Mayotte, il disastro causato dal ciclone Chido mostra i limiti di una strategia che elimina le emissioni AM a favore dell’IP

Per anni in molti hanno denunciato come grave errore lo smantellamento delle reti AM – facilmente fruibili in caso di disastro naturale – sentendosi dire che ormai anche nei paesi meno sviluppati tutti usano il cellulare. Ma il disastro di Mayotte mostra che forse avevano ragione.

In Italia non se ne parla, ma da giorni questa è la notizia principale oltralpe: l‘isola francese di Mayotte è in ginocchio dopo che sabato 14 dicembre un ciclone tropicale ne ha distrutto gran parte delle infrastrutture, compresi gli ospedali. A oggi, quattro giorni dopo il disastro, nessuno sa dire quante vittime ci siano state: ufficialmente 22, ma probabilmente molte migliaia. Non si sa, anche perché nessuna infrastruttura di telecomunicazione è funzionante.

Mayotte?

Ma dove si trova questa isola, che fa parte al 100% del territorio francese?

Mayotte è un’isola francese situata nell’Oceano Indiano, appartenente all’arcipelago delle Comore. È la più grande delle isole Comore e si trova a circa 250 km a est della costa africana; superficie 374 km, circa 300.000 abitanti. E… sì, è Francia a tutti gli effetti. Non una ex-colonia, non un protettorato: proprio Francia, tanto da essere a tutti gli effetti territorio dell’Unione Europea, pur locata tra Madagascar e Mozambico.

Nessuna ridondanza, niente AM

Chi fosse interessato può leggere sui media internazionali gli ultimi aggiornamenti, noi vogliamo qui parlare di telecomunicazioni.

Ad oggi nulla funziona sull’isola: la rete radiofonica FM è muta e – e questo è davvero singolare – non è attiva alcuna rete cellulare.

Motivo? In base ai moderni criteri di ottimizzazione, tutti gli operatori mobili (quattro in Francia) utilizzano le stesse “torri”, le postazioni di trasmissione. Nessuna ridondanza: abbattuta la principale dalla furia dei venti tutto tace.

E la rete tradizionale in modulazione di ampiezza (che qui era in onde corte) è stata “ovviamente” smantellata negli scorsi decenni.

La popolazione non ha notizie, ad esempio è impossibile informare su dove sia disponibile acqua potabile (la rete idrica è interrotta, ma esistono alcuni punti di distribuzione improvvisati).

Una tipica informazione che potrebbe essere data in Onde Medie e ascoltata anche in assenza di energia elettrica, grazie alle radio che si caricano a manovella, come la Eton in copertina.

Da AM a FM

Eppure l’isola aveva una sua struttura radiofonica analogica: creata nel 1978 grazie a trasmettitori portati direttamente da Parigi, utilizzava le Onde Corte, ideali (tramite “onda di terra”) per coprire il piccolo territorio dell’isola, ma anche (tramite le onde riflesse dalla ionosfera) per raggiungere La Reunion, altro territorio francese a 1.400 Km di distanza.

Nel 1999, questa emissione (di nome “O.R.T.F. Radio Comores”, oggi “Mayotte 1re”) viene di fatto abbandonata a favore di una piccola rete statale composta da quattro trasmettitori FM e dalle più recenti radio private. Qui di seguito l’unico elenco che ci siamo riusciti a procurare:

Tutto tace

Non una di queste stazioni è oggi attiva. Così come le reti cellulari e di conseguenza WhatsApp, Telegram e i vari “social”.

Eppure, se non da Mayotte, da La Reunion sarebbe facile trasmettere verso l’isola. Dando magari agli abitanti la possibilità – se non di ricostruirsi una casa – di trovare almeno da bere. (M.H.B. per FM-world)