Tv2000 e inBlu2000 presentano i nuovi loghi

“Non più il reticolo terrestre a richiamare meridiani e paralleli, ma un segno grafico a forma di arco che guarda a ‘est’, a simboleggiare uno sguardo sul futuro”.

Vatican News presenta così i nuovi loghi di Tv2000 e di inBlu2000 – rispettivamente televisione e radio della Cei – ufficializzati lunedì 19 settembre a Roma, con un saluto in videomessaggio del presidente della Conferenza episcopale Card. Matteo Zuppi.

L’ambizione è quella di diventare “una media company integrata con una forte propensione digitale”.

Quella dei nuovi loghi è la prima tappa di un percorso che porta al Giubileo di Tv2000 e inBlu2000: a febbraio 2023 saranno 25 anni dalla nascita delle due emittenti Cei.

Questo il video di presentazione della nuova immagine delle due realtà a vocazione religiosa.

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InBlu Radio: i vent’anni del circuito che mette assieme contenuti locali e nazionali

Nasce il 26 gennaio 1998 col nome di BluSat2000 e dal 22 giugno 2002 evolve l’identificativo nell’attuale InBlu Radio: è la syndication della CEI che festeggia quest’anno il proprio ventennale di attività.

Il circuito riunisce oggi circa un centinaio di emittenti locali di ispirazione cattolica ed è collegato a Tv2000, emittente televisiva presente sul canale 28, che esordì il 9 febbraio 1998 col nome Sat2000, in quanto diffuso all’epoca soltanto via satellite, per poi assumere l’attuale denominazione nel 2009, in vista dell’arrivo del digitale terrestre.

Direttore delle due realtà dal 2014 è Paolo Ruffini, arrivato dopo anni di esperienze e direzioni in Rai e a La7.

“La nostra è un’emittente di flusso” – esordisce Ruffini – “che comprende programmi, musica e informazione. Siamo in onda in FM nelle 24 ore a Roma e in altre località minori, ma il nostro circuito copre quasi l’intero territorio nazionale”.

InBlu Radio, infatti, è forse una delle poche vere syndication in Italia. Le emittenti affiliate possono scegliere di ripetere la porzione di palinsesto a loro più congeniale o di limitarsi ai soli spazi informativi.

“Il nostro pubblico – sottolinea Ruffini – è quello delle radio locali e quindi delle singole emittenti, che attraverso il nostro network possono seguire le notizie e gli avvenimenti della loro zona, integrati dai moduli del nostro palinsesto. E’ una sorta di scacchiera che si compone a seconda dei territori”.

La formula è ormai collaudata da anni, anche se oggi, grazie al digitale e ai device mobili, è possibile seguire l’intera programmazione di InBlu Radio da qualsiasi parte d’Italia (e dall’estero), sia tramite la propria app, sia attraverso l’app di FM-world.

“Rispetto ad alcuni anni fa, i nostri contenuti hanno ampliato l’offerta informativa, in particolare nelle prime ore del mattino. Non manca tuttavia l’intrattenimento che quest’anno abbiamo portato anche al Radiocity di Milano”.

Proprio il Radiocity di Milano, la festa della radio del primo weekend di giugno, diventa così una vero e proprio palcoscenico per InBlu Radio, emittente generalmente non solita ad esterne, e che quest’anno invece ha deciso di proporre buona parte della propria programmazione in diretta dagli stand di Parco Sempione.

E tra i vari protagonisti presenti, anche voci (e volti) noti quali quelli di Licia Colò ed Eugenio Finardi, che proprio per InBlu Radio curano da tempo programmi.

“La nostra è un’emittente che lavora in sinergia con Tv2000 – ci spiega Ruffini – non tanto condividendo contenuti, quanto condividendo conduttori che curano talk-show e rubriche diversi per la radio e per la tv. Una di queste è proprio Licia Colò, ma non è l’unica”.

E tra i personaggi noti al grande pubblico di InBlu Radio ci sono anche Gianni De Berardinis e Paola Gallo, oggi responsabile artistico editoriale, al momento non in onda, ma di cui informalmente non si esclude in futuro la possibilità di un ritorno davanti al microfono.

Tra news, intrattenimento, musica di qualità e sviluppi tecnologici, ci addentriamo con Paolo Ruffini in quello che può essere il futuro della radio (generico e relativo a InBlu).

“Ci vorrebbe la sfera di cristallo per sapere come sarà tra dieci anni la radio – chiosa Ruffini – in quanto il contenuto sarà sempre presente, mentre ad evolvere è il contenitore. Quindi meno analogico e più digitale, tra DAB+, streaming, app e smart tv. Non vedo conflitti con Spotify e altri distributori di musica, in quanto la radio conserva la parola, la diretta, l’emozione nel comunicare qualcosa dal vivo. Di fatto, la musica scaricata non sottrae il desiderio di restare collegato con il mondo”.

Un futuro piuttosto roseo, dunque, secondo il punto di vista di un direttore, la cui esperienza radiotelevisiva è conclamata.

Ora per InBlu l’obiettivo è potenziare sempre più l’offerta digitale, proponendo i propri contenuti non solo sulle app proprietarie, ma anche in sinergia con aggregatori quali quello di FM-world.