Tv del Centro Italia: piccole novità nelle graduatorie
Questa volta mi occupo delle nuove graduatorie delle emittenti televisive del Centro Italia, dove peraltro si registrano ben poche variazioni (d’altra parte è passato solo un mese dalle precedenti liste).
In Toscana, per iniziare, ci sono sempre 63 emittenti in graduatoria e una sola variazione di un qualche rilievo. Si tratta, alla numerazione 117, di un canale del gruppo 1 Communication (Tv1), 1 Mia, che adesso lascerà spazio alla Radio-Tv sportiva Tv Yes (ben nota nel Lazio e in qualche altra regione e sul satellite), con contestuale trasferimento dal mux di Arezzo di 1 Communication a quello di Pistoia.
Passiamo allora all’Umbria, dove invece le Tv aumentano di una unità, passando da 36 a 37. Da registrare l’assenza, questa volta, da questa graduatoria di Canale 10 (la nota Tv toscana, erede di quella storica di Cecchi Gori, poi passata al gruppo Sciscione), che prima occupava il 76 in Umbria sul mux di 1° livello.
In compenso ci sono due nuove emittenti. La prima è Delia, ennesima Tv del ‘gruppo Tele Radio Leo’, che si aggiudica il 110 a Terni; la seconda arriva dalla Toscana al 111 di Perugia ed è una ‘variante’ di Sesta Rete, ovvero Sesta Rete Stile.
Tuttavia il vero interrogativo ‘intrigante’ nell’emittenza umbra è quello relativo al possibile tentativo di Francesco Polidori (noto come ‘mister Cepu’ per le sue avventure imprenditoriali nel mondo della scuola privata, accentuatesi con e-campus e con la Link Campus University) di affiancare all’appena acquisito, dagli Angelucci, ‘Corriere dell’Umbria’ (un’operazione che ha fatto rumore in questa regione) un vero polo radio-televisivo.
Sulla questione sono corse molte voci nei mesi scorsi. Ecco cosa scriveva in gennaio, per esempio, Gabriella Mecucci su passaggimagazine.it:
“Dopo almeno 10 anni di vita grama, con più di un fallimento e rari segni di vitalità, il mondo dell’informazione umbra è scosso da una sorta di terremoto. Artefice del sisma Francesco Polidori che, protetto da un eccesso di discrezione, sta costruendo un gruppo editoriale di rilevanti dimensioni. Tutto è iniziato col ‘Corriere dell’Umbria’ e i Corrieri toscani del gruppo Tosinvest, venduti dagli Angelucci a mister Cepu per la cifra di 900mila euro. I quotidiani comprati vivono da tempo una seria crisi, ma Polidori – se vuole – ha liquidità più che sufficiente a rilanciarli. Un primo colpo quello compiuto nel campo della carta stampata a cui ne sono seguiti altri due parecchio importanti”.
L’interesse di Polidori sarebbe diretto infatti all’emittenza locale, in particolare con un rilancio di Tef, da qualche tempo in difficoltà, per la Tv. Nel mirino ci sarebbe poi anche Radio Onda Libera nel campo radiofonico. Vedremo se e quando ci saranno sviluppi in queste ipotizzate operazioni.
Chiudo con le Marche, dove però non ci sono variazioni rispetto alla graduatoria di marzo e la lista comprende le stesse 26 emittenti.
Vale la pena, allora, di tornare indietro di qualche mese per segnalare un ‘avvenimento epocale’ che ha riguardato l’emittente da sempre capofila in regione, ovvero Tv Centro Marche (al 10) di Jesi. Si tratta del pensionamento di Osvaldo Boni, che da oltre quarant’anni dirigeva la Tv (di cui è stato anche amministratore delegato) e che era notissimo nell’ambiente televisivo proprio come ‘il direttore’ per antonomasia, proprio perché la sua posizione era non solo solidissima ma anche ornai ‘data per scontata’ da tutti.
Ma gli anni passano per tutti e Boni a 70 anni ha così deciso di passare la mano. Ecco un piccolo bilancio di questa lunghissima esperienza televisiva nelle sue dichiarazioni a viverecamerino.it:
“Lavoravo in Merloni – ha detto Boni – e non ho mai capito perché mi affidarono quel ruolo, forse serviva un ingegnere, forse un carabiniere, forse un omone”.
L’impresa non era facile, anche perché “fare Tv nelle Marche è impossibile: l’orografia impone grossi investimenti che trascinano costi di gestione elevati, non compensati alla bassa popolazione. Per raggiungere un equilibrio stabile era necessario allargare la nostra offerta, trovando segmenti particolarmente interessati che si integrassero nell’attività televisiva”.
Boni ci deve essere proprio riuscito bene, se fa sapere che “da sempre TVCM è la Tv più seguita tra le locali ed ha sempre prodotto utili di bilancio e distribuito dividendi. TVCM negli anni ha continuato a generare flussi di cassa positivi seppur in un contesto di grandi complessità, dando prova di resilienza, anche in tempo di Covid-19”.
Ma qual è stato il segreto del successo della Tv marchigiana? L’informazione ha rivestito un ruolo di primo piano, naturalmente, assieme ad altre iniziative ‘vincenti’:
“La nostra formula fu una rottura con il giornalismo mummificato tipico degli anni ’80. Non più bambagia sulle notizie, non più domande lunghissime che già presupponevano la risposta, non più inquadrature larghe che rendevano difficile riconoscere il conduttore, ma un linguaggio semplice, un vocabolario ristretto e comprensibile, quasi a prendere per mano il nostro pubblico, anche quello meno colto. Per il resto, ho fondato nel 1985 una società di marketing e produzioni documentaristiche, Video Comunicazioni, quindi, nel 1986 (la nota; N.d.R.) Roveca, società di produzioni di telenovelas. Nel 1990 TVCM S.p.a. è stata socio fondatore della Lux (che ha prodotto ‘Don Matteo’). Dal 1991 al 2018 TVCM è stata proprietaria di Radio Eco”.
L’esperienza di tutti questi anni è stata emozionante e ‘travolgente’:
“Per me è stato tutto talmente bello ed è trascorso così rapidamente che sembra impossibile distinguere tra sogno e realtà. Da marchigiano mi auguro che TVCM rimanga un importante riferimento nell’informazione indipendente ed un valido strumento di sostegno per le economie locali. Da sempre la politica televisiva di TVCM è di aggiungere un’alta offerta informativa ai cittadini, mantenendo chiara l’identità della rete, anche in un momento cruciale come questo”.
Mauro Roffi
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