Linus al Corriere: “Fare il dj negli anni ’70 era un’occasione troppo allettante per farsela scappare”

Fare il dj negli anni ’70 era un’occasione troppo allettante per farsela scappare.

A dirlo è Linus, a margine di una intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Contrattato dal quotidiano milanese, il direttore di Radio Deejay parla di una Milano cambiata negli ultimi dieci anni, diventata più internazionale ma nello stesso tempo meno vivibile in seguito ad un costo della vita lievitato.

Nel contesto di un discorso politico-urbanistico, Fabrizio Guglielmini – autore dell’intervista – apre una parentesi relativa all’epoca delle radio libere.

Linus racconta di una Milano vivacissima negli anni ’70, con grande passione per la musica e con la presenza di tanti luoghi dove “si suonava ovunque”.

In questa frase, anche una parentesi sull’“occasione di fare il deejay”.

Nella città dove sono nate realtà quali Radio Milano International, Radio 105, ma anche molte altre emittenti che hanno fatto la storia nell’epoca pioneristica, Linus ha colto la palla al balzo, mettendo subito in evidenza la propria professionalità che negli anni lo ha portato alla direzione di uno dei network simbolo del nostro Paese.

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Linus al Corriere: “Nel 2023 mi scade il contratto: mi hanno già proposto un rinnovo di 5 anni, ma non ho ancora firmato”

Il Corriere della Sera pubblica oggi una interessante intervista a Linus.

Il direttore di Radio Deejay, oggi alla guida del polo radiofonico del gruppo Gedi, parla della propria vita, di politica, di progetti futuri.

In un passaggio, si affronta – inevitabilmente – il tema relativo alla radio.

“Fino a quando vuole continuare?” chiede il quotidiano milanese.

“Le cose belle prima o poi devono finire” – risponde Linus – “e non voglio che succeda a sfumare. Nel 2023 mi scade il contratto: mi hanno già proposto un rinnovo di 5 anni, ma non ho ancora firmato”.

Parla anche del figlio Michi che “diventerà il più bravo dj dei prossimi 20 anni”.

Alla domanda “E se le dicesse che vuole lavorare a RTL?”.

“Gli chiederei se è impazzito!” – replica Linus. “Per adesso sta imparando il mestiere da m2o, con mio fratello Albertino, che è il direttore artistico”.

L’intervista integrale è disponibile cliccando QUI.

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Artista Day: Radio Italia e il Corriere promuovono i protagonisti della musica italiana

Radio Italia e il Corriere della Sera si uniscono per un progetto comune.

Si chiama “Artista Day” ed è un appuntamento esclusivo che di volta in volta prenderà il nome del cantante o gruppo protagonista.

L’iniziativa si terrà ogni due martedì sia sui canali dell’emittente radiofonica sia sulle pagine del quotidiano.

“Per un intero anno, insieme a Radio Italia, saremo accanto agli artisti italiani con un percorso che coinvolgerà le voci, i volti, le firme e i sistemi multimediali della radio italiana per eccellenza e di Corriere della Sera, offrendo a lettori e navigatori anteprime, informazioni, scoperte”, ha dichiarato Barbara Stefanelli, vicedirettrice vicario del Corriere della Sera.

A sua volta, il vicepresidente di Radio Italia Marco Pontini aggiunge: “È la prima volta che una radio e un quotidiano nazionale si uniscono per portare avanti un progetto comune così ambizioso: un’intera giornata dedicata all’artista che possa vivere su tutti i mezzi on e off-line di Radio Italia e Corriere della Sera.

A realizzare interviste e speciali saranno Mauro Marino e Manola Moslehi di Radio Italia e Andrea Laffranchi del Corriere.

Primi ospiti dell’“Artista Day” saranno i Negramaro il 23 marzo, dopo il concerto in streaming di venerdì 19 che Radio Italia seguirà come emittenti ufficiale.

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Amadeus non cede: “Sanremo si fa a marzo o slitta all’anno prossimo”

Nessun dietrofront da parte di Amadeus su un eventuale slittamento ad aprile o a maggio del Festival di Sanremo.

Si può sintetizzare così, l’intervista che il presentatore/direttore artistico dell’evento ha rilasciato in queste ore al Corriere della Sera, rispondendo di fatto a tutti coloro che chiedono di posticipare di alcune settimane l’atteso appuntamento.

“Se lo posticipi a maggio non è Sanremo, ma il Festivalbar. E poi chi ci dice che a maggio avremo lasciato le mascherine e potremo abbracciarci tranquillamente? Se così fosse firmerei subito, ma a maggio probabilmente saremo più o meno nella stessa situazione”, dichiara Amadeus al quotidiano milanese.

Il conduttore non nega che l’atmosfera nella Città dei Fiori sarà inevitabilmente diversa: niente eventi esterni, niente iniziative extra.

“Io ragiono in termini televisivi e commerciali: gli ascolti e gli incassi sono importanti, non sono pagato per la gloria”, sottolinea.

Amadeus nell’intervista mostra vicinanza al mondo dello spettacolo, costretto allo stop da quasi un anno, ma specifica che il Teatro Ariston andrebbe equiparato ad uno studio televisivo e quindi con modalità analoghe a quelle di altri programmi, dove figure contrattualizzate (di fatto, comparse come pubblico) diventerebbero parte integrante dello spettacolo nel rispetto del Dpcm.

L’intervista integrale, dove il presentatore conclude dicendo che “se le cose si fanno bene e in sicurezza, con protocolli precisi, non bisogna preoccuparsi”, è disponibile cliccando QUI.

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