Fare radio oggi. L’opinione di ‘Consulenza Radiofonica’ in vista del suo decimo compleanno

“Consulenza Radiofonica” festeggia dieci anni di attività.

Per celebrare la ricorrenza, sabato 21 settembre terrà a Frascati (Roma) un evento, dove sono stati invitati diversi professionisti del settore radiofonico, tra cui FM-world e 22HBG.

Abbiamo intervistato il CEO Alfredo Porcaro per avere una sua opinione, in merito alla radiofonia italiana di oggi.

* Dieci anni di Consulenza Radiofonica. Quando hai deciso di lanciarti in questa esperienza? Perché hai pensato che la via del consulente fosse quella giusta?

In realtà pochi mesi prima della nascita di Consulenza Radiofonica: l’idea è maturata da inizio 2014 ad aprile di quello stesso anno. Le persone che avevo al mio fianco mi hanno stimolato nel mettere a disposizione la mia conoscenza; perché per fare il lavoro di consulente non basta l’aggiornamento, lo studio o la formazione che rimangono basilari ed importanti ma devi aver visto vari settori della radio e per fortuna ricoperti molti ruoli: ho lavorato per tanti anni con le produzioni audio, settore che vedo oggi totalmente in discesa per l’avvento dell’intelligenza artificiale, e che con Consulenza Radiofonica stiamo un po’ abbandonando.

Ho fatto il regista radiofonico, tutta la post e pre produzione che si può creare per un programma radiofonico, il programmatore musicale, gestivo palinsesti, sono responsabile di sede con responsabilità commerciali e di gestione sul personale e moltissimi altri ruoli. Praticamente in radio l’unica cosa che non ho mai fatto è il conduttore: anche se in realtà qualche anno fa ho deciso di mettermi alla prova anche in questo campo, ma di questo forse è il caso che ne parliamo in un’altra intervista. Tutto questo mi ha enormemente formato.

* La tua attività nasce da una carriera vissuta in prima persona in radio.

La prima volta che sono entrato in radio era il 1994: settembre 1994. Infatti quest’anno festeggio 30 anni di radio. Ne ha un ricordo romanticissimo e bellissimo: una piccola radio locale che a me sembrava già un network. Da lì in poi di radio ne ho cambiate un bel po’ ed è stato un orgoglio e un piacere collaborare con tutte. I numeri per me hanno un forte significato non solo per il lavoro di analista che svolgono nelle mie consulenze, quest’anno la radio compie 100 anni e Consulenza Radiofonica, l’azienda che dirigo, compie 10 anni di attività. Per me è un’emozione fantastica.

Se mi guardo indietro non posso che essere felicissimo del mio percorso, dei risultati raggiunti dai clienti, delle persone che ancora mi circondano al lavoro e nella vita privata. Proprio per questo abbiamo deciso – sabato 21 settembre – di creare un evento nella splendida cornice dei Castelli Romani, in provincia di Roma a Frascati presso la struttura di Villa Mercede, a partire dalle 17.00 ci sarà un evento dedicato a questo compleanno. Un evento con partner come FM-world, 22HBG, Voci.Fm, Voxyl, Art-News, Funky Junk ed Esibirsi.

Lo scopo è quello di riunire clienti, lavoratori del settore radiofonico e media per tirare le somme di questi primi dieci anni, spiegare gli obiettivi nel breve termine e lanciare qualche piccola sorpresa per il futuro. Sono felicissimo di essere riuscito a riunire i rappresentanti dei partner che ho citato prima. Con ognuno di loro è attiva una partnership settoriale. Con Esibirsi abbiamo una cooperazione sui social, con Voci.Fm e Voxyl ci sono eventi dal vivo che ci coinvolgono ogni anno, con Art-News i nostri clienti hanno dei pacchetti dedicati. Con FM-world e 22HBG da qualche mese abbiamo intrapreso un percorso di collaborazione su determinati clienti ed offerte ad hoc.

* Esiste un tipo di emittente ‘ideale’ a cui si rivolge Consulenza Radiofonica? Quali sono le principali perplessità che rilevi nella radiofonia italiana?

Non esiste l’emittente ideale, così come non esiste il progetto perfetto: esiste l’empatia dell’azienda Consulenza Radiofonica verso l’emittente e viceversa. Abbiamo una metodologia basata su dei valori unici: valutiamo prima le persone all’interno dell’azienda, gli obiettivi, cosa si aspettano da noi e poi decidiamo se accettare il progetto o meno.

In realtà, il cliente ideale è quello che si rende conto che non possiamo fare miracoli ma che si siede al tavolo di confronto e capisce che il consulente è un professionista con il quale mettere in condivisione idee commerciali, artistiche e di immagine. Le mie perplessità sulla radiofonia italiana sono basate su: approssimazione, mancanza di coraggio nello sperimentare ed incapacità di comunicare in maniera moderna. Spesso, a vari livelli, l’approssimazione del progetto è basata sul non rendersi conto che il nostro settore è in totale rivoluzione.

La mancanza di coraggio nella sperimentazione la spiego così: se un cliente ci chiede di realizzare una sua seconda, terza o quarta emittente del suo ipotetico gruppo radiofonico basata sulla musica degli anni 80 semplicemente creando una playlist musicale non è il progetto per noi: tanto vale cercare Playlist Musicale su Spotify. Diversamente se dietro una richiesta di realizzare una radio legata a un periodo musicale ci chiede di fare qualcosa di totalmente diverso rispetto a quello che c’è in giro siamo sicuri della creazione di un progetto unico e vincente, sempre che ci sia spazio di mercato. Infatti prima di realizzare un’emittente, proponiamo sempre uno studio di fattibilità, una analisi sul cliente finale: l’ascoltatore. Sì perché non dimentichiamoci che il nostro principale datore di lavoro, come piace chiamarlo a me, è l’ascoltatore.

I radiofonici non sanno comunicare in maniera moderna: non mi riferisco alle radio, ai conduttori, ma a chi è seduto dietro una scrivania. La maggior parte di loro non ha minimamente idea di cosa sia Instagram o Tik Tok. Non sanno a cosa serve una landing page o a cosa possa servire un trend in tendenza per la propria radio. Tutti strumenti che portano utenti o clienti.

* Uno dei temi più dibattuti è sempre il futuro della radio. C’è chi è preoccupato per lo scarso interesse dei giovani, chi per come cambia la modalità di fruizione. In generale, ritieni che la radiofonia oggi sia in salute o c’è qualcosa su cui lavorare?

Per mia fortuna c’è sempre qualcosa su cui andare a lavorare, in questo mondo possiamo sempre migliorarci anche perché la radio è in continua e costante evoluzione. Se facciamo un paragone con gli albori della radiofonia privata in Italia o gli anni ’90 dello scorso secolo, l’epoca d’oro e d’argento per me, è ovvio che saremo sempre in difficoltà. Dai dati pubblicitari che ho sempre analizzato degli ultimi mesi non è certo il media radio quello ad essere in difficoltà.

Sono curiosissimo di leggere i dati della nuova rilevazione Era 2025 per capire, forse, meglio come sta cambiando il nostro pubblico. Non è vero che i giovani non si interessano alla radio. Per dei clienti in questi ultimi 12 mesi con Consulenza Radiofonica abbiamo seguito la formazione di moltissimi ragazzi: anche sotto ai 20 anni. È vero che forse il bacino nel quale andare a pescare è più piccolo, ma gli appassionati ed innamorati del mezzo esistono eccome. Ad esempio, uno dei miei importanti clienti che abbiamo non ha nemmeno 24 anni: gestisce una web radio commerciale con un ottimo fatturato mensile, ha messo in difficoltà il competitor che vanta una presenza di oltre 40 anni sul territorio ed ha una squadra di ragazzi per la maggior parte sotto i 25 anni.

* E la figura del consulente? Sarà necessaria anche un domani? Sta cambiando nel tempo, in un’epoca dove si fa sempre più strada l’intelligenza artificiale?

Mi sento sempre più spesso dire che il futuro è la consulenza in qualsiasi settore non solo nel nostro. Anche Consulenza Radiofonica ha a sua volta un consulente che si occupa della formazione, dell’immagine e di tutti gli aspetti comunicativi. L’avvento dell’intelligenza artificiale sta cambiando le regole del lavoro globale, è innegabile che sarà toccato anche il nostro settore.

I cambiamenti che già ci sono stati riguardano tutte le tipologie di produzione audio e la voce in generale. Utilizzare Chat GPT o Gemini come punti di partenza o generatori di suggerimenti per un testo ed un lavoro di copywriting mi può stare bene, ma prepariamoci ad una vera rivoluzione: sta a noi se vedere tutto questo come un aiuto e specializzarsi o farsi sopraffare dall’intelligenza artificiale.

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]