà visibile senza passaggi intermedi a tutti gli abbonati.

Tutto questo, come dicevamo, dal 1° luglio 2024.

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]

“Usiamo l’etere per spingere il web e non viceversa”: Patrizia Cavallin spiega le strategie di 70-80.it

FM-world ha dato in anteprima la notizia del collegamento – avvenuto giovedì 26 ottobre – di 70-80.it, la stazione oldies lombarda diretta da Patrizia Cavallin (che è anche redattrice musicale della Radio Svizzera Italiana), sulle reti del consorzio MediaDab in Toscana e Campania.

Non si tratta però dell’unica novità. Ne parliamo con la stessa Patrizia Cavallin.

* Dove è presente (via etere) oggi 70-80.it?

A parte Toscana e Campania, siamo presenti da tempo in Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio in DAB+ e nelle stesse regioni in DTT. Piattaforma dove è però diffusa anche in Emilia, Toscana, Campania. Posso anticipare che a breve 70-80.it sbarcherà in tv pure in un’altra regione del centro Italia.

* Perché l’integrazione di Toscana e Campania?

Perché il 1° novembre parte la nuova sitcom “Il fricchettone”, con Marco Mantovani, ambientata in provincia di Firenze nel 1976…. Scherzo naturalmente, anche se la coincidenza con l’avvio di questa fiction radiofonica – la prima, penso, dedicata al mondo degli hippies, anzi, dei tardo hippies, i fricchettoni, per l’appunto – è un buon biglietto d’ingresso. Per rispondere alla domanda, diciamo che arriviamo nei mux disponibili, considerato che il nostro prodotto è aterritoriale, quindi si cala senza problemi in qualsiasi area.

* Avere una diffusione così estesa – sia in DAB che in DTT – costa. Quale è il modello di business?

È ribaltato: usiamo l’etere per spingere il web e non viceversa. Il portale 70-80.it è diventato in breve il più indicizzato in Italia (e in Svizzera italiana) nell’area vintage del ventennio di riferimento (fonte Google) e quanto ad accessi è già al livello di un paio di reti nazionali FM e sta scalando velocemente la classifica (chiunque può verificarlo con Similarweb). Già ora rileviamo interesse da parte di investitori per questo portale che sta crescendo così velocemente, grazie ad una redazione che produce un numero rilevante di articoli originali giornalieri. Su un brand già forte di suo, stiamo creando una piattaforma OTT e, in questa fase, la presenza via etere ne favorisce l’affermazione attraverso la diffusione del brand e quindi il download delle app sui sistemi IP eterogenei. Poi va detto che le sinergie del gruppo di appartenenza di 70-80.it con i principali player audiovisivi italiani ed esteri aiutano.

* Come è cambiato il format col tuo ingresso al vertice di 70-80.it?

Ho affinato l’idea di una radio che non guardi al passato dal presente, come spesso accade con le stazioni oldies, privilegiando un formato ambientale. Già ora ci sono contenuti parlati in una misura notevolmente superiore ad altre stazioni vintage: il claim “il mood degli anni 70 e 80” identifica il modello editoriale di una radio che vive nel periodo di cui parla. I nostri conduttori parlano dal passato, citando la data del loro intervento, usando l’indicativo presente. Anche l’approccio on demand è ribaltato rispetto a quello tipico di altre emittenti. Molti editori confondono il catch-up con i podcast nativi. Noi invece abbiamo deciso di fare il contrario: l’on demand è disponibile prima e diviene una seconda disponibilità via etere. Gli autori degli articoli per 70-80.it realizzano immediatamente dopo gli articoli i podcast, che vengono distribuiti sulle principali piattaforme streaming nella versione estesa e poi diffusi in lineare via etere in forma ridotta (max 7 minuti). Secondo gli studi di Kvox (compagnia di produzione del gruppo), il podcast non deve durare meno di 15-20 minuti, mentre la derivazione per l’impiego lineare non deve superare i 7’. Il catch-up per noi non ha ragione di esistere.

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]